La pace sia con te

lunedì 28 dicembre 2009

Papa Benedetto XVI il 19 dicembre 2009 ha dichiarato Papa Pio XII (Eugenio Pacelli) "Venerabile"

MAI CE LO SAREMMO ASPETTATO
Data: Giovedì, 24 dicembre @ 13:52:25 CST
Argomento: Italia
DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.com

Eh sì, proprio la sera di Natale, non ci
saremmo mai attesi di scrivere
qualcosa in difesa della Chiesa
Cattolica. Sarà l’aria del Natale.
Sinceramente, ci hanno proprio
infastidito i modi e le esternazione del
rabbi Cohen, (nella foto) dopo la visita
in Vaticano a Benedetto XVI.
Non si tratta di un problema religioso e
nemmeno dell’eterna querelle sulla
Shoà: è solo una questione d’educazione.
Per chi non lo sapesse, il rabbino Cohen da Haifa ha trovato da ridire sulla decisione
dell’apposita commissione vaticana, la quale ha deciso di promuovere la beatificazione di
Pio XII e di Giovanni Paolo II.
Proprio perché non cattolico, ritengo che chiunque non lo sia abbia il dovere di tacere, e
questo proprio per il rispetto che si deve all’altrui Credo.
Ci mancherebbe che, nel nome del dialogo interreligioso, un buddista dovesse chiedere il
permesso per ricordare Milarepa all’ayatollah Khamenei, oppure che un musulmano dovesse
chiedere il permesso di pregare per un Imam al Patriarca di Mosca: ma dove siamo?
Premettendo che sulla cause di beatificazione l’unica autorità competente è quella cattolica,
non vogliamo nasconderci dietro ad un dito ed entriamo nella spinosa questione.
Cohen ha dichiarato che Papa Pacelli non fece abbastanza per salvare gli ebrei: opinione
legittima, per carità, ma di pertinenza storica e non dottrinale. E, anche a voler cercare il pelo
nell’uovo, Cohen dimentica che Pio XII visse fino al Giugno del 1944 in una città occupata
dai nazisti, e quasi tutta l’Europa lo era.
Pacelli fece probabilmente la scelta della “fleet in being”, ossia valutò che fare un passo
azzardato non avrebbe sortito nessun effetto sui nazisti, mentre avrebbe compromesso la
possibilità d’usare i monasteri cattolici per dare rifugio agli ebrei.
E, i nazisti, si guardarono bene dall’invadere le strutture della Chiesa Cattolica. Ci sono
quindi fondati sospetti che Pio XII operò la miglior scelta, quella meno dolorosa.
Fu troppo poco?
Francamente, è difficile – oggi – dare un giudizio storico sulla vicenda, poiché non avremo
mai la prova del contrario, ossia di cosa sarebbe successo se il Papa avesse denunciato al
mondo lo sterminio.
Ma il Papa non era certo l’unico a sapere: gli americani sapevano tutto, ed alcuni P38
sorvolarono addirittura Birkenau ed i nodi ferroviari senza mai sganciare una bomba. La
giustificazione americana fu puerile: avevano paura di colpire i prigionieri. E i nodi
ferroviari?
Non vogliamo entrare nell’infinita querelle sulle responsabilità della Shoà, ma farne carico a
Pio XII ci sembra francamente esagerato e, per gli italiani, offensivo, giacché furono il
popolo che più si prodigò in favore degli ebrei, nonostante l’alleanza con Berlino e le leggi
razziali del ’38.
Per contrappasso, vorremmo chiedere a Cohen quanto “peserà” nel dialogo interreligioso il
rapporto Goldstone, ovvero la prova provata (Goldstone è un ebreo sudafricano, oltre che
incaricato dell’ONU per la stesura del rapporto) che Israele ha commesso crimini contro
l’umanità a Gaza.
E, questa, non è una storia del 1943, non c’erano Papi od autorità religiose a mitigare
l’inferno che dovettero subire gli abitanti di Gaza: è storia recente, Gennaio 2009. Dall’altra
parte, c’erano solo Tzahal ed il governo di Tel Aviv.
Se lei è veramente uomo di fede, rabbi Cohen, accetti un consiglio: torni ad Haifa e rifletta,
prima d’invocare le colpe altrui.
Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.com
Link: http://carlobertani.blogspot.com/2009/12/mai-ce-lo-saremmo-aspettato.html
24.12.2009

domenica 20 dicembre 2009

DUE PESI E DUE MISURE: alcune notizie sono più importati di altre

Indovinate qual è la notizia più importante.

Per aiutarvi vi dirò che una è stata riportata in prima pagina da tutti i giornali e da tutte le televisioni; l'altra è un misero trafiletto quando va bene.


Ancora scritte ebraiche anticristiane al Cenacolo

Gerusalemme (AsiaNews) - Un ulteriore oltraggio è stato commesso la notte fra il 14 e il 15 dicembre scorso contro la chiesa francescana adiacente il Santo Cenacolo sul Monte Sion, attigua al Luogo Santo dell'Ultima Cena (nella foto: la visita di Benedetto XVI nel maggio 2009).

Graffiti osceni sulle porte proclamavano messaggi come "Noi abbiamo ucciso Gesù", "Fuori i cristiani" (in inglese ed ebraico), e "F....off", il tutto adornato con la Stella di Davide, per non lasciare alcun dubbio circa l'affiliazione religiosa dei delinquenti.

Per evidenziare il messaggio, gli assalitori hanno urinato sulla porta, lasciando pure un lungo sentiero dell'urina lungo la stradina che porta alla chiesa.

Secondo alcuni preti del luogo, il gesto di urinare davanti a questo Luogo santo è divenuto una pratica quasi giornaliera. Fonti cristiane fanno notare il legame fra le scritte oltraggiose e le false dichiarazioni attribuite dalla stampa ad un viceministro israeliano, che avrebbe accusato il Vaticano di rivendicare la sovranità sul Monte Sion. Sarebbero dunque queste dichiarazioni ministeriali ad aver incitato elementi ebraici estremisti ad aumentare questi attacchi, che sono ormai divenuti abituali.

Giorni fa un'altra scritta in ebraico, sul muro della Dormizione, vicino al Cenacolo, proclamava "Morte ai cristiani" (v.12/12/2009 “Morte ai cristiani”: scritte ebraiche vicino al Cenacolo a Gerusalemme ).

(http://new.asianews.it/index.php?l=it&art=17130&geo=1&size=A )

da La Repubblica.it
Divelta la scritta in ferro battuto. I ladri sono entrati recidendo il filo spinato
L'iscrizione era stata realizzata dagli stessi prigionieri e installata nel 1940
Furto-profanazione ad Auschwitz
rubata l'insegna "Arbeit macht frei"
Nel campo furono uccise oltre un milione di persone
Il presidente israeliano Peres "profondamente scioccato"

Furto-profanazione ad Auschwitz rubata l'insegna "Arbeit macht frei"

VARSAVIA - Svitata da un lato e strappata dall'altro. Così è stato rubata l'insegna in ferro battuto, tragicamente celebre, che reca la scritta "Arbeit macht frei" ("Il lavoro rende liberi"), che campeggiava al di sopra del cancello di ingresso del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, nel sud della Polonia.

Ladri professionisti. Il furto, compiuto - come riferisce la polizia polacca - fra le tre e le cinque della scorsa notte, non sembra essere una semplice bravata: i ladri hanno infatti reciso il filo spinato che costeggia la rete che delimita il campo, un'operazione quindi complessa che solo dei "professionisti" avrebbero potuto compiere. I ladri sembravano essere a conoscenza anche della posizione delle telecamere di sorveglianza.

L'iscrizione. "Si tratta del primo caso così grave di furto in questo luogo - spiega un portavoce del museo di Auschwitz, Jeroslaw Mensfeld - è una profanazione vergognosa nel luogo in cui oltre un milione di persone sono state assassinate". L'iscrizione in ferro battuto, costruita dagli stessi prigionieri e installata nel 1940, non era difficile da staccare, ha precisato Mensfeld, "ma bisognava saperlo". Di notte, il campo è chiuso e sorvegliato da vigilantes. Ora all'esame degli inquirenti ci sono anche videoriprese della notte, intorno e dentro il sito.

Il campo. Tra il 1940 e il 1945, nel campo di Auschwitz-Birchenau i nazisti sterminarono oltre un milione di persone, di cui un milione di ebrei. Fra le altre vittime, soprattutto polacchi non ebrei, rom e prigionieri di guerra sovietici. Le autorità del museo hanno già provveduto a installare all'ingresso del campo una copia della scritta, realizzata in occasione di un periodo di restauro dell'originale, divenuto in tutto il mondo il triste simbolo dell'Olocausto.

Peres "profondamente scioccato". Il presidente di Israele, Shimon Peres, si è detto "profondamente scioccato" per il furto. "L'iscrizione ha un profondo significato per gli ebrei come per i non ebrei come simbolo dell'oltre milione di vite perite a Auschwitz", ha dichiarato nel corso di un incontro speciale con il primo ministro polacco, Donald Tusk, a margine del summit sul clima a Ccopenaghen. "Lo stato di Israele e la comunità ebraica internazionale vi chiedono di fare tutto il possibile per trovare i criminali e rimettere l'iscrizione al suo posto".

La donazione. Proprio ieri il governo tedesco aveva annunciato di essere pronto a una donazione di 60 milioni di euro per la manutenzione dell'ex lager. Una cifra che rappresenta la metà del denaro necessario a preservare quel che resta delle baracche e delle camere a gas del più noto dei campi di concentramento nazista. Alla fine della guerra, oltre 200 ettari del campo furono trasformati in museo, visitato ogni anno da centinaia di migliaia di persone. Ma i proventi dei biglietti non sono sufficienti a mantenere il grande sito, con i suoi 155 edifici, le 300 strutture in rovina e centinaia di migliaia di reperti, in gran parte effetti personali dei prigionieri. Non mancano iniziative di sostegno che coinvolgono i visitatori, come la richiesta di un'offerta spontanea dal titolo "Compra un mattone".

L'appello. Quanto alla donazione della Germania, Mensfelt l'ha definita "enorme", ed ha auspicato che anche altri paesi possano seguire l'esempio con altri contributi in risposta all'appello lanciato dal governo polacco. Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha detto che la donazione di Berlino rispecchia la "responsabilità storica" dei tedeschi. Per il momento, anche la Gran Bretagna ha dato la sua disponibilità.

(18 dicembre 2009) Tutti gli articoli di esteri

lunedì 14 dicembre 2009

SIGNORAGGIO BANCARIO. Attaccare Berlusconi per colpire Tremonti.

da il Giornale articolo di venerdì 11 dicembre 2009
Provocazione
Quella sovranità della moneta in mani private
di Ida Magli

Abbiamo ricominciato a tremare per le banche. Abbiamo ricominciato a
tremare addirittura per gli Stati, a rischio di fallimento attraverso i
debiti delle banche. Si è alzata anche, in questi frangenti, la voce di
Mario Draghi con il suo memento ai governanti: attenzione al debito
pubblico e a quello privato; dovete a tutti i costi farli diminuire. Giusto.
Ma l’unico modo efficace per farli diminuire è finalmente
riappropriarsene. Non è forse giunta l’ora, dopo tutto quanto abbiamo
dovuto soffrire a causa delle incredibili malversazioni dei banchieri, di
sottrarci al loro macroscopico potere? Per prima cosa informando con
correttezza i cittadini di ciò che in grande maggioranza non sanno,
ossia che non sono gli Stati i padroni del denaro che viene messo in
circolazione in quanto hanno delegato pochi privati, azionisti delle
banche centrali, a crearlo. Sì, sembra perfino grottesca una cosa simile;
uno scherzo surreale del quale ridere; ma è realtà. C’è stato un
momento in cui alcuni ricchissimi banchieri hanno convinto gli Stati a
cedere loro il diritto di fabbricare la moneta per poi prestargliela con
tanto di interesse. È così che si è formato il debito pubblico: sono i soldi
che ogni cittadino deve alla banca centrale del suo paese per ogni
moneta che adopera. La Banca d’Italia non è per nulla la «Banca
d’Italia», ossia la nostra, degli italiani, ma una banca privata, così come
le altre Banche centrali inclusa quella Europea, che sono proprietà di
grandi istituti di credito, pur traendo volutamente i popoli in inganno
fregiandosi del nome dello Stato per il quale fabbricano il denaro. Ha
cominciato la Federal Reserve (che si chiama così ma che non ha nulla
di «federale»), banca centrale americana, i cui azionisti sono alcune
delle più famose banche del mondo quali la Rothschild Bank di Londra,
la Warburg Bank di Berlino, la Goldman Sachs di New York e poche
altre. Queste a loro volta sono anche azioniste di molte delle Banche
centrali degli Stati europei e queste infine, con il sistema delle scatole
cinesi, sono proprietarie della Banca centrale europea. Insomma il
patrimonio finanziario del mondo è nelle mani di pochissimi privati ai
quali è stato conferito per legge un potere sovranazionale, cosa di per
sé illegittima negli Stati democratici ove la Costituzione afferma, come
in quella italiana, che la sovranità appartiene al popolo.
Niente è segreto di quanto detto finora, anzi: è sufficiente cercare le
voci adatte in internet per ottenere senza difficoltà le informazioni
fondamentali sulla fabbricazione bancaria delle monete, sul cosiddetto
«signoraggio», ossia sull’interesse che gli Stati pagano per avere «in
prestito» dalle banche il denaro che adoperiamo e sulla sua assurda
conseguenza: l’accumulo sempre crescente del debito pubblico dei
singoli Stati. Anche la bibliografia è abbastanza nutrita e sono
facilmente reperibili sia le traduzioni in italiano che i volumi specialistici
di nostri autori. Tuttavia queste informazioni non circolano e sembra
quasi che si sia formata, senza uno specifico divieto, una specie di
congiura del silenzio. È vero che le decisioni dei banchieri hanno per
statuto diritto alla segretezza; ma sappiamo bene quale forza
pubblicitaria di diffusione la segretezza aggiunga alle notizie.
Probabilmente si tratta del timore per le terribili rappresaglie cui sono
andati incontro in America quegli eroici politici che hanno tentato di far
saltare l’accordo con le banche e di cui si parla come dei «caduti» per
la moneta. Abraham Lincoln, John F. Kennedy, Robert Kennedy sono
stati uccisi, infatti (questo collegamento causale naturalmente è senza
prove) subito dopo aver firmato la legge che autorizzava lo Stato a
produrre il dollaro in proprio.
Oggi, però, è indispensabile che i popoli guardino con determinazione e
consapevolezza alla realtà del debito pubblico nelle sue vere cause in
modo da indurre i governanti a riappropriarsi della sovranità monetaria
prima che esso diventi inestinguibile. È questo il momento. Proprio
perché i banchieri ci avvertono che il debito pubblico è troppo alto e
deve rientrare, ma non è possibile farlo senza aumentare ancora le
tasse oppure eliminare alcune delle più preziose garanzie sociali;
proprio perché le banche hanno ricominciato a fallire (anche se in
realtà non avevano affatto smesso) e ci portano al disastro; proprio
perché è evidente che il sistema, così dichiaratamente patologico, è
giunto alle sue estreme conseguenze, dobbiamo mettervi fine. In Italia
non sarà difficile convincerne i governanti, visto che più volte è apparso
chiaramente che la loro insofferenza per la situazione è quasi pari alla
nostra.

© IL GIORNALE ON LINE S.R.L.

venerdì 4 dicembre 2009

LUTTWAK A BALLARO': L'ITALIA AVVISA GLI USA PRIMA, DURANTE E DOPO

Edward Luttwak e Lukashenko

Inquietante affermazione di Edward Luttwak l'altra sera a “Ballarò”, in onda martedì 1 dicembre 2009. Alla domanda del conduttore che gli chiedeva se la visita di Berlusconi alla Bielorussia, la prima di un capo di Stato di un grande paese occidentale, fosse stata non gradita dagli Usa, Luttwak ha candidamente affermato che l'Italia avvisa prima, dopo e durante, e che quindi non c'era nessun problema con l'amministrazione Obama.
Nessuno degli ospiti né tanto meno Giovanni Floris hanno colto che, nel mentre l'affermazione discolpava Berlusconi dall'accusa di avventurismo diplomatico e di aver incontrato Lukashenko, un pericoloso dittatore, la stessa affossava l'immagine dell'Italia, che veniva praticamente dichiarata serva degli USA, a cui doveva riferire “prima, durante e dopo”.

mercoledì 2 dicembre 2009

CARDINAL BORROMEO, INVENTORE DELLA BIBLIOTECA PUBBLICA E DEI MOTORI DI RICERCA "UMANI"

da il Giornale. articolo di mercoledì 02 dicembre 2009

Quando il cardinale battezzò il primo "Google"
di Ferdinando Maffioli

Milano, i 400 anni della Biblioteca Ambrosiana: l’8 dicembre Federico
Borromeo inaugurò la storica biblioteca. La novità era l’apertura al
pubblico e "motori di ricerca umani"


Gli ultimi mesi del l609 furono molto inquieti per il cardinale Federico
Borromeo. Non solo per le difficoltà della sua azione pastorale. In una
Milano dominata dallo scandalo «manifesto e comune dello sconcio
parlare», dove i nobili non fanno altro che «vagheggiare alle carrozze,
tenere giuochi pubblici in casa e far pasti di soverchia spesa e
delicatezza», i mercanti «bugiardi e spergiuri fanno contratti ingiusti e
ingannano molti forestieri» e i giovani della «plebbe contrastano, fanno
rissa, si danno e si ingiuriano». Oltre alle sue preoccupazioni
d’arcivescovo, il quarantacinquenne Federico attendeva con ansia di
potere mettere finalmente le mani su un tesoro di carta inseguito per
anni. Ciò che sperava di poter fare prima dell’8 dicembre, quando un
altro suo sogno si sarebbe ufficialmente concretizzato. Nel mirino
dell’attesa c’erano ventidue grandi casse piene di codici latini e greci.
Ovvero la parte più preziosa della raccolta, famosa a tutti gli eruditi
d’Europa, di manoscritti e stampati che Gian Vincenzo Pinelli aveva
riunito nella sua casa museo di Padova, tra il 1558 e il 1601. Morto lui,
quel patrimonio culturale, desiderato da molti, era finito a Napoli e dopo
anni di tira e molla con gli eredi, messo all’asta nel 1608. Grazie
all’intelligente (e paziente) opera dei suoi collaboratori, Federico era
finalmente riuscito ad acquisire quel tesoro librario. Ma restavano i
timori per il trasporto, da Napoli a Genova via mare e poi a Milano.
Considerato che già qualche anno prima una parte della casse era finita
preda dei pirati turchi e gettata in mare. D’altra parte, quella di Pinelli
era una raccolta di gran valore – basti pensare alla celebre «Iliade»
dipinta del V-VI secolo (51 frammenti su pergamena raffiguranti 58
scene del poema). E per Federico l’arrivo di quelle casse, il loro
aggiungersi al già cospicuo patrimonio librario accumulato in tanti anni
di ricerche, rappresentava la consacrazione naturale del suo antico
progetto: la creazione, sull’esempio della Vaticana, di una grande
biblioteca. Di una biblioteca che, in una Milano senza università e
chiusa in elitarie accademie, fosse invece aperta al pubblico, al servizio
degli studiosi. Che non fosse insomma preziosa ma sterile
conservazione di volumi.
Fortuna volle che a metà novembre 1609 i «fachini scaricarono i carri
de libri di Genova» in piazza San Sepolcro. Qui, sei anni prima, Federico
aveva dato inizio ai lavori della «sua» Biblioteca Ambrosiana. E qui l’8
dicembre 1609, festa dell’Immacolata, avvenne la fastosa
inaugurazione di una realtà culturale che non aveva precedenti, e di cui
la città poteva a buon diritto dirsi orgogliosa. Fatta eccezione per la
Bodleiana di Oxford (1602), che aveva modalità di consultazione
diverse, l’Ambrosiana poteva considerarsi la prima biblioteca
veramente pubblica. In un periodo in cui i testi erano nascosti negli
armadi e le sale di lettura delle biblioteche sostanzialmente piene di
leggii cui i volumi erano legati o incatenati, in piazza San Sepolcro, un
passo dal Duomo, i libri – lo ricorda anche Manzoni ne «I promessi
sposi» – «erano esposti, dati a chiunque li chiedesse e datogli anche da
sedere e carta e penna e calamaio per gli appunti». Per non dire dei
bracieri e perfino dei soppedanei, «perché non patiscano freddo in
tempo d’inverno i Studenti con l’appoggiare i piedi sul nudo terreno».
Quell’8 dicembre 1609 fu dunque una festa per la Milano colta (a cui
però il governatore spagnolo Fuentes non partecipò). Tutti gli
intervenuti poterono poi rendersi conto della eccezionalità e della
vastità del catalogo della nuova biblioteca. Ammirando, tra l’altro, due
fogli manoscritti della «Summa contra gentiles» di San Tommaso, il
«Virgilio» illustrato da Simone Martini e appartenuto al Petrarca, «e
anche un raffinato «Corano» del secolo precedente. A conferma, in
quest’ultimo caso, di quanto ampio fosse l’orizzonte culturale del
Borromeo, e di quanto intensi fossero stati la sua ricerca di opere
importanti e il suo sforzo finanziario.
L’Ambrosiana presentava poi anche la novità dei «dottori», studiosi che
seguendo il motto di Federico, singuli singola, si dedicavano a una sola
disciplina. Erano una sorta di cavalieri del sapere specifico,
dell’assistenza scientifica. Un’originale tipologia di esperti sempre in
sala, a turno, e a disposizione dei frequentatori. Per essere al servizio
della consultazione ma anche per approfondirne i contenuti. Un po’
come cliccare su Google con qualche secolo d’anticipo.

IL GIORNALE. articolo di mercoledì 02 dicembre 2009

lunedì 23 novembre 2009

OBAMA S'INCHINA TROPPO AI "SUPERIORI"



L'inchino di Obama all’imperatore giapponese Akihito

Nell'importante vertice internazionale G20 nel marzo 2009, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva avuto due diversi atteggiamenti nei confronti di due sovrani.
Il presidente americano Obama abbassò leggermente il capo davanti ad Elisabetta II, Regina del Regno Unito, mentre si era poi quasi prostrato ai piedi di Abdullah, Re dell'Arabia Saudita.
Ora (novembre 2009) non è piaciuto in America il profondo inchino di Barack Obama dinanzi all’imperatore giapponese Akihito, che accetta, ben dritto con un sorrisetto, il piegamento a 90 gradi del presidente più potente del mondo. Sarcastico è il titolo del Los Angeles Times: “Fino a dove si abbasserà dinanzi ai monarchi?”. E poi il commento: “Inchini verso il basso così evidenti, in Giappone, sopratttutto tra le generazioni dei più anziani, sono un segno di grande rispetto e deferenza nei confronti di un superiore”.
Qual è il messaggio che il buon Obama vuole mandare e a chi? E' solo un bravo ma incauto ragazzo o ci sono e chi sono i "superiori" del presidente degli USA?

venerdì 13 novembre 2009

URANIO IMPOVERITO MENO PERICOLOSO DEI DANNI DA VACCINAZIONE?

Riportiamo un articolo di Santa Passaniti da

Scienza e Democrazia/Science and Democracy

www.dipmat.unipg.it/~mamone/sci-dem





Uranio impoverito o danni da vaccinazione? Una testimonianza





1o dicembre 2002, da allora la mia vita e quella della mia famiglia è dedicata ad un solo scopo: sapere perché Francesco non c’è più. È partito sano per il servizio militare, e subito dopo il congedo la scoperta della tremenda malattia che l’ha portato alla morte. Francesco è deceduto in un’anonima camera del 12o piano del nosocomio S. Martino dell’ospedale di Genova.



Scartavamo l’ipotesi dell’uranio perché mio figlio non era stato nei Balcani. Si parlava sempre dei militari deceduti a causa dell’uranio impoverito, ma un giorno, il 14 febbraio 2002, durante la trasmissione Striscia la Notizia, fummo colpiti dalle parole del maresciallo Leggiero, ospite di Ezio Greggio, che annunciava la sospensione del vaccino NEOTYF, e la conclusione fu: «Ma che uranio, che uranio» (vedi allegati 1 e 2)



Io ricordavo che mio figlio aveva detto che, tra le vaccinazioni fatte durante il servizio di leva, oltre alle iniezioni gli erano state date 3 compresse da prendere la sera a giorni alterni. Controllai la scheda vaccinale di Francesco, e vidi che era presente il NEOTYF, ma a differenza delle altre somministrazioni, al posto della data c’era un asterisco (ambiguo): ricordando le parole di Francesco sapevamo che lo aveva fatto. (vedi allegato 3)



Contattai un genitore che come noi pochi mesi prima aveva perso il figlio. Mi inviò una lettera, presumevo fosse la scheda vaccinale, invece erano gli esami eseguiti nel laboratorio della dr.ssa Antonietta Gatti. Fummo colpiti dalla quantità di metalli contenuta nelle cellule di questo ragazzo (vedi allegato 4),così facemmo anche noi analizzare le cellule staminali e lo sperma di mio figlio: nello sperma la quantità di piombo era elevatissima, insieme a carbonio, silicio, sodio, magnesio, alluminio, titanio, ferro, cromo, calcio, cobalto e antimonio. Nel sangue, detriti da 0,5 micron contenenti carbonio, antimonio, fosforo, cobalto, rame e zinco: la presenza di questi composti in sedi così interne del corpo umano, lo sperma e le cellule staminali, sta ad indicare una disseminazione in tutto il corpo umano. Non sono noti in letteratura i possibili effetti tossici sintetici di tali particelle. Inspiegabile era anche la quantità di carbonio, silicio, titanio, ferro, cloro, magnesio, alluminio, zirconio, stronzio, afnio, bismuto, e il picco altissimo di piombo contenuti nei vaccini anti-tifici Typhim V e Vivotif, che ero riuscita a reperire e a far analizzare.



Iniziò per noi una ricerca, un voler sapere, che diventò ragione di vita: MIO FIGLIO ERA MORTO PER UNA MALATTIA PROVOCATA, qualcuno gli aveva messo le mani addosso, qualcuno gli aveva iniettato dei metalli non compatibili con la vita.



Contattai il maresciallo Leggiero che avevo visto in tv, andai a Roma a parlare con altri genitori di militari che avevano perduto i loro figli.



Conobbi la vedova Melone, ebbi da lei la scheda vaccinale del marito, deceduto nel 2001. Questi aveva fatto nel 1999, fra le altre vaccinazioni, anche il Neotyf. Lei mi invitò ad Orvieto per una commemorazione del marito, e qui mi presentò il maresciallo Leggiero, che aveva di nuovo cambiato bandiera: mi disse che il caso di Francesco esulava dagli altri perché non era stato nei Balcani, ma che avrei potuto contattare l’avvocato Tartaglia.



Così facemmo, e proprio nel suo studio scoprimmo l’esistenza del prof. Montinari, che aveva già effettuato diverse perizie sui militari. Da qui iniziò la mia ricerca su internet, scaricai centinaia di fogli sugli studi del prof. Montinari e di altri medici che, come lui, condannavano le vaccinazioni. Addirittura qualcuno parlava di sperimentazione di vaccini sui militari (vedi allegato 5)



Mi recai a Roma dal senatore Bucciero, che già nel 2001, assieme al senatore Caruso, lottava in senato per la sospensione delle vaccinazioni killer ai militari (vedi allegato 6)



Il sen. Bucciero da me interpellato chiese al Ministero della Salute il motivo della sospensione del Neotyf. Rimase senza alcuna risposta per un anno, finché ecco la risposta del Ministro della Salute Storace: motivi di mercato – un’ottima scusa per evitare che la Magistratura potesse indagare.



Nel frattempo anche la dr.ssa Gatti cambiò atteggiamento nei miei confronti. Mi negò il risultato dell’esame degli altri tre vaccini che le avevo portato, addirittura più volte mi intimò di lasciare perdere tutto per il mio bene. Intanto si concluse la commissione Mandelli, andai a Roma per sapere a che punto era la pratica di mio figlio, perché già da tempo avevamo fatto denuncia al Ministero della Difesa, e qui scoprii che la pratica di Corrado Di Giacobbe, il ragazzo che era stato nello stesso ospedale in cui era ricoverato mio figlio a Ferrara, era stata chiusa con la dicitura «causa da stress».



Dopo alcuni mesi, come mi era stato promesso dal dr. Zinna del Ministero della Difesa, mi arrivò la risposta che non sussisteva nesso di causa tra vaccini e malattia.



Francesco, il 17 settembre 2000 era partito felice, entusiasta di fare il militare, addirittura voleva fare il volontario e aspettava di essere chiamato da un momento all’altro, ma le cose purtroppo non sono andate così. Forse sarebbe stato più sicuro in Kossovo, visto che i militari ammalati che non sono andati all’estero sono oltre 1500.



Cosa significa? Che è addirittura più sicuro andare all’estero che rimanere nelle caserme italiane? (articolo su Il Manifesto del 10 ottobre 2007 di Cinzia Gubbini) (vedi allegati 7a e 7b)



Francesco ha svolto tutto il servizio di leva a Belluno, ebbe un episodio febbrile durato una settimana dopo il periodo al CAR (Centro Addestramento Reclute) di Merano, i mesi successivi erano stati tranquilli. Era giovane e sano, come tutti i ragazzi di 20 anni. Le cose cambiarono circa a metà percorso della sua vita militare: inizia una spossatezza dapprima lieve, poi sempre più seria, accompagnata da un severo dimagrimento. Si congedò nel luglio 2001, a novembre dello stesso anno la diagnosi atroce del linfoma non Hodgkin. Un anno di tremenda malattia, con chemioterapia, radioterapia, trapianto di midollo osseo donato dal fratello, in data 1o dicembre 2002 il decesso all’ospedale di Genova.



L’iter della malattia di Francesco è uguale a quello di moltissimi altri militari, sia che siano stati in missione, sia che siano rimasti in Patria.



Mio figlio rientra purtroppo in un elenco lunghissimo che è stato definito “strage di militari”, una strage che ancora nessuno ha saputo spiegare; si tenta di nascondere, di scappare da quelle che sono le responsabilità, troppi sono i decessi: potevano fare qualcosa, ma non lo hanno fatto, molte di queste morti potevano essere evitate già nel 2001, bastava ascoltare chi diceva: “BASTA! SOSPENDETE LE VACCINAZIONI KILLER AI MILITARI”. Falsità e grossi interessi li hanno fatti perseverare:



- PROTOCOLLI VACCINALI PAZZI, MAI CONTROLLATI;



- VACCINAZIONI FATTE A COMPLETO ARBITRIO DEL MEDICO (mio figlio per esempio è stato richiamato una settimana dopo le vaccinazioni, da solo, e gli è stata iniettata l’antitetanica; ora chiedetevi perché un medico dovrebbe chiamare un ragazzo per un vaccino per cui era già coperto, e solo lui. COSA C’ERA IN QUEL VACCINO? Chi ha dato l’ordine a quel dottore, e perché?);



- VACCINI PIENI DI METALLI, VACCINI INUTILI, VACCINI CHE DA NESSUN’ALTRA PARTE DEL MONDO VENIVANO PIÙ SOMMINISTRATI (vedi il Morupar, sospeso nel 2006, l’Italia era l’ultima nazione ancora a praticarlo dopo il Brasile); (vedi allegato 8, 8a, 8b, 8c, 8d, 8e, 8f, 8g, 8h)



- VACCINI CHE NON ANDAVANO FATTI perché C’ERA GIÀ UN’IMMUNIZZAZIONE ATTIVA VERSO QUELLA MALATTIA, per rendersene conto BASTAVA FARE L’ANAMNESI AI SOLDATI;



- VACCINI CHE TANTE VOLTE SI ERA TENTATO DI ELIMINARE MA NON ERA MAI STATO FATTO (vedi Neotyf sospeso nel 2002 allegato 9);



- VACCINI CHE HANNO FATTO MORIRE LE PECORE E I PASTORI DELLA ESAMINATI DALLA GATTI; (vedi allegato 9, 10a, 10b, 10c)



- VACCINI DI CUI NESSUNO VUOL PARLARE, CHE NESSUNO VUOLE ESAMINARE, VACCINI CHE HANNO SEMINATO LA MORTE.



Il Resto del Carlino, dopo aver riempito una pagina di giornale sull’uranio impoverito, scrive un trafiletto intitolato: «Sono stati cambiati i vaccini per i soldati» (vedi allegato 11

). Perché non spiegano il motivo per cui sono stati cambiati questi vaccini? Chiedetevelo, rispondete a queste domande, fate pulizia nel vostro cervello, fate uscire dalle vostre scatole craniche tutte le nanoparticelle che la dr.ssa Gatti vi ha fatto entrare, e cominciate a riflettere senza uranio, senza polveri (dei fornelli che, oltretutto, venivano fatti esplodere azionando i comandi a 5 km di distanza, vedi allegato 12), e pensate invece, come avrebbe dovuto fare la dr.ssa Gatti, ai metalli contenuti in questi vaccini che sono stati iniettati ai militari.



La necessità di identificare la causa con la radioattività nelle patologie dei militari all’interno delle commissioni fino ad oggi è stata associata all’opera di disinformazione mediatica che ha fatto credere all’intera Nazione che l’uranio impoverito agisce come un raggio laser, nel momento in cui ne vieni a contatto ti contamina e nel giro di qualche mese hai un linfoma al IV stadio.



Non è difficile capire l’impatto che ha sull’opinione pubblica il titolo dato ad una Commissione che non ha ancora minimamente definito la causa di queste morti. “Commissione Parlamentare d’inchiesta con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito” e (più recentemente) “della dispersione nell’ambiente di nano-particelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico”. E infatti NON SI È CERCATO ALTRO.



Abbiamo assistito in tutti questi anni ad un accanimento politico sull’uranio impoverito a spese di un GENOCIDIO non ancora fermato. La storia della radioattività come causa di patologie mortali ha un’origine ben precisa. (vedi allegati 13a, 13b, 13c, 13d).



Chissà perché, imporre come causa di patologie mortali la radioattività presunta di un luogo bellico ha un impatto così determinante nelle indagini. Dopo una complessa attività di plagio dell’opinione pubblica tutto è possibile. Il dr. Serravezza dichiara che mai nella sua esperienza di oncologo ha trovato elementi tanto chiari per definire la causa di una patologia. Nel confrontare i militari con la popolazione civile si scopre che l’unica differenza è che c’è una presenza massiccia di metalli pesanti disseminati nel corpo dei militari, mentre nei civili il problema non sussiste.



Appare ovvio che la presenza di questi metalli sia la causa. Inoltre dice che queste patologie, in particolare i linfomi, non sono le stesse riscontrate nella popolazione civile, la nosologia è sconosciuta, non rispondono alle terapie e sono estremamente aggressive. L’eziologia, a quanto dice il medico, non rappresenta nemmeno in ambito accademico motivo di ricerca visto che le case farmaceutiche mirano a vendere “cure” e non a scoprire come evitare la malattia (congresso a Lecce del 19/04/08)



Ora 1500 militari si sono ammalati in italia , cosa hanno in comune, DOVE HANNO ASSUNTO LE NANOPARTICELLE? (foto analisi vaccini)


SETTE ANNI DI COMMISSIONI:

Dopo cinque anni dalla scomparsa di mio figlio non permetto più che mi si chiuda la porta in faccia e denuncio quanto segue:


1) Già nel 2001 in seduta di Senato i sen. Bucciero e Caruso dissero di sospendere le vaccinazioni killer ai militari (vedi allegati 14a, 14b) Viene sospeso il Neotyf. Nulla di fatto e i militari continuano a morire.



2) 2002, prima Commissione Mandelli: lunghissima, due o tre anni di indagini. L’uranio non centra, valutare le vaccinazioni. Nulla di fatto e i militari continuano a morire.


3) Si arriva al 2005, terza Commissione presieduta da Paolo Franco: uranio, uranio e soltanto uranio, tutti lo cercano ma nessuno lo trova:


Seduta del 18 maggio 2005: il prof Tirelli del dipartimento di oncologia di Aviano ritiene che non c’è rischio di contaminazione da uranio impoverito, e quindi è un’ipotesi da scartare (vedi l’allegato 15 sulla seduta, importantissimo).


Seduta del 22 settembre: il prof. Franco Nobile, coordinatore e responsabile regionale per la regione Toscana della lega contro i tumori e autore del libro La prevenzione oncologica nei reduci dai Balcani – valutazione e rischio da uranio impoverito, medaglia d’oro al merito della sanità pubblica, dopo uno studio approfondito sui territori balcanici esclude il rischio da uranio impoverito e parla per la prima volta nella commissione presieduta da Paolo Franco di somministrazioni vaccinali e delle immuno-deficienze conseguenti. Per questo viene schernito e risponde: “Voi ne fate una questione politica, io la faccio scientifica”.


Seduta del 28 novembre (1° resoconto stenografico, pp. 7, 21, 23, 28, 29, 30, 33, 36, 40, 42, 43, 45 più allegato 16): la commissione si reca in Bosnia Erzegovina e Kossovo: il comandante del contingente italiano della missione EUFOR-Althea in Bosnia-Erzegovia, colonnello Francesco Diella presso la caserma Tito Barracks di Sarajevo, afferma con materiale tecnico a disposizione del plotone NBC per il controllo relativo alla minaccia CHIMICA E RADIOLOGICA dei siti nei quali è dislocato il contingente italiano (quindi Rajlovac, Rogatici, Mostar, Sarajevo, Visegrad, Trebevic, poligoni di Pasino Brudo, Kalinovik, complessi industriali di Malinci, Lukavica, zona di Rakovica, Pazaric,Kukavice trovo,Hadzici,Tresnjevac, Hasnica, e un’infinità di altri territori sedi di attività belliche) L’ASSENZA DI PERICOLO CHIMICO E RADIOLOGICO.


Si parla di vaccini, anzi, si nominano i vaccini, fino a quando, dopo aver scritto, parlato, chiesto, viaggiato, documentato, bussato a tante porte, vengo ascoltata dal senatore Bonatesta (vedi allegato 17a, 17b, 17c, 17d, 17e, 17f) che mi dà la possibilità di essere audita in commissione d’inchiesta, questo il 1o dicembre 2005 (vedi allegato 18). Il prof. Montinari e il dr. Vanoli, che hanno dedicato la loro vita a combattere i danni da vaccino, mi affiancano. Io parlo di ciò che è stata la vita di mio figlio fino a quando non è partito per il servizio militare, ciò che è successo durante il servizio di leva, ciò che è stato fatto con le sue cellule staminali e sperma dopo il suo decesso. Ho portato testimonianze e perizie scritte dalla consulente della commissione, la dr.ssa Gatti, e testimonianze e perizie su ciò che contenevano i vaccini, fatti esaminare sempre dalla stessa dottoressa. Dopo un mese dalla mia audizione la commissione decide di fare chiarezza su quello che io ho affermato, e indice una riunione informale sulle problematiche delle vaccinazioni il 19 gennaio 2006. (vedi allegato 19)


La dr.ssa Gatti già nel 2004 sapeva che i vaccini da lei esaminati contenevano molti metalli, e che gli stessi metalli erano nel corpo di mio figlio, ma non ha detto nulla per un intero anno di commissione, fino alla mia audizione, dopo la quale ammetteva, nella seduta del 19 gennaio 2006 di aver esaminato due vaccini. Riporto le sue parole: «I due vaccini da me esaminati come da rapporto che io feci allora […]». Ma in realtà i vaccini che la dottoressa aveva esaminato erano cinque, di tre dei quali non ha mai voluto darmi un referto scritto, anzi, come ho già detto, mi ha esortato per il mio bene a lasciar perdere. Successivamente la Magistratura di Bolzano, con cui c’è un procedimento penale in corso, è riuscita a venirne in possesso. Dopo che la commissione ha visto questi esami, in cui il picco di piombo nello sperma e nelle cellule staminali di Francesco era altissimo, e picchi di piombo e altri metalli pesanti tossici erano presenti anche in diversi vaccini (le famose nanoparticelle sferiche tondeggianti), non ha fatto ugualmente analizzare i vaccini. E i militari continuano a morire.


Il Colonnello Chinelli della medicina militare di Padova, sempre durante la stessa commissione, ha detto di aver riscontrato in alcuni militari dopo le vaccinazioni, la presenza di gammopatie monoclinali, ma ancora non hanno fatto analizzare i vaccini. E i militari continuano a morire (riferimento allegato 19)


A conclusione di questa commissione, è stato preso l’impegno da parte dei componenti (Demasi) di indagare sulle vaccinazioni come prima cosa nella prossima legislatura. (vedi allegato 20)


4) Nell’ultima commissione presieduta dalla senatrice Menapace, il prof. Scarsella dell’Università di Roma riferisce di non aver trovato un militare con valori ematici normali (partire per il militare è come andare in un mattatoio, e se si diffondesse questa notizia chi ci andrebbe più?) (vedi allegati 21, 22a, 22b) Ancora una volta non vengono analizzati i vaccini. E militari continuano a morire.


Durante quest’ultima commissione ho scritto lettere, e-mail (vedi allegati 23a, 23b, 23c, 23d, 23e, 23f, 23g, 23h), ho visitato i siti di tutti i componenti (senatori, scienziati…), sono stata a Roma al Parlamento, ho corso disperatamente da una città all’altra, ho ascoltato comizi, ho passato ore di attesa dietro le porte dei politici affinché qualcuno, per intercessione, mi facesse parlare con la sen. Menapace, ho passato centinaia di notti a pensare, a ricordare mio figlio, la sua dolcezza, con la serenità che una mamma ha il diritto di provare, ma anche questo mi è stato tolto nella ricerca disperata delle persone giuste, che mi potessero aiutare a rendere giustizia a Francesco, a questi figli SANI di vent’anni che andiamo a piangere nei cimiteri, grazie allo Stato Italiano e alle CASE FARMACEUTICHE.


Sì, ho scritto bene, proprio lo Stato con i nostri presidenti che neppure rispondono alle lettere delle madri a cui loro hanno preso i figli.


Accuso questa commissione alla luce degli ultimi eventi conclusivi: tutti loro sono responsabili dell’ecatombe o strage che dir si voglia, la più grande di tutte le Nazioni.


Accuso il Ministero della Salute e il Ministero della Difesa, perché i militari continuano a morire.


Accuso chi, per cercare questo fantomatico uranio, e solo lui, ha permesso che morissero e si ammalassero centinaia di ragazzi.


Accuso quei ciechi e corrotti che per cercare le pagliuzze dell’uranio hanno trascurato volutamente le travi.


Chi vuole a tutti i costi che sia l’uranio il colpevole, chiudendo gli occhi davanti a tutte le perizie e studi scientifici che in verità lo scagionano, perché dietro l’altra causa ci sono le mastodontiche pressioni delle case farmaceutiche e dei governatori di imperi che ci stanno dietro, cosa diventano davanti alla legge italiana? CORROTTI? ASSASSINI? COMPLICI?


Alla luce di ciò, i membri di una commissione che agisce come un tribunale cosa sono? CORROTTI? ASSASSINI? COMPLICI?


Chiunque avrebbe fatto immediatamente esaminare i vaccini, non solo se si fosse presentata la possibilità che fossero la causa di questa strage, ma a maggior ragione, visto che lo gridavano scienziati più che autorevoli in uno stato di emergenza umanitaria.


In un resoconto dell’ultima commissione addirittura la presidente ne parla, e subito dopo gli altri fan finta di niente, nemmeno rispondono, riprendono semplicemente a parlare di uranio. Come li chiamiamo questi di fronte alla legge italiana? Di chi hanno paura, tanto da essere disposti a temporeggiare con l’analisi di questi vaccini, ed avere sulla coscienza le urla di dolore che precede la morte tragica di questi ragazzi? Chiunque sia che li spaventa deve fare davvero paura, ma non hanno ancora capito cosa devono veramente temere: devono sperare che nessuno porti mai davanti ai loro occhi la registrazione delle ore in cui avviene la morte di questi ragazzi. Non hanno idea di come muore un ragazzo giovane decomposto dalla chemio. Sappiano queste persone che il cuore di questi ragazzi non lo si ferma facilmente, nemmeno con dosi di morfina da elefanti.


Le cose che avvengono prima dilaniano l’anima di chi le vede in eterno.


Noi combattiamo battaglie che apparentemente sono differenti. Ma se cominciaste a cercare veramente l’origine del problema, vi rendereste conto che molti eventi apparentemente scollegati in verità non lo sono affatto.


Per prima cosa viene da chiedersi come mai non vi sia una legge che obbliga la sanità al controllo continuo di farmaci tanto pericolosi, ma se uscite dai confini italiani e cominciate a spulciare negli archivi e nel web, vi accorgerete che questi eventi si ripercuotono ossessivamente sull’umanità in modo incontrollato. La verità che dai confini italiani non vediamo è che le industrie farmaceutiche pilotate da… stanno sterminando ogni anno decine di migliaia di persone in tutto il mondo, ma la cosa più agghiacciante è che i nostri ministri ultra remunerati lo sanno e non fanno nulla.


Il problema dei vaccini non è nuovo, anzi, se lanciamo uno sguardo al resto del mondo noi siamo stati tra i popoli meno toccati da quest’arma. Non mi crederete, ma le vaccinazioni non hanno salvato l’umanità, l’hanno indebolita e sono un mezzo di controllo.



[L’autrice può essere contattata ai numeri telefonici: 0553.714779 oppure 347.5293942.]



Inserito: 4 maggio 2008; aggiunta: 8 giugno 2006; aggiunta allegati: 30 aprile 2009

Scienza e Democrazia/Science and Democracy

www.dipmat.unipg.it/~mamone/sci-dem

domenica 1 novembre 2009

1943-1945, DUE ANNI DIFFICILI: UN ITALIANO A DACHAU.

Emanuele Salce (intervista a "Vanity fair" del 21.10.2009, n.42, racconta che il padre Luciano (uno dei "padri" della commedia all'italiana, paroliere, attore, sceneggiatore e regista) fu prigioniero di guerra per due anni in Germania e, visto che aveva tentato di fuggire, fu chiuso per quaranta giorni a Dachau. Ricorda pure che della sua esperienza nel campo di concentramento non ne parlava mai e cosa ancora più strana non ne scrisse mai, lui pure che per mestiere lavorava con le parole. Infatti Luciano Salce nel suo diario molto minuzioso e preciso l'esperienza della prigionia nei campi tedeschi la descrive solo con: "1943-1945, due anni difficili". Anche la bocca storta che Luciano Salce mostrava era la conseguenza della sua prigionia. Infatti dopo un incidente stradale i medici italiani gli misero una protesi d'oro. Ma prima che la mascella si fosse definitivamente assestata finì prigioniero in Germania e la protesi venne requisita: così la bocca rimase storta.
Non solo ebrei ma anche italiani vittime dei nazisti e così traumatizzati da non riuscire neanche a parlarne...

venerdì 16 ottobre 2009

NUOVA INFLUENZA: VACCINAZIONE INUTILE E DANNOSA?

LETTERA AI GENITORI SULLA "NUOVA INFLUENZA"

DI EUGENIO SERRAVALLE

Specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura-Patologia Neonatale.

Cari genitori,

ogni giorno parliamo della nuova influenza, e mi chiedete se sia utile e sicuro vaccinare i bambini.

La mia risposta è NO!

Un ‘no’ motivato e ponderato, frutto delle analisi delle conoscenze fornite dalla letteratura medica internazionale. Un ‘no’ controcorrente perché molti organismi pubblici, alcune società scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettono messaggi differenti: avranno le loro ragioni.

Influenza stagionale e influenza A/H1N1: alcuni dati a confronto

L’epidemia, iniziata in Messico nel 2009, è di modesta gravità: il virus A/H1N1 si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Si manifesta come qualsiasi forma influenzale: febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea, diarrea tosse. Non sarà l’unica patologia che colpirà i bambini in questo inverno, e non sarà facile distinguerla dai circa 500 (tra tipi e sottotipi) virus capaci di infettare i bambini. I test rapidi per identificare il virus dell’influenza A hanno poca sensibilità (dal 10 al 60%). Il test quindi non garantisce con certezza se si tratti di influenza A/H1N1.

Sembra però essere un virus molto contagioso, ed è stato dichiarato lo stato di pandemia. La sola parola -pandemia- fa paura. Ma questa definizione è stata appositamente modificata, facendo scomparire il criterio della gravità, cioè della mortalità che la malattia può provocare. La nuova influenza può colpire più persone, pare, ma provoca meno morti di qualunque altra influenza trascorsa. La mortalità, ossia il numero di persone morte rispetto ai casi segnalati, registrata finora nei paesi dove l’A/H1N1 è circolato ampiamente è dello 0,3% in Europa e dello 0,4% negli USA. In realtà potrebbe essere ancora inferiore. Perché generalmente i casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza (e quindi i contagiati possono essere molti di più), ed alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause e non al virus (anche se ad esso viene data la responsabilità).
Non deve meravigliare: purtroppo si può, e si muore, di influenza, se si soffre di una patologia cronica, di una malformazione organica, di una malattia immunitaria, o se si è anziani.

Le cifre variano in base alla fonte dei dati. Per esempio in Gran Bretagna sono stati registrati 30 morti su centomila casi e negli USA solo 302 su un milione di casi. Nell’inverno australe (che coincide con l’estate in Italia) in Argentina sono morte circa 350 persone, in Cile 128 ed in Nuova Zelanda 16. Quasi alla fine dell’inverno australe, sinora nel mondo intero si sono avuti 2501 decessi. Per fare un paragone, si calcola che in Spagna, durante un inverno “normale” i decessi per influenza stagionale sono circa 1500-3000.

La mortalità per influenza A riguarda prevalentemente persone di età minore di 65 anni, in quanto i soggetti di età superiore sembrano avere un certo grado di protezione, a seguito di epidemie passate dovute a virus simili.

Il 90% dei decessi per influenza stagionale riguarda persone sopra i 65 anni di età, l’influenza A colpisce invece prevalentemente persone di età inferiore (solo il 10% dei casi mortali si colloca nella fascia di età sopra i 65 anni). Ma, in numero assoluto, l’influenza A provoca pochi decessi tra i giovani; negli USA ogni anno muoiono per influenza stagionale circa 3600 persone sotto i 65 anni, mentre finora ne sono morte 324 nella stessa fascia di età per influenza A. In Australia ogni anno per l’influenza stagionale muoiono circa 310 persone sotto i di 65 anni. A inverno ormai terminato, ne sono morte 132 per influenza A, di cui circa 119 sotto i 65 anni.

Perchè allora il panico?
Quanto successo nei Paesi dell’Emisfero australe ci rassicura: l’influenza A semplicemente arriva a colpire (leggermente) molte persone. Eppure i mezzi di informazione hanno creato il panico. E’ un tipico esempio di “invenzione delle malattie” (disease mongering). Non si tratta della prima volta. Nel 2005 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva previsto fino a sette milioni di morti per l’influenza aviaria. Alla fine i morti furono 262. Si tratto’ di un gravissimo errore prognostico?

Secondo una delle maggiori banche di affari del mondo (JP Morgan) l’attuale vendita di farmaci anti-influenzali e di vaccini muoverebbe un giro di oltre 10 miliardi di dollari.

I medicinali funzionano?

Non esiste alcun trattamento preventivo: i farmaci antivirali, Oseltamivir (Tamiflu) e Zanamivir (Relenza), non prevengono la malattia e su individui già ammalati l’azione dimostrata di questi farmaci è di poter accorciare di mezza giornata la durata dei sintomi dell’influenza. Ne’ va dimenticato che gli antivirali possono causare effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito, a cui è stato somministrato l’Oseltamivir contro l’A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi gastroenterici.

E i vaccini?

I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione. Nessuno è in grado di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri, ma vengono pubblicizzati, con gran clamore. Basta che il virus cambi (per mutazione, o per riassortimento con altri virus) per rendere inefficace il vaccino già messo a punto. Sulla sicurezza sia l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l’Agenzia del farmaco europea (EMEA) dichiarano necessaria un’attenta sorveglianza. Alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove e saranno testati su poche centinaia di bambini e adulti volontari, e soltanto per pochi giorni.

Il vaccino che meglio conosciamo, quello contro l’influenza stagionale, sappiamo che ha un’efficacia del 33% tra bambini e adolescenti e che è assolutamente inutile nei minori di due anni. Esistono anche dubbi circa la sua efficacia negli adulti e negli anziani.

Non conosciamo la sicurezza del vaccino per l’influenza A, ma ricordiamo che nel 1976 negli USA fu prodotto un vaccino simile, anche allora con una gran fretta per un pericolo di pandemia, ed il risultato fu un’epidemia di reazioni avverse gravi (sindrome di Guillan-Barrè, una malattia neurologica), per cui la campagna di vaccinazione fu subito sospesa. La fretta non è mai utile, tanto più per fermare un’influenza come quella A, la cui mortalità è così bassa. Conviene non ripetere l’errore del 1976.

Un’altra motivazione a favore della vaccinazione è il cercare di ridurre la circolazione del virus A/H1N1 per diminuire le opportunità di ricombinazione con altri sottotipi. Ma attualmente non esistono strumenti o modelli teorici per prevedere una eventuale evoluzione pericolosa del virus. Sul piano teorico, proprio la vaccinazione di massa potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva.

Come curarsi?

Per curare l’influenza A occorrono: riposo, una buona idratazione, una alimentazione adeguata, una igiene corretta. Non si deve tossire davanti agli altri senza riparare naso e bocca, bisogna evitare di toccarsi il naso, la bocca, gli occhi, facili vie di accesso dei virus, occorre lavarsi le mani spesso ed accuratamente con acqua e sapone. Non è dimostrato che l’uso di mascherine serva a limitare la propagazione dell’epidemia.

Se decidete comunque per la vaccinazione, vi verrà richiesto di firmare il “consenso informato”, una informativa sui rischi. Leggetelo bene, prima di decidere, chiedete informazioni scritte sui benefici e i rischi. Chiedete e chiediamo insieme, per tutti i vaccinati, che sia attivato un programma di sorveglianza attivo, capace davvero di registrare e trattare i gravi problemi di salute che possono presentarsi dopo la vaccinazione. Chiedete e chiediamo che si prevedano risorse economiche per l’indennizzo ai danneggiati.

Chiediamo di non speculare sulla salute e sulla paura.


Pisa 6 settembre 2009



Per la stesura della lettera ho utilizzato quanto scritto dal Dr J. Gérvas:

http://www.equipocesca.org/Gripe

https://mail.sns.it/Redirect/www.equipocesca.org/Gripe

http://www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08/gripe-a-paciencia-y-tranquilidad-9.doc

https://mail.sns.it/Redirect/www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08/gripe-a-paciencia-y-tranquilidad-9.doc.

e la Lettera aperta sulla nuova influenza dell’Associazione Culturale Pediatri.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6306

Fonte: http://www.mentereale.com/News/lettera-ai-genitori-sulla-qnuova-influenzaq.html
Pubblicato da INFORMARMY.com a 3.10.09

giovedì 24 settembre 2009

DOMANDE A DI PIETRO E COMPAGNI.

Lettera 22 a Dagospia del 24.09.2009

Caro Dago, Hai pubblicato le domande che la Padania faceva a Berlusconi circa i suoi maneggi. Puoi, per par condicio, pubblicare queste mie domanducce a Di Pietro e Compagni ?
1) Sig. Di Pietro, può un Magistrato in servizio giocare ai cavalli presso gli allibratori clandestini di San Siro, insieme a Rea, Gorrini e compagni ?
2) Può un magistrato in servizio raccomandare lo stesso Rea per il posto di Comandante dei Vigili di Milano e intercedere presso i suddetti allibratori ( notoriamente, quasi tutti pregiudicati che commettono il reato di scommesse clandestine e gioco d'azzardo ), affinché abbuonino a Rea i debiti di gioco ?
3) Dove ha trovato in pochi giorni ( con uno stipendio di circa 3 milioni al mese) 200 cucuzze da restituire a Gorrini e D'adamo, visto che ancora non si era arricchito con le querele ?
4) Sig. Travaglio perché fino alla discesa in campo del Cavaliere non scrisse mai un rigo contro di lui, né si dimise dal Giornale, pur sapendo dell'iscrizione alla P2 e di Mangano stalliere ?
5) Sig. Santoro, perché andò a lavorare a Mediaset pur sapendo le cose di cui al punto precedente ?
6) Sig.Arlacchi ci vuol raccontare il suo "stupefacente" defenestramento dal Palazzo di vetro dell'Onu ?
7) Sig. Leoluca Orlando Cascio, come potè diventare sindaco di Palermo, quando in quella città non si muoveva foglia che Ciancimino e Lima non volessero ? E Di Pietro sa che lei accusò Falcone di tenere le prove nel cassetto ?
8) Sig. Ingroia come fece a non accorgersi, per ben 8 anni, che il Maresciallo Ciuro suo collaboratore, operante nella sua stessa stanza, era una talpa del Boss Ajello ?
9) Sig. Furio Colombo, cosa faceva durante le assemblee della Banca Observer di Nassau, di cui era Consigliere e il cui presidente è stato condannato per riciclaggio e fondi neri ( Fiat ) : dormiva, o approvava ?
10) Sig.Prodi, come è potuto accadere che Nobili, presidente Iri per pochi mesi, venne arrestato e lei, presidente Iri per annni e anni, no ?
11) Sig. Di Pietro, come si spiega che De Mita e Amato non furono mai perseguiti, mentre Forlani e Martelli furono processati e condannati, pur avendo avuto gli uni e gli altri analoghi cariche e incarichi, nello stesso arco di tempo ? Non sarà perché Ciriaco e Giuliano si buttarono a sinistra e Arnaldo e Claudio, no ?
12) Sig. Scalfaro, è vero che stava per invitare Francesco Saverio Borrelli a fare una riedizione della marcia su Roma ?
13) Sig. DarioRepubblichino Nobel Fo è vero che nei primi anni '60, investì con la sua auto un certo Alfredo Trimboli, lasciandolo, cosa massimamente ignobel, sull'asfalto senza soccorrerlo ?
Per educazione ho chiamato i suddetti Signori, ma, ovviamente facevo per per dire.
Natalino Russo Seminara

UN INSEGNAMENTO DI GESU': "chiamatemi e Io verrò".

Da "L'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta.

Cap. 185. La tempesta sedata. Un insegnamento nell'antefatto.
…Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni erano dei buoni pescatori e perciò si credevano insuperabili nelle manovre marinare. Io per loro ero un grande "rabbi", ma un nulla come marinaio. Perciò mi giudicavano incapace di aiutarli e, quando salivano in barca per traversare il mare di Galilea, mi pregavano di stare seduto perché non ero capace di altro. Anche il loro affetto era causa di questo, perché non volevano impormi fatiche materiali. Ma l'attaccamento alla loro capacità superava anche l'affetto. Io non mi impongo che in casi eccezionali, Maria. Generalmente vi lascio liberi e attendo. Quel giorno, stanco e pregato di riposare, ossia di lasciarli fare, loro che erano tanto pratici, mi misi a dormire. Nel mio sonno era anche mescolata la constatazione del come l'uomo è "uomo" e vuol fare da sé senza sentire che Dio non chiede che di aiutarlo.
Vedevo in quei "sordi spirituali", in quei "ciechi spirituali", tutti i sordi e ciechi dello spirito, che per secoli e secoli si sarebbero rovinati per "volere fare da sé" avendo Me curvo sui loro bisogni in attesa di essere chiamato in aiuto. Quando Pietro gridò: “Salvaci!”, la mia amarezza cadde come sasso lasciato andare. Io
non sono "uomo", sono il Dio-Uomo. Non agisco come voi agite. Voi, quando uno ha respinto il vostro consiglio o aiuto e lo vedete negli impicci, se anche non siete tanto cattivi da goderne, lo siete sempre tanto da rimanere sdegnosamente, indifferentemente a guardarlo senza commuovervi al suo grido di aiuto. Col vostro contegno gli significate: "Quando ti volevo aiutare non mi hai voluto? Ora fa' da te". Ma Io sono Gesù. Sono Salvatore. E salvo, Maria. Salvo sempre non appena mi si invoca. I poveri uomini potrebbero obbiettare: "E allora perché permetti alle tempeste singole o collettive di formarsi?". Se Io con la mia potenza distruggessi il Male, quale che sia, voi giungereste a credervi autori del Bene, che in realtà sarebbe mio dono, e non vi ricordereste mai più di Me. Mai più. Avete bisogno, poveri figli, del dolore per ricordarvi che avete un Padre. Come il figliol prodigo che si ricordò di averlo quando ebbe fame. Le sventure servono a farvi persuasi del vostro nulla, della vostra insipienza, causa di tanti errori, e della vostra cattiveria, causa di tanti lutti e dolori, delle vostre colpe, causa di punizione che da voi vi date, e della mia esistenza, della mia potenza, della mia bontà. Ecco quel che vi dice il Vangelo di oggi. Il "vostro" vangelo dell'ora presente, poveri figli. Chiamatemi. Gesù non dorme che perché è angosciato di vedersi disamato da voi. Chiamatemi e verrò».

martedì 22 settembre 2009

CONVENZIONE DI GINEVRA: VIOLAZIONE DELLE FORZE ARMATE ISRAELIANE.

Le vittime si sono trasformate in carnefici?

Lettera a Dagospia [ 21-09-2009]

Gentil Dago, il 15 gennaio scorso andò in onda una puntata di Anno Zero sull'operazione militare intrapresa da Israele contro la Palestina denominata "Piombo Fuso". La puntata, che mostrò le immagini di morti e feriti civili palestinesi a Jabalya, appariva talmente faziosa che persino Lucia Annunziata preferì alzarsi dalla sedia e abbandonare lo studio.
Il giorno dopo la stragrande maggioranza dei politici criticò la trasmissione (Fini: "Oltre la decenza", Frattini: "Santoro antisemita", Cda della Rai: "La trasmissione ha peccato di intolleranza e faziosità", e così via). Intanto l'Onu decise di inviare a Gaza una Missione di indagine guidata dal giudice Richard Goldstone, di origine ebrea, ex procuratore capo del Tribunale per i Crimini Internazionali di Yugoslavia e Ruanda.
Il 15 settembre è stato reso pubblico il rapporto finale di tale missione (consultabile per intero qui http://www2.ohchr.org/english/bodies/hrcouncil/specialsession/9/docs/UNFFMGC_Report.pdf) in cui si può leggere nero su bianco: "La Missione perciò ritiene che gli attacchi (israeliani ) siano stati indiscriminati e in violazione delle leggi internazionali, e che abbiano violato il diritto alla vita dei civili Palestinesi uccisi in quegli attacchi. "
"La Missione reputa che la condotta delle Forze Armate Israeliane costituisca una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra poiché hanno compiuto uccisioni premeditate di civili e hanno causato grandi sofferenze a persone protette, azioni tali da fare sorgere responsabilità criminali individuali. Reputa anche che l'uccisione arbitraria di civili Palestinesi sia una violazione del diritto alla vita."
"In base ai fatti raccolti, la Missione reputa che le Forze Israeliane abbiano commesso numerose violazioni delle leggi umanitarie internazionali e delle leggi dei diritti umani." Sottolineo che non voglio assolutamente negare la generale faziosità di Santoro, ma forse in questo caso i giudizi nei suoi confronti sono stati un pò affrettati Invito poi chiunque mi voglia criticare dandomi del "terrorista" o "antisemita" per quello che ho scritto, di rivolgere le sue accuse di faziosità direttamente all'Onu (lo può fare a questo indirizzo http://www.un.org/en/contactus/).

Gaetano Bohm

giovedì 20 agosto 2009

VALORE INFINITO DELLA SANTA MESSA

LA SANTA MESSA

Soltanto in cielo comprenderemo quale divina meraviglia sia la S. Messa. Per quanto ci si sforzi e per quanto si sia santi e ispirati, non si può che balbettare su questa opera divina che trascende gli uomini e gli Angeli.

Un giorno fu chiesto al Santo Pio da Pietrelcina: “Padre, spiegateci la S. Messa”. “Figli miei - rispose il Padre - come posso spiegarvela? La Messa è infinita come Gesù... “.
Il Concilio Vaticano II ci insegna: “Il nostro Salvatore nell’ultima Cena, la notte in cui fu tradito, istituì il Sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, onde perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il Sacrificio della Croce” (Sacrosantum Concilium, n. 47) E S. Tommaso d’Aquino con frase luminosa scrisse: “Tanto vale la celebrazione della S. Messa quanto vale la morte di Gesù in croce”.

Per questo S. Francesco d’Assisi diceva: “L’uomo deve tremare, il mondo deve fremere, il cielo intero deve essere commosso, quando sull’altare, tra le mani del Sacerdote, appare il Figlio di Dio”.

“Nessuna lingua umana - dice S. Lorenzo Giustiniani - può enumerare i favori dei quali è sorgente il sacrificio della Messa; il peccatore si riconcilia con Dio, il giusto diviene più giusto, sono cancellate le colpe, annientati i vizi, alimentati le virtù e i meriti, confuse le insidie diaboliche”. Per questo S. Leonardo da Porto Maurizio non si stancava di esortare le folle che l’ascoltavano: “O popoli ingannati, che fate voi? Perché non correte alle Chiese per ascoltare quante Messe potete? Perché non imitate gli Angeli, che, quando si celebra la S. Messa, scendono a schiere dal Paradiso e stanno attorno ai nostri altari in adorazione, per intercedere per noi?”.

Se è vero che tutti abbiamo bisogno di grazie per questa e per l’altra vita, nulla può ottenercele da Dio come la S. Messa. S. Filippo Neri diceva: “Con l’orazione noi domandiamo a Dio le grazie; nella S. Messa costringiamo Dio a darcele”. La preghiera fatta durante la S. Messa impegna tutto il nostro sacerdozio, sia quello ministeriale (esclusivo del celebrante) sia quello comune a tutti i fedeli. Nella S. Messa la nostra preghiera è unita alla sofferta preghiera di Gesù che si immola per noi. Specialmente durante il Canone, che è il cuore della Messa, la preghiera di tutti noi diventa anche preghiera di Gesù presente fra noi. I due momenti del Canone Romano in cui si possono ricordare i vivi e i defunti sono i momenti d’oro della nostra supplica: possiamo pregare per i nostri bisogni, possiamo raccomandare le persone a noi care, vive e defunte, proprio negli attimi supremi della Passione e Morte di Gesù fra le mani del Sacerdote. Approfittiamone con cura; i Santi ci tenevano molto, e quando si raccomandavano alle preghiere dei Sacerdoti chiedevano loro di ricordarli soprattutto durante il Canone.

In particolare, nell’ora della morte le Messe devotamente ascoltate formeranno la nostra più grande consolazione e speranza, e una Messa ascoltata durante la vita sarà più salutare di molte Messe ascoltate da altri per noi dopo la nostra morte. “Assicura - disse Gesù a S. Gertrude - che a chi ascolta devotamente la S. Messa, io manderò, negli ultimi istanti della sua vita, tanti dei miei Santi per confortarlo e proteggerlo, quante saranno state le Messe da lui bene ascoltate”. (Lib 3, e. 16). 
Geltrude ringraziò il Signore d'averla colmata dei suoi benefici, e ricevette questa luce: tutte le volte che una per­sona assiste alla S. Messa, unendosi a Gesù che s'immola per il riscatto del mondo, Dio Padre la contempla con la stessa compiacenza dell'Ostia Santa. Quest'anima diventa allora ri­splendente come una persona che, uscendo dalle tenebre, si trovasse avvolta nella piena luce del sole  (Lib 3, c. 18). 
Quanto è consolante ciò! Aveva ragione il S. Curato d’Ars di dire: “Se conoscessimo il valore del S. Sacrificio della Messa, quanto maggiore zelo porremmo per ascoltarla!”. E S. Pietro G. Eymard esortava: “Sappi, o cristiano, che la Messa è l’atto più santo della Religione: tu non potresti far niente di più glorioso a Dio, né di più vantaggioso alla tua anima che di ascoltarla piamente e il più sovente possibile”.
Per questo dobbiamo stimarci fortunati ogni volta che ci è offerta la possibilità di ascoltare una S. Messa, né tirarci mai indietro di fronte a qualche sacrificio per non perderla, specialmente nei giorni di precetto (domenica e feste). Pensiamo a S. Maria Goretti che per andare a Messa la domenica percorreva a piedi, tra andata e ritorno, 24 chilometri! Pensiamo a Santina Campana che si recava a Messa con la febbre altissima addosso. E quante volte il Santo Pio da Pietrelcina celebrò la Messa febbricitante e sanguinante?

Nella nostra vita di ogni giorno, dobbiamo preferire la S. Messa ad ogni altra cosa buona, perché, come dice S. Bernardo: “Si merita di più ascoltando devotamente una S. Messa, che col distribuire ai poveri tutte le proprie sostanze e col girare pellegrinando su tutta la terra”. E non può essere diversamente, perché nessuna cosa al mondo può avere il valore infinito di una S. Messa.

Siamo generosi, e facciamo volentieri qualche sacrificio per non perdere un bene così grande. S. Agostino diceva ai suoi cristiani: “Tutti i passi che uno fa per recarsi ad ascoltare la S. Messa sono da un Angelo numerati, e sarà concesso da Dio un sommo premio in questa vita e nell’eternità”. E il S. Curato d’Ars aggiunge: “Com’è felice quell’Angelo Custode che accompagna un’anima alla S. Messa”.

Estr. da: http://spazioinwind.libero.it/ivipdidio/IlsitodiDio/HTM_file/2messa.htm




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Vaccinazione non obbligatoria: i bambini non vaccinati vanno ammessi a scuola

La televisione non te lo dirà ma l'obbligo vaccinale nelle scuole è stato di fatto abrogato con il DPR n. 355 del 26 gennaio 1999. Le regioni Veneto, Piemonte e Lombardia hanno sospeso l'obbligo vaccinale:

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REGIONE VENETO
Legge regionale 23 marzo 2007, n. 7
Sospensione dell'obbligo vaccinale per l'età evolutiva.

Il Consiglio regionale ha approvato
Il Presidente della Giunta regionale
Promulga la seguente legge

ARTICOLO 1
Sospensione dell’obbligo vaccinale.

1. Per tutti i nuovi nati a far data dal 1° gennaio 2008 è sospeso nella Regione del Veneto l’obbligo vaccinale disposto dalle seguenti leggi:
a) legge 6 giugno 1939, n. 891 “Obbligatorietà della vaccinazione antidifterica”;
b) legge 5 marzo 1963, n. 292 “Vaccinazione antitetanica obbligatoria” e successive modificazioni e legge 20 marzo 1968, n. 419 “Modificazioni alla legge 5 marzo 1963, n. 292, recante provvedimenti per la vaccinazione antitetanica obbligatoria”;
c) legge 4 febbraio 1966, n. 51 “Obbligatorietà della vaccinazione antipoliomielitica”;
d) legge 27 maggio 1991, n. 165 “Obbligatorietà della vaccinazione contro l’epatite virale B”.
2. Le vaccinazioni previste dalle leggi di cui al comma 1, continuano a costituire livello essenziale di assistenza ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza” e dalla vigente normativa in materia; tali vaccinazioni sono offerte attivamente e gratuitamente dalle aziende unità locali socio-sanitarie (ulss), restando inserite nel calendario vaccinale dell’età evolutiva, approvato e periodicamente aggiornato dalla Giunta regionale, in conformità agli indirizzi contenuti nel vigente Piano nazionale vaccini, secondo quanto previsto dalla normativa statale in materia.
3. È fatto salvo quanto previsto dalla legge 25 febbraio 1992, n. 210 “Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati” e successive modificazioni e dalla legge 29 ottobre 2005, n. 229 “Disposizioni in materia di indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie”.

ARTICOLO 2
Disposizioni attuative.

1 La Giunta regionale, al fine di garantire un’offerta vaccinale uniforme su tutto il territorio regionale, emana le linee guida per la definizione delle azioni da applicarsi da parte delle competenti strutture delle aziende ulss.
2. Fino all’adozione del provvedimento di cui al comma 1, le aziende ulss continuano ad eseguire le procedure attualmente praticate per le vaccinazioni dell’età evolutiva.

ARTICOLO 3
Comitato tecnico scientifico.
1. Al fine di valutare gli effetti derivanti dall’applicazione della presente legge, è istituito un Comitato tecnico scientifico, di seguito denominato Comitato, presso la struttura della Giunta regionale competente in materia di prevenzione.
2. La Giunta regionale definisce la composizione ed il funzionamento del Comitato.
3. Previa intesa con il Ministero competente alle riunioni del Comitato partecipano il direttore del centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie ed un rappresentante dell’Istituto superiore di sanità.
4. Il Comitato redige semestralmente un documento contenente la valutazione dell’andamento epidemiologico delle malattie per le quali la presente legge sospende l’obbligo vaccinale ed il monitoraggio dell’andamento dei tassi di copertura vaccinale nel territorio regionale, e lo trasmette, entro il 31 gennaio ed il 31 luglio di ogni anno, alla struttura della Giunta regionale competente in materia di prevenzione.

ARTICOLO 4
Ripristino dell’obbligo vaccinale.

1. In caso di pericolo per la salute pubblica conseguente al verificarsi di eccezionali e imprevedibili eventi epidemiologici relativi alle malattie per le quali la presente legge ha sospeso l’obbligo vaccinale, ovvero, derivante da una situazione di allarme per quanto attiene i tassi di copertura vaccinale evidenziata dal documento di cui all’articolo 3 redatto dal Comitato, il Presidente della Giunta regionale sospende, con motivata ordinanza, l’applicazione della presente legge.

ARTICOLO 5
Norma finanziaria.

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione dell’articolo 3, quantificati in euro 5.000,00 per ciascun esercizio del triennio 2007-2009, si fa fronte utilizzando le risorse allocate sull’upb U0140 “Obiettivi di piano per la sanità” del bilancio di previsione 2007 e pluriennale 2007-2009.

Formula Finale:
La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione veneta. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione veneta.
Venezia, 23 marzo 2007


Decreto Presidente Repubblica 26 gennaio 1999, n. 355(in GU 15 ottobre 1999, n. 243)
Regolamento recante modificazioni al DPR 1518/67 in materia di vaccinazioni obbligatorie

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'art. 87 della Costituzione;
Visto il D.P.R. 22.12.67, n. 1518, concernente regolamento per l'applicazione del titolo III del D.P.R. 11.2.61, n. 264, relativo ai servizi di medicina scolastica, ed in particolare l'art. 47;
Visto l'art. 17, comma 1, della Legge 23.8.88, n. 400;
Udito il parere del Consiglio superiore di, sanità, espresso in data 30.9.98;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli. atti normativi nell'adunanza del 28.9.98;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione dei 5.11.98;
Sulla proposta del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro della pubblica istruzione;
EMANA il seguente regolamento:

Art. 1
1. L'art. 47 del D.P.R. 22.12.67, n. 1518, è sostituito dal seguente:
"Art. 47. - l. I direttori delle scuole e i capi degli istituti di istruzione pubblica o privata sono tenuti, all'atto dell'ammissione alla scuola o agli esami, ad accertare se siano state praticate agli alunni le vaccinazioni e le rivaccinazioni obbligatorie, richiedendo la presentazione da parte dell'interessato della relativa certificazione, ovvero di dichiarazione sostitutiva, ai sensi della Legge 4.1.68, n. 15, e successive modificazioni e integrazioni, e del D.P.R. 20.10.98, n. 403, comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni e delle rivaccinazioni predette, accompagnata dall'indicazione della struttura del Servizio sanitario nazionale competente ad emettere la certificazione.
2. Nel caso di mancata presentazione della certificazione o della dichiarazione di cui al comma 1, il direttore della scuola o il capo dell'istituto comunica il fatto entro cinque giorni, per gli opportuni e tempestivi interventi, all'azienda unità sanitaria locale di appartenenza dell'alunno ed al Ministero della sanità. La mancata certificazione non comporta il rifiuto di ammissione dell'alunno alla scuola dell'obbligo o agli esami.3. E' fatta salva l'eventuale adozione da parte dell'autorità sanitaria di interventi di urgenza ai sensi dell'art. 117 del D.L.vo 31.3.98, n. 112.".
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. là fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare


Art. 117 del D.L.vo 31.3.98, n. 112: 1. In caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco quale rappresentante della comunità locale. Negli altri casi l'adozione dei provvedimenti d'urgenza, ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni...

Per informazioni: jmjkinga@gmail.com

mercoledì 19 agosto 2009

Rimedi della nonna, semplici ed efficaci.

I rimedi della nonna sono semplici ma quanto efficaci?

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Scriveteci per comunicarci quanto sono efficaci: jmjkinga@gmail.com, olivetanus@gmail.com

giovedì 23 luglio 2009

PENSIERI CONFORTANTI SULLA MORTE: i nostri cari ci sono sempre vicino.

Perché ogni lutto cessa quando
si vive il giorno del Signore. La morte cessa la sua asprezza perché la
perdita di un figlio, di uno sposo, di un padre, madre o fratello, diviene
momentanea e limitata separazione. Momentanea, perché con la nostra
morte cessa. Limitata, perché si limita al corpo, al senso. L'anima nulla
perde con la morte del parente estinto. Ma anzi non ne è limitata la libertà
che a una delle parti: la nostra di superstiti con l'anima ancora serrata nella
carne, mentre l'altra parte, quella già passata alla seconda vita, gode della
libertà e della potenza di vegliarci e di ottenerci più, molto più di quando ci
amava dalla carcere del corpo.

da L’EVANGELO COME MI E’ STATO RIVELATO
Maria Valtorta
Volume IV. Cap. 295. Il discorso e i miracoli ad Arbela, già evangelizzata da Filippo di Giacobbe. 4 ottobre 1945.


Tua mamma come si chiamava?».
«Eucheria... ed era tanto buona», e due lacrimoni cadono dagli occhi di
Maria di Magdala. «Piangi perché è morta?», chiede il bambino e
l'accarezza sulle bellissime mani incrociate sulla veste scura, certo una di
Marta adattata a lei perché mostra l'orlo abbassato. E aggiunge: «Ma non
devi piangere. Non siamo soli, sai? Le nostre mamme ci sono sempre
vicine. Lo dice Gesù. E sono come angeli custodi. Anche questo lo dice
Gesù. E se si è buoni ci vengono incontro quando si muore, e si sale a Dio
in braccio alla mamma. Ma è vero, sai? Lo ha detto Lui!».

da L’EVANGELO COME MI E’ STATO RIVELATO
Maria Valtorta
Volume IV Cap. 240. A Betsaida da Porfirea e Marziam, che insegna alla Maddalena la preghiera di Gesù. 1 agosto 1945.

venerdì 17 luglio 2009

SUMMA TEOLOGICA DI SAN TOMMASO D'AQUINO = Summa theologica S. Thomae aquinatis. Versione digitalizzata on line gratis.




Un sito di sacerdoti ha reso disponibile una versione digitalizzata della Summa Teologica di San Tommaso d'Aquino (per gli appassionati di Linguistica computazionale è allegato anche un indice delle frequenze e
ricorrenze) scaricabile da questo indirizzo

http://www.preticattolici.it/Testi/SOMMA%20REC.pdf
(fare attenzione perchè sono quasi 30 megabyte)

con questa premessa:

PRESENTAZIONE DELL'OPERA

Il P. Tito Centi, del Convento di S. Domenico di Fiesole, che per ben 28 anni si è accollato quasi per intero la "gioiosa fatica"di tradurre, annotare, introdurre, correggere, redigere l´edizione italiana della Somma Teologica, mentre prende atto con piacere che le nuove edizioni italiane riproducono praticamente la sua, avendo ormai raggiunto la venerabile età di 94 anni ha espresso il desiderio che il frutto delle sue immani fatiche diventi, attraverso la rete informatica internet maggiormente accessibile al grande pubblico senza oneri di sorta. Il sottoscritto si è messo semplicemente a sua disposizione perché tale desiderio diventasse realtà.
P. Angelo Zelio Belloni o.p. - Fiesole

N.B. Questa edizione integrale on-line non riproduce semplicemente quella pubblicata negli anni 1949-1975 a Firenze, ma è stata radicalmente rivista e modificata soprattutto nelle introduzioni, nella struttura e nei contenuti con apporti originali. Ci scusiamo per eventuali imperfezioni dovute alla trascrizione elettronica di alcune parti e alla dimensione consistente dell'intero documento.

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venerdì 10 luglio 2009

IL TRATTATO DI LISBONA, QUESTO SCONOSCIUTO, E' ANTICOSTITUZIONALE?

Riprendiamo da: http://www.movisol.org/

Ora più di prima, il Trattato di Lisbona è anticostituzionale
9 luglio 2009 (MoviSol)

- Pubblichiamo il testo del dispositivo e alcune delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale tedesca del 30 giugno 2009, che ha bocciato la legge di attuazione del Trattato di Lisbona. Le riserve che la nuova legge di attuazione dovrà incorporare sono tali che la Germania si è ritagliata uno stato di eccezione all'interno del Trattato stesso. Questo significa che tutti i paesi firmatari non hanno firmato lo stesso trattato che, a questo punto, è anticostituzionale.
Linee guida
1. La Costituzione (Grundgesetz) permette con l'Art. 23 la partecipazione ad una Unione Europea concepita come associazione (Verbund) di stati, e il suo sviluppo. Il termine Verbund esprime una stretta associazione a lungo termine di stati che rimangono sovrani, i quali esercitano il potere pubblico sulle basi di un trattato, il cui ordinamento fondamentale è comunque nella sola disposizione degli stati membri e in cui i popoli – cioè i possessori di cittadinanza – degli stati membri rimangono i soggetti della legittimazione democratica.
2. L'integrazione europea sulla base di un trattato di unione tra stati sovrani non deve essere realizzata in modo tale che negli stati membri non rimanga più spazio a sufficienza per la determinazione politica delle condizioni di vita economica, culturale e sociale. Ciò vale specialmente per gli ambiti che influiscono sulle condizioni di vita dei cittadini, principalmente lo spazio privato della responsabilità personale protetto dalla costituzione, e sulla sicurezza personale e sociale, come pure per quelle decisioni politiche che in particolar modo fanno riferimento a preintendimenti culturali, storici e linguistici e che si dispiegano discorsivamente nello spazio politico pubblico organizzato, dei partiti e del parlamento.
3. La Corte Costituzionale verifica se gli atti legislativi degli organi e degli enti europei si mantengono nei limiti dell'autorità a loro attribuita dalle singole e limitate deleghe (Qui riferimento a precedenti sentenze costituzionali, 58, 89 e 155 credo –CC). a salvaguardia del principio di sussidiarietà [affermato] nella comunità e nel diritto dell'unione (Art. 5 Prop. 2 TCE; Art. 5 Par. 1 Prop. 2 e Par. 3 del Trattato sull'Unione Europea nella versione del Trattato di Lisbona ). Inoltre, la Corte Costituzionale verifica se viene salvaguardato il nocciolo dell'identità costituzionale della Grundegesetz secondo l'Art. 23 Par. 1 Prop. 3 in congiunzione con l'Art. 79 Par. 3 della Costituzione (cfr. sentenze 113, 273, 296). L'esercizio di questa competenza di controllo ratificata nella legge costituzionale segue il principio di benevolenza verso il diritto europeo (Europarechtsfreundlichkeit) della Costituzione, e perciò non contraddice nemmeno la norma sulla cooperazione leale (Art. 4 Par. 3 TUE-Lisbona); altrimenti nell'avanzare dell'integrazione non potrebbero essere tutelate le strutture costituzionali e politiche fondamentali degli stati membri sovrani, riconosciute dall'Art. 4 Par. 2 Prop. 1 TUE-Lisbona. Pertanto le tutele costituzionali e del diritto europeo sull'identità costituzionale nazionale nella giurisdizione europea vanno a braccetto.
(...)
Sentenza
Considerato in diritto:
1. I procedimenti vengono riuniti sotto una unica sentenza.
2. L'istanza del ricorrente nell' Organstreitverfahren (Giudizio sull'attribuzione dei poteri) I. viene respinta.
3. L'istanza della ricorrente nell'Organstreitverfahren II. viene respinta.
4.
a. La legge sull'allargamento e il rafforzamento dei diritti del Bundestag e del Bundesrat negli affari dell'Unione Europea (Documento parlamentare 16/8489) viola l'Articolo 38, Par. 1 in collegamento con l'Art. 23 Par. 1 della Costituzione (Grundgesetz), nella misura in cui i diritti di partecipazione del Parlamento tedesco non sono rappresentati a sufficienza come dai motivi elencati sotto C. II. 3.
b. Prima che entri in vigore la legge che accoglie il dettato costituzionale sulla rappresentazione dei diritti di partecipazione, il documento di ratifica della Repubblica Federale Tedesca al Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 che cambia il Trattato dell'Unione Europea e il Trattato sulla Fondazione della Comunità Europea (Gazzetta Ufficiale 2008 II Pagina 1039) non può essere depositato.
5. Gli altri ricorsi costituzionali vengono respinti.
6. La Repubblica Federale Tedesca è tenuta a rimborsare le spese del processo al ricorrente III. per la metà, ai ricorrenti IV. E VI. ciascuno per un quarto, così come i ricorrenti V. e la ricorrente II. ognuno per un terzo.
Motivazioni
(...)
276
a) Nell'attuale stato di integrazione, anche con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, L'Unione Europea non raggiunge alcuna forma che esprima il livello di legittimazione di una democrazia statuale costituzionale.
289
dd) L'attuale – se paragonato ai requisiti della democrazia statuale – deficit del potere sovrano europeo non può essere compensato da altre norme del Trattato di Lisbona e perciò non può essere giustificato.
293
(3) Anche il riconoscimento istituzionale dei parlamenti degli stati membri per mezzo del Trattato di Lisbona non può controbilanciare il deficit nella catena di legittimazione diretta, basata sull'elezione dei deputati al Parlamento Europeo, del potere sovrano europeo. La posizione dei parlamenti nazionali viene considerevolmente indebolita, per mezzo della diminuizione delle decisioni unanimi e la sovranazionalizzazione della cooperazione di polizia e di giustizia nell'azione penale. La compensazione prevista dal Trattato, tramite il rafforzamento della Sussidiarietà nella procedura ordinaria sposta – su questo si è registrata unanimità nel dibattimento – gli attuali diritti di autodeterminazione politica sui binari di possibilità di influenzare la procedura ordinaria e dei diritti di ricorso perseguibili giuridicamente.
(...)
406
3. La legge sull'Ampliamento e il rafforzamento dei diritti del Bundestag e del Bundesrat negli affari dell'Unione Europea (Legge di Ampliamento) viola l'Art. 38, Par. 1 in congiunzione con l'Art. 23, Par. 1 della Grundgesetz (GG), poiché i diritti partecipativi del Bundestag e del Bundesrat non sono elaborati nella misura richiesta.
407
a) Con la Legge di Ampliamento non ancora firmata dal Presidente, dovrebbero essere stabilite le precondizioni per cui il Bundestag e – nelle funzioni di Camera di un Parlamento nazionale – il Bundesrat riconoscono i diritti concessi attraverso il Trattato di Lisbona (Gazzetta Ufficiale 16/8489, P. 7). La legge regola l'esercizio dei Diritti nel quadro dei controlli di sussidiarietà (Art. 1 § 2 e § 3 della Legge di Ampliamento) come pure il diritto previsto esplicitamente nel Trattato di Lisbona, di respingere gli atti legislativi dell'UE che cambiano il Trattato previsti dalla Procedura-Ponte secondo l'Art. 48, Par. 7 e Par. 3 TUE-Lisbona e Art. 81 Par. 3 e Par. 3 (sic) TFUE (Art. 1 § 4 della Legge di Ampliamento).
408
La legge inoltre autorizza l'assemblea plenaria del Bundestag a conferire alla Commissione per gli Affari dell'Unione Europea da esso convocata secondo l'Art. 45 GG, i poteri di affermare i propri diritti – incluse le restrizioni che derivano dalle prescrizioni della Legge di Ampliamento all'attività legislativa nei ricorsi di Sussidiarietà [Subsidiaritätsklage] e nei diritti di rifiuto nel quadro della Procedura-ponte (cfr. qui Gazz. Uff. 16/8489, p. 8) - nei confronti degli organi dell'Unione Europea (Art. 1 § 5 della Legge di Ampliamento).
409
b) Nel caso in cui gli stati membri, sulla base dei princìpi della delega limitata dei poteri, [applichino] la legge del Trattato europeo in tal modo che un cambiamento della legge del Trattato può essere introdotta semplicemente senza procedura di ratifica, solamente o in gran parte tramite gli organi dell'Unione Europa – pur con l'approvazione del Consiglio – gli organi costituzionali nazionali sono tenuti ad una particolare responsabilità nel quadro della partecipazione. Questa Responsabilità di Integrazione è sufficiente a salvaguardare la costituzionalità degli atti, in particolare per l'Art. 23 Par. 1 GG. La Legge di Ampliamento non è di salvaguardia, perché nel quadro delle modifiche al Trattato e alle procedure legislative non sono stati introdotti sufficienti diritti partecipativi.
410
aa) La Legge di Ampliamento ha la funzione di rappresentare e concretizzare nel diritto nazionale al livello della legislazione semplice i diritti di partecipazione, concessi costituzionalmente, dei corpi legislativi al processo di integrazione europeo. Al proposito, l'accordo tra il Bundestag e il governo federale tedesco sulla cooperazione negli Affari dell'Unione Europea del 28 settembre 2006 ( ) non è sufficiente sia per la sua natura giuridica non chiara ( ), sia per il contenuto ( ). Il Bundestag e il Bundesrat devono perciò avere la possibilità di decidere nuovamente le procedure e le forme della propria partecipazione, in linea con le ragioni di questa sentenza.
411
bb) Il Bundestag e il Bundesrat devono tener conto, nel nuovo atto legislativo, che essi devono accettare la propria Responsabilità di Integrazione in numerosi casi dello sviluppo dinamico del Trattato:
412
Mentre la procedura ordinaria di modifica (Art. 48 Par. 2 fino a Par. 5 TUE-Lisbona) è sottoposta alla classica riserva di ratifica per i Trattati di diritto internazionale, secondo la Costituzione anche le modifiche della legge primaria nella procedura semplificata (Art. 48 Par. 6 TUE-Lisbona) richiedono una legge di ratifica secondo l'Art. 23 Par. 1 Prop. 2 e eventualmente Prop. 3 GG. La stessa precondizione vale per le procedure di modifica secondo l'Art. 48 Par. 6 TUE-Lisbona (Art. 42 Par. 2 e Par. 1 TUE-Lisbona; Art. 25 Par. 2, Art. 218 Par. 8 e Par. 2 Prop. 2, Art. 223 Par. 1 e 2, Art. 262 e Art. 311 Par. 3 TFUE).
413
Nell'ambito di applicazione della Procedura-ponte generale secondo l'Art. 48 Par. 7 TUE-Lisbona e delle Clausole-ponte speciali, il legislatore non può cedere né concedere anticipatamente e astrattamente "in provvista", tramite la Legge di Ampliamento, la sua necessaria e costitutiva ratifica di una iniziativa del Consiglio Europeo o del Consiglio per il passaggio dall'unanimità alla maggioranza qualificata per le decisioni nel Consiglio e per il passaggio da una procedura legislativa particolare alla procedura legislativa ordinaria. Con l'approvazione di una modifica della legge primaria dei Trattati nell'ambito di applicazione della Clausola-ponte generale e delle Clausole-ponte speciali, il Bundestag e il Bundesrat decidono l'estensione dei vincoli che si rifanno ad un Trattato di diritto internazionale e si assumono perciò la responsabilità politica nei confronti del cittadino (cfr. sentenze Corte Cost. 104, 151 <209>; 118, 244, <260; 121, 135 <157>). La responsabilità giuridica e politica del Parlamento, perciò, non si esaurisce in un atto di ratifica una tantum – anche nel caso dell'integrazione europea – bensì si estende anche alla successiva applicazione del Trattato. Un silenzio del Bundestag e del Bundesrat perciò non è sufficiente come assunzione di responsabilità.
414
Nella misura in cui la Procedura-ponte generale secondo l'Art. 48 Par. 7 e 3 TUE-Lisbona come pure la Clausola-ponte speciale secondo l'Art. 81 Par. 3 e 3 (sic) TFUE concedono il diritto di rifiuto ai parlamenti nazionali, ciò non equivale sufficientemente alla procedura di ratifica. E' perciò indispensabile che il rappresentante del governo tedesco nel Consiglio Europeo o nel Consiglio possa approvare una proposta di decisione solo quando egli abbia precedentemente ricevuto il mandato con una legge del Bundestag e del Bundesrat entro una scadenza, ancora da definire, ai sensi della scadenza stabilita nell'Art. 48 Par. 7 e 3 TUE-Lisbona e ai sensi dell'Art. 23 Par. 1 Prop. 2 GG.
415
L'Art. 1 § 4 Par. 3 N. 3 della Legge di Ampliamento è perciò in conflitto con la funzione dei diritti di opposizione, che proteggono effettivamente gli stati membri da ulteriori – non prevedibili – modifiche del Trattato, in quanto esso per questa clausola prevede che la Competenza di decisione sull'esercizio dei diritti di rifiuto nei casi di una legislazione concorrente spetterebbe al Bundestag solo quando il Bundesrat non si opponesse. Una rappresentazione differenziata dell'esercizio del diritto di rifiuto, come nell'Art. 1 § 4 Par. 3 N. 3 della Legge di Ampliamento, non risponde alla Responsabilità generale di integrazione del Bundestag. Di conseguenza la Costituzione richiede che sia attribuita al Bundestag la Competenza decisionale sull'esercizio del diritto di rifiuto in questi casi, indipendentemente da una delibera del Bundesrat.
416
Sulla base delle ulteriori Clausole-ponte speciali nell'Art. 31 Par. 3 TUE-Lisbona, Art. 153 Par. 2 e 4, Art. 192 Par. 2, Art. 312 Par. 2 come pure Art. 333 Par. 1 e Par. 2 TUE, che non contemplano un diritto di rifiuto per i parlamenti nazionali, per la Repubblica Federale Tedesca può essere adottata una legge vincolante nell'Unione Europea solo quando il Bundestag e, nella misura in cui la disciplina sulla legislazione lo richiede il Bundesrat, abbiano in precedenza concesso la propria approvazione di una precisa proposta di delibera, entro una scadenza, ancora da definire, ai sensi della scadenza stabilita nell'Art. 48 Par. 7 e 3 TUE-Lisbona, laddove un silenzio del Bundestag o del Bundesrat non deve essere interpretato come approvazione.
417
Qualora si applicasse la Clausola di Flessibilità nell'Art. 352 TFUE, questa richiede anche una legge ai sensi dell'Art. 23 Par. 1 Prop. 2 GG.
418
Nel quadro della procedura di "freno di emergenza" secondo l'Art. 48 Par. 3 e Art. 83 Par. 3 TFUE, il governo federale tedesco può agire in seno al Consiglio solo dietro esplicita istruzione del Bundestag e, nella misura in cui lo richiede la disciplina sulla legislazione, del Bundesrat.
419
Nell'ambito della cooperazione in materia di giustizia penale, l'esercizio dell'Art. 83 Par. 1 e 3 TFUE richiede una legge preventiva, ai sensi dell'Art. 23 Par. 1 Prop. 2 GG. Qualora nell'ambito dell'Art. 82 Par. 2 e 3 Lettera d e Art. 83 Par. z 1 e 3 TFUE si applicasse la Clausola-ponte generale, questa necessita – come nel resto dei casi di applicazione della Clausola-ponte generale – la preventiva approvazione del Bundestag e del Bundesrat in forma di una legge ai sensi dell'Art. 23 Par. 1 Prop. 2 GG. Eventualmente vale anche nei casi dell'Art. 86 Par. 4 TFUE (poteri della procura europea) e dell'Art. 308 Par. 3 TFUE (Statuto della Banca Europea per gli Investimenti).
D.
420
Considerando che la Legge di Ratifica del Trattato di Lisbona è in accordo con la Costituzione solo se osserva le motivazioni [Gründe] di questa sentenza e che la Legge di Ampliamento è in parte anticostituzionale, si devono parzialmente risarcire le spese dei ricorrenti ai sensi del § 34° Par. 2 e 3 Corte Costituz.. Per cui vanno risarcite le spese dei ricorrenti III per la metà, dei ricorrenti IV e VI ognuno per un quarto come pure i ricorrenti V e la ricorrente II ognuno per un terzo.
E.
421
Questa sentenza è stata votata all'unanimità, e con 7:1 voti per quanto riguarda le motivazioni.

BERLUSCONI SOTTO ATTACCO: L'OBBIETTIVO E' TREMONTI.

Riprendiamo da: http://www.movisol.org/

Perché la stampa inglese attacca l'Italia

Aggiornamento: il Guardian attacca la presidenza italiana del G8
8 luglio 2009 (MoviSol)

- A poche ore dall'inizio del G8 dell'Aquila, il quotidiano londinese il Guardian sferra un attacco durissimo contro il Governo italiano, accusando l'esecutivo italiano di aver fallito miseramente nella preparazione del vertice. Addirittura prospetta l'esclusione dell'Italia dal G8: "Ci sono pressioni crescenti da altri stati membri [del G8, NdR] per fare espellere l'Italia, secondo fonti altolocate".
L'articolo del Guardian fa parte di una campagna mediatica britannica che va avanti da settimane, il cui vero scopo è quello di destabilizzare l'Italia, paese dove il movimento di Lyndon LaRouche ha un'influenza crescente a livello politico, e dove il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti si è opposto agli schemi di salvataggio britannici per tentare di tenere in piedi il sistema finanziario internazionale in bancarotta.
Il quotidiano britannico afferma che l'Italia non ha sviluppato "alcuna iniziativa sostanziale" e quindi "gli Stati Uniti hanno preso in mano la situazione. Washington ha organizzato le telefonate degli sherpa… tentando di dare uno scopo al vertice". Cita "funzionari altolocati" che accusano l'Italia di aver organizzato male l'incontro e di non fare il suo dovere come membro del G8, prendendo come pretesto la mancanza di cooperazione con le iniziative "umanitarie" per l'Africa di personaggi come Tony Blair e Bob Geldof, e riferendosi anche agli scandali intorno al Presidente del Consiglio Berlusconi.
Ma il vero motivo dietro la campagna di stampa viene svelato poco dopo. Si dice che la bozza del comunicato "è praticamente vuota" e che l'Italia ha cercato di coprire le sue debolezze aumentando il numero degli invitati. Non si è voluto raggiungere l'accordo prima del vertice? Orrore! C'è il rischio che non si avalli automaticamente la linea pro-City di Londra, anti-Rooseveltiana, che viene ripetuta incessantemente nelle maggiori capitali in questi mesi. Berlusconi si è impegnato a proporre le riforme sviluppate da Giulio Tremonti in merito alla riorganizzazione del sistema finanziario internazionale, ma è chiaro che il Guardian e i suoi mandanti vogliono evitare qualsiasi discussione su questo punto.

Perché la stampa inglese attacca l'Italia...
E' in atto un'operazione coperta contro il Governo italiano. Si tratta della ripetizione di quell'operazione che già scoppiò intorno a Clinton a fine anni '90. Oggi come allora, è il "fattore LaRouche" a rendere necessarie operazioni multilivello che passano dai media ai tribunali ai servizi segreti deviati, di modo da screditare, delegittimare, privare di autorevolezza ogni volontà politica riformatrice dell'attuale ordine finanziario internazionale alla luce di un principio di giustizia che riporti le Nazioni verso un'epoca di sviluppo e di pace. Infatti il ministro Tremonti, che è allo stato attuale una delle personalità più ascoltate in Europa, sostiene la Nuova Bretton Woods, il progetto per un nuovo sistema finanziario internazionale che Lyndon LaRouche propose nel febbraio del 1997 e che Bill Clinton e il Segretario al Tesoro Robert Rubin presero in considerazione qualche mese più tardi. Ecco che mentre Bill Clinton vide inibita ogni sua capacità politica con lo scandalo Lewinsky, l'Italia rischia di subire oggi il medesimo destino, in un 2009 durante il quale ricoprirà il ruolo di presidente del G8.
Un cittadino dotato di un minimo senso critico dovrebbe chiedersi del perché della recente pioggia di scandali e critiche espresse al Governo italiano proprio in questo momento. La risposta più immediata potrebbe essere quella della importante fase pre-elettorale appena conclusasi in Italia. Ma in realtà vi è molto di più. Vi è molto di più perché al "caso Berlusconi" hanno partecipato in primo luogo i media internazionali. Da Repubblica, a El Pais, alla Bbc, alla Cnn, si tratta di una rete mediatica legata ai circoli bancari londinesi, ed a personaggi a questi legatissimi come Carlo De Benedetti, George Soros, Ted Turner. Anche i "moralizzatori", quelli che ce l'hanno con la politica, come Di Pietro e Grillo per esempio, sono complici di questi circoli. Non è un caso per esempio che Grillo durante uno spettacolo dell'inverno del 2003, definì il megaspeculatore George Soros ed il magnate dei media Ted Turner, come modelli di capitalismo etico. Tanto sono "etici" che entrambi aderiscono alle tesi neomaltusiane (per la riduzione della popolazione mondiale) [1].
La cittadinanza dovrebbe dunque quanto meno prendere le distanze da una operazione che è un palese tentativo di condizionare la sovranità politica italiana da parte di forze private nazionali ed estere.
In Italia gli scandali intorno al Presidente Berlusconi hanno rappresentato l'ancora di salvataggio a cui è ricorso il potentato finanziario dietro al Gruppo L'Espresso per impedire la disintegrazione della creatura politica che sponsorizzano, il Partito Democratico. Dunque, il dato politico principale della faccenda è che il PD si trova ad un livello di pochezza ideale da farsi dettare l'agenda politica dal gossip de La Repubblica piuttosto che fare politica intorno a questioni fondanti. Tuttavia tra queste questioni fondanti vi è la riforma del sistema finanziario internazionale che il Governo italiano non riesce a portare avanti a livello di G8 o G20 – ma allora qui si dovrebbe rivolgere un duro atto di accusa verso Gordon Brown! – ; la questione del flusso creditizio che non arriva dalle banche – ed allora qui si dovrebbe dar ragione a Tremonti quando propone i Tremonti Bond e decide di istituire il controllo prefettizio sulle banche, invece che invocare il "trascendentale" principio dell'indipendenza delle banche! – ; la questione Alitalia, che era opportuno tenere in mano pubblica e rifinanziare – ma allora qui invece che rivolgere un j'accuse al Governo lo si dovrebbe rivolgere alla legislazione europea! – . Queste vicende mostrano le lacune del patrimonio ideale dell'attuale PD e del ventennale conformarsi della sua dirigenza all'ideologia liberista e alla globalizzazione finanziaria. Si tratta di un vero e proprio tradimento di quello che dovrebbe essere il patrimonio genetico del Partito Democratico, così come si espresse durante l'era di Franklin Delano Roosevelt, in quanto esperienza decisiva dal punto di vista storico, sia sul fronte economico che sul fronte delle relazioni internazionali.
La presidenza del G8 all'Italia
Così La Repubblica si è avvantaggiata delle operazioni sporche di personaggi su cui la magistratura dovrebbe aprire un'inchiesta per verificare se appartenenti o comunque vicini ai servizi segreti deviati – mentre il PD si è avvantaggiato dell'inchiesta di Repubblica. A livello elettorale tutto ciò è costato in termini di voti quasi dieci punti percentuali al PdL, ma ha fatto riguadagnare al PD ben pochi punti percentuali rispetto ai minimi di consenso a cui veniva dato.
Ma a queste vicende è stata data un'eco internazionale, mentre appunto l'Italia per questo 2009 riveste il ruolo di presidente in seno agli incontri del G8. Se l'Italia non avesse rivestito questo ruolo, la grande eco internazionale data al sexygate di Berlusconi non ci sarebbe stata. Ma invece Berlusconi, pur con i suoi chiari limiti, evidenziati dalle ripetute dichiarazioni sul fatto che la crisi sarebbe solo "psicologica", ha scelto come superministro dell'Economia un personaggio un po' eccentrico come Tremonti, che nonostante sia un uomo fedele alla politica del premier, gode trasversalmente della simpatia e del rispetto di gran parte dei politici e dei cittadini italiani. E per l'oligarchia finanziaria la pericolosità del Governo Berlusconi risiede in particolare nel Giulio Tremonti che parla di valori e di morale, che parla di legge e politica sovraordinata ai desiderata dei banchieri, che partecipa ad incontri pubblici con Lyndon LaRouche, che non perde occasione per ricordare che il problema di fondo dell'attuale fase storica non sono le liberalizzazioni o la riforma delle pensioni – tutta roba che bastona lavoratori e pensionati per dare nuovi aiuti agli speculatori – quanto il magnetismo esercitato dai prodotti speculativi sulle banche e la parallela allergia che hanno verso l'economia reale. Secondo Tremonti l'attuale "stabilizzazione" del sistema finanziario decantata dai cosiddetti esperti in realtà significa soltanto porre le basi per una nuova crisi. Se non si neutralizza il meccanismo dei derivati e altri titoli altamente speculativi non si potrà effettuare un cambiamento vero.
Le cose che LaRouche sostiene, con la crisi finanziaria ed economica in corso fanno sempre più breccia anche tra chi finora credeva di poter fare politica accettando che la questione della sovranità creditizia e monetaria potesse essere lasciata alle autorità finanziarie ed ai banchieri. Se queste divengono oggetto di discussione tra più leader nazionali, l'oligarchia finanziaria rischia di ritrovarsi in serie difficoltà. E allora, anche per rifarsi all'articolo di Lodovico Festa comparso su Il Foglio del 30 giugno che centra piuttosto bene il punctum dolens di tutta la questione, il problema non è tanto ciò che ha fatto o detto sinora Tremonti, quanto il processo che egli potrebbe mettere in moto. [2]
Il dato comune dell'attacco scandalistico di oggi con quello che riguardò Bill Clinton nel 1998, è che oggi come allora sul tavolo di discussione di chi ricopre un ruolo che potrebbe essere cruciale per la storia, vi è la proposta di Nuova Bretton Woods di LaRouche. LaRouche di fatto è vittima di ostracismo, diffamazioni e menzogne da circa quarant'anni, ma la capacità del suo movimento politico di far arrivare le sue idee ai piani alti della politica mondiale è assai efficace. Di fatto i sexygate hanno la capacità di delegittimare agli occhi altrui, e di inibire la capacità propositiva di chi è fautore di proposte concettualmente complesse, che rompono con gli schemi a cui si è abituati.
Sia chiaro che qui non si prendono le difese di Berlusconi e tanto meno si intende addentrarsi negli scandali, ma si interviene sul fatto che essi vengano artatamente strumentalizzati per condizionare la sovranità nazionale italiana.
Claudio Giudici
Movimento Internazionale per i diritti civili - Solidarietà

Note:
[1] - Il 5 maggio alcuni tra i più ricchi personaggi del mondo si sono riuniti segretamente a New York. Tre settimane dopo, la notizia è finita sul Sunday Times, in un articolo di John Harlow intitolato "Club di miliardari si adopera per ridurre la popolazione", che ha anche rivelato l'ordine del giorno. La riunione sembra essere stata convocata su iniziativa di Bill Gates, l'uomo più ricco del mondo secondo Forbes e fondatore di Microsoft, dal numero due sulla lista di Forbes Warren Buffett (il quale ha versato 31 miliardi di dollari alla Fondazione Bill e Melinda Gates) e da David Rockefeller, [...]. Oltre a questi tre personaggi, alla riunione segreta erano presenti il sindaco di New York Michael Bloomberg, il famoso speculatore George Soros, il cofondatore del Blackstone Group Peter G. Peterson (tra i promotori dei tagli alla sanità pubblica), l'ex manager di hedge fund Julian H. Robertson Jr., l'ex presidente della Cisco Systems John Morgridge con la consorte Tashia, David Rockefeller Jr. e i magnate della comunicazione Ted Turner e Oprah Winfrey. "Inizialmente, i partecipanti si sono rifiutati di rivelare dettagli sulla riunione, durata cinque ore, citando un accordo per proteggerne il carattere confidenziale", ha riferito il Times. Apparentemente si è cominciato con un intervento di quindici minuti in cui ciascuno ha perorato la propria "causa" particolare. Poi a cena, secondo John Harlow, "prendendo spunto da Gates, hanno tutti concordato che la sovrappopolazione" fosse la "causa-ombrello" che abbraccia ogni altra preoccupazione. La seduta è stata talmente "discreta" che alcuni collaboratori dei miliardari credevano che il loro boss partecipasse a un "briefing sulla sicurezza". Un partecipante ha affermato che c'è stato consenso sull'appoggiare una strategia "per combattere la crescita demografica in quanto minaccia ambientale, sociale e industriale potenzialmente disastrosa". I governi sono stati giudicati incapaci di scongiurare il disastro incombente. Secondo ABC News, "La riunione ha ricordato quelle che si tenevano nello studio di J.P. Morgan, in cui si ritrovavano i più importanti finanzieri americani per discutere come i cittadini privati potessero fermare il panico economico". (Fonte EIR – Strategic Alert edizione italiana, n. 23, 4 giugno 2009).
[2] - Il Financial Times del 9 aprile 2008, in un articolo di Tony Barber, che nello Strategic Alert n. 16 del 17 aprile 2008 segnalammo, in merito a Tremonti (in quel momento solo papabile ministro dell'Economia) sosteneva: "Quindi consideriamolo come un uovo di serpente che, schiuso, diverrebbe, secondo la sua natura nocivo, e uccidiamolo nel guscio".