La pace sia con te

sabato 28 settembre 2019

Modello Bibbiano

Franco Bechis su Bibbiano: “Pensavo usassero il caso contro il Pd, poi ho letto le carte”


“Aldilà delle responsabilità penali personali che verranno stabilite nei processi, dietro il caso Bibbiano c’è una questione culturale e antropologica profonda”. Migliaia di bambini sono stati sottratti ai padri e madri naturali per venire affidati a “cooperative o comunità che fanno quel mestiere, coppie o unioni civili dello stesso sesso preferite alla famiglia originaria”. I numeri del “modello Emilia Romagna” sono impressionanti: “Nei comuni della Val d’Enza cui appartiene anche Bibbiano c’erano nel 2016 1.900 bambini affidati ai servizi sociali. I minorenni in quelle stesse terre erano 12mila, quindi quelli con situazioni familiari difficili o impossibili erano addirittura il 16%. Quindi o eravamo in terre abitate solo da orchi e orchesse, o altro che modello, quella di Bibbiano era invece una anomalia che avrebbe dovuto fare saltare tutti sulla sedia e indagare per capire cosa era accaduto”.
Il nemico, suggerisce Bechis, forse non sono gli orchi “ma la stessa famiglia naturale. Perché retrograda, perché ancorata a vecchi stili di vita, perché non abbastanza evoluta dal punto di vista culturale, magari semplicemente perché povera. In molti di questi casi sarebbe bastato dare un aiuto economico alle famiglie naturali e i problemi sarebbero stati facilmente risolti, e a costo assai minore da quello sopportato dai servizi sociali attraverso l’affido a cooperative o case famiglia dove il costo di mantenimento di un bimbo oscillava fra 100 e 200 euro al giorno e talvolta anche molto di più”. Simbolicamente, conclude Bechis, oggi al governo c’è proprio il partito di Bibbiano, “che ha le sue radici culturali in parte del Pd, ma anche dentro il M5s e nell’Italia viva di Matteo Renzi”. E chi ha a cuore la famiglia naturale è all’opposizione.

& Vogliono il Nostro silenzio senza sapere che Noi non siamo sul mercato. Noi non vogliamo soldi, vogliamo solo verità e giustizia. Voi del avete rovinato l'intero paese, ora BASTA la musica è cambiata.

domenica 22 settembre 2019

20 settembre. Sant'Eustachio


La promessa di sant' Eustachio

Il 20 settembre  è San Eustachio e  famiglia, martire. Uno dei 14 ausiliari. Molto popolare per il fatto seguente: generale romano molto stimato dall'imperatore, convertito alla vera fede vedendo un cervo con la croce fra le corna. Vita affascinante e straordinaria. Prima di essere bruciato in un bue di rame, si inginocchiò e fece questa preghiera: "O  mio Signore, fate che chiunque Vi chiederà, x amore del nostro martirio, di essere preservato dal fuoco dell'inferno dopo la morte, sia esaudito". E una voce del Cielo, che tutti gli assistenti udirono, gli rispose:" Te lo prometto. Chiunque mi chiederà, per amore del vostro martirio, di essere preservato dal fuoco dell'Inferno, IO LO ESAUDIRÒ". 
  
Santo e famiglia arsi vivi (Miniatura di antico manoscritto)

Sant'Eustachio e la cerva

  


Preghiera di Eustachio portato al martirio:



AASS Dia vigesima Septembris, VI: pagg. 134-135:



«Introducti vero in machinam, supplicaverunt carnifices,ut darent orandi spatium. Et exstendentes manus suas in caelum oraverunt, dicentes :



Domine Deus virtutum, qui cunctis invisibilis, nobis vero visus esse voluisti, exaudi nos deprecantes te. Ecce enim votum nostrum peractum est, quia recipientes nos invicem, et [uniti] admeruimus sortem Sanctorum tuorum recipere. Sicut tres pueri [Babylone] per ignem probati sunt, et non te denegaverunt, sic et nos finire jube per istum ignem. [Et suscipiamur hoc igne in hostiam tibi toti consumpti.] Da vero, Domine, reliquiis nostris gratiam, ut omnis, qui memor nostri fuerit, partem nostri habeat in regno caelorum et super terram abundantiam; vel si in mari, aut in fluvio periclitati fuerint, et invocaverint te in nomine nostro, liberentur de periculo, et si in peccatis inciderint, per humilitatem nostram supplicantibus veniam praesta peccatorum, et omnibus memoriam nostri habentibus et glorificantibus te, auxilium praesta et subveni. Da vero, Domine, et comminationem ignis in terrorem transferri, et in hoc finire nos jube. Et complace in corporibus nostris, ut non separentur, sed sic simul reponi ea jube.





Et haec illis dicentibus, vox ad eos venit de caelo, dicens: “Ita erit vobis, sicut supplicastis, et amplius ab his fiet. Quia certatores per bonam vitam facti estis, multas et magnas sustinentes temptationes, et non victi estis, venite in pace recepturi coronas victoriae, et pro temporalibus malis in saecula saeculorum fruimini praeparatis bonis [Sanctis]”».





 AASS= Acta sanctorum septembris. Tomus VI. Parisiis et Rome, 1867




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lunedì 16 settembre 2019

Bibbia, Salmo 95 : è stato manomesso?


“Dominus regnavit a ligno”. Manomissione ebraica del salmo 95

 di Redazione RS (https://www.radiospada.org/
a cura di Giuliano Zoroddu


Messale Romano Quotidiano. Roma, ed. San Paolo, 1935




















Commento di Monsignor Antonio Martini (1720 – 1809), Arcivescovo di Firenze, al testo del salmo, secondo la Volgata di San Girolamo, “Commoveatur a facie ejus universa terra; dicite in gentibus, quia Dominus regnavit” (Dinanzi a lui stia in timore, e tremore tutta quanta la terra: dite tralle nazioni: Il Signore ha preso possesso del regno):
«Il mondo tutto con timore e tremore religiosa si presenti dinanzi a lui, e gli renda culto e lo adori. Il Signore ha preso possesso del regno: ovvero regna. Regnava egli anche prima della sua venuta sopra la terra per l’assoluta sua potestà: ma dopo la sua incarnazione regna per la fede, colla quale è conosciuto, creduto, adorato. Ma qui non debbo lasciar di notare, come il Salterio Romano e vari altri salteri, a non pochi Padri latini [vedi S. Agostino, Exp. in ps. 95, 11, ndr] e s. Giustino martire [Apologia Prima XLI, ndr] e s. Ephrem Siro, e qualche edizione greca de’ salmi leggono: il Signore regna dal legno, ha fatto acquisto del regno sulla croce dove morì (come dice l’Apostolo) e risuscitò per aver dominio sopra i vivi, e sopra i morti. Maniera nuova, e inaudita di arrivare all’acquisto di un regno fu quella, che tenne Cristo di patire e morire per gli uomini. Ovvero: il Signore regna dopo il legno. Dopo sofferta la morte di croce, e dopo (ma risuscitato) ha manifestata la potestà datagli dal Padre in cielo e in terra. S. Giustino accusa i Giudei di aver tolte quelle due parole dal testo dei LXX; perocché (dice il Genebrardo a questo proposito) i LXX, i quali con profetico spirito in altri luoghi ancora per illustrare certi passi hanno aggiunto qualche parola, si può ben credere sulla testimonianza di tali autori, che avesser poste quelle parole. A me certamente fa grande specie il vedere, come nell’antica versione italica, tratta dal greco dei LXX, venuta in luce nei primi giorni della chiesa queste parole si leggono. Quindi son esse conservate dalla Chiesa, e si recitano si nell’inno della Passione [l’inno Vexilla Regis di S. Venanzio Fortunato, ndr], e si ancora nella commemorazione della Croce nel Tempo Pasquale».

[1] “Hanno soppresso del tutto numerosi passi della Scrittura … dai quali si evince con tutta chiarezza che proprio di colui che è stato crocifisso si preannunziava sarebbe stato Dio e Uomo, sarebbe stato messo in croce e sarebbe morto […] Dal salmo 95 hanno espunto, delle parole di Davide, questa breve espressione: dal legno” (S. Giustino, Dialogo con Trifone Ebreo, LXXI, 2; LXXIII, 1)