La pace sia con te

venerdì 21 giugno 2013

Luisa Piccarreta: ... passeranno secoli e secoli ma la Volontà Divina regnerà


Com’è bella la piccolezza.  Il Signore opera le cose più grandi coi piccoli:
Per la Redenzione si servì della piccolezza della Santissima Vergine,
e per il Fiat Voluntas tua della piccolezza di Luisa. 

(1) Stavo tutta abbandonandomi nelle braccia del mio dolce Gesù, e mentre pregavo
vedevo la povera anima mia piccola piccola, ma d’una piccolezza estrema e pensavo tra
me: “Come son piccina, aveva ragione Gesù di dirmi che io ero la più piccola di tutti,
vorrei veramente sapere se fra tutti io sono la più piccola”.  Ora, mentre ciò pensavo, il
mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno, mi faceva vedere che prendeva
nelle sue braccia questa piccina e se la stringeva forte al suo cuore, e quella si faceva
fare ciò che Gesù voleva, e mi ha detto:
(2) “La mia cara piccolina, ti ho scelto piccina perché i piccoli si fanno fare ciò che si
vuole, non camminano da loro, ma si fanno condurre, anzi hanno paura di mettere il
piede da soli; se ricevono doni, sentendosi incapaci di custodirli, li depongono nel
grembo della mamma; i piccoli sono spogliati di tutto, né ci badano se son ricchi o
poveri, non si danno pensiero di nulla.  Oh!  com’è bella l’età infantile, piena di grazia, di
bellezza e di freschezza, perciò, quanto più grande è un’opera che voglio fare in
un’anima, tanto più piccola la scelgo, mi piace molto la freschezza e la bellezza infantile,
mi piace tanto che le conservo nella piccolezza del nulla da dove sono usciti, nulla di
proprio faccio entrare in loro per non farle perdere la loro piccolezza, e così conservarle
la freschezza e bellezza divina, da donde sono usciti”. 
(3) Ond’io nel sentire ciò ho detto: “Gesù, amor mio, mi sembra che sono tanto cattiva,
perciò che sono così piccola, e Tu dici che mi ami assai perché piccina, come può
essere? ”. 
(4) E Gesù di nuovo: “Piccina mia, nei veri piccoli non può entrare la cattiveria, sai tu
quando incomincia ad entrare il male, la crescenza?  Quando incomincia ad entrare il
proprio volere, come questo entra incomincia ad empirsi e a vivere di sé stessa, ed il
Tutto esce dalla piccolezza della creatura, e a lei sembra che la sua piccolezza
s’ingrandisce, ma grandezza da piangere, non vivendo del tutto Iddio in lei, si scosta dal
suo principio, disonora la sua origine, perde la luce, la bellezza, la santità, la freschezza
del suo Creatore, sembra che cresce innanzi a sé e forse innanzi agli uomini, ma innanzi
a Me, oh!  come decresce, forse si farà anche grande, ma non sarà mai la mia piccina
prediletta, cui preso d’amore verso di essa, perché si conserva quale l’ho creato, la
riempio di Me e la faccio la più grande, cui nessuno potrà pareggiarla.  Ciò feci con la
mia Celeste Mamma, fra tutte le generazioni Lei è la più piccola, perché non entrò mai il
suo volere in Lei come agente, ma sempre il mio Volere Eterno, e questo non solo la
conservò piccola, bella, fresca, quale da Noi era uscita, ma la fece la più grande di tutti. 
Oh!  come era bella, piccola per sé stessa, grande, superiore a tutti in virtù nostra, e solo
per la sua piccolezza che fu innalzata all’altezza di Madre di Colui che la formò.  Sicché,
come vedi, tutto il bene dell’uomo è il fare la mia Volontà, tutto il male è il fare la sua,
perciò per venire a redimere l’uomo scelsi la mia Madre, perché piccola, cui per mezzo
suo me ne servii come canale per far scendere sull’uman genere tutti i beni ed i frutti
della Redenzione. 
(5) Ora, per fare che il mio Volere fosse conosciuto, che aprisse il Cielo per far
scendere il mio Volere sulla terra e vi regnase come in Cielo, dovevo scegliere un’altra    
piccola fra tutte le generazioni.  Essendo l’opera più grande che voglio fare, il
reintegramento dell’uomo nel suo principio donde ne uscì, aprirgli quel Volere Divino che
lui respinse, aprirgli le braccia per riceverlo di nuovo nel grembo della mia Volontà, la
mia infinita sapienza chiama dal nulla la più piccina.  Era giusto che fosse piccola, se
una piccola misi a capo della Redenzione, un’altra piccola dovevo mettere a capo del
Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra.  Tra due piccole dovevo racchiudere lo
scopo della Creazione dell’uomo, dovevo realizzare i miei disegni su di lui, per mezzo di
una dovevo redimerlo, lavarlo col mio sangue delle sue brutture, dargli il perdono; per
mezzo dell’altra dovevo farlo ritornare al suo principio, alla sua origine, alla nobiltà
perduta, ai vincoli della mia Volontà da lui spezzati, ammetterlo di nuovo al sorriso della
mia Eterna Volontà, baciarsi insieme e fare una vita nell’altra, era solo questo lo scopo
della creazione dell’uomo, e a ciò che Io ho stabilito nessuno potrà opporsi, passeranno
secoli e secoli come nella Redenzione, così anche in questo, ma l’uomo ritornerà nelle mie braccia quale da Me fu creato.  Ma per fare ciò devo prima eleggere chi deve essere la prima che faccia vita nel mio Eterno Volere, vincolare in lei tutti i rapporti della Creazione, vivere con essa senza nessuna rottura di volontà, anzi la sua e la nostra una sola, perciò la necessità che sia la più piccola che Noi mettiamo fuori nella Creazione, acciò vedendosi così piccina fugga dal suo volere, anzi lo leghi tanto stretto al nostro, per non fare mai il suo, e sebbene piccola, viva insieme con Noi, con l’alito di quel fiato con cui creammo l’uomo.  Il nostro Volere la conserva fresca, bella, e lei forma il nostro sorriso, il nostro trastullo, ne facciamo ciò che ne vogliamo.  Oh!  come lei è felice, e godendo della sua piccolezza e della sua felice sorte, piangerà per i suoi fratelli, di null’altro si occuperà che di rifarci per tutti e per ciascuno, tutti i torti che ci fanno col
sottrarsi dalla nostra Volontà.  Le lacrime di chi vive del nostro Volere saranno potenti,
molto più che lei non vuole se non ciò che Noi vogliamo, e per mezzo suo apriremo al
primo canale della Redenzione, il secondo del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in
terra”. 
(6) Ond’io, nel sentire ciò ho detto: “Amor mio e tutto mio, dimmi, chi sarà questa
piccina fortunata?  Oh!  come vorrei conoscerla”.
(7) E Lui subito: “Come, non l’hai capito chi è?  Sei tu la mia piccolina, te l’ho detto
tante volte che sei la piccina, e perciò ti amo”. 
(8) Ma mentre ciò diceva mi son sentita come trasportare fuori di me stessa, in una
luce purissima in cui si vedevano tutte le generazioni divise come in due ali, una a
destra e l’altra a sinistra del trono di Dio.  A capo d’un ala stava l’Augusta Regina
Mamma, da cui scendevano tutti i beni della Redenzione, oh!  come era bella la sua
piccolezza, piccolezza meravigliosa, prodigiosa, piccola e potente, piccola e grande,
piccola e Regina, piccola e dalla sua piccolezza pendere tutti, disporre di tutto, imperare
su tutti, e solo perché piccina ravvolgere il Verbo nella sua piccolezza e farlo scendere
dal Cielo in terra, per farlo morire per amore degli uomini.  All’altra ala si vedeva a capo
un’altra piccola, lo dico tremante e per ubbidire, era colei che Gesù aveva chiamato la
sua piccola figlia del Divino Volere, ed il mio dolce Gesù, mettendosi in mezzo a queste
due ali, tra le due piccole che stavano a capo, ha preso con una sua mano la mia e con
l’altra quella della Regina Madre, e ha unito insieme l’una all’altra dicendo:
(9) “Mie piccole figlie, datevi la mano innanzi al nostro Trono, abbracciate tra le vostre
piccole braccia l’Eterna Divina Maestà, a voi solo è dato, perché piccole, abbracciare
l’Eterno, l’Infinito, ed entrarci dentro, e se la prima piccola strappò all’amore dell’Eterno
la Redenzione, così la seconda, dando la mano alla prima, venga da Lei aiutata a
strappare dall’Eterno Amore il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra”. 
(10) Ora, chi può dire quello che successe?  Io non ho parole per sapermi esprimere,
solo so dire che sono rimasta più umiliata e confusa, e quasi come una bimba picciosa
volevo il mio Gesù per dirgli i miei timori, i miei dubbi, e pregavo che allontanasse da me 
tutte queste cose, che il solo pensarle temevo che fosse una fine superbia, e mi desse la
grazia d’amarlo davvero e di compire in tutto il suo Santissimo Volere.  Onde il mio
sempre amabile Gesù, ritornando di nuovo si faceva vedere dentro di me, e la mia
persona serviva come a coprirlo dentro di me, e senza farmi parlare mi ha detto:
(11) “Povera piccina mia, di che temi?  Coraggio, sono Io che farò tutto nella mia figlia
piccola, tu non farai altro che seguirmi fedelmente, non è vero?  Tu hai ragione che sei
troppo piccola e non puoi nulla, ma Io farò tutto in te, non vedi come Io sto in te e tu non
sei altro che l’ombra che mi copri?  Sono Io che valicherò in te gli eterni ed interminabili
confini del mio Volere, Io che abbraccerò tutte le generazioni per portarle insieme con la
tua ombra ai piedi dell’Eterno, affinché le due volontà, l’umana e Divina si bacino
insieme, si sorridano e non più si guardino tra loro come estranee, divise ed in
cagnesco, ma una si fonda nell’altra e si formi una sola.  E’ la potenza del tuo Gesù che
ciò deve fare, tu non devi fare altro che aderire.  Lo so, lo so, che tu sei nulla e puoi
nulla; perciò ti affliggi, ma è la potenza del mio braccio che vuole e può operare, e mi
piace operare cose grandi nei più piccoli.  E poi, la vita della mia Volontà è già stata
sulla terra, non è del tutto nuova, sebbene fu come di passaggio, ci fu nella mia
inseparabile e cara Mamma; se la vita della mia Volontà non ci fosse stata in Lei, Io,
Verbo Eterno, non avrei potuto scendere dal Cielo, mi mancherebbe la via per scendere,
la stanza dove entrare, l’umanità per coprire la mia Divinità, l’alimento per nutrirmi, mi
mancherebbe tutto, perché tutte le altre cose non sono adatte per Me, invece, col
trovare la mia Volontà nella mia diletta Mamma, Io trovavo lo stesso mio Cielo, le mie
gioie, i miei contenti; al più feci cambio d’abitazione, dal Cielo alla terra, ma del resto
nulla cambiai, ciò che tenevo in Cielo, in virtù della mia Volontà posseduta da Lei lo
trovavo in terra, e perciò con tutto amore vi scesi a prendere in Lei umana carne.  Poi
fece vita la mia Volontà sulla terra nella mia Umanità, in virtù della quale feci la
Redenzione, non solo, ma in virtù della mia Volontà mi distesi su tutto l’operato delle
umane generazioni, suggellandolo coi miei atti divini, ed impetrai dal mio Celeste Padre
non solo di redimere l’uomo, ma che a suo tempo entrasse nella grazia della nostra
Volontà, come quando fu creato, per vivere secondo lo scopo da Noi voluto: che la
volontà fosse una, quella del Cielo e quella della terra.  Quindi da Me tutto fu fatto: il
piano della Redenzione e quello del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra, non
sarebbe stato opera degna di Me se non avessi riabilitato in tutto l’uomo come fu creato,
sarebbe un’opera a metà, non intera, ed il tuo Gesù non sa fare opere incomplete, al più
aspetto secoli per dare il bene completo da Me preparato.  Quindi, non vuoi tu essere
insieme con Me per dare all’uomo l’opera che Io completai con la mia venuta sulla terra? 
Perciò sii attenta e fedele, non temere, ti terrò sempre piccola per poter maggiormente
completare i miei disegni su di te”. 


Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta
16-29
novembre 10, 1923 




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domenica 2 giugno 2013

Luisa Piccarreta. Iddio ha creato l'uomo per metterlo in rapporto con la sua Divina Volontà


Iddio nel creare l’uomo, col suo alito gli infondeva la vita, ed in questa vita
gli infondeva un’intelligenza, memoria e volontà, per metterle in rapporto
con la sua Divina Volontà, e Questa doveva dominare tutto l’interno
della creatura e dar vita a tutto.

(1) Mi stavo fondendo, secondo il mio solito nel Santo Voler Divino, ed il mio dolce
Gesù facendosi sentire nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, vieni nell’immensità del mio Volere, tutto il Cielo e tutte le cose da Me
create, vivono e ricevono vita continua dal mio Volere, nel quale trovano la loro completa
gloria, la loro piena felicità e la loro perfetta bellezza, aspettano con ansia il bacio    
dell’anima viatrice che vive nello stesso Volere in cui essi vivono, per ricambiarle il loro
bacio e mettere in comune con essa la gloria, la felicità, la bellezza che loro possiedono,
affinché un’altra creatura si accresca al loro numero, che mi ridoni la gloria completa,
per quanto a creatura è possibile, e mi faccia guardare la terra con quell’amore con cui
la creai, perché esiste in terra un’anima che opera e vive nella mia Volontà. Conoscendo
il Cielo che nessun’altra cosa mi glorifica tanto, quanto un’anima che vive nella mia
Volontà, perciò anche loro sospirano che il mio Volere viva nelle anime sulla terra,
sicché ogni atto che fa la creatura nella mia Volontà, è un bacio che dona e riceve da
Colui che l’ha creato e da tutti i beati. Ma sai tu che cosa è questo bacio? E’ la
trasformazione dell’anima col suo Creatore, è il possesso di Dio nell’anima e dell’anima
in Dio, è la crescenza della Vita Divina nell’anima, è l’accordo di tutto il Cielo, ed è il
diritto della supremazia su tutte le cose create. L’anima purgata dalla mia Volontà,
mercé quel fiato onnipotente che le venne infuso da Dio, non più dà nausea dalla
volontà umana, e quindi continua a fiatarla col suo alito onnipotente, affinché cresca con
quella Volontà con cui la creò; mentre l’anima che non sia stata ancor purgata sente
l’attrattiva della sua volontà, e quindi agisce contro la Volontà di Dio facendo la sua,
Iddio non può avvicinarsi a lei per alitarla di nuovo, sintantoché non si dà tutta
all’esercizio e adempimento della Divina Volontà. Perciò tu devi sapere che Iddio nel
creare l’uomo, col suo alito gli infondeva la vita, ed in questa vita gli infondeva una
intelligenza, memoria e volontà, per metterle in rapporto con la sua, e questa Volontà
Divina doveva essere come re, che doveva dominare tutto l’interno della creatura e dar
vita a tutto, in modo da formare l’intelligenza e la memoria voluta dalla Volontà Suprema
in essa; formata questa, era come connaturale che l’occhio della creatura doveva
guardare le cose create e conoscerne l’ordine e la Volontà di Dio su tutto l’universo;
l’udito doveva sentire i prodigi di questa Eterna Volontà; la bocca, che doveva sentirsi
alitata continuamente dal suo Creatore per comunicarle la vita ed i beni che contiene il
suo Volere, doveva la sua parola far eco a quel Fiat eterno per narrare che significa
Volontà di Dio; le mani dovevano essere lo sbocco delle opere di questa Volontà
Suprema; i piedi non dovevano fare altro che seguire passo passo i passi del suo
Creatore. Sicché, stabilita la Volontà Divina nella volontà della creatura, essa ha
l’occhio, l’udito, la bocca, le mani, i piedi della mia Volontà, non si scosta mai dal
principio donde uscì, quindi sta sempre nelle mie braccia, e riesce facile a lei sentire il
mio fiato, ed Io ad alitarlo. Ora, è proprio questo che voglio dalla creatura, che faccia
regnare la mia Volontà nella sua, e che la sua le serva d’abitazione per farla deporre i
beni celesti che contiene; questo voglio da te, affinché tutti i tuoi atti improntati dalla mia
Volontà formino un atto solo, che unendosi a quell’atto solo della mia, che non ha
molteplicità di atti come è nell’uomo, restino in quel principio eterno per copiare il tuo
Creatore e dargli la gloria ed il contento che il suo Volere sia compiuto in te come si
compie in Cielo”.

Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta (23 aprile 1925, 17-38)




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