I Borbone? 200 anni fa sconfissero i terremoti
I Borbone? 200 anni fascon ssero i terremoti
31/10/2016 Flaminia Camilletti ilgiornale.it
La terra trema ancora. Dalla
notte tra il 23 e il 24 agosto 2016
sono trascorsi due mesi; da
quella dell’ultima potente
scossa, solo qualche ora. Notte
in cui la terra ha tremato così
forte da far implodere e
scomparire paesi ricchi di
storia e tradizioni. I danni agli
edifici, la paura e i morti non sono confinati nei paesi colpiti, ma si diffondono in
tutta la zona di confine tra Umbria, Marche e Lazio, tre regioni diverse e numerosi
comuni diversi, sintomo che se qualcosa è andato storto è da ricondurre ad un
sistema Italia che in questo momento così com’è, non funziona.
Parallelamente alle inchieste, il tema principale del dibattito verte sulla
ricostruzione: è possibile rendere antisismici dei centri storici così antichi, senza
snaturarne l’identità ed il patrimonio architettonico? Molti esperti e opinionisti
rimandano all’esempio certamente virtuoso del Giappone, ma qualcuno, in Italia,
rende noto che anche la nostra storia vanta modelli di ingegneria antisismica di
livello, messa in atto già due secoli fa.
Uno studio condotto dal CnrIvalsa (Istituto per la valorizzazione del legno e delle
specie arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche) di San Michele all’Adige
(Trento) in collaborazione con l’Università della Calabria ha dimostrato che le
tecniche antisismiche usate 200 anni fa dai Borbone sono ancora attuali e che
integrate con tecnologie moderne, potrebbero essere usate per mettere in sicurezza il
patrimonio edilizio esistente.
Dopo il terremoto del 1783, che distrusse gran parte della Calabria meridionale e
fece circa 30.000 vittime fu emanata una normativa estremamente di avanguardia
per l’epoca. L’efficacia di queste disposizioni è stata confermata dalla resistenza
che ebbero i palazzi costruiti con queste regole nei terremoti del 1905 e del 1908
che colpirono la Calabria. Il Cnr ha chiarito che gli edifici costruiti con queste regole
subirono danni non significativi, con limitate porzioni di muratura collassate e
nessun crollo totale.
Ulteriore conferma è stata data anche dal test antisismico condotto su una parete del
palazzo del Vescovo di Mileto (Vibo Valentia), ricostruita fedelmente in laboratorio.
“L’invenzione” è dell’ingegnere La Vega che con abilità di sintesi unisce le più
avanzate teorie antisismiche dell’Illuminismo e una diffusa e antica tradizione
costruttiva lignea presente in Calabria. Il sistema borbonico è caratterizzato infatti
dalla presenza di telai di legno.” “Le tecniche – continua Nicola Ruggieri
(l’architetto che ha prodotto lo studio) – si basavano sull’idea che la rete di legno, in
caso di scossa, potesse intervenire a sostegno della muratura. Adesso quelle
tecniche potrebbero ispirare sistemi antisismici per mettere in sicurezza il
patrimonio edilizio esistente «magari – ha rilevato l’esperto – sostituendo il legno
con alluminio e acciaio, per i quali l’industria è più preparata”.
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