La pace sia con te

domenica 1 dicembre 2013

Napoleone cattolico dimostra l'esistenza di Dio

NAPOLEONE BONAPARTE
CONVERSAZIONI SUL CRISTIANESIMO
Ragionare nella fede
Prefazione
Giacomo Biffi
Traduzione
Vito Patella
Curatela
Giorgio Carbone O.P.
Titolo originale: Sentiment de Napoléon sur le christianisme, Conversations
religieuses, recueillies à Sainte Hélène par M. le Général Comte de
Montholon et parM. le Chevalier de Beauterne,Waille, Paris 1843.



Prova dell’esistenza di Dio
Il generale Bertrand diceva all’Imperatore: «Sire, lei crede
in Dio, e anch’io credo; ma insomma, che cosa ne sa?
L’ha per caso visto?».
E l’Imperatore replicava: «Che cosa è Dio? Che cosa ne
so io? Ma allora, risponda lei a questa domanda: Come
giudica se un uomo è geniale? È una cosa che lei ha mai
vista, dico il genio? Che cosa ne sa lei, per credere nel
genio? La risposta è: si vede l’effetto, e da questo si risale
alla causa, e si crede che questa causa esista, insomma
che essa sia reale. Le faccio questo esempio: quando
durante una battaglia le cose si mettono al peggio, lei
cosa fa? Comincia a guardare verso di me, per trovare
una via d’uscita. Perché guarda a me? Perché ha l’istinto
di credere nel mio genio; ne ha bisogno. Nel folto della
mischia, quando le sorti della battaglia erano incerte, perché
lei, generale, mi cercava con lo sguardo, le sue labbra
quasi mi chiamavano, e da ogni parte si sentiva gridare:
Dov’è l’Imperatore, e quali sono i suoi ordini? E questo
era il grido dell’istinto, e della fede in me.
Ecco, anch’io ho un istinto, una fede, una certezza, un
grido che mio malgrado esce dal mio petto, quando rifletto
e guardo la natura, e mi dico: Dio! Resto ammirato
e grido: Sì, Dio c’è! Come le mie vittorie hanno convinto
lei a credere in me; così l’universo mi fa credere in Dio.
Io credo in Dio, a causa di ciò che vedo, e di ciò che
sento. Questi effetti mirabili dell’onnipotenza divina non
sono altrettanto eloquenti delle mie vittorie? Cosa vuole
che sia la manovra militare più brillante, a confronto del
movimento degli astri?

Lei che crede al genio, mi dica, la prego, da dove vengono
all’uomo di genio l’inventiva, l’ispirazione, l’intuito?
Mi risponda! Qual è la causa prima d tutto ciò? Lei dirà
che lo ignora. Anch’io. Ma il talento di cui parliamo non
è forse altrettanto evidente e tangibile di tanti fatti?
Se ci sono tante differenze tra gli uomini, Qualcuno ha
creato queste differenze, e questo Qualcuno non è né lei,
né io. Ma rimane il fatto che il genio è solo un vocabolo
che non ci dice niente sulle sue cause.
E se qualcuno mi obietta: Sono gli organi! Ecco, questa è
una sciocchezza buona per un sempliciotto, non certo
per me: mi capisce?
Il suo spirito, generale, è forse uguale a quello del pastore
che di qui vediamo nella valle a sorvegliare le pecore?
Non c’è, tra il suo spirito e quello del pastore, la stessa differenza
che c’è tra quello di un cavallo e quello di un
uomo? Sì? Ma come fa ad affermarlo con tanta sicurezza?
Lei in realtà non ha mai visto lo spirito di quell’uomo, perché
lo spirito è invisibile. Però, lei ha parlato con quel
pastore, gli ha fatto delle domande e dalle risposte lei ha
capito chi egli sia; cioè lei ha capito la causa dagli effetti, e
ha ragione. Certamente, la sua intelligenza, la sua ragione,
insomma le sue facoltà sono superiori a quelle del pastore.
Ecco, a me gli effetti divini fanno pensare a una causa
divina, perché c’è una ragione superiore, un Essere Infinito,
che è la causa delle cause, ed è anche la causa della
sua [di Bertrand] intelligenza.
Generale Bertrand, c’è un Essere Infinito in confronto al
quale lei non è che un atomo; in confronto al quale anch’io,
Napoleone, con tutto il mio genio, sono niente: lo
capisce? Io lo sento, questo Dio… lo vedo… ne ho bisogno…
credo in lui… E se lei non crede, peggio per lei…
Ma a me la cosa sta a cuore… alla buon’ora, generale,
lei crede in Dio! Io perdono molte cose,ma ho orrore degli
atei e dei materialisti…Cosa vuole che io abbia in comune
con un uomo che non crede all’esistenza dell’anima, e che
crede che l’uomo sia un mucchio di fango? Cosa vuole che
io abbia in comune con un uomo che pretende che io sia,

come lui pensa di essere, solo un mucchio di fango?».

Fonte: www.edizionistudiodomenicano

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