Com’è bella la piccolezza. Il Signore opera le cose più grandi coi
piccoli:
Per la Redenzione si servì della
piccolezza della Santissima Vergine,
e per il Fiat Voluntas tua della
piccolezza di Luisa.
(1) Stavo tutta abbandonandomi nelle braccia
del mio dolce Gesù, e mentre pregavo
vedevo la povera
anima mia piccola piccola, ma d’una piccolezza estrema e pensavo tra
me: “Come son
piccina, aveva ragione Gesù di dirmi che io ero la più piccola di tutti,
vorrei veramente
sapere se fra tutti io sono la più piccola”.
Ora, mentre ciò pensavo, il
mio sempre amabile
Gesù, movendosi nel mio interno, mi faceva vedere che prendeva
nelle sue braccia
questa piccina e se la stringeva forte al suo cuore, e quella si faceva
fare ciò che Gesù
voleva, e mi ha detto:
(2) “La mia cara piccolina, ti ho scelto
piccina perché i piccoli si fanno fare ciò che si
vuole, non camminano
da loro, ma si fanno condurre, anzi hanno paura di mettere il
piede da soli; se
ricevono doni, sentendosi incapaci di custodirli, li depongono nel
grembo della mamma;
i piccoli sono spogliati di tutto, né ci badano se son ricchi o
poveri, non si danno
pensiero di nulla. Oh! com’è bella l’età infantile, piena di
grazia, di
bellezza e di
freschezza, perciò, quanto più grande è un’opera che voglio fare in
un’anima, tanto più
piccola la scelgo, mi piace molto la freschezza e la bellezza infantile,
mi piace tanto che
le conservo nella piccolezza del nulla da dove sono usciti, nulla di
proprio faccio
entrare in loro per non farle perdere la loro piccolezza, e così conservarle
la freschezza e
bellezza divina, da donde sono usciti”.
(3) Ond’io nel sentire ciò ho detto: “Gesù,
amor mio, mi sembra che sono tanto cattiva,
perciò che sono così
piccola, e Tu dici che mi ami assai perché piccina, come può
essere? ”.
(4) E Gesù di nuovo: “Piccina mia, nei veri
piccoli non può entrare la cattiveria, sai tu
quando incomincia ad
entrare il male, la crescenza? Quando
incomincia ad entrare il
proprio volere, come
questo entra incomincia ad empirsi e a vivere di sé stessa, ed il
Tutto esce dalla
piccolezza della creatura, e a lei sembra che la sua piccolezza
s’ingrandisce, ma
grandezza da piangere, non vivendo del tutto Iddio in lei, si scosta dal
suo principio,
disonora la sua origine, perde la luce, la bellezza, la santità, la freschezza
del suo Creatore,
sembra che cresce innanzi a sé e forse innanzi agli uomini, ma innanzi
a Me, oh! come decresce, forse si farà anche grande,
ma non sarà mai la mia piccina
prediletta, cui
preso d’amore verso di essa, perché si conserva quale l’ho creato, la
riempio di Me e la
faccio la più grande, cui nessuno potrà pareggiarla. Ciò feci con la
mia Celeste Mamma,
fra tutte le generazioni Lei è la più piccola, perché non entrò mai il
suo volere in Lei
come agente, ma sempre il mio Volere Eterno, e questo non solo la
conservò piccola,
bella, fresca, quale da Noi era uscita, ma la fece la più grande di tutti.
Oh! come era bella, piccola per sé stessa,
grande, superiore a tutti in virtù nostra, e solo
per la sua
piccolezza che fu innalzata all’altezza di Madre di Colui che la formò. Sicché,
come vedi, tutto il
bene dell’uomo è il fare la mia Volontà, tutto il male è il fare la sua,
perciò per venire a
redimere l’uomo scelsi la mia Madre, perché piccola, cui per mezzo
suo me ne servii
come canale per far scendere sull’uman genere tutti i beni ed i frutti
della
Redenzione.
(5) Ora, per fare che il mio Volere fosse
conosciuto, che aprisse il Cielo per far
scendere il mio
Volere sulla terra e vi regnase come in Cielo, dovevo scegliere un’altra
piccola fra tutte le
generazioni. Essendo l’opera più grande
che voglio fare, il
reintegramento
dell’uomo nel suo principio donde ne uscì, aprirgli quel Volere Divino che
lui respinse,
aprirgli le braccia per riceverlo di nuovo nel grembo della mia Volontà, la
mia infinita
sapienza chiama dal nulla la più piccina.
Era giusto che fosse piccola, se
una piccola misi a
capo della Redenzione, un’altra piccola dovevo mettere a capo del
Fiat Voluntas tua
come in Cielo così in terra. Tra due
piccole dovevo racchiudere lo
scopo della
Creazione dell’uomo, dovevo realizzare i miei disegni su di lui, per mezzo di
una dovevo
redimerlo, lavarlo col mio sangue delle sue brutture, dargli il perdono; per
mezzo dell’altra
dovevo farlo ritornare al suo principio, alla sua origine, alla nobiltà
perduta, ai vincoli
della mia Volontà da lui spezzati, ammetterlo di nuovo al sorriso della
mia Eterna Volontà,
baciarsi insieme e fare una vita nell’altra, era solo questo lo scopo
della creazione
dell’uomo, e a ciò che Io ho stabilito nessuno potrà opporsi, passeranno
secoli e secoli come
nella Redenzione, così anche in questo, ma l’uomo ritornerà nelle mie braccia quale da
Me fu creato. Ma per fare ciò devo prima
eleggere chi deve essere la prima che faccia
vita nel mio Eterno Volere, vincolare in lei tutti i rapporti della Creazione, vivere
con essa senza nessuna rottura di volontà, anzi la sua e la nostra una sola, perciò la
necessità che sia la più piccola che Noi mettiamo fuori nella Creazione, acciò vedendosi così
piccina fugga dal suo volere, anzi lo leghi tanto stretto al nostro, per non fare mai il
suo, e sebbene piccola, viva insieme con Noi, con l’alito di quel fiato con cui creammo
l’uomo. Il nostro Volere la conserva
fresca, bella, e lei forma il nostro sorriso, il nostro
trastullo, ne facciamo ciò che ne vogliamo.
Oh! come lei è felice, e godendo della sua
piccolezza e della sua felice sorte, piangerà per i suoi fratelli, di null’altro si occuperà
che di rifarci per tutti e per ciascuno, tutti i torti che ci fanno col
sottrarsi dalla
nostra Volontà. Le lacrime di chi vive
del nostro Volere saranno potenti,
molto più che lei
non vuole se non ciò che Noi vogliamo, e per mezzo suo apriremo al
primo canale della
Redenzione, il secondo del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in
terra”.
(6) Ond’io, nel sentire ciò ho detto: “Amor mio
e tutto mio, dimmi, chi sarà questa
piccina
fortunata? Oh! come vorrei conoscerla”.
(7) E Lui subito: “Come, non l’hai capito chi
è? Sei tu la mia piccolina, te l’ho
detto
tante volte che sei
la piccina, e perciò ti amo”.
(8) Ma mentre ciò diceva mi son sentita come
trasportare fuori di me stessa, in una
luce purissima in
cui si vedevano tutte le generazioni divise come in due ali, una a
destra e l’altra a
sinistra del trono di Dio. A capo d’un
ala stava l’Augusta Regina
Mamma, da cui
scendevano tutti i beni della Redenzione, oh!
come era bella la sua
piccolezza,
piccolezza meravigliosa, prodigiosa, piccola e potente, piccola e grande,
piccola e Regina,
piccola e dalla sua piccolezza pendere tutti, disporre di tutto, imperare
su tutti, e solo
perché piccina ravvolgere il Verbo nella sua piccolezza e farlo scendere
dal Cielo in terra,
per farlo morire per amore degli uomini.
All’altra ala si vedeva a capo
un’altra piccola, lo
dico tremante e per ubbidire, era colei che Gesù aveva chiamato la
sua piccola figlia
del Divino Volere, ed il mio dolce Gesù, mettendosi in mezzo a queste
due ali, tra le due
piccole che stavano a capo, ha preso con una sua mano la mia e con
l’altra quella della
Regina Madre, e ha unito insieme l’una all’altra dicendo:
(9) “Mie piccole figlie, datevi la mano innanzi
al nostro Trono, abbracciate tra le vostre
piccole braccia
l’Eterna Divina Maestà, a voi solo è dato, perché piccole, abbracciare
l’Eterno,
l’Infinito, ed entrarci dentro, e se la prima piccola strappò all’amore
dell’Eterno
la Redenzione, così
la seconda, dando la mano alla prima, venga da Lei aiutata a
strappare dall’Eterno
Amore il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra”.
(10) Ora, chi può dire quello che
successe? Io non ho parole per sapermi
esprimere,
solo so dire che
sono rimasta più umiliata e confusa, e quasi come una bimba picciosa
volevo il mio Gesù per
dirgli i miei timori, i miei dubbi, e pregavo che allontanasse da me
tutte queste cose,
che il solo pensarle temevo che fosse una fine superbia, e mi desse la
grazia d’amarlo
davvero e di compire in tutto il suo Santissimo Volere. Onde il mio
sempre amabile Gesù,
ritornando di nuovo si faceva vedere dentro di me, e la mia
persona serviva come
a coprirlo dentro di me, e senza farmi parlare mi ha detto:
(11) “Povera piccina mia, di che
temi? Coraggio, sono Io che farò tutto
nella mia figlia
piccola, tu non
farai altro che seguirmi fedelmente, non è vero? Tu hai ragione che sei
troppo piccola e non
puoi nulla, ma Io farò tutto in te, non vedi come Io sto in te e tu non
sei altro che
l’ombra che mi copri? Sono Io che
valicherò in te gli eterni ed interminabili
confini del mio
Volere, Io che abbraccerò tutte le generazioni per portarle insieme con la
tua ombra ai piedi
dell’Eterno, affinché le due volontà, l’umana e Divina si bacino
insieme, si
sorridano e non più si guardino tra loro come estranee, divise ed in
cagnesco, ma una si
fonda nell’altra e si formi una sola.
E’ la potenza del tuo Gesù che
ciò deve fare, tu
non devi fare altro che aderire. Lo so,
lo so, che tu sei nulla e puoi
nulla; perciò ti
affliggi, ma è la potenza del mio braccio che vuole e può operare, e mi
piace operare cose
grandi nei più piccoli. E poi, la vita
della mia Volontà è già stata
sulla terra, non è
del tutto nuova, sebbene fu come di passaggio, ci fu nella mia
inseparabile e cara
Mamma; se la vita della mia Volontà non ci fosse stata in Lei, Io,
Verbo Eterno, non
avrei potuto scendere dal Cielo, mi mancherebbe la via per scendere,
la stanza dove
entrare, l’umanità per coprire la mia Divinità, l’alimento per nutrirmi, mi
mancherebbe tutto,
perché tutte le altre cose non sono adatte per Me, invece, col
trovare la mia
Volontà nella mia diletta Mamma, Io trovavo lo stesso mio Cielo, le mie
gioie, i miei
contenti; al più feci cambio d’abitazione, dal Cielo alla terra, ma del resto
nulla cambiai, ciò
che tenevo in Cielo, in virtù della mia Volontà posseduta da Lei lo
trovavo in terra, e
perciò con tutto amore vi scesi a prendere in Lei umana carne. Poi
fece vita la mia
Volontà sulla terra nella mia Umanità, in virtù della quale feci la
Redenzione, non solo,
ma in virtù della mia Volontà mi distesi su tutto l’operato delle
umane generazioni,
suggellandolo coi miei atti divini, ed impetrai dal mio Celeste Padre
non solo di redimere
l’uomo, ma che a suo tempo entrasse nella grazia della nostra
Volontà, come quando
fu creato, per vivere secondo lo scopo da Noi voluto: che la
volontà fosse una,
quella del Cielo e quella della terra.
Quindi da Me tutto fu fatto: il
piano della
Redenzione e quello del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra, non
sarebbe stato opera
degna di Me se non avessi riabilitato in tutto l’uomo come fu creato,
sarebbe un’opera a
metà, non intera, ed il tuo Gesù non sa fare opere incomplete, al più
aspetto secoli per
dare il bene completo da Me preparato.
Quindi, non vuoi tu essere
insieme con Me per
dare all’uomo l’opera che Io completai con la mia venuta sulla terra?
Perciò sii attenta e
fedele, non temere, ti terrò sempre piccola per poter maggiormente
completare i miei
disegni su di te”.
Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta
16-29
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta
16-29
novembre 10, 1923
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