La pace sia con te

lunedì 21 gennaio 2013

NON PIU' MASCHIO E FEMMINA MA 5 GENERI: LO VUOLE L'EUROPA.



La rivoluzione antropologica delle nuove carte d’identità

Carta d'identità
(di Dina Nerozzi) Il 2007, per decisione del Parlamento Europeo, è stato l’anno europeo delle pari opportunità per tutti. Pochi in realtà hanno compreso il significato di questo evento e pochi sanno che la burocrazia di Bruxelles continua a lavorare per creare “una società più giusta”, lavoro che dovrebbe giungere in porto nel 2016 con le nuove carte d’identità personali in cui il termine sesso sarà sostituito dalla più moderna dizione IG (identità di genere). Pochi sanno che la decisione di adottare la “moderna” prospettiva di genere è stata il frutto dell’applicazione dei “Principi di Yogyakarta”, principi che intendono applicare le leggi internazionali sui diritti umani in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Questi principi sono stati stilati da 31 “esperti” di varia provenienza che, di fatto, hanno deciso di abolire le leggi di natura perché considerate obsolete e hanno deciso anche quale debba essere il futuro per l’intera umanità. Data la portata dell’argomento sarebbe stato, forse, il caso di informare in maniera adeguata i cinquecento milioni di persone che vivono in Europa e che dovrebbero adottare questa insana rivoluzione antropologica. In realtà tutto procede sotto traccia fino a quando un giorno arriveranno le nuove carte d’identità in cui le tradizionali figure di maschio e femmina saranno sostituite da 5 generi secondo le indicazioni di Anna Fausto Sterling (The five sexes: Why Male and Female Are Not Enough, “The sciences”, March/April 1993, pp. 20-24).
In base ai principi di Yogyakarta tutti gli orientamenti sessuali (cioè l’attrazione sessuale nei confronti dell’altro sesso, del proprio sesso, dei minori, di qualsivoglia soggetto o oggetto) devono avere uguale valenza nel mondo governato dalla modernità, così come deve essere possibile cambiare la propria identità sessuale (il maschio che si sente intrappolato nel corpo sbagliato può diventare femmina, e viceversa, senza alcuna interferenza e a spese del Sistema Sanitario Nazionale). Queste sono le nuove frontiere dei diritti umani che portano con sé anche i nuovi diritti civili.
Non si può dire che questi argomenti non giungano all’attenzione del pubblico, se ne discute, ma nessuno sa che, indipendentemente da tutto, il processo prosegue indisturbato il suo iter burocratico. La politica sembra propensa a varcare la soglia del nuovo mondo. La posizione assunta dal conservatore Cameron in Inghilterra, per non parlare della Spagna, dei paesi nordici, e anche le recentissime aperture di Berlusconi in questa direzione lasciano intendere che non esistono preclusioni. Questa è la ragione per cui bisogna svegliarci e reagire oppure un giorno non lontano ci diranno che gli Stati che non collaboreranno all’attuazione del nuovo paradigma stabilito dal Parlamento europeo saranno sottoposti a sanzioni. A quel punto non resteranno aperte che due strade: accettare la situazione o armarci. (Dina Nerozzi)
Pubblicato il 16 gennaio 2013 da http://www.corrispondenzaromana.it/la-rivoluzione-antropologica-delle-nuove-carte-didentita/

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sabato 19 gennaio 2013

NON FAR CONOSCERE AGLI ITALIANI LE PERSECUZIONI AI CRISTIANI: ce lo chiede l'Europa?






Cristiada, il film sulle persecuzioni cristiane in Messico non ha ancora un distributore europeo

 
Aprile 4, 2012 Paola D'Antuono
Prodotto nel 2011 e con un cast di prim’ordine (Garcia, Longoria, O’Toole), il film sull’insurrezione dei cristiani in Messico negli anni 1926-29 non riesce ad arrivare nelle sale europee. La pellicola racconta una toccante storia di resistenza e di speranza, come ricorda il cardinale Barragán: «I cristeros diedero la loro vita in nome della fede e della libertà religiosa».


l’occhio al guardagno più che alla qualità, sono costretti dentro i confini nazionali e non riescono a raggiungere la platea internazionale che meriterebbero. Come sta accadendo per esempio al film messicano Cristiada, diretto da Dean Wright. Un film intenso e toccante che racconta l’insurrezione popolare dei cristeros in Messico nella seconda metà degli anni Venti. I cristeros sono i cristiani perseguitati che si ribellarono con le armi alle leggi liberticide di Plutarco Elìas Callees, presidente della Repubblica massone e acerrimo nemico del cattolicesimo. La critica messicana ha osannato il film, per qualità e profondità dei contenuti e per la fedeltà alla storia originale. Peccato però che nessun distributore europeo abbia mostrato interesse per questo film prodotto lo scorso anno e che vanta, tra i suoi interpreti, attori del calibro di Andy Garcia, Peter O’Toole ed Eva Longoria.
Probabilmente per la storia poco conosciuta e – solo apparentemente – lontana dalla realtà europea. Ma, com’è noto, le persecuzioni contro i cristiani sono una piaga ancora tristemente contemporanea e che affligge diverse zone del mondo e in maniera non molto differente dagli anni Venti, come ricorda il cardinale messicano Javier Lozano Barragán, nato quattro anni dopo l’armistizio del 1929, che sanciva di fatto la vittoria dei “Guerriglieri di Cristo Re”: «Mi ricordo che cosa successe negli anni dopo l’armistizio, che il governo spesso non rispettò: i cristeros consegnarono le armi, ma in non pochi casi furono poi imprigionati e uccisi. In quegli anni dopo la rivolata continuarono a essere proibite le scuole cattoliche… Io ad esempio ho frequentato una parte della prima elementare nel garage di casa mia, dove la maestra riuniva un gruppetto di noi. Anche il seminario era clandestino. Non si poteva portare nessun segno che richiamasse il cristianesimo, tutto quanto rigardava la nostra fede doveva essere tenuto nascosto».
Una parte della pellicola racconta la storia di José Luis Sánchez del Rio, nato
nel marzo del 1913, arruolato poi tra i cristeros nel 1927, diventandone il portabandiera, in seguito catturato, torturato e barbaramente ucciso perché si rifiutava di gridare «Muerte a Cristo Rey». Venne ucciso il 10 febbraio 1928 mentre urlava «Viva Cristo Rey». Un martire che venne beatificato nel 2005 a Guadalajara e di cui il cardinale conserva una piccola reliquia: «Il martire è sepolto nella chiesa della città natale, Sahuayo, ed è sempre molto venerato. Ora si sta pensando di erigere un santuario nuovo, per tutti i martiri degli anni della grande persecuzione, a Guadalajara». Un santuario che ne renda degnamente omaggio, come la pellicola di Wright, che speriamo possa trovare presto un distributore che permetta agli spettatori del Vecchio continente di conoscere una storia di fede e di sacrificio, in nome della libertà religiosa che ancora oggi per molti cristiani rimane un miraggio.



http://www.tempi.it/cristiada-il-film-sulle-persecuzioni-cristiane-messico-non-ha-ancora-un-distributore-europeo#.UPp_OR3hKSo



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USCIRE DALL'EURO?



13/01/2013

Magdi Allam: ''La dittatura finanziaria si regge su quella mediatica''

Magdi  Cristiano Allam, eurodeputato, già vicedirettore del Corriere della Sera, ha fondato il movimento politico “Io amo l’Italia” che si appresta a partecipare alle prossime elezioni politiche. La sua conversione dall’Islam al cristianesimo, avvenuta nel 2008 (Magdi fu ribattezzato Cristiano dal Papa in persona), fece molto discutere.

   Quali sono le linee guida che caratterizzano questo nuovo movimento politico?
Noi abbiamo deciso di partecipare autonomamente alle prossime elezioni politiche per rappresentare una autentica alternativa all’insieme dei partiti che hanno mercificato il potere gestendolo in maniera consociativa e svendendo l’Italia e gli italiani a vantaggio di una vera e propria dittatura finanziaria incarnata dalla sagoma di Monti. Il governo uscente, in soli dodici mesi, è riuscito a raddoppiare  il numero degli italiani che patiscono la fame, ha costretto 47 mila famiglie ad abbandonare la propria casa  a causa di una sopraggiunta povertà, provocando contestualmente la chiusura, in media,  di 200 imprese al giorno strangolate paradossalmente da crediti che lo Stato non paga. In Italia oggi si muore di credito perché chi deve pagare non ha i soldi. Lo Stato deve 200 miliardi di euro alle imprese. Noi siamo l’unica alternativa vera alla demagogia populista di Beppe Grillo e offriamo una risposta ai tanti che intendono astenersi.

   Alcuni denunciano il rischio di un progressivo svuotamento delle democrazie interne degli Stati nazionali ad opera di una oligarchia europea di non eletti che tende ad imporre al comando figure tecnocratiche non legittimate dal consenso. E’ un rischio reale o demagogia populista?
Parto dai fatti. Sono stato giornalista per 35 anni, ho una formazione sociologica e credo nei numeri. Mario Monti, insediatosi premier il 16 novembre del 2011, giurò sulla Costituzione di servire l’esclusivo interesse nazionale dell’Italia. In quei giorni Monti sedeva ancora nel direttivo della più grande banca d’affari al mondo, la Goldman Sachs, era nel direttivo di una delle tre grandi agenzie di rating, Moody’s, era nel direttivo del gruppo Bilderberg (associazione paramassonica transnazionale, ndc) nonché presidente europeo della commissione Trilaterale (altra potente associazione fondata negli anni ’70 dal miliardario americano Rockefeller). Soltanto nove giorni dopo, il 24 di novembre, Monti annunciò la sua sospensione dalla partecipazione  a queste associazioni che, evidentemente, sono in chiaro conflitto con l’interesse nazionale dell’Italia. I risultati di tali improprie commistioni sono tristemente lampanti. L’avvento al potere di Monti, calato dall’alto da poteri finanziari forti grazie alla complicità del Presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano, ha rappresentato l’inizio di una involuzione in grado di svuotare i contenuti della nostra democrazia sostanziale. Il Parlamento è stato di fatto commissariato, i partiti privati delle loro identità. Pd e Pdl, fino al giorno prima fortemente alternativi, con l’arrivo di Monti si sono messi insieme come per incanto al fine di sostenere la stessa strategia e lo stesso governo. L’Italia esprime oggi un Parlamento di designati che elegge un presidente della Repubblica designato dai designati. Inoltre, come se non bastasse,  abbiamo un capo del governo calato dall’alto da poteri finanziari forti che, per giunta, ha l’ardire di definirsi il salvatore della Patria. Questi sono fatti non opinioni. La democrazia sostanziale in Italia è già di fatto morta.

   A leggere i principali giornali italiani, però, viene fuori una realtà molto diversa da quella che lei racconta. Lei, tra l’altro, è stato giornalista per molti anni. Perché nessun giornalista, neppure in solitaria, approfondisce tali argomenti. Pigrizia, inverosimiglianza o controllo stringente delle informazioni?
La dittatura finanziaria in atto si sorregge sulla dittatura mediatica. La grande stampa nazionale è appiattita nel sostegno acritico nei confronti di Mario Monti. C’è una convergenza nel rappresentarlo falsamente come una specie di eroe nonostante che tutti gli indicatori economici, relativi all’anno di governo di Monti, siano fortemente negativi. Negli ultimi 12 mesi il numero degli italiani che patiscono la fame ha raggiunto la cifra di 6,2 milioni, esattamente il doppio rispetto all’anno precedente, 7 mila famiglie sono state costrette ad abbandonare la propria casa perché non riescono più a pagare il mutuo, 200 imprese muoiono quotidianamente, il gettito fiscale è aumentato ma il debito pubblico è cresciuto di altri 153 miliardi, superando così la soglia psicologica dei 2000 mila miliardi di euro, il Pil è calato del 2,4%, la disoccupazione è aumentata e  il potere di acquisto da parte delle famiglie è considerevolmente calato.  Un italiano su tre oggi fa la fila alle mense dei poveri. La fotografia della cruda realtà certifica una cosa evidente: c’è una discrepanza incredibile fra tra la realtà e la rappresentazione della realtà. Io credo che all’interno della categoria dei giornalisti si debba fare una seria riflessione sul livello medio di deontologia professionale degli operatori dell’informazione.

   Come spiega la costanza nel proseguire sul solco delle politiche di rigore e austerità nonostante il sostanziale fallimento, fotografato dai numeri, di queste ricette? Possibile che in realtà la crisi, volutamente amplificata, nasconda piuttosto il desiderio di riorganizzare, su scala continentale, la società secondo un modello sociale di tipo oligarchico?
Anche in questo caso parto dai fatti. Le istituzioni finanziarie a cui fa riferimento Mario Monti, Goldman Sachs, Moody’s ecc., sono quelle che hanno creato la moltiplicazione a dismisura dei  titoli derivati. Al punto che, nel 2011, il valore di questi titoli  fu stimato in 780 mila miliardi di dollari. Una cifra, per capirci, che equivale a 10 volte il valore del Pil di tutti i Paesi del mondo messi insieme. Questo denaro virtuale deve  essere riciclato. Per essere riciclato deve quindi convertirsi in beni reali. La mafia, gestendo cifre molto inferiori, fa la stessa cosa: lava il denaro sporco  acquisendo beni. Al fine di garantire il riciclaggio di cifre così ingenti, alla speculazione finanziaria serve il controllo diretto dei governi. L’indebolimento dell’economia reale, e relativa sofferenza di lavoratori e imprese, è essenziale per permettere agli speculatori di lucrare. Le imprese, spesso costrette a chiudere perché creditrici, svendono necessariamente la propria attività. Questa, in estrema sintesi, è la missione di Monti per conto dei mondi che lo sostengono: riciclare i titoli derivati consentendo alla speculazione finanziaria globalizzata di mettere le mani sull’economia reale.
   
   Come si esce da questo pantano?
Da questo pantano si esce spiegando agli italiani quello che sta succedendo e quindi portando queste tematiche all’attenzione dei media. L’Italia non dispone più di una moneta sovrana, ma deve acquistare la moneta che utilizza dalla Banca centrale europea che applica un tasso di interesse del 4%. E’ assurdo. La moneta è un semplice strumento che serve a parametrare la ricchezza posseduta. Ma la ricchezza non è insita nella moneta. La ricchezza è insita nei beni reali. Noi abbiamo dimenticato l’importanza della proprietà popolare della moneta. Quindi, per ripartire, dobbiamo innanzitutto riscattare la nostra sovranità monetaria. Questo è il primo punto del nostro programma.  Dobbiamo, poi, abbattere drasticamente il costo dello Stato che è di 800 miliardi di euro all’anno. Lo possiamo fare soltanto rovesciando la piramide che oggi vede al potere  una cupola governata dalla Banca centrale europea, dalla Commissione Europea e dal Fmi. Noi vogliamo mettere al centro i Comuni. La nostra politica è concentrata nel risolvere i problemi delle persone non della moneta, a noi interessano le famiglie, non le banche. Il 97% delle imprese medie e piccole italiane sono a gestione familiare. La comunità locale è più importante dei fantomatici mercati. Dobbiamo capovolgere tutto questo. Dobbiamo attribuire ai Comuni la prerogativa di gestire le risorse, compresa la riscossione delle tasse, applicando il principio che le tasse si pagano una sola volta alla fonte.

   Quindi anche “Io Amo l’Italia” si pone su un piano di continuità con il pensiero economico neoclassico che individua nel dimagrimento dello Stato la soluzione per ripartire? Non sarebbe forse meglio riscoprire il pensiero di Keynes che metteva al centro la domanda e non i tagli?
Bisogna però distinguere. Le municipalizzate, ad esempio, in Italia hanno accumulato debiti per 50 miliardi. Il fatto che vadano ad elezioni anticipate per malversazione finanziaria le principali Regioni italiane è oltremodo significativo. Quando c’è un fiume di denaro pubblico che transita, lì c’è sperpero, corruzione e inefficienza. Questo deve finire. Lo sviluppo deve essere prerogativa di coloro che non buttano il denaro dalla finestra, in primo luogo gli imprenditori. Tanti imprenditori efficienti vivono in Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti. Noi dobbiamo partire da questa realtà. I sindaci sono oggi gli unici amministratori eletti direttamente con il voto dei cittadini e ogni giorno, a differenza di altri, si confrontano con i problemi reali della gente. Lo sviluppo deve rimanere appannaggio degli imprenditori che devono trovare risposte ad un livello politico vicino e territoriale. Sono però contrario al ritorno dello Stato nell’economia.

   Quindi un nuovo New Deal per l’Italia sarebbe, secondo questa impostazione, una ipotesi da rigettare?
L’Italia ha uno straordinario patrimonio ambientale, culturale ed umano. Siamo il Paese più bello al mondo. In Italia abbiamo il 70% del patrimonio culturale mondiale. Abbiamo espresso eccellenze in tutti i settori. Tutto questo è in pericolo perché, da un lato, l’Italia è un territorio a rischio sismico, dall’altro l’incuria da parte dell’uomo ha reso possibile la cementificazione selvaggia che espone i territori al rischio di devastanti alluvioni e calamità importanti. Nella messa in sicurezza del  territorio su scala nazionale è possibile immaginare l’intervento dello Stato che assume responsabilmente il compito di mettere in sicurezza questo straordinario patrimonio culturale e paesaggistico, dando al contempo lavoro a uomini e imprese.  Lo Stato può fare tutto questo solo  riacquisendo la prerogativa di emettere direttamente la moneta. Questo significa creazione di ricchezza, produzione di beni e offerta di servizi. In casi come questo, particolarmente difficili e complicati, è pensabile l’intervento diretto dello Stato nelle dinamiche economiche che, comunque, deve prioritariamente restituire i suoi debiti. In Gran Bretagna, ad esempio, oggi lo Stato sta cancellando il proprio debito pubblico attraverso la sua Banca centrale, che è pubblica. Il debito pubblico in assoluto non è mai un problema. Gli Stati Uniti d’America, tanto per capirci, hanno un debito pubblico che è 6 volte quello dell’Italia.
   
   Il grande economista Winne Godley, non a caso diceva “non esiste debito cha il governo non possa onorare semplicemente chiedendo alla propria banca centrale di staccare un assegno”. E’ possibile riformare dall’interno questa Europa tecnocratica?
Non è possibile riformare questa Europa. Le istituzioni europee sono state pensate per perpetuare l’esistente. Io sono parlamentare europeo e mi sono reso conto che il tentativo di migliorare questa Europa è velleitario.

   A chi rispondono del loro operato il presidente della Bce Mario Draghi o quello della Commissione europea Herman Van Rompuy?
A nessuno. La Bce non è una istituzione benefica ma è un società per azioni con scopo di lucro i cui azionisti sono delle banche private. La Bce persegue perciò il profitto. Lo fa vendendo moneta all’1% alle banche commerciali. Lo Stato, che non può più emettere moneta, è costretto ad indebitarsi presso le banche commerciali che non a caso sono detentrici del 75% del nostro debito pubblico italiano. Noi abbiamo un meccanismo che fa sì che lo Stato per ripianare il debito è costretto ad indebitarsi ulteriormente. La Commissione Europea rappresenta un’altra grossa anomalia, perché in uno Stato di diritto i tre poteri, legislativo , esecutivo e giudiziario, devono rimanere separati. In Europa, invece, il potere esecutivo e il potere legislativo sono entrambi nelle mani della Commissione. Il Parlamento europeo non ha sostanzialmente alcun  potere. L’Europa, inoltre, non è uno Stato di alcun tipo, né unitario, né federale né confederale:  è sostanzialmente una organizzazione internazionale. Una organizzazione cha ha però un potere invasivo nei confronti degli Stati che aderiscono all’Unione europea perché, tale adesione, li obbliga a sottostare alle risoluzioni europee. Tutto questo è contro il diritto internazionale. Solo lo Stato può vantare un diritto invasivo nei confronti dei cittadini. Se c’è un contrasto tra la risoluzione europea e la legge dello Stato prevale la risoluzione europea. E lo Stato che non applica la risoluzione europea viene per giunta pesantemente sanzionato. Non è forse questa una dittatura? La maggior parte delle leggi italiane, fate attenzione,  consiste soltanto nella riproposizione automatica e acritica delle decisioni prese in sede europea da uomini che non hanno ricevuto alcun mandato democratico.

   Il Vaticano si è espresso favorevolmente nei confronti di Monti. Impressioni?
Sono sconcertato. Sono sconvolto perché Monti è l’esatto opposto della dottrina sociale della Chiesa. Monti  mette al centro la moneta e i mercati e ci dice che dallo spread dipende tutta la nostra vita, che dobbiamo vivere per salvare l’euro e soffrire per ridurre il debito pubblico. Questa concezione si scontra con chi considera la persona come depositaria di un valore intrinseco, con chi crede nella sacralità della vita, nella libertà di scelta e nella dignità del uomo. Questi sono valori non negoziabili. Mi preoccupa assai il fatto che la Chiesa, ai più alti livelli, si sia espressa a sostegno di Monti. Ho paura che ciò possa accadere per ragioni utilitaristiche e materiali, magari per strappare uno sconto sull’Imu. Questo sostegno esplicito e ossessivo potrebbe cioè essere il triste risultato di uno scambio poco spirituale. Ma gli italiani che oggi fanno la fame per colpa delle politiche di Monti non capiscono affatto l’atteggiamento della Chiesa.

   Alcuni tuoi detrattori ti hanno dipinto come uno affetto dalla furia del convertito. Cosa rispondi a chi ti rivolge questo tipo di critica?
Io sono stato musulmano per 56 anni.  Distinguo nettamente tra la dimensione della persona e quella della religione. Considero tutte le persone pari sul piano della dignità e delle libertà. Sono contro qualsiasi tipo di discriminazione per ragioni di razza o religione. Al tempo stesso sono consapevole del fatto che le religioni non sono tutte uguali, che ogni religione contiene delle chiare specificità. L’ebraismo e il cristianesimo non sono identici all’Islam. Gesù Cristo e Maometto non sono la stessa cosa. Ciò che è scritto nel Corano non è uguale  a ciò che è scritto nei Vangeli. Ciò che si predica nelle chiese non è ciò che si predica nelle moschee. Quindi io denuncio il relativismo ideologico che, partendo dall’amore per il prossimo quale fondamento del cristianesimo nel quale credo fermamente, equipara l’islam al cristianesimo. Noi dobbiamo amare tutti, compresi i musulmani, ma il relativismo è un nemico pericoloso. Io rispetto e amo i musulmani come persone ma condanno l’islam come religione. L’islam si fonda su due pilastri: il Corano e Maometto. Nel Corano c’è la legittimazione ad odiare chi non è musulmano mentre Maometto è stato fondamentalmente un criminale, uno che ha direttamente partecipato nel 626 alle porte di Medina allo sgozzamento e alla decapitazione di 500 ebrei. Questo fatto lo troviamo nella sua biografia ufficiale, non in un testo critico. Di fronte  a questi fatti io non rinuncio a dire la verità. L’Islam è una religione che istiga e ordina la violenza nei confronti degli infedeli ebrei e cristiani.

   E’ migliorata la condizione dei Paesi nordafricani in seguito alle cosiddetta primavera araba?
E’ peggiorata. Il punto di riferimento per gli islamici non è la democrazia ma la sharia. L’Egitto è un caso emblematico così come la Siria, dove si sta perpetrando un crimine nei confronti dei cristiani assassinati. Questa Europa è complice perché è schierata di fatto dalla parte delle bande terroristiche dei Fratelli musulmani e di Al Qaida.





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mercoledì 16 gennaio 2013

Luisa Piccarreta. Per entrare nel Divin Volere basta togliere l’ostacolo (la volontà umana); basta volerlo e tutto è fatto.



Il terzo Fiat deve correre insieme cogli altri due Fiat, e questi tre Fiat
hanno uno stesso valore e potere, perché contengono la Potenza Creatrice.

(1) Continuando il mio solito stato, stavo fondendomi tutta nel Voler Divino e dicevo
tra me:  “Mio Gesù, voglio amarti, e voglio tanto amore da supplire all’amore di tutte le
generazioni che sono state e che staranno, ma chi può darmi tant’amore per poter
amare per tutti? Amor mio, nel tuo Volere c’è la forza creatrice; quindi nel tuo Volere
voglio io stessa creare tant’amore per supplire e sorpassare all’amore di tutti, ed a tutto
ciò che tutte le creature sono obbligate di dare a Dio come nostro Creatore”.  Ma mentre
ciò facevo, ho detto:  “Quanti spropositi sto dicendo”.  Ed il mio dolce Gesù, movendosi
nel mio interno mi ha detto: 
(2) “Figlia mia, certo, nel mio Volere c’è la forza creatrice.  Da dentro un solo mio Fiat
uscirono miliardi e miliardi di stelle; dal Fiat Michi (Mihi) della mia Mamma, da cui la mia
Redenzione ebbe origine, escono miliardi e miliardi di atti di grazia che si comunicano
alle anime, questi atti di grazia sono più belli, più risplendenti, più multiformi delle stelle,
e mentre le stelle sono fisse e non si moltiplicano, gli atti della grazia si moltiplicano
all’infinito, in ogni istante corrono, allettano le creature, le felicitano, le fortificano e le
danno vita.  Ah! se le creature potessero vedere nell’ordine soprannaturale della grazia,
sentirebbero tali armonie, vedrebbero tale spettacolo incantevole, da credere che fosse
il loro paradiso.  Ora, anche il terzo Fiat deve correre insieme cogli altri due Fiat, deve
moltiplicarsi all’infinito ed in ogni istante deve dare tanti atti per quanti atti di grazia si
sprigionano dal mio seno, per quante stelle, per quante gocce d’acqua e per quante
cose create sprigionò il Fiat della Creazione, deve confondersi insieme e dire:  “Quanti
atti siete voi, tanti ne faccio anch’io”.  Questi tre Fiat hanno uno stesso valore e potere,
tu scomparisci, è il Fiat che agisce, e perciò, anche tu nel mio Fiat onnipotente puoi dire: 
“Voglio creare tanto amore, tante adorazioni, tante benedizioni, tanta gloria al mio Dio,
per supplire a tutti ed a tutto”.  I tuoi atti riempiranno Cielo e terra, si moltiplicheranno
cogli atti della Creazione e Redenzione e se ne faranno uno solo; parrà sorprendente ed
incredibile a taluni tutto ciò, e allora dovrebbero mettere in dubbio la mia potenza
creatrice, e poi, quando sono Io che lo voglio, che do questo potere, ogni dubbio cessa. 
Non sono forse libero di fare ciò che voglio e di dare a chi voglio? Tu sii attenta, Io starò
con te, ti adombrerò con la mia forza creatrice e compirò ciò che voglio su di te”.

12-150
Febbraio 2, 1921

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Mentre il mondo vuol cacciare Gesù dalla faccia della terra,
Lui sta preparando un’era d’amore, l’era del terzo Fiat.

(1) Questa mattina, dopo aver fatto la comunione, sentivo che nel mio interno, il mio sempre amabile Gesù diceva: 
(2) “Oh! iniquo mondo, tu stai facendo di tutto per cacciarmi dalla faccia della terra, per sbandirmi dalla società, dalle scuole, dalle conversazioni, da tutto; stai macchinando  come abbattere templi ed altari, come  distruggere la mia Chiesa e uccidere i ministri, ed Io ti sto preparando un’era d’amore, l’era del mio terzo Fiat.  Tu farai la tua via per
sbandirmi, ed Io ti confonderò d’amore, ti seguirò di dietro, mi farò incontro davanti per confonderti in amore, e dove tu mi hai sbandito, Io erigerò il mio trono, e vi regnerò più di prima, ma in modo più sorprendente, tanto che tu stesso cadrai ai piedi del mio trono, come legato dalla forza del mio amore”.
(3) Poi ha soggiunto:  “Ah! figlia mia, la creatura imperversa sempre più nel male, quante macchine di rovine stanno preparando, giungeranno a tanto, da esaurire lo stesso male; ma mentre loro si occuperanno nel fare la loro via, Io mi occuperò, che il mio Fiat Voluntas Tua abbia compimento ed esaurimento, che la mia Volontà regni sulla terra, ma in modo tutto nuovo; mi occuperò a preparare l’era del terzo Fiat, in cui il mio amore sfoggerà in modo meraviglioso ed inaudito, ah! sì, voglio confondere l’uomo tutto  in amore.  Perciò sii attenta, ti voglio con Me a preparare quest’era d’amore, celeste e divina, ci daremo la mano a vicenda, ed opereremo insieme”.
(4) Poi si è avvicinato alla mia bocca, e menandomi il suo fiato onnipotente nella mia bocca, mi sentivo infondere una nuova vita, ed è scomparso.

12-151
Febbraio 8, 1921

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Per entrare nel Divin Volere, la creatura non deve
fare altro che togliere la pietruzza della sua volontà.

(1) Mentre pensavo al santo Voler Divino, il mio dolce Gesù mi ha detto: 
(2) “Figlia mia, per entrare nel mio Volere non ci sono vie, né porte, né chiavi, perché il mio Volere si trova dappertutto, scorre sotto dei piedi, a destra ed a sinistra e sopra il capo, dovunque; non deve fare altro la creatura che togliere la pietruzza della sua volontà; ad onta che sta nel mio volere, non prende parte, né gode dei suoi effetti, rendendosi come estranea nel mio Volere, perché la pietruzza della sua volontà impedisce, come all’acqua di scorrere dal lido per correre altrove perché le pietre la
impediscono.  Ma se l’anima toglie la pietruzza della sua volontà, nel medesimo istante lei scorre in Me ed Io in lei; trova tutti i miei beni a sua disposizione, forza, luce, aiuto, ciò che vuole.  Ecco perciò non ci sono vie, né porte, né chiavi, basta che si voglia e tutto è fatto, il mio Volere prende l’impegno di tutto e di darle ciò che le manca, e la fa spaziare nei confini interminabili della mia Volontà.  Tutto il contrario per le altre virtù, quanti sforzi ci vogliono, quanti combattimenti, quante vie lunghe, e mentre pare che la
virtù le sorrida, una passione un po’ violenta, una tentazione, un incontro inaspettato, la sbalzano indietro e la mettono da capo a far la via”.

12-152
Febbraio 16, 1921

Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta


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giovedì 10 gennaio 2013

Luisa Piccarreta. DIO VUOLE LA COMPAGNIA DELL'UOMO.


Michelangelo. La creazione di Adamo

Iddio creò l’uomo perché Gli facesse compagnia.

(1) Continuando il mio solito stato, stavo unendomi con Gesù, pregandolo di non
lasciarmi sola, e che venisse a tenermi compagnia, e Lui, movendosi nel mio interno, mi
ha detto: 
(2) “Figlia mia, se sapessi come desidero, sospiro, amo la compagnia della creatura!
E’ tanto, che se nel creare l’uomo dissi:  “Non è buono che l’uomo sia solo, facciamo
un’altra creatura che lo rassomigli e gli tenga compagnia, affinché l’uno formi la delizia
dell’altro”.  Queste stesse parole, prima di creare l’uomo, dissi al mio amore:  “Non
voglio essere solo, ma voglio la creatura in mia compagnia, voglio crearla per
trastullarmi con lei, per dividere con lei tutti i miei contenti, con la sua compagnia mi
sfogherò nell’amore”.  Perciò la feci a mia somiglianza, e come la sua intelligenza pensa
a Me, si occupa di Me, così tiene compagnia alla mia sapienza, ed i miei pensieri
facendo compagnia ai suoi, ci trastulliamo insieme; se il suo sguardo guarda Me e le
cose create per amarmi, sento la compagnia del suo sguardo; se la lingua prega,
insegna il bene, sento la compagnia della sua voce; se il cuore mi ama, sento la
compagnia nel mio amore; e così di tutto il resto.  Ma se invece fa il contrario, Io mi
sento solo e come re derelitto, ma ahi! quanti mi lasciano solo e mi disconoscono”.

12-123
Gennaio 24, 1920
Libro di Cielo
  “Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle 
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”. 
Serva di Dio Luisa Piccarreta 




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domenica 6 gennaio 2013

IMU INCOSTITUZIONALE: richiesta di rimborso al Comune





AL     COMUNE DI ______________
          SERVIZIO TRIBUTI _UFFICIO  ICI-IMU


OGGETTO:  Richiesta RIMBORSO

Il rimborso è dovuto se l'imposta IMU complessiva (quota Comune + quota Stato) è superiore ad euro 12,00
                                           
Il sottoscritto/Ditta   _____________________________________________       
nato a ____________________________il ____________________________
residente/sede  a ____________________Via _______________________________    n.____________      C.F./ P.Iva :__________________________________  Tel n.__________________________________
e per esso/ legale rappresentante: _____________________________________ 
Codice Fiscale___________________________________________
nato a _______________________il ______________e residente  a_____________________________
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      CHIEDE

in considerazione della incostituzionalità dell'IMU, per violazione degli articoli 3, 47 e 53 della Costituzione,

          il rimborso delle seguenti somme pagate a titolo di IMU:

Anno ……… ……………,  anno  ………...  ………. , anno  …………. ……………
Anno ……… ……………,  anno  ………...  ………. ;

Le ragioni della incostituzionalità si possono sintetizzare come segue.  L'IMU e' una imposta incostituzionale per effetto del meccanismo applicativo con cui e' stata congegnata ed imposta dal Decreto Legge n.201/2011.
In particolare, i vizi costituzionali dell'IMU hanno origine e derivazione dalla scelta di sviluppo della sua base imponibile, identificata in valori immobiliari che sono stati rivalutati di colpo e di imperio, in forma lineare, senza alcun collegamento con i valori economici reali sottostanti ed in più senza flessibilita' nella previsione di criteri correttivi successivi.
Criteri di flessibilita' che sono invece assolutamente necessari, dato che l'IMU e ' una imposta patrimoniale permanente. E' cosi' che, nella meccanica dell'IMU, l'errore iniziale di elevazione verticale della base imponibile si moltiplica e si amplifica irrazionalmente con il progredire della crisi.I valori immobiliari possono scendere o precipitare (ed in realta' stanno davvero scendendo o precipitando), ma il debito di imposta resta sempre uguale.
Con effetti perversi di dissociazione dell'IMU dai principi costituzionali di capacita' contributiva e di eguaglianza tra i cittadini. In specie, a parità' di presupposto di imposta – ad esempio uno stesso tipo di casa - ci sarà chi la può conservare  perché ha altri redditi sufficienti redditi per pagare l’IMU. Ci sara' invece chi e' costretto a venderla - la sua casa - perché non ha altri redditi con cui pagare l'IMU. E’ questo un assurdo ulteriormente incostituzionale perché da una parte la Costituzione favorisce l'accesso alla "proprieta' dell'abitazione" e "tutela il risparmio", dall'altra parte l'IMU va in direzione radicalmente opposta: non favorisce l’accesso ma il decesso della proprietà dell’abitazione, non tutela ma attenta alla base stessa del risparmio.



Allega i seguenti documenti:
       fotocopia bollettini di pagamento                                                           Firma
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estratto da:      http://www.giuliotremonti.it/index.html




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sabato 5 gennaio 2013

Luisa Piccarreta. Tutte le cose create porgono l’amore di Dio all’uomo.


Ogni cosa creata porge l’Amore di Dio all’uomo, il quale deve contraccambiarlo
in riconoscenza e amore per ogni cosa creata.




Tutte le cose create porgono l’amore di Dio all’uomo.

(1) Stavo pregando, e col mio pensiero mi fondevo nel Voler Eterno, e portandomi
innanzi alla Maestà Suprema dicevo:  “Eterna Maestà, vengo ai tuoi piedi a nome di tutta
l’umana famiglia, dal primo fino all’ultimo uomo delle future generazioni, ad adorarti
profondamente, ai tuoi piedi santissimi voglio suggellare le adorazioni di tutti, vengo a
riconoscerti a nome di tutti:  Creatore e dominatore assoluto di tutto, vengo ad amarti per
tutti e per ciascuno, vengo a ricambiarti in amore per tutti, per ciascuna cosa creata, cui
tanto amore ci hai messo dentro, che mai la creatura troverà amore sufficiente per
ricambiarti in amore, ma io nel tuo Volere trovo questo amore, e volendo che il mio
amore, come gli altri atti, siano completi, pieni e per tutti, perciò sono venuta nel tuo
Volere, dove tutto è immenso ed eterno, e trovo amore per poterti amare per tutti, quindi
ti amo per ogni stella che hai creato, ti amo per quante gocce di luce ed intensità di
calore che hai messo nel sole”.  Ma chi può dire tutto ciò che la mia povera mente
diceva? Andrei troppo per le lunghe; perciò faccio punto.  Ora, mentre ciò facevo, un
pensiero mi ha detto:  “Come va, ed in che modo Nostro Signore ha messo in ogni cosa
creata fiumi d’amore verso la creatura?” Ed una luce ha risposto al mio pensiero: 
(2) “Certo figlia mia che in ogni cosa creata il mio amore si riversava a torrenti verso la
creatura, te lo dissi altrove, te lo confermo ora, che mentre il mio amore increato creava
il sole, ci metteva oceani d’amore, ed in ogni goccia di luce che doveva inondare
l’occhio, il passo, la mano, e tutto della creatura, correva il mio amore, e quasi
ripercotendole dolcemente l’occhio, la mano, il passo, la bocca, le dà il mio bacio eterno
e le porge il mio amore; alla luce corre insieme il calore, e ripercotendolo un po’ più forte
e quasi impaziente dell’amore della creatura, fino a dardeggiarla, le ripeto più forte il mio
ti amo eterno, e se il sole con la sua luce e calore feconde le piante, è il mio amore che
corre alla nutrizione dell’uomo; e se ho disteso un cielo sul capo dell’uomo,
tempestandolo di stelle, era il mio amore che volendo allietare l’occhio dell’uomo, anche
la notte, gli diceva in ogni scintillio di stella il mio “ti amo”, sicché ogni cosa creata porge
il mio amore all’uomo, e se ciò non fosse, non aveva nessuno scopo la Creazione, ed Io
non faccio nulla senza scopo, tutto è stato fatto per l’uomo, ma l’uomo non lo riconosce,
e si è cambiato per Me in dolore.  Perciò figlia mia, se vuoi lenire il mio dolore vieni
spesso nel mio Volere, ed a nome di tutti dammi adorazione, amore, riconoscenza e
ringraziamento per tutti”.

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Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta
12-121
Gennaio 9, 1920





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