CENSUREPUBBLICA CANCELLA UN POST PRO-PALESTINA DAL BLOG DI PIERLUIGI ODIFREDDI, E LUI DICE ADDIO
Odifreddi - Copyright Pizzi
Un
post pubblicato domenica (16.11.2012). Tema: il conflitto israelo-palestinese
che in questi giorni sta vivendo un'altra pagina dai toni drammatici. Una presa
di posizione molto dura nei confronti dello Stato ebraico, accusato di
"logica nazista" nei confronti dei palestinesi. Ma la rimozione del
suo intervento dal sito di Repubblica.it ha colto di sorpresa Piergiorgio
Odifreddi (matematico, divulgatore scientifico, diventato noto anche per le sue
posizioni critiche alla Chiesa cattolica).
Ieri sera, infatti, il
suo post nel blog "Il non senso della vita" non c'era più. Tanto è
bastato, comunque, perché Odifreddi decidesse di scrivere un ultimo intervento,
di commiato, per salutare i numerosi lettori che lo hanno seguito fin qui.
D'altronde
l'intervento in un blog non riflette la linea editoriale del giornale, che del
resto nei casi più controversi - come potrebbe essere questo - può scegliere di
pubblicare due interventi in antitesi (l'uno che intende confutare l'altro),
davanti ai quali i lettori possono confrontarsi.
"Per
809 giorni Repubblica.it ha generosamente ospitato le mie riflessioni - scrive
Odifreddi nel suo saluto - che spesso non coincidevano con la linea editoriale
del giornale, e ha offerto loro l'invidiabile visibilità non solo del suo sito,
ma anche di un richiamo speciale nella sezione Pubblico. Da parte mia, ho
approfittato di questa ospitalità per parlare in libertà anche di temi scabrosi
e non politically correct, che vertevano spesso su questioni controverse di
scienza, filosofia, religione e politica.
Naturalmente,
sapevo bene che toccare temi sensibili poteva provocare la reazione pavloviana
delle persone ipersensibili. Puntualmente, vari post hanno stimolato valanghe
(centinaia, e a volte migliaia) di commenti, e aperto discussioni che hanno
fatto di questo blog un gradito spazio di libertà. Altrettanto naturalmente,
sapevo bene che la sponsorizzazione di Repubblica.it poteva riversare sul sito
e sul giornale proteste direttamente proporzionali alla cattiva coscienza di
chi si sentiva messo in discussione o criticato".
"Immagino
che il direttore del giornale e i curatori del sito abbiano spesso ricevuto
lagnanze, molte delle quali probabilmente in latino - ammette - Ma devo
riconoscere loro di non averne mai lasciato trasparire più che un vago sentore,
e di aver sempre sposato la massima di Voltaire: ‘Detesto ciò che dici, ma
difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo'. Mai e sempre, fino a ieri,
quando anche loro hanno dovuto soccombere di fronte ad altre lagnanze, questa
volta sicuramente in ebraico". Ma poi, ieri, ecco la cancellazione del
post che "non è, di per sé, un grande problema: soprattutto nell'era
dell'informatica, quando tutto ciò che si mette in rete viene clonato e
continua comunque a esistere e circolare.
Non
è neppure un grande problema il fatto che una parte della comunità ebraica
italiana non condivida le opinioni su Israele espresse non soltanto da José
Saramago e Noam Chomsky, al cui insegnamento immodestamente mi ispiro, ma anche
e soprattutto dai molti cittadini israeliani democratici che non approvano la
politica del loro governo, ai quali vanno la mia ammirazione e la mia
solidarietà".
"Il
problema, piccolo e puramente individuale, è che se continuassi a tenere il
blog, d'ora in poi dovrei ogni volta domandarmi se ciò che penso o scrivo può non
essere gradito a coloro che lo leggono: qualunque lingua, viva o morta, essi
usino per protestare - Dovrei, cioè, diventare ‘passivamente responsabile', per
evitare di non procurare guai. Ma poiché per natura io mi sento ‘attivamente
irresponsabile', nel senso in cui Richard Feynman dichiarava di sentirsi in Il
piacere di trovare le cose, preferisco fermarmi qui".
"Tenere
questo blog è stata una bella esperienza, di pensiero e di vita, e ringrazio
non solo coloro che l'hanno ospitato e difeso, ma anche e soprattutto coloro
che vi hanno partecipato - conclude Odifreddi - La vita, con o senza senso,
continua. Ma ci sono momenti in cui, candidamente, bisogna ritirarsi a
coltivare il proprio giardino".
Ma la scomparsa improvvisa del post
aveva scatenato proprio i frequentatori più assidui del blog di Odifreddi che,
utilizzando lo spazio del suo articolo precedente, non solo hanno chiesto
insistentemente al matematico come mai quel testo fosse stato rimosso, ma lo
hanno copiato e incollato a beneficio di chi non l'avesse letto. A quel punto,
certo, si è sviluppato il dibattito tra chi è d'accordo con la tesi di
Odifreddi e chi non lo è.
"Non
c'era nessun delirio antisemita, filoislamico, comunista. Solo una condanna
alla violenza" scriveva B.dg. "Il post - secondo Giulioru - è un
minkiata se l'ha o gliel'hanno tolto hanno fatto bene, non per i contenuti che
sono aleatori come tutte le informazioni che ci imboccano, ma per l'uso di
paragoni matematici che sono infantili e inopportuni. Uno, 10, 100 non è
questione di moltipliche ma di follia umana che non ha formule né tempo né
luoghi".
I
lettori del blog ora commentano invece l'addio del matematico al blog:
"Con l'ultimo thread non ero d'accordo, come ho scritto - interviene
Nivadi - Ciò non toglie che desidero continuare a leggere osservazioni non
convenzionali e stimolanti facci sapere dove potremo leggerti. Smetterò di
leggere il sito di Repubblica". "Che gran peccato, il suo blog mi ha
sempre offerto dei grossi spunti di riflessione - dice lucajeck_01 - A volte mi
sono trovato in disaccordo con le sue vedute, ma è stato un piacere anche
quello, poter testare il mio senso critico su argomenti complessi o comunque su
punti di vista particolari è stato stimolante".
Di seguito il post di
Odifreddi cancellato dal blog
DIECI VOLTE PEGGIO DEI NAZISTI DI PIERGIORGIO ODIFREDDI
DIECI VOLTE PEGGIO DEI NAZISTI DI PIERGIORGIO ODIFREDDI
Uno
dei crimini più efferati dell'occupazione nazista in Italia fu la strage delle
Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi "giustiziarono", secondo
il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per
l'attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio,
nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A
istituire la versione moderna della "legge del taglione", che
sostituiva la proporzione uno a uno del motto "occhio per occhio, dente
per dente" con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.
Il
feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l'ordine a Herbert Kappler,
l'ufficiale delle SS che si era già messo in luce l'anno prima, nell'ottobre
del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest'ultimo lo eseguì
con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320
stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per
l'eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando
il detenuto fu scarcerato per "motivi di salute" (tra virgolette,
perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich
Priebke furono condannati all'ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e
morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel
1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia
ormai quasi centenario.
In
questi giorni si sta compiendo in Israele l'ennesima replica della logica
nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli "atti
terroristici" della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani,
il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a
invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d'altronde aveva già
minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l'Autorità Nazionale
Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi
ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l'invasione, è
facilmente prevedibile.
Durante l'operazione
Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e
gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto
delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni
(!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci
volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente,
l'eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e
dall'esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.
Ma
a far condannare all'ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno
solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per
processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?
da Dagospia del 20 novembre 2012
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