La pace sia con te

lunedì 21 aprile 2014

Dolori di Gesù nel Seno Materno

Lamenti e dolori della privazione di Gesù.  Pene di Gesù nel Seno Materno.
Chi vive nel Voler Divino è come membro vincolato con la Creazione.



   
Gesù a Luisa Piccarreta:

... 
(6) “Vuoi vedere come stavo nel seno della mia Mamma Sovrana e ciò che in Lei
pativo? ”. 
(7) Ora mentre ciò diceva si ha messo dentro di me, in mezzo al mio petto, steso, in
uno stato di perfetta immobilità, i suoi piedini e manine erano tanto tesi ed immobili da
far pietà, gli mancava lo spazio per muoversi, per aprire gli occhi, per respirare
liberamente, e quello che più straziava era vederlo in atto di morire continuamente.  Che  pena vedere morire il mio piccolo Gesù, io mi sentivo messa insieme con Lui, nello stesso stato di immobilità.  Onde dopo qualche tempo il bambinello Gesù stringendomi a  Sé mi ha detto: 
(8) “Figlia mia, il mio stato nel seno Materno fu dolorosissimo, la mia piccola Umanità
teneva l’uso perfetto di ragione e di sapienza infinita, quindi fin dal primo istante del mio concepimento, comprendevo tutto il mio stato doloroso, l’oscurità del carcere materno,  non avevo neppure uno spiraglio di luce!  Che lunga notte di nove mesi!  La strettezza del luogo che mi costringeva ad una perfetta immobilità sempre in silenzio, né mi era  dato di vagire, né di singhiozzare, per sfogare il mio dolore, quante lacrime non versai nel sacrario del seno della Mamma mia, senza fare il minimo moto e questo era nulla, la  mia piccola Umanità aveva preso l’impegno di morire tante volte, per soddisfare la  Divina Giustizia, quante volte la creatura aveva fatto morire la Volontà Divina in loro, facendo il grande affronto di dar vita all’umana volontà, facendo morire in loro una  Volontà Divina.  Oh!  come mi costarono queste morti; morire e vivere, vivere e morire, fu per Me la pena più straziante e continua, molto più che la mia Divinità, sebbene era  con Me una sola cosa ed inseparabile da Me, nel ricevere da Me queste soddisfazioni si atteggiava a giustizia, e sebbene la mia Umanità era santa e pure era la lucerna innanzi al Sole immenso della mia Divinità, Io sentivo tutto il peso delle soddisfazioni che  dovevo dare a questo Sole Divino e la pena della decaduta umanità che in Me doveva  risorgere a costo di tante mie morti.  Fu il respingere la Volontà Divina dando vita alla  propria, che formò la rovina dell’umanità decaduta ed Io dovevo tenere in stato di morte continua la mia Umanità e volontà umana, per fare che la Volontà Divina avesse vita  continua in Me per stendervi il suo regno.  Dacché fui concepito, Io pensavo e mi  occupavo a stendere il regno del Fiat Supremo nella mia Umanità, a costo di non dar vita alla mia volontà umana, per far risorgere l’umanità decaduta, affinché fondato in Me questo regno, preparassi le grazie, le cose necessarie, le pene, le soddisfazioni che ci volevano per farlo conoscere e fondarlo in mezzo alle creature.  Perciò tutto ciò che tu  fai, quello che faccio in te per questo regno, non è altro che la continuazione di ciò che  Io feci dacché fui concepito nel seno della Mamma mia.  Perciò se vuoi che svolga in te il regno dell’eterno Fiat, lasciami libero, né dar mai vita alla tua volontà”. 
(9) Dopo ciò seguivo i miei atti nell’eterno Volere ed il dolce Gesù ha soggiunto: 
(10) “Figlia mia, la mia Volontà è l’anima e tutta la Creazione è il corpo di Essa, e
come l’anima è una nel corpo, una la sua volontà, invece il corpo tiene tanti diversi
sensi, che come tanti diversi tasti ognuno fa la sua suonatine ed esercita ciascun
membro il suo ufficio distinto; ma però c’è tale ordine e armonia tra loro, che quando un
membro esercita il suo ufficio, tutte le altre membra sono tutte intenti sul membro
operante e penano insieme se quel membro soffre e godono se gode, perché una è la
volontà che le muove, una è la forza che posseggono.  Così è tutta la Creazione, è
come corpo animato dalla mia Volontà e ad onta che ciascuna cosa creata fa il suo
ufficio distinto, sono tanto unite tra loro, che sono più che membra al corpo.  Ed essendo la sola mia Volontà che le anima e domina, una è la forza che posseggono.  Ora, chi fa  la mia Volontà e vive in Essa, è un membro che appartiene al corpo della Creazione e perciò possiede la forza universale di tutte le cose create, neppure esclusa quella del  suo Creatore, perché la mia Volontà circola nelle vene di tutta la Creazione più che sangue nel corpo, sangue puro, santo, vivificato di luce, che giunge a spiritualizzare lo  stesso corpo.  L’anima è tutta intenta a tutta la Creazione per fare ciò che essa fa, per stare in comunicazione di tutti i suoi atti, e tutta la Creazione è intenta su di lei per ricevere gli atti suoi, perché l’ufficio di questo membro in mezzo ad esso, è tanto bella la  sua sonatine che tutti sono intenti ad ascoltarla, perciò il vivere nel mio Volere è la sorte  più felice ed indescrivibile, i suoi atti, il suo punto di partenza è sempre per il Cielo, la sua vita è in mezzo alle sfere”. 

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Dicembre 24, 1926

 Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”. Serva di Dio Luisa Piccarreta: 




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