NAPOLEONE BONAPARTE
CONVERSAZIONI SUL
CRISTIANESIMO
Ragionare nella fede
Prefazione
Giacomo Biffi
Traduzione
Vito Patella
Curatela
Giorgio Carbone O.P.
Titolo originale: Sentiment de
Napoléon sur le christianisme, Conversations
religieuses, recueillies à Sainte Hélène par M. le
Général Comte de
Montholon et parM. le Chevalier de Beauterne,Waille, Paris 1843.
Prova
dell’esistenza di Dio
Il generale Bertrand
diceva all’Imperatore: «Sire, lei crede
in Dio, e anch’io credo;
ma insomma, che cosa ne sa?
L’ha per caso visto?».
E l’Imperatore
replicava: «Che cosa è Dio? Che cosa ne
so io? Ma allora,
risponda lei a questa domanda: Come
giudica se un uomo è
geniale? È una cosa che lei ha mai
vista, dico il genio?
Che cosa ne sa lei, per credere nel
genio? La risposta è: si
vede l’effetto, e da questo si risale
alla causa, e si crede
che questa causa esista, insomma
che essa sia reale. Le
faccio questo esempio: quando
durante una battaglia le
cose si mettono al peggio, lei
cosa fa? Comincia a
guardare verso di me, per trovare
una via d’uscita. Perché
guarda a me? Perché ha l’istinto
di credere nel mio
genio; ne ha bisogno. Nel folto della
mischia, quando le sorti
della battaglia erano incerte, perché
lei, generale, mi
cercava con lo sguardo, le sue labbra
quasi mi chiamavano, e
da ogni parte si sentiva gridare:
Dov’è l’Imperatore, e quali
sono i suoi ordini? E questo
era il grido
dell’istinto, e della fede in me.
Ecco, anch’io ho un
istinto, una fede, una certezza, un
grido che mio malgrado
esce dal mio petto, quando rifletto
e guardo la natura, e mi
dico: Dio! Resto ammirato
e grido: Sì, Dio c’è!
Come le mie vittorie hanno convinto
lei a credere in me;
così l’universo mi fa credere in Dio.
Io credo in Dio, a causa
di ciò che vedo, e di ciò che
sento. Questi effetti
mirabili dell’onnipotenza divina non
sono altrettanto
eloquenti delle mie vittorie? Cosa vuole
che sia la manovra
militare più brillante, a confronto del
movimento degli astri?
Lei che crede al genio,
mi dica, la prego, da dove vengono
all’uomo di genio
l’inventiva, l’ispirazione, l’intuito?
Mi risponda! Qual è la
causa prima d tutto ciò? Lei dirà
che lo ignora. Anch’io.
Ma il talento di cui parliamo non
è forse altrettanto
evidente e tangibile di tanti fatti?
Se ci sono tante
differenze tra gli uomini, Qualcuno ha
creato queste
differenze, e questo Qualcuno non è né lei,
né io. Ma rimane il
fatto che il genio è solo un vocabolo
che non ci dice niente
sulle sue cause.
E se qualcuno mi
obietta: Sono gli organi! Ecco, questa è
una sciocchezza buona
per un sempliciotto, non certo
per me: mi capisce?
Il suo spirito,
generale, è forse uguale a quello del pastore
che di qui vediamo nella
valle a sorvegliare le pecore?
Non c’è, tra il suo
spirito e quello del pastore, la stessa differenza
che c’è tra quello di un
cavallo e quello di un
uomo? Sì? Ma come fa ad
affermarlo con tanta sicurezza?
Lei in realtà non ha mai
visto lo spirito di quell’uomo, perché
lo spirito è invisibile.
Però, lei ha parlato con quel
pastore, gli ha fatto
delle domande e dalle risposte lei ha
capito chi egli sia;
cioè lei ha capito la causa dagli effetti, e
ha ragione. Certamente,
la sua intelligenza, la sua ragione,
insomma le sue facoltà
sono superiori a quelle del pastore.
Ecco, a me gli effetti
divini fanno pensare a una causa
divina, perché c’è una
ragione superiore, un Essere Infinito,
che è la causa delle
cause, ed è anche la causa della
sua [di Bertrand]
intelligenza.
Generale Bertrand, c’è
un Essere Infinito in confronto al
quale lei non è che un
atomo; in confronto al quale anch’io,
Napoleone, con tutto il
mio genio, sono niente: lo
capisce? Io lo sento,
questo Dio… lo vedo… ne ho bisogno…
credo in lui… E se lei
non crede, peggio per lei…
Ma a me la cosa sta a
cuore… alla buon’ora, generale,
lei crede in Dio! Io
perdono molte cose,ma ho orrore degli
atei e dei materialisti…Cosa
vuole che io abbia in comune
con un uomo che non
crede all’esistenza dell’anima, e che
crede che l’uomo sia un
mucchio di fango? Cosa vuole che
io abbia in comune con
un uomo che pretende che io sia,
come
lui pensa di essere, solo un mucchio di fango?».
Fonte: www.edizionistudiodomenicano
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