Il pensiero Napoleone Bonaparte su Gesù e la Chiesa
“Tutto
di Gesù mi sorprende. Il suo spirito mi supera e la sua volontà mi confonde.
Tra lui e qualsiasi altra persona al mondo non c’è possibilità di paragone. E’
veramente un essere a parte. Le sue idee, i suoi sentimenti, la verità che egli
annuncia, la sua maniera di convincere, non si riescono a spiegare né con le
istituzioni umane né con la natura delle cose. La sua nascita e la storia della
sua vita, la profondità della sua dottrina che raggiunge davvero la vetta delle
difficoltà e ne è la soluzione più ammirevole, il suo Vangelo, il suo cammino
attraverso i secoli, tutto rappresenta per me un prodigio. E’ un mistero
insondabile. Qui non vedo niente di umano, più guardo da vicino e più mi accorgo
che tutto è al di sopra di me, tutto appare più grande. Tra il cristianesimo e
qualsiasi altra religione c’è la distanza dell’infinito. Io di uomini me ne
intendo e Gesù Cristo non era solamente un uomo. In Licurgo, in Numa, in
Maometto, non vedo che dei legislatori i quali, poiché occupavano il primo
posto nello Stato, hanno cercato la migliore soluzione al problema sociale. Non
ci trovo nulla che nasconda la divinità ed essi stessi, del resto, non hanno
mai alzato le loro pretese così in alto. Cerco invano nella storia qualcuno
simile a Gesù Cristo o qualcuno che comunque si avvicini al Vangelo. Anche gli
empi non hanno mai osato negare la sublimità del Vangelo che ispira loro una
specie di venerazione obbligata! Che gioia procura questo libro! Dal primo
giorno fino all’ultimo, egli è lo stesso, sempre lo stesso, maestoso e
semplice, infinitamente severo e infinitamente dolce. Che parli o che agisca,
Gesù è luminoso, immutabile, impassibile. Gesù si è impadronito del genere
umano. Mentre tutto ciò che egli ha fatto è divino, negli altri, Zoroastro,
Numa, Maometto, non c'è nulla, al contrario, che non sia umano. L'azione di
questi mortali si limita alla loro vita. Cristo si tratta forse di una
invenzione dell'uomo? No, al contrario è una realtà inspiegabile. Gesù è il
solo che abbia osato tanto. E’ il solo che abbia detto chiaramente e affermato
senza esitazione egli stesso di sé: io sono Dio. Voi parlate di Cesare e di
Alessandro, delle loro conquiste e dell’entusiasmo che seppero suscitare nel
cuore dei soldati, ma quanti anni è durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo
si è mantenuto l’entusiasmo dei soldati di Alessandro? Invece per Cristo è
stata una guerra, un lungo combattimento durato trecento anni, cominciato dagli
apostoli e proseguito dai loro successori e dall’onda delle generazioni
cristiane. E che dura tutt'ora. Dopo san Pietro i trentadue vescovi di Roma che
gli sono succeduti sulla cattedra hanno, come lui, subito il martirio. Durante
i tre secoli successivi, la cattedra romana fu un patibolo che procurava
sicuramente la morte a chi vi veniva chiamato. In questa guerra tutti i re e
tutte le forze della terra si trovano da una parte, mentre dall’altra non vedo
nessun esercito, ma una misteriosa energia, alcuni uomini sparpagliati qua e là
nelle varie parti del globo e che non avevano altro segno di fratellanza che
una fede comune nel mistero della Croce. Potete concepire un morto che fa delle
conquiste con un esercito fedele e del tutto devoto alla sua memoria? Potete
concepire un fantasma che ha soldati senza paga, senza speranza per questo
mondo e che ispira loro la perseveranza e la sopportazione di ogni genere di
privazione? Questa è la storia dell’invasione e della conquista del mondo da
parte del cristianesimo. I popoli passano, i troni crollano e la Chiesa rimane! Quale è,
dunque, la forza che mantiene in piedi questa Chiesa, assalita
dall’oceano furioso della diffidenza, del pregiudizio, della collera e
dell’odio del mondo? Qual è il braccio, dopo diciotto secoli, che l’ha difesa
dalle tante tempeste che hanno minacciato di inghiottirla?”.
Napoleone
Bonaparte, Imperatore francese, dall'opera "Conversazioni religiose",
scritta negli ultimi anni di vita, durante l'esilio all'isola di Sant'Elena.
Titolo
originale: Sentiment de Napoléon sur le christianisme,
Conversations religieuses, recueillies à Sainte Hélène
par M. le Général Comte de Montholon et par M. le Chevalier de
Beauterne,Waille, Paris 1843._________________________________
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