Elogio della preghiera
distratta
A coloro
che sono nel mondo ma non sono del mondo, non viene sempre facile pregare con
concentrazione. La preghiera è spesso e volentieri disturbata da altri
pensieri, altre preoccupazioni, altri affanni; il rosario viene detto un poco
meccanicamente, senza fissare la propria mente sui misteri che si meditano in
quel giorno. Eppure, non bisogna smettere di pregare, anzi quella preghiera ha
veramente un valore speciale. Come mai dico questo? Cercate di seguire. Siamo
esseri fragili. Pascal nei suoi Pensieri affermava: L’uomo è solo una canna,
la più fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo
intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d’acqua bastano a
ucciderlo. Ma, quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur
sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e la superiorità
che l’universo ha su di lui; mentre l’universo non ne sa nulla. Tutta la nostra
dignità sta, dunque, nel pensiero. In esso dobbiam cercare la ragione di
elevarci, e non nello spazio e nella durata, che non potremmo riempire.
Lavoriamo, quindi, a ben pensare: ecco il principio della morale. Quindi la
facoltà più nobile è quella del pensare, ma è proprio in uno degli elementi del
pensare, la capacità di focalizzarsi, che si annida lavversario. Eppure la
volontà di non arrendersi alla tentazione di lasciare perdere, già denota una
vittoria importante. Il diavolo non si arrende, ma neanche noi. Se non ci
arrendiamo stiamo ingaggiando il nostro sacrosanto combattimento spirituale.
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Aurelio Porfidi.Uscire nel mondo: strategie di
sopravvivenza per cattolici non adul[tera]ti
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