venerdì 27 gennaio 2012
COSTA CONCORDIA: ABBANDONO NAVE E SPESE PER I SOCCORSI
Dare l’allarme in ritardo e chiamare i soccorsi solo dopo l’abbandono della nave può far risparmiare all’armatore decine se non centinaia milioni di euro; infatti i soccorsi sono gratuiti se c’è una situazione di grave emergenza con abbandono della nave da parte del capitano, mentre sono a pagamento se giungono quando il capitano è ancora a bordo e la situazione è ancora gestibile .
Infatti sia la Guardia Costiera che i centri di assistenza privati possono, prima di portare assistenza ai beni, annunciare il prezzo che ne sarà richiesto. Il principio di retribuzione è in gran parte previsto dalla legge, con riserva nel caso del salvataggio delle vite umane, la cui gratuità è la norma.
In sostanza, Schettino non sarebbe un pauroso ma potrebbe aver abbandonato la nave prima del tempo per far risparmiare milioni all’armatore. In effetti, ascoltando la registrazione della telefonata famosa con la Capitaneria di Porto di Livorno, il comandante Schettino dimostra di essere perfettamente calmo e compos sui.
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martedì 24 gennaio 2012
CANONE RAI. LA TASSA SULLA TASSA.
Se il canone rai è una tassa, come ci dicono ripetutamente gli spot e come ci conferma l'Agenzia delle Entrate a cui è intestato il bollettino per il rinnovo dell'abbonamento TV, perché bisogna pagare anche la tassa per pagarlo?
Dovunque vai: all'Ufficio Postale, in banca o dal tabaccaio devi aggiungere anche l'obolo di euro 1,10 o di più!
Se è una tassa perché non si può pagare con le modalità previste per le altre tasse? ad esempio con il modello F24, con il quale non ci sono costi aggiuntivi?
mercoledì 18 gennaio 2012
Naufragio Concordia della Costa Crociere e terza guerra mondiale.
E se il naufragio della Concordia della Costa Crociere fosse un'operazione premeditata da inserire nell'attacco all'Italia, che è ormai sotto gli occhi di tutti? e da inserire nel quadro della terza guerra mondiale che l'Italia ha perso e che deve perdere fino in fondo, fino ad arrendersi senza condizioni? in modo che i vincitori possano spartirsi tutto il bottino e qualcosa in più?!
Vedi, per una conoscenza più completa del complesso degli elementi della guerra mondiale in atto, l'altro post
III GUERRA MONDIALE. GOVERNO MONTI=GOVERNO BADOGLIO o QUISLING ? ! Ovvero l'Italia è bottino di guerra.
http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6679651864579901595#editor/target=post;postID=3934215351241586478
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lunedì 16 gennaio 2012
COSTA CROCIERE NON E' ITALIANA. IL PROPRIETARIO E' ISRAELIANO NATURALIZZATO USA.
Costa Crociere
http://it.wikipedia.org/wiki/Costa_Crociere
Nel 1997, la famiglia Costa e altri investitori hanno ceduto per 455 miliardi di lire il pacchetto di maggioranza della società, che da allora è parte di Carnival Corporation & Plc[8], gruppo statunitense che riunisce le maggiori compagnie nel campo delle crociere del mondo e si definisce come World's Leading Cruise Lines.
Carnival Corporation & plc
http://it.wikipedia.org/wiki/Carnival_Corporation_%26_Plc
La sua struttura societaria è particolarmente insolita e complessa: infatti è una dual-listed company, ovvero un'azienda formata da due società (Carnival Corporation e Carnival plc) quotate in borsa separatamente e con management e struttura azionaria separata ma che operano sul mercato come un'unica società.
Le due società hanno sede a Miami (Florida) e a Londra (Regno Unito), la Carnival plc è quotata sia al LSE che al NYSE (in entrambi i mercati con la sigla CCL), mentre la Carnival Corporation è quotata solo al NYSE (con la sigla CUK)
La Carnival Corporation è la più grande delle due società capogruppo. L’amministratore delegato Micky Arison e la sua famiglia detengono il 47% della Carnival Corporation.
http://it.wikipedia.org/wiki/Micky_Arison
Micky Arison (29 giugno 1949) è un armatore israeliano naturalizzato statunitense, amministratore delegato e maggiore azionista della Carnival Corporation nonché proprietario della squadra di pallacanestro NBA Miami Heat.
Figlio di Ted Arison, armatore statunitense di origine israeliana, Micky nasce in Israele e si sposta nei primi anni negli USA seguendo il padre stabilendosi a Miami.
Frequenta la University of Miami ma non consegue la laurea. Entra nell'azienda di famiglia nel 1979 con la carica di amministratore delegato di Carnival Cruise Lines, in seguito ricopre la carica di presidente della Carnival a partire dall'ottobre del 1990.
Alla morte del padre nel 1999 eredita le proprietà del padre (insieme alla sorella Shari Arison) diventando quindi proprietario oltre che manager delle attività di famiglia. Eredita e mantiene inoltre anche il possesso dei Miami Heat che tuttavia affida in gestione al general manager Pat Riley.
Nel 2003 in seguito ad un processo di fusione ricopre la carica di presidente e amministratore delegato della neocostituita Carnival Corporation & Plc, incarichi che ricopre tuttora.
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giovedì 12 gennaio 2012
CHI HA TRAMATO PER INSEDIARE UN GOVERNO TECNICO?
Ripubblichiamo un articolo del maggio 2010, esternazione del solito complottista e che poi si è puntualmente attuato.
CHI TRAMA PER INSEDIARE UN GOVERNO TECNICO?
«Tramano per insediare un governo tecnico»
Roma «A me sembra siano tornati i tempi dell’uso strumentale della custodia
cautelare». È stato Giorgio Stracquadanio a incontrare Silvio Scaglia in carcere.
La lunga detenzione del manager, secondo il deputato Pdl, non è casuale. Ricorda
l’uso del carcere preventivo «per estorcere confessioni su reati non commessi. Lui
non è più in Fastweb, ma Fastweb fa gola a molti. E soprattutto, fa gola a chi
vuole impedire il progetto del governo di realizzare un unico gestore della rete
delle telecomunicazioni».
Ma non c’è solo il caso dell’ex ad della compagnia di telecomunicazioni. È vero
che le cronache giudiziarie sembrano quelle degli anni Novanta, però - sostiene
Stracquadanio - non è una nuova Tangentopoli. Non sono nemmeno casi isolati,
né un lento assedio a Berlusconi. «Per me - spiega - è ancora più grave. Vediamo i
casi. Cade Scajola. Il ministro che aveva nelle mani il dossier sul nucleare e al
quale qualcuno rimproverava un atteggiamento non ecumenico. Il ministro che si
era scontrato un po’ a muso duro con il vero uomo forte di Fiat, Sergio
Marchionne sulla questione degli incentivi. Girano voci che stiano compiendo
indagini su Matteoli, il ministro che deve realizzare uno dei simboli del governo
Berlusconi: il ponte sullo Stretto. C’è chi dice, negli ambienti dei costruttori, che
il general contractor non voglia più farlo». Poi l’avviso di garanzia a Verdini.
«Sembra - sostiene il parlamentare - un messaggio. È come se qualcuno dovesse
pagare la colpa di avere deciso che l'eolico in Sardegna non si fa e che non si
realizza quanto promesso da Cappellacci e Berlusconi in campagna elettorale. E
sa a chi aveva affidato Soru, l'ex presidente Sardo, tutto l'eolico? A Sorgenia,
gruppo De Benedetti, che usa tecnologia di Edf». Un altro complotto? «No. So
che quando ci sono interessi reali, il gioco si fa pesante e che in Italia oggi l'arma più forte è usare la giustizia. Dall'uso politico siamo passati all'uso politico economico della giustizia».
Dietro non c’è il Pd. E nemmeno Di Pietro. Difficile dimostrare anche un
collegamento con i problemi del Pdl, anche se una coincidenza Stracquadanio la
rileva. «C'è una cosa irragionevole: Fini sferra l'attacco alla leadership di
Berlusconi nel momento in cui è politicamente invincibile. Non è che qualcuno
gli ha detto che quell’attacco serviva comunque?». Difficile anche capire a cosa
puntino i protagonisti di questo «uso politico-economico della giustizia».
Probabilmente il governo tecnico, che «potrebbe chiudere tutte queste partite,
con la soddisfazione di chi vuole rimuovere l’unico ostacolo al compimento di
disegni da prima Repubblica, cioè Silvio Berlusconi». Una cosa è certa. E cioè che
«i veri conflitti di interesse sono quelli occulti, non quelli che riguardano il
Cavaliere che è sotto i riflettori tutti i giorni». L’altra certezza di Stracquadanio
riguarda la riuscita di questi disegni. «Rispondo citando Bossi: fino a quando ci
saranno Silvio e Umberto non succederà niente. È proprio così».
© IL GIORNALE ON LINE S.R.L.
Il Giornale - n. 421 del 08-05-2010
CHI TRAMA PER INSEDIARE UN GOVERNO TECNICO?
«Tramano per insediare un governo tecnico»
Roma «A me sembra siano tornati i tempi dell’uso strumentale della custodia
cautelare». È stato Giorgio Stracquadanio a incontrare Silvio Scaglia in carcere.
La lunga detenzione del manager, secondo il deputato Pdl, non è casuale. Ricorda
l’uso del carcere preventivo «per estorcere confessioni su reati non commessi. Lui
non è più in Fastweb, ma Fastweb fa gola a molti. E soprattutto, fa gola a chi
vuole impedire il progetto del governo di realizzare un unico gestore della rete
delle telecomunicazioni».
Ma non c’è solo il caso dell’ex ad della compagnia di telecomunicazioni. È vero
che le cronache giudiziarie sembrano quelle degli anni Novanta, però - sostiene
Stracquadanio - non è una nuova Tangentopoli. Non sono nemmeno casi isolati,
né un lento assedio a Berlusconi. «Per me - spiega - è ancora più grave. Vediamo i
casi. Cade Scajola. Il ministro che aveva nelle mani il dossier sul nucleare e al
quale qualcuno rimproverava un atteggiamento non ecumenico. Il ministro che si
era scontrato un po’ a muso duro con il vero uomo forte di Fiat, Sergio
Marchionne sulla questione degli incentivi. Girano voci che stiano compiendo
indagini su Matteoli, il ministro che deve realizzare uno dei simboli del governo
Berlusconi: il ponte sullo Stretto. C’è chi dice, negli ambienti dei costruttori, che
il general contractor non voglia più farlo». Poi l’avviso di garanzia a Verdini.
«Sembra - sostiene il parlamentare - un messaggio. È come se qualcuno dovesse
pagare la colpa di avere deciso che l'eolico in Sardegna non si fa e che non si
realizza quanto promesso da Cappellacci e Berlusconi in campagna elettorale. E
sa a chi aveva affidato Soru, l'ex presidente Sardo, tutto l'eolico? A Sorgenia,
gruppo De Benedetti, che usa tecnologia di Edf». Un altro complotto? «No. So
che quando ci sono interessi reali, il gioco si fa pesante e che in Italia oggi l'arma più forte è usare la giustizia. Dall'uso politico siamo passati all'uso politico economico della giustizia».
Dietro non c’è il Pd. E nemmeno Di Pietro. Difficile dimostrare anche un
collegamento con i problemi del Pdl, anche se una coincidenza Stracquadanio la
rileva. «C'è una cosa irragionevole: Fini sferra l'attacco alla leadership di
Berlusconi nel momento in cui è politicamente invincibile. Non è che qualcuno
gli ha detto che quell’attacco serviva comunque?». Difficile anche capire a cosa
puntino i protagonisti di questo «uso politico-economico della giustizia».
Probabilmente il governo tecnico, che «potrebbe chiudere tutte queste partite,
con la soddisfazione di chi vuole rimuovere l’unico ostacolo al compimento di
disegni da prima Repubblica, cioè Silvio Berlusconi». Una cosa è certa. E cioè che
«i veri conflitti di interesse sono quelli occulti, non quelli che riguardano il
Cavaliere che è sotto i riflettori tutti i giorni». L’altra certezza di Stracquadanio
riguarda la riuscita di questi disegni. «Rispondo citando Bossi: fino a quando ci
saranno Silvio e Umberto non succederà niente. È proprio così».
© IL GIORNALE ON LINE S.R.L.
Il Giornale - n. 421 del 08-05-2010
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