Diletti figli, a voi salute e l’Apostolica
Benedizione!
I devoti sentimenti che Ci avete manifestato nella
semplicità dei vostri cuori, sono stati per Noi causa di grande gioia. Il
vostro dolore circa gli attacchi portati contro la Chiesa, così come la
vostra devozione e il vostro affetto filiale per la Santa Sede, sono una
dimostrazione eclatante della fede e
della carità che ricolmano i vostri cuori, che vi
legano saldamente al centro di unità [al Papato].
Per questa ragione crediamo con certezza che le
vostre preghiere e suppliche, innalzate incessantemente a Dio, saranno
efficaci per Noi e per la Chiesa e accogliamo con sentimenti di profonda
gratitudine l’offerta della vostra generosa carità.
La mano di Dio protegge coloro che Lo cercano
sinceramente e Noi crediamo che le vostre buone parole vi otterranno la
grazia di resistere ai pericoli di corruzione che vi minacciano e l’aiuto
spirituale che voi desiderate per la vostre figlie.
Noi chiediamo a Dio di completare in voi l’opera
della Grazia e di colmarvi delle sue più scelte benedizioni.
In pegno di questo e quale segno della nostra gratitudine
e paterna benevolenza, noi impartiamo a voi di cuore
l’Apostolica Benedizione.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 31 luglio 1871,
nel vigesimo sesto anno del nostro Pontificato
La lettera:
"Clementissimo Padre
non è temerarietà, ma amore quello che ci spinge a scriverVi.
Noi
siamo, è vero, la più infima di tutte le tribù indiane, mentre Voi siete il più
grande fra gli uomini viventi. Ma Voi siete stato il primo ad aver gettato uno
sguardo di compassione su di noi. Sì, Padre Santo, ancora trenta inverni fa noi
eravamo un popolo selvaggio, miserabile sia nell’anima che nel corpo, fino a
che Voi non ci mandaste il grande Saio Nero, Padre De Smet che, grazie al
Battesimo, ci fece diventare figli di Dio.
Noi eravamo ciechi e Voi lo mandaste ad aprirci gli occhi. Molti di noi
brancolavano ancora nelle tenebre, quando Padre De Smet partì da noi; allora
Voi mandaste un altro Saio Nero, il nostro buon Padre Nicholas Point, che venne
quaggiù, visse insieme a noi e ci destò, guidandoci sul sentiero che conduce al
Paradiso. E quanti altri Padri non ci avete dato per insegnare a noi e ai
nostri figli la legge di Dio e per renderci Cristiani migliori? Perciò, Padre
Santo, avendo sentito che Voi Vi trovate ora nell’afflizione, vogliamo
ringraziarvi della Vostra carità ed esprimerVi il nostro grande amore e il
nostro intenso dolore nell’apprendere che alcuni vostri malvagi figli seguitano
a causarVi sofferenze, dopo avervi privato della Vostra stessa casa. Sebbene
siamo soltanto dei poveri indiani, ignari delle politezze della vita,
consideriamo però questo comportamento come un crimine.
Solo 50 anni fa eravamo ancora dei selvaggi; ma mai avremmo osato comportarci
così, sapendo che la dignità e l’autorità del Papa provengono da Cristo. Per
questa ragione non abbiamo mancato di pregare e seguiteremo a pregare per Voi,
Padre Santo e per l’intera Chiesa, con tutto l’ardore di cui dei poveri indiani
sono capaci. Di più: convenuti dai nostri diversi accampamenti nella chiesa
della Missione, per nove giorni abbiamo recitato molte preghiere e praticato
atti di virtù che abbiamo offerto per Voi al Sacro Cuore di Gesù. Questa
mattina abbiamo conteggiato le nostre pratiche e devozioni e trovato ch’esse
assommavano al numero di 120.527. Stimandolo insufficiente, abbiamo offerto i
nostri stessi cuori per il nostro eccellentissimo Padre, il Papa, nella certa
fiducia che questa nostra offerta non sarà rigettata. Disponiamo anche di un
certo numero di soldati, non addestrati per la guerra, ma per mantenere
l’ordine nei nostri accampamenti. Se questi uomini possono essere di aiuto al
servizio del Papa, noi li offriamo con gioia ed essi si chiamano Blackrobe, in
inglese. La veste nera ecclesiastica portata dal gesuita Padre De Smet, come da
altri religiosi, sacerdoti diocesani e da alcuni ordini di suore, doveva
evidentemente fare grande impressione sugli animi semplici di questi nativi,
non meno della santità di vita e dello spirito di sacrificio dei Missionari.
Essi si stimeranno fortunati di poter versare il loro sangue e di offrire le
proprie vite per il nostro buon Padre, Pio IX. E ora, possiamo parteciparVi i
nostri timori e i nostri dubbi? I venditori di whisky si approssimano ogni
giorno. Noi temiamo di tradire il nostro Salvatore e di ritrarre i cuori che
Gli avevamo donato. Aiutateci e rafforzate la nostra volontà con le Vostre
preghiere. Ma i nostri cari figli sono ancora più da compatire, perché essi
sono maggiormente esposti al pericolo. Non tanto i nostri figli maschi, che
hanno autentici padri nei Sai Neri [i religiosi gesuiti], quanto le nostre
figlie, che non hanno finora madri gentili [le suore] che si prendano cura di
loro. Noi abbiamo chiesto spesso Sai Neri del loro stesso sesso [cioè delle
religiose], ma le nostre voci sono troppo flebili per essere udite e siamo
troppo poveri per poter fare di più, oltre che chiedere.
Questi sono i sentimenti che scaturiscono dai nostri cuori; ma siccome noi,
poveri indiani, siamo soliti attribuire poco valore all’espressione di
sentimenti, se questi non sono accompagnati anche da doni materiali, ecco che
abbiamo raccolto dollari e piccole monete di cui farVi dono, onde esibirVi,
quale misura della nostra sincerità, un frammento della nostra stessa carne.
Nonostante la nostra povertà e con grande nostra sorpresa, abbiamo potuto
raccogliere 110 dollari .
E ora, Padre Santo, permetteteci ancora una volta di aprirVi i nostri
cuori.
Oh, quanto saremmo felici, malgrado la nostra indegnità, di poter ricevere una
parola dalle vostre labbra, una parola che aiuterà noi, le nostre spose e i
nostri figli a trovare accesso al Sacro Cuore di Gesù!"
Lettera degli indiani Coeur d'Alene, datata 1871, indirizzata a Pio IX dopo
la Breccia di Porta Pia.
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Skitswish Sacred Heart Mission missionary graveyard in Desmet, Idaho. |
Photograph from the Edgar Dowd Collection
Father C. Byrne, May 14, 1940 standing near crosses of Desmet's Honored
Dead Missionaries; Skitswish Sacred Heart Mission missionary graveyard in
Desmet, Idaho.
Photograph courtesy of the Library of
Congress, Prints and Photographs Division
[ Padre Nicolas Point ha lasciato un grande corpo
di materiale manoscritto che è sparso attraverso diversi archivi. L'Archivum
Romanum Societatis Iesu (Roma), Epistolae praepositorum generalium ad patres et
fratres Societatis Iesu, ha una raccolta delle sue lettere al generale gesuita
e dei documenti battesimali che ha tenuto durante le missioni nel paese
dell'Oregon. La Biblioteca Nazionale Centrale (Roma), Fondo Gesuitico, ha
il diario originale e gli schizzi di Point realizzati durante un viaggio su
chiatta dagli Stati Uniti nordoccidentali di ritorno a St Louis diretti in
Canada. L'Archivio della Società del Missouri della Provincia del Missouri
(St. Louis University, Maryland) ha una piccola raccolta di lettere e alcuni
disegni a penna e inchiostro di scene che ha disegnato per volere di padre
Pierre-Jean De Smet . (Letters and sketches with a
narrative of a year's residence among the Indian tribes of the Rocky Mountains,
by P. J. de Smet... Philadelphia : M. Fithian, 1843 ristampato a Cleveland : A. H. Clark, 1906 ).
Stabilì almeno una missione, quella del Sacro
Cuore tra gli Skitswish (Coeur d'Alenes) in un sito vicino all'attuale Cataldo,
Idaho. Durante questo periodo ha tenuto un diario e ha realizzato centinaia
di schizzi di indiani in ogni fase della loro esistenza. Point ha anche
fatto molti schizzi che sarebbero apparsi nei libri di De Smet.
Il lavoro di Point come artista è definito da
alcuni come primitivo, ma è anche originale nella sua tecnica. I suoi
dipinti sono particolarmente preziosi perché ritraggono la vita quotidiana di
diverse tribù indiane, i Flatheads, i Blackfeet e gli Skitswish per la maggior
parte, poco prima che fossero radicalmente cambiati dall'incursione dell'uomo
bianco.
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