La pace sia con te

lunedì 27 novembre 2023

PER TE CHE SOFFRI. VALORE DELLA SOFFERENZA

 



PER TE CHE SOFFRI...LA BELLEZZA DI OFFRIRE TUTTO A GESÙ

Se l'umanità conoscesse il valore della sofferenza, chiederebbe di subire dolori maggiori.” San Padre Pio


Beati quelli che soffrono, perché saranno consolati.(Mt 5,4 )

Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati! Beati voi, che ora piangete, perché riderete! (Lc 6, 21)


L'unica risposta è il Cristianesimo

Solo il Cristianesimo può dare un senso alla sofferenza rendendola non solo sopportabile ma anche in un certo qual modo “bella”.


Papa Pio XII ha scritto sulla bellezza e l'utilità di offrire la propria sofferenza per Gesù e per la conversione dei peccatori: attingiamo da due suoi radiomessaggi.


*« Noi supplichiamo ardentemente la SS. Vergine “Salute degli infermi” di ottenervi dal suo Divin Figlio la guarigione od almeno un miglioramento, se ciò è per il bene della vostra anima. In ogni caso – e di ciò non è lecito dubitare – la vostra infermità, i vostri dolori, accettati con santa rassegnazione, sono per voi una sorgente di grazie per la vostra santificazione e per la vostra salvezza e nello stesso tempo un potente mezzo di apostolato che vi rende, nonostante la vostra apparente e penosa inattività, preziosi ed utili al prossimo. (Sabato 18 novembre 1950)

...Quanti siete, o figliuoli, o figliuole? Quanti avete contraffatto il volto e fremete con l'ira nel cuore e avete l'imprecazione sulle labbra? A voi specialmente vorremmo accostarCi, vorremmo posare dolcemente la Nostra mano

sulle fronti bruciate dalla febbre. Vorremmo, con infinita tenerezza, sussurrare a ciascuno di voi: O anima angosciata, perché ti ribelli? Lascia cadere nel tetro mistero del dolore i raggi di luce che promanano dalla Croce di Gesù! Che aveva fatto Egli di male? Vedi: forse sul tuo lettuccio, nella tua corsia vi è l'immagine della Madonna. Che male aveva Ella fatto? O anima desolata, perché oppressa dal male, ascolta: Gesù e la sua Madre hanno sofferto, certamente non per propria colpa, ma volenterosamente e con piena conformità al disegno divino. Ti sei mai chiesta perché?

Forse ti è accaduto di fare il male. Ripensaci. Forse hai offeso Iddio tante volte e in tante maniere. Tu sai che una colpa grave fa meritare alle anime la eterna dannazione; tu invece sei ancora in vita, sotto lo sguardo misericordioso di Dio, tra le braccia amorevoli di Maria. Se dunque il Signore stesse anche castigando una tua colpa, non dovresti per questo imprecare né avvilirti; tu non sei quasi uno schiavo punito da un padrone crudele, ma un figlio di Dio Padre, che non vuole vendicarsi, ma correggerti. Vuole che tu gli dica: « Ho fatto male », per darti il Suo perdono, per ridonarti la vita dell'anima...

Diletti figli e figlie! Se al vostro sguardo languido di malati l'universo intero si contrae tetro e pesante nell'angusto spazio di una cameretta, esso riacquista subito alla luce della fede le sue sconfinate dimensioni. La fede non vi farà certo amare la sofferenza per sé stessa, ma vi farà intravvedere per quanti nobilissimi fini la malattia può essere serenamente accettata e perfino desiderata.

Quell'uomo ha molte colpe da espiare, o quanto meno ha delle macchie nell'anima: la sofferenza lo purificherà. Quella giovane donna era già buona, ma non aveva il carattere forte così necessario a chi deve essere sposa e madre : la sofferenza è stata per lei come un fuoco che l'ha temprata, donandole una grande fortezza. Tu, forse, desideravi il martirio : avevi sognato che capitasse anche a te l'occasione di soffrire per Gesù: dà gloria a Dio: questa afflizione del tuo corpo è quasi un'effusione di sangue, è una forma reale di martirio. E tu, vuoi somigliare a Gesù? Vuoi trasformarti in Lui? Vuoi essere strumento di vita per Lui? Nella malattia puoi trovare la croce ed esservi confitto, per morire a te stesso, affinché sia Egli a vivere servendosi di te.

Quanti di voi, diletti figli, vorrebbero aiutare Gesù a salvare le anime! Offrite dunque a Lui le vostre sofferenze secondo tutte le intenzioni, per le quali Egli s'immola continuamente sugli altari. Il vostro sacrificio, unito al sacrificio di Gesù, farà ritornare al Padre molti peccatori; molti infedeli troveranno la vera fede; molti deboli cristiani riceveranno la forza di vivere integralmente la dottrina e la legge di Cristo. E nel giorno in cui sarà svelato in cielo il mistero della Provvidenza nella economia della salvezza, voi intenderete finalmente di quanto vi è debitore il mondo dei sani.

Ecco, diletti figli e figlie, Noi vi lasciamo. Preghiamo Gesù, amico dei sofferenti, di rimanere accanto a voi, di rimanere in voi. Preghiamo la Vergine Immacolata, vostra affettuosissima Madre, di confortarvi col suo sorriso e di proteggervi sotto il suo manto. » (Domenica, 14 febbraio 1954) *Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII


Tanto è quel bene ch'io aspetto, che ogni pena m’è diletto (San Francesco, Fioretti)

"Volete offrire a Dio tutte le sofferenze che Egli desidera mandarvi in riparazione dei peccati dai quali Egli è offeso, e per domandare la conversione dei peccatori?". (La Vergine di Fatima ai tre pastorelli).

La strada che conduce al cielo passa sempre attraverso la sofferenza. Nessuno arriva al Cielo senza avere sofferto”. (La Madonna di Kibeho, in Rwanda, a Nathalie Mukamazimpaka il 15 maggio 1982).


Preghiera molto efficace per un certo ammalato [rivelata a Santa Geltrude (L’Araldo del Divino Amor. Libro terzo, LXXIII – II)]

Geltrude un giorno supplicò Gesù di dirle quale preghiera fare per un certo ammalato.

Ebbe questa risposta: "Basta che tu mi rivolga due brevi preghiere, ma con devozione

La prima preghiera è: Conserva, o Dio, all'ammalato la pazienza.

La seconda preghiera è: O Signore, fa' che secondo gli eterni desideri del tuo Cuore paterno ogni istante di patimento che Tu riservi a questo infermo procuri la tua gloria ed accresca i suoi meriti per il Cielo.”





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mercoledì 8 novembre 2023

Riforma liturgica della Santa Messa


La riforma liturgica della Chiesa Cattolica e gli agenti d'influenza

Influenza culturale: la menzogna al potere

In uno dei romanzi di Vladimir Volkoff (1932-2005), Il Montaggio, vengono descritti i meccanismi dell'influenza “culturale” che ha inquinato l'Europa nel secondo dopoguerra. Le citazioni seguenti sono tratte da Vladimir Volkoff, Il Montaggio, Milano CDE, 1983

Dove Volkoff, secondo me, raggiunge il vertice è quando fa intendere che c'è stato lo zampino di “qualcuno” anche nel modificare la santa Messa cattolica:


Pagina 319-320:
La messa cominciò. Fu di una povertà sconcertante, la volgarità della musichetta sottolineava l'insulsaggine delle strofe. Aleksandr, che ricordava le austere magnificenze del rito gregoriano e talvolta frequentava le chiese ortodosse dove “il Signore si veste di splendore”, non capì nulla di quella parodia d'ufficio protestante con ritornelli numerati e letture fatte in una lingua grossolana, se non plebea.
“Impossibile -disse fra sé- che la Direzione non sia passata di qui. Impossibile che la Chiesa abbia rinunciato spontaneamente alla bellezza di un servizio che dà agli uomini della terra un'idea del Regno dei cieli. Quos vult perdere Directoratus dementat. Mi sembra tuttavia di ricordare che il loro Maestro aveva chiaramente dato la preferenza a Maria e non a Marta”.

Nonostante tutto, qualche cosa finì per svolgersi, senza che egli potesse sapere cosa. Forse lo Spirito Santo era di gusti meno esigenti di Aleksandr, forse aveva deciso di sopportare per umiltà l'ingiuria della bruttezza sistematica, forse un mistero irrefragabile era contenuto nei gesti e nelle parole. Quando dopo un sermone anodino, il prete grigio incominciò a svolgere le sue piccole faccende sull'altare, Aleksandr ne fu prima commosso, poi sconvolto. Quello che si svolgeva lassù, quella messinscena domestica con le stoviglie, il pane, il vino, un bambino che portava l'acqua con le mani rosse di piccolo contadino, tutto questo aveva, nonostante l'inutilità del resto, un significato cruciale. La gente era venuta per questo. Il prete era lì per questo. E questo non era mutato, o ben poco, nel corso di duemila anni.





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