Lettera 1 a Dagospia [19-04-2010]
Con il pretesto di qualche prete pedofilo, la chiesa cattolica sta subendo uno dei molti attacchi previsti dal suo fondatore Gesù Cristo. Persecuzione da routine quotidiana dunque, nulla di nuovo sotto il sole: le forze delle tenebre fanno il loro mestiere. Ciò che invece bisogna sapere circa gli inquisitori laicisti del terzo millennio, è che la pratica della pedofilia è predicata ed auspicata dai loro stessi referenti culturali. Per fare solo alcuni esempi in ordine sparso temporale, Rousseau, il profeta dell'educazione relativista e illuminista si comprò per pochi franchi una bambina di dieci anni per allietare sessualmente le sue serate.
Dacia Maraini, sulla scia dei filosofi illuministi che praticavano sesso con i lori figli, sostenne che l'incesto è una pratica naturale. Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori. Daniel Cohn-Bendit, capogruppo dei Verdi a Bruxelles, raccontò addirittura di avere sperimentato e favorito la pedofilia e il sesso coi minori a scuola, come insegnante.
Aldo Busi ha spiegato che l'età per rapporti omosessuali che lui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo. Nichi Vendola, governatore della Puglia, in una intervista del 1985 a Repubblica affermava: "Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l'ha vista sempre in funzione della famiglia".
I radicali (1) hanno organizzato il 27-10-1998 un convegno, nelle aule del Senato, la cui presentazione (2) recitava: "Essere pedofili non può essere considerato un reato; la pedofilia diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone". Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenziente e la legge lo permetta.
L'internazionale dei Gay e delle lesbiche (ILGA) ha collaborato politicamente e culturalmente con i pedofili americani (NAMBLA: North American Man-Boy Lovers Association ) per dieci anni, prima di separarsi da questo movimento. Il filosofo omosessuale Mario Mieli sosteneva la funzione redentiva della pedofilia. Nelle sue opere (considerate la bibbia dei gay) vengono considerate esperienze redentive da promuovere, oltre la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia. Le associazioni omosessualiste (COC) fondate da Jef Last (pedofilo omosessuale e amico di André Gide) nei Paesi Bassi hanno voluto e ottenuto la depenalizzazione dei contatti sessuali con giovanetti al di sopra dei 12 anni .
Nel 1990, infatti, erano stati depenalizzati, nei Paesi Bassi, i contatti sessuali (etero e omo) con individui sopra i 12 anni: la condizione era il consenso del giovane o della giovane e il nulla osta dei genitori. E' pur vero come disse Ratzinger da cardinale, nella chiesa c'è ancora tanta spazzatura, ma è altrettanto vero, che dall'altra parte (quella inquisitoria laicista) c'è una discarica di colossali dimensioni.
Gianni Toffali Verona
NOTE:
(1) Convegno promosso da Radio Radicale
Pedofilia e Internet: vecchie ossessioni e nuove crociate
Roma, 27 ottobre 1998
Hotel Bologna (Senato della Repubblica) Via Santa Chiara 5
(2)"In ogni caso in uno Stato di diritto essere pedofili, proclamarsi tali o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato; la pedofilia, come qualsiasi altra preferenza sessuale, diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone."
lunedì 19 aprile 2010
venerdì 16 aprile 2010
PEDOFILIA: COSA NASCONDONO GLI ATTACCHI AL PAPA
AsiaNews 14/04/2010 12:26
ASIA - VATICANO
Venti di guerra e crisi economica dietro gli attacchi al Papa
di Maurizio d'Orlando
La violenta campagna contro Benedetto XVI, guidata dal New York Times, mira a colpire la sua autorità morale e quella della Chiesa cattolica. In previsione di una possibile guerra contro l’Iran e del fallimento del Tesoro americano e del mercato dell'oro.
Milano (AsiaNews) - La pedofilia è un grave scandalo. Che riguardi poi dei sacerdoti cattolici è uno scandalo ancor maggiore. Soprattutto, per un cattolico devoto, è un dolore simile a pochi altri. È inoltre anche un bene che gli scandali vengano alla luce. È infatti ancora peggio un cancro che divori nel silenzio non solo le anime, ma che pian piano inquini e distrugga dall’interno tutta la struttura dei rapporti dentro la Chiesa. Chi volesse poi cercare un mezzo per attaccare la Chiesa Cattolica non potrebbe trovare pretesto migliore e s’è visto in questi giorni con gli attacchi davvero gratuiti al Papa, culminati il 25 marzo con le evidenti faziosità di un articolo a firma di Laurie Goodstein del New York Times[1].Così, con un chiaro paradosso, proprio il papa Benedetto XVI, che in tempi recenti ha ripetutamente chiesto di non applicare alcuna tolleranza in tali casi, è stato preso di mira più di altri mai prima.
Per precisare e definire gli esatti ruoli e confutare le accuse al Papa già ne hanno scritto in merito vari organi vaticani. Anche il Wall Street Journal ha pubblicato il 6 aprile scorso un editoriale che contestava punto per punto la diffamazione contro il Papa contenuta nell’articolo del New York Times.
Eppure, al di là delle calunnie, ci sono delle coincidenze che disturbano. Una prima coincidenza è che le numerose accuse (alcune risalenti anche a quarant’anni fa) sono spuntate tutte insieme, all’improvviso, come funghi, un po’ dappertutto in vari Paesi del mondo. È già una concomitanza singolare, ma altre, forse più complesse, formano un quadro un po’ inquietante.
L’anti-cattolicesimo del New York Times
A distinguersi negli attacchi al papa è proprio Laurie Goodstein, capo redattrice per le questioni religiose del NYT, nota per uno specifico e particolare livore anti-cattolico, come lo scorso anno aveva ben sintetizzato l’arcivescovo di New York, mons. Timothy M. Dolan in un articolo dal significativo titolo “Anti Cattolicesimo”[2] sul sito ufficiale della diocesi, che il NYT si è rifiutato di pubblicare.
Tale “preferenza” per gli scandali nel mondo cattolico è evidente anche da un altro lato: il NYT (al pari di altri quotidiani americani) si è rifiutato di riferire con la stessa ampiezza altri scandali di pedofilia, riguardanti ad esempio Yehuda Kolko, docente alla Yeshiva Torah Temimah di Brooklyn[3]. Allo stesso modo il NYT non ha sentito il bisogno di riferire che Dov Hikind, fanatico dell’ estrema destra sionista si è rifiutato di testimoniare in tribunale in merito alle migliaia di testimonianze raccolte in breve tempo dopo un programma alla radio su recentissimi scandali di pedofilia ed incesto interni alle comunità ebraiche di New York, (in particolare quelle degli haredim). Eppure la notizia c’era: a chiedergli di riportare la sua testimonianza era stato l’avvocato Dowd, noto in tutti gli USA per le sua celebri cause collettive che hanno portato sul lastrico non poche comunità religiose e diocesi cattoliche americane.
Un’altra coincidenza è che, mentre in mancanza di meglio vengono riesumate vicende di quaranta anni fa che riguardano sacerdoti cattolici, passano invece sotto silenzio altre ben più recenti e gravi vicende di pedofilia[4] (particolarmente significativa la vicenda – su cui Tony Blair ha imposto il segreto di Stato per i prossimi cento anni – riguardanti, una ragazza scozzese, Hollie Greig, e che nel 2003 vedeva coinvolti, tra gli altri il segretario generale della NATO, Lord Robertson e Gordon Brown, allora ministro del Tesoro ed oggi Primo Ministro).
Preparare un attacco all’Iran
Tuttavia, non è inquietante che il NYT applichi due pesi e due misure perché ormai sono rimasti in pochi a ritenerlo autorevole. Non è significativa nemmeno l’ipocrisia britannica sulle vicende sporche di casa propria: è la consuetudine. Molto più inquietante è invece un’altra coincidenza. Il giorno stesso dell’articolo della Goodstein, l’agenzia Reuters raccoglieva a Gerusalemme la notizia, pubblicata il giorno successivo, il 26/3/2010, e ripresa dal Washington Post[5], rapidamente scomparsa dalla stampa “indipendente” anglo-americana e di quasi tutto il resto del mondo: la possibilità che Israele impieghi bombe nucleari tattiche in un attacco preventivo contro l’Iran.
Questa notizia è strettamente collegata ad un’altra, brevemente apparsa un paio di settimane prima e anch’essa poi rapidamente scomparsa dalla stampa “indipendente”: per ordine di Barack Obama una spedizione di speciali bombe ad altissimo potenziale (da impiegare in un attacco all’Iran per far esplodere i rifugi sotterranei) è stata dirottata da Israele, dove era originariamente diretta, alla base militare USA di Diego Garcia nell’Oceano Indiano[6]. Situata 1000 miglia a sud dell’India, al largo tra le isole Mauritius ed il Golfo Persico, Diego Garcia è la base ideale per lanciare un attacco aereo all’Iran. Secondo un esperto, già ora i bombardieri americani sono pronti a colpire 10mila obbiettivi in Iran in poche ore, distruggendo totalmente il Paese[7]. Quando sarà completata la consegna (logisticamente è presumibile in circa uno, due mesi) il dispositivo d’attacco sarà completamente in opera ed il lancio di un’operazione militare potrebbe perciò essere ordinato in qualsiasi momento. In altri termini gli USA vogliono mantenere in proprio pugno tutte le opzioni, mentre Israele vuol premere l’acceleratore e minaccia di usare le proprie armi nucleari tattiche, se gli USA non si decidono a fare quanto Israele desidera.
Il 9 aprile la Russia e gli USA hanno firmato un accordo in un cui s’impegnano a non usare armi atomiche contro i Paesi che hanno firmato i trattati di non proliferazione nucleare (e questo lascia fuori l’Iran e la Corea del Nord, ma, di rigore, anche Israele, di cui però non si dice). Sempre di questi giorni è la notizia che Obama e Sarkozy si stanno adoperando per formare un consenso internazionale a nuove sanzioni contro l’Iran entro poche settimane, forse già nei prossimi giorni. È dunque chiaro che dalle sanzioni si potrebbe passare ben presto ad un attacco catastrofico contro l'Iran. Eppure l’Iran non è il solo Paese che potrebbe aver violato gli accordi di non proliferazione nucleare. Ad esempio Israele, in barba a tutti i trattati, dispone di ben 200 /400testate atomiche. Anzi ne minaccia l’impiego (sebbene facendo riferimento ad armi nucleari “tattiche”, come se ciò fosse meno inquietante). Il punto, come è noto, riguarda il fatto che l’Iran starebbe (forse) per dotarsi di alcuni, pochi, ordigni nucleari. Il forse, in questo caso è d’obbligo perché di prove certe non ne sono state fornite. Il condizionale è pure d’obbligo dopo che il mondo ha potuto constatare che valore possono avere le informative provenienti dai vari servizi segreti. Si disse che l’Iraq di Saddam Hussein disponeva di armi di distruzione di massa. L’Iraq è stato invaso, circa 1,3 milioni di iracheni sono morti, eppure le armi di distruzione di massa non sono state trovate. Di fronte a certe asserzioni, una qualche perplessità è comprensibile, senza per questo voler assolvere né Saddam Hussein, né il regime iraniano. Tale perplessità viene però spesso tacciata di fiancheggiamento del terrorismo islamista e magari di antisemitismo in senso lato (laddove ad esempio questo termine viene esteso a chiunque critichi la politica del governo d’Israele).
Il punto è che se le sanzioni sono il preludio ad un attacco contro l’Iran, forse non a tutti è chiaro che una distruzione dell’Iran, magari con l’uso di armi nucleari tattiche, potrebbe innescare la III Guerra mondiale. Circa 10 mila cittadini russi operano nelle vicinanze delle centrali nucleari iraniane per la produzione di energia elettrica ed è noto che la Cina ha stretto buoni rapporti con l’Iran. Certo il regime iraniano è inquietante, a dir poco, ma è davvero poco credibile che per bloccare il possibile approntamento di alcuni ordigni nucleari, che vanno ad aggiungersi ai tantissimi già stoccati negli arsenali di tutto il mondo, si rischi d’innescare un conflitto mondiale di proporzioni inimmaginabili.
Il grande fallimento economico
La questione forse è un’altra: la guerra dovrebbe servire a nascondere un grande fallimento economico. Ci attendono infatti nuove ondate di insolvenze nei mutui e nei titoli finanziari "tossici". Sta per venire alla luce l’insolvenza sui mercati “fisici” dell’oro e di altre materie prime, una frode gigantesca con al centro HSBC, Goldman Sachs e JPMorgan-Chase, al cui paragone quella di Madoff parrà il furtarello delle merendine tra alunni delle scuole elementari. Guarda caso proprio nello stesso periodo, in cui fu tacitato lo scandalo nelle alte sfere britanniche, sempre Gordon Brown vendette (o svendette ? ) le riserve auree britanniche[8]. Soprattutto, il debito pubblico in molti Paesi del mondo ha raggiunto proporzioni non solo non più gestibili, ma che nemmeno più si possono nascondere o procrastinare in un lontano futuro, perché il futuro è arrivato, è ora. Secondo la Banca dei regolamenti Internazionali (BRI) - non secondo AsiaNews o qualche blogger un po’ estremo o lunatico - il debito pubblico USA è destinato a toccare il 400 % del PIL. Diviene necessario mettere la sordina alle truffe gigantesche sulle vendite allo scoperto sui mercati fisici di Londra e New York di metalli preziosi, che ora ed altri non sono in grado di onorare. Soprattutto il sistema-potere che controlla il circuito dei grandi mezzi di comunicazione deve giustificare la prossima inevitabile ed ormai certa insolvenza della Federal Reserve e del Tesoro degli Stati Uniti.
Come insegna la storia, non da ultimo la guerra delle Falklands da parte della giunta argentina in piena bancarotta, una guerra (o in certi altri casi, vedi la Jugoslavia, una guerra civile) ha il “pregio” di coprire tutto con l’iperinflazione. È una soluzione semplice e geniale, ben collaudata da millenni.
In questo contesto, chi potrebbe avere qualcosa da ridire ? La Chiesa Cattolica ed il Papa. Per questo, occorreva ed occorre colpirne l'autorità morale ad ogni costo. Ma forse questa è solo una coincidenza.
Maurizio d'Orlando
[1] La campagna lanciata da stampa e televisione ha però lasciato dei segni. Sembra infatti quasi che la pedofilia sia un fenomeno che riguardi solo o principalmente i sacerdoti cattolici. Celibi per tradizione e legge della Chiesa, accusarli è facile. In USA, ad esempio, le accuse riguardano quasi il 4 % dei preti cattolici, ma di essi solo l’1% sono poi riconosciuti colpevoli. Sembra anche che, per definizione, l’unica preoccupazione dei vescovi sia di coprire i preti pedofili, come se non vi fossero non solo precetti di fede e regole canoniche ben precise, ma come se negli USA e nel resto del mondo manchino giudici e tribunali disposti a scontrarsi con le gerarchie cattoliche. Semmai è vero il contrario: molti mezzi di comunicazione e molti ambienti giuridici hanno dato prova di essere mossi da malevoli preconcetti nei confronti del cattolicesimo e delle gerarchie cattoliche.
[2] Vedi http://blog.archny.org/?p=42, 29 ott. 2009, Anti-Catholicism, di Timothy M. Dolan.
[3] Cfr.: http://failedmessiah.typepad.com/failed_messiahcom/2008/11/ny-times-sexual.html
[4] Si pensi anche alla vicenda degli omicidi compiuti in Belgio da Marc Dutroux in un ambito di gruppi pedofili cui era emerso un coinvolgimento non solo del capo della polizia ma anche di Jacques Delors presidente della Commissione Europea. Si pensi anche ai numerosi casi di pedofilia nell'organizzazione dei Boy Scout in Australia e negli stessi USA sono completamente ignorate da tutti i mezzi di comunicazione di massa.
[5] Israel could use tactical nukes on Iran, Dan Williams, Friday, March 26, 2010
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2010/03/26/AR2010032601354.html
[6] http://www.heraldscotland.com/news/world-news/final-destination-iran-1.1013151
http://www.worldtribune.com/worldtribune/WTARC/2010/me_israel0217_03_18.asp
[7] L’ordine di Obama blocca anche la consegna ad Israele di alcuni strumenti d’attacco (elicotteri e aerei cisterna per il rifornimento in volo su lunghe distanze) necessari per un’offensiva contro l’Iran, già in precedenza negati da Bush. Il rifiuto di George Bush era stato espresso a fine agosto poche settimane prima del fallimento Lehman durante la campagna elettorale presidenziale americana ed aveva avuto l’effetto di spostare il favore ed i finanziamenti della lobby ebraica USA da McCain ad Obama..
[8]Vedi: Did Gordon Brown Sell UK's Gold To Keep AIG And Rothschild Solvent ? ; More Disclosures On How The NY Fed Manipulates Gold Prices http://www.zerohedge.com/article/did-gordon-brown-sell-uks-gold-keep-aig-and-rothschild-solvent-more-disclosures-how-ny-fed-m
Nota di Olivetanus: L'Iran HA FIRMATO il trattato di non proliferazione, e infatti sta subendo una quantità di ispezioni (vedi El Baradai e i rapporti con IAEA) che non trova riscontro in nessun altro caso paragonabile.
Ha sbagliato d'Orlando ad assimilare l'Iran a Nord Corea e ad Israele (che non l'hanno firmato e non accettano ispezioni).
ASIA - VATICANO
Venti di guerra e crisi economica dietro gli attacchi al Papa
di Maurizio d'Orlando
La violenta campagna contro Benedetto XVI, guidata dal New York Times, mira a colpire la sua autorità morale e quella della Chiesa cattolica. In previsione di una possibile guerra contro l’Iran e del fallimento del Tesoro americano e del mercato dell'oro.
Milano (AsiaNews) - La pedofilia è un grave scandalo. Che riguardi poi dei sacerdoti cattolici è uno scandalo ancor maggiore. Soprattutto, per un cattolico devoto, è un dolore simile a pochi altri. È inoltre anche un bene che gli scandali vengano alla luce. È infatti ancora peggio un cancro che divori nel silenzio non solo le anime, ma che pian piano inquini e distrugga dall’interno tutta la struttura dei rapporti dentro la Chiesa. Chi volesse poi cercare un mezzo per attaccare la Chiesa Cattolica non potrebbe trovare pretesto migliore e s’è visto in questi giorni con gli attacchi davvero gratuiti al Papa, culminati il 25 marzo con le evidenti faziosità di un articolo a firma di Laurie Goodstein del New York Times[1].Così, con un chiaro paradosso, proprio il papa Benedetto XVI, che in tempi recenti ha ripetutamente chiesto di non applicare alcuna tolleranza in tali casi, è stato preso di mira più di altri mai prima.
Per precisare e definire gli esatti ruoli e confutare le accuse al Papa già ne hanno scritto in merito vari organi vaticani. Anche il Wall Street Journal ha pubblicato il 6 aprile scorso un editoriale che contestava punto per punto la diffamazione contro il Papa contenuta nell’articolo del New York Times.
Eppure, al di là delle calunnie, ci sono delle coincidenze che disturbano. Una prima coincidenza è che le numerose accuse (alcune risalenti anche a quarant’anni fa) sono spuntate tutte insieme, all’improvviso, come funghi, un po’ dappertutto in vari Paesi del mondo. È già una concomitanza singolare, ma altre, forse più complesse, formano un quadro un po’ inquietante.
L’anti-cattolicesimo del New York Times
A distinguersi negli attacchi al papa è proprio Laurie Goodstein, capo redattrice per le questioni religiose del NYT, nota per uno specifico e particolare livore anti-cattolico, come lo scorso anno aveva ben sintetizzato l’arcivescovo di New York, mons. Timothy M. Dolan in un articolo dal significativo titolo “Anti Cattolicesimo”[2] sul sito ufficiale della diocesi, che il NYT si è rifiutato di pubblicare.
Tale “preferenza” per gli scandali nel mondo cattolico è evidente anche da un altro lato: il NYT (al pari di altri quotidiani americani) si è rifiutato di riferire con la stessa ampiezza altri scandali di pedofilia, riguardanti ad esempio Yehuda Kolko, docente alla Yeshiva Torah Temimah di Brooklyn[3]. Allo stesso modo il NYT non ha sentito il bisogno di riferire che Dov Hikind, fanatico dell’ estrema destra sionista si è rifiutato di testimoniare in tribunale in merito alle migliaia di testimonianze raccolte in breve tempo dopo un programma alla radio su recentissimi scandali di pedofilia ed incesto interni alle comunità ebraiche di New York, (in particolare quelle degli haredim). Eppure la notizia c’era: a chiedergli di riportare la sua testimonianza era stato l’avvocato Dowd, noto in tutti gli USA per le sua celebri cause collettive che hanno portato sul lastrico non poche comunità religiose e diocesi cattoliche americane.
Un’altra coincidenza è che, mentre in mancanza di meglio vengono riesumate vicende di quaranta anni fa che riguardano sacerdoti cattolici, passano invece sotto silenzio altre ben più recenti e gravi vicende di pedofilia[4] (particolarmente significativa la vicenda – su cui Tony Blair ha imposto il segreto di Stato per i prossimi cento anni – riguardanti, una ragazza scozzese, Hollie Greig, e che nel 2003 vedeva coinvolti, tra gli altri il segretario generale della NATO, Lord Robertson e Gordon Brown, allora ministro del Tesoro ed oggi Primo Ministro).
Preparare un attacco all’Iran
Tuttavia, non è inquietante che il NYT applichi due pesi e due misure perché ormai sono rimasti in pochi a ritenerlo autorevole. Non è significativa nemmeno l’ipocrisia britannica sulle vicende sporche di casa propria: è la consuetudine. Molto più inquietante è invece un’altra coincidenza. Il giorno stesso dell’articolo della Goodstein, l’agenzia Reuters raccoglieva a Gerusalemme la notizia, pubblicata il giorno successivo, il 26/3/2010, e ripresa dal Washington Post[5], rapidamente scomparsa dalla stampa “indipendente” anglo-americana e di quasi tutto il resto del mondo: la possibilità che Israele impieghi bombe nucleari tattiche in un attacco preventivo contro l’Iran.
Questa notizia è strettamente collegata ad un’altra, brevemente apparsa un paio di settimane prima e anch’essa poi rapidamente scomparsa dalla stampa “indipendente”: per ordine di Barack Obama una spedizione di speciali bombe ad altissimo potenziale (da impiegare in un attacco all’Iran per far esplodere i rifugi sotterranei) è stata dirottata da Israele, dove era originariamente diretta, alla base militare USA di Diego Garcia nell’Oceano Indiano[6]. Situata 1000 miglia a sud dell’India, al largo tra le isole Mauritius ed il Golfo Persico, Diego Garcia è la base ideale per lanciare un attacco aereo all’Iran. Secondo un esperto, già ora i bombardieri americani sono pronti a colpire 10mila obbiettivi in Iran in poche ore, distruggendo totalmente il Paese[7]. Quando sarà completata la consegna (logisticamente è presumibile in circa uno, due mesi) il dispositivo d’attacco sarà completamente in opera ed il lancio di un’operazione militare potrebbe perciò essere ordinato in qualsiasi momento. In altri termini gli USA vogliono mantenere in proprio pugno tutte le opzioni, mentre Israele vuol premere l’acceleratore e minaccia di usare le proprie armi nucleari tattiche, se gli USA non si decidono a fare quanto Israele desidera.
Il 9 aprile la Russia e gli USA hanno firmato un accordo in un cui s’impegnano a non usare armi atomiche contro i Paesi che hanno firmato i trattati di non proliferazione nucleare (e questo lascia fuori l’Iran e la Corea del Nord, ma, di rigore, anche Israele, di cui però non si dice). Sempre di questi giorni è la notizia che Obama e Sarkozy si stanno adoperando per formare un consenso internazionale a nuove sanzioni contro l’Iran entro poche settimane, forse già nei prossimi giorni. È dunque chiaro che dalle sanzioni si potrebbe passare ben presto ad un attacco catastrofico contro l'Iran. Eppure l’Iran non è il solo Paese che potrebbe aver violato gli accordi di non proliferazione nucleare. Ad esempio Israele, in barba a tutti i trattati, dispone di ben 200 /400testate atomiche. Anzi ne minaccia l’impiego (sebbene facendo riferimento ad armi nucleari “tattiche”, come se ciò fosse meno inquietante). Il punto, come è noto, riguarda il fatto che l’Iran starebbe (forse) per dotarsi di alcuni, pochi, ordigni nucleari. Il forse, in questo caso è d’obbligo perché di prove certe non ne sono state fornite. Il condizionale è pure d’obbligo dopo che il mondo ha potuto constatare che valore possono avere le informative provenienti dai vari servizi segreti. Si disse che l’Iraq di Saddam Hussein disponeva di armi di distruzione di massa. L’Iraq è stato invaso, circa 1,3 milioni di iracheni sono morti, eppure le armi di distruzione di massa non sono state trovate. Di fronte a certe asserzioni, una qualche perplessità è comprensibile, senza per questo voler assolvere né Saddam Hussein, né il regime iraniano. Tale perplessità viene però spesso tacciata di fiancheggiamento del terrorismo islamista e magari di antisemitismo in senso lato (laddove ad esempio questo termine viene esteso a chiunque critichi la politica del governo d’Israele).
Il punto è che se le sanzioni sono il preludio ad un attacco contro l’Iran, forse non a tutti è chiaro che una distruzione dell’Iran, magari con l’uso di armi nucleari tattiche, potrebbe innescare la III Guerra mondiale. Circa 10 mila cittadini russi operano nelle vicinanze delle centrali nucleari iraniane per la produzione di energia elettrica ed è noto che la Cina ha stretto buoni rapporti con l’Iran. Certo il regime iraniano è inquietante, a dir poco, ma è davvero poco credibile che per bloccare il possibile approntamento di alcuni ordigni nucleari, che vanno ad aggiungersi ai tantissimi già stoccati negli arsenali di tutto il mondo, si rischi d’innescare un conflitto mondiale di proporzioni inimmaginabili.
Il grande fallimento economico
La questione forse è un’altra: la guerra dovrebbe servire a nascondere un grande fallimento economico. Ci attendono infatti nuove ondate di insolvenze nei mutui e nei titoli finanziari "tossici". Sta per venire alla luce l’insolvenza sui mercati “fisici” dell’oro e di altre materie prime, una frode gigantesca con al centro HSBC, Goldman Sachs e JPMorgan-Chase, al cui paragone quella di Madoff parrà il furtarello delle merendine tra alunni delle scuole elementari. Guarda caso proprio nello stesso periodo, in cui fu tacitato lo scandalo nelle alte sfere britanniche, sempre Gordon Brown vendette (o svendette ? ) le riserve auree britanniche[8]. Soprattutto, il debito pubblico in molti Paesi del mondo ha raggiunto proporzioni non solo non più gestibili, ma che nemmeno più si possono nascondere o procrastinare in un lontano futuro, perché il futuro è arrivato, è ora. Secondo la Banca dei regolamenti Internazionali (BRI) - non secondo AsiaNews o qualche blogger un po’ estremo o lunatico - il debito pubblico USA è destinato a toccare il 400 % del PIL. Diviene necessario mettere la sordina alle truffe gigantesche sulle vendite allo scoperto sui mercati fisici di Londra e New York di metalli preziosi, che ora ed altri non sono in grado di onorare. Soprattutto il sistema-potere che controlla il circuito dei grandi mezzi di comunicazione deve giustificare la prossima inevitabile ed ormai certa insolvenza della Federal Reserve e del Tesoro degli Stati Uniti.
Come insegna la storia, non da ultimo la guerra delle Falklands da parte della giunta argentina in piena bancarotta, una guerra (o in certi altri casi, vedi la Jugoslavia, una guerra civile) ha il “pregio” di coprire tutto con l’iperinflazione. È una soluzione semplice e geniale, ben collaudata da millenni.
In questo contesto, chi potrebbe avere qualcosa da ridire ? La Chiesa Cattolica ed il Papa. Per questo, occorreva ed occorre colpirne l'autorità morale ad ogni costo. Ma forse questa è solo una coincidenza.
Maurizio d'Orlando
[1] La campagna lanciata da stampa e televisione ha però lasciato dei segni. Sembra infatti quasi che la pedofilia sia un fenomeno che riguardi solo o principalmente i sacerdoti cattolici. Celibi per tradizione e legge della Chiesa, accusarli è facile. In USA, ad esempio, le accuse riguardano quasi il 4 % dei preti cattolici, ma di essi solo l’1% sono poi riconosciuti colpevoli. Sembra anche che, per definizione, l’unica preoccupazione dei vescovi sia di coprire i preti pedofili, come se non vi fossero non solo precetti di fede e regole canoniche ben precise, ma come se negli USA e nel resto del mondo manchino giudici e tribunali disposti a scontrarsi con le gerarchie cattoliche. Semmai è vero il contrario: molti mezzi di comunicazione e molti ambienti giuridici hanno dato prova di essere mossi da malevoli preconcetti nei confronti del cattolicesimo e delle gerarchie cattoliche.
[2] Vedi http://blog.archny.org/?p=42, 29 ott. 2009, Anti-Catholicism, di Timothy M. Dolan.
[3] Cfr.: http://failedmessiah.typepad.com/failed_messiahcom/2008/11/ny-times-sexual.html
[4] Si pensi anche alla vicenda degli omicidi compiuti in Belgio da Marc Dutroux in un ambito di gruppi pedofili cui era emerso un coinvolgimento non solo del capo della polizia ma anche di Jacques Delors presidente della Commissione Europea. Si pensi anche ai numerosi casi di pedofilia nell'organizzazione dei Boy Scout in Australia e negli stessi USA sono completamente ignorate da tutti i mezzi di comunicazione di massa.
[5] Israel could use tactical nukes on Iran, Dan Williams, Friday, March 26, 2010
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2010/03/26/AR2010032601354.html
[6] http://www.heraldscotland.com/news/world-news/final-destination-iran-1.1013151
http://www.worldtribune.com/worldtribune/WTARC/2010/me_israel0217_03_18.asp
[7] L’ordine di Obama blocca anche la consegna ad Israele di alcuni strumenti d’attacco (elicotteri e aerei cisterna per il rifornimento in volo su lunghe distanze) necessari per un’offensiva contro l’Iran, già in precedenza negati da Bush. Il rifiuto di George Bush era stato espresso a fine agosto poche settimane prima del fallimento Lehman durante la campagna elettorale presidenziale americana ed aveva avuto l’effetto di spostare il favore ed i finanziamenti della lobby ebraica USA da McCain ad Obama..
[8]Vedi: Did Gordon Brown Sell UK's Gold To Keep AIG And Rothschild Solvent ? ; More Disclosures On How The NY Fed Manipulates Gold Prices http://www.zerohedge.com/article/did-gordon-brown-sell-uks-gold-keep-aig-and-rothschild-solvent-more-disclosures-how-ny-fed-m
Nota di Olivetanus: L'Iran HA FIRMATO il trattato di non proliferazione, e infatti sta subendo una quantità di ispezioni (vedi El Baradai e i rapporti con IAEA) che non trova riscontro in nessun altro caso paragonabile.
Ha sbagliato d'Orlando ad assimilare l'Iran a Nord Corea e ad Israele (che non l'hanno firmato e non accettano ispezioni).
giovedì 15 aprile 2010
BOMBE MESSE DAL MINISTERO DELL'INTERNO
Piero Buscaroli: l’Italia
fa orrore (la Lega meno)
di Stefano Lorenzetto
Estr. da Il Giornale dell'11 aprile 2010
...Paolo Emilio Taviani che nel 1974 domenica convoca a casa propria il nemico Buscaroli, nella speranza di ingraziarsi Giorgio Almirante e assicurarsi i voti del Msi, e gli rivela come se nulla fosse che «insomma, lei dovrebbe intendermi, dico che certe bombe, quelle attribuite alla sinistra, le abbiamo messe noi», noi chi, ministro? la Dc?, «ma no, noi, ministero degli Interni, mi capisce adesso?»
...«A Budapest uno dei ponti sul Danubio viene ancor oggi chiamato Napolitano, per non dimenticare che nel 1956 il futuro capo dello Stato italiano proclamò come gli invasori sovietici avessero salvato la pace mondiale. Trent’anni ci ha messo a chiedere scusa».
(491. Continua)
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it
fa orrore (la Lega meno)
di Stefano Lorenzetto
Estr. da Il Giornale dell'11 aprile 2010
...Paolo Emilio Taviani che nel 1974 domenica convoca a casa propria il nemico Buscaroli, nella speranza di ingraziarsi Giorgio Almirante e assicurarsi i voti del Msi, e gli rivela come se nulla fosse che «insomma, lei dovrebbe intendermi, dico che certe bombe, quelle attribuite alla sinistra, le abbiamo messe noi», noi chi, ministro? la Dc?, «ma no, noi, ministero degli Interni, mi capisce adesso?»
...«A Budapest uno dei ponti sul Danubio viene ancor oggi chiamato Napolitano, per non dimenticare che nel 1956 il futuro capo dello Stato italiano proclamò come gli invasori sovietici avessero salvato la pace mondiale. Trent’anni ci ha messo a chiedere scusa».
(491. Continua)
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it
martedì 13 aprile 2010
Gli Amish non si vaccinano e sono immuni da autismo.
fonte www.tremante.it
Fortunatamente vi sono alcune eccezioni alla regola, ed una di queste ha il volto di un giornalista serio - Dan Olmsted, che lavora come reporter investigativo alla United Press International (UPI), ed è autore della serie “Age of Autism”. Una delle cose più geniali che ha fatto è stato rispondere alla domanda, “L’autismo si manifesta anche fra popolazioni non vaccinate?”
Sembra essere un compito semplice e questo avrebbe dovuto essere oggetto di ricerca da parte della CDC, ma non lo hanno fatto perchè non ne avevano bisogno. Ancora una volta, la CDC sapeva bene che il mercurio contenuto nei vaccini stesse causando un incremento nei disordini neurocomportamentali. Hanno deciso quindi che il loro dovere fosse quello di insabbiare la cosa.
Ho impiegato i miei primi anni alla scuola di medicina a poche miglia dal paese degli Amish nel cuore della Pennsylvania. Posso assicurarvi che gli Amish hanno le nostre stesse sequenze genetiche, e vengono colpiti dalle nostre stesse malattie. Non c’è ragione di credere che gli Amish abbiano super-geni che li prevengono dal contrarre certe malattie.
Olmsted ha analizzato la popolazione Amish dove i genitori non hanno praticamente mai vaccinato i propri figli nella sua serie “Age of Autism: A glimpse of the Amish” Olmsted parla della comunità Amish in Pennsylvania aiutato da un dottore di famiglia di Lancaster che ha curato migliaia di pazienti Amish in oltre un quarto di secolo. Questo dottore afferma di non aver mai visto un Amish affetto da autismo.
Olmsted ha anche intervistato Dick Warner, che ha un’azienda di depurazione dell’acqua e di prodotti per la salute naturali, ed è stato nelle famiglie Amish di tutto il paese. "Ho lavorato con gli Amish sin dal 1980. Non ho mai visto un bambino autistico Amish – nemmeno uno," ha detto a Olmsted. "Lo avrei riconosciuto. Ho ottime conoscenze in ambito medico. So come sono le persone autistiche. Ho amici che hanno figli autistici," ha aggiunto.
Olmsted ha trovato una donna Amish a Lancaster con un figlio autistico ma come evidenziato, il bambino è stato adottato dalla Cina ed è stato vaccinato. La donna sa di altri due bambini autistici, ma ancora una volta sa per certo che sono stati vaccinati.
Il 9 giugno del 2005, Olmsted ha parlato del tasso di autismo nella comunità Amish presso Middlefield, Ohio, che era di 1 su 15.000, secondo il Dr. Heng Wang, il responsabile medico, alla DDC Clinic for Special Needs Children.
"Finora," secondo Olmsted, "ci sono prove che meno di 10 Amish abbiano l’autismo; ve ne dovrebbero essere varie centinaia se il disordine avesse lo stesso tasso (150 a 1) del resto della popolazione."
Il 7 dicembre 2005, in “Age of Autism” si evidenzia che migliaia di bambini curati dalla Homefirst Health Services nella città di Chicago abbiano almeno due cose in comune con i bambini Amish; non erano mai stati vaccinati e non hanno l’autismo.
Homefirst ha cinque uffici nell’area di Chicago e sei dottori in totale. "Abbiamo avuto circa 30,000 o 35,000 bambini in cura, e penso che non vi sia stato nemmeno un caso di autismo fra i bambini non vaccinati," ha detto il Dr Mayer Eisenstein, direttore medico nonché fondatore nel 1973 della Homefirst.
Olmsted sottolinea come il tasso di autismo nelle scuole pubbliche dell’Illinois sia di 38 su 10,000, secondo i dati dell’Education Department. Nel trattare una popolazione di 30 / 35,000 bambini, ciò significa logicamente che Homefirst avrebbe dovuto avere almeno 200 casi di bambini autistici ma negli anni non se n’è visto nemmeno uno.
In un recente articolo, Olmsted fa notare come possa essere individuato un luogo nel quale apparvero i primi casi di autismo prima che il disordine esplodesse su scala nazionale ed afferma che:Le periferie del Maryland sono state oggetto di ricerca negli anni 30 e 40 esponendo le famiglie ad agenti chimici.”
Il centro di ricerca del Dipartimento dell’Agricoltura USA a Beltsville, nella periferia del Maryland, appena fuori la capitale della nazione, stava facendo delle sperimentazioni sui funghi delle piante e sui modi per ucciderli usando come fungicida l’etilmercurio - lo stesso tipo utilizzato nel vaccino Thimerosal.
L’etilmercurio era stato brevettato nel 1920 grazie al lavoro di Morris S. Kharasch. Kharasch era un professore di chimica alla University of Maryland a College Park, vicino al centro di ricerca di Beltsville.
Nel 1943, Leo Kanner, psichiatra infantile alla Johns Hopkins University diagnosticò per primo l’autismo in 11 bambini nati attorno al 1930. Olmsted scoprì che questi bambini avevano un genitore che lavorava nelle ricerche sul mercurio o era per qualche ragione stato esposto al etilmercurio per trattare sementi, alberi e piante negli anni ’30.
Olmsted conclude: “Riassumendo: il primo caso di autismo sembra propagarsi da un punto centrale ben definito – simile al big bang. Ciò suggerisce una nuova e sconvolgente verità sull’autismo: il nostro destino non è nei nostri geni.”
Olmsted deve essere ringraziato per le sue ricerche ed indagini sulle cause dell’autismo. Ha reso un enorme servizio al pianeta. Ha fatto ciò che la CDC avrebbe dovuto fare, ma una volta ancora sappiamo che non ne avevano bisogno dato che già conoscevano la verità.
Dalle maggiori Università o da "ciarlatani"?
Una raccolta, eseguita da David Kirby, di studi molto recenti, presentati dai migliori ricercatori universitari alle principali conferenze sull'autismo o pubblicati sui più importanti e rispettati giornali medici. Questo il commento di Kirby nel presentarlo.
Ho messo insieme questo elenco di studi che trovo molto utile da inviare a coloro che affermano che "non c'è evidenza". Molti studi recenti, presentati dai migliori ricercatori delle più importanti Università o pubblicati in giornali scientifici ufficiali, hanno riportato le seguenti scoperte che supportano un probabile link tra mercurio e autismo. Alcuni di questi lavori sono stati definiti da CDC (Centro di Controllo per le Malattie) "scienza spazzatura" condotta da "ciarlatani"
--Università di Washington / National Institutes Of Environmental Health Sciences - Pubblicato In Environmental Health Perspective
Nei primati l'etilmercurio dei vaccini (nella forma del thimerosal), una volta entrato nel cervello, si converte in mercurio inorganico a un ritmo doppio o triplo del metilmercurio (che si trova nei pesci) . Il mercurio inorganico non ha un sistema naturale di trasporto per poter uscire dal cervello, dove rimane a lungo, forse per sempre. Uno studio precedente dello stesso gruppo di ricercatori aveva trovato che il mercurio inorganico è la causa di alterazioni nei tessuti cerebrali, tra cui una grande dilatazione delle cellule della microglia (materia bianca), che è coerente coi ritrovamenti di cervelli di maggiori dimensioni nei bambini con autismo.
--Johns Hopkins Bloomberg School Of Public Health - Published In The Journal Pediatrics
Il tasso di aumento dei casi di autismo tra i bambini nati ogni anno negli Usa è rimasto relativamente stabile fino al 1987, quando ha improvvisamente iniziato ad aumentare,e da allora continua a aumentare tra i bambini nati in ogni coorte successiva. Un secondo aumento improvviso si è visto nel 1992, e dopo pochi anni ha iniziato a livellarsi. (E' interessante notare che tra l'87 e il '92, con l'introduzione dei nuovi vaccini conteneti timerosal, l'esposizione totale al mercurio dalle vaccinazioni infantili andava da 75 a 240 microgrammi). Nello stesso tempo, l'incidenza del ritardo mentale e di altri disturbi infantili è rimasta costante, per cui la spiegazione non può risiedere in una "sostituzione diagnostica".
--University Of Arkansas - Arkansas Children's Hospital Published In The Journal Biology
I bambini con autismo hanno livelli nulli o estremamente bassi di tioli-sostanze biochimiche sulfur based--(un sinonimo di tioli è mercaptani, o letteralmente " catturatori di mercurio").Si pensa che la ragione sia genetica. Senza queste sostanze ( i tioli), come ad es la proteina glutatione, questi bambini con variante genetica soffrono di stress ossidativo, e mostrano una ridotta capacità di eliminare i metalli pesanti come il mercurio. Gli interventi biomedici con una varoetà di sostanze naturali hanno mostrato di poter riuscire ad aumentare i livelli di tioli in questi bambini fino a livelli normali.
--Columbia University - Published In Molecular Psychology
Topi con una predisposizione genetica all' autoimmunità hanno mostrato reazioni orribili ai vaccini con timerosal, comparati ai topi senza l'autoimmunità. I topi sensibili hanno mostrato comportamenti ripetitivi e autolesionistici, tra i quali grooming se stessi o i propri compagni incessantemente, a volte fino alla morte. Avevano anche un aumento di volume cerebrale .
--Northeastern University -Published In Molecular Psychiatry
Il timerosal, quando esposto a cellule con certe mutazioni genetiche, può interferire con critici processi metabolici, tra i quali la metilazione. La metilazione è cruciale per una esatta espressione dei geni e per la crescita del DNA e dell'RNA, e per lo sviluppo dei neurotrasmettitori e degli acidi grassi essenziali--inclusa la mielina--che proteggono i nervi e il cervello. La metilazione è necessaria anche per lo sviluppo dei tioli come il glutathione, e per altre funzioni di detossificazione.
--University Of Texas - Published In The Journal Health And Place
Il mercurio rilasciato primariamente dalle centrali a carbone può contribuire all'aumento dei casi di autismo. Lo studio ha trovato che l'aumento dell'autismo nel Texas è andato di pari passo con l'aumento delle emissioni di mercurio. Per ogni 1000 pound di mercurio rilasciato c'è stato un aumento del 61% di percentuale di casi di autismo. Un autore dello studio ha detto che si mostra una importante connessione tra l'esposizione ambientale al mercurio e lo sviluppo dell'autismo.
Fortunatamente vi sono alcune eccezioni alla regola, ed una di queste ha il volto di un giornalista serio - Dan Olmsted, che lavora come reporter investigativo alla United Press International (UPI), ed è autore della serie “Age of Autism”. Una delle cose più geniali che ha fatto è stato rispondere alla domanda, “L’autismo si manifesta anche fra popolazioni non vaccinate?”
Sembra essere un compito semplice e questo avrebbe dovuto essere oggetto di ricerca da parte della CDC, ma non lo hanno fatto perchè non ne avevano bisogno. Ancora una volta, la CDC sapeva bene che il mercurio contenuto nei vaccini stesse causando un incremento nei disordini neurocomportamentali. Hanno deciso quindi che il loro dovere fosse quello di insabbiare la cosa.
Ho impiegato i miei primi anni alla scuola di medicina a poche miglia dal paese degli Amish nel cuore della Pennsylvania. Posso assicurarvi che gli Amish hanno le nostre stesse sequenze genetiche, e vengono colpiti dalle nostre stesse malattie. Non c’è ragione di credere che gli Amish abbiano super-geni che li prevengono dal contrarre certe malattie.
Olmsted ha analizzato la popolazione Amish dove i genitori non hanno praticamente mai vaccinato i propri figli nella sua serie “Age of Autism: A glimpse of the Amish” Olmsted parla della comunità Amish in Pennsylvania aiutato da un dottore di famiglia di Lancaster che ha curato migliaia di pazienti Amish in oltre un quarto di secolo. Questo dottore afferma di non aver mai visto un Amish affetto da autismo.
Olmsted ha anche intervistato Dick Warner, che ha un’azienda di depurazione dell’acqua e di prodotti per la salute naturali, ed è stato nelle famiglie Amish di tutto il paese. "Ho lavorato con gli Amish sin dal 1980. Non ho mai visto un bambino autistico Amish – nemmeno uno," ha detto a Olmsted. "Lo avrei riconosciuto. Ho ottime conoscenze in ambito medico. So come sono le persone autistiche. Ho amici che hanno figli autistici," ha aggiunto.
Olmsted ha trovato una donna Amish a Lancaster con un figlio autistico ma come evidenziato, il bambino è stato adottato dalla Cina ed è stato vaccinato. La donna sa di altri due bambini autistici, ma ancora una volta sa per certo che sono stati vaccinati.
Il 9 giugno del 2005, Olmsted ha parlato del tasso di autismo nella comunità Amish presso Middlefield, Ohio, che era di 1 su 15.000, secondo il Dr. Heng Wang, il responsabile medico, alla DDC Clinic for Special Needs Children.
"Finora," secondo Olmsted, "ci sono prove che meno di 10 Amish abbiano l’autismo; ve ne dovrebbero essere varie centinaia se il disordine avesse lo stesso tasso (150 a 1) del resto della popolazione."
Il 7 dicembre 2005, in “Age of Autism” si evidenzia che migliaia di bambini curati dalla Homefirst Health Services nella città di Chicago abbiano almeno due cose in comune con i bambini Amish; non erano mai stati vaccinati e non hanno l’autismo.
Homefirst ha cinque uffici nell’area di Chicago e sei dottori in totale. "Abbiamo avuto circa 30,000 o 35,000 bambini in cura, e penso che non vi sia stato nemmeno un caso di autismo fra i bambini non vaccinati," ha detto il Dr Mayer Eisenstein, direttore medico nonché fondatore nel 1973 della Homefirst.
Olmsted sottolinea come il tasso di autismo nelle scuole pubbliche dell’Illinois sia di 38 su 10,000, secondo i dati dell’Education Department. Nel trattare una popolazione di 30 / 35,000 bambini, ciò significa logicamente che Homefirst avrebbe dovuto avere almeno 200 casi di bambini autistici ma negli anni non se n’è visto nemmeno uno.
In un recente articolo, Olmsted fa notare come possa essere individuato un luogo nel quale apparvero i primi casi di autismo prima che il disordine esplodesse su scala nazionale ed afferma che:Le periferie del Maryland sono state oggetto di ricerca negli anni 30 e 40 esponendo le famiglie ad agenti chimici.”
Il centro di ricerca del Dipartimento dell’Agricoltura USA a Beltsville, nella periferia del Maryland, appena fuori la capitale della nazione, stava facendo delle sperimentazioni sui funghi delle piante e sui modi per ucciderli usando come fungicida l’etilmercurio - lo stesso tipo utilizzato nel vaccino Thimerosal.
L’etilmercurio era stato brevettato nel 1920 grazie al lavoro di Morris S. Kharasch. Kharasch era un professore di chimica alla University of Maryland a College Park, vicino al centro di ricerca di Beltsville.
Nel 1943, Leo Kanner, psichiatra infantile alla Johns Hopkins University diagnosticò per primo l’autismo in 11 bambini nati attorno al 1930. Olmsted scoprì che questi bambini avevano un genitore che lavorava nelle ricerche sul mercurio o era per qualche ragione stato esposto al etilmercurio per trattare sementi, alberi e piante negli anni ’30.
Olmsted conclude: “Riassumendo: il primo caso di autismo sembra propagarsi da un punto centrale ben definito – simile al big bang. Ciò suggerisce una nuova e sconvolgente verità sull’autismo: il nostro destino non è nei nostri geni.”
Olmsted deve essere ringraziato per le sue ricerche ed indagini sulle cause dell’autismo. Ha reso un enorme servizio al pianeta. Ha fatto ciò che la CDC avrebbe dovuto fare, ma una volta ancora sappiamo che non ne avevano bisogno dato che già conoscevano la verità.
Dalle maggiori Università o da "ciarlatani"?
Una raccolta, eseguita da David Kirby, di studi molto recenti, presentati dai migliori ricercatori universitari alle principali conferenze sull'autismo o pubblicati sui più importanti e rispettati giornali medici. Questo il commento di Kirby nel presentarlo.
Ho messo insieme questo elenco di studi che trovo molto utile da inviare a coloro che affermano che "non c'è evidenza". Molti studi recenti, presentati dai migliori ricercatori delle più importanti Università o pubblicati in giornali scientifici ufficiali, hanno riportato le seguenti scoperte che supportano un probabile link tra mercurio e autismo. Alcuni di questi lavori sono stati definiti da CDC (Centro di Controllo per le Malattie) "scienza spazzatura" condotta da "ciarlatani"
--Università di Washington / National Institutes Of Environmental Health Sciences - Pubblicato In Environmental Health Perspective
Nei primati l'etilmercurio dei vaccini (nella forma del thimerosal), una volta entrato nel cervello, si converte in mercurio inorganico a un ritmo doppio o triplo del metilmercurio (che si trova nei pesci) . Il mercurio inorganico non ha un sistema naturale di trasporto per poter uscire dal cervello, dove rimane a lungo, forse per sempre. Uno studio precedente dello stesso gruppo di ricercatori aveva trovato che il mercurio inorganico è la causa di alterazioni nei tessuti cerebrali, tra cui una grande dilatazione delle cellule della microglia (materia bianca), che è coerente coi ritrovamenti di cervelli di maggiori dimensioni nei bambini con autismo.
--Johns Hopkins Bloomberg School Of Public Health - Published In The Journal Pediatrics
Il tasso di aumento dei casi di autismo tra i bambini nati ogni anno negli Usa è rimasto relativamente stabile fino al 1987, quando ha improvvisamente iniziato ad aumentare,e da allora continua a aumentare tra i bambini nati in ogni coorte successiva. Un secondo aumento improvviso si è visto nel 1992, e dopo pochi anni ha iniziato a livellarsi. (E' interessante notare che tra l'87 e il '92, con l'introduzione dei nuovi vaccini conteneti timerosal, l'esposizione totale al mercurio dalle vaccinazioni infantili andava da 75 a 240 microgrammi). Nello stesso tempo, l'incidenza del ritardo mentale e di altri disturbi infantili è rimasta costante, per cui la spiegazione non può risiedere in una "sostituzione diagnostica".
--University Of Arkansas - Arkansas Children's Hospital Published In The Journal Biology
I bambini con autismo hanno livelli nulli o estremamente bassi di tioli-sostanze biochimiche sulfur based--(un sinonimo di tioli è mercaptani, o letteralmente " catturatori di mercurio").Si pensa che la ragione sia genetica. Senza queste sostanze ( i tioli), come ad es la proteina glutatione, questi bambini con variante genetica soffrono di stress ossidativo, e mostrano una ridotta capacità di eliminare i metalli pesanti come il mercurio. Gli interventi biomedici con una varoetà di sostanze naturali hanno mostrato di poter riuscire ad aumentare i livelli di tioli in questi bambini fino a livelli normali.
--Columbia University - Published In Molecular Psychology
Topi con una predisposizione genetica all' autoimmunità hanno mostrato reazioni orribili ai vaccini con timerosal, comparati ai topi senza l'autoimmunità. I topi sensibili hanno mostrato comportamenti ripetitivi e autolesionistici, tra i quali grooming se stessi o i propri compagni incessantemente, a volte fino alla morte. Avevano anche un aumento di volume cerebrale .
--Northeastern University -Published In Molecular Psychiatry
Il timerosal, quando esposto a cellule con certe mutazioni genetiche, può interferire con critici processi metabolici, tra i quali la metilazione. La metilazione è cruciale per una esatta espressione dei geni e per la crescita del DNA e dell'RNA, e per lo sviluppo dei neurotrasmettitori e degli acidi grassi essenziali--inclusa la mielina--che proteggono i nervi e il cervello. La metilazione è necessaria anche per lo sviluppo dei tioli come il glutathione, e per altre funzioni di detossificazione.
--University Of Texas - Published In The Journal Health And Place
Il mercurio rilasciato primariamente dalle centrali a carbone può contribuire all'aumento dei casi di autismo. Lo studio ha trovato che l'aumento dell'autismo nel Texas è andato di pari passo con l'aumento delle emissioni di mercurio. Per ogni 1000 pound di mercurio rilasciato c'è stato un aumento del 61% di percentuale di casi di autismo. Un autore dello studio ha detto che si mostra una importante connessione tra l'esposizione ambientale al mercurio e lo sviluppo dell'autismo.
lunedì 12 aprile 2010
CROCIATA CONTRO IL CRISTIANESIMO: ogni pretesto è buono
Orchi in difesa dei bambini
Perché la battaglia contro i preti pedofili è una battaglia per eliminare il cristianesimo
Francesco Agnoli 11 aprile 2010
Ogni due o tre mesi mi scrive un amico, missionario in Africa, don Giuseppe Ceriani. Per parlarmi della chiesa di là, delle sue tribolazioni, delle sue attività, delle sue lotte. L’ultima sua lettera è datata Quaresima-Pasqua 2010. Leggendola non sembra che laggiù siano filtrate le notizie che occupano la stampa europea in questi giorni, con soverchia e sospetta abbondanza. Forse in Africa non si sa nulla della battaglia che il vecchio continente ha ingaggiato da tempo con la sua storia e le sue radici. Una battaglia che è sempre più grottesca, perché vede gli araldi del nichilismo, soprattutto quello sinistro, combattere una santa crociata contro i preti pedofili. Non, si badi bene, per sbarazzarsi di loro, come è giusto, ma per sbarazzarsi, tout court, del cristianesimo, e magari, relativisticamente, anche dell’idea di bene e male.
L’Europa che apostata ogni giorno, deve farlo trovando nobili giustificazioni, dandosi un tono. L’Europa che massacra i suoi figli nell’utero materno, a milioni; che distrugge i bambini già nati combattendo ogni giorno la famiglia (quintuplicati i divorzi, nella mia regione, in trent’anni); l’Europa che sperimenta sugli embrioni, che commercia ovuli e spermatozoi come fossero caramelle, che tenta di clonare l’uomo massacrando centinaia di esseri umani allo stato iniziale, che ingravida le donne single e le coppie omosessuali, negando ai figli che nasceranno il padre o la madre… L’Europa, l’occidente, che permettono le mamme-nonne, che fanno nascere figli già orfani con la fecondazione post mortem, che congelano gli embrioni sotto azoto liquido e che infangano la vita di milioni di ragazzi col sesso precoce, la pornografia, lo scandalo continuo; l’occidente “no child”, che predica la “crescita zero” per non inquinare; che “aiuta” i paesi poveri coi preservativi e l’aborto; che vede crescere ogni giorno il ricorso alla sterilizzazione, gli alberghi e i luoghi di villeggiatura dove sono verboten i bambini; l’Europa che apre all’eutanasia dei fanciulli malati e che anestetizza e lobotomizza i suoi figli con la Tv, il tempo pieno, la realtà virtuale, svariati impegni extrafamiliari e mille altri sotterfugi per non avere impicci…
Ebbene questa Europa nemica dei bambini, bambino-fobica, handi-fobica, famiglio-fobica, finge di battersi in difesa dei più piccoli, se questa battaglia può servire a infangare la chiesa nel suo complesso, come istituzione, come storia, come tutto. Finge di farlo, e con grande e prolungato clamore, salvo poi tacere sui milioni di europei (di cui circa centomila italiani) che praticano turismo sessuale a danno di bambini asiatici, latini o africani; sui quarantuno mila casi di violenze sui minori che vengono registrati ogni anno in Italia secondo una ricerca presentata allo Iulm di Milano nel 2007; sul boom di pedopornografia che invade la rete ogni giorno di più, senza quasi nessuno che la ostacoli.
Don Giuseppe, dicevo, non sembra sapere nulla. Si limita a raccontarmi per lettera quello che fa là, a Nairobi, dove ha già preso, in passato, la malaria e una malattia che gli ha riempito le budella di trenta chili di una strana mucillagine, che però non ha infrollito la sua tempra di uomo di Dio. Cosa mi racconta, dunque, dal Kenya? “Caro Francesco, il Signore cammina con noi sulle strade di Ongata Rongai dove da alcuni mesi sta sorgendo un orfanotrofio per accogliere almeno cento bambini/e sotto i dieci anni. Molti di essi sono stati coinvolti nella tragica pandemia dell’Aids. In un’area accanto sorgerà anche un ospedaletto diurno, una specie di pronto soccorso per bambini. E sarà una grazia per questi poveri”. Qui, continua, la società è vessata da mali di ogni tipo, vecchi e nuovi: tribalismo, spiritismo, stregoneria e corruzione. Per questo a Lamet i fratelli delle Scuole cristiane assistono cento ragazzi/e “che vengono da varie etnie con esperienze di enorme indigenza e sofferenza”.
A Burgheri, invece, “sta sorgendo una scuola superiore per ragazze”, per quelle femmine che qui sono spesso trattate come oggetti e che invece i missionari vogliono nobilitare, insegnando loro un mestiere, a leggere e a scrivere. “L’area fu al centro di scontri tribali del 2008. Ora che la calma sembra tornata, abbiamo ripreso le costruzioni. A fine febbraio sono state costruite due aule”. La lettera continua e parla delle altre iniziative: scuole, ospedali, centri, soprattutto, per ragazzi, orfani, abbandonati, malati… di cui nessuno, spesso per povertà ma anche per superstizione, vuole prendersi cura. Mentre leggo penso: forse un domani anche gli africani, quando avranno la pancia piena, impiccheranno la chiesa ai peccati, pur gravissimi, di qualche suo figlio, e dimenticheranno tutti coloro che invece l’hanno amata e soccorsa anche a rischio della vita, perdendo, evangelicamente, la propria esistenza. Ma intanto non posso fare a meno di notare che quello che accade a Nairobi, avviene in tutta l’Africa. Non sono fedeli di Cristo, soprattutto, quelli che portano lì aiuti, medicine, civiltà, speranza, mentre i figli di Mammona, che vengono spesso dalla stessa Europa, cercano l’oro e gli affari?
Non è stato così anche per l’Europa, un tempo? Chi ha costruito le ruote degli esposti, gli ospedali, le scuole per i bambini, anche quelli poveri, nel Medioevo? Chi ha edificato moltissime delle nostre scuole professionali per salvare milioni di ragazzi, nell’Ottocento, dallo sfruttamento nelle industrie? Chi ha insegnato all’Europa il rispetto per i bambini? Chi ha imposto piano piano l’idea che le spose devono essere consenzienti, spostando gradatamente l’età del matrimonio un po’ “pedofilo” dell’antichità, sin dall’epoca di Costantino? Ricordiamo per un attimo cosa fu il mondo antico, precristiano. A Roma, a Sparta, ad Atene, presso tutti i popoli, i bambini malformati, handicappati, non voluti, venivano uccisi, fatti schiavi, venduti come cose. Non solo di fatto, ma anche in linea di diritto. Era normale. In tanti casi, presso i greci, presso i popoli nordici, presso i fenici, dei bambini venivano sacrificati alle divinità per chiederne il favore, come succede ancora oggi in Africa o in India (lo ha scritto Libero, 13/03/2010).
Il cristianesimo arrivò portando la nozione di sacralità della vita. Additando a tutti un Cristo bambino; predicando il rispetto dell’infanzia fino ad allora così poco considerata. Spiegando che Dio stesso si era fatto piccolo. Noi, scrivevano i primi cristiani, Giustino, Tertulliano e tanti altri, non uccidiamo i nostri figli e non li abbandoniamo lasciando che vengano sbranati dalle belve.
Così, dicono gli storici, il cristianesimo costruì i primi orfanotrofi, sostanzialmente sconosciuti sino ad allora. Così trovarono una casa gli abbandonati, i milioni di “Marcellino pane e vino” della nostra storia che ancora oggi portano nel cognome il ricordo di quella carità cristiana che li salvò: gli Esposito, i Diotallevi, i Fortuna, i Fortunato, i Proietti, i Casadei. Trovarono asilo prima negli orfanotrofi fondati dalle imperatrici e dalle matrone romane convertite, poi in strutture come quella dell’arciprete milanese Dateo, dove venivano accolti bastardi, orfani, handicappati, nel secolo VIII; poi, ancora, nelle case fondate dalle confraternite o negli ospedali, come quello fiorentino degli Innocenti, in cui ai bambini erano dedicati strutture, personale specifico e soldi per costruirsi, una volta cresciuti, il futuro.
Così recita l’Enciclopedia Treccani alla voce “orfanotrofio”: “Sorti fin dai primi tempi del cristianesimo attraverso la paternità adottiva, mantenuti dalle offerte dei fedeli e sorvegliati dai sacerdoti, gli orfanotrofi ebbero dai primi imperatori cristiani non pochi e notevoli privilegi”. Oggi magari ce ne dimentichiamo, perché da noi gli orfanatrofi sono sempre meno: ci si disfa del problema alla radice. Ma la predilezione cristiana per i più piccoli non è venuta meno: nell’Inghilterra laica e anglicana un terzo degli orfanotrofi odierni è gestito da ordini religiosi cattolici. In Africa, dove la poligamia, la povertà e le malattie colpiscono soprattutto i bambini, gli orfanotrofi sono numerosissimi e hanno nella quasi totalità dei casi un’origine religiosa.
Nella Cina non cristiana, dove l’infanticidio di massa, potenziato dal regime maoista, è sempre esistito, la piccolissima minoranza cattolica, come raccontava Tiziano Terzani su Repubblica il 20 giugno 1984, prima della rivoluzione comunista gestiva oltre duemila scuole, duecento ospedali e più di mille orfanotrofi. A rischio spesso dell’odio xenofobo cinese, esploso poi all’epoca di Mao, che chiuse tutto accusando le suore “di aver ucciso i bambini e la chiesa di essere sovversiva”. Ancora oggi missionari cristiani laici e religiosi giungono in Cina da tutto il mondo per raccogliere sulle strade bambini abbandonati e lasciati morire di fame. Un caro amico, Francesco, mi ha raccontato questa terribile realtà, dopo aver trascorso un’estate in Cina con alcuni sacerdoti lombardi ad aiutare il creatore di uno di questi istituti per l’infanzia abbandonata. Francesco ci è andato dopo che Giulia, sua sorella e mia alunna, era stata alcuni anni prima, con altri missionari, in Romania, a fare scuola e a dare un po’ di affetto ad alcuni dei migliaia e migliaia di orfani romeni abbandonati, costretti a vivere nelle fogne, spinti alla prostituzione minorile e alla delinquenza.
Chi li aiuta, gli orfani dell’est Europa? Hans Küng, Corrado Augias, Vito Mancuso o il patron di Repubblica? La rivista Left, che fa copertine in cui compare un prete e la scritta, grande, “Predofili”, quasi a suggerire una equivalenza tra sacerdozio e pedofilia? No, migliaia e migliaia di associazioni e gruppi sorti molto spesso dal volontariato cattolico (o protestante), legati alle parrocchie, che finanziano ospedali pediatrici, ospitano ogni anno in Europa i bambini di Cernobyl, diffondono la pratica dell’adozione a distanza… Come l’associazione di don Antonio Rossi, “Chiese dell’est”, che ha appena lanciato un programma di adozione a distanza di bambini russi e ucraini, spesso “liberati dagli orfanotrofi statali (alle volte autentici lager)”.
Alcuni anni fa, nel 2002, il patriarcato ortodosso di Mosca fece un documento in cui registrava allarmato che la minoranza cattolica si prende cura di troppi bambini e adolescenti, “soprattutto negli ospedali, nelle scuole secondarie e negli orfanotrofi”. “Sotto il pretesto delle cure degli orfani, recitava il documento, e dei bambini senza casa i cattolici (soprattutto rappresentanti di ordini religiosi femminili) coltivano una nuova generazione di cattolici adulti”.
Cosa accade, invece, in India, paese in cui la vita dei bambini, specie quella delle femmine, non vale gran che? In cui gli infanti vengono uccisi a milioni e la prostituzione infantile, secondo la “Storia dell’infanzia” della Laterza (vol. I, p. IX), riguarda circa quattrocentomila soggetti? E’ dall’opera di madre Teresa che sono nati orfanotrofi, asili, lebbrosari, case di accoglienza per anziani, ragazze madri, moribondi. In un crescendo di opere stupende che si sono diffuse poi in tanti altri paesi del mondo, talora nonostante l’opposizione dei governi. Opere che qualcuno fa presto a dimenticare, accecato dall’odio ideologico. Ma forse, se mandassi queste mie brevi e indignate considerazioni a don Giuseppe, mi risponderebbe: “Sì, caro Francesco, ma la barca di Pietro, oggi, è nella tempesta, anche per causa di tanti suoi uomini indegni, non solo pedofili, ma anche politicanti, mondani, pavidi, tiepidi… Forse Dio si servirà delle critiche e dell’odio strumentale di tanti ipocriti, per rimettere la sua barca, santa, sulla giusta rotta. Forse farà capire a tanti vescovi che devono tornare a fare i pastori, anzitutto dei loro sacerdoti: meno chiacchiere, meno convegni, meno interviste ai giornali sui fatti di cronaca… Più preghiera, più attenzione nei seminari, più spirito soprannaturale”.
Francesco Agnoli
Fonte > Il Foglio.it
Perché la battaglia contro i preti pedofili è una battaglia per eliminare il cristianesimo
Francesco Agnoli 11 aprile 2010
Ogni due o tre mesi mi scrive un amico, missionario in Africa, don Giuseppe Ceriani. Per parlarmi della chiesa di là, delle sue tribolazioni, delle sue attività, delle sue lotte. L’ultima sua lettera è datata Quaresima-Pasqua 2010. Leggendola non sembra che laggiù siano filtrate le notizie che occupano la stampa europea in questi giorni, con soverchia e sospetta abbondanza. Forse in Africa non si sa nulla della battaglia che il vecchio continente ha ingaggiato da tempo con la sua storia e le sue radici. Una battaglia che è sempre più grottesca, perché vede gli araldi del nichilismo, soprattutto quello sinistro, combattere una santa crociata contro i preti pedofili. Non, si badi bene, per sbarazzarsi di loro, come è giusto, ma per sbarazzarsi, tout court, del cristianesimo, e magari, relativisticamente, anche dell’idea di bene e male.
L’Europa che apostata ogni giorno, deve farlo trovando nobili giustificazioni, dandosi un tono. L’Europa che massacra i suoi figli nell’utero materno, a milioni; che distrugge i bambini già nati combattendo ogni giorno la famiglia (quintuplicati i divorzi, nella mia regione, in trent’anni); l’Europa che sperimenta sugli embrioni, che commercia ovuli e spermatozoi come fossero caramelle, che tenta di clonare l’uomo massacrando centinaia di esseri umani allo stato iniziale, che ingravida le donne single e le coppie omosessuali, negando ai figli che nasceranno il padre o la madre… L’Europa, l’occidente, che permettono le mamme-nonne, che fanno nascere figli già orfani con la fecondazione post mortem, che congelano gli embrioni sotto azoto liquido e che infangano la vita di milioni di ragazzi col sesso precoce, la pornografia, lo scandalo continuo; l’occidente “no child”, che predica la “crescita zero” per non inquinare; che “aiuta” i paesi poveri coi preservativi e l’aborto; che vede crescere ogni giorno il ricorso alla sterilizzazione, gli alberghi e i luoghi di villeggiatura dove sono verboten i bambini; l’Europa che apre all’eutanasia dei fanciulli malati e che anestetizza e lobotomizza i suoi figli con la Tv, il tempo pieno, la realtà virtuale, svariati impegni extrafamiliari e mille altri sotterfugi per non avere impicci…
Ebbene questa Europa nemica dei bambini, bambino-fobica, handi-fobica, famiglio-fobica, finge di battersi in difesa dei più piccoli, se questa battaglia può servire a infangare la chiesa nel suo complesso, come istituzione, come storia, come tutto. Finge di farlo, e con grande e prolungato clamore, salvo poi tacere sui milioni di europei (di cui circa centomila italiani) che praticano turismo sessuale a danno di bambini asiatici, latini o africani; sui quarantuno mila casi di violenze sui minori che vengono registrati ogni anno in Italia secondo una ricerca presentata allo Iulm di Milano nel 2007; sul boom di pedopornografia che invade la rete ogni giorno di più, senza quasi nessuno che la ostacoli.
Don Giuseppe, dicevo, non sembra sapere nulla. Si limita a raccontarmi per lettera quello che fa là, a Nairobi, dove ha già preso, in passato, la malaria e una malattia che gli ha riempito le budella di trenta chili di una strana mucillagine, che però non ha infrollito la sua tempra di uomo di Dio. Cosa mi racconta, dunque, dal Kenya? “Caro Francesco, il Signore cammina con noi sulle strade di Ongata Rongai dove da alcuni mesi sta sorgendo un orfanotrofio per accogliere almeno cento bambini/e sotto i dieci anni. Molti di essi sono stati coinvolti nella tragica pandemia dell’Aids. In un’area accanto sorgerà anche un ospedaletto diurno, una specie di pronto soccorso per bambini. E sarà una grazia per questi poveri”. Qui, continua, la società è vessata da mali di ogni tipo, vecchi e nuovi: tribalismo, spiritismo, stregoneria e corruzione. Per questo a Lamet i fratelli delle Scuole cristiane assistono cento ragazzi/e “che vengono da varie etnie con esperienze di enorme indigenza e sofferenza”.
A Burgheri, invece, “sta sorgendo una scuola superiore per ragazze”, per quelle femmine che qui sono spesso trattate come oggetti e che invece i missionari vogliono nobilitare, insegnando loro un mestiere, a leggere e a scrivere. “L’area fu al centro di scontri tribali del 2008. Ora che la calma sembra tornata, abbiamo ripreso le costruzioni. A fine febbraio sono state costruite due aule”. La lettera continua e parla delle altre iniziative: scuole, ospedali, centri, soprattutto, per ragazzi, orfani, abbandonati, malati… di cui nessuno, spesso per povertà ma anche per superstizione, vuole prendersi cura. Mentre leggo penso: forse un domani anche gli africani, quando avranno la pancia piena, impiccheranno la chiesa ai peccati, pur gravissimi, di qualche suo figlio, e dimenticheranno tutti coloro che invece l’hanno amata e soccorsa anche a rischio della vita, perdendo, evangelicamente, la propria esistenza. Ma intanto non posso fare a meno di notare che quello che accade a Nairobi, avviene in tutta l’Africa. Non sono fedeli di Cristo, soprattutto, quelli che portano lì aiuti, medicine, civiltà, speranza, mentre i figli di Mammona, che vengono spesso dalla stessa Europa, cercano l’oro e gli affari?
Non è stato così anche per l’Europa, un tempo? Chi ha costruito le ruote degli esposti, gli ospedali, le scuole per i bambini, anche quelli poveri, nel Medioevo? Chi ha edificato moltissime delle nostre scuole professionali per salvare milioni di ragazzi, nell’Ottocento, dallo sfruttamento nelle industrie? Chi ha insegnato all’Europa il rispetto per i bambini? Chi ha imposto piano piano l’idea che le spose devono essere consenzienti, spostando gradatamente l’età del matrimonio un po’ “pedofilo” dell’antichità, sin dall’epoca di Costantino? Ricordiamo per un attimo cosa fu il mondo antico, precristiano. A Roma, a Sparta, ad Atene, presso tutti i popoli, i bambini malformati, handicappati, non voluti, venivano uccisi, fatti schiavi, venduti come cose. Non solo di fatto, ma anche in linea di diritto. Era normale. In tanti casi, presso i greci, presso i popoli nordici, presso i fenici, dei bambini venivano sacrificati alle divinità per chiederne il favore, come succede ancora oggi in Africa o in India (lo ha scritto Libero, 13/03/2010).
Il cristianesimo arrivò portando la nozione di sacralità della vita. Additando a tutti un Cristo bambino; predicando il rispetto dell’infanzia fino ad allora così poco considerata. Spiegando che Dio stesso si era fatto piccolo. Noi, scrivevano i primi cristiani, Giustino, Tertulliano e tanti altri, non uccidiamo i nostri figli e non li abbandoniamo lasciando che vengano sbranati dalle belve.
Così, dicono gli storici, il cristianesimo costruì i primi orfanotrofi, sostanzialmente sconosciuti sino ad allora. Così trovarono una casa gli abbandonati, i milioni di “Marcellino pane e vino” della nostra storia che ancora oggi portano nel cognome il ricordo di quella carità cristiana che li salvò: gli Esposito, i Diotallevi, i Fortuna, i Fortunato, i Proietti, i Casadei. Trovarono asilo prima negli orfanotrofi fondati dalle imperatrici e dalle matrone romane convertite, poi in strutture come quella dell’arciprete milanese Dateo, dove venivano accolti bastardi, orfani, handicappati, nel secolo VIII; poi, ancora, nelle case fondate dalle confraternite o negli ospedali, come quello fiorentino degli Innocenti, in cui ai bambini erano dedicati strutture, personale specifico e soldi per costruirsi, una volta cresciuti, il futuro.
Così recita l’Enciclopedia Treccani alla voce “orfanotrofio”: “Sorti fin dai primi tempi del cristianesimo attraverso la paternità adottiva, mantenuti dalle offerte dei fedeli e sorvegliati dai sacerdoti, gli orfanotrofi ebbero dai primi imperatori cristiani non pochi e notevoli privilegi”. Oggi magari ce ne dimentichiamo, perché da noi gli orfanatrofi sono sempre meno: ci si disfa del problema alla radice. Ma la predilezione cristiana per i più piccoli non è venuta meno: nell’Inghilterra laica e anglicana un terzo degli orfanotrofi odierni è gestito da ordini religiosi cattolici. In Africa, dove la poligamia, la povertà e le malattie colpiscono soprattutto i bambini, gli orfanotrofi sono numerosissimi e hanno nella quasi totalità dei casi un’origine religiosa.
Nella Cina non cristiana, dove l’infanticidio di massa, potenziato dal regime maoista, è sempre esistito, la piccolissima minoranza cattolica, come raccontava Tiziano Terzani su Repubblica il 20 giugno 1984, prima della rivoluzione comunista gestiva oltre duemila scuole, duecento ospedali e più di mille orfanotrofi. A rischio spesso dell’odio xenofobo cinese, esploso poi all’epoca di Mao, che chiuse tutto accusando le suore “di aver ucciso i bambini e la chiesa di essere sovversiva”. Ancora oggi missionari cristiani laici e religiosi giungono in Cina da tutto il mondo per raccogliere sulle strade bambini abbandonati e lasciati morire di fame. Un caro amico, Francesco, mi ha raccontato questa terribile realtà, dopo aver trascorso un’estate in Cina con alcuni sacerdoti lombardi ad aiutare il creatore di uno di questi istituti per l’infanzia abbandonata. Francesco ci è andato dopo che Giulia, sua sorella e mia alunna, era stata alcuni anni prima, con altri missionari, in Romania, a fare scuola e a dare un po’ di affetto ad alcuni dei migliaia e migliaia di orfani romeni abbandonati, costretti a vivere nelle fogne, spinti alla prostituzione minorile e alla delinquenza.
Chi li aiuta, gli orfani dell’est Europa? Hans Küng, Corrado Augias, Vito Mancuso o il patron di Repubblica? La rivista Left, che fa copertine in cui compare un prete e la scritta, grande, “Predofili”, quasi a suggerire una equivalenza tra sacerdozio e pedofilia? No, migliaia e migliaia di associazioni e gruppi sorti molto spesso dal volontariato cattolico (o protestante), legati alle parrocchie, che finanziano ospedali pediatrici, ospitano ogni anno in Europa i bambini di Cernobyl, diffondono la pratica dell’adozione a distanza… Come l’associazione di don Antonio Rossi, “Chiese dell’est”, che ha appena lanciato un programma di adozione a distanza di bambini russi e ucraini, spesso “liberati dagli orfanotrofi statali (alle volte autentici lager)”.
Alcuni anni fa, nel 2002, il patriarcato ortodosso di Mosca fece un documento in cui registrava allarmato che la minoranza cattolica si prende cura di troppi bambini e adolescenti, “soprattutto negli ospedali, nelle scuole secondarie e negli orfanotrofi”. “Sotto il pretesto delle cure degli orfani, recitava il documento, e dei bambini senza casa i cattolici (soprattutto rappresentanti di ordini religiosi femminili) coltivano una nuova generazione di cattolici adulti”.
Cosa accade, invece, in India, paese in cui la vita dei bambini, specie quella delle femmine, non vale gran che? In cui gli infanti vengono uccisi a milioni e la prostituzione infantile, secondo la “Storia dell’infanzia” della Laterza (vol. I, p. IX), riguarda circa quattrocentomila soggetti? E’ dall’opera di madre Teresa che sono nati orfanotrofi, asili, lebbrosari, case di accoglienza per anziani, ragazze madri, moribondi. In un crescendo di opere stupende che si sono diffuse poi in tanti altri paesi del mondo, talora nonostante l’opposizione dei governi. Opere che qualcuno fa presto a dimenticare, accecato dall’odio ideologico. Ma forse, se mandassi queste mie brevi e indignate considerazioni a don Giuseppe, mi risponderebbe: “Sì, caro Francesco, ma la barca di Pietro, oggi, è nella tempesta, anche per causa di tanti suoi uomini indegni, non solo pedofili, ma anche politicanti, mondani, pavidi, tiepidi… Forse Dio si servirà delle critiche e dell’odio strumentale di tanti ipocriti, per rimettere la sua barca, santa, sulla giusta rotta. Forse farà capire a tanti vescovi che devono tornare a fare i pastori, anzitutto dei loro sacerdoti: meno chiacchiere, meno convegni, meno interviste ai giornali sui fatti di cronaca… Più preghiera, più attenzione nei seminari, più spirito soprannaturale”.
Francesco Agnoli
Fonte > Il Foglio.it
domenica 11 aprile 2010
LA PEDOFILIA E' UN PRETESTO: LE LOBBY CONTRO LA CHIESA CATTOLICA
Contro il Papa convergono interessi su tre livelli: uno interno alla Chiesa che non condivide il pontificato di Benedetto XVI, uno mediatico-economico che vede avvocati pronti a tutto per guadagnare, uno delle lobby che vogliono limitare il potere vaticano. L’impressione è che in questi giorni ci si trovi di fronte a un regolamento di conti
Ecco che cosa c’è dietro gli attacchi a Ratzinger
di Andrea Tornielli
Contro il Papa convergono interessi su tre livelli: uno interno alla Chiesa che non condivide il pontificato di Benedetto XVI, uno mediatico-economico che vede avvocati pronti a tutto per guadagnare, uno delle lobby che vogliono limitare il potere vaticano. L’impressione è che in questi giorni ci si trovi di fronte a un regolamento di conti
Anche dietro alla pubblicazione della lettera a firma di Joseph Ratzinger che nel 1985 chiedeva al vescovo di Oakland di temporeggiare in merito alla riduzione allo stato laicale di padre Stephen Kiesle, prete colpevole di abusi su minori, c’è l’avvocato Jeff Anderson, il legale intenzionato a portare Benedetto XVI alla sbarra. Lo stesso avvocato che aveva rilanciato il caso di padre Murphy, il molestatore dei bambini sordomuti di Milwuakee, cercando di dimostrare una responsabilità del governo centrale della Chiesa. In quest’ultimo caso, il sacerdote non era stato ridotto allo stato laicale perché moribondo. Mentre nel caso di padre Kiesle, la dimissione era arrivata dalla Santa Sede nel 1987, dopo qualche anno dall’iniziale richiesta, in quanto si è atteso che il sacerdote compisse 40 anni.
Nella bufera mediatica delle ultime ore, hanno rischiato di perdersi alcuni punti fermi, che vale la pena ricordare. Kiesle tra l’aprile del 1977 e il maggio 1978 aveva molestato almeno sei bambini e ragazzi di età compresa tra gli undici e i tredici anni. Era stato denunciato, arrestato dalla polizia, processato e condannato a tre anni con la condizionale. Non gli era stato più permesso di avvicinare i giovani. Nel momento in cui il suo vescovo scrive a Roma per sostenere la richiesta dello stesso sacerdote di essere dimesso dallo stato clericale, la Santa Sede stava attuando nuove direttive stabilite da Giovanni Paolo II in merito alle dispense. Negli ultimi anni del pontificato di Paolo VI, infatti, queste venivano concesse con molta facilità. Papa Montini chiamava quei dossier con le richieste dei preti decisi a lasciare l’abito, «la mia corona di spine». Con l’avvento di Wojtyla, si era deciso di dare un giro di vite, concedendole meno facilmente e soprattutto attendendo di norma il compimento del quarantesimo anno d’età. Va ricordato che nel caso di padre Kiesle, la competenza dell’eventuale processo canonico per gli abusi sui ragazzi era della diocesi, non della Congregazione per la dottrina della fede, che avocherà a sé questi casi solo dal 2001. L’ex Sant’Uffizio si doveva pronunciare soltanto sulla riduzione allo stato laicale del prete, il quale, nel frattempo, veniva comunque tenuto sotto controllo: non si registrano né si segnalano denunce a suo carico tra il 1981 e il 1987, cioè negli anni in cui il suo caso viene esaminato dal Vaticano.
L’avvocato Anderson fa bene il suo lavoro e le parcelle milionarie che ha incassato in questi anni lo stanno a dimostrare. È vero che non è facile districarsi nella selva delle procedure canoniche e delle competenze di questo o di quel dicastero, ma fanno il loro lavoro molto meno bene coloro che rilanciano documenti senza contestualizzarli, finendo per fare il gioco di chi vuole far apparire a tutti i costi colpevole Papa Ratzinger, per trascinarlo in tribunale. Che questo sia lo scopo dichiarato, e che vi sia un accanimento in questo senso, è sotto gli occhi di tutti. Accanto all’avvocato Anderson, durante la conferenza stampa a New York dello scorso 25 marzo, dedicata al caso di padre Murphy, era seduto il domenicano Thomas Doyle, da anni impegnato in favore delle vittime di abusi ma oggi anche impegnato a dimostrare una responsabilità vaticana. Così come bisogna ricordare che all’inizio del caso pedofilia in Germania ci sono state le denunce del preside del Canisius College, padre Klaus Mertel, impegnato per una rivalutazione teologica dell’omosessualità, il quale ha invitato per iscritto tutti gli alunni a riferire se avessero mai sentito parlare di abusi in passato. Al di là dei casi specifici, c’è davvero l’impressione che in queste settimane si sia di fronte a una sorta di regolamento di conti con il pontificato ratzingeriano. Un pontificato al quale non si perdonano il motu proprio che ha riabilitato la messa antica, la revoca della scomunica ai lefebvriani e il decreto sulle virtù eroiche di Pio XII, firmato lo scorso dicembre. Ma anche, forse più nascostamente, c’è chi non sopporta parole di un certo tipo sulla globalizzazione, sullo sfruttamento delle risorse naturali, sulla dignità del lavoro. Sembra che ogni atto del Papa «irriti» certi ambienti e «uno si deve chiedere il perché», ha osservato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, intervistato dalla Cnn, mentre nei giorni scorsi l’ex Segretario di Stato Angelo Sodano aveva messo direttamente in rapporto gli attacchi a Ratzinger con il messaggio della Chiesa su vita e famiglia.
L’impressione è che Oltretevere non sia ancora percepito in tutta la sua devastante portata quanto sta accadendo e che rischia di minare la credibilità morale della Chiesa nell’opinione pubblica. Giorno dopo giorno, vescovi e cardinali vengono accusati di aver sottovalutato o coperto. Il sospetto lambisce la curia di Wojtyla e con il caso del fondatore dei Legionari di Cristo Marcial Maciel arriva all’entourage papale più stretto. Lo stillicidio di documenti, lettere, denunce non accenna a diminuire. Mai come in questo momento agli inquilini dei sacri palazzi servirebbe un’exit strategy per uscire dall’angolo. In molti sperano che, ancora una volta, intervenga Benedetto XVI.
Andrea Tornielli
articolo di domenica 11 aprile 2010
© IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
Ecco che cosa c’è dietro gli attacchi a Ratzinger
di Andrea Tornielli
Contro il Papa convergono interessi su tre livelli: uno interno alla Chiesa che non condivide il pontificato di Benedetto XVI, uno mediatico-economico che vede avvocati pronti a tutto per guadagnare, uno delle lobby che vogliono limitare il potere vaticano. L’impressione è che in questi giorni ci si trovi di fronte a un regolamento di conti
Anche dietro alla pubblicazione della lettera a firma di Joseph Ratzinger che nel 1985 chiedeva al vescovo di Oakland di temporeggiare in merito alla riduzione allo stato laicale di padre Stephen Kiesle, prete colpevole di abusi su minori, c’è l’avvocato Jeff Anderson, il legale intenzionato a portare Benedetto XVI alla sbarra. Lo stesso avvocato che aveva rilanciato il caso di padre Murphy, il molestatore dei bambini sordomuti di Milwuakee, cercando di dimostrare una responsabilità del governo centrale della Chiesa. In quest’ultimo caso, il sacerdote non era stato ridotto allo stato laicale perché moribondo. Mentre nel caso di padre Kiesle, la dimissione era arrivata dalla Santa Sede nel 1987, dopo qualche anno dall’iniziale richiesta, in quanto si è atteso che il sacerdote compisse 40 anni.
Nella bufera mediatica delle ultime ore, hanno rischiato di perdersi alcuni punti fermi, che vale la pena ricordare. Kiesle tra l’aprile del 1977 e il maggio 1978 aveva molestato almeno sei bambini e ragazzi di età compresa tra gli undici e i tredici anni. Era stato denunciato, arrestato dalla polizia, processato e condannato a tre anni con la condizionale. Non gli era stato più permesso di avvicinare i giovani. Nel momento in cui il suo vescovo scrive a Roma per sostenere la richiesta dello stesso sacerdote di essere dimesso dallo stato clericale, la Santa Sede stava attuando nuove direttive stabilite da Giovanni Paolo II in merito alle dispense. Negli ultimi anni del pontificato di Paolo VI, infatti, queste venivano concesse con molta facilità. Papa Montini chiamava quei dossier con le richieste dei preti decisi a lasciare l’abito, «la mia corona di spine». Con l’avvento di Wojtyla, si era deciso di dare un giro di vite, concedendole meno facilmente e soprattutto attendendo di norma il compimento del quarantesimo anno d’età. Va ricordato che nel caso di padre Kiesle, la competenza dell’eventuale processo canonico per gli abusi sui ragazzi era della diocesi, non della Congregazione per la dottrina della fede, che avocherà a sé questi casi solo dal 2001. L’ex Sant’Uffizio si doveva pronunciare soltanto sulla riduzione allo stato laicale del prete, il quale, nel frattempo, veniva comunque tenuto sotto controllo: non si registrano né si segnalano denunce a suo carico tra il 1981 e il 1987, cioè negli anni in cui il suo caso viene esaminato dal Vaticano.
L’avvocato Anderson fa bene il suo lavoro e le parcelle milionarie che ha incassato in questi anni lo stanno a dimostrare. È vero che non è facile districarsi nella selva delle procedure canoniche e delle competenze di questo o di quel dicastero, ma fanno il loro lavoro molto meno bene coloro che rilanciano documenti senza contestualizzarli, finendo per fare il gioco di chi vuole far apparire a tutti i costi colpevole Papa Ratzinger, per trascinarlo in tribunale. Che questo sia lo scopo dichiarato, e che vi sia un accanimento in questo senso, è sotto gli occhi di tutti. Accanto all’avvocato Anderson, durante la conferenza stampa a New York dello scorso 25 marzo, dedicata al caso di padre Murphy, era seduto il domenicano Thomas Doyle, da anni impegnato in favore delle vittime di abusi ma oggi anche impegnato a dimostrare una responsabilità vaticana. Così come bisogna ricordare che all’inizio del caso pedofilia in Germania ci sono state le denunce del preside del Canisius College, padre Klaus Mertel, impegnato per una rivalutazione teologica dell’omosessualità, il quale ha invitato per iscritto tutti gli alunni a riferire se avessero mai sentito parlare di abusi in passato. Al di là dei casi specifici, c’è davvero l’impressione che in queste settimane si sia di fronte a una sorta di regolamento di conti con il pontificato ratzingeriano. Un pontificato al quale non si perdonano il motu proprio che ha riabilitato la messa antica, la revoca della scomunica ai lefebvriani e il decreto sulle virtù eroiche di Pio XII, firmato lo scorso dicembre. Ma anche, forse più nascostamente, c’è chi non sopporta parole di un certo tipo sulla globalizzazione, sullo sfruttamento delle risorse naturali, sulla dignità del lavoro. Sembra che ogni atto del Papa «irriti» certi ambienti e «uno si deve chiedere il perché», ha osservato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, intervistato dalla Cnn, mentre nei giorni scorsi l’ex Segretario di Stato Angelo Sodano aveva messo direttamente in rapporto gli attacchi a Ratzinger con il messaggio della Chiesa su vita e famiglia.
L’impressione è che Oltretevere non sia ancora percepito in tutta la sua devastante portata quanto sta accadendo e che rischia di minare la credibilità morale della Chiesa nell’opinione pubblica. Giorno dopo giorno, vescovi e cardinali vengono accusati di aver sottovalutato o coperto. Il sospetto lambisce la curia di Wojtyla e con il caso del fondatore dei Legionari di Cristo Marcial Maciel arriva all’entourage papale più stretto. Lo stillicidio di documenti, lettere, denunce non accenna a diminuire. Mai come in questo momento agli inquilini dei sacri palazzi servirebbe un’exit strategy per uscire dall’angolo. In molti sperano che, ancora una volta, intervenga Benedetto XVI.
Andrea Tornielli
articolo di domenica 11 aprile 2010
© IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
sabato 10 aprile 2010
LINGUA LATINA: ecco perché va abolita!
PEDOFILIA: DI SEGNI,IN SAN PIETRO PRONUNCIATE PAROLE OSCENE E RIPUGNANTI
(ASCA) - Roma, 3 apr - ... Lo afferma in un'intervista alla Stampa, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, commentando le affermazioni del predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, che ieri ha paragonato all'antisemitismo le notizie giornalistiche sui casi di pedofilia nella Chiesa e sulla loro gestione da parte del Vaticano.
''E' stato fatto a San Pietro un accostamento fuori luogo'', prosegue Di Segni, notando che le parole di Cantalamessa sono poi rese ancora piu' ''improprie'' dal fatto di essere state pronunciate ''non in un giorno qualunque, ma il Venerdi' Santo, cioe' nel giorno piu' funesto della storia del rapporto tra cristiani ed ebrei'', nel quale, con la liturgia in latino reintrodotta da papa Benedetto XVI, la Chiesa prega per la ''conversione'' degli ebrei. Un ''caso irrisolto'', quella della preghiera della messa in latino, cara ai tradizionalisti, ''un problema - spiega di Segni - che e' solo stato sospeso attraverso armistizio politico.
Rattrista sentire pregare in latino per portare la luce nei nostri cuori, riecheggiando la lingua ormai morta di quell'impero che distrusse due volte Gerusalemme''.
ASCA agenzia stampa quotidiana nazionale
http://www.asca.it/news
asp/uda/ss
(ASCA) - Roma, 3 apr - ... Lo afferma in un'intervista alla Stampa, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, commentando le affermazioni del predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, che ieri ha paragonato all'antisemitismo le notizie giornalistiche sui casi di pedofilia nella Chiesa e sulla loro gestione da parte del Vaticano.
''E' stato fatto a San Pietro un accostamento fuori luogo'', prosegue Di Segni, notando che le parole di Cantalamessa sono poi rese ancora piu' ''improprie'' dal fatto di essere state pronunciate ''non in un giorno qualunque, ma il Venerdi' Santo, cioe' nel giorno piu' funesto della storia del rapporto tra cristiani ed ebrei'', nel quale, con la liturgia in latino reintrodotta da papa Benedetto XVI, la Chiesa prega per la ''conversione'' degli ebrei. Un ''caso irrisolto'', quella della preghiera della messa in latino, cara ai tradizionalisti, ''un problema - spiega di Segni - che e' solo stato sospeso attraverso armistizio politico.
Rattrista sentire pregare in latino per portare la luce nei nostri cuori, riecheggiando la lingua ormai morta di quell'impero che distrusse due volte Gerusalemme''.
ASCA agenzia stampa quotidiana nazionale
http://www.asca.it/news
asp/uda/ss
PEDOFILIA: l'attacco alla Chiesa è solo un pretesto
ItaliaOggi
Numero 083 pag. 8 del 8/4/2010
La pedofilia è solo un pretesto
PRIMO PIANO
Di Franco Talenti
Dietro l'attacco da parte degli Stati Uniti ci sono dei precisi interessi di egemonia economica
Dà fastidio la penetrazione dell'Opus Dei nella finanza Usa
La pedofilia di qualche prete, peraltro già isolato dalla Chiesa, è solo un pretesto. Dietro l'ultimo attacco del New York Times a Benedetto XVI c'è ben altro. C'è una lotta di potere: la finanza massonica contro l'Opus dei e la sua penetrazione crescente anche negli Stati Uniti.
Stiamo ai fatti. Le pedofilia nella Chiesa cattolica americana c'è stata, ma è un fatto del tutto marginale. Un recente rapporto governativo Usa (2008) sugli abusi nei confronti dei minori sostiene che «per oltre il 64 per cento sono commessi da genitori, parenti o conviventi, dunque all'interno delle relazioni familiari; nelle scuole degli Stati Uniti quasi il 10 per cento dei ragazzi subisce molestie», mentre gli episodi che coinvolgono preti cattolici si stima che «siano meno dello 0,03 per cento» sul totale degli abusi sui minori.
Accusare Benedetto XVI, come fa il New York Times, di avere omesso scientemente di intervenire sul caso di un singolo prete, accusa poi rivelatasi frutto di una pessima traduzione in inglese di un documento che testimonia l'esatto contrario, induce a pensare che l'obiettivo vero di un giornale così autorevole sia un altro, qualcosa di più concreto e di più importante. Qualcosa che dà fastidio a un certo establishment Usa.
Per esempio, la penetrazione dell'Opus Dei nell'economia e nella finanza americana, da sempre dominio esclusivo di tycoon legati alle logge massoniche e alla finanza ebraica. Non è una tesi a caso, questa. Lo sbarco dell'Opus Dei negli States è infatti l'iniziativa più concreta che la Chiesa di Papa Ratzinger sta patrocinando da anni, in questo raccogliendo il testimone del papato di Karol Wojtyla.
Il Papa polacco è stato un papa guerriero non solo sul piano della fede, ma anche nel campo politico e in quello economico. Nel suo Paese aveva toccato con mano quali e quanti danni aveva provocato per decenni lo sterminio dei 23 mila ufficiali polacchi ad opera di Stalin nella foresta di Katyn. Quegli ufficiali erano professori universitari, manager e laureati, che al momento della leva militare diventavano, per legge, ufficiali. Con il loro sterminio, la Polonia non ha avuto una propria classe dirigenti fino all'avvento di Solidarnosc, un sindacato di cui proprio il Papa polacco è stato un ispiratore prima e un protettore poi.
Dopo essere arrivato sul trono di San Pietro, memore di quella lezione, Wojtyla ha preso atto della debolezza della classe dirigente cattolica nel mondo, e di una dilagante teologia della liberazione dentro la Chiesa, con sconfinamenti nel marxismo in tonaca sempre più evidenti soprattutto nell'America latina.
I suggerimenti per porre rimedio a quella situazione gli vennero dalla frequentazione, negli anni Settanta, di alcuni incontri riservati organizzati a Roma dall'Opus Dei, l'organizzazione fondata dallo spagnolo Josemaria Escrivà de Balaguer, poi beatificato dallo stesso pontefice nel 2002.
La forte capacità di reclutamento di nuovi adepti da parte dell'Opus tra i manager più affermati e influenti, sia in Italia che in tutti i Paesi europei e delle due Americhe, colpì Papa Wojtyla, fino al punto che decise di entrare lui stesso nel movimento e di sostenerlo all'interno della Chiesa.
La prima offensiva fu contro i preti latino-americani che avevano fatto della teologia della liberazione la loro missione, incitando i poveri a ribellarsi anche con le armi.
Al suo fianco, il Papa polacco ebbe come valido aiuto il cardinale Ratzinger, capo della congregazione per la Dottrina della Fede, che istruì un vero e proprio processo di tipo eretico al manifesto della teologia della liberazione lanciato dal teologo peruviano Gustavo Gutierrez. Le teorie di quest'ultimo, al pari di quelle predicate da Ernesto Cardenal (che è stato un prete-ministro del governo sandinista in Nicaragua) e dal brasiliano Leonardo Boff, furono bandite dalla Chiesa cattolica, che poi ne recuperò i contenuti di solidarietà con i poveri, ma senza il mitra in mano.
Risultato: oggi la Chiesa dell'America latina è controllata dai prelati legati all'Opus Dei, che sono stati i primi a votare per Ratzinger papa, dopo la morte di Wojtyla. E al loro fianco sono numerosi i manager legati all'Opus Dei, presenti in tutti i settori dell'economia in molte posizioni di comando.
Lo sbarco a Manhattan dell'Opus Dei è successivo. Ma è stato pianificato in ogni dettaglio e sta avendo un fortissimo impatto. La sede dell'Opus, che all'inizio doveva essere un palazzotto di tre piani, è un piccolo grattacielo di 17 piani nell'Upper East di New York, tra la Trentaquattresima e la Lexington, a due passi da Central Park, un posto per ricchi. La sede, la cui costruzione è finita nel 2001, ha un soprannome, «Torre del potere», che dice tutto.
E la donazione che l'Opus ha ricevuto per la sua realizzazione è tra le più ricche della storia: 60 milioni di dollari in azioni di un'azienda farmaceutica, rivendute con un'enorme plusvalenza.
In pochi anni, l'Opus Dei ha conquistato uomini potenti e molto in vista, non solo nella finanza Usa, ma anche nel mondo politico e in quello della giustizia.
Una crescita che ha prodotto, come era prevedibile, dei potenti anticorpi, soprattutto nel mondo finanziario e dei media, come confermano gli ultimi attacchi del New York Times. Una guerra che merita un approfondimento. Ci torneremo sopra.
Franco Talenti
da ItaliaOggi
Numero 083 pag. 8 del 8/4/2010
Numero 083 pag. 8 del 8/4/2010
La pedofilia è solo un pretesto
PRIMO PIANO
Di Franco Talenti
Dietro l'attacco da parte degli Stati Uniti ci sono dei precisi interessi di egemonia economica
Dà fastidio la penetrazione dell'Opus Dei nella finanza Usa
La pedofilia di qualche prete, peraltro già isolato dalla Chiesa, è solo un pretesto. Dietro l'ultimo attacco del New York Times a Benedetto XVI c'è ben altro. C'è una lotta di potere: la finanza massonica contro l'Opus dei e la sua penetrazione crescente anche negli Stati Uniti.
Stiamo ai fatti. Le pedofilia nella Chiesa cattolica americana c'è stata, ma è un fatto del tutto marginale. Un recente rapporto governativo Usa (2008) sugli abusi nei confronti dei minori sostiene che «per oltre il 64 per cento sono commessi da genitori, parenti o conviventi, dunque all'interno delle relazioni familiari; nelle scuole degli Stati Uniti quasi il 10 per cento dei ragazzi subisce molestie», mentre gli episodi che coinvolgono preti cattolici si stima che «siano meno dello 0,03 per cento» sul totale degli abusi sui minori.
Accusare Benedetto XVI, come fa il New York Times, di avere omesso scientemente di intervenire sul caso di un singolo prete, accusa poi rivelatasi frutto di una pessima traduzione in inglese di un documento che testimonia l'esatto contrario, induce a pensare che l'obiettivo vero di un giornale così autorevole sia un altro, qualcosa di più concreto e di più importante. Qualcosa che dà fastidio a un certo establishment Usa.
Per esempio, la penetrazione dell'Opus Dei nell'economia e nella finanza americana, da sempre dominio esclusivo di tycoon legati alle logge massoniche e alla finanza ebraica. Non è una tesi a caso, questa. Lo sbarco dell'Opus Dei negli States è infatti l'iniziativa più concreta che la Chiesa di Papa Ratzinger sta patrocinando da anni, in questo raccogliendo il testimone del papato di Karol Wojtyla.
Il Papa polacco è stato un papa guerriero non solo sul piano della fede, ma anche nel campo politico e in quello economico. Nel suo Paese aveva toccato con mano quali e quanti danni aveva provocato per decenni lo sterminio dei 23 mila ufficiali polacchi ad opera di Stalin nella foresta di Katyn. Quegli ufficiali erano professori universitari, manager e laureati, che al momento della leva militare diventavano, per legge, ufficiali. Con il loro sterminio, la Polonia non ha avuto una propria classe dirigenti fino all'avvento di Solidarnosc, un sindacato di cui proprio il Papa polacco è stato un ispiratore prima e un protettore poi.
Dopo essere arrivato sul trono di San Pietro, memore di quella lezione, Wojtyla ha preso atto della debolezza della classe dirigente cattolica nel mondo, e di una dilagante teologia della liberazione dentro la Chiesa, con sconfinamenti nel marxismo in tonaca sempre più evidenti soprattutto nell'America latina.
I suggerimenti per porre rimedio a quella situazione gli vennero dalla frequentazione, negli anni Settanta, di alcuni incontri riservati organizzati a Roma dall'Opus Dei, l'organizzazione fondata dallo spagnolo Josemaria Escrivà de Balaguer, poi beatificato dallo stesso pontefice nel 2002.
La forte capacità di reclutamento di nuovi adepti da parte dell'Opus tra i manager più affermati e influenti, sia in Italia che in tutti i Paesi europei e delle due Americhe, colpì Papa Wojtyla, fino al punto che decise di entrare lui stesso nel movimento e di sostenerlo all'interno della Chiesa.
La prima offensiva fu contro i preti latino-americani che avevano fatto della teologia della liberazione la loro missione, incitando i poveri a ribellarsi anche con le armi.
Al suo fianco, il Papa polacco ebbe come valido aiuto il cardinale Ratzinger, capo della congregazione per la Dottrina della Fede, che istruì un vero e proprio processo di tipo eretico al manifesto della teologia della liberazione lanciato dal teologo peruviano Gustavo Gutierrez. Le teorie di quest'ultimo, al pari di quelle predicate da Ernesto Cardenal (che è stato un prete-ministro del governo sandinista in Nicaragua) e dal brasiliano Leonardo Boff, furono bandite dalla Chiesa cattolica, che poi ne recuperò i contenuti di solidarietà con i poveri, ma senza il mitra in mano.
Risultato: oggi la Chiesa dell'America latina è controllata dai prelati legati all'Opus Dei, che sono stati i primi a votare per Ratzinger papa, dopo la morte di Wojtyla. E al loro fianco sono numerosi i manager legati all'Opus Dei, presenti in tutti i settori dell'economia in molte posizioni di comando.
Lo sbarco a Manhattan dell'Opus Dei è successivo. Ma è stato pianificato in ogni dettaglio e sta avendo un fortissimo impatto. La sede dell'Opus, che all'inizio doveva essere un palazzotto di tre piani, è un piccolo grattacielo di 17 piani nell'Upper East di New York, tra la Trentaquattresima e la Lexington, a due passi da Central Park, un posto per ricchi. La sede, la cui costruzione è finita nel 2001, ha un soprannome, «Torre del potere», che dice tutto.
E la donazione che l'Opus ha ricevuto per la sua realizzazione è tra le più ricche della storia: 60 milioni di dollari in azioni di un'azienda farmaceutica, rivendute con un'enorme plusvalenza.
In pochi anni, l'Opus Dei ha conquistato uomini potenti e molto in vista, non solo nella finanza Usa, ma anche nel mondo politico e in quello della giustizia.
Una crescita che ha prodotto, come era prevedibile, dei potenti anticorpi, soprattutto nel mondo finanziario e dei media, come confermano gli ultimi attacchi del New York Times. Una guerra che merita un approfondimento. Ci torneremo sopra.
Franco Talenti
da ItaliaOggi
Numero 083 pag. 8 del 8/4/2010
PEDOFILIA LAICISTA
www.prisonplanet.com/schaefer-deaths-ruled-a-murdersuicide.html
La morte degli Schaefer giudicata omicidio/suicidio
ROB MOORE The Northeast Georgian March 28, 2010
Come detto da funzionari venerdì sera, l’ex senatore dello stato Nancy Schaefer e suo marito Bruce Schaefer della Contea di Habersham apparentemente sono morti per un omicidio-suicidio. Leggendo un comunicato scritto, lo sceriffo Joey Terrell ha detto “L’indagine in corso dell’Ufficio dell Sceriffo della Conta di Habersham e del GBI Georgia Bureau of Investigation sulle morti di Nancy e Bruce Schaefer indica che Bruce Schaefer ha sparato a sua moglie e poi ha volto l’arma contro se stesso.”
Sono state trovate lettere e una nota di suicidio. La donna era colpita da un solo colpo alla schiena, il marito da un colpo al petto.”
Questa Schaefer era nota per le sue attività di critica contro il Department of Child Protection Services, o CPS, l’ente che toglie i bambini alle famiglie con dei problemi, reali o immaginari, e li mette in istituti o li dà in affidamento a famiglie o gruppi privati. La Schaefer sostiene che si tratta di un “impero protetto” che agisce al di fuori di ogni controllo, distruggendo famiglie con pochi o nessun problema. Il CPS muove un bilancio di 40 miliardi di dollari e i suoi dipendenti, assistenti sociali e agenti, hanno un interesse a togliere il maggior numero possibile di bambini ai loro genitori.
Il 14 maggio 2009 la Schaefer era intervenuta al programma televisivo di Alex Jones, il suo intervento si trova su Youtube.
La Schaefer aveva segnalato che in questo girone dell’orrore di bambini strappati ai genitori e trattati come merce i casi di pedofilia sono comunissimi.
Naturalmente, la sua morte è solo un caso, come la morte di Edoardo Agnelli o di Haider o di Robin Cook.
Roland Delmay
www.prisonplanet.com/schaefer-deaths-ruled-a-murdersuicide.html
La morte degli Schaefer giudicata omicidio/suicidio
ROB MOORE The Northeast Georgian March 28, 2010
Come detto da funzionari venerdì sera, l’ex senatore dello stato Nancy Schaefer e suo marito Bruce Schaefer della Contea di Habersham apparentemente sono morti per un omicidio-suicidio. Leggendo un comunicato scritto, lo sceriffo Joey Terrell ha detto “L’indagine in corso dell’Ufficio dell Sceriffo della Conta di Habersham e del GBI Georgia Bureau of Investigation sulle morti di Nancy e Bruce Schaefer indica che Bruce Schaefer ha sparato a sua moglie e poi ha volto l’arma contro se stesso.”
Sono state trovate lettere e una nota di suicidio. La donna era colpita da un solo colpo alla schiena, il marito da un colpo al petto.”
Questa Schaefer era nota per le sue attività di critica contro il Department of Child Protection Services, o CPS, l’ente che toglie i bambini alle famiglie con dei problemi, reali o immaginari, e li mette in istituti o li dà in affidamento a famiglie o gruppi privati. La Schaefer sostiene che si tratta di un “impero protetto” che agisce al di fuori di ogni controllo, distruggendo famiglie con pochi o nessun problema. Il CPS muove un bilancio di 40 miliardi di dollari e i suoi dipendenti, assistenti sociali e agenti, hanno un interesse a togliere il maggior numero possibile di bambini ai loro genitori.
Il 14 maggio 2009 la Schaefer era intervenuta al programma televisivo di Alex Jones, il suo intervento si trova su Youtube.
La Schaefer aveva segnalato che in questo girone dell’orrore di bambini strappati ai genitori e trattati come merce i casi di pedofilia sono comunissimi.
Naturalmente, la sua morte è solo un caso, come la morte di Edoardo Agnelli o di Haider o di Robin Cook.
Roland Delmay
www.prisonplanet.com/schaefer-deaths-ruled-a-murdersuicide.html
sabato 3 aprile 2010
IMPORTANZA DELLA PREGHIERA
Foto: Dal 550 Säben fu per un mezzo millennio la sede vescovile della diocesi di Bressanone.
Dal 1685, quindi da più di 300 anni, il castello vescovile è diventato un monastero, in cui fino ad oggi una comunità di Suore Benedettine vive la maternità spirituale, pregando e consacrandosi a Dio, proprio come il cardinale Nicola Cusano aveva visto nel suo sogno.
IL SOGNO DI UN CARDINALE
Il cardinale Nicola Cusano (1401-1464), vescovo di Bressanone, non fu solo un grande
politico della Chiesa, rinomato legato papale e riformatore della vita spirituale del clero e del popolo del secolo XV, ma anche un uomo del silenzio e della contemplazione. In un “sogno” gli fu mostrata quella realtà spirituale che ancora oggi vale per tutti i sacerdoti e per tutti gli uomini: il potere dell’abbandono, della preghiera e del sacrificio delle madri spirituali nel segreto dei conventi.
MANI E CUORI CHE SI SACRIFICANO
“... Entrati in una chiesa piccola e molto vecchia, adornata con mosaici ed affreschi dei primi secoli, al cardinale si manifestò una visione immane. Migliaia di religiose pregavano nella
piccola chiesa. Esse erano così esili e raccolte che tutte avevano posto, nonostante la
comunità fosse numerosa. Le suore pregavano e il cardinale non aveva mai visto pregare
così intensamente. Esse non stavano in ginocchio, ma dritte in piedi, lo sguardo fisso non
lontano, ma su di un punto a lui vicino, però non visibile ai suoi occhi. Le loro braccia erano aperte e le mani rivolte verso l’alto, in una posizione di offerta”.
L’incredibile di questa visione sta nel fatto che queste suore nelle loro povere e sottili mani tenevano uomini e donne, imperatori e re, città e paesi. A volte le mani si stringevano intorno ad una città; altre volte un paese, riconoscibile dalle bandiere nazionali, si estendeva su un muro di braccia che lo sostenevano. Anche in questi casi, intorno ad ogni singola orante si spandeva un alone di silenzio e di riservatezza. La maggior parte delle suore però sosteneva in mano un solo fratello o sorella.
Nelle mani di una giovane ed esile monaca, quasi una bambina, il cardinale Nicola vide il
papa. Si capiva quanto il carico gravasse su di lei, ma il suo volto brillava di gioia. Sulle mani di una anziana suora giaceva lui stesso, Nicola Cusano, vescovo di Bressanone e cardinale della Chiesa romana. Egli riconobbe chiaramente se stesso con le sue rughe e con i difetti della sua anima e della sua vita. Osservava tutto con occhi spalancati e spaventati, ma allo spavento subentrò presto una indescrivibile beatitudine.
La guida, che si trovava al suo fianco, gli sussurrò: “Vedete come, nonostante i loro peccati,
sono tenuti e sorretti i peccatori che non hanno smesso di amare Dio!”. Il cardinale
domandò: “Cosa succede allora a coloro che non amano più?”.Improvvisamente, sempre in
compagnia della sua guida, si trovò nella cripta della chiesa, dove pregavano altre migliaia di
suore.
Mentre quelle viste in precedenza reggevano le persone con le loro mani, queste nella cripta
le sostenevano con i cuori. Erano profondamente coinvolte, perché si trattava del destino
eterno delle anime. “Vedete, Eminenza”, disse la guida: “così vengono tenuti coloro che
hanno smesso di amare. A volte succede che si riscaldano al calore dei cuori che si
consumano per loro, ma non sempre. Talvolta, nell’ora della morte, passano dalle mani di
coloro che ancora li vogliono salvare a quelle del Giudice divino, con il quale devono poi
giustificarsi anche per il sacrificio offerto per loro. Nessun sacrificio resta senza frutto, ma
chi non coglie il frutto offertogli, matura il frutto della rovina”.
Il cardinale fissò le donne vittime volontarie. Egli aveva sempre saputo della loro esistenza.
Mai però gli era stato così chiaro cosa esse significassero per la Chiesa, per il mondo, per i popoli e per ogni singolo; solo ora lo comprendeva con sgomento. Egli si chinò profondamente davanti alle martiri dell’amore.
da Congregatio pro clericis. Congregazione per il Clero
Piazza Pio XII, 3 - 00193 Roma. Adorazione eucaristica per la santificazione dei Sacerdoti e Maternità spirituale. 2007. p. 12-13
...ma "MANI E CUORI CHE SI SACRIFICANO" oggi sono sempre meno...e gli effetti si notano.
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