La pace sia con te

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giovedì 21 giugno 2018

Preghiere rivelate da Cristo alle sante Geltrude e Metilde vergini dell'ordine di S. Benedetto e ad altre veggenti


29 Appendice - Preghiere rivelate da Cristo alle sante Geltrude e Metilde vergini dell'ordine di S. Benedetto e ad altre veggenti

 LA SS. COMUNIONE SOLLEVA LE ANIME DEL PURGATORIO.
 Un giorno, mentre Geltrude stava per comunicarsi, provò un bisogno immenso di sprofondarsi nell'abisso della sua miseria, e di nascondervisi totalmente per onorare l'ineffabile accondiscendenza del Signore che ciba i suoi eletti col suo Corpo e li inebria con il suo Sangue. Ella comprese allora il sublime annientamento del Figlio di Dio, quando discese nel limbo per liberare le anime che ivi stavano prigioniere. Mentre si sforzava di unirsi a quell'ineffabile umiliazione, si trovò come immersa negli abissi del Purgatorio. Là, rinnovando i suoi sentimenti, comprese le parole che le diceva Gesù: « Con la S. Comunione ti attirerò a me in tal modo che tu trascinerai tutte le anime, a cui giungerà l'incomparabile profumo dei santi desideri che sfuggono così copiosamente da te». Dopo d'aver accolto tale promessa Ella s'avvicinò alla mensa angelica, pregando il Signore di liberare tante anime del Purgatorio, quante erano le molecole dell'Ostia che aveva in bocca. E il Signore rispose: «Per farti capire che le mie misericordie sorpassano tutte le mie opere e che nessuna creatura può misurare l'abisso della mia bontà, ti assicuro che, per i meriti del Sacramento di vita, sono disposto ad accordarti molto di più di quanto hai chiesto». [Santa Geltrude. Libro terzo, capitolo XVIII, par. XVII]

GESÙ SOCCORRE NELLA LORO AGONIA COLORO CHE HANNO PENSATO A LUI.
… il Signore la rassicurò dicendole: «Quando vedo nell'agonia coloro che durante la vita hanno qualche volta pensato a me, o che hanno compiuto qualche buona opera negli ultimi giorni, mi mostro a essi con tanta bontà, tenerezza e amabilità che essi si pentono d'avermi offeso e tale atto di dolore loro vale l'eterna salvezza. Così vorrei che i miei eletti mi glorificassero, e ringraziassero per tale insigne favore ».  [Santa Geltrude. Libro terzo, capitolo XXX, par. XX]

EIA ERGO ADVOCATA NOSTRA
Il Signore si degnò d'insegnare a Geltrude a ripetere, almeno una volta al giorno, l'invocazione: « Eia ergo advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte », assicurandole un potente soccorso per l'ora di morte.  La Santa offrì allora alla beata Vergine centocinquanta Ave Maria, recitate in suo onore, per ottenere la sua assistenza e tenerezza materna nell'ora del trapasso. Vide tosto quelle preghiere sotto forma di monete d'oro, offerte al Giudice supremo il Quale, a sua volta, le presentava alla Madre sua. Essa le riceveva da fedele economa e le metteva in serbo a una a una per profitto e conforto di Geltrude, la quale all'uscire da questo mondo avrebbe ricevuto dal Giudice divino tante consolazioni quante preghiere aveva offerto alla Madonna. Comprese ancora Geltrude che, se un'anima raccomanda la sua ultima ora ad un Santo qualsiasi con suppliche speciali, quelle preghiere vengono subito portate al tribunale del Sovrano Giudice e il Santo, che le ha ispirate, ne diventa il custode per mutarle in grazie da dare, al momento opportuno, al suo cliente.   [Santa Geltrude. Libro IV, capitolo LI]

I TUOI AMICI [GLI ANGELI] ASCOLTANO
Il Signore disse all'anima: "Ecco ciò che si legge nella Scrittura: "Quae habitas in hortis, amici auscultant: O tu che abiti nei giardini, i tuoi amici ascoltano" (Cant. VIII, 13). Per divina ispirazione l'anima conobbe il modo con cui gli Angeli assistono il giusto, in rutto il bene che compie.
 "Quando uno  legge i Salmi od altre parti della Scrittura, oppure si dedica a qualche opera buona, gli Angeli sono presenti per assisterlo.
 "Quando nell'orazione conversa con Dio, oppure ascolta la parola di Dio, ovvero parla dì Dio, è assistito dagli Arcangeli.
 "Se medita su le virtù di Dio, su la sua potenza, la sua sapienza, la sua bontà, la sua giustizia, la sua misericordia, la sua longanimità, la sua carità, e quando si sforza per quanto è possibile d'imitare queste virtù, le Virtù, sono al suo servizio.
 "Quando l'uomo, pensando all'ineffabile e sublime divinità, trema davanti a Dio e a Lui umilmente si sottomette, è assistito dalle Potestà.
 "Ma quando nel suo cuore esalta la nobiltà e la grandezza della Divinità, quando pensa a quella Maestà infinita che si è degnata di creare l'uomo a sua immagine e somiglianza, operando per lui cose sì grandi; quando, a motivo della riverenza e dell'amore che Dio dimostra per l'uomo, egli pure rispetta ed ama tutti gli uomini, è servito dai Principati.
 "Che se, con inchini, genuflessioni e prostrazioni, adora Dio, è assistito dalle Dominazioni.    
 "Quando poi l'uomo, nella tranquillità del suo cuore, medita su le grandezze e perfezioni di Dio, è servito dai Troni.
 "Se è illuminato dalla conoscenza di Dio, se si eleva nella contemplazione sino a considerare i divini misteri, i Cherubini sono i suoi ministri.
 "Ma quando l'anima, attingendo nel Cuore di Dio un ardente amore, ama Dio col proprio amore di Dio, e in Dio e per Dio ama tutti gli uomini, i Serafini esercitano il loro ministero presso di lei". [Santa Metilde. Libro II, capitolo XII]

L'INFERNO E IL PURGATORIO
Durante la sua preghiera, Metilde vide una volta l'inferno spalancato sotto i suoi piedi, e in quell'abisso una miseria ed un orrore infinito: serpenti, leoni, rospi, cani, orribili spettri di atrocissime fiere le quali crudelmente si laceravano a vicenda. Ella disse al Signore: "O Signore, chi sono questi disgraziati?" "Quelli, rispose il Signore, che non hanno mai voluto, neppure, per un'ora, pensare a me con dolcezza"…
Essa vide pure il purgatorio, dove erano altrettanti tormenti quanti sono i vizi di cui, le anime su la terra si fanno schiave. Gli orgogliosi cadevano senza posa da un abisso in un altro; quelli che erano stati infedeli alle loro regole ed alla loro professione religiosa, camminavano curvi come sotto un peso schiacciante. I golosi ed i bevoni giacevano per terra, privi di sensi e disseccati dalla fame e dalla sete, Quelli che avevano soddisfatto i loro desideri carnali, si fondevano nel fuoco come la carne ed il grasso sul braciere. Ogni anima soffriva la pena che si era meritata col suo vizio preferito. Ma quando la Santa ebbe pregato per loro, il Signore misericordiosamente ne liberò una copiosa moltitudine. [Santa Metilde. Libro V, capitolo XVIII]

PREGHIERA MOLTO EFFICACE PER UN CERTO AMMALATO
Geltrude un giorno supplicò Gesù di dirle quale preghiera fare per un certo ammalato. Ebbe questa risposta: "Basta che tu mi rivolga due brevi preghiere, ma con devozione La prima preghiera è: Conserva, o Dio, all'ammalato la pazienza. La seconda preghiera è: O Signore, fa' che secondo gli eterni desideri del tuo Cuore paterno ogni istante di patimento che Tu riservi a questo infermo procuri la tua gloria ed accresca i suoi meriti per il Cielo. [Santa Geltrude. L’Araldo del Divino Amor. Libro terzo, LXXIII – II]
Geltrude ricevette la spiegazione di quest'atto, e seppe che, se alcuno compie, per la gloria del Padre, un'opera buona, fosse pure anche solo un Pater, un'Ave, o un salmo recitati per sè o per altri, il Figlio di Dio accetta quell'offerta come un frutto della sua perfetta Uma­nità, ringrazia Dio Padre, benedice tale frutto, lo moltiplica e lo distribuisce a tutta la Chiesa, per l'eterna salute degli uomini. [Santa Geltrude. Libro IV, 21]

LA MISERICORDIA DI DIO
Si può dunque, durante questa settimana, recitare cinque Pater, In onore delle dolci Piaghe del Salvatore e, dopo di averle devotamente baciate, pregare, come più sopra si disse, per espiare le colpe dei membri della S. Chiesa e supplire alle negligenze universali. Dopo d'avere compiuto un tale atto, si potrà sperare di ottenere una grazia analoga dalla misericordia di Dio. . [Santa Geltrude. L’Araldo del Divino Amor. Libro quarto, capitolo XXI]

FEDELI PROMESSE DI DIO E PRIVILEGI. Come il Signore promise a Geltrude di esaudirci.
Noi saremo giudicati secondo lo stato dell'ultimo momento! La cosa più importante per noi, è di pregare Dio per fare una buona morte. Siamo però cosi oppressi dal peso dei nostri peccati, che ci torna difficile essere esauditi; pertanto, se vogliamo giungere felicemente in porto, dobbiamo supplicare il Signore di accordarci, per i meriti di Geltrude, una morte più santa di quella che avremmo potuto ottenere con le nostre sole forze. Infatti il Salvatore ha giurato, per i dolori della sua Passione e della sua morte innocente, che colui il quale si rivolgerà alla Sua Sposa diletta, mentre ella è ancora in vita, alla sua morte, o nello scorrere dei secoli, sarà esaudito oltre i suoi stessi desideri. [Santa Geltrude. L’Araldo del Divino Amor. Libro V, capitolo XXIX]

CORONCINA DI SALUTO ALLA MADRE DI DIO  
La Madre di misericordia afferma che chi l'avesse proclamata «candido giglio della SS. Trinità e rosa splendente di Paradiso » avrebbe esperimentata la podestà che l'Onnipotenza del Padre le aveva comunicato come Madre di Dio; avrebbe ammirato le ingegnose misericordie che la Sapienza del Figlio le aveva ispirato, e contemplato l'ardente carità accesa nel Suo Cuore dallo Spirito Santo. Aggiunse Maria: «All'ora della sua morte mi mostrerò e quest'anima nello splendore di una sì grande bellezza che la mia vista la consolerà e le comunicherà gioie celesti». Da quel giorno Geltrude propose di salutare la Vergine Maria, o le immagini che la rappresentavano con queste parole: « Ave, candidum lilium fulgidae semperque tranquillae Trinitatis, rosaque praefulgida coelicae amaenitatis de qua nasci, et de cuius latte pasci Rex coelorum voluit, divinis influxionibus animas nostras pasce. - Ti saluto, o giglio più bianco della neve, giglio della raggiante, sempre tranquilla Trinità. Ti saluto, Rosa brillante della celeste umanità, dalla quale il Re del cielo volle nascere e prendere il latte verginale: vieni in soccorso di me, povero peccatore, adesso e nell'ora della mia morte. Così sia ».
Pratica. Sui grani grossi:  «Ti saluto, o Giglio più bianco della neve, Giglio della raggiante, sempre tranquilla Trinità. Ti saluto, Rosa brillante della celeste umanità, dalla quale il Re del cielo volle nascere e prendere il latte verginale: vieni in soccorso di me, povero peccatore, adesso e nell'ora della mia morte. Così sia» 
Sui grani piccoli:  «Candido Giglio della SS. Trinità e Rosa splendente del Paradiso» Infine: Salve Regina [Santa Geltrude. L’Araldo del Divino Amor. Libro 3, capitolo 19.]


CORONCINA AL CUORE DI MARIA   
Dice la Mamma:  “Con questa preghiera accecherete satana! Nella tempesta che sta venendo, io sarò sempre con voi. Sono la Madre vostra: posso e voglio aiutarvi" 
Pratica: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. (5 volte in onore delle 5 piaghe di N.S.) 
Sui grani grossi della Corona del Rosario:  “Cuore Immacolato e addolorato di Maria, prega per noi che confidiamo in Te!” 
Sui grani piccoli:  “Madre, salvaci con la fiamma d’Amore del tuo cuore Immacolato!”
Alla fine: tre Gloria al Padre 
“Irradia, o Maria, su tutta l’umanità la luce di grazia della tua Fiamma d’Amore, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen” [Diario spirituale di Elisabetta Szantó -1961-1981-  imprimatur, 6 giugno 2009]. 

CORONCINA DI AFFIDAMENTO A GESU’ E A MARIA CONTRO IL DEMONIO  
Dice Gesù: "Il demonio ha ancora più ribrezzo del nome di Maria che del mio Nome e della mia Croce. Non ci riesce, ma cerca di nuocermi nei miei fedeli in mille maniere. Ma l’eco soltanto del nome di Maria lo mette in fuga. Se il mondo sapesse chiamare Maria, sarebbe salvo. Quindi invocare i nostri due Nomi insieme è cosa potente per fare cadere spezzate tutte le armi che Satana avventa contro un cuore che è mio. Da sole le anime sono tutte dei nulla, delle debolezze. Ma l’anima in grazia non è più sola. È’ con Dio." [Maria Valtorta. Quaderni.  15 giugno 1943]
Si può pregare così: Gesù, Maria, Vi amo!  Salvate le anime dei sacerdoti, salvate le anime. Ve lo chiediamo supplichevoli, e concedeteci di poter ripetere quest’Atto d'Amore MILLE VOLTE ad ogni respiro, ad ogni palpito

Pratica:  Si usi la Corona del Rosario.  Sui grani grossi, del Pater recitare: “Scenda il Sangue Preziosissimo di Gesù su di me, per fortificarmi e, su satana per abbatterlo! Amen.” 
Sui grani piccoli, dell’Ave recitare: “Ave Maria, Madre di Gesù, mi affido a te”. 
Infine recitare: Pater, Ave, Gloria. 




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sabato 16 giugno 2018

LO SCAPOLARE DELLA MADONNA DEL CARMELO



11.LO SCAPOLARE DELLA MADONNA DEL CARMELO
Conforme gli uomini si recano ad onore di avere alcuni che portano le loro livree, così Maria SS. gradisce che i suoi divoti portino il suo scapolare in segno d'esser dedicati alla di lei servitù ed esser del numero della famiglia della Madre di Dio. Gli eretici moderni deridono al solito questa divozione, ma la S. Chiesa l'ha approvata con tante bolle ed indulgenze. E riferisce il P. Crasset (T. 2, tr. 6, part. 4), ed il Lezzana (In Mar., c. 5, n. 10), parlando dell'abitino del Carmine, che verso l'anno 1251 apparve la S. Vergine al B. Simeone Stochio inglese, e dandogli il suo scapolare, gli disse che coloro i quali l'avessero portato, sarebbero stati liberi dall'eterna dannazione, con queste parole: Accipe, fili dilectissime, hoc tui Ordinis scapulare, meae confraternitatis signum, tibi et cunctis Carmelitis privilegium; in quo quis moriens, aeternum non patietur incendium (Ap. Lez., loc. cit.). E di più porta il P. Crasset che Maria apparendo un'altra volta a Papa Giovanni XXII gli ordinò di far sapere a coloro che portassero il suddetto abitino che sarebbero stati liberati dal purgatorio nel sabbato dopo la lor morte; conforme appunto il medesimo Pontefice poi dichiarò nella sua bolla, confermata appresso da Alessandro V, da Clemente VII, e da altri, come riferisce il P. Crasset nel luogo citato. E secondo abbiamo notato nella prima parte (cap. 8, § 2, pag. 272), Paolo V accenna lo stesso, e par che spieghi le bolle de' Pontefici antecessori, prescrivendo nella sua bolla le condizioni da osservarsi per guadagnare l'indulgenze appostevi, cioè l'osservanza della castità secondo il proprio stato e la recitazione dell'Officio picciolo della Vergine: e chi non può recitarlo, almeno che osservi i digiuni della Chiesa, astenendosi dal mangiare carne nel mercoledì.
Le indulgenze poi che vi sono così a questo abitino del Carmine, come agli altri de' Dolori di Maria, della Mercede, e singolarmente a quello della Concezione, sono innumerabili, quotidiane e plenarie, in vita e in articolo di morte. [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria, OSSEQUIO VI. - Dell'abitino]

È ben nota poi la promessa che fece Maria al Papa Giovanni XXII, a cui apparendo gli ordinò che facesse sapere a tutti coloro i quali portassero il sacro scapulare del Carmine, che nel sabbato dopo la loro morte sarebbero liberati dal purgatorio. E ciò lo stesso pontefice, come riferisce il P. Crasset (tom. 2. Div. d. B.V., tr. 6, prat. 4), lo dichiarò nella Bolla che pubblicò; che fu poi confermata da Alessandro V, da Clemente VII, Pio V, Gregorio XIII, e Paolo V, il quale nel 1612, in una Bolla disse “Che 'l popolo cristiano può piamente credere che la B. Vergine aiuterà colle sue continue intercessioni, co' suoi meriti e protezione speciale dopo la morte e principalmente nel giorno del sabbato - consagrato dalla Chiesa alla stessa Vergine - l'anime de' fratelli della confraternità di S. Maria del monte Carmelo, che saranno uscite da questa vita in grazia, ed avranno portato l'abito, osservando castità secondo il loro stato, ed avranno recitato l'Officio della Vergine: e se non han potuto recitarlo, avranno osservati i digiuni della Chiesa, astenendosi dal mangiar carne il mercoledì, eccettuato il giorno di Natale”.19 E nell'Officio solenne della festa di S. Maria del Carmine si legge credersi piamente che la S. Vergine con amor di madre consoli i confratelli del Carmine nel purgatorio, e colla sua intercessione presto li conduca nella patria celeste: Materno plane affectu, dum igne purgatorii expiantur, solari, ac in caelestem patriam obtentu suo quantocius pie creditur efferre (In fest. S. Mar. de M. Carm., 16 iul.) [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria, Parte prima, capitolo VIII. § 2. - Maria soccorre i suoi divoti nel purgatorio.]
Nelle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nel 1917, sono state confermate le due principali devozioni mariane che hanno resistito alla prova del tempo: quella del Rosario e quella dello Scapolare.
Alla conclusione delle apparizioni, il giorno 13 ottobre 1917, mentre avveniva il grande miracolo del sole, visto da più di 70.000 persone, la Madre di Dio si mostrò ai tre pastorelli nelle vesti di Nostra Signora del Monte Carmelo, presentando loro, nelle mani, lo Scapolare.
E' certo che, avvenendo nel momento più alto fra tutti i fenomeni accaduti a Fatima, quest'apparizione finale non fu un dettaglio senza importanza. Si può concludere perfino che i privilegi inestimabili legati allo Scapolare sono parte integrante del Messaggio che ci ha lasciato la Madre di Dio a Fatima, unitamente al Rosario ed alla devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Infatti, i riferimenti all'Inferno e al Purgatorio, la necessità della penitenza e l'intercessione di Nostra Signora contenuti nel Messaggio sono in assoluta consonanza con le promesse collegate allo Scapolare.
Chi pone l'attenzione sul vero significato delle apparizioni, concluderà facilmente che l'esaudimento delle richieste di Nostra Signora di Fatima impone che si conosca l'importanza del dono dello Scapolare, e che questo sia diffuso il più ampiamente possibile
Nel 1950 il Papa Pio XII scrisse sopra lo Scapolare, esprimendo il suo desiderio perché "sia il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi”. Scrisse anche: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna, in virtù della tradizionale promessa della Beata Vergine. Si tratta infatti dell’impresa più importante e del modo più sicuro di attuarla…” (Lett. “Neminen profecto”, 11 febbraio 1950).
Il Papa Paolo VI esortava (nel 1965): “Abbiamo in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso la Beatissima Vergine, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa, tra i quali stimiamo di dover ricordare espressamente la religiosa prassi del Rosario e dello Scapolare del Carmelo”.
Anche il Papa Giovanni Paolo II lo ha raccomandato insistentemente.
All'inizio lo Scapolare era di uso esclusivo dei religiosi carmelitani. Più tardi, la Chiesa, volendo estendere i privilegi e i benefici spirituali di questo abito religioso a tutti i cattolici, estese la possibilità del suo ricevimento a tutti i fedeli.
QUESTIONI PRATICHE SULLO SCAPOLARE
1 Gode dei privilegi legati allo Scapolare colui che diventa membro della famiglia carmelitana. A tale scopo esso deve essere obbligatoriamente imposto dal sacerdote, secondo il rituale previsto. In caso di pericolo di morte, però, se è impossibile trovare un sacerdote, anche un laico lo può imporre, recitando una preghiera a Nostra Signora e utilizzando uno Scapolare già benedetto.
2 Qualunque sacerdote o diacono può effettuare l'imposizione dello Scapolare. Per fare questo, deve utilizzare una delle formule per la benedizione previste nel Rituale romano.
3 Lo Scapolare deve essere indossato in modo continuo (anche durante la notte). In caso di necessità, come quando ci si deve lavare, è permesso toglierselo, senza perdere il beneficio della promessa.
4 Lo Scapolare viene benedetto soltanto una volta, quando viene fatta l'imposizione: tale benedizione ha valore per tutta la vita. La benedizione del primo Scapolare, perciò, è trasmessa agli altri scapolari che si utilizzassero per sostituire quello precedente deteriorato.
5 La “medaglia-scapolare” - Il papa San Pio X concesse la facoltà di sostituire lo Scapolare di stoffa con una medaglia, che deve avere su una delle facce il Sacro Cuore di Gesù e, nell'altra, qualche immagine di Nostra Signora. La si può usare ininterrottamente (al collo o in altro modo), godendo dei medesimi benefici promessi per lo scapolare. Tuttavia, la medaglia non può essere imposta, ma deve essere soltanto utilizzata in sostituzione del tessuto già ricevuto. E' raccomandabile, quindi, che non si smetta completamente di usare lo scapolare di stoffa, anche quando si usa abitualmente la medaglia (per esempio, si può portarlo durante la notte). In ogni modo, la cerimonia dell'imposizione deve necessariamente essere fatta con lo scapolare di tessuto. Quando si cambia la medaglia, non è necessaria un'altra benedizione.
CONDIZIONI PER BENEFICIARE DELLE PROMESSE
1 - Per beneficiare della promessa principale, la preservazione dall'Inferno, non esiste altra condizione che l'appropriato uso dello Scapolare: cioè, riceverlo con retta intenzione e portarlo effettivamente sino all'ora della morte. Si suppone, per questo effetto, che la persona abbia continuato a portarlo, anche se nel punto di morte ne fosse stata privata senza il suo consenso, come nel caso dei malati negli ospedali.
2 - Per beneficiare del "privilegio sabatino'', è necessario adempiere a tre requisiti:
a) Portare abitualmente lo Scapolare (o la medaglia).
b) Conservare la castità consona al proprio stato (totale, per i celibi, e coniugale per gli sposati). Si noti che questo è un obbligo di tutti e di qualunque cristiano, ma godrà di questo privilegio soltanto chi vivrà abitualmente in tale stato.
c) Recitare quotidianamente il piccolo Ufficio di Nostra Signora. Tuttavia il sacerdote, nel fare l'imposizione, ha il potere di commutare questa obbligazione un po' difficile per il comune laico. Si suole sostituirlo con la recita giornaliera del Rosario. Le persone non devono temere di chiedere al sacerdote, il quale spesso richiede solo la recita di Tre Ave Maria al giorno.
3 - Coloro che ricevono lo Scapolare e poi dimenticano di portarlo non commettono peccato. Cessano soltanto di ricevere i benefici. Colui che torna a portarlo, anche se lo ha lasciato per un lungo tempo, non ha bisogno di un’imposizione.
INDULGENZE LEGATE ALLO SCAPOLARE
1 - E' concessa l’indulgenza parziale a colui che, portando devotamente lo Scapolare, o la medaglia sostitutiva, faccia un atto di unione con la Santissima Vergine o con Dio attraverso lo Scapolare; per esempio, baciandolo, o formulando un'intenzione o una richiesta.
2 - E' concessa l'indulgenza plenaria (remissione di tutte le pene del Purgatorio) nel giorno in cui si riceve per la prima volta lo Scapolare; e anche nelle feste di Nostra Signora del Monte Carmelo (16 luglio), di Sant'Elia (20 luglio), di Santa Teresa del Bambino Gesù (1° ottobre), di tutti i Santi dell'Ordine del Carmelo (14 novembre), di Santa Teresa d’Avila (15 ottobre), di San Giovanni della Croce (14 dicembre) e di San Simone Stock (16 maggio).
E' bene notare che le indulgenze plenarie si possono acquisire solo se si adempiono alle condizioni stabilite dalla Chiesa: Confessione (se non si è in grazia di Dio), Comunione, distacco da tutti i peccati (anche veniali), e una preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre (si usa recitare un "Padre Nostro", un’"Ave Maria" e il "Gloria"). Mancando una di queste condizioni l’indulgenza è solo parziale.
LO SCAPOLARE E’ UN SACRAMENTALE
"No, non basta dire che lo Scapolare è un segno di salvezza. Io sostengo che non vi sia altro che faccia tanto certa la nostra predestinazione” (San Claudio Colombière, S. J.).
l. E' un segno di alleanza con Nostra Signora. Con il suo uso, esprimiamo la nostra consacrazione a Lei.
2. E’ un segno di salvezza. Chi muore con esso non patirà il fuoco dell'Inferno.
3. Nel primo sabato dopo la morte la Santissima Vergine libererà dal Purgatorio tutti quelli che lo hanno
portato.
4. E' un segno di protezione in tutti i pericoli.




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Nostra Signora dei Dolori: promesse e grazie


10. Le promesse e le grazie ai devoti di Nostra Signora dei Dolori

Per intendere quanto gradisce la Vergine in noi la memoria de' suoi dolori, basterebbe solamente sapere ch'ella nell'anno 1239 apparve a sette suoi divoti - che poi furono i fondatori della religione dei Servi di Maria - con una veste di color nero in mano, e loro impose che, se volevano gradirle, spesso meditassero i suoi dolori; e perciò volea che per memoria di essi, d'allora innanzi portassero quella lugubre veste (Gian., Cent., Serv., l. 1, c. 14). E Gesù Cristo medesimo rivelò alla B. Veronica da Binasco ch'egli quasi più si compiace in vedere compatita la Madre che se stesso; poiché così le disse: Figlia, mi son care le lagrime sparse per la mia Passione; ma amando io con amore immenso la mia Madre Maria, mi è più cara la meditazione de' dolori ch'ella patì nella mia morte (Ap. Bolland., 13 ian.).61 Perciò son troppo grandi le grazie da Gesù promesse a' divoti de' dolori di Maria. Riferisce il Pelbarto (Stellar., l. 3, p. 3, a. 3) essere stato rivelato a S. Elisabetta che S. Giovanni evangelista, dopo che la B. Vergine fu assunta in cielo, desiderava egli di rivederla; ebbe già la grazia, gli apparve la sua cara Madre, ed insieme con lei anche Gesù Cristo; ed intese poi che Maria domandò al Figlio qualche grazia speciale per li divoti de' suoi dolori, e che Gesù le prometté per essi quattro grazie principali:
 1. Che chi invoca la divina Madre per li suoi dolori, prima della morte meriterà far vera penitenza di tutti i suoi peccati. 2. Ch'egli custodirà questi divoti nelle tribolazioni in cui si trovano, specialmente al tempo della morte. 3. Che imprimerà loro la memoria della sua Passione, e che in cielo poi ne darà loro il premio. 4. Che tali divoti egli li porrà in mano di Maria, acciocch'ella ne disponga a suo piacere, e loro ottenga tutte le grazie che vuole. - In comprova di ciò vediamo nel seguente esempio quanto giovi alla salute eterna la divozione a' dolori di Maria.
Esempio. 
Si ha dalle rivelazioni di S. Brigida (Lib. 6, cap. 97) che vi era un signore quanto nobile di nascita, tanto vile e scellerato di costumi. Egli s'era dato con patto espresso per ischiavo al demonio, e l'avea servito per sessant'anni continui, facendo la vita che ognuno può immaginarsi, lontano sempre da' sacramenti. Or questo principe venne a morte, e Gesù Cristo, per usargli misericordia, comandò a S. Brigida che avesse detto al suo confessore che fosse andato a visitarlo e l'avesse esortato a confessarsi. Vi andò il confessore, e quegli rispose che non avea bisogno di confessione, perché spesso si era confessato. Vi andò la seconda volta, e quel povero schiavo dell'inferno seguiva a stare ostinato in non voler confessarsi. Gesù di nuovo disse alla santa che vi mandasse il confessore. Questi vi ritornò, ed in questa terza volta gli riferì la rivelazione fatta alla santa, e ch'egli perciò era tornato tante volte, perché così l'avea comandato il Signore, che volea usargli misericordia. Al sentire ciò il misero infermo s'intenerì e cominciò a piangere. Ma come, poi esclamò, io posso essere perdonato, se per sessant'anni ho servito il demonio, fatto suo schiavo, ed ho caricata l'anima mia d'innumerabili peccati? Figlio, rispose il Padre animandolo, non dubitare, se tu te ne penti, io ti prometto da parte di Dio il perdono. Allora egli cominciando a prender confidenza, disse al confessore: Padre, io mi stimava dannato, e già disperava della salute, ma ora mi sento un dolore de' miei peccati, che m'anima a confidare; onde, giacché Dio non m'ha abbandonato ancora, voglio confessarmi. Ed in fatti in quel giorno si confessò quattro volte con gran dolore, nel seguente poi si comunicò, e nel sesto giorno, tutto contrito e rassegnato, se ne morì. Dopo la sua morte di nuovo Gesù Cristo parlò a S. Brigida e le disse che quel peccatore era salvo stando già in purgatorio, e che s'era salvato per l'intercessione della Vergine sua Madre; mentre il defunto, benché avesse fatta una vita così perversa, nulladimeno avea sempre conservata la divozione a' suoi dolori; poiché sempre che si ricordava de' suoi dolori, la compativa. [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]

La devozione popolare ha fissato simbolicamente i sette dolori della corredentrice sulla base degli episodi narrati dai Vangeli [si prega con un’Ave Maria dopo la meditazione del dolore]:
  1. la profezia del vecchio Simeone,
  2. la fuga in Egitto,
  3. lo smarrimento di Gesù a Gerusalemme,
  4. Gesù incontra la Madre sul Golgota,
  5. la crocifissione,
  6. Gesù è trafitto dalla lancia e viene deposto dalla croce,
  7. la sepoltura di Gesù.
Sono episodi che ci invitano a meditare sulla partecipazione di Maria alla Passione, Morte e Resurrezione di Cristo e che ci danno la forza di prendere su di noi la nostra croce.
Le promesse e le grazie ai devoti di Nostra Signora dei Dolori
Nelle sue rivelazioni approvate dalla Chiesa, Santa Brigida afferma che la Madonna le ha promesso di concedere sette grazie a coloro che recitano tutti i giorni sette Ave Maria in onore dei suoi principali “sette dolori”, meditando su di essi. Queste le promesse:
  • Porrò la pace nelle loro famiglie.
  • Saranno illuminati sui Misteri Divini.
  • Li consolerò nelle loro sofferenze e li accompagnerò nelle loro fatiche.
  • Darò loro tutto quello che mi chiedono, a condizione che non si opponga alla Volontà adorabile del mio Divin Figlio e alla santificazione delle loro anime.
  • Li difenderò nei combattimenti spirituali contro il nemico infernale e li proteggerò in tutti gli istanti della vita.
  • Li assisterò visibilmente nel momento della morte.
  • Ho ottenuto da Mio Figlio che quelli che propagano questa devozione (alle mie Lacrime e Dolori) siano trasferiti da questa vita terrena alla felicità eterna direttamente, poiché saranno distrutti tutti i loro peccati e mio Figlio e io saremo la loro eterna consolazione e gioia.
Sant’Alfonso Maria de Liguori [Le Glorie di Maria] dice che Gesù ha promesso ai devoti di Nostra Signora dei dolori queste grazie:
  • I devoti che invocheranno la divina Madre per i meriti dei suoi dolori otterranno, prima della morte, di compiere una vera penitenza per tutti i loro peccati.
  • Nostro Signore imprimerà nei loro cuori la memoria della Sua Passione, dando loro il premio del Cielo.
  • Gesù Cristo li custodirà in tutte le tribolazioni, soprattutto nell’ora della morte.
  • Gesù li lascerà nelle mani di sua madre, perché disponga di loro a suo piacimento e ottenga loro tutti i favori.



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sabato 9 giugno 2018

LE GRAZIE PROMESSE DA GESU' CRISTO AI DEVOTI DEL NOME DI MARIA


9.NOME DI MARIA
Son troppo belle le grazie che stan promesse da Gesù Cristo a' divoti del nome di Maria, com'egli stesso parlando colla sua Santa Madre fe' intendere a S. Brigida, rivelandole che chi invocherà il nome di Maria con confidenza e proposito d'emenda, riceverà tre grazie singolari, cioè un perfetto dolore de' suoi peccati, la lor soddisfazione e la fortezza per giungere alla perfezione, e di più finalmente la gloria del paradiso: Quicumque invocaverit nomen tuum et in te sperabit cum proposito emendandi, tria illi dabuntur, contritio peccatorum, eorum satisfactio et fortitudo ad proficiendum, et insuper regnum caelorum (Rev., lib. 1, cap. 50).33 Poiché, soggiunse il divin Salvatore, sono sì dolci e care, o Madre mia, a me le tue parole, che non posso negarti quel che tu mi chiedi: Tanta enim est in me dulcedo verborum tuorum, quod negare non valeo quod tu petis.
[S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]

V. Sia benedetto il nome della Vergine Maria.
R. Da questo momento e nei secoli.

Preghiamo. Ti preghiamo, Dio onnipotente, affinché i tuoi fedeli, che si rallegrano del nome e della protezione della santissima Vergine Maria, grazie alla sua pietosa intercessione siano liberati da tutti i mali sulla terra, e meritino di giungere alle gioie eterne in cielo. Per Cristo nostro Signore. Così sia.

Mentre Geltrude invocava il soccorso della celeste Madre con queste parole: « Eia ergo advocata nostra » le sembrò che la Vergine fosse attratta verso di lei da una forza potente, perché tutte le volte che s'invoca Maria col titolo di Avvocata, la sua tenerezza materna si commuove in modo tale, da non poter nulla rifiutare. Alle altre parole: « illos tuos misericordes oculos », la Vergine prese la testa del suo Figlio e la inchinò dolcemente, verso la Santa, dicendo: « Eccoti i miei occhi misericordiosi, io li flssai su coloro che m'invocano per ottenere frutti di vita eterna ». Il Signore si degnò d'insegnare a Geltrude a ripetere, almeno una volta al giorno, l'invocazione: « Eia ergo advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte » [Suvvia, Avvocata nostre, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi], assicurandole un potente soccorso per l'ora di morte.  (Rivelazioni. Libro quarto, capitolo 51.)

Sant’Alfonso porta gli esempi di peccatori che si sono salvati solo grazie alla devozione di pregare ogni giorno la Vergine Maria di non essere abbandonati e di non morire in peccato mortale. [Le glorie di Maria. Libro 1., cap. 7.]





PROMESSE PER LE LODI DI MARIA


8.LODI DI MARIA

E chi non sa la promessa fatta da Maria stessa a coloro che si adoprano a farla conoscere ed amare in questa terra? Qui elucidant me, vitam aeternam habebunt (Eccli. XXIV, 31), come le applica la santa Chiesa nella festività della sua Immacolata Concezione.6 Exulta - dunque diceva S. Bonaventura, che tanto s'impiegò in pubblicare le lodi di Maria, - exulta, anima mea, et laetare in illa, quia multa bona sunt laudatoribus praeparata.7 E giacché tutte le divine Scritture, soggiungeva, parlano in lode di Maria, procuriamo sempre, e col cuore e colla lingua, di celebrare questa divina Madre, acciocché da lei siamo un giorno condotti al regno de' beati: Si enim omnes Scripturae loquuntur de ea, Deiparam perpetuo corde et lingua celebremus, ut ab ipsa ad gaudia aeterna perducamur.8 Si ha dalle rivelazioni di S. Brigida che solendo il B. Emingo vescovo dar principio alla sue prediche dalle lodi di Maria, apparve un giorno alla santa la stessa Vergine, e le disse: Dite a quel prelato che suol cominciar le sue prediche dalle mie lodi, ch'io voglio essergli madre, e che io presenterò l'anima sua a Dio, e farà buona morte (Revel., cap. 104). [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria, introduzione]

E come mai può perire chi si raccomanda a questa buona Madre, quando il Figlio come Dio ha promesso per suo amore di usar misericordia, per quanto a lei piace, a tutti coloro che se le raccomandano. Ciò appunto rivelò il Signore a S. Brigida (Lib. 4, cap. 53), facendole sentire queste parole ch'egli dicea a Maria: Ex omnipotentia mea, Mater reverenda, tibi concessi propitiationem omnium peccatorum, qui devote invocant tuae pietatis auxilium, qualicumque modo placeat tibi. [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria, Parte prima, CAPITOLO VII.]

Pregando un giorno la SS. Vergine, nella novena della sua Assunzione, la serva del Signore, la vergine Suor Serafina da Capri - come si legge nella sua Vita - le domandò la conversione di mille peccatori. Ma temendo poi che la domanda fosse troppo avanzata, le apparve la Vergine e la corresse di questo suo vano timore dicendole: Perché temi, forse io non sono abbastanza potente ad ottenerti dal mio Figliuolo la salute di mille peccatori? Eccoli, io già te l'impetro. Indi la condusse in ispirito in paradiso, ed ivi le dimostrò innumerabili anime di peccatori, che si avean meritato l'inferno, e poi per sua intercessione s'eran salvati, e già godevano la beatitudine eterna. [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]






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venerdì 8 giugno 2018

PROMESSE DI MARIA SANTISSIMA AI DEVOTI DEL SANTO ROSARIO


6.PROMESSE  DI  MARIA  SANTISSIMA  AI  DEVOTI  DEL  SANTO  ROSARIO

“La divozione del SS. Rosario già si sa essere stata rivelata a S. Domenico dalla stessa divina Madre, allorché stando afflitto il santo e lagnandosi colla sua Signora degli eretici Albigesi che in quel tempo facevano gran danno alla Chiesa, la Vergine gli disse: Questo terreno sarà sempre sterile, sino che vi cada la pioggia. Intese allora S. Domenico questa pioggia esser la divozione del Rosario, ch'egli doveva pubblicare. Come in fatti il santo l'andò per tutto predicando, e questa divozione fu da tutti i cattolici abbracciata; in modo tale che al presente non vi è divozione più praticata da' fedeli di ogni stato di persone, che questa del SS. Rosario.1 Gli eretici moderni, Calvino, Bucero ed altri, che non han detto per discreditare l'uso della corona?2 Ma è noto il gran bene che al mondo ha recato questa nobile divozione. Quanti per mezzo di essa sono stati liberati da' peccati! quanti condotti a vita santa! quanti han fatta buona morte ed ora son salvi! Leggansi tanti libri che ne trattano.

Basti sapere che questa divozione è stata approvata dalla S. Chiesa, ed i Sommi Pontefici l'hanno arricchita d'indulgenze.”  [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]

  1. La devozione al Santo Rosario è segno certo di predestinazione.
  2. Prometto la mia protezione speciale e grandi favori a chi reciterà devotamente il mio Rosario
  3. Quelli che propagheranno il mio Rosario saranno da me soccorsi in ogni loro tribolazione.
  4. Persevera nella devozione del mio Rosario e io provvederò alle tue necessità
  5. Chiunque reciterà devotamente il mio Rosario meditando i misteri, si convertirà, se peccatore.
  6. I veri devoti del mio Rosario non morranno senza Sacramenti.
  7. Quelli che recitano il mio Rosario avranno in vita e in morte, soccorso, luce e conforto.
  8. Colui che si raccomanda a me col Rosario non perirà.
  9. A coloro che recitano il mio rosario io prometto la mia speciale protezione.
  10. Diffondi il Rosario: è un’arma potentissima contro le insidie e gli assalti del demonio.
  11. Colui che reciterà devotamente il Rosario conserverà la grazia, se giusto, e sarà fatto degno della vita eterna.
  12. Io libero in giornata dal purgatorio, i veri devoti del mio Rosario.
  13. Coloro che cantano le mie lodi col Rosario avranno gran luce intellettuale e abbondanza di grazie.
  14. Coloro che reciteranno devotamente il mio Rosario si santificheranno.
  15. I veri devoti del mio Rosario godranno di una grande gloria in Cielo.

  (Promesse di Maria Santissima al Beato Alano della Rupe O.P. in OPERE COMPLETE DEL BEATO ALANO DELLA RUPE  a cura di: Don Roberto Paola Roma, 31-12-2013 Edizioni: Centro Studi Rosariani)

          “Il Santo Rosario è un’Arma potente. Impiegala con fiducia e ti meraviglierai del risultato”, questo insegnava e scriveva una grande anima come San Josemaria Escrivà.
Anche Suor Lucia di Fatima ha detto questo: 
“Il Rosario è l’Arma più potente con cui possiamo difenderci in campo di battaglia”.

Concludiamo con il terzo ed ultimo messaggio della SS. Vergine nelle sue apparizioni ad AKITA (Giappone), il 13 Ottobre 1976, esattamente nel 56 anniversario dell’ultima apparizione a Fatima  (apparizioni riconosciute come soprannaturali dal Vescovo Mons. Itò, che presentò il tutto all’allora Cardinale Ratzinger).
La Madonna disse alla veggente, Suor Agnese Sasagawa (tuttora viva): “Figlia mia cara, ascolta bene ciò che sto per dirti. Lo riferirai al tuo superiore. Come ti ho già detto, se gli uomini non si pentono e non cambiano, il Padre invierà un terribile castigo su tutta l’umanità.  Sarà un castigo più grave del diluvio, come mai è stato nessun altro. Cadrà fuoco dal cielo e annienterà gran parte dell’umanità, sia cattivi che buoni, senza risparmiare fedeli né sacerdoti. I superstiti si troveranno in una tale desolazione, da invidiare i morti. La sola arma che avrete sarà il Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i sacerdoti. 
Oggi è l’ultima volta che ti parlo a viva voce; d’adesso in poi dovrai ubbidire a colui che ti è stato inviato e al tuo superiore. Prega molto con il Rosario. Soltanto Io posso ancora salvarvi dalle calamità che si avvicinano. Quelli che confideranno in me saranno salvati”  
Dell'effetto del grande Salterio
 La Santa chiese ancora: « Vorresti dirmi, caro Signore, quante anime accordi a ciascuna persona che recita l'ufficio? » e Gesù: « Tante quante ne merita il loro amore » Poi continuò: «La mia infinita bontà mi porta a liberare un numero grande di anime; per ciascun versetto di questi salmi libererò tre anime ». Allora Geltrude che, per la sua estrema debolezza non aveva potuto recitare il salterio, eccitata dall'effusione della divina bontà, si sentì in dovere di recitarlo col più grande fervore. Quand'ebbe terminato un versetto, domandò, al Signore quante anime la sua infinita misericordia avrebbe liberato. Egli rispose: « Sono così soggiogato dalle preghiere di un'anima amante, che sono pronto a liberare ad ogni movimento della sua lingua, durante il salterio, una moltitudine sterminata di anime ». Lode eterna ne sia a Te, dolcissimo Gesù! [Santa Geltrude. Libro quarto , capitolo XVIII]

Il salterio è però preghiera colta, destinata a chi sa leggere e conosce il latino e la Bibbia; come farlo recitare agli illetterati? Si escogita la soluzione di sostituirlo con la recita di 150 preghiere più brevi e facili, soprattutto il Padre Nostro, ma più tardi (sec.XII), si sostituisce o si mescola l’Ave Maria….Alano de la Roche (1428-1475), domenicano, fonda nel nord della Francia una confraternita per la devozione e la propagazione del Salterium Mariae, ossia il rosario. .. In conclusione, dopo ormai più di cinque secoli di rosario: sono spariti dalla devozione popolare la preghiera numerica-continua e il salterio, quest’ultimo è stato lasciato ai soli chierici, per tutti gli altri c’è la corona. Addirittura -pratica raccomandata perfino dai Papi- http://www.domenicani.it/brevi-note-sullorigine-la-struttura-del-rosario/

giovedì 7 giugno 2018

PROMESSE VARIE DELLA VERGINE MARIA. Tre Ave Maria

 PROMESSE  VARIE DELLA VERGINE MARIA
TRE "AVE MARIA" PER OTTENERE L'ASSISTENZA DELLA GLORIOSA VERGINE MARIA NELL'ORA DELLA MORTE
 Mentre Metilde pregava la gloriosa Vergine Maria di degnarsi assisterla con la sua presenza nell'ultima sua ora, la Santa Vergine le rispose: "Te lo prometto; ma tu a questo fine, reciterai ogni giorno tre Ave Maria. Con la prima, ti rivolgerai a Dio Padre, il quale, nella sua suprema potenza esaltò l'anima mia sino a costituirmi la prima dopo Dio in cielo e su la terra; e gli chiederai ch'io ti sia presente nell'ora della tua morte per confortarti e scacciare lontano da te ogni potenza nemica. "Con la seconda Ave Maria ti rivolgerai al Figlio di Dio che, nella sua inscrutabile sapienza, mi dotò di una tale pienezza di scienza e di intelligenza che godo della santissima Trinità con una conoscenza superiore a quella di tutti i Santi. Tu gli domanderai pure che, per questo splendore per cui divenni un sole tanto radioso da illuminare il cielo intero, io riempia l'anima tua, nell'ora della tua morte, dei lumi della fede e della scienza, dimodochè tu sii libera da ogni ignoranza e da ogni errore. Con la terza, ti rivolgerai allo Spirito Santo, il quale inondandomi del suo amore mi diede tale un'abbondanza di dolcezza, di bontà e di tenerezza che Dio solo ne possiede più di me, e gli domanderai ch'io ti sia presente nell'ora della tua morte, per diffondere nell'anima tua la soavità del divino amore. Così potrai trionfare dei dolori e dell’amarezza della morte, a segno che li vedrai cambiati in dolcezza e allegrezza".   [Santa Metilde. Libro primo, capitolo XLVI]

Di più riferisce il P. Auriemma (Loc. cit.) che la S. Vergine promise a S. Metilde una buona morte, se le avesse recitate ogni giorno tre Ave Maria alla sua potenza, sapienza e bontà. In oltre ella stessa disse alla B. Giovanna di Francia, esserle accettissima l'Ave Maria, specialmente detta dieci volte in onore di sue dieci virtù; ap. Maracci, p. 25, il quale riferisce molte indulgenze poste a queste 10 Ave. [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]

TRE COSE CHE L'UOMO DEVE AVERE NELLA MENTE
3. - "In una lode piena di azioni di grazie penserai ai beni che eternamente ti darò in cielo, dove ti colmerò di doni oltremodo superiori a tutto quanto puoi sperare ed anche immaginare. "Ti dico, in verità, che provo immensa compiacenza quando gli uomini con fiducia aspettano da me cose veramente grandi. "Chiunque crederà che dopo questa vita lo ricompenserò oltre i suoi meriti, e anticipatamente me ne offrirà le sue azioni di grazie, costui mi sarà tanto gradito che tutto quanto avrà sperato gli sarà dato in una misura infinitamente superiore al suo merito. "È impossibile che l'uomo non consegua ciò che crede e spera; è dunque vantaggioso aspettare da me cose grandi e fidarsi di me". L'anima replicò: "O dolcissimo Signore, se vi piace così tanto che gli uomini confidino in Voi, che cosa dovrò dunque credere della vostra ineffabile bontà?" Il Signore rispose: "Tu devi credere con certa speranza, che dopo la tua morte, ti riceverò come un Padre accoglierebbe un suo carissimo figlio, e che mai nessun Padre dividerà un'eredità col suo figlio con tale equità come io ti farò partecipe di tutti i miei beni e ti darò anche me stesso. "Ti riceverò come un amico riceve l'amico suo più tenero, ed avrò con te un'intimità che sorpasserà tutto quanto i migliori amici hanno mai potuto sperimentare. Non fu mai visto amico così fedele che qualche volta non abbia dato o non possa dare all'amico qualche dispiacere; io invece sono fedele, sono la Fedeltà essenziale, né mai potrò fare agli amici miei nessun inganno e nessun torto. "Ti riceverò ancora come lo sposo riceve la sposa unicamente amata; nella mia accoglienza, vi saranno tali dolcezze e delizie, che mai nessuno sposo tanto dolcemente accarezzò la sua diletta sposa. Al torrente medesimo della mia Divinità io ti inebrierò". E l'anima disse: "Che cosa darete Voi a quelli che avranno fede in queste promesse?" "Darò loro un cuore riconoscente, disse il Signore, affinché ricevano tutti i miei doni con gratitudine. Darò loro un cuor tenero perché mi amino fedelmente. Darò loro un cuore che sappia lodarmi alla maniera dei cittadini del cielo, i quali, lodandomi nell'amore, sempre mi benedicono". [Santa Metilde, Libro terzo, Capitolo IV.]

TRE COSE A DIO GRATISSIME
"Chi vuole farmi una offerta graditissima, si applichi alla pratica di queste tre cose: dapprima sia fedele nell'aiutare il suo prossimo, in ogni necessità ed in ogni indigenza; si studi di attenuare e scusare per quanto può, i peccati ed i difetti dei propri fratelli. Se uno praticherà questa carità, gli prometto che provvederò a tutte le sue necessità, coprirò i suoi peccati e lo scuserò davanti al Padre mio. "La seconda pratica è questa: in ogni tribolazione l'anima unicamente in me cerchi il suo rifugio; non si lamenti con altri delle sue pene, ma a me solo confidi con pieno abbandono tutte le inquietudini che opprimono il suo cuore, ed io non lo abbandonerò mai. "La terza pratica è di camminare con me nella verità. "Se uno si dedicherà a tali pratiche, nell'ora della morte lo accoglierò in quella guisa che una madre amantissima accoglie il figlio suo; e gli darò nei miei paterni abbracci quel riposo che non avrà mai fine. "La prima di queste pratiche mi è tanto gradita che mi obbliga a pagare ogni debito che l'anima possa aver incontrato verso il suo prossimo: la seconda libera dai debiti che essa possa avere verso di sé medesima; quanto alla terza, può ottenere la remissione di qualsiasi debito verso Dio". [Santa Metilde, Libro quarto, Capitolo V]
Preghiera per riparare tempo perduto
Prostrandosi allora ai piedi del Signore, Metilde si dolse quasicchè avesse passato tutto il tempo della sua vita vivendo inutilmente, e si offrì al suo Diletto disposta a stare su la terra per soffrire, fosse pure sino al dì del giudizio, tutti i dolori e tutti i patimenti possibili.
Il Signore le disse: "Onde riparare le tue negligenze e il tempo perduto, saluta il mio Cuore nella sua divina bontà, perché Egli è la sorgente è la fonte di ogni bene. Saluta il mio Cuore nella sovrabbondanza della grazia che Egli sparse, sparge e spargerà per sempre sopra i Santi e sopra le anime di tutti gli eletti. Saluta quell'acqua piena di dolcezza che tante volte dal mio Cuore infinitamente buono sgorgò nell'anima tua e la inebriò nel torrente delle mie divine delizie". [Santa Metilde, Capitolo VII, Libro III,]
RICOMPENSA GRANDE
Gesù disse a Geltrude, dopo la confessione: “Ora accetta la penitenza che t'impongo. Ogni giorno, per un anno intero, farai un'opera di carità come se la facessi a me stesso, in unione dell'amore con cui mi sono fatto uomo per salvarti e dell'infinita tenerezza con cui ti ho perdonato le tue colpe ».
Geltrude accettò di gran cuore e con riconoscenza; poi tutto a un tratto, ricordandosi della propria fragilità, disse: « Ahimè Signore! Non mi avverrà talora di omettere questa buona opera quotidiana? E allora che dovrò fare?». « Come potrai tu ometterla - rispose Gesù – se è cosa così facile? Io non ti chiedo che un solo passo offerto a tale intenzione, una paglia sollevata da terra, un gesto di bontà, una parola affettuosa al prossimo, un Requiem per i defunti, un accento caritatevole a favore di un peccatore, o di un giusto. Ora di un solo di questi atti sarà pago il mio divin Cuore». Consolata da queste dolci parole, domandò la Santa a Gesù se altri ancora potesse avere parte a tale privilegio, compiendo la medesima pratica ». « Sì - rispose il Salvatore - accordo l'intera remissione di ogni peccato a chiunque vorrà adempiere la penitenza che ho imposta ». E soggiunse: « Ah, quale dolce accoglienza farò al termine dell'anno, a quanti avranno coperto, con atti di carità, la moltitudine dei loro falli! ». Geltrude obbiettò « Come sarà possibile una tale purificazione, se l'uomo è tanto inclinato al male da peccare parecchie volto in un'ora? ». E il Signore: « Perché vuoi sottilizzare e mostrarti così difficile, mentre io, che sono Dio, prevedo tanta gioia in questa cosa e mi dispongo ad aiutare la buona volontà di chi vorrà darmi tale consolazione? La mia divina sapienza vincerà ».
Geltrude chiese: « Che darai Tu, mio Dio, a coloro che, col soccorso della tua grazia, compiranno questo atto di carità quotidiana? ». Il Maestro concluse con dolcezza: « Io darò loro ciò che l'occhio d'uomo non vide, ciò che il suo orecchio giammai udì, ciò che nemmeno il suo cuore potrebbe aspettarsi da' suoi desideri. (I. Cor. II, 9). Oh, quale felicità gusteranno coloro che avranno praticato quest'esercizio per un anno, o anche solo per un mese! Per loro è preparata in cielo ricompensa grande! »… [Rivelazioni di s. Geltrude.  Llibro quarto, capitolo VII]