La pace sia con te

sabato 19 dicembre 2015

Joseph Conrad. L'agente segreto o false flag


Le operazioni di false flag sono antiche: Conrad ce ne dà un saggio magistrale nel suo capolavoro.  Di seguito  un estratto:

Joseph Conrad. The Secret Agent

"No, Sir Ethelred. In principle, I should lay it down that the existence of secret agents should not be tolerated, as tending to augment the positive dangers of the evil against which they are used. That the spy will fabricate his information is a mere commonplace. But in the sphere of political and revolutionary action, relying partly on violence, the professional spy has every facility to fabricate the very facts themselves, and will spread the double evil of emulation in one direction, and of panic, hasty legislation, unreflecting hate, on the other.
However, this is an imperfect world - "
[«No, Sir Ethelred. Come massima vorrei stabilire che l'esistenza degli agenti segreti non venisse più tollerata; perché essi tendono ad accrescere il male stesso contro il quale vengono adoperati. La spia fa in modo di provocare le informazioni che vuole ottenere e ciò non è che un luogo comune. Ma nella sfera dell'azione politica rivoluzionaria, la spia di professione può anche con grande facilità provocare i fatti stessi e così  diffondere maggiormente due mali: quello delle'emulazione da una parte, e dall'altra parte quello del panico , dei provvedimenti di legge presi in fretta e furia, e dell'odio ingiustificato. Tuttavia, l'imperfezione è cosa di questo mondo»](Cap. VII)

"There's a practical side too. We have really enough to do to look after the genuine article. You can't say we are not effective. But we don't intend to let ourselves be bothered by shams   under any pretext whatever."...
[«C'è anche un lato pratico. Abbiamo già abbastanza da fare per tener dietro alle cose vere: Lei non può dire che siamo inoperosi. Ma non vogliamo a nessun costo farci seccare dalle imposture.]
"Yes," said the Assistant Commissioner simply. "Only you look at Europe from its other end. But," he went on in a good-natured tone, "the foreign governments cannot complain of the inefficiency of our police. Look at this outrage; a case specially difficult to trace inasmuch as it was a sham ...
[«Sì» , disse l'assistente commissario semplicemente. «Solo che loro guardano l'Europa dall'estremità opposta alla nostra».  «Ma» continuò in tono benevolo «i governi esteri non possono lamentarsi che la nostra polizia sia improduttiva. Consideri questo attentato, caso difficilissimo da scoprire in quanto ché era un'impostura...](Cap.  X)





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mercoledì 16 dicembre 2015

Recitiamo il Santo Rosario




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domenica 13 dicembre 2015

Buon Natale e Felice Anno Nuovo


Buon Natale e Felice Anno Nuovo
Andrea Schiavone. Natività di Gesù


                                                 

In questa occasione  Vi propongo   l' imperdibile intervento di Vittorio Sgarbi  sul Natale 

 ( https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/1035315143191559/?fref=nf )




 e la lettura di una favola di Oscar Wilde, che scrisse per i  figli.


Fiabe classiche - O.Wilde: Il gigante egoista

il bambino angelo
(Immagine illustrativa: By Charles Robinson - Via artpassions.net)

«Il principe felice e altri racconti»

libro animato
Ogni pomeriggio, appena uscivano dalla scuola, i bambini avevano l'abitudine di andare a giocare nel giardino del Gigante. Era un grazioso e vasto giardino, con erba soffice e verde. Qua e là sull'erba c'erano bellissimi fiori che sembravano stelle, e dodici alberi di pesco che in primavera fiorivano di bianco e rosa, e in estate davano frutti succosi. Gli uccelli si posavano sugli alberi e cantavano così dolcemente che i bambini interrompevano i loro giochi per ascoltarli. "Come siamo felici qui!" gridarono gli uni agli altri.
Un giorno il Gigante tornò. Era stato a visitare suo fratello, l'Orco di Cornovaglia, e si era trattenuto con lui per sette anni. Dopo sette anni aveva detto tutto quanto aveva da dire e si era deciso a ritornare nel suo castello. Quando arrivò, vide i bambini che giocavano nel giardino. "Che cosa state facendo laggiù?" gridò con voce burbera, e i bambini scapparono via. "Il mio giardino è mio!",proclamò il Gigante, "chiunque può capirlo, e non permetterò a nessun altro di giocarci". Così vi costruì un alto muro tutt'intorno, e mise un cartello:
Vietato l'ingresso
i trasgressori saranno perseguiti a termini di Legge
Era veramente egoista quel Gigante. I poveri bambini ora non avevano un posto dove giocare. Provarono a giocare sulla strada, ma la strada era veramente sporca e piena di polvere e sassi acuminati, e a loro non piaceva. Erano soliti gironzolare intorno alle mura invalicabili dopo l'orario di lezione, parlando tra loro dello stupendo giardino all'interno. "Come eravamo felici lì!" si dicevano.
Poi arrivò la Primavera, e in tutto il paese spuntarono deliziosi fiorellini sui quali svolazzavano gli uccellini novelli. Soltanto nel giardino del Gigante Egoista era ancora inverno. Gli uccelli non si preoccupavano di cantare perché non c'erano i bambini, e gli alberi si dimenticarono di fiorire. Un solo bellissimo fiore mise la sua testolina fuori dall'erba, ma quando vide il cartello fu così dispiaciuto per i bambini che si infilò nuovamente nella terra, e ritornò a dormire. I soli contenti furono la Neve e il Gelo. "La Primavera ha dimenticato questo giardino" esclamarono, "cosicché noi potremo viverci tutto l'anno". La Neve coprì l'erba con il suo grande mantello bianco, e il Gelo dipinse d'argento tutti gli alberi. Quindi invitarono il Vento del Nord a stare con loro, ed egli venne. Era avvolto in una pelliccia, e ruggì dal mattino alla sera nel giardino, e abbatté i comignoli. "Questo è un posto piacevolissimo", disse, "dobbiamo invitare la Grandine". E la Grandine arrivò. Ogni giorno per tre ore questa crepitò sul tetto del castello finché non ebbe rotto la maggior parte delle tegole, e allora si mise a correre senza mai fermarsi intorno al giardino, più forte che poteva. Era vestita di grigio, e il suo alito era di ghiaccio. "Non capisco proprio come mai la Primavera tardi così tanto ad arrivare", disse il Gigante Egoista guardando dalla finestra il suo giardino freddo e coperto di neve, "spero che il tempo possa cambiare presto".
Ma la Primavera non arrivò, e nemmeno l'Estate. L'Autunno portò frutti dorati in tutti i giardini ma non in quello del Gigante. "È troppo egoista" disse l'Autunno. Così là era sempre Inverno, e il Vento del Nord, la Grandine, il Gelo, la Neve danzavano qua e là fra gli alberi.
Una mattina il Gigante stava disteso nel suo letto, sveglio, quando sentì una musica dolcissima. Gli sembrò così dolce che pensò dovessero essere i musicanti che passavano. In realtà era soltanto un piccolo fanello che cantava davanti alla finestra, ma era da tanto tempo che non sentiva cantare un uccello nel suo giardino, che quella gli sembrò la musica più soave del mondo. Allora la Grandine smise di ballargli sulla testa, e il Vento del Nord cessò di ruggire, e un delizioso profumo entrò attraverso i battenti aperti. "Credo che sia veramente arrivata la Primavera" disse il Gigante; e saltò giù dal letto per guardar fuori. Che cosa vide? Vide una scena stupenda. Da un piccolo buco nel muro i bambini si erano insinuati nel giardino, e stavano seduti sui rami degli alberi. Su ogni albero che poteva vedere c'era un bambino. E gli alberi erano così felici di avere di nuovo i bambini con loro, che si ricoprirono di germogli, e agitavano delicatamente i rami sulla testa dei bambini. Gli uccelli stavano volando qua e là cinguettando allegramente, e i fiori occhieggiavano tra l'erba verde e ridevano. Era una scena deliziosa: solo in un angolo era ancora inverno. Era l'angolo più lontano del giardino e lì un bambino stava dritto in piedi. Era così piccolo che non riusciva a raggiungere i rami degli alberi, e vi girava tutt'intorno, piangendo amaramente. Il povero albero era ancora coperto di neve e gelo, e il Vento del Nord soffiava e ruggiva tutt'intorno. "Sali, bambino!" disse l'albero, e piegò i rami più che poté; ma il ragazzo era troppo piccolo. E il cuore del Gigante a quella vista si squagliò immediatamente. "Come sono stato egoista!" esclamò. "Ora so perché la Primavera tardava a venire. Metterò quel povero bambino in cima all'albero, e destinerò per sempre il mio giardino ai giochi dei bambini". Era davvero molto dispiaciuto per quello che aveva fatto.
Così scese furtivamente e aprì senza rumore il portone di fronte, uscendo dal giardino. Ma quando i bambini lo videro si spaventarono talmente che scapparono via, e nel giardino ritornò l'Inverno. Soltanto il bambino più piccolo non fuggì perché aveva gli occhi così pieni di lacrime che non poté vedere il Gigante avvicinarsi. E il Gigante gli si avvicinò da dietro, lo prese gentilmente per mano e lo sollevò sull'albero. E l'albero fece immediatamente sbocciare i fiori, e gli uccelli si posarono cantando sui rami, e il bambino tese le braccia e le gettò al collo del Gigante e lo baciò. E gli altri bambini, quando videro il Gigante che non era più cattivo come un tempo, tornarono di corsa e con loro tornò la Primavera. "Bambini, il giardino è vostro ora" disse il Gigante, e prese una grande scure e abbatté il muro. E alle dodici, quando la gente uscì per andare al mercato, trovò il Gigante che giocava con i bambini nel giardino più bello che avessero mai visto. Tutto il giorno giocarono e la sera tornarono dal Gigante a salutarlo. "Ma dov'è il vostro piccolo compagno?" domandò, "il bambino che ho messo sull'albero". Il Gigante lo amava più di tutti gli altri perché era stato lui a baciarlo. "Non lo sappiamo" risposero i bambini, "è andato via". "Dovete dirgli di stare tranquillo e di venire domani" disse il Gigante. Ma i bambini risposero che non sapevano dove abitava, e che non l'avevano mai visto prima di allora; e il Gigante si sentì molto triste.
Tutti i pomeriggi, quando la scuola terminava, i bambini venivano a giocare con il Gigante. Ma il bambino che il Gigante amava non si fece mai più vedere. Il Gigante era gentilissimo con tutti i bambini, eppure quel suo piccolo primo amico gli mancava moltissimo, e chiedeva spesso sue notizie. "Come vorrei vederlo ancora!" era solito ripetere.
Passarono gli anni, e il Gigante divenne molto vecchio e debole. Non poteva più partecipare ai giochi, così, seduto su una grande poltrona, si limitava ad osservarli e ad ammirare il giardino. "Ho tanti fiori bellissimi ma i fiori più belli di tutti sono i bambini" esclamava ogni tanto. Una mattina d'inverno guardò fuori dalla finestra mentre si vestiva. Ora non odiava più l'Inverno, perché sapeva che era semplicemente la Primavera addormentata, e sapeva che i fiori si stavano solo riposando. Improvvisamente si strofinò gli occhi e guardò con meraviglia. Era certamente una visione incredibile. Nell'angolo più nascosto del giardino c'era un albero completamente coperto di fiori bianchi. I suoi rami, dai quali pendevano frutti d'argento, erano interamente d'oro, e sotto c'era il bambino che il Gigante aveva amato. Il Gigante corse al piano inferiore, con il cuore colmo di gioia, e uscì in giardino. Attraversò velocemente il prato e si diresse verso il bambino. Quando arrivò vicino al suo viso, si fece rosso dall'ira, e chiese: "Chi ha osato ferirti?" Sulle palme delle mani del bambino c'erano i segni di due chiodi, e i segni di due chiodi erano anche sui suoi piedini. "Chi ha osato ferirti?" gridò il Gigante, "dimmelo affinché io possa prendere la mia grande spada e ucciderlo". "No!" rispose il bambino, "queste sono le ferite dell'Amore". "Chi sei tu?" domandò il Gigante, mentre uno strano timore lo prendeva, e si inginocchiò davanti al bambinetto. Il bambino sorrise al Gigante e gli disse: "Tu una volta mi hai permesso di giocare nel tuo giardino, oggi verrai con me nel mio giardino, che è il Paradiso". E quando i bambini, quel pomeriggio, vennero a giocare trovarono il Gigante che giaceva morto sotto l'albero, tutto coperto di fiori bianchi.



    domenica 1 novembre 2015

    Liberare anime dal Purgatorio





     PROMESSE DI GRAZIE DELLA
    FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO
    DI MARIA

    "Irradia, o Maria, su tutta l'umanità la luce di Grazia della Tua Fiamma d'Amore adesso e nell'ora della nostra morte. Amen".
    Nihil obstat : Sede vescovile Szekésfehérvar – Ungheria: Nr. 1404 / 26.09.1978


    13 ottobre 1962
    In tale raccoglimento, un leggero sospiro della Beata Vergine, come un alito etereo, ha sorpreso la mia anima: " Figliola mia, la tua compassione per le povere anime ha tanto commosso il Mio Cuore materno. Ti concedo la grazia chiesta ...
    Ogni qual volta, facendo riferimento alla Mia Fiamma d'Amore, direte in mio onore tre
     " Ave Maria ", sarà liberata un'anima dal purgatorio e durante il mese dei morti (novembre) 
     con una sola Ave Maria, si libereranno dieci anime dal purgatorio”.
    DIARIO SPIRITUALE DI ELISABETTA SZANTÓ 1961-1981

    Card. Peter Erdö: imprimatur, Budapest, 6 giugno 2009.

    Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it/la%20fiamma %20d'amore.htm                     



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    mercoledì 9 settembre 2015

    Emigrazione o invasione islamica?

    BENEFICI DELL’EMIGRAZIONE PER LA CAUSA DI ALLÀH NELLA VITA TERRENA E NELLA VITA FUTURA


    • Corano, Sura IV – Ayah 100:


      Chiunque emigri per la causa di Allàh troverà sulla terra numerose vie d’uscita spaziose. Chi abbandona la sua casa per emigrare verso Allàh e l’Apostolo di Lui e la morte lo colpisce, la sua ricompensa è a carico di Allàh, infatti Allàh è perdonatore e clementissimo.(100)   

    Naturalmente vale anche per coloro i quali  invece di combattere nell'esercito del loro paese preferiscono venirsene in Europa e che, quindi,   dovrebbero essere chiamati disertori anziché profughi.


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    giovedì 20 agosto 2015

    Seneca ed Epicuro non parlavano dei gay

    Epicuro sui viziosi

    "La conoscenza dei propri difetti è l'inizio della guarigione" 

    (Motto di  Epicuro, citato a pagina 26 da Lucio Anneo Seneca. La vera gioia e altre lettere sull'arte del vivere. Milano, 1995)

    Seneca così commenta:  "Alcuni si gloriano dei vizi, ma se li annoverano fra le virtù, come possono pensare alla guarigione?"

    Qualcuno potrebbe maliziosamente pensare che Epicuro e Seneca  intendessero  riferirsi con questa massima  anche agli omosessuali gay nonché a quelli  tristi. Ma noi osiamo affermare che sicuramente non è così.








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    lunedì 1 giugno 2015

    Sulla morte improvvisa

    20-28
    Novembre 21, 1926

    Tenerezza di Gesù per il punto della morte. Come
    chi vive nel Voler Divino tiene il primato su tutto.

    (1) Mi sentivo tutta afflitta per la morte improvvisa di una mia sorella, il timore che il mio amabile Gesù non la tenesse con Sé mi straziava l’animo mio e nel venire il mio Sommo Bene Gesù gli ho detto la mia pena e Lui tutto bontà mi ha detto:

    (2) “Figlia mia, non temere, non c’è forse la mia Volontà che supplisce a tutto, agli stessi sacramenti e a tutti gli aiuti che si possono dare ad una povera morente? Molto più quando non c’è la volontà della persona di non voler ricevere i sacramenti e tutti gli aiuti della chiesa che come madre dà in quel punto estremo. Sai, il mio Volere nel rapirla dalla terra improvvisamente me l’ha fatto circondare dalla tenerezza della mia Umanità, il mio cuore umano e divino ha messo in campo d’azione le mie fibre più tenere, in modo che i suoi difetti, le sue debolezze, le sue passioni sono state guardate e pesate con tale finezza di tenerezza infinita e divina; e quando Io metto in campo la mia tenerezza non posso farne a meno d’aver compassione e di lasciarla passare in buon porto, come trionfo della tenerezza del tuo Gesù. E poi, non sai tu che dove mancano gli aiuti umani, abbondano gli aiuti divini? Tu temi che non c’era nessuno dintorno e se voleva aiuto, non aveva a chi chiederlo. Ah! figlia mia, in quel punto gli
    aiuti umani cessano, non hanno né valore, né effetto, perché entrano nell’atto solo e primo col loro Creatore ed in questo atto primo a nessuno l’è dato d’entrare e poi, a chi non è un perverso, la morte improvvisa serve per non far mettere in campo l’azione diabolica, le sue tentazioni, i timori che con tanta arte getta nei moribondi, perché se lo sente rapire senza poterlo né tentare, né seguire.

    Perciò ciò che si crede dagli uomini disgrazia, molte volte è più che grazia”.

    Così parla Gesù alla Serva di Dio LUISA PICCARRETA, da Lui  chiamata  “la piccola figlia della Divina Volontà”.


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    lunedì 11 maggio 2015

    Il diritto e la forza

    L'impero ha sempre ragione

     "...sia noi sia voi sappiamo bene che tra uomini si può discutere di giusto o ingiusto, certo, ma quando si è forti uguale. In caso contrario, il più forte fa quello che è in suo potere fare e il più debole si rassegna."
     Tucidide. Dialogo tra Ateniesi e Melii",  par. 89





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    giovedì 2 aprile 2015

    lunedì 2 marzo 2015

    Raffreddore e influenza: rimedi della nonna



    RIMEDI DELLA NONNA CONTRO IL RAFFREDDORE

    Il dottor Volney S. Cheney, m. d., fellow A. P.h.a. , nel 1928 pubblicò nell' “ American Journal of Public Health “ 1 un articolo sul raffreddore, in cui descrive una sua ricerca, interessante tuttora per molti versi. Tra l'altro dice " La mia esperienza di molti anni tra gli aborigeni del Sud mi convince che il raffreddore, come lo conosciamo, è un prodotto della civiltà. L'uomo comune usa il termine "raffreddore" per coprire una moltitudine di condizioni che anche il medico non sempre distingue: raffreddore acuto; rinite; faringite; laringite; bronchite; grippe; influenza e talvolta tonsillite. “
    Ma la cosa più curiosa è che afferma di aver trovato la cura del raffreddore e di tante sindromi influenzali: basta usare il bicarbonato di sodio ai primi sintomi; e riferisce anche il modo e il come assumerlo.




    Già precedentemente in un opuscolo2 del 1924 la società “Arm &  Hammer Soda Company”,  per pubblicizzare il bicarbonato di sodio, aveva riferito  i successi clinici del dottor S. Volney Cheney nel trattamento del raffreddore e dell'influenza. L'opuscolo “Arm & Hammer Baking Soda Medical Uses” riportava le dichiarazioni del dottor Cheney: ho trattato tutti i casi di 'raffreddore', di sindrome influenzale e d'influenza dapprima dando dosi generose di bicarbonato di sodio, e in molti casi entro 36 ore i sintomi sono completamente scomparsi. " Basta sciogliere la quantità raccomandata di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua e bere. 
    I dosaggi consigliati da “ Arm & Hammer Company “ per il raffreddore e l'influenza erano:
    • 1 ° giorno - Prendere sei dosi di 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua, ad intervalli di circa due ore (preferibilmente a stomaco vuoto)
    • 2° giorno – Prendere quattro dosi di 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua, intervallati nella giornata
    • 3° giorno - Prendete due dosi di 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua mattina e sera, e, successivamente, 1/2 cucchiaino in un bicchiere di acqua ogni mattina fino a che i sintomi del raffreddore sono scomparsi.


    The Common Cold” Etiology, Prevention and Treatment. Volney S. Cheney
    American Journal of Public Health and the Nations Health: January 1928, Vol. 18, No. 1: 15–20.

    domenica 11 gennaio 2015

    MARIA VALTORTA: Charlie hebdo e le offese a Gesù e alla Vergine Maria.


     E grandi conati d'odio satanico, contro Cristo e la Donna. Ma ambedue non potranno essere raggiunti dai loro nemici. Non sarebbe conveniente né  utile che lo fossero. Non si può recare offesa suprema a Dio colpendo i Due a Lui più cari: il Figlio, la Madre, che già, nel loro tempo, tutte le più odiose e dolorose offese subirono, ma che ora, già glorificati da secoli, non potrebbero, senza immediato orrendo castigo divino sugli offensori, venire offesi.


    Appendice 5 [1]

    Maria Valtorta: I Quaderni del 1945/50 – 2a edizione 2006 - Testo senza data: L’Apocalisse



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    Charlie Hebdo, agenti segreti e false flag

    La mente, alla notizia della strage compiuta mercoledì 7 gennaio 2015  dei redattori  di "Charlie Hebdo",  per una strana associazione d'idee è andata a un  libro, letto tanti anni fa: 

    L'agente segreto è un romanzo dello scrittore Joseph Conrad pubblicato nel 1907. La trama trae spunto da un fatto realmente accaduto nel 1894: un'esplosione in Greenwich Park, probabilmente dovuta ad un fallito attentato anarchico
    L'agente segreto è considerato uno dei primi romanzi moderni a trattare temi quali il terrorismo e lo spionaggio.

    Trama 

    Il signor Verloc conduce da vari anni una doppia vita a Londra. Apparentemente è un marito e gestore di un negozio come tanti altri, in realtà è un agente segreto incaricato di sorvegliare gli anarchici locali, che usano proprio il suo negozio per incontrarsi. Improvvisamente però il nuovo ambasciatore del Paese per il quale lavora (una non meglio precisata potenza dell'Est) richiede al signor Verloc di organizzare un'azione violenta in modo da alimentare nell'opinione pubblica sentimenti di ostilità nei confronti degli anarchici. In quegli anni infatti (siamo all'inizio del '900) l'Inghilterra dava asilo a tutti gli appartenenti ai movimenti estremisti, al contrario degli altri Stati europei, dove questi erano considerati criminali. Verloc, sconcertato ed allarmato, si ritrova costretto ad eseguire gli ordini, malgrado all'interno del suo circolo si sia costruito la reputazione di una persona pacifica, più incline alle parole che ai fatti. Costretto ad agire nel silenzio per non insospettire i propri compagni, l'agente segreto convince il cognato Stevie, un ritardato mentale, a portare una bomba artigianale nei pressi dell'Osservatorio di Greenwich
    Quello che doveva essere un semplice corriere si ritrova ad essere l'unica vittima dell'attentato: Stevie infatti inciampa nel parco dell'Osservatorio e salta in aria per via del suo pericoloso carico.[Verloc non poteva sapere che la moglie aveva cucito all'interno del cappotto di Stevie un'etichetta con nome ed indirizzo, che viene ritrovata dalla polizia - così come la polizia francese ha ritrovato la carta d'identità del terrorista islamico] Il povero Verloc, mangiato dal rimorso, confessa tutto alla moglie Winnie, che in un eccesso di rabbia l'uccide. Winnie infatti era molto più legata al fratello, al quale ha dedicato gran parte della sua vita, che al marito, sposato più che altro per opportunità. La donna, subito dopo l'omicidio, fugge e si imbatte nel Compagno Ossipon, da lei segretamente amato, in parte ricambiata, da tempo. Questo in un primo tempo si impegna a scappare insieme a lei dall'Inghilterra, ma poi l'abbandona, temendo che possa commettere altri omicidi. Vedendosi infine abbandonata da tutti e senza più nessuno al mondo, Winnie si suicida gettandosi nelle acque della Manica dalla nave che la stava portando via dell'isola.

    da Wikipedia

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    sabato 3 gennaio 2015

    ANEK LINES che gestisce la Norman Atlantic è greca, non italiana


    Basta fare una semplice ricerca in rete e  in Wikipedia, l'enciclopedia libera, e si scoprono cose che voi umani non vi aspettereste. Tra l'altro  "l'incidente" è avvenuto in acque greche o molto vicine alla Grecia  e all'Albania.

    Norman Atlantic, ecco la scheda: da Genova alla Grecia

    da: ilsecoloxix.it  28 dicembre 2014

    Genova ­ Il Norman Atlantic è un traghetto ro­ro/passeggeri battente bandiera italiana,
    costruito nel 2009 nei cantieri navali Visentini di Porto Viro con il nome di Akenam Street.
     Si tratta, dunque, di un’unità di recente costruzione.
    Inizialmente fu noleggiato alla società T­Link, che collegava il porto di Genova Pra’ a
    Termini Imerese. In seguito alla liquidazione di T­Link, la nave fu noleggiata dalla Regione
    Sardegna attraverso Saremar e ribattezzata Scintu per essere utilizzata prima tra i porti di
    Golfo Aranci e Civitavecchia, poi fra Olbia e Civitavecchia.
    Terminato il contratto, gli armatori Visentini la noleggiarono prima a GNV sulla rotta Genova­
    Palermo, poi a Moby che la utilizzò sulla linea Olbia­Livorno.

     Da qualche settimana la nave è passata, sempre a noleggio, alla flotta Anek Lines. Considerato uno dei migliori traghetti in  navigazione, il Norman Atlantic può ospitare 850 passeggeri ed ha una capacità di carico di 2.000 metri lineari.

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    Le ANEK Lines è un'azienda di trasporto marittimo. Fu fondata con l'aiuto di azionisti cretesi e voluta fortemente dagli abitanti dell'isola per avere una propria compagnia di bandiera che li potesse unire con la Grecia continentale.
    Oggi la compagnia è tra le più importanti della Grecia e collega il continente ellenico con Creta e con l'Italia, con l'ausilio di dieci navi traghetto.
     [da Wikipedia, consultata il 3 gennaio 2015] 
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