Cristiada, il film sulle
persecuzioni cristiane in Messico non ha ancora un distributore europeo
Aprile 4, 2012 Paola
D'Antuono
Prodotto nel 2011 e con un cast di prim’ordine
(Garcia, Longoria, O’Toole), il film sull’insurrezione dei cristiani in Messico
negli anni 1926-29 non riesce ad arrivare nelle sale europee. La pellicola
racconta una toccante storia di resistenza e di speranza, come ricorda il
cardinale Barragán: «I cristeros diedero la loro vita in nome della fede e
della libertà religiosa».
l’occhio al guardagno più che
alla qualità, sono costretti dentro i confini
nazionali e non riescono a raggiungere la platea internazionale che
meriterebbero. Come sta accadendo per esempio al film messicano Cristiada, diretto
da Dean Wright. Un film intenso e toccante che racconta l’insurrezione popolare
dei cristeros in Messico nella seconda metà degli anni Venti. I cristeros sono i cristiani perseguitati che si
ribellarono con le armi alle leggi liberticide di Plutarco Elìas Callees,
presidente della Repubblica massone e acerrimo nemico del cattolicesimo. La
critica messicana ha osannato il film, per qualità e profondità dei contenuti e
per la fedeltà alla storia originale. Peccato però che nessun distributore
europeo abbia mostrato interesse per questo film prodotto lo scorso anno e che
vanta, tra i suoi interpreti, attori del calibro di Andy Garcia, Peter O’Toole
ed Eva Longoria.
Probabilmente per la storia poco conosciuta e – solo apparentemente
– lontana dalla realtà europea.
Ma, com’è noto, le persecuzioni contro i cristiani sono una piaga ancora
tristemente contemporanea e che affligge diverse zone del mondo e in maniera
non molto differente dagli anni Venti, come ricorda il cardinale messicano
Javier Lozano Barragán,
nato quattro anni dopo l’armistizio del 1929, che sanciva di fatto la vittoria
dei “Guerriglieri di Cristo Re”: «Mi ricordo che cosa successe negli anni dopo
l’armistizio, che il governo spesso non rispettò: i cristeros consegnarono le
armi, ma in non pochi casi furono poi imprigionati e uccisi. In quegli anni
dopo la rivolata continuarono a essere proibite le scuole cattoliche… Io ad
esempio ho frequentato una parte della prima elementare nel garage di casa mia,
dove la maestra riuniva un gruppetto di noi. Anche il seminario era
clandestino. Non si poteva portare nessun segno che richiamasse il
cristianesimo, tutto quanto rigardava la nostra fede doveva essere tenuto
nascosto».
Una parte della pellicola racconta la storia di José Luis Sánchez del Rio,
nato
nel marzo del 1913, arruolato poi tra i cristeros nel 1927, diventandone il
portabandiera, in seguito catturato, torturato e barbaramente ucciso perché si
rifiutava di gridare «Muerte a Cristo Rey». Venne ucciso il 10 febbraio 1928
mentre urlava «Viva Cristo Rey». Un martire che venne beatificato nel 2005 a
Guadalajara e di cui il cardinale conserva una piccola reliquia: «Il martire è
sepolto nella chiesa della città natale, Sahuayo, ed è sempre molto venerato.
Ora si sta pensando di erigere un santuario nuovo, per tutti i martiri degli
anni della grande persecuzione, a Guadalajara». Un santuario che ne renda
degnamente omaggio, come la pellicola di Wright, che speriamo possa trovare
presto un distributore che permetta agli spettatori del Vecchio continente di
conoscere una storia di fede e di sacrificio, in nome della libertà religiosa
che ancora oggi per molti cristiani rimane un miraggio.Leggi di Più: Cristiada, il film sulle persecuzioni cristiane in Messico non ha ancora un distributore europeo | Tempi.it
Follow us: @Tempi_it on Twitter | tempi.it on Facebook
_________________
Nessun commento:
Posta un commento