Perché ogni lutto cessa quando
si vive il giorno del Signore. La morte cessa la sua asprezza perché la
perdita di un figlio, di uno sposo, di un padre, madre o fratello, diviene
momentanea e limitata separazione. Momentanea, perché con la nostra
morte cessa. Limitata, perché si limita al corpo, al senso. L'anima nulla
perde con la morte del parente estinto. Ma anzi non ne è limitata la libertà
che a una delle parti: la nostra di superstiti con l'anima ancora serrata nella
carne, mentre l'altra parte, quella già passata alla seconda vita, gode della
libertà e della potenza di vegliarci e di ottenerci più, molto più di quando ci
amava dalla carcere del corpo.
da L’EVANGELO COME MI E’ STATO RIVELATO
Maria Valtorta
Volume IV. Cap. 295. Il discorso e i miracoli ad Arbela, già evangelizzata da Filippo di Giacobbe. 4 ottobre 1945.
Tua mamma come si chiamava?».
«Eucheria... ed era tanto buona», e due lacrimoni cadono dagli occhi di
Maria di Magdala. «Piangi perché è morta?», chiede il bambino e
l'accarezza sulle bellissime mani incrociate sulla veste scura, certo una di
Marta adattata a lei perché mostra l'orlo abbassato. E aggiunge: «Ma non
devi piangere. Non siamo soli, sai? Le nostre mamme ci sono sempre
vicine. Lo dice Gesù. E sono come angeli custodi. Anche questo lo dice
Gesù. E se si è buoni ci vengono incontro quando si muore, e si sale a Dio
in braccio alla mamma. Ma è vero, sai? Lo ha detto Lui!».
da L’EVANGELO COME MI E’ STATO RIVELATO
Maria Valtorta
Volume IV Cap. 240. A Betsaida da Porfirea e Marziam, che insegna alla Maddalena la preghiera di Gesù. 1 agosto 1945.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento