Lamenti e
dolori della privazione di Gesù. Pene
di Gesù nel Seno Materno.
Chi vive nel Voler Divino è come membro
vincolato con la Creazione.
Gesù a Luisa Piccarreta:
...
(6) “Vuoi vedere
come stavo nel seno della mia Mamma Sovrana e ciò che in Lei
pativo? ”.
(7) Ora mentre
ciò diceva si ha messo dentro di me, in mezzo al mio petto, steso, in
uno stato di perfetta immobilità, i suoi piedini e manine erano
tanto tesi ed immobili da
far pietà, gli mancava lo spazio per muoversi, per aprire gli
occhi, per respirare
liberamente, e quello che più straziava era vederlo in atto di
morire continuamente. Che pena vedere morire il mio piccolo Gesù, io
mi sentivo messa insieme con Lui, nello stesso stato di immobilità. Onde dopo qualche tempo il bambinello Gesù
stringendomi a Sé mi ha detto:
(8) “Figlia mia, il mio stato nel
seno Materno fu dolorosissimo, la mia piccola Umanità
teneva l’uso perfetto di ragione e di sapienza infinita, quindi
fin dal primo istante del mio concepimento, comprendevo tutto il mio stato
doloroso, l’oscurità del carcere materno,
non avevo neppure uno spiraglio di luce! Che lunga notte di nove mesi!
La strettezza del
luogo che mi costringeva ad una perfetta immobilità sempre in silenzio, né mi
era dato di vagire, né di singhiozzare,
per sfogare il mio dolore, quante lacrime non versai nel sacrario del seno
della Mamma mia, senza fare il minimo moto e questo era nulla, la mia piccola Umanità aveva preso l’impegno di
morire tante volte, per soddisfare la
Divina Giustizia, quante volte la creatura aveva fatto morire la Volontà
Divina in loro, facendo il grande affronto di dar vita all’umana volontà,
facendo morire in loro una Volontà
Divina. Oh! come mi costarono queste morti; morire e vivere, vivere e morire,
fu per Me la pena più straziante e continua, molto più che la mia Divinità,
sebbene era con Me una sola cosa ed
inseparabile da Me, nel ricevere da Me queste soddisfazioni si atteggiava a
giustizia, e sebbene la mia Umanità era santa e pure era la lucerna innanzi al
Sole immenso della mia Divinità, Io sentivo tutto il peso delle soddisfazioni
che dovevo dare a questo Sole Divino e
la pena della decaduta umanità che in Me doveva risorgere a costo di tante mie morti. Fu il respingere la Volontà Divina dando vita alla propria, che formò la rovina dell’umanità
decaduta ed Io dovevo tenere in stato di morte continua la mia Umanità e
volontà umana, per fare che la Volontà Divina avesse vita continua in Me per stendervi il suo
regno. Dacché fui concepito, Io pensavo
e mi occupavo a stendere il regno del
Fiat Supremo nella mia Umanità, a costo di non dar vita alla mia volontà umana,
per far risorgere l’umanità decaduta, affinché fondato in Me questo regno,
preparassi le grazie, le cose necessarie, le pene, le soddisfazioni che ci
volevano per farlo conoscere e fondarlo in mezzo alle creature. Perciò tutto ciò che tu fai, quello che faccio in te per questo
regno, non è altro che la continuazione di ciò che Io feci dacché fui concepito nel seno della Mamma mia. Perciò se vuoi che svolga in te il regno
dell’eterno Fiat, lasciami libero, né dar mai vita alla tua volontà”.
(9) Dopo ciò
seguivo i miei atti nell’eterno Volere ed il dolce Gesù ha soggiunto:
(10)
“Figlia mia, la mia Volontà è l’anima e tutta la Creazione è il corpo di Essa,
e
come l’anima è una nel corpo, una la sua volontà, invece il corpo
tiene tanti diversi
sensi, che come tanti diversi tasti ognuno fa la sua suonatine ed
esercita ciascun
membro il suo ufficio distinto; ma però c’è tale ordine e armonia
tra loro, che quando un
membro esercita il suo ufficio, tutte le altre membra sono tutte
intenti sul membro
operante e penano insieme se quel membro soffre e godono se gode,
perché una è la
volontà che le muove, una è la forza che posseggono. Così è tutta la Creazione, è
come corpo animato dalla mia Volontà e ad onta che ciascuna cosa
creata fa il suo
ufficio distinto, sono tanto unite tra loro, che sono più che
membra al corpo. Ed essendo la sola mia
Volontà che le anima e domina, una è la forza che posseggono. Ora, chi fa
la mia Volontà e vive in Essa, è un membro che appartiene al corpo della
Creazione e perciò possiede la forza universale di tutte le cose create, neppure
esclusa quella del suo Creatore, perché
la mia Volontà circola nelle vene di tutta la Creazione più che sangue nel
corpo, sangue puro, santo, vivificato di luce, che giunge a spiritualizzare
lo stesso corpo. L’anima è tutta intenta a tutta la Creazione
per fare ciò che essa fa, per stare in comunicazione di tutti i suoi atti, e tutta
la Creazione è intenta su di lei per ricevere gli atti suoi, perché l’ufficio
di questo membro in mezzo ad esso, è tanto bella la sua sonatine che tutti sono intenti ad ascoltarla, perciò il
vivere nel mio Volere è la sorte più
felice ed indescrivibile, i suoi atti, il suo punto di partenza è sempre per il
Cielo, la sua vita è in mezzo alle sfere”.
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Dicembre 24, 1926
Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo
alle creature. Il richiamo delle creature nell’ordine, al suo posto e
nello scopo per cui fu creata da Dio”. Serva di Dio Luisa Piccarreta:
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