SBARCO ALL'ISOLA D'ELBA.
FRANCESI BRAVA GENTE
Le violenze perpetrate dopo lo sbarco
Oltre alla memoria popolare, un rapporto dell'Arma dei Carabinieri a firma del comandante generale Taddeo Orlando, redatto a Roma il 21 settembre 1944[15], riporta: «Il 17 giugno 1944, alle ore 2 circa, avevano inizio le operazioni militari per la liberazione dell'Elba, che, superata la difesa – in alcune zone accanita – dei reparti tedeschi e repubblicani, veniva completamente liberata il 19 successivo. Le operazioni furono compiute da una divisione di fanteria coloniale degaullista, su due brigate (17.400 uomini), appoggiata da oltre 10 batterie di medi e grossi calibri. Trattavasi di truppe di colore (senegalesi e marocchini) inquadrate da ufficiali francesi, molti dei quali còrsi.
Terminate le operazioni, queste truppe si abbandonavano, verso la popolazione dell'isola, ad ogni sorta di eccessi, violentando, rapinando, derubando, depredando paesi e case coloniche, razziando bestiame, vino, ed uccidendo coloro che tentavano opporsi ai loro arbitri. Dettero l'impressione alla popolazione atterrita di voler sfogare un profondo sentimento di vendetta e di odio. Gli ufficiali assistettero indifferenti a tanto scempio, soliti rispondere a coloro che ne invocavano l'intervento: È la guerra… sono dei selvaggi… non c’è nulla da fare… questo è nulla in confronto a ciò che hanno fatto gli italiani in Corsica. I più accaniti si dimostrarono i còrsi.
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