La pace sia con te

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domenica 10 gennaio 2021

Sant'Alfonso Maria de' Liguori: casa Natale

 


Casa Natale di Sant'Alfonso a Marianella - Napoli










giovedì 21 giugno 2018

Via Crucis, la miglior preghiera dopo la santa Messa. [Il manoscritto del Purgatorio]


24.   Via Crucis promesse di Gesù

Le promesse a Frà Stanislao di Bugedo (1903-1927) sulla Via Crucis

All’età di 18 anni Stanislao entrò a far parte dei novizi dei padri Scolopi a Bugedo. Pronunziò regolarmente, i voti e si distinse per perfezione e amore. Nell’ottobre del 1926 si offrì vittima a Gesù attraverso Maria. Subito dopo questa eroica donazione, cadde e rimase immobilizzato. Morì santamente nel marzo del 1927. Egli fu anche un’anima privilegiata che ricevette messaggi dal cielo.
Il suo direttore gli chiese di scrivere le promesse fatte da Gesù a quelli che praticano assiduamente la Via Crucis:
1. Darò ogni cosa che Mi viene richiesta con fede, durante la Via Crucis
2. Prometto la vita eterna a tutti coloro che pregano, di tanto in tanto, la Via Crucis con pietà.
3. Li seguirò ovunque in vita e li aiuterò specialmente nell’ora della loro morte.
4. Anche se essi hanno più peccati dei granelli di sabbia del mare, tutti saranno salvati dalla pratica della Via Crucis.
5. Quelli che pregano la Via Crucis frequentemente, avranno speciale gloria in cielo.
6. Li libererò dal purgatorio al primo martedì o sabato dopo la loro morte.
7. Lì benedirò ad ogni Via Crucis e la Mia benedizione li seguirà ovunque sulla terra, e dopo la loro morte, anche in cielo per l’eternità.
8. Nell’ora della morte non permetterò al demonio di tentarli, lascerò ad essi ogni facoltà, affinché essi possano riposare tranquillamente nelle Mie braccia.
9. Se essi pregano la Via Crucis con vero amore, trasformerò ognuno di essi in ciborio vivente nel quale Io Mi compiacerò di far sgorgare la Mia grazia.
10. Fisserò il Mio sguardo su quelli che pregheranno spesso la Via Crucis, le Mie mani saranno sempre aperte per proteggerli.
11. Dato che Io sono crocifisso alla croce sarò sempre con coloro che Mi onoreranno, pregando la Via Crucis frequentemente.
12. Essi non potranno mai più separarsi da Me, poiché Io darò loro la grazia di non commettere mai più peccati mortali.
13. Nell’ora della morte Io li consolerò con la mia Presenza e Noi andremo assieme al Cielo. La morte sarà dolce per tutti coloro che mi hanno onorato, durante la loro vita, pregando la via Crucis.
14. Il mio spirito sarà un drappo protettivo per essi ed Io li soccorrerò sempre ogni qualvolta ricorreranno ad esso.


Con imprimatur del Most. Rev. Francis B. Schulte, Archbishop of New Orleans, 29.12.1989.
[Joan Carroll Cruz. Prayers and Heavenly Promises].
(Con l’esercizio della Via Crucis in Chiesa è possibile lucrare una indulgenza plenaria ogni giorno. L’acquisizione della indulgenza plenaria ordinaria, può essere anche offerta a Gesù o alla Madonna per indulgenziare un’anima del Purgatorio a loro scelta).
Utilità del ricordo della Passione di Gesu'
Il Signore disse poi: « All’ora della morte e del giudizio rigoroso, quando l'anima si troverà di fronte alle accuse dei demoni, io le mostrerò una tenerezza pari a quella che a te ho dimostrato, se avrà contrapposto agli oltraggi di cui sono colmato dai cattivi, il dolce saluto che il tuo amore ti ha ispirato. Io la consolerò con le stesse parole che ho rivolto a te, Io tuo  Creatore, tuo Redentore, ecc. Se tale espressione ispira tanto giubilo ai Santi del cielo, come saranno terrorizzati e messi in fuga i nemici dell'anima che avrà meritato dalla mia divina bontà tale consolazione nel giorno estremo! ».  [Santa Geltrude. Libro quarto , capitolo XXII]

La Via Crucis è la miglior preghiera dopo la santa Messa. [Il manoscritto del Purgatorio]




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lunedì 18 giugno 2018

MERAVIGLIOSA DEVOZIONE AL SACRO CAPO DI GESU’: promesse


17.MERAVIGLIOSA DEVOZIONE AL SACRO CAPO DI GESU’
Devozione rivelataci tramite la serva di Dio Teresa Higginson
Promesse di Gesù:
 1) "Chiunque vi aiuterà a propagare questa devozione sarà mille volte benedetto, ma guai a coloro che la rifiuteranno od agiranno contro il Mio desiderio al riguardo, perché li disperderò nella Mia collera e non vorrò più sapere ove siano". ( 2 Giugno 1880 )
 2) "Egli mi ha fatto intendere che coronerà e rivestirà di gloria particolare tutti coloro che avranno lavorato per far progredire questa devozione. Egli rivestirà di gloria davanti agli angeli e agli uomini, nella Corte Celeste, coloro che Lo avranno glorificato sulla terra e li coronerà nella eterna beatitudine. Ho visto la gloria preparata per tre o quattro di questi e sono rimasta stupefatta della grandezza della loro ricompensa". ( 10 Settembre 1880 )
 3) "Rendiamo dunque un grande omaggio alla Santissima Trinità adorando il Sacro Capo di Nostro Signore come 'Tempio della Divina Sapienza'". (Festa  della Annunciazione, 1881 )
 4) "Nostro Signore rinnovò tutte le promesse che fece di benedire tutti coloro che praticheranno e propagheranno questa devozione in qualche maniera". (16 Luglio 1881)
 5) "Benedizioni senza numero vengono promesse a coloro che proveranno a rispondere ai desideri di Nostro Signore propagando la devozione". ( 2 Giugno 1880 )
 6) "Comprendo anche che per la devozione al Tempio della Divina Sapienza lo Spirito Santo si rivelerà alla nostra intelligenza o che i Suoi attributi risplenderanno nella persona di Dio Figlio: più praticheremo la devozione al Sacro Capo, più comprenderemo l'azione dello Spirito Santo nell'animo umano e meglio conosceremo ed ameremo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.." ( 2 Giugno 1880 )
 7) "Nostro Signore ha detto che tutte le Sue promesse relative a coloro che ameranno ed onoreranno degnamente il Suo Sacro Cuore, varranno anche per coloro che onoreranno il Suo Sacro Capo e lo faranno onorare da altri". ( 2 Giugno 1880 )
 8) "E di nuovo Nostro Signore ha impresso in me che spanderà al centuplo, su quelli che praticheranno la devozione al Tempio della Divina Sapienza, tutte le grazie promesse a coloro che onoreranno il Suo Sacro Cuore". ( Giugno 1882 )
 9) "A quelli che Mi onoreranno darò dalla Mia potenza. Io sarò loro Dio e loro Miei figli. Metterò il Mio Segno sulle loro fronti ed il Mio Sigillo sulle loro labbra" (Sigillo=Sapienza). ( 2 Giugno 1880 )
10) "Egli mi ha fatto intendere che questa Sapienza e Luce è il sigillo che marca il numero dei Suoi eletti ed essi vedranno il Suo Volto ed il Suo Nome sarà sulle loro fronti". ( 23 Maggio 1880 ) Nostro Signore le fece intendere che San Giovanni parlò del Suo Sacro Capo come Tempio della Divina Sapienza "negli ultimi due capitoli dell'Apocalisse ed è con questo segno che è stato rivelato il numero dei Suoi eletti". (23 Maggio 1880 )
 11) "Nostro Signore non mi ha fatto chiaramente conoscere il tempo in cui questa devozione diverrà pubblica, ma capire che, chiunque venererà il Suo Sacro Capo in questo senso, attirerà su di sé i migliori doni del Cielo. In quanto a coloro che tenteranno con parole od opere di impedire questa devozione, saranno come vetro gettato a terra od un uovo lanciato contro un muro; cioè saranno vinti ed annientati, seccheranno ed appassiranno come l'erba sui tetti".
12) "Ogni volta Egli mi mostra le grandi benedizioni e le abbondanti grazie che riserba per tutti coloro che lavoreranno per il compimento della Sua Divina Volontà su questo punto". ( 9 Maggio 1880 )
 -Imprimatur: 2 settembre 1926 Edm. Can. Surmont V.G. - Inghilterra
     Promesse particolari: "In seguito vidi, riflessa nel grande cristallo, la gloria che la Santissima Trinità riceverà dalla devozione al Sacro Capo e le innumerevoli anime che saranno condotte, per la Sua Luce, in seno alla Vera Chiesa e finalmente al Trono di Dio. Comprendo così che questo sarà il migliore mezzo di conversione per la nostra povera Inghilterra e che non è lontano il giorno in cui essa si chinerà sotto il giogo della fede e riparerà in qualche modo, per questa devozione, il gran male della sua apostasia. Allora i nomi di Maria e del Figlio di Maria saranno più onorati di quanto non lo siano stati dal nostro popolo". ( Festa dell'Ascensione, 1881 )
 " ... e mi ha fatto sentire che il popolo del nostro caro Paese brillerà nello splendore di questa vera Luce che riporterà, per la devozione al Sacro Capo, più anime di quante se ne siano perdute dalle tenebre dell'infedeltà. Mi sembrava che Maria pregasse con me ricordando a Suo Figlio che l'Inghilterra è chiamata la Sua sopraddote ed Egli riempiva le di Lei mani di grazie e benedizioni per noi". ( 16 Luglio 1881 )
 "Gesù, Vera Luce, si leverà e diffonderà la Vera Luce, la Sapienza ed il fervore sulla faccia della terra. Ci darà da mangiare il frutto dell'albero della Scienza, ci nutrirà di buon alimento: il Frumento dei Suoi eletti. Ci farà bere il Vino che genera i vergini e ci sazierà di nettare e miele. Egli dà gratuitamente e noi attingiamo con abbondanza all'Essenza della dolcezza e delle cose buone. Il Sole di Giustizia sta per sorgere e noi Lo vedremo nella Luce stessa del Suo Volto e, se ci lasciamo guidare da questa Luce, Egli aprirà gli occhi della nostra anima, istruirà la nostra intelligenza, darà raccoglimento alla nostra memoria, nutrirà la nostra immaginazione di una sostanza reale e vantaggiosa, guiderà e farà piegare la volontà, ricolmerà il nostro intelletto di cose buone ed il nostro cuore di tutto quel che esso possa desiderare". ( Novembre, 1880)
"E come Gesù ha promesso di restare con noi per sempre, così Lui e lo Spirito di Verità dirigeranno, governeranno ed illumineranno la Chiesa sino alla fine dei tempi". (Festa del Corpus Domini, 1881 )
Fonte: Dagli scritti della serva di Dio Teresa Helena Higginson (1844 -1905) http://www.devozioni.altervista.org/testi/gesu/varie/io_vi_offro_il_mio_sacro_capo_per_salvarvi_dai_mali_di_questo_tempo.pdf   (URL consultato i 9 giugno 2018)




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PROMESSE AI DEVOTI DELLE SANTE PIAGHE DI GESÙ


16.PROMESSE AI DEVOTI DELLE SANTE PIAGHE DI GESÙ

Promesse a santa Geltrude

Nella novena della celebre festa dell'Ascensione, Geltrude volle salutare le Piaghe benedette di Gesù, recitando 5466 volte questo versetto: « Gloria ti sia resa, o soavissima, dolcissima, generosissima, o sovrana, eccellente, raggiante e sempre invariabile Trinità, per queste rose del divino amore, per le Piaghe di Gesù, che è l'unico Amico, l'unico eletto del mio cuore». Il Signore Gesù allora apparve raggiante di meravigliosa bellezza, portando su ciascuna Piaga un fiore d'oro. Con volto pieno di bontà volle a sua volta salutare amabilmente Geltrude con questa promessa: « All'ora della tua morte, io mi mostrerò a te pieno di grazia e bellezza, nella stessa gloria e nel medesimo splendore come adesso mi vedi. Io coprirò i tuoi peccati e le tue negligenze con un ornamento simile a quello con cui hai decorato le mie Piaghe, con le tue preghiere. Questo favore sarà pure accordato a tutti coloro che saluteranno ciascuna delle mie Piaghe con la stessa devozione e le medesime preghiere ». [Santa Geltrude. Rivelazioni, libro IV, capitolo XXXV]

MANIFESTAZIONE DELL'AMICIZIA DEL SIGNORE
Baciando allora le cinque Piaghe del Crocifisso, Geltrude diceva ad ognuna: « Io ti saluto, Gesù, Sposo adorno delle tue cinque Piaghe come di altrettanti fiori; ti saluto e ti abbraccio con un amore che vorrebbe riunire tutti gli amori, con la compiacenza della tua stessa Divinità, deponendo il mio ardente bacio sulle ferite dell'amor tuo ». A tali parole Gesù pareva consolato e Geltrude gustava la soavità della vera divozione. Ella chiese un giorno al Signore se tale esercizio gli fosse assai gradito, quantunque v'impiegasse solo qualche minuto. Rispose il Salvatore « Ogni volta che tu fai quest'azione, appari agli occhi miei come un amico che offre per un giorno ospitalità all'amico, sforzandosi di dimostrargli, con ogni sorta di attenzioni e di delicatezze, l'amor suo. Quell'ospite, così bene accolto, penserebbe in cuor suo il modo di ricambiare tanta cortesia quando l'amico verrebbe, a sua volta, a visitarlo; così il Cuor mio va amorosamente meditando quale ricompensa ti accorderà nell'eterna vita, per tutte le tenerezze che mi hai prodigato sulla terra. Ti renderò il centuplo, secondo la regale munificenza della mia potenza, sapienza e bontà ». [Santa Geltrude. Rivelazioni, libro III, capitolo XLVII]

PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE trasmesse a  SR. MARIA MARTA CHAMBON, conversa della Visitazione di Chambéry, morta in odore di santità.  (1841-1907)

  1- “Io accorderò tutto ciò che Mi si domanda con l’invocazione delle Mie sante Piaghe. Bisogna spargerne la devozione.”.
2- “In verità questa preghiera non è della terra, ma del cielo… e può ottenere tutto”.
3- “Le mie sante Piaghe sostengono il mondo… chiedimi di amarle costantemente, perché Esse sono sorgente di ogni grazia. Bisogna invocarle spesso, attirarvi il prossimo ed imprimerne la devozione nelle anime”.
4- “Quando avete delle pene da soffrire portatele prontamente nelle Mie Piaghe, e saranno addolcite”.
5- “Bisogna ripetere spesso vicino agli ammalati: ‘Gesù mio, perdono, ecc.’ Questa preghiera solleverà l’anima e il corpo”.
6- “E il peccatore che dirà: ‘Eterno Padre, Vi offro le Piaghe, ecc…’ otterrà la conversione”. “Le Mie Piaghe ripareranno le vostre”.
7- “Non vi sarà morte per l’anima che spirerà nelle Mie Piaghe. Esse danno la vera vita”.
8- “A ogni parola che pronunciate della Corona della misericordia, Io lascio cadere una goccia del Mio Sangue sull’anima di un peccatore”.
9- “L’anima che avrà onorato le Mie sante Piaghe e le avrà offerte all’Eterno Padre per le anime del Purgatorio, sarà accompagnata in morte dalla santissima Vergine e dagli Angeli; e Io, risplendente di gloria, la riceverò per incoronarla”.
10- “Le sante Piaghe sono il Tesoro dei tesori per le anime del Purgatorio”.
11- “La devozione alle Mie Piaghe è il rimedio per questo tempo di iniquità”.
12- “Dalle Mie Piaghe escono i frutti di Santità. Meditandole vi troverete sempre nuovo alimento di amore”.
13- “Figlia mia, se immergi le tue azioni nelle Mie sante Piaghe acquisteranno valore, le vostre minime azioni ricoperte del Mio Sangue appagheranno il Mio Cuore”.

CORONA DELLE SANTE PIAGHE
di nostro Signore Gesù Cristo (o della Misericordia)
 (Servirsi  di una comune corona del Santo Rosario)

Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
 GLORIA AL PADRE

CREDO

1- O Gesù, divin Redentore, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen.
2- Dio santo, Dio forte, Dio immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. Amen.
3- O Gesù, per mezzo del Tuo Sangue preziosissimo, donaci grazia e misericordia nei pericoli presenti. Amen.
4 -O Padre Eterno, per il Sangue di Gesù Cristo, Tuo unico Figlio, ti scongiuriamo di usarci misericordia. Amen. Amen. Amen.
    Sui grani del Padre nostro si prega:
 Eterno Padre, Ti offro le Piaghe di nostro Signore Gesù Cristo. Per guarire quelle delle anime nostre.
    Sui grani dell’Ave Maria si prega:
 Gesù mio, perdono e misericordia. Per i meriti delle Tue sante Piaghe.
 Terminata la recita della Corona si ripete tre volte: “Eterno Padre, Ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo. Per guarire quelle delle anime nostre”. 
http://www.monasterovisitazione-baggiovara.org/la_corona_delle_sante_piaghe.html

 


















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LA PREGHIERA NELLA DIVINA VOLONTÀ: promesse


15.LA PREGHIERA NELLA DIVINA VOLONTÀ

 ...Avendo fatto la Comunione, stavo dicendo a Gesù: «Ti amo», e Lui mi ha detto: “Figlia mia, vuoi amarmi davvero? Dì: Gesù, ti amo con la tua Volontà; e siccome la mia Volontà riempie Cielo e terra, il tuo amore mi circonderà ovunque e il tuo «Ti amo» si ripercuoterà lassù nei Cieli e fin nel profondo degli abissi. Così, se vuoi dire «Ti adoro, ti benedico, ti lodo, ti ringrazio», lo dirai unita con la mia Volontà e riempirai Cieli e terra di adorazioni, di benedizioni, di lodi, di ringraziamenti nella mia Volontà. Queste sono cose semplici, facili ed immense”.
La mia Volontà, è tutto, tanto che gli stessi miei attributi, che sono?  Un atto semplice della mia Volontà.  Sicché se la Giustizia, la Bontà, la Sapienza, la Fortezza, fanno il loro corso, la mia Volontà le precede, le accompagna, le mette in atto di operare;  insomma, non si spostano un punto dal mio Volere.  Perciò, chi prende la mia Volontà prende tutto, anzi può dire che la sua vita è finita, finite le debolezze, le tentazioni, le passioni, le miserie, perché in chi fa il mio Volere tutte le cose perdono i loro diritti, perché il mio Volere ha il primato su tutto e diritto a tutto.
 (” Così parla Gesù alla Serva di Dio LUISA PICCARRETA, da Lui  chiamata  “la piccola figlia della Divina Volontà” Luisa Piccarreta. Vol. 11°, 02.10.1913).
Costanza nella preghiera “Ti raccomando, dunque, prima di ogni altra cosa, la costante preghiera, ancorché avessi a soffrire pene di morte, non tralasciando quelle preghiere che sei solita di fare; anzi, quanto più prossima ti vedrai al precipizio, tanto più nella preghiera fidente m’invocherai, nella piena certezza di essere da Me aiutata”. (1° Vol., par. 89)
L’atto preventivo e l’atto attuale.
(1) Stavo pensando tra me: “Se è così grande un atto fatto nel suo Volere, quanti, ahimè! non ne faccio sfuggire?” Ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, c’è l’atto preventivo e l’atto attuale. Il preventivo è quello quando l’anima, dal primo sorgere del giorno, fissa la sua volontà nella mia, e si decide e si conferma di voler vivere ed operare solo nel mio Volere, previene tutti i suoi atti e li fa scorrere tutti nel mio Volere. Con la volontà preventiva il mio Sole sorge, la mia Vita resta duplicata in tutti i tuoi atti come dentro d’un solo atto, e questo supplisce all’atto attuale. Ma però, l’atto  preventivo può essere ombrato, oscurato dai modi umani, dalla volontà propria, dalla stima, dalla trascuratezza ed altro, che sono come nubi innanzi al sole, che rendono meno vivida la sua luce sulla faccia della terra. Invece l’atto attuale non è soggetto a nubi, ma ha virtù di diradare le nubi se ci sono, e fa sorgere tant’altri soli in cui resta duplicata la mia Vita, con tale vivezza di luce e calore, da formare altrettanti nuovi soli, l’uno più bello dell’altro. Però tutti e due sono necessari, il preventivo dà la mano, dispone e forma il piano all’attuale; l’attuale conserva ed allarga il piano del preventivo”. (Luisa Piccarreta. Vol. 14°, 27  maggio 1922)

CONSACRAZIONE ALLA DIVINA VOLONTA’
[Preghiera da recitare tutti i giorni come atto preventivo: cfr. Vol. 14°, 27 maggio 1922]
“Oh, Volontà Divina e adorabile, eccomi dinanzi all’immensità della tua luce, perché la tua eterna bontà mi apra le porte e mi faccia entrare in essa per formare la mia vita tutta in Te, Volontà Divina.
Perciò dinanzi alla tua luce, prostrata, io, la più piccola fra tutte le creature, vengo, o adorabile Volontà, nella piccola schiera dei primi figli del tuo Fiat supremo. Prostrato nel mio nulla, supplico e scongiuro la tua luce interminabile che voglia investirmi ed eclissare tutto ciò che non Ti appartiene, in modo che io non faccia altro che guardare, comprendere e vivere in Te, o Volontà Divina. Essa sarà la mia vita, il centro della mia intelligenza, la rapitrice del mio cuore e di tutto l’essere mio. In questo cuore non avrà più vita il volere umano, lo bandirò per sempre e formerò il nuovo Eden di pace, di felicità e di amore. Con Essa sarò sempre felice, avrò una forza unica, una santità che tutto santifica e tutto porta a Dio.
Qui prostata imploro l’aiuto della Trinità Sacrosanta che mi ammetta a vivere nel chiostro della Divina Volontà, affinché ritorni in me l’ordine iniziale della creazione così come fu creata a Creatura.
Madre Celeste, Sovrana Regina del Fiat Divino, prendimi per mano e chiudimi nella luce del Volere Divino. Tu sarai la mia guida, la mia tenera Madre. Tu guarderai la tua figlia e le insegnerai a vivere e a mantenersi nell’ordine e nei recinti della Divina Volontà. Sovrana Celeste, al tuo Cuore affido tutto l’essere mio. Sarò piccina, piccola figlia della Divina Volontà.
Tu mi farai scuola di Volontà Divina ed io starò attenta ad ascoltarti. Stenderai il tuo manto azzurro su di me perché il serpente infernale non ardisca penetrare in questo sacro Eden per allettarmi e farmi cadere nel labirinto dell’umano volere.
San Giuseppe, Tu sarai il mio Protettore, il Custode del mio cuore e terrai le chiavi del mio volere nelle tue mani. Custodirai  il mio cuore con gelosia e non me lo darai mai più perché io sia sicura di non fare nessuna uscita dalla Volontà di Dio.
Angelo Custode, fammi da guardia, difendimi, aiutami in tutto, affinché il mio Eden cresca fiorito e sia il richiamo di tutto il mondo nella Volontà di Dio.
Corte Celeste, vieni in mio aiuto ed io Ti prometto di vivere sempre nella Volontà Divina. Amen”.

“Riscontra quante vite di santi vuoi, o libri di dottrina: in nessuno troverai i prodigi del mio Volere operante nella creatura e la creatura operante nel Mio. Al più troverai la rassegnazione, l’unione dei voleri, ma il Volere Divino operante in essa ed essa nel Mio, in nessuno lo troverai.
Ciò significa che non era giunto il tempo in cui la mia bontà doveva chiamare la creatura a vivere in questo stato sublime. Anche lo stesso modo come ti faccio pregare non si riscontra in nessun altro”. Così parla Gesù a Luisa Piccarreta (Vol. 14°, 06-10-1922).
Nihil Obstat del Canonico Annibale M. Di Francia [ora santo] Imprimatur:  Trani, Arzobispo Gius. M. Leo Octubre de 1926




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mercoledì 13 giugno 2018

Rete mondiale di preghiera del papa: i santi cattolici sono tutti finiti





Hanno messo  Mohandas Karamchand Gandhi perché i santi cattolici erano tutti finiti






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sabato 9 giugno 2018

LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI


7.LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI

 Qui sotto un estratto dai suoi messaggi dati alla veggente Ida Peerdeman.
La Preghiera
“ Signore Gesù Cristo, Figlio del Padre, manda ora il tuo Spirito sulla terra. Fa abitare lo Spirito Santo nei cuori di tutti i popoli, affinché siano preservati dalla corruzione, dalle calamità e dalla guerra. Che la Signora di tutti i Popoli, la Beata Vergine Maria* sia la nostra Avvocata. Amen. “

*Questa preghiera ebbe origine ad Amsterdam nel 1951. Fin da allora essa ha ricevuto molti imprimatur. Dopo consultazione del Vescovo del luogo con la Congregazione per la Dottrina della Fede, riguardo alla preghiera, la Congregazione ha approvato il testo della preghiera con la direttiva di cambiare, a causa di possibili malintesi, la clausola originale “che una volta era Maria” con la Beata Vergine Maria” (30 ottobre 2006).
2007 Amsterdam 'Fondazione Signora di tutti i Popoli' – www.de-vrouwe.net

 Alcuni Messaggi:
Poi la Signora continuò il suo messaggio: ‘Figlia mia, questa preghiera è così semplice e breve che ciascuno può dirla nella sua lingua, davanti alla propria croce. E coloro che non hanno una croce, che la recitino interiormente’”.
 Ella è stata inviata nel nostro tempo quale Signora di tutti i Popoli affinché “il mondo, per mezzo di questa preghiera, venga liberato da una grande catastrofe planetaria”. (10.05.1953)
Quanta potenza vi è quindi in questa preghiera! La Madre del Signore illustra chiaramente la situazione morale del nostro tempo: “Satana è ancora il principe di questo mondo. Avvinghia ciò che può. (…) La Signora ha dovuto portare adesso la sua preghiera in questo mondo dominato dal demonio. Lo Spirito Santo deve però ancora venire sui popoli”. (4.04.1954)
 Nella sua qualità di Signora di tutti i Popoli, è ora stata inviata per “scacciare Satana. Voi dovete però recitare la mia preghiera, che ho dato al mondo!” (31.05.1955)
“La preghiera deve essere divulgata”. (25.03.1945)
 Ella conosce infatti il piano divino di salvezza per l’umanità: “Questa preghiera è data per la salvezza del mondo. Questa preghiera è data per la conversione del mondo”. (31.12.1951)
 Per questo chiede: “Divulga dunque la mia preghiera, la preghiera del Signore!” (31.05.1957)
 ‘La semplice preghiera darà luogo ad un’unica comunità’”. (17.02.1952)
“Voglio che la diffusione avvenga in molte lingue” (4.03.1951)
 e che la preghiera sia portata “nei paesi dove la fede è diminuita”. (15.04.1951)
 Poiché: “La Signora di tutti i Popoli non è destinata a un solo paese, a un solo luogo, ma al mondo, ai popoli”. (11.10.1953)
 “Tutti ne hanno il diritto”. (29.04.1951)
 Appare così comprensibile il desiderio espresso dalla Signora di tutti i Popoli, nel senso che la sua preghiera “va recitata in tutte le chiese”. (8.12.1952)
 “Divulgatela nelle chiese e mediante mezzi moderni”. (31.12.1951)
 Sì, i cristiani “devono recitare la mia preghiera contro corruzione, calamità e guerra e portarla a tutti i popoli”. (11.10.1953)

Sito ufficiale: www.de-vrouwe.info/

sabato 19 gennaio 2013

NON FAR CONOSCERE AGLI ITALIANI LE PERSECUZIONI AI CRISTIANI: ce lo chiede l'Europa?






Cristiada, il film sulle persecuzioni cristiane in Messico non ha ancora un distributore europeo

 
Aprile 4, 2012 Paola D'Antuono
Prodotto nel 2011 e con un cast di prim’ordine (Garcia, Longoria, O’Toole), il film sull’insurrezione dei cristiani in Messico negli anni 1926-29 non riesce ad arrivare nelle sale europee. La pellicola racconta una toccante storia di resistenza e di speranza, come ricorda il cardinale Barragán: «I cristeros diedero la loro vita in nome della fede e della libertà religiosa».


l’occhio al guardagno più che alla qualità, sono costretti dentro i confini nazionali e non riescono a raggiungere la platea internazionale che meriterebbero. Come sta accadendo per esempio al film messicano Cristiada, diretto da Dean Wright. Un film intenso e toccante che racconta l’insurrezione popolare dei cristeros in Messico nella seconda metà degli anni Venti. I cristeros sono i cristiani perseguitati che si ribellarono con le armi alle leggi liberticide di Plutarco Elìas Callees, presidente della Repubblica massone e acerrimo nemico del cattolicesimo. La critica messicana ha osannato il film, per qualità e profondità dei contenuti e per la fedeltà alla storia originale. Peccato però che nessun distributore europeo abbia mostrato interesse per questo film prodotto lo scorso anno e che vanta, tra i suoi interpreti, attori del calibro di Andy Garcia, Peter O’Toole ed Eva Longoria.
Probabilmente per la storia poco conosciuta e – solo apparentemente – lontana dalla realtà europea. Ma, com’è noto, le persecuzioni contro i cristiani sono una piaga ancora tristemente contemporanea e che affligge diverse zone del mondo e in maniera non molto differente dagli anni Venti, come ricorda il cardinale messicano Javier Lozano Barragán, nato quattro anni dopo l’armistizio del 1929, che sanciva di fatto la vittoria dei “Guerriglieri di Cristo Re”: «Mi ricordo che cosa successe negli anni dopo l’armistizio, che il governo spesso non rispettò: i cristeros consegnarono le armi, ma in non pochi casi furono poi imprigionati e uccisi. In quegli anni dopo la rivolata continuarono a essere proibite le scuole cattoliche… Io ad esempio ho frequentato una parte della prima elementare nel garage di casa mia, dove la maestra riuniva un gruppetto di noi. Anche il seminario era clandestino. Non si poteva portare nessun segno che richiamasse il cristianesimo, tutto quanto rigardava la nostra fede doveva essere tenuto nascosto».
Una parte della pellicola racconta la storia di José Luis Sánchez del Rio, nato
nel marzo del 1913, arruolato poi tra i cristeros nel 1927, diventandone il portabandiera, in seguito catturato, torturato e barbaramente ucciso perché si rifiutava di gridare «Muerte a Cristo Rey». Venne ucciso il 10 febbraio 1928 mentre urlava «Viva Cristo Rey». Un martire che venne beatificato nel 2005 a Guadalajara e di cui il cardinale conserva una piccola reliquia: «Il martire è sepolto nella chiesa della città natale, Sahuayo, ed è sempre molto venerato. Ora si sta pensando di erigere un santuario nuovo, per tutti i martiri degli anni della grande persecuzione, a Guadalajara». Un santuario che ne renda degnamente omaggio, come la pellicola di Wright, che speriamo possa trovare presto un distributore che permetta agli spettatori del Vecchio continente di conoscere una storia di fede e di sacrificio, in nome della libertà religiosa che ancora oggi per molti cristiani rimane un miraggio.



http://www.tempi.it/cristiada-il-film-sulle-persecuzioni-cristiane-messico-non-ha-ancora-un-distributore-europeo#.UPp_OR3hKSo



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domenica 11 novembre 2012

San Gerardo Maiella, patrono della Basilicata


San Gerardo Maiella (Muro Lucano, 6 aprile 1726  Materdomini, 16 ottobre 1755)
patrono della Basilicata.
festa: il 16 ottobre

È un uomo che richiama più di trecentomila persone all’anno: persone che lo amano, che lo venerano. Il suo nome è ricordato e rispettato in tutto il mondo: nelle Americhe, in Australia, nel Benin, nel Madagascar. Dà lavoro, con le attività dedicate al suo nome e grazie a lui, a centinaia, forse migliaia, di persone. Non è un imprenditore, non è un intellettuale, non è un politico, non è un filantropo: è un santo.
È sicuramente il lucano non solo più conosciuto ma quello che ha fatto di più per la sua terra e per il suo popolo. Eppure la sua cultura, la sua vita tutto lasciavano prevedere tranne che questo successo “mondano”.
Nasce il 6 aprile 1726 a Muro Lucano, un paese a circa 35 chilometri da Potenza, da madre murese e da padre oriundo di Baragiano. Riceve una modesta istruzione, imparando a leggere e a scrivere. A dodici anni gli muore il padre e va a bottega dal sarto Pannuto. A quindici va a servizio dal vescovo di Lacedonia, mons. Claudio Albini, uomo dotto ma di carattere poco dolce, che tempra ulteriormente il penitente Gerardo.
Alla morte del Vescovo, nel 1744, Gerardo torna a Muro dove apre una piccola sartoria in proprio. Ma la sua vocazione è quella di dedicarsi completamente a Dio. Era stato già rifiutato dai Cappuccini per la sua salute gracile; viene respinto anche dai Redentoristi, fondati da poco da S. Alfonso. Finalmente il 17 maggio 1749, dopo molte insistenze, viene accettato in prova dai Redentoristi di Deliceto (in provincia di Foggia). Il 16 luglio 1752 fa la professione religiosa come fratello laico.
L’episodio più noto della sua vita è quello della calunnia da parte di Nerea C. che, gelosa della santa familiarità di Gerardo con future novizie, immaginò chissà quali intrighi amorosi. Confidò questi suoi pensieri al confessore, il quale in buona fede le chiese di mettere per iscritto le sue fantasticherie. La lettera fu spedita a S. Alfonso, superiore dei Redentoristi, e così iniziò la dura prova per S. Gerardo. Alla fine Nerea C. pentita ritrattò tutte le sue calunnie. S. Gerardo, alle richieste di S. Alfonso, spiegò che non si era difeso perché così aveva operato Gesù e perché «la Regola proibisce di scusarci e vuole che si soffra in silenzio qualunque mortificazione».
Da questo episodio traspare tutto il suo spirito di eroica ubbidienza e di assoluta fiducia nella Provvidenza.
Il miracolo che ottenne nella campagna pugliese, facendo morire tutti i topi di un campo, fa intuire che Gerardo non era solo il pazzerello di Dio, come lo chiamava il popolo per il suo carattere sempre allegro, ma uomo prudente e saggio. Al massaro che gli implorava, quasi per sfogarsi: «Padre, i sorci mi rovinano i seminati, da’ loro una maledizione», come narra il processo di canonizzazione, Gerardo domanda: «Vuoi che muoiano o che vadano altrove?»; sembra una domanda ingenua, ma serve a sondare e ad evidenziare le oneste intenzioni del massaro, che ribatte: «Faranno male ad altri, sarebbe meglio che morissero». E Gerardo a questa risposta fa un segno di croce verso il campo: subito si vede sulla sua superficie un enorme numero di sorci morti con il ventre all’aria. Il massaro rimane meravigliato: credeva di avere a che fare con un prete qualunque.
Una nipote di Rosa Sturchio di Caposele fu guarita miracolosamente dalle doglie del parto grazie a una sua reliquia. A Castelgrande tre partorienti furono salvate col semplice contatto di una biografia del santo. È perciò considerato patrono delle madri e delle partorienti, lui che era di un candore virginale.
Egli che non era nemmeno sacerdote e che partecipava alle missioni popolari solo per aiutare i Padri Missionari e per questuare, predicò a suore di clausura (Domenicane di Corato, Benedettine di Atella, di Corato e di Calitri, Clarisse di Muro Lucano e di Melfi, Teresiane di Ripacandida e del Conservatorio del SS. Salvatore di Foggia). Riformò monasteri come quelli delle suore di Atella, Corato e Ripacandida. Ha aiutato tanti giovani a realizzare la loro vocazione. È indicativa a tale proposito l’affermazione di mons. Vito Maio, vescovo di Muro Lucano, che «valeva più una chiacchierella di fratel Gerardo che le stesse prediche dei Padri Missionari».
È evidente che la sua era una semplicità apparente che racchiudeva solidità di dottrina, che era apprezzata soprattutto da anime mistiche come suor Maria di Gesù, suor Maria Michela di S. Francesco, suor Celeste Cristarosa di Foggia (la cui anima al momento della morte vide volare in cielo il 14 settembre 1755), con le quali ebbe una corrispondenza assidua. Poche sono le lettere che ci sono rimaste ma «contengono una tale incandescenza da poter essere avvicinate a quelle di Caterina da Siena e, per lo spirito di semplicità, agli scritti della piccola Teresa di Gesù Bambino». (G.D’Addezio, S. Gerardo..., Materdomini, stampa 1995).
Bene ha sintetizzato la personalità del santo il Card. Michele Giordano proclamando, nel solenne rito di apertura delle celebrazioni centenarie: «San Gerardo resta una figura di santo ricca di un fascino tutto particolare. La sua santità, infatti, ci appare come una santità imposta dal popolo e capace di sintetizzare ed elevare tutte le aspirazioni del popolo, da quelle concrete e quotidiane, come guarigioni, protezioni di bambini e benedizioni dei campi, a quelle più prettamente religiose e spirituali. San Gerardo è un Santo del popolo e per il popolo

».
È opportuno precisare che gli uomini della Chiesa usano la parola popolo e mai massa. Papa Pio XII ha precisato esaustivamente la differenza tra i due concetti (cfr. Radiomessaggio al mondo intero del 24.12.1944). Noi qui ci limitiamo a ricordare che la massa è per sé inerte e aspetta l’impulso dal di fuori.
«Il popolo invece vive della pienezza della vita degli uomini che lo compongono, ciascuno dei quali - al proprio posto e nel proprio modo - è una persona consapevole della propria responsabilità e delle proprie convinzioni».
Ecco perchè la Chiesa per iniziare un processo di canonizzazione chiede che la santità sia riconosciuta e invocata dal popolo. Ecco perchè vox populi, vox Dei. Ecco perchè il 5 settembre 1846 il re Ferdinando (di Napoli) come membro e al tempo stesso rappresentante del popolo aveva richiesto a papa Pio IX la glorificazione anche terrena «dell’eroe cristiano, le cui eccellenti virtù e fama di santità erano divulgate presso ogni ceto di persone!».
Morì nel 1755 a soli ventinove anni, dopo aver fatto porre sulla porta della sua cameretta  la scritta: «Qui si sta facendo la volontà di Dio, come vuole Dio e per quanto tempo piace a Dio». Era ridotto pelle e ossa ma non aveva perso il suo spirito sereno. Morì di tisi e da solo, come aveva predetto. Era l’una di notte del 16 ottobre. La sua festa liturgica perciò cade in questo giorno. Uno dei riti che caratterizzano la festa è la benedizione di quattro quintali di grano offerti dal Consorzio agrario e dall’Ispettorato agrario della provincia. Questo grano sarà poi mescolato alla semina autunnale per proteggerla da ogni flagello.
L’itinerario di civilizzazione e di benessere conseguenza della proclamazione  del Vangelo prosegue nei luoghi collegati alla vita e alla morte di fratel Gerardo. Le poche case sparse in Caposele presso la chiesetta dedicata alla Materdomini si sono moltiplicate  fino a diventare un paese (4000 abitanti). E’ sorta nei locali del convento redentorista la Tipografia S.Gerardo Maiella, che pubblica tra l’altro la “Rivista di S.Gerardo”. L’antica chiesetta è diventata Basilica Pontificia «Deiparae Virgini ac Divo Gerardo dicata». Oltre le numerose associazioni cattoliche ed ecclesiali, chiese, villaggi, scuole, cliniche di maternità, case di accoglienza per anziani sono dedicate a lui, che era un semplice fratello laico, congregazioni di religiosi e di religiose: Oblati di S.Gerardo in Australia e Suore Gerardine presenti in Italia, Perù e Benin.
A sigillo e a conferma dell’amore dei lucani per questo loro santo, i vescovi della Basilicata, accogliendo i voti comuni del clero e del popolo fedele, hanno presentato al Papa la richiesta di proclamare S. Gerardo, fratello della Congregazione del SS. Redentore, come patrono presso Dio per la provincia ecclesiastica della Basilicata.
Papa Giovanni Paolo II con decreto del 21 aprile 1994, pertanto, lo ha proclamato patrono della Basilicata.







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giovedì 12 febbraio 2009

ONORIFICENZA RESTITUITA

Missionario in Paraguay restituisce l'onorificenza a Napolitano
Don Aldo Trento, responsabile di una clinica per malati terminali


ROMA, giovedì, 12 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Don Aldo Trento è dal 1989 uno dei più noti missionari della Fraternità San Carlo Borromeo in Paraguay. Ha sessantadue anni ed è responsabile di una clinica per malati terminali di Asunción.
Il 2 giugno scorso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli aveva conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà. Mercoledì, don Aldo ha restituito l’onorificenza a Napolitano a causa della mancata firma del decreto che avrebbe arrestato il protocollo medico per Eluana Englaro.
“Come posso io, cittadino italiano, ricevere simile onore quando Lei, con il suo intervento, permette la morte di Eluana, a nome della Repubblica italiana?”, si è chiesto.
“Ho più di un caso come Eluana Englaro”, racconta Aldo Trento al “Foglio”. “Penso al piccolo Victor, un bambino in coma, che stringe i pugni, l’unica cosa che facciamo è dargli da mangiare con la sonda. Di fronte a queste situazioni come posso reagire al caso Eluana?”.
“Ieri mi portano una ragazza nuda, una prostituta, in coma, scaricata davanti a un ospedale, si chiama Patrizia, ha diciannove anni, l’abbiamo lavata e pulita. E ieri ha iniziato a muovere gli occhi”, afferma.
“Celeste ha undici anni, soffre di una leucemia gravissima, non era mai stata curata, me l’hanno portata soltanto per seppellirla. Oggi Celeste cammina. E sorride”.
“Ho portato al cimitero più di seicento di questi malati. Come si può accettare una simile operazione come quella su Eluana?”.
“Cristina è una bambina abbandonata in una discarica, è cieca, sorda, trema quando la bacio, vive con una sondina come Eluana. Non reagisce, trema e basta, ma pian piano recupera le facoltà”, prosegue.
“Sono padrino di decine di questi malati. Non mi interessa la loro pelle putrefatta. Vedesse i miei medici con quale umiltà li curano”.
Don Aldo Trento dice di provare un “dolore immenso” per la storia di Eluana Englaro: “E’ come se mi dicessero: ‘Ora ti prendiamo i tuoi figli malati’”.
Per il missionario, “l’uomo non si può ridurre a questione chimica”.
“Come può il presidente della Repubblica offrirmi una stella alla solidarietà nel mondo?” Così ho preso la stella e l’ho portata all’ambasciata italiana del Paraguay”.
“Qui il razionalismo crolla lasciando spazio al nichilismo – commenta – . Ci dicono che una donna ancora in vita sarebbe praticamente già morta. Ma allora è assurdo anche il cimitero e il culto dell’immortalità che anima la nostra civiltà”.

ZENIT
Il mondo visto da Roma
Servizio quotidiano - 12 febbraio 2009

domenica 21 dicembre 2008

Jérôme Lejeune: Premio Nobel negato perché servo di Dio.

Processo di beatificazione di Jerome Lejeune. Uno dei padri della genetica moderna
Lo scopritore della causa della sindrome di Down, la trisomia 21, salirà all'onore degli altari.
L'arcivescovo di Parigi, mons. Andrè Vingt-Trois, previa conferma della Santa Sede, ha nominato il padre Jean Charles Naud, priore dell'abbazia di Saint Wandrille, postulatore della causa di beatificazione di Jerome Lejeune (1926-1994). In questo modo comincia il tanto atteso processo di beatificazione a livello diocesano. L'annuncio è stato fatto nella XIII Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, il 25 febbraio 2007.
Come ricordano gli amici di Noticias Globales, il dottor Jerome Lejeune nel 1959, a soli 33 anni, ha pubblicato la scoperta della causa della sindrome di Down, la trisomia 21, per questo è considerato uno dei padri della genetica moderna. Nel 1962 fu nominato come esperto in genetica umana nella Organizzazione Mondiale della Salute (OMS). Nel 1964 fu nominato Direttore del Centro nazionale di Investigazione Scientifica di Francia e nello stesso anno viene creata per lui la cattedra di Genetica fondamentale nella Facoltà di Medicina della Sorbona. Diventa così il candidato numero uno al Premio Nobel.
Applaudito e osannato dai "grandi del mondo", smise di esserlo quando nel 1970 si oppose tenacemente al progetto di legge di aborto eugenetico in Francia: uccidere un bambino per evitare che nasca infermo è un assassinio, che apre le porte alla legalizzazione del crimine totale dell'aborto.

Lejeune, di fronte alla proposta Peyeret e al dibattito sull’aborto in generale, dinanzi alle
menzogne sulla natura del feto o sul numero degli aborti clandestini, non riesce a tacere:
sostiene la sacralità della vita, palesa il suo amore per i suoi piccoli malati, dinanzi a tutti,
ovunque, arrivando ad affermare riferendosi all'OMS -Organizzazione Mondiale della Sanità-, all’Onu: “Ecco una istituzione per la salute che si trasforma in istituzione di morte”. Lejeune non è un ingenuo: sa di aver intrapreso una strada pericolosa, di procurarsi, in questo modo, innumerevoli antipatie. La sera stessa del suo discorso all’Onu, scrive alla moglie: “Oggi pomeriggio ho perduto il premio Nobel”.

La difesa di Lejeune dell'essere umano dal suo concepimento si basò sempre su argomenti scientifico-razionali prima di qualsiasi considerazione religiosa.
Rifiutò scientificamente non solo il crimine abominevole dell'aborto, ma anche concetti ideologici come quello del pre-embrione. Per queste ragioni lo isolarono, lo accusarono di integrismo e fondamentalismo e di cercare di imporre la sua fede cattolica nell'ambito della scienza.
Fu incompreso e perseguitato in ambito ecclesiale e isolato dai suoi colleghi. Ma in nessun momento ascoltò i prudenti che gli consigliavano di "calmarsi per poter arrivare più in alto e così poter influire di più": le strutture di peccato non si possono cambiare, fanno solo complici. Oltretutto, gli dicevano anche che stava facendo cadere in miseria la sua famiglia, perchè gli furono tagliati tutti i fondi per le sue ricerche delle quali viveva. Lejeune continuò con le sue ricerche, sostenne la sua famiglia e si finanziò dando conferenze.
Giovanni Paolo II, nella lettera al cardinale Lustiger, arcivescovo di Parigi, in occasione della morte di Lejeune diceva: "Nella sua condizione di scienziato e di biologo era un appassionato della vita. Arrivò ad essere il più grande difensore della vita, specialmente della vita dei nascituri, così minacciata nella società contemporanea da pensare che sia una minaccia programmata. Lejeune assunse pienamente la particolare responsabilità dello scienziato, disposto ad essere segno di contraddizione, senza fare caso alle pressioni della società permissiva e all'ostracisimo di cui era vittima".
Nel 1992 inizia, su richiesta di Giovanni Paolo II, la gestazione della Pontificia Accademia per la Vita, creata da Sua Santità l'11 febbraio 1994. Il 26 febbraio seguente, Lejeune riceve, già nel suo letto di morte, la nomina di Presidente dell'Accademia. Consegnò la sua anima a Dio la Domenica di Pasqua del 1994 (3 aprile).

Articolo tratto da:
http://unavocecheurlaneldeserto.splinder.com/post/11329891


«Una frase, una sola giudicherà la nostra condotta, la parola stessa di Gesù: «Ciò che avrete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avrete fatto a me».
JÉRÔME LEJEUNE13 giugno 1926 - 3 aprile 1994 O Dio che hai creato l’uomo a tua immagine e lo hai chiamato a condividere la Tua Gloria, ti rendiamo grazie per aver fatto dono alla Tua Chiesa del Professore Jérôme Lejeune, eminente Servo della Vita.Egli ha saputo mettere la sua immensa intelligenza e la sua fede profonda a servizio della difesa della vita umana, specialmente della vita nascente, nel pensiero instacabile di curare e guarire. Testimone appassionato della verità e della carità, ha saputo riconciliare, agli occhi del mondo contemporaneo, la fede e la ragione.Per sua intercessione, concedici, secondo la Tua volontà, le grazie che imploriamo, nella speranza che egli sia presto annoverato nel numero dei Tuoi santi.Amen.Con approvazione ecclesiasticaMgr ANDRÉ VINGT-TROIS Arcivescovo di Parigi
Per le grazie ricevute, si prega di comunicare a:Postulazione della causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Jérôme Lejeune Abbaye Saint-Wandrille. F-76490 SAINT-WANDRILLEFRANCIA

Preghiera da:
http://amislejeune.org/preghiera.aspx