La pace sia con te

venerdì 20 dicembre 2013

Racconto di Natale di Dino Buzzati

Buon Natale e un  Felice Anno Nuovo


El Greco, La Sacra Famiglia


In questa occasione consiglio la lettura di  un racconto di Natale poco conosciuto, in cui l'"ateo - credente" Dino Buzzati  coglie, in una narrazione breve ed ingenua in apparenza, il significato autentico del Natale, che risiede nella condivisione dell'amore divino.  – Racconto che  ad ogni buon conto riporto  di seguito: 



RACCONTO DI NATALE

di Dino Buzzati
  (l’autore de Il deserto dei Tartari) 
Tetro e ogivale è l'antico palazzo dei vescovi, stillante salnitro dai muri, rimanerci è un supplizio nelle notti d'inverno. E l'adiacente cattedrale è immensa, a girarla tutta non basta una vita, e c'è un tale intrico di cappelle e sacrestie che, dopo secoli di abbandono, ne sono rimaste alcune pressoché inesplorate. Che farà la sera di Natale - ci si domanda – lo scarno arcivescovo tutto solo, mentre la città è in festa? Come potrà vincere la malinconia? Tutti hanno una consolazione: il bimbo ha il treno e pinocchio, la sorellina ha la bambola, la mamma ha i figli intorno a sé, il malato una nuova speranza, il vecchio scapolo il compagno di dissipazioni, i1 carcerato la voce di un altro dalla cella vicina. Come farà l'arcivescovo? Sorrideva lo zelante don Valentino, segretario di sua eccellenza, udendo la gente parlare così. L'arcivescovo ha Dio, la sera di Natale. Inginocchiato solo soletto nel mezzo della cattedrale gelida e deserta a prima vista potrebbe quasi far pena, e invece se si sapesse! Solo soletto non è, non ha neanche freddo, né si sente abbandonato. Nella sera di Natale Dio dilaga nel tempio, per l'arcivescovo, le navate ne rigurgitano letteralmente, al punto che le porte stentano a chiudersi; e, pur mancando le stufe, fa così caldo che le vecchie bisce bianche si risvegliano nei sepolcri degli storici abati e salgono dagli sfiatatoi dei sotterranei sporgendo gentilmente la testa dalle balaustre dei confessionali.

Così, quella sera il Duomo; traboccante di Dio. E benché sapesse che non gli competeva, don Valentino si tratteneva perfino troppo volentieri a disporre l'inginocchiatoio del presule. Altro che alberi, tacchini e vino spumante. Questa, una serata di Natale. Senonché in mezzo a questi pensieri, udì battere a una porta. "Chi bussa alle porte del Duomo" si chiese don Valentino "la sera di Natale? Non hanno ancora pregato abbastanza? Che smania li ha presi?" Pur dicendosi così andò ad aprire e con una folata divento entrò un poverello in cenci.

"Che quantità di Dio! " esclamò sorridendo costui guardandosi intorno- "Che bellezza! Lo si sente perfino di fuori.

Monsignore, non me ne potrebbe lasciare un pochino? Pensi, è la sera di Natale. "

"E' di sua eccellenza l'arcivescovo" rispose il prete. "Serve a lui, fra un paio d'ore. Sua eccellenza fa già la vita di un santo, non pretenderai mica che adesso rinunci anche a Dio! E poi io non sono mai stato monsignore."

"Neanche un pochino, reverendo? Ce n'è tanto! Sua eccellenza non se ne accorgerebbe nemmeno!"

"Ti ho detto di no... Puoi andare... Il Duomo è chiuso al pubblico" e congedò il poverello con un biglietto da cinque lire.

Ma come il disgraziato uscì dalla chiesa, nello stesso istante Dio disparve. Sgomento, don Valentino si guardava intorno, scrutando le volte tenebrose: Dio non c'era neppure lassù. Lo spettacoloso apparato di colonne, statue, baldacchini, altari, catafalchi, candelabri, panneggi, di solito così misterioso e potente, era diventato all'improvviso inospitale e sinistro. E tra un paio d'ore l'arcivescovo sarebbe disceso.

Con orgasmo don Valentino socchiuse una delle porte esterne, guardò nella piazza. Niente. Anche fuori, benché fosse Natale, non c'era traccia di Dio. Dalle mille finestre accese giungevano echi di risate, bicchieri infranti, musiche e perfino bestemmie. Non campane, non canti.

Don Valentino uscì nella notte, se n'andò per le strade profane, tra fragore di scatenati banchetti. Lui però sapeva l'indirizzo giusto. Quando entrò nella casa, la famiglia amica stava sedendosi a tavola. Tutti si guardavano benevolmente l'un l'altro e intorno ad essi c'era un poco di Dio.

"Buon Natale, reverendo" disse il capofamiglia. "Vuol favorire?"

"Ho fretta, amici" rispose lui. "Per una mia sbadataggine Iddio ha abbandonato il Duomo e sua eccellenza tra poco va a pregare. Non mi potete dare il vostro? Tanto, voi siete in compagnia, non ne avete un assoluto bisogno."

"Caro il mio don Valentino" fece il capofamiglia. "Lei dimentica, direi, che oggi è Natale. Proprio oggi i miei figli dovrebbero far a meno di Dio? Mi meraviglio, don Valentino."

E nell'attimo stesso che l'uomo diceva così Iddio sgusciò fuori dalla stanza, i sorrisi giocondi si spensero e il cappone arrosto sembrò sabbia tra i denti.

Via di nuovo allora, nella notte, lungo le strade deserte. Cammina cammina, don Valentino infine lo rivide. Era giunto alle porte della città e dinanzi a lui si stendeva nel buio, biancheggiando un poco per la neve, la grande campagna. Sopra i prati e i filari di gelsi, ondeggiava Dio, come aspettando. Don Valentino cadde in ginocchio.

"Ma che cosa fa, reverendo?" gli domandò un contadino. "Vuoi prendersi un malanno con questo freddo?"

"Guarda laggiù figliolo. Non vedi?"

Il contadino guardò senza stupore. "È nostro" disse. "Ogni Natale viene a benedire i nostri campi."

" Senti " disse il prete. "Non me ne potresti dare un poco? In città siamo rimasti senza, perfino le chiese sono vuote. Lasciamene un pochino che l'arcivescovo possa almeno fare un Natale decente."

"Ma neanche per idea, caro il mio reverendo! Chi sa che schifosi peccati avete fatto nella vostra città. Colpa vostra. Arrangiatevi."

"Si è peccato, sicuro. E chi non pecca? Ma puoi salvare molte anime figliolo, solo che tu mi dica di sì."

"Ne ho abbastanza di salvare la mia!" ridacchiò il contadino, e nell'attimo stesso che lo diceva, Iddio si sollevò dai suoi campi e scomparve nel buio.

Andò ancora più lontano, cercando. Dio pareva farsi sempre più raro e chi ne possedeva un poco non voleva cederlo (ma nell'atto stesso che lui rispondeva di no, Dio scompariva, allontanandosi progressivamente).

Ecco quindi don Valentino ai limiti di una vastissima landa, e in fondo, proprio all'orizzonte, risplendeva dolcemente Dio come una nube oblunga. Il pretino si gettò in ginocchio nella neve. "Aspettami, o Signore " supplicava "per colpa mia l'arcivescovo è rimasto solo, e stasera è Natale!"

Aveva i piedi gelati, si incamminò nella nebbia, affondava fino al ginocchio, ogni tanto stramazzava lungo disteso. Quanto avrebbe resistito?

Finché udì un coro disteso e patetico, voci d'angelo, un raggio di luce filtrava nella nebbia. Aprì una porticina di legno: era una grandissima chiesa e nel mezzo, tra pochi lumini, un prete stava pregando. E la chiesa era piena di paradiso.

"Fratello" gemette don Valentino, al limite delle forze, irto di ghiaccioli "abbi pietà di me. Il mio arcivescovo per colpa mia è rimasto solo e ha bisogno di Dio. Dammene un poco, ti prego."

Lentamente si voltò colui che stava pregando. E don Valentino, riconoscendolo, si fece, se era possibile, ancora più pallido.

"Buon Natale a te, don Valentino" esclamò l'arcivescovo facendosi incontro, tutto recinto di Dio. "Benedetto ragazzo, ma dove ti eri cacciato? Si può sapere che cosa sei andato a cercar fuori in questa notte da lupi?"







domenica 1 dicembre 2013

Napoleone cattolico dimostra l'esistenza di Dio

NAPOLEONE BONAPARTE
CONVERSAZIONI SUL CRISTIANESIMO
Ragionare nella fede
Prefazione
Giacomo Biffi
Traduzione
Vito Patella
Curatela
Giorgio Carbone O.P.
Titolo originale: Sentiment de Napoléon sur le christianisme, Conversations
religieuses, recueillies à Sainte Hélène par M. le Général Comte de
Montholon et parM. le Chevalier de Beauterne,Waille, Paris 1843.



Prova dell’esistenza di Dio
Il generale Bertrand diceva all’Imperatore: «Sire, lei crede
in Dio, e anch’io credo; ma insomma, che cosa ne sa?
L’ha per caso visto?».
E l’Imperatore replicava: «Che cosa è Dio? Che cosa ne
so io? Ma allora, risponda lei a questa domanda: Come
giudica se un uomo è geniale? È una cosa che lei ha mai
vista, dico il genio? Che cosa ne sa lei, per credere nel
genio? La risposta è: si vede l’effetto, e da questo si risale
alla causa, e si crede che questa causa esista, insomma
che essa sia reale. Le faccio questo esempio: quando
durante una battaglia le cose si mettono al peggio, lei
cosa fa? Comincia a guardare verso di me, per trovare
una via d’uscita. Perché guarda a me? Perché ha l’istinto
di credere nel mio genio; ne ha bisogno. Nel folto della
mischia, quando le sorti della battaglia erano incerte, perché
lei, generale, mi cercava con lo sguardo, le sue labbra
quasi mi chiamavano, e da ogni parte si sentiva gridare:
Dov’è l’Imperatore, e quali sono i suoi ordini? E questo
era il grido dell’istinto, e della fede in me.
Ecco, anch’io ho un istinto, una fede, una certezza, un
grido che mio malgrado esce dal mio petto, quando rifletto
e guardo la natura, e mi dico: Dio! Resto ammirato
e grido: Sì, Dio c’è! Come le mie vittorie hanno convinto
lei a credere in me; così l’universo mi fa credere in Dio.
Io credo in Dio, a causa di ciò che vedo, e di ciò che
sento. Questi effetti mirabili dell’onnipotenza divina non
sono altrettanto eloquenti delle mie vittorie? Cosa vuole
che sia la manovra militare più brillante, a confronto del
movimento degli astri?

Lei che crede al genio, mi dica, la prego, da dove vengono
all’uomo di genio l’inventiva, l’ispirazione, l’intuito?
Mi risponda! Qual è la causa prima d tutto ciò? Lei dirà
che lo ignora. Anch’io. Ma il talento di cui parliamo non
è forse altrettanto evidente e tangibile di tanti fatti?
Se ci sono tante differenze tra gli uomini, Qualcuno ha
creato queste differenze, e questo Qualcuno non è né lei,
né io. Ma rimane il fatto che il genio è solo un vocabolo
che non ci dice niente sulle sue cause.
E se qualcuno mi obietta: Sono gli organi! Ecco, questa è
una sciocchezza buona per un sempliciotto, non certo
per me: mi capisce?
Il suo spirito, generale, è forse uguale a quello del pastore
che di qui vediamo nella valle a sorvegliare le pecore?
Non c’è, tra il suo spirito e quello del pastore, la stessa differenza
che c’è tra quello di un cavallo e quello di un
uomo? Sì? Ma come fa ad affermarlo con tanta sicurezza?
Lei in realtà non ha mai visto lo spirito di quell’uomo, perché
lo spirito è invisibile. Però, lei ha parlato con quel
pastore, gli ha fatto delle domande e dalle risposte lei ha
capito chi egli sia; cioè lei ha capito la causa dagli effetti, e
ha ragione. Certamente, la sua intelligenza, la sua ragione,
insomma le sue facoltà sono superiori a quelle del pastore.
Ecco, a me gli effetti divini fanno pensare a una causa
divina, perché c’è una ragione superiore, un Essere Infinito,
che è la causa delle cause, ed è anche la causa della
sua [di Bertrand] intelligenza.
Generale Bertrand, c’è un Essere Infinito in confronto al
quale lei non è che un atomo; in confronto al quale anch’io,
Napoleone, con tutto il mio genio, sono niente: lo
capisce? Io lo sento, questo Dio… lo vedo… ne ho bisogno…
credo in lui… E se lei non crede, peggio per lei…
Ma a me la cosa sta a cuore… alla buon’ora, generale,
lei crede in Dio! Io perdono molte cose,ma ho orrore degli
atei e dei materialisti…Cosa vuole che io abbia in comune
con un uomo che non crede all’esistenza dell’anima, e che
crede che l’uomo sia un mucchio di fango? Cosa vuole che
io abbia in comune con un uomo che pretende che io sia,

come lui pensa di essere, solo un mucchio di fango?».

Fonte: www.edizionistudiodomenicano

giovedì 7 novembre 2013

La preghiera è necessaria per ottenere le grazie

          A Santa Maria degli Angeli


L'abate Cestac, morto nel 1686, fu un'anima abituata ai favori della Vergine Maria. Un giorno fu improvvisamente colpito come da un raggio di luce divina. Vide i demoni spandersi in tutta la terra e cagionarvi indicibili rovine. Nello stesso tempo vide la Vergine che gli disse che difatti demoni erano scatenati sul mondo e che era tempo di invocarla qual Regina degli Angeli, affinché Ella inviasse le sue Sante Legioni per atterrare le potenze dell'inferno.
"Madre mia -disse l'abate Cestac- Tu che sei così buona, non potresti inviare i tuoi Angeli, senza che te lo si domandi?". "No -rispose Maria Santissima- la preghiera è una condizione posta da Dio stesso per l'impetrazione delle grazie". "Ebbene, mia buona Madre, vorresti Tu stessa insegnarmi come pregarti?".
 E l'abate Cestac ricevette la seguente preghiera a Maria Regina degli Angeli:
"Augusta Regina del cielo e Signora degli Angeli, che ricevesti da Dio il potere e la missione di schiacciare la testa a satana, noi ti preghiamo umilmente di inviare le Legioni celesti, con a capo San Michele Arcangelo, affinché, sotto i tuoi ordini, inseguano i demoni, li combattano dappertutto, reprimano la loro audacia e li respingano nell'abisso: "Chi è come Dio?". O buone e tenera Madre, Tu sarai sempre il nostro amore e la nostra speranza. O Divina Madre, invia i Santi Angeli per difenderci e per respingere lungi da noi il crudele nemico. Santi Angeli e Arcangeli, difendeteci, custoditeci. Amen.

Dalla filotea mariana "Un segreto di felicità" del Padre Francesco M. Avidano 





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martedì 15 ottobre 2013

La santa Messa: ciò che dicono i santi.


LA SANTA MESSA. Ciò che dicono i santi e Gesù  riguardo alla Santa Messa




Parole del nostro Signore Gesù Cristo a San Gertrude (1256-1302)
«Assicurati che, a chi ascolta devotamente la Santa Messa, Io manderò, negli ultimi istanti della sua vita, tanti dei miei Santi, per confortarlo e proteggerlo, quante saranno state le Messe da lui bene ascoltate». (Lib. 3 c. 16).


San Girolamo, Sacerdote e dottore della Chiesa (347-420)
«Il Signore ci accorda tutto quello che nella Santa Messa Gli domandiamo e, ciò che è più, ci dà quello che noi non pensiamo neppure di chiedere e che ci è pur necessario.»

 San Gregorio Magno, Papa e dottore della Chiesa (540-604)
«La Santa Messa è l’unico sacrificio che fa uscire prestamente le Anime dalle pene del Purgatorio.»

San Giovanni Crisostomo, Vescovo e dottore della Chiesa (+407)
«La Santa Messa ha in certa maniera tanto pregio, quanto ne ebbe per le Anime nostre la morte di Gesù Cristo sulla Croce.»

Sant’Alfonso M. de’ Liguori, V.  dottore della Chiesa (1696-1787)
«Dio Stesso non può fare che vi sia un’azione più santa e più grande della Celebrazione di una Santa Messa».

San Tommaso d’Aquino, Sac.  e dottore della Chiesa (1225-1274)
«Tanto vale la Celebrazione della Santa Messa, quanto vale la Morte di Gesù in Croce».

San Francesco d'Assisi , Patrono d’Italia (1182-1226)
«L’Uomo deve tremare, il Mondo deve fremere, il Cielo intero deve essere commosso, quando sull’Altare, tra le mani del Sacerdote, appare il Figlio di Dio».

Santa Teresa di Gesù, Vergine e dottore della Chiesa (1515-1582)
«Senza la Santa Messa che cosa sarebbe di noi? Tutto perirebbe quaggiù, perché soltanto Essa può fermare il braccio di Dio. Senza di Essa, certamente, la Chiesa non durerebbe e il Mondo andrebbe disperatamente perduto.»

San Pio da Pietrelcina, Sacerdote (1887-1968)
«Sarebbe più facile che la Terra si reggesse senza Sole, anziché senza la Santa Messa”. 
«Quando assisti alla Messa, rinnova la tua fede e medita circa la Vittima che si immola per te alla Giustizia Divina, per placarla e renderla propizia. Non te ne andare dall’altare senza versare lacrime di dolore e di amore per Gesù, crocifisso per la tua salvezza. La Vergine Addolorata ti accompagnerà  e sarà  la tua dolce ispirazione».

Che dice la Chiesa riguardo alla Santa Messa
Gli effetti salutari, poi, che ogni Sacrificio della Santa Messa produce nell’Anima di chi vi partecipa, sono ammirabili:
· ottiene il pentimento e il perdono delle colpe;
· diminuisce la pena temporale dovuta ai peccati;
· indebolisce l’impero di Satana e i furori della concupiscenza;
· rinsalda i vincoli dell’incorporazione a Cristo; · preserva da pericoli e disgrazie; · abbrevia la durata del Purgatorio; · procura un più alto grado di gloria in Cielo.

San Giovanni Maria Vianney, Sacerdote (1786-1859)
«Se conoscessimo il valore del santo Sacrificio della Messa, qual zelo maggiore porremo mai nell’ascoltarla.» 
«Com’è felice quell’Angelo Custode che accompagna un’Anima alla Santa Messa!».

San Leonardo da Porto Maurizio
 , Sacerdote (1676-1751)
«Vale più ascoltare devotamente una Santa Messa che digiunare un anno a pane e acqua.»
 «Io credo che, se non ci fosse la Messa, a quest’ora il Mondo sarebbe già sprofondato sotto il peso delle sue iniquità. È la Messa il poderoso sostegno che lo regge».

 San Bernardo , Abate e dottore della Chiesa (1090-1153)
«Si merita di più ascoltando devotamente una Santa Messa che col distribuire ai poveri tutte le proprie sostanze e col girare pellegrinando tutta la terra.»

Sant’Agostino , Vescovo e dottore della Chiesa (354-430)
«Tutti i passi che uno fa per recarsi ad ascoltare la Santa Messa sono da un Angelo scritti e numerati e per ognuno sarà concesso da Dio sommo premio in terra e in cielo.»

San Cipriano, Vescovo e martire (210-258)
«La Messa è medicina per sanare le infermità ed olocausto per pagare le colpe.»

San Pietro Giuliano Eymmard , Sacerdote (1811-1868)
 «Sappi, o Cristiano, che la Santa Messa è l’atto più santo della religione: tu non potresti fare niente di più glorioso a Dio, né di più vantaggioso alla tua anima che di ascoltarla piamente ed il più sovente.»

 San Bonaventura, Vescovo e dottore della Chiesa (1218-1274)
«La Santa Messa è l’Opera in cui Dio ci mette sotto gli occhi tutto l’Amore che ci ha portato; è, in un certo modo, la sintesi di tutti i benefici elargitici».a Dio la Santa Messa che i meriti di tutti gli Angeli.»

 San Filippo Neri, Sacerdote (1515-1595)
«Con l’orazione noi domandiamo a Dio le Grazie; nella Santa Messa costringiamo Dio a darcele».

San Lorenzo Giustiniani , Vescovo (1381-1456)
«È più accetta a Dio la Santa Messa che i meriti di tutti gli Angeli.»
Nessuna lingua umana  può enumerare i favori dei quali è sorgente il Sacrificio della Messa: ·il peccatore si riconcilia con Dio;
· il giusto diviene più giusto; · sono cancellate le colpe; · annientati i vizi; · alimentati le virtù e i meriti; · confuse le insidie diaboliche.
Beato chi può e partecipa alla Santa Messa anche nei giorni feriali.
                                   
Con approvazione ecclesiastica

Si prega di diffondere. Per richieste: Associazione “Volontari Seminatori della Carità” – via Pio XI, Trav. De Blasio, 31 -  89133 R.C. – Tel. 0965-53866

Santa Messa: settantasette grazie che si ricevono. P. Martin von Cochem



Settantasette
 grazie e frutti che si ricevono
assistendo alla santa Messa
del  R. P. Martin de Cochem
frère mineur capucin

extrait de son Explication du Saint Sacrifice de la Messe, Paris : Casterman, 1901
Imprimatur : Tornaci, die 10 Januarii 1901, V. Cantineau, can. Cens. lib.
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1 . Dio Padre ha mandato il suo Figlio sulla terra per la nostra salvezza.
2 . Con l' obbedienza al Padre ed il Suo amore per noi, Gesù Cristo scende a nascondersi sotto le specie del pane e del vino.
3 . Lo Spirito Santo cambia il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo.
4 . Cristo si annienta per essere veramente presente in ogni particella di ogni ostia consacrata .
5 . Cristo rinnova il mistero dell'Incarnazione.
6 . Egli nasce di nuovo per noi.
7 . Sull'altare dà tutte le espressioni di amore che aveva dato agli uomini, nel corso della sua vita terrena.
8 . Rinnova la sua dolorosa passione e ci permette di partecipare ai suoi frutti.
9 . Gesù Cristo muore spiritualmente e dà la sua nobile vita per noi.
10 . Offre il Suo Preziosissimo Sangue all'Eterno Padre per noi.
11 . Con il suo sangue prezioso, bagna  e purifica la tua anima da ogni macchia di peccato.
12 . Si offre in olocausto per noi  e rende a Dio tutto l'onore dovutogli.
13 . Se  date a  Dio questo onore in unione con Gesù Cristo,  lo compenserete di tutta la gloria che avete mancato di rendergli.
14 . Gesù Cristo si fa vostro sacrificio di lode e  ripara le lodi che avete rifiutato di rendere a Dio.
15 . Offrendo queste lodi del Figlio di Dio al  Padre celeste, gli rendete più gloria di quanta gliene possano dare gli angeli .
16 . Gesù Cristo si fa  vostro sacrificio di ringraziamento e supplisce alla vostra ingratitudine .
17 . L' offerta di questo sacrificio in rendimento di grazie  ricompensa Dio per  tutti i suoi benefici.
18 . Gesù Cristo espia per voi e  vi riconcilia con Dio.
19 . Egli perdona i peccati veniali, a condizione di non volerli più commettere.
20 . Supplisce al bene che hai trascurato di fare.
21 . Ripara le negligenze nell’operare il  bene.
22 . Rimette le colpe commesse inavvertitamente, quelle che non conosci o che ti sei dimenticato di accusare in  confessione.
23 . E' il vostro sacrificio  di soddisfazione ed estingue una parte dei debiti con la giustizia divina.
24 . Assistendo alla Messa, si possono  espiare più  peccati che con la  più grande penitenza perché:
25 . Gesù Cristo vi comunicherà  parte dei suoi meriti, che a vostra volta  potrete  offrire al Padre celeste per i  vostri peccati . 
26 . Gesù Cristo nella Messa prega  anche per voi, come ha fatto sulla croce per i suoi nemici.
27 . Il suo prezioso sangue grida innumerevoli  volte misericordia per voi per quante gocce di sangue ha versato nella sua passione.
28 . Le sue ferite sacre chiedono perdono per voi.
29 . Per meriti  della preghiera di Gesù, le vostre preghiere durante la Messa sono ascoltate in modo più favorevole.



30 . La vostra preghiera durante la Messa, diventa molto efficace perché:
31 . Gesù  la offre al Padre in unione con la sua.
32 . Vi compatisce  e si  prende cura della vostra salvezza.
33 . Tutti  gli angeli presenti  pregano per voi e  offrono le vostre preghiere al loro Signore sovrano.
34 . In virtù della Santa Messa, il diavolo si tiene  lontano.
35 . Il sacerdote prega in particolare per  chi assiste e così  rende  il  santo sacrificio più vantaggioso per  loro.
36 . Assistendo alla santa Messa, si diventa misticamente sacerdoti  e Gesù Cristo vi dà il potere di offrire il santo sacrificio per voi e per gli altri.
37 . La Santa Messa è  quanto di più prezioso si possa offrire alla Santissima Trinità.
38 . Questo dono è più prezioso del cielo e della terra.
39 . È Dio stesso.
40 . E ' la gloria di Dio.
41 . E ' la gioia della Santissima Trinità.
42 . Questo nobile dono  Gesù Cristo lo offre a te!
43 . L'ascolto della Santa Messa è il più grande culto di latria.
44 . Con questa partecipazione  rendete  il più grande tributo all’umanità di Gesù Cristo.
45 . Voi onorate  degnamente la passione del Salvatore e  ne raccogliete i frutti.
46 . Voi onorate e  date gioia alla Madre di Dio.
47 . Voi onorate e rallegrate le anime  più di molte altre orazioni.
48 . Questo è il modo migliore per arricchire la vostra anima.
49 . Questa è  l’opera buona  per eccellenza.
50 . Questo è il supremo atto di fede che vi assicura una grande ricompensa.
51 . Prostrandosi umilmente davanti  alle sacre specie, si fa un sublime atto di culto.
52 . Ogni volta che si guarda pieni di fede l'Ostia Santa, si guadagna un premio speciale in cielo.
53 . Ogni volta che vi battete il petto con contrizione per i peccati,  ottenete la remissione di molte colpe.
54 . Se  vi trovate  in  peccato mortale, ascoltando  la Santa Messa con devozione, Dio vi offrirà la grazia  della conversione.
55 . La Santa Messa aumenta la grazia santificante e  attira molti grazie attuali.
56 . Assistendo alla Messa si è spiritualmente nutriti del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo.
57 . Avrete l’insigne privilegio di contemplare Gesù Cristo sotto le sacre specie.
58 . Si riceve la benedizione del sacerdote che Dio ratifica in cielo.
59 . La partecipazione alla Messa  attira  anche benedizioni temporali.
60 . Preserva da molte disgrazie.
61 . Fortifica contro le tentazioni.
62 . Attira la grazia di una buona morte.
63 . La Messa ascoltata in onore degli angeli e dei santi, richiama la  loro protezione e il loro aiuto potente.
64 . Al momento della morte, le Messe che avete sentito bene  diventeranno un motivo di conforto e di confidenza nella misericordia divina.
65 . Esse vi accompagneranno davanti al giusto giudice e chiederanno perdono per voi.



66 . Le Messe ascoltate bene  mitigheranno le fiamme del  purgatorio, perché :
67 . Ciascuna riduce la pena temporale più della  più dura penitenza.
68 . Una sola  Messa ascoltata bene in vita  sarà più vantaggiosa per la tua anima più di tante Messe offerte per te  dopo la tua morte.
69 . La devozione alla Santa Messa vi farà guadagnare una grande gloria in cielo.
70 . La frequente partecipazione alla Messa  ti farà ottenere un posto più alto in Cielo  e aumenterà  la tua felicità eterna.
71 . Nessuna preghiera offerta per gli amici e parenti è così efficace come assistere alla Santa Messa.
72 . Assistere alla Messa per le intenzioni dei propri benefattori è un mezzo sicuro di  ringraziarli per i benefici ricevuti
73 . I poveri, i malati, i moribondi vengono potentemente aiutati.
74 . Otteniamo la conversione dei peccatori .
75 . Tutti i fedeli ottengono abbondanti benedizioni .
76 . Le anime del purgatorio sono consolate.
77 . I poveri,  che non hanno i mezzi per far celebrare Messe per i loro cari,  partecipando devotamente possono liberare  le  anime dei loro cari dal  fuoco del purgatorio.


  R. P. Martin Cochem OFM (13.12.1634 in Cochem an der Mosel; † 10.09.1712 in Waghäusel) 





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mercoledì 11 settembre 2013

Divina Volontà: piccolo manuale utile ai Sacerdoti per l'istruzione dei laici

Manuale per i Sacerdoti per l’istruzione dei laici sul dono di Vivere nella Divina Volontà
Rev.  Joseph Leo Iannuzzi, STD, Ph.D.

Nota  bene:  Le  seguenti  istruzioni  sono  il  riassunto  della  tesi  di  dottorato  presso  l'Università Pontificia di Roma, autorizzata dalla  Santa Sede, che porta il bollo dell'approvazione ecclesiastica. La tesi del Rev. Joseph L. Iannuzzi, STD è intitolata, "Il Dono di Vivere nella Divina Volontà negli Scritti di Luisa Piccareta - un'indagine sui primi concili ecumenici e sulla teologia patristica, scolastica e contemporanea". È disponibile per l'acquisto online.

1 - Relazione Pubblica e Privata
Il Catechismo Cattolico stabilisce quanto segue: “L'Economia cristiana, in quanto è Alleanza Nuova e definitiva, non passerà mai e non è da aspettarsi alcuna nuova Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Ge Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 4]. Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è pe completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli (CCC, 66). In questo   articolo   si   svela   il   dinamismo   della   rivelazione   pubblic la   quale   si   esplicita progressivamente. Se, da un lato, questo articolo riferisce che Ge ci ha rivelato tutto quello di cui abbiamo  bisogno  per  la  salvezza  e  che  non  ci  si  deve  aspettare  nessuna  nuova  rivelazione pubblica (il Deposito della Fede), dall'altro lato, afferma che non tutto nella rivelazione pubblica di Cristo ci è stato rivelato “espliticamente”. Per quanto riguarda la dottrina di Ge non esplicitamente rivelata, mi preme dire le sue parole ai suoi discepoli prima di lasciare questo mondo: Ho ancora molte cose da dirvi, ma per ora non siete capaci di portarne il peso. Quando pe verrà lo Spirito di verità  Egli vi insegnetutta la verità (Giovanni 16:12).
   I documenti della Chiesa dei passati 2000 anni testimoniano ulteriormente la continua e crescente esplicitazione, cioè il dispiegarsi della rivelazione pubblica che è tuttora in corso: non dichiarano mai che la rivelazione è finita” o terminata” con Cristo, ma piuttosto che la rivelazione pubblica di Cristo è “completa”. Sfortunatamente l'uso del 19° secolo della parola fine in realtà è una sfortunata traduzione della parola latina compleo, che la Chiesa usa per descrivere la rivelazione pubblica di Cristo. Infatti, compleo non significa affatto fine”, ma significa invece la base della rivelazione che in Cristo è costituita una volta per tutte. Difatti, la rivelazione avviene tramite la voce di insegnamento ufficiale della Chiesa (Magisterium) ed anche tramite l'incarico del profeta (tramite il quale la Chiesa  riceve rivelazioni private) al quale San Paolo assegna il secondo posto subito dopo il ministero degli apostoli: Alcuni perc Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli...” (1 Corinzi 12:28).
   Questa è una delle molte ragioni per cui le rivelazioni private della Chiesa - non essenziali per la nostra salvezza, tuttavia valide per la nostra santificazione - sono importanti oggi: essi costituiscono la continua e crescente esplicitazione della rivelazione pubblica di Cristo. La loro importanza è testimoniata nelle conseguenze spirituali che ne sarebbero derivate se la Chiesa le avesse ignorate. Se la Chiesa avesse ignorato le rivelazioni private di Santa Margherita Maria noi oggi non avremmo né la grazia della perseveranza finale tramite l'osservanza dei primi nove venerdì del mese la Festa del Sacro Cuore; se avesse ignorato le rivelazioni private di Suor Faustina non avremmo la Festa della Divina Misericordia che offre totale remissione di tutti i peccati e della punizione; se avesse ignorato le rivelazioni private della Serva di Dio Luisa Piccarreta non avremmo il più grande dono di Dio alla Chiesa, ossìa il dono di Vivere nella Divina Volontà, che conferisce all'anima sulla terra la stessa unione con la Divina Volontà che possiedono i santi in Paradiso.
   Tutto  sommato,  la  rivelazione  pubblica”  si  riferiscal  periodo  della  Chiesa  in  cui  Cristo proclamava la Buona Notizia della salvezza di cui gli apostoli hanno testimoniato per iscritto, che è stabilita per sempre e di cui le Scritture rendono testimonianza normativa. Invece le rivelazioni private esplicitano la rivelazione pubblica con un nuovo messaggio da Cristo alle chiese oggi, radicato nella Tradizione apostolica.  Teologi rinomati, il  Cardinale Joseph Ratzinger, Urs von Balthasar, René Laurentin (…) sostengono unanimamente che la rivelazione non finisce mai, e che con Cristo e con gli apostoli tale rivelazione è materialmente” compiuta in lui e normativamente trasmessa dagli apostoli sotto forma di Scrittura. Tuttavia, poiché nel corso dei secoli si presentano nuove epoche e nuove circostanze, e Dio continua a rivelarsi alla sua Chiesa in ogni epoca, la rivelazione materialmente compiuta con Cristo richiede sempre una forma nuova, e questa forma è spesso la testimonianza scritta di profeti di oggi, come Luisa.




2 -Chi è Luisa Piccarreta?
2.1 - La vita
23 aprile 1865: nascita di Luisa e Battesimo nella Domenica in albis” (esattamente 130 anni dopo Papa Giovanni Paolo II proclamò questo giorno Domenica della Divina Misericordia).
23 aprile 1874: all'e di 9 anni, nella Domenica in albis” Luisa riceve la Prima Comunione e  la Cresima. Lei comincia a sentire la voce di Gesù.
1878: all'e di 13 anni Luisa riceve la sua prima visione di Ge carico della Croce che la implora, Anima, aiutami!”
1881: all'età di 16 anni Luisa accetta lo stato di vittima ed è a periodi confinata a letto.
1882: all'età di 17 anni Luisa compone la Novena di  Natale che lei avrebbe recitato ogni anno per il resto della sua vita.
Novembre 1887: all'edi 22 anni Luisa è definitivamente confinata a letto.
16 ottobre 1888: all'e di 23 anni Luisa fa esperienza delle prime nozze dello sposalizio mistico sulla terra.
7 settembre 1889: all'e di 24 anni Luisa fa esperienza delle seconde nozze dello sposalizio mistico in cielo, cioè, il dono di Vivere nella Divina Volontà in cui Ge prende possesso del cuore di Luisa. Alcuni giorni dopo la Trini conferma Luisa e stabilisce nel suo cuore la Sua inabitazione divina.
Voce non datata: Luisa fa esperienza delle sue terze nozze dello sposalizio mistico della Croce.
28 febbraio 1899: all'età di 33 anni, in obbedienza al suo confessore, Luisa comincia a scrivere.
16 novembre 1900: All'età di 35 anni Luisa fa esperienza delle quarte nozze, in cui lei   prende possesso del cuore di Gesù, riceve tre respiri divini, e inizia  a concentrarsi nella Divina Volontà e nel possederla interamente e completamente.
12 novembre 1925: Papa Pio XI istituisce la Festa di Cristo Re.
7 ottobre 1928: All'e di 63 anni Luisa si trasferisce presso l'Orfanatrofio delle Sorelle del Divino Zelo a Corato.
31 agosto 1938: Tre delle opere di Luisa vengono messe sull'indice dei Libri Proibiti, accanto a quelle di Suor Faustina Kowalska e di Antonio Rosmini tutte le quali furono poi riabilitate dalla Chiesa.
7 ottobre 1938: All'e di 73 anni Luisa lascia l' Orfanatrofio delle Sorelle del Divino Zelo. Il Rev. Benedetto Calvi ricolloca Luisa in Via Maddalena, dove lei avrebbe finito i suoi ultimi anni di vita.
28 dicembre 1938: Luisa scrive il suo ultimo volume (il 36° volume).
4 marzo 1947: Dopo un breve eccesso di polmonite - l'unica malattia diagnosticabile della sua vita - Luisa Piccarreta muore.
20 novembre 1994:  Apertura della Causa di Beatificazione di Luisa; lei riceve il titolo di Serva di Dio.
29 ottobre 2005: La Causa di Beatificazione di Luisa conclude il suo iter diocesano.

2.2 - Dottrina
2.2.1 - I 3 Fiat della Creazione, della Redenzione e della Santificazione: Mentre ciascuna delle tre divine Persone è distinta ma inseparabile, molti teologi, ivi compreso sant’Agostino, sostengono che le opere ad extra di Dio possano essere appropriate alle Persone divine. Nel testo di Luisa a Dio Padre viene appropriata l'opera della Creazione, a Dio Figlio l'opera della Redenzione, e a Dio Spirito Santo l'opera della Santificazione.
2.2.2 - I  tre modi di preghiera ed azione: Alla luce della tripartizione di Giovanni della Croce delle tre fasi dell'unione mistica con Dio, cioè la purificazione, l'illuminazione e l'unificazione, e delle 7 mansioni interiori di Santa Teresa D'Avila, i professori della teologia mistica rivelano due modi di pregare e di agire: il modo umano (modo humano) e il modo divino (modo divino). Il modo umano corrisponde alla fase di purificazione di Giovanni e alle prime 3 mansioni di Teresa. Il modo divino corrisponde all'illuminazione e alle fasi di unificazione di Giovanni, e alle mansioni 4-7 di Teresa. Finché il dono di Vivere nella Divina Volontà non fu liberamente realizzato da Dio nella Chiesa, non era stata fatta alcuna citazione al modo eterno, cioè finché gli scritti approvati di Luisa hanno rivelato che il dono di Vivere nella Divina Volon ammette l'essere umano al modo eterno di Dio, in tal modo che Dio assorbe e eleva le preghiere e le opere dell'anima a partecipare continuamente all'operato eterno della Trinità. Siccome l'operato Trinatario è eterno, e perc trascende il tempo e lo spazio,  la sua elevazione degli atti dell'anima loro il potere di trascendere il tempo e lo spazio, e di multilocare e concomitantemente avere un forte effetto su tutte le creature del passato, del presente e del futuro, razionali e irrazionali. In questo modo eterno all'anima viene ridato il dono che Adamo ed Eva, e Ge e Maria possedevano, e che restituisce ad essa il ruolo di corona di tutta la creazione. Simile al capitolo 3.51-90 di Daniele[1] e al Salmo 148[2], le cui preghiere nel modo divino eserciterebbero  un  forte  influsso  sulle creature del  loro  tempo,  giri”  di  Luisa  nella creazione forniscono un metodo di preghiera nel modo eterno che esercita un forte influsso sulle creature di tutti i tempi.
2.2.3 - Una nuova santità: Se a Luisa Ge rivela che il modo eterno della santi è una nuova santi che sorpassa tutte le altre forme di santità, questa affermazione richiede qualificazione. La vita mistica per molti versi è un fenomeno di esperienza soggettiva, ed è spesso oltre la nostra comprensione determinare oggettivamente la grandezza della santi di un individuo, ancor meno di paragonare una santi con un'altra. In realtà, Ge rassicura Luisa che il dono di Vivere nella Divina Volontà non è tanto una chiamata alla santi personale, quanto una chiamata a santificare tutte le cose per la realizzazione del suo regno. Mentre è futile perc fare confronti tra questa o quella santità, è giusto asserire che una forma di santi può essere più grande di un'altra quando la sua grandezza è determinata dalla natura intrinseca del dono, e non dalla fedele corrispondenza del ricevente a qualsiasi grazia Dio possa desiderare offrirgli, la quale corrispondenza Dio solo contempla.
2.2.4 - Differenza tra fare e vivere” nella Divina Volontà: considerando i modi divino ed eterno di preghiera ed azione, Ge rivela a Luisa le espressioni, fare la Divina Volontà” per intendere la prima e Vivere nella Divina Volontà” per intendere la seconda. Egli afferma che Vivere nella Divina Volontà” è il modello che è più vicino ai beati in cielo” e con una distanza dal fare la Divina Volontà”come quella del cielo dalla terra. La seguente analogia descrive questi due modi: il modo divino di preghiera è quello di una persona santa sulla terra che desidera pregare per le anime defunte in un cimitero. Per farlo, egli deve camminare da una pietra tombale all'altra per vedere chi è la persona per cui deve pregare, e poi pregare per quell'anima, un'anima per volta. Il modo eterno di preghiera è quello di uno che, desiderando di pregare per le anime di un cimitero, viene sollevato in un piano alto e osserva tutte le anime con gli occhi di un uccello per pregare per tutti concomitantemente. Vivere nella Volontà Divina è invitare l'operato eterno di Dio nelle nostre preghiere ed opere finite, opera che conferisce loro una quali eterna, per cui tali preghiere esercitano un forte influsso su tutte le anime del passato, del presente e del futuro contemporaneamente.
2.2.5 - Il dono di Vivere nella Divina Volontà pone nell'anima la Vita Reale” di Gesù. Questa Vita Reale è simile alla Presenza Reale” di Ge nell'Eucaristia, e si perpetua nell'anima che vive nella Divina Volontà. Il Catechismo di Baltimora affermò che dopo che uno ha consumato l'Ostia consacrata, gli accidenti del pane rimangono in lui per circa 15 minuti, e poi vengono digeriti. Nell'anima che vive nella Divina Volontà, Ge rivela a Luisa che nonostante che gli accidenti del pane consacrato siano consumati, la presenza di lui nell'Ostia consacrata viene perpetuata in quell'anima, costituendo così la sua Vita Reale. In questo modo, l'anima che vive nella Divina Volontà diventa un' Ostia Vivente”, cioè un altro Ge che intercede per tutta l'umanità.

2.3 – Spiritualità
2.3.1  -  L' Offerta Mattutina  nella Divina Volontà (vedi  pp.  9-11);  Luisa  si  riferisce a questa preghiera anche come atto preventivo): Ge chiede che recitiamo questa preghiera all'inizio del giorno, perché facendo così invitiamo l'operato eterno di Dio in tutti i nostri pensieri, parole ed opere di tutto la giornata. Di conseguenza, Ge assorbe tutti i nostri atti finiti nella suo operato che abbraccia, sostiene e ravviva tutte le cose. In questo modo tutto quello che pensiamo, diciamo e facciamo, sostiene e ravviva tutte le creature del cosmo.
2.3.2 - Il rinnovamento dell' Offerta Mattutina durante la giornata (Luisa si riferisce a questo anche come all' atto presente): Siccome le distrazioni durante la giornata possono diminuire l'efficacia della nostra Offerta Mattutina, Ge ci invita a rinnovarla di tanto in tanto lungo la giornata. Questo rinnovamento può essere o una ripetizione delle stesse parole dell'Offerta Mattutina, o può essere  una  semplice  pronuncia  di  una  o  due  frasi  in  cui  invitiamo  la  Trini ad  operare continuamente nella nostra memoria, volontà, e nel nostro intelletto, ed a dare moto continuo al nostro respiro, battito di cuore e sangue di vita. Difatti a Luisa Gesù rivela che in Adamo il Padre operava continuamente nella sua volontà e nel suo cuore, il Figlio di Dio nel suo intelletto e nel suo sangue, e lo Spirito Santo nella sua memoria e nel suo respiro.
2.3.3 - I Giri” nella creazione: ogni giorno l'anima cerca di contraccambiare l'amore che Dio ha posto nella creazione con l'amore per essa, andando attraverso la creazione adorando, ringraziando e glorificando Dio. Qui l'anima si biloca” per la creazione assimilando i suoi pensieri, parole e atti a quelli di tutti gli esseri umani, ed essa loda, adora e ringrazia Dio da parte di tutte le creature del cosmo. Assimilando nella sua vita quotidiana ogni suo pensiero, parola ed opera con quelli di tutte le creature, razionali ed irrazionali, l'anima divinizza l'attivi di tutte il cosmo. In realtà, a Luisa Ge rivela che nella sua vita nascosta, ogni suo respiro, passo, parola e perfino gli atti apparentamente più insignificanti, avevano divinizzato tutta l'attivi umana e l'attivi di tutte le creature - mentre la sua Passione ha redento l'uomo, la sua vita nascosta ha divinizzato l'uomo.
Luisa compiva i suoi Giri con uno o due movimenti della sua anima. Per illustrare meglio questa dinamica interiore, il suo primo movimento interiore è generale, per cui lei offriva a Dio l'amore, la lode e il ringraziamento di e per tutte le creature contemporaneamente. Il suo secondo movimento interiore è particolare, per cui lei offre a Dio tutte le cose individualmente o in gruppo, per esempio gli atti di tutti gli esseri umani, i movimenti delle stelle, degli alberi, ecc. Ricordando il capitolo 3.57 di Daniele e il Salmo 148, lei faceva i suoi Giri, ma con l'operato eterno di Dio lei esercitava un influsso universale in tutte le cose create contemporaneamente.
2.3.4 - La ripetizione degli “atti divini” dell'anima: Gli atti divini sono l'operato eterno Trinitario (che trascende il tempo e lo spazio e che  esercita un effetto su tutte le creature concomitantamente) che assorbe i nostri atti finiti in modo tale che i nostri atti esercitino un effetto su tutto il cosmo. Tali atti divini preparano tutti gli esseri umani a ricevere il dono di Vivere nella Divina Volontà, essi aiutano a liberare la creazione dalla schiavitù alla corruzione” (Romani 8), essi  preparano  il  mondo  ad  un'era  di  pace  universale,  e  aiutano  a  realizzare  sulla  terra l'adempimento della preghiera Padre Nostro: Venga il Tuo regno, sia fatta la Tua Volontà come in cielo così in terra.
2.3.5 - Meditazione su Le Ore della Passione di nostro Signore Ge Cristo: Questo è forse il lavoro scritto da Luisa che fa ottenere più indulgenze, poiché le preghiere contenute in questa meditazione aiutano a salvare anime e ad allontanare le calamità, ad offrire protezione alle anime e a fare riparazione a Dio. A Luisa Ge rivela che quelli che regolarmente meditano questo scritto, se verranno tentati supereranno tutte le debolezze, e se saranno imperfetti diventeranno santi e otterranno la perfezione. Inoltre, egli le assicura che non c un'anima che entra nel purgatorio o in cielo che non beneficia di queste Ore della Passione.
2.3.6 - Meditazione sulle 36 lezioni  della Beata Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà, che ci insegnano a Vivere nella Divina Volontà: Queste sono meditazioni quotidiane per ogni giorno durante il mese di maggio (incluse 5 lezioni extra su richiesta del confessore), ma esse possono essere usate per la meditazione in qualsiasi mese. Come Ge ci ha dato lezioni in 36 volumi, così qui Maria ci offre 36 lezioni.
2.3.7 - I 36 Volumi: Questi contengono le rivelazioni di Ge a Luisa su come Vivere nella Divina Volontà. I 36 volumi comprendono oltre 5000 pagine scritte da Luisa che aveva poco più di una prima elementare. Dei 36 volumi, il primo gruppo di 12 si riferisce al Fiat della Redenzione, il secondo gruppo di 12 si riferisce al Fiat della Creazione, e il terzo gruppo di 12 al Fiat della Santificazione. Mentre Luisa scriveva in modo sporadico e poco coordinato, la dottrina di lei come dimostrato nella mia tesi di dottorato - rimane incontestabile. I suoi 36 volumi sono primariamente intesi per la gerarchia della Chiesa, i suoi sacerdoti e vescovi, che Gesù chiama per rivederli e interpretarli  alla luce della Sacra Scrittura,  della Tradizione e degli  insegnamenti magisteriali. Questi servono per poi trasmetterli al laicato con brevi insegnamenti di dottrina solida. Considerato il fatto che pochi laici avranno il tempo di leggere oltre 5000 pagine, tutti i 36 volumi sono stati presentati in modo stematico e sintetico in 400 pagine per i laici nella tesi intitolata, Il Dono di Vivere nella Divina Volontà negli scritti di Luisa Piccarreta  – un indagine sui primi concilii ecumenici,  e  sua  teologia  patristica,  scolastica  contemporanea”  (disponibile  online  per l'acquisto). Questa tesi è stata ufficialmente approvata nel 2013 dall'Università Pontificia di Roma, autorizzata dalla Santa Sede.
2.3.8 - Il progresso dell'anima nella Divina Volontà: Alcune anime vivono imperfettamente nella Divina Volontà, altre più perfettamente, ed altre al punto di immergersi completamente nella Divina Volontà.
2.3.9 - I Quattro Passi per Vivere nella Divina Volontà: Desiderio (ci ammette al dono), la conoscenza (ci fa progredire nel dono), la virtù (ci tiene ancorati a questo dono), e la vita (realizza questo  dono).  Se l’anima nello  stato  di  graziacon  santo  desiderio,  può  immediatamente entrare e partecipare nell’ operato eterno di Dio e esercitare un influsso su tutto il creato contemporaneamente, solo dopo ciò,  ancorata e ben radicata nelle virtù,  sperimenta la vita nella Divina Volontà, ossia la partecipazione continua nell’ operato eterno di Dio.

Offerta Mattutina nella Divina Volontà
(Atto Preventivo)
A Luisa Gesù rivela che ogni mattina la nostra preghiera dovrebbe essere fatta nella Divina Volontà. Gesù  istruisce  Luisa e ciascundnosu  come recitare  questa preghiera ogni mattina. Il 27 maggio 1922 del volume 14, a Luisa Gesù afferma che lOfferta Mattutina nella Divina Volontà (atto preventivo) viene fatto quando l'anima, al sorgere del giorno, fissa la sua volontà nella Volontà di Dio. In questo momento l'anima decide e conferma che vuol vivere e operare solo nella Volontà di Dio. L'anima anticipa tutti i suoi atti dell'intera giornata in questa offerta mattutina, consacrandoli alla Divina Volontà. Immediatamente latto eterno di Dio asorbisce gli atti umani in modo che esercitano, con Dio, un influsso eterno su tutto il creato; la Divina Volontà eleva gli atti umani a far sì che abbraccino le vite di tutte le creature del passato, del presente e del futuro.
   Poichè l'auto-stima, la negligenza e altre cose durante la giornata possono diminuire l'efficacia dell'atto preventivo, come nuvole davanti al sole, questo atto va rinnovato durante la giornata. Gesù si riferisce a questo rinnovamento come all atto presente che elimina gli ostacoli che possano diminuire l'atto preventivo. A Luisa Gesù rivela che sia l'atto preventivo che quello presente sono necessari per Vivere nella Divina Volontà: il primo prepara e ammette l'anima a Vivere nella Divina Volontà, mentre il secondo mantiene ed espande l'anima in quella stessa Divina Volontà.
   Se si mantiene una attiva etica di lavoro, si può rinnovare l'atto preventivo tre-quattro volte al giorno. Il modo di rinnovare questo atto non consistere nel solo ripeterlo, nonostante questo sia un buon metodo. A Dio fa piacere che per Lui esprimiamo il nostro amore in vari modi. Si può rinnovare questo atto, per esempio, consacrando e immedesimando i nostri atti con Dio nei Fiat della Creazione, della Redenzione e della Santificazione. Con questo metodo, latto preventivo assume i lineamenti dei giri della creazione che, pur essendo distinti, diventano un tuttuno nell’ atto eterno ed unico di Dio.
   Ora, ogniqualvolta rinnoviamo questo atto dovremmo, come Luisa, farlo con due moti dell'anima. Luisa usava spesso questo approccio. Il primo moto dell'anima è generale”, e qui offriamo a Dio l'amore, la lode e il ringraziamento di tutte le cose e per tutte le cose immediatamente, poiché esse sono presenti a noi nel momento eterno di Dio. Il secondo moto è particolare”, e qui offriamo a Dio tutte le cose a gruppi, uno  per  volta  (i  soli  del  cosmo,  le  stelle,  le  acque,  tutta  l'umanità,  ecc.)  o individualmente (questa o quella creatura particolare). Luisa ha praticato entrambi i moti regolarmente finché non è entrata alla sua ricompensa eterna.
   Il seguente atto preventivo, conosciuto anche come Offerta Mattutina nella Divina Volontà, è una bella preghiera compilata da numerosi estratti dei 36 volumi di Luisa seguendo il suo metodo di preghiera, che lei utilizzava ogni mattina.

Offerta del Mattino nella Divina Volontà
[Preghiera da recitare  come atto preventivo: cfr. Vol. 14°, 27  maggio 1922]
O Cuore Immacolato di Maria, Madre e Regina della Divina Volontà, io ti supplico, per i meriti infiniti del Sacro Cuore di Gesù, e per le grazie che Dio ti ha concesso fin dalla tua Immacolata Concezione, la grazia di non peccare mai p.
Sacratissimo Cuore di Ge, Io sono un povero e indegno peccatore e ti chiedo la grazia di permettere a tua Madre ed a Luisa di formare in me gli atti divini che hai ottenuto per me e per tutti. Questi atti sono i più preziosi di tutti, perché essi portano il potere eterno del tuo Fiat e attendono il mio Sì, sia fatta la tua Volontà” (Fiat Voluntas Tua).
Perciò vi supplico, Ge, Maria e Luisa, di accompagnarmi ora mentre prego:
Io sono nulla e Dio è tutto, vieni Divina Volontà a regnare in me. Vieni Padre celeste, a battere nel mio cuore e a muoverti nella mia volontà; vieni adorato Figlio, a fluire nel mio sangue ed a pensare nel mio intelletto; vieni Spirito Santo, a respirare nei miei polmoni e a ricordare nella mia memoria.
Io mi fondo nella Divina Volontà e metto il mio Ti amo, Ti adoro e Ti benedico Dio, nei Fiat della Creazione. Con il mio Ti amo la mia anima si biloca nella creazione dei cieli e della terra; Ti amo nelle stelle, nel sole, nella luna e nei cieli; Ti amo nella terra, nelle acque e in ogni creatura vivente che mio Padre ha creato per amore di me, affinchè io possa ricambiare amore per amore.
Ora entro nella Santissima Umanità di Ge, che abbraccia tutti gli umani. Metto il mio Ti adoro, Gesù, in ogni tuo respiro, battito di cuore, pensiero, parola e passo. Ti adoro nei sermoni della tua vita pubblica nei miracoli che hai compiuto, nei Sacramenti che hai istituito e nelle più intime fibre del tuo Cuore.
Ti benedico, Gesù, in ogni tua lacrima, in ogni colpo, ferita, spina e in ogni goccia di Sangue che ha diffuso luce per la vita di ogni essere umano. Ti benedico in tutte le tue preghiere, riparazioni, offerte, e in ognuno degli atti interiori e delle pene che hai sofferto fino all'ultimo alito sulla Croce. Io unisco la tua Vita e tutti i Tuoi atti, Ge, al mio Ti amo, Ti adoro e Ti benedico.
Ora entro negli atti di mia Madre Maria e di Luisa. Metto il mio Grazie in ogni pensiero, parola ed azione di Maria e di Luisa. Grazie nelle gioie e nei dolori della Redenzione di Gesù e della Santificazione dello Spirito Santo. Fuso in questi atti, faccio fluire il mio  Ti amo e Ti benedico  Dio nei rapporti di ogni creatura per riempire i loro atti di luce e di vita: per riempire gli atti di Adamo ed Eva; dei patriarchi e dei profeti; di tutte le anime del passato, del presente e del futuro; delle anime sante del purgatorio; degli angeli e dei santi.
Ora faccio miei questi atti, e li offro a Te, mio tenero e amorevole Padre. Possano essi aumentare la gloria dei tuoi figli, e possano glorificare, soddisfare e onorare Te per conto loro.
Ora incominciamo il nostro giorno con i nostri Atti Divini fusi insieme. Grazie Santissima Trinità per avermi permesso di unirmi a Te per mezzo della preghiera nel Tuo operato eterno. Venga il Tuo Regno e sia fatta la Tua Volontà in terra come in Cielo. Fiat


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“Riscontra quante vite di santi vuoi, o libri di dottrina: in nessuno troverai i prodigi del mio Volere operante nella creatura e la creatura operante nel Mio. Al più troverai la rassegnazione, l’unione dei voleri, ma il Volere Divino operante in essa ed essa nel Mio, in nessuno lo troverai.
Ciò significa che non era giunto il tempo in cui la mia bontà doveva chiamare la creatura a vivere in questo stato sublime. Anche lo stesso modo come ti faccio pregare non si riscontra in nessun altro”. Così parla  Gesù a Luisa Piccarreta (Vol. 14°, 06-10-1922).

L’atto preventivo e l’atto attuale. (1) Stavo pensando tra me: “Se è così grande un atto fatto nel suo Volere, quanti, ahimè! non ne faccio sfuggire?” Ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, c’è l’atto preventivo e l’atto attuale. Il preventivo è quello quando l’anima, dal primo sorgere del giorno, fissa la sua volontà nella mia, e si decide e si conferma di voler vivere ed operare solo nel mio Volere, previene tutti i suoi atti e li fa scorrere tutti nel mio Volere. Con la volontà preventiva il mio Sole sorge, la mia Vita resta duplicata in tutti i tuoi atti come dentro d’un solo atto, e questo supplisce all’atto attuale. Ma però, l’atto preventivo può essere ombrato, oscurato dai modi umani, dalla volontà propria, dalla stima, dalla trascuratezza ed altro, che sono come nubi innanzi al sole, che rendono meno vivida la sua luce sulla faccia della terra. Invece l’atto attuale non è soggetto a nubi, ma ha virtù di diradare le nubi se ci sono, e fa sorgere tant’altri soli in cui resta duplicata la mia Vita, con tale vivezza di luce e calore, da formare altrettanti nuovi soli, l’uno più bello dell’altro. Però tutti e due sono necessari, il preventivo dà la mano, dispone e forma il piano all’attuale; l’attuale conserva ed allarga il piano del preventivo”. (Luisa Piccarreta. Vol. 14°, 27  maggio 1922)
La preghiera nella Divina Volontà  ...Avendo fatto la Comunione, stavo dicendo a Gesù: «Ti amo», e Lui mi ha detto: “Figlia mia, vuoi amarmi davvero? Dì: Gesù, ti amo con la tua Volontà; e siccome la mia Volontà riempie Cielo e terra, il tuo amore mi circonderà ovunque e il tuo «Ti amo» si ripercuoterà lassù nei Cieli e fin nel profondo degli abissi. Così, se vuoi dire «Ti adoro, ti benedico, ti lodo, ti ringrazio», lo dirai unita con la mia Volontà e riempirai Cieli e terra di adorazioni, di benedizioni, di lodi, di ringraziamenti nella mia Volontà. Queste sono cose semplici, facili ed immense”.
La mia Volontà, è tutto, tanto che gli stessi miei attributi, che sono?  Un atto semplice della mia Volontà.  Sicché se la Giustizia, la Bontà, la Sapienza, la Fortezza, fanno il loro corso, la mia Volontà le precede, le accompagna, le mette in atto di operare;  insomma, non si spostano un punto dal mio Volere.  Perciò, chi prende la mia Volontà prende tutto, anzi può dire che la sua vita è finita, finite le debolezze, le tentazioni, le passioni, le miserie, perché in chi fa il mio Volere tutte le cose perdono i loro diritti, perché il mio Volere ha il primato su tutto e diritto a tutto.
 (Luisa Piccarreta. Vol. 11°, 02.10.1913).

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[1] 51 Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo: 52 «Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, degno di lode e di gloria nei secoli.Benedetto il tuo nome glorioso e santo,degno di lode e di gloria nei secoli.53 Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, degno di lode e di gloria nei secoli.54 Benedetto sei tu nel trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.55 Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gliabissi e siedi sui cherubini, degno di lode e di gloria nei secoli.56 Benedetto sei tu nel firmamento del cielo,degno di lode e di gloria nei secoli.57 Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 58 Benedite, angeli del Signore, il Signore,lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 59 Benedite, cieli, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 60 Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore,lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
61 Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 62 Benedite, sole e luna, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 63 Benedite, stelle del cielo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 64 Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 65 Benedite, o venti tutti, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 66 Benedite, fuoco e calore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli.67 Benedite, freddo e caldo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 68 Benedite, rugiada e brina, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 69 Benedite, gelo e freddo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli.  70 Benedite, ghiacci e nevi, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 71 Benedite, notti e giorni, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 72 Benedite, luce e tenebre, il Signore,  lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 73 Benedite, folgori e nubi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 74 Benedica la terra il Signore, lo lodi e lo esalti nei secoli. 75 Benedite, monti e colline, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 76 Benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli.77 Benedite, sorgenti, il Signore,  lodatelo ed esaltatelo nei secoli.78 Benedite, mari e fiumi, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 79 Benedite, mostri marini e quanto si muove nell'acqua, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 80 Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 81 Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 82 Benedite, figli dell'uomo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli.  83 Benedica Israele il Signore, lo lodi e lo esalti nei secoli. 84 Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 85 Benedite, o servi del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 86 Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 87 Benedite, pii e umili di cuore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. 88 Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli, perché ci ha liberati dagl'inferi, e salvati dalla mano della morte, ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente, ci ha liberati dal fuoco. 89 Lodate il Signore, perché egli è buono, perché la sua grazia dura sempre. 90 Benedite, fedeli tutti, il Dio degli dèi, lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia dura sempre». 
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[2] 1 Alleluia. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell'alto dei cieli. 2 Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. 3 Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. 4 Lodatelo, cieli dei cieli, voi acque al di sopra dei cieli. 5 Lodino tutti il nome del Signore, perché egli disse e furono creati. 6 Li ha stabiliti per sempre, ha posto una legge che non passa.7 Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti abissi, 8 fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che obbedisce alla sua parola, 9 monti e voi tutte, colline, alberi da frutto e tutti voi, cedri, 10 voi fiere e tutte le bestie, rettili e uccelli alati.11 I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra, 12 i giovani e le fanciulle, i vecchi insieme ai bambini 13 lodino il nome del Signore: perché solo il suo nome è sublime,  la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli. 14 Egli ha sollevato la potenza del suo popolo. È canto di lode per tutti i suoi fedeli, per i figli di Israele, popolo che egli ama.
Alleluia. http://www.laparola.net/testo.php?versioni%5B%5D=C.E.I.&riferimento=Salmi148