giovedì 2 aprile 2015
lunedì 2 marzo 2015
Raffreddore e influenza: rimedi della nonna
RIMEDI DELLA NONNA CONTRO IL RAFFREDDORE
Il dottor Volney S. Cheney, m. d., fellow A. P.h.a. , nel 1928 pubblicò nell' “ American Journal of Public Health “ 1 un articolo sul raffreddore, in cui descrive una sua ricerca, interessante tuttora per molti versi. Tra l'altro dice " La mia esperienza di molti anni tra gli aborigeni del Sud mi convince che il raffreddore, come lo conosciamo, è un prodotto della civiltà. L'uomo comune usa il termine "raffreddore" per coprire una moltitudine di condizioni che anche il medico non sempre distingue: raffreddore acuto; rinite; faringite; laringite; bronchite; grippe; influenza e talvolta tonsillite. “
Ma la cosa più curiosa è che afferma di aver trovato la cura del raffreddore e di tante sindromi influenzali: basta usare il bicarbonato di sodio ai primi sintomi; e riferisce anche il modo e il come assumerlo.
Già precedentemente in un opuscolo2 del 1924 la società “Arm & Hammer Soda Company”, per pubblicizzare il bicarbonato di sodio, aveva riferito i successi clinici del dottor S. Volney Cheney nel trattamento del raffreddore e dell'influenza. L'opuscolo “Arm & Hammer Baking Soda Medical Uses” riportava le dichiarazioni del dottor Cheney: " ho trattato tutti i casi di 'raffreddore', di sindrome influenzale e d'influenza dapprima dando dosi generose di bicarbonato di sodio, e in molti casi entro 36 ore i sintomi sono completamente scomparsi. " Basta sciogliere la quantità raccomandata di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua e bere.
I dosaggi consigliati da “ Arm & Hammer Company “ per il raffreddore e l'influenza erano:
- 1 ° giorno - Prendere sei dosi di 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua, ad intervalli di circa due ore (preferibilmente a stomaco vuoto)
- 2° giorno – Prendere quattro dosi di 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua, intervallati nella giornata
- 3° giorno - Prendete due dosi di 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua mattina e sera, e, successivamente, 1/2 cucchiaino in un bicchiere di acqua ogni mattina fino a che i sintomi del raffreddore sono scomparsi.
ajph.aphapublications.org/toc/ajph/18/1;
American
Journal of Public Health and the Nations Health: January 1928, Vol.
18, No. 1: 15–20.
2 http://cgi.ebay.com/ARM-&-HAMMER-BAKING-SODA-MEDICAL-USES-BROCHURE-1924_W0QQitemZ370285074486QQcmdZ
domenica 11 gennaio 2015
MARIA VALTORTA: Charlie hebdo e le offese a Gesù e alla Vergine Maria.
E
grandi conati d'odio satanico, contro Cristo e la Donna. Ma ambedue
non potranno essere raggiunti dai loro nemici. Non sarebbe
conveniente né utile che lo fossero. Non si può recare offesa
suprema a Dio colpendo i Due a Lui più cari: il Figlio, la Madre,
che già, nel loro tempo, tutte le più odiose e dolorose offese
subirono, ma che ora, già glorificati da secoli, non potrebbero,
senza immediato orrendo castigo divino sugli offensori, venire
offesi.
Appendice
5 [1]
Maria
Valtorta: I Quaderni del 1945/50 – 2a edizione 2006 - Testo senza
data: L’Apocalisse
______________________
Etichette:
Storia contemporanea,
Valtorta Maria
Charlie Hebdo, agenti segreti e false flag
La mente, alla notizia della strage compiuta mercoledì 7 gennaio 2015 dei redattori di "Charlie Hebdo", per una strana associazione d'idee è andata a un libro, letto tanti anni fa:
L'agente segreto è un romanzo dello scrittore Joseph Conrad pubblicato nel 1907. La trama trae spunto da un fatto realmente accaduto nel 1894: un'esplosione in Greenwich Park, probabilmente dovuta ad un fallito attentato anarchico.
L'agente segreto è considerato uno dei primi romanzi moderni a trattare temi quali il terrorismo e lo spionaggio.
Trama
Il signor Verloc conduce da vari anni una doppia vita a Londra. Apparentemente è un marito e gestore di un negozio come tanti altri, in realtà è un agente segreto incaricato di sorvegliare gli anarchici locali, che usano proprio il suo negozio per incontrarsi. Improvvisamente però il nuovo ambasciatore del Paese per il quale lavora (una non meglio precisata potenza dell'Est) richiede al signor Verloc di organizzare un'azione violenta in modo da alimentare nell'opinione pubblica sentimenti di ostilità nei confronti degli anarchici. In quegli anni infatti (siamo all'inizio del '900) l'Inghilterra dava asilo a tutti gli appartenenti ai movimenti estremisti, al contrario degli altri Stati europei, dove questi erano considerati criminali. Verloc, sconcertato ed allarmato, si ritrova costretto ad eseguire gli ordini, malgrado all'interno del suo circolo si sia costruito la reputazione di una persona pacifica, più incline alle parole che ai fatti. Costretto ad agire nel silenzio per non insospettire i propri compagni, l'agente segreto convince il cognato Stevie, un ritardato mentale, a portare una bomba artigianale nei pressi dell'Osservatorio di Greenwich.
Quello che doveva essere un semplice corriere si ritrova ad essere l'unica vittima dell'attentato: Stevie infatti inciampa nel parco dell'Osservatorio e salta in aria per via del suo pericoloso carico.[Verloc non poteva sapere che la moglie aveva cucito all'interno del cappotto di Stevie un'etichetta con nome ed indirizzo, che viene ritrovata dalla polizia - così come la polizia francese ha ritrovato la carta d'identità del terrorista islamico] Il povero Verloc, mangiato dal rimorso, confessa tutto alla moglie Winnie, che in un eccesso di rabbia l'uccide. Winnie infatti era molto più legata al fratello, al quale ha dedicato gran parte della sua vita, che al marito, sposato più che altro per opportunità. La donna, subito dopo l'omicidio, fugge e si imbatte nel Compagno Ossipon, da lei segretamente amato, in parte ricambiata, da tempo. Questo in un primo tempo si impegna a scappare insieme a lei dall'Inghilterra, ma poi l'abbandona, temendo che possa commettere altri omicidi. Vedendosi infine abbandonata da tutti e senza più nessuno al mondo, Winnie si suicida gettandosi nelle acque della Manica dalla nave che la stava portando via dell'isola.
da Wikipedia
_____________________________
sabato 3 gennaio 2015
ANEK LINES che gestisce la Norman Atlantic è greca, non italiana
Basta fare una semplice ricerca in rete e in Wikipedia, l'enciclopedia libera, e si scoprono cose che voi umani non vi aspettereste. Tra l'altro "l'incidente" è avvenuto in acque greche o molto vicine alla Grecia e all'Albania.
Norman Atlantic, ecco la scheda: da Genova alla Grecia
da: ilsecoloxix.it 28 dicembre 2014
Genova Il Norman Atlantic è un traghetto roro/passeggeri battente bandiera italiana,
costruito nel 2009 nei cantieri navali Visentini di Porto Viro con il nome di Akenam Street.
Si tratta, dunque, di un’unità di recente costruzione.
Inizialmente fu noleggiato alla società TLink, che collegava il porto di Genova Pra’ a
Termini Imerese. In seguito alla liquidazione di TLink, la nave fu noleggiata dalla Regione
Sardegna attraverso Saremar e ribattezzata Scintu per essere utilizzata prima tra i porti di
Golfo Aranci e Civitavecchia, poi fra Olbia e Civitavecchia.
Terminato il contratto, gli armatori Visentini la noleggiarono prima a GNV sulla rotta Genova
Palermo, poi a Moby che la utilizzò sulla linea OlbiaLivorno.
Da qualche settimana la nave è passata, sempre a noleggio, alla flotta Anek Lines. Considerato uno dei migliori traghetti in navigazione, il Norman Atlantic può ospitare 850 passeggeri ed ha una capacità di carico di 2.000 metri lineari.
******
Le ANEK Lines è un'azienda di trasporto marittimo. Fu fondata con l'aiuto di azionisti cretesi e voluta fortemente dagli abitanti dell'isola per avere una propria compagnia di bandiera che li potesse unire con la Grecia continentale.
Oggi la compagnia è tra le più importanti della Grecia e collega il continente ellenico con Creta e con l'Italia, con l'ausilio di dieci navi traghetto.
[da Wikipedia, consultata il 3 gennaio 2015]
*******
___________
Etichette:
Costa Concordia,
Storia contemporanea
domenica 21 dicembre 2014
Buon Natale e Felice Anno Nuovo con un racconto di Giovanni Guareschi
Buon
Natale e Felice Anno Nuovo
Filippo Lippi, La Madonna delle
Rocce
In questa occasione Vi
propongo la lettura di un racconto di
Giovanni Guareschi, anzi la prima storia,
in cui il
burbero Guareschi,
col
suo stile asciutto e inconfondibile,
ci
offre un esempio di fede autentica anche se apparentemente
paradossale.
PRIMA STORIA Giovanni Guareschi
___________________________
lunedì 17 novembre 2014
Andrea Baroni nei campi di concentramento tedeschi
Considerazioni su
un'intervista al generale Baroni
Andrea Baroni, nato il 14 febbraio
1917, generale dell'Aeronautica e storico meteorologo della TV, è
morto il 13 novembre 2014 all'età di 97 anni. In questa occasione è
stata ripubblicata una sua intervista del 30 gennaio 2011, cioè di
quando aveva 94 anni ed era in piena forma.
Il
generale Baroni nell'intervista
mostra la sua eccezionale
simpatia, dote già
esibita nella conduzione
della rubrica “Che tempo fa? ” ed,
en passant, racconta in maniera candida e distaccata il periodo
della seconda guerra mondiale, presentando
un
lato poco conosciuto della
sua straordinaria umanità.
Leggendola mi sono venuti alcuni
pensieri, che esporrò alla fine delle citazioni (in corsivo) delle parole del
generale che, proprio perché dette incidentalmente in altro
contesto, mi sembrano attendibili ed illuminanti di un periodo
storico controverso.
All'epoca tenente, viene fatto
prigioniero dai tedeschi nel settembre 1943 e si fa un anno e mezzo
circa di prigionia, in diversi campi di concentramento:
«Tarnopol in Ucraina. Deblin in
Polonia. Poi Berlino, Brema, Sandbostel e Altengrabow in Germania».
Da considerare che il trattamento
riservato ai prigionieri italiani non doveva essere di favore, dato
che venivano ritenuti dei traditori, come afferma lo stesso Baroni.
«No, eravamo ufficiali che si erano
rifiutati di collaborare. Hitler ci definiva traditori e internati
militari, non prigionieri. E così la Croce Rossa non poteva
intervenire».
A richiesta di un colonnello italiano
anch'egli prigioniero il
«25 febbraio 1945, ore 19.40:
Andrea Baroni indossa il cappotto russo che aveva acquistato in
Ucraina. Scavalca il filo spinato ormai tutto rabberciato che divide
dal campo russo e incontra 4 prigionieri, che in cambio della
bottiglia di colonia gli danno 5 kg di patate...».
Al rientro al campo italiano, un
ufficiale tedesco, quasi come se volesse incitarlo alla fuga «Dice
che entro 20 giorni non avranno più cibo da darci. Dice che stanno
arrivando i russi...».
«14 marzo 1945, ore 5. Andrea
Baroni e un suo amico...
Aiutati dal buio, riusciamo a
sparire e viaggiamo fino a Magdeburg...».
La prima
considerazione che mi è venuta spontanea è che le condizioni di
vita nei campi di concentramento tedeschi dovettero essere terribili
e inumane probabilmente solo negli ultimi mesi di guerra
(aprile-maggio 1945), quando la Germania era ormai allo sfascio e
non aveva più cibo, non perché i tedeschi fossero particolarmente
criminali. Così si spiegano le immagini dei prigionieri trovati
nei campi di concentramento e liberati degli americani
nell'aprile-maggio 1945, ridotti a pelle e ossa. Infatti l'ufficiale
tedesco, che consiglia la fuga ad Andrea Baroni, il 25 febbraio
1945 gli confida che pochi giorni ancora e non avrebbero avuto
più cibo da dare ai prigionieri, che fino a quel momento era stati
sempre forniti della razione giornaliera, come è affermato
nell'intervista.
La seconda
considerazione: non tutti i militari e ufficiali tedeschi erano
crudeli e spietati. Non credo infatti che Baroni abbia incontrato
l'unico tedesco buono.
Terza
considerazione: anche i prigionieri russi venivano trattati in
maniera non particolarmente crudele, considerato che gli stessi
apprezzavano più una bottiglietta di profumo che 5 chili di patate.
Quarta: Baroni da
prigioniero aveva potuto comprare un cappotto in Ucraina, segno che i
tedeschi non gli avevano tolto neanche il danaro o eventuali oggetti
di valore in suo possesso: in una parola avevano rispettato certi
suoi diritti, nonostante lo ritenessero un traditore.
Quinta: pur non
essendo stata una villeggiatura il periodo di prigionia non doveva
aver inciso in maniera troppo debilitante e dura, visto che il
generale è vissuto fino a quasi 98 anni. Qui bisogna aggiungere che
Andrea Baroni, essendo scappato dal campo di concentramento il 14
marzo 1945, riuscì ad evitare il periodo di fame, provocato dalla
carenza di cibo degli ultimi due mesi di guerra.
Sesta:
la guerra “ non
è un pranzo di gala; non è un'opera letteraria, un disegno, un
ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e
delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia,
riguardo e magnanimità.” Ma
dare tutte le colpe ai tedeschi …. questo sì non è magnanimo
e cortese.
____________________
Iscriviti a:
Post (Atom)