28 “La Messa è la devozione dei Santi” [Santo Curato d’Ars]
=(Mt 26:26-29; Mr 14:22-25; 1Co 11:23-29)
Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:
«Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». (Luca
22:19)
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la
terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei
cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io
sono in mezzo a loro». (Mt 18,19-20)
Santo
Curato d’Ars: Gesù "mi ha amato e ha immolato se stesso per me" (Gal. 2,20)
“Se
una gestante assiste alla santa Messa tutte le volte che le è possibile,
prendendosi un poco di fastidio come in misura maggiore se lo prese la Vergine
al viaggiare fino a Betlemme per dare lì alla luce il divino Redentore,
certamente potrà ottenere grandi aiuti nei dolori del suo parto”. (san
Beda il Venerabile sacerdote e dottore della Chiesa, 672-735)
Si riceve la
benedizione del sacerdote che Dio ratifica in cielo.
La partecipazione
alla Messa attira anche benedizioni temporali.
La devozione
alla Santa Messa vi farà guadagnare una grande gloria in cielo.
La frequente
partecipazione alla Messa ti farà ottenere un posto più alto in Cielo e aumenterà
la tua felicità eterna. [Explication
du Saint Sacrifice de la Messe del R. P.
Martin de Cochem]
Gesù
dice: “E sappi quanto farò per chi sente la Messa con zelo e divozione:
nell'ultima sua ora, per consolarlo, difenderlo, e formare per la sua anima un
corteo d'onore, gli invierò tanti nobili Spiriti della mia celeste corte, quante
saranno le Messe che avrà sentite su la terra”. (Rivel. di santa Metilde, p.3, cap. 12).
Gesù disse a S. Geltrude: “Sappi che a chi
partecipa devotamente alla S. Messa, io manderò, negli ultimi istanti della sua
vita, tanti dei miei Santi per confortarlo e proteggerlo, quante saranno state
le S. Messe da lui ben ascoltate…” (Lib.3,
cap.16).
Vantaggi
dell'assistenza alla S. Messa.
Geltrude ringraziò il Signore d'averla
colmata dei suoi benefici, e ricevette questa luce: tutte le volte che una
persona assiste alla S. Messa, unendosi a Gesù che s'immola per il riscatto del
mondo, Dio Padre la contempla con la stessa compiacenza dell'Ostia Santa.
Quest'anima diventa allora risplendente come una persona che, uscendo dalle
tenebre, si trovasse avvolta nella piena luce del sole. La Santa chiese a Gesù:
« Se si cadesse poi in peccato, si spegnerebbe questa luce, come se la persona
suddetta passasse dal meriggio a luogo tenebroso? ». « No, figlia mia - rispose
Gesù - perché colui che pecca pone, per così dire, l'ombra d'una nube fra lui e
la mia misericordia; ma la mia bontà gli conserva, per la vita eterna, un pò di
quelle benedizioni, che poi vedrà crescere e moltiplicarsi ogni volta che si
accosterà con divozione ai sacri misteri ». [Santa Geltrude. Libro secondo,
capitolo XVIII]
Nella sua «Storia ecclesiastica dell’inghilterra», san Beda
riferisce di numerose visioni di anime del purgatorio. Una di queste ha come
protagonista Drythelm, un laico padre di famiglia,
che tornato in vita ricorda che un grande
aiuto per le anime del purgatorio sono
le preghiere dei vivi, le elemosine, i digiuni e soprattutto la celebrazione di
Messe, per essere liberati anche prima del giorno del giudizio. [https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=17349]
S.
Maria Maddalena de' Pazzi, la celebre mistica carmelitana, era solita offrire
il Sangue di Gesù per suffragare le anime del Purgatorio, e in un'estasi Gesù
le fece vedere come realmente molte anime purganti venivano liberate
dall'offerta del Divin Sangue. Né può essere diversamente, perché, come insegna
S. Tommaso d'Aquino, una sola goccia del Sangue di Gesù, per il suo valore
infinito, può salvare tutto l'universo da ogni delitto.
"Tutte
le opere buone riunite insieme - diceva il S. Curato d'Ars - non possono
valere una S. Messa, perché esse sono opere degli uomini, mentre la S. Messa è
opera di Dio". [P. Stefano M.
Manelli, FI GESÙ’ EUCARISTICO AMORE - "Casa Mariana" Frigento 1976 Imprimatur:
Neapoli, 19.4.1973. http://www.cristianicattolici.net/catechesi/gesu-eucaristico-amore.pdf ]
San Gregorio Magno, Papa e
dottore della Chiesa (540-604)
«La Santa Messa è l’unico sacrificio
che fa uscire prestamente le Anime dalle pene del Purgatorio.»
San Bernardo , Abate e dottore della Chiesa (1090-1153)
«Si merita di più ascoltando
devotamente una Santa Messa che col distribuire ai poveri tutte le proprie sostanze
e col girare pellegrinando tutta la terra.»
San Leonardo da Porto Maurizio , Sacerdote (1676-1751)
«Vale più ascoltare devotamente una
Santa Messa che digiunare un anno a pane e acqua.» [Associazione
“Volontari Seminatori della Carità” – via Pio XI, Trav. De Blasio, 31
- 89133 R.C. – Tel. 0965-53866]
SUFFRAGI: LA SANTA MESSA
La Santa
Messa è il sacrificio del Calvario portato in mezzo a noi, sui nostri altari.
Quando si celebra: è lo stesso Figlio di Dio che viene offerto al Padre in
adorazione e propiziazione; è lo stesso Gesù che opera come offerente
principale, per mano del Sacerdote; sono identici i frutti, uguali gli effetti.
Ed ecco il motivo sostanziale della sua grande
efficacia: qui chi prega è lo stesso Figlio di Dio, che viene ascoltato per gli
infiniti suoi meriti; mentre nelle altre preghiere siamo noi a pregare, pur
appoggiandoci ai meriti di Gesù Cristo. La Croce! quale preghiera! Non sono
delle semplici cerimonie o delle formole recitate, o delle candele, o dei riti:
abbiamo la stessa immolazione della Vittima: è il Figlio di Dio che muore in
espiazione per le anime purganti.
Perciò, sempre nella Chiesa, la S. Messa fu
offerta per i Defunti e sui luoghi di sepoltura; perciò sono tanti i pii legati
di Messe e gli impegni che si prendono per le Ss. Messe; perciò il Concilio di
Trento, tutti i Santi, i Dottori della Chiesa incoraggiano questa
pratica.
S. Gregorio Magno dice che la pena temporale
dovuta ai peccati, sia dei vivi come dei morti, viene mitigata per coloro per
cui si celebra la santa Messa e che ascoltare divotamente una Messa è sollevare
le anime dei defunti, ottenendo da Dio la remissione dei loro peccati. S.
Girolamo, dottore massimo di santa Chiesa, asserisce che per qualunque Messa
divotamente celebrata molte anime escono dal Purgatorio, e che le anime
purganti non soffrono alcuna pena mentre si celebra la santa Messa, se il
sacerdote prega per loro nell’offrire questo sacrificio.
S. Cirillo di Gerusalemme, spiegando la dottrina
cristiana ai neofiti, ossia a quelli che da poco si erano convertiti al
cristianesimo, diceva loro: «Celebrando il santo Sacrificio noi preghiamo anche
per coloro che sono morti tra noi, poiché riteniamo che le loro anime ricevano
un grandissimo sollievo dall’augusto Sacrificio dei nostri altari. Se i parenti
di qualche esiliato presentassero al principe una corona d’oro per calmare il
suo sdegno, ciò sarebbe senza dubbio un gran mezzo per impegnarlo ad abbreviare
il tempo dell’esilio. Ma noi, offrendo a Dio il sacrificio della santa Messa,
non gli offriamo soltanto una corona d’oro, ma lo stesso Gesù Cristo morto per
i nostri peccati. Quale adunque non sarà il giovamento che colla Messa
recheremo alle anime del Purgatorio!».
S. Ambrogio, animato dalla stessa fede, dopo la
morte di suo fratello Satiro, si diede la massima sollecitudine di pregare ed
offrire il santo Sacrificio della Messa per suffragare l’anima di lui.
La madre di S. Agostino, come scrive egli nelle
sue Confessioni, scorgendosi vicina a morire, chiamati a sé Agostino e Navigio
suo fratello, disse loro: «Sotterrate questo corpo ove si possa, né datevi di
esso alcun pensiero; ma non dimenticatevi di me dovunque vi troviate e
ricordatemi soprattutto all’altare del Signore nel santo Sacrificio».
S. Giovanni Crisostomo, nel predicare al suo
popolo, fra le altre cose diceva: «Non invano gli Apostoli stabilirono che
quando si celebrano i tremendi Misteri, si faccia commemorazione di coloro che
sono già passati all’altra vita, poiché essi sapevano che tale cosa tornava a
quelli di grande vantaggio e sollievo. Difatti, quando tutto il popolo assieme
col sacerdote offre a Dio l’ostia di salute, non sarà forse allora placata la
collera divina?».
Il Sacrosanto Concilio di Trento ha detto: «La
Chiesa Cattolica, ammaestrata dallo Spirito Santo ed appoggiata ai libri del
Vecchio e del Nuovo Testamento, sopra l’antica tradizione dei Padri e dei
Concilii, insegna e definisce: Che le anime trattenute nel Purgatorio si
possono sollevare coi suffragi dei vivi e specialmente col sacrificio della
santa Messa. E se alcuno dirà che il Sacrificio della santa Messa non è
propiziatorio e che non deve essere offerto né per i vivi né per i morti... sia
scomunicato» (Sess. 25). La S. Messa, adunque, come insegnano i santi Padri e
come ha definito la santa Chiesa, costituisce uno dei mezzi principalissimi per
suffragare le sante anime del Purgatorio; anzi, il principale fra i suffragi.
Ed è appunto in conformità di questa fede, che la Chiesa, oltre al fare in ogni
Messa uno speciale memento per i defunti, celebra anche la Messa appositamente
per loro.
S. Gregorio Magno dice che «la pena dei vivi e
dei morti si rilascia a quelli per i quali si dice la Messa; specialmente a
coloro per i quali si prega in particolare». S. Girolamo afferma che «per una
S. Messa devotamente celebrata molte anime escono dal Purgatorio». Le anime,
che sono cruciate nel Purgatorio, per le quali suole pregare il Sacerdote nella
Messa, non soffrono alcun tormento, mentre si celebra la S. Messa, insegna S.
Agostino. Per il gran potere della Messa, S. Giovanni di Avila, interrogato in
morte quali suffragi desiderasse, rispose con prontezza e forza: Messe, Messe,
Messe!
S. Leonardo da Porto Maurizio racconta di un
ricco negoziante genovese che, venuto a morte, non lasciò cosa alcuna in
suffragio dell’anima sua. Tutti si meravigliavano come mai un uomo, così ricco,
così pio e così caritatevole verso tutti in vita, fosse poi stato in morte così
crudele verso di se stesso. Ma sepolto che fu, si trovò scritto sopra un
taccuino il gran bene che si era fatto da se stesso in vita. Si era fatte
celebrare oltre a duemila SS. Messe, che aveva anche potuto ascoltare. Al
termine del libretto aveva scritto: «Chi vuol essere sicuro del bene, se lo
faccia egli stesso in vita».
Udire devotamente la S. Messa, scrisse San
Gregorio, allevia le pene delle anime purganti e rimette loro i peccati.
Infatti S. Bernardo, celebrando una volta la S. Messa a Roma, nella chiesa che
sorge presso il luogo del martirio di S. Paolo (le Tre Fontane), vide una scala
su cui angeli discendevano dal cielo al Purgatorio, e da questo salivano a
quello, accompagnando anime liberate dalle pene per quel Santo
Sacrificio.
Il celebre P. Lacordaire, morto nel 1861,
racconta che un principe polacco, incredulo e materialista, aveva scritto un
libro contro la immortalità dell’anima. Stava per farlo stampare, quando un
giorno, passeggiando nel giardino, si vide venire innanzi una donna tutta in
lacrime. Gettatasi ai suoi piedi, quella poverina, supplicava: «Mio buon
principe, mio marito è morto... ed io non ho neppure il denaro per fargli
celebrare una Messa... usatemi la carità: datemi l’elemosina per una Messa...».
Il principe pensava che quella fosse una povera illusa: ma la sua naturale
bontà di carattere lo portò al compatimento ed anche a soccorrerla. Le diede
una moneta d’oro, che quella portò subito al Sacerdote per una S. Messa.
Passarono pochissimi giorni ed il Principe, nel suo studio, era intento a
correggere le bozze del suo libro. Ad un tratto si vide innanzi, ritto, un contadino,
vestito poveramente, ma dall’aria soddisfatta, contento... «Son venuto a
ringraziarvi, – cominciò, mentre il principe guardava, stupito di vedersi
quell’uomo lì innanzi, entrato senz’essere annunziato. – Ero in Purgatorio; la
elemosina da voi data a mia moglie mi ha liberato con quella S. Messa; ora vado
al Paradiso». Ciò detto, la visione sparve; ma il principe diede al fuoco il
libro che stava per pubblicare, e si convertì.
S. Pier Damiani, ancora fanciullo, rimase orfano
di padre e di madre. Fu ricevuto da un suo fratello, che lo trattava duramente
e gli lasciava mancare il pane e le vestimenta. Un giorno trovò per via una
moneta d’argento, senza averne potuto conoscere il padrone. Immaginate quale
gioia per il piccolo Pierino! Gli parve di aver trovato un tesoro, e subito
pensò di comperarsi un cappello, le scarpe, una giubba; abbisognava di tutto!
In quel punto gli vengono in mente il padre e la madre che non ha più, gli
occhi si riempiono di lacrime e corre a portare quella moneta ad un Sacerdote,
affinché celebri la S. Messa per i suoi poveri morti. Lo credereste? Da quel
giorno, protetto dalle anime sante del Purgatorio, la sua fortuna si cambiò. Un
altro fratello lo raccolse, lo fece studiare, e Pier Damiani diventò un
Sacerdote, Vescovo, Cardinale, Santo. Ecco ancora come una sola Messa, fatta
celebrare per le anime del Purgatorio, sia stata principio d’immensi vantaggi.
Ma, oh! quali vantaggi maggiori, se alla Messa si unisce la S. Comunione! [Beato Giacomo Alberione. Per i nostri defunti.
Pia Soc. San Paolo, 1932]
PREGHIERE DURANTE LA S. MESSA
Durante le preghiere segrete, il Signore le diede
questa istruzione: "Quando si intona il Sanctus, ognuno reciti un Pater,
pregando affinché con l'onnipotente, sapiente, dolce e benigno amore del mio
Cuore, io lo prepari in modo che sia fatto degno di ricevermi spiritualmente
nell'anima sua, ed io possa compiere in lui i miei eterni disegni, secondo
tutto il mio divino beneplacito.
"Durante il Postcommunio, ognuno ancora ripeta questa versetto: Io ti
lodo, o amore fortissimo; ti benedico, amore sapientissimo; ti glorifico, amore
dolcissimo; ti esalto, amore infinitamente buono; in ogni cosa e per tutti i
beni che la tua gloriosissima Divinità e beatissima Umanità si è degnata di
operare in noi per mezzo del nobilissimo strumento del tuo Cuore e che opererà
nei secoli dei secoli. Amen. - Ed io, quando. il Sacerdote darà la benedizione,
lo benedirò in questo modo: "La mia onnipotenza ti benedica, la mia
sapienza ti illumini, la mia dolcezza ti inebri, e la mia benignità ti attiri
ed a me ti unisca per sempre! Amen". [Santa Metilde. Rivelazioni, Capitolo V, Libro I,]
LE
SS. MESSE GREGORIANE
Si tratta
della celebrazione ininterrotta di trenta SS. Messe a suffragio di un'Anima del
Purgatorio.
La pia pratica
è nata così.
Un monaco
del Convento di S. Gregorio Magno aveva accettato, senza il consenso del
superiore, tre scudi d'oro da un suo beneficato: mancanza
gravissima contro il voto di povertà, professato dai monaci, per la quale era
incorso nella pena di scomunica.
Essendo il monaco deceduto poco
tempo dopo, S. Gregorio, per dare
una lezione esemplare a tutta la Comunità monastica, non solo continuò a
lasciarlo nella scomunica, ma lo fece seppellire fuori del Cimitero comune,
gettando nella sua fossa i tre scudi d'oro. Qualche tempo dopo, preso da
compassione, il Santo chiamò l'economo del monastero e gli disse: «Il nostro confratello è tormentato dalle
pene del Purgatorio: incomincia subito per lui la celebrazione di trenta SS.
Messe, senza interromperla».
Il monaco ubbidì; ma, per le troppe
occupazioni, non pensò a contare i giorni. Una notte, gli apparve il monaco
defunto e gli disse che se ne andava al Cielo, libero dalle sue pene. Si contò
allora il numero delle SS. Messe celebrate in suo suffragio e si trovò che
erano precisamente trenta. D'allora
invalse l'uso di far celebrare trenta SS. Messe per i Defunti, dette appunto
Gregoriane dal nome di S. Gregorio: uso che è tuttora in vigore nei
monasteri benedettini e trappisti e che Dio con molte rivelazioni ha fatto
conoscere essergli molto gradito (Dialoghi, IV, 10). Si può qui rispondere ad
una critica facile a sentirsi: «Vedi, si dice, basta avere del denaro e te la
cavi anche nell'altra vita. Certa gente fa di qua ciò che vuole e poi, con la
celebrazione di Messe, si compra anche il Paradiso». Sentite cosa risponde
un'Anima del Purgatorio: «Delle preghiere della terra, in Purgatorio si riceve
solo quel tanto che Dio vuole che ciascun'anima riceva secondo le disposizioni
meritate. E' un nuovo dolore aggiunto agli altri per queste povere Anime: il
vedere cioè che le preghiere che si fanno per la loro liberazione, vengono
applicate a chi ne è più degno. «Il sollievo di ciascun'anima dalle pene è
proporzionato al suo merito. Le une ricevono di più, le altre di meno. «La
Madre I. non ha avuto alcun beneficio dalle SS. Messe fatte celebrare in suo
suffragio. Le religiose non hanno alcun diritto di disporre dei loro beni: ciò
è contro la Povertà». (Manoscritto del Purgatorio).
“Francesca apparve in visione al
fratello [san Vincenzo Ferreri] durante la celebrazione della Messa, dicendogli
di soffrire tanto in purgatorio, gli narrò una atroce storia della sua vita, e
gli chiese di far celebrare le trenta Messe Gregoriane per la sua liberazione;
cosa che il santo fece, e seppe in visione della liberazione della sorella.” (Ubaldo Tomarelli. San Vincenzo Ferreri apostolo e taumaturgo.
ESD-Edizioni Studio Domenicano. 2005)
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