Lettera degl’indiani di Coeur
d’Alene, nell’Idaho (Usa), a Papa Pio IX - 1871
In Adsum, bollettino del Mater Dei Seminary di
Omaha, in Nebraska (Usa), gennaio 2016, pp. 3-4. Titolo originario: Letter of
the Coeur d’Alene Indians to Pope Pius IX. Sovratitolo, traduzione dall’inglese sono
redazionali.
Fonte: www.traditio.it
Fra tutte le tribù indiane,
quella di Coeur d’Alene ( nello Stato dell’Idaho, nel Nord-Ovest degli Stati
Uniti) si distinse per la sua devozione alla Chiesa. Nel 1871, venuti a sapere
della situazione in cui allora si trovava il Papa e che il Governo italiano
aveva occupato Roma, gl’indiani di Coeur d’Alene vollero inviare a Pio IX
l’assicurazione del loro filiale affetto.
Clementissimo Padre,
non è temerarietà, ma amore quello che ci spinge a scriverVi.
Noi siamo, è vero, la
più infima di tutte le tribù indiane, mentre Voi siete il più grande fra gli
uomini viventi. Ma Voi siete stato il primo ad aver gettato uno sguardo di
compassione su di noi. Sì, Padre
[Santo], ancora trenta inverni fa noi eravamo un popolo selvaggio, miserabile
sia nell’anima che nel corpo, fino a che Voi non ci mandaste il grande Saio
Nero3, Padre De Smet che, grazie al Battesimo, ci fece diventare figli di Dio.
Noi eravamo ciechi e Voi lo mandaste ad aprirci gli occhi. Molti di noi brancolavano ancora nelle
tenebre, quando Padre De Smet partì da noi; allora Voi mandaste un altro Saio
Nero, il nostro buon Padre Nicholas Point, che venne quaggiù, visse insieme a
noi e ci destò, guidandoci sul sentiero che conduce al Paradiso. E quanti altri
Padri non ci avete dato per insegnare a noi e ai nostri figli la legge di Dio e
per renderci Cristiani migliori? Perciò,
Padre [Santo], avendo sentito che Voi Vi trovate ora nell’afflizione, vogliamo
ringraziarvi della Vostra carità ed esprimerVi il nostro grande amore e il
nostro intenso dolore nell’apprendere che alcuni vostri malvagi figli seguitano
a causarVi sofferenze, dopo avervi privato della Vostra stessa casa. Sebbene siamo soltanto dei poveri indiani,
ignari delle politezze della vita, consideriamo però questo comportamento come
un crimine. Solo 50 anni fa eravamo ancora dei selvaggi; ma mai avremmo osato
comportarci così, sapendo che la dignità e l’autorità del Papa provengono da
Cristo. Per questa ragione non abbiamo mancato di pregare e seguiteremo a
pregare per Voi, Padre [Santo] e per l’intera Chiesa, con tutto l’ardore di cui
dei poveri indiani sono capaci. Di più:
convenuti dai nostri diversi accampamenti nella chiesa della Missione, per nove
giorni abbiamo recitato molte preghiere e praticato atti di virtù che abbiamo
offerto per Voi al [Sacro] Cuore di Gesù. Questa mattina abbiamo conteggiato le
nostre pratiche e devozioni e trovato ch’esse assommavano al numero di 120.527.
Stimandolo insufficiente, abbiamo offerto i nostri stessi cuori per il nostro
eccellentissimo Padre, il Papa, nella certa fiducia che questa nostra offerta
non sarà rigettata. Disponiamo anche di un
certo numero di soldati, non addestrati per la guerra, ma per mantenere
l’ordine nei nostri accampamenti. Se questi uomini possono essere di aiuto al
servizio del Papa, noi li offriamo con gioia ed essi si stimeranno fortunati di
poter versare il loro sangue e di offrire le proprie vite per il nostro buon
Padre, Pio IX. E ora, possiamo
parteciparVi i nostri timori e i nostri dubbi? I venditori di whisky si
approssimano ogni giorno. Noi temiamo di tradire il nostro Salvatore e di
ritrarre i cuori che Gli avevamo donato. Aiutateci e rafforzate la nostra
volontà con le Vostre preghiere. Ma i nostri
cari figli sono ancora più da compatire, perché essi sono maggiormente esposti
al pericolo. Non tanto i nostri figli maschi, che hanno autentici padri nei Sai
Neri [i religiosi gesuiti], quanto le nostre figlie, che non hanno finora madri
gentili [le suore] che si prendano cura di loro. Noi abbiamo chiesto spesso Sai
Neri del loro stesso sesso [cioè delle religiose], ma le nostre voci sono
troppo flebili per essere udite e siamo troppo poveri per poter fare di più,
oltre che chiedere. Questi sono i sentimenti
che scaturiscono dai nostri cuori; ma siccome noi, poveri indiani, siamo soliti
attribuire poco valore all’espressione di sentimenti, se questi non sono
accompagnati anche da doni materiali, ecco che abbiamo raccolto dollari e
piccole monete di cui farVi dono, onde esibirVi, quale misura della nostra
sincerità, un frammento della nostra stessa carne. Nonostante la nostra povertà
e con grande nostra sorpresa, abbiamo potuto raccogliere 110 dollari4. E ora, Padre [Santo], permetteteci ancora una
volta di aprirVi i nostri cuori. Oh, quanto saremmo felici, malgrado la nostra
indegnità, di poter ricevere una parola dalle vostre labbra, una parola che
aiuterà noi, le nostre spose e i nostri figli a trovare accesso al [Sacro]
Cuore di Gesù!
Vincent, della
famiglia Stellam
Andrew Seltis, della famiglia di Emote
Se la vecchia Europa ripudiava la Fede, la Chiesa scorgeva
ora nuovi figli venire a lei dall’altra sponda dell’Oceano, nelle loro candide
anime, prive di menzogna e avverse al vizio e all’errore, testimonianti una
fedeltà degna dei primi cristiani.
La risposta del Santo Padre recita così:
Diletti figli, a voi
salute e l’Apostolica Benedizione! I
devoti sentimenti che Ci avete manifestato nella semplicità dei vostri cuori,
sono stati per Noi causa di grande gioia. Il vostro dolore circa gli attacchi
portati contro la Chiesa, così come la vostra devozione e il vostro affetto
filiale per la Santa Sede, sono una dimostrazione eclatante della fede e della
carità che ricolmano i vostri cuori, che vi legano saldamente al centro di
unità [al Papato]. Per questa ragione
crediamo con certezza che le vostre preghiere e suppliche, innalzate
incessantemente a Dio, saranno efficaci per Noi e per la Chiesa e accogliamo
con sentimenti di profonda gratitudine l’offerta della vostra generosa carità.
La mano di Dio
protegge coloro che Lo cercano sinceramente e Noi crediamo che le vostre buone
parole vi otterranno la grazia di resistere ai pericoli di corruzione che vi
minacciano e l’aiuto spirituale che voi desiderate per la vostre figlie. Noi chiediamo a Dio di completare in voi
l’opera della Grazia e di colmarvi delle sue più scelte benedizioni. In pegno di questo e quale segno della nostra
gratitudine e paterna benevolenza, noi impartiamo a voi di cuore l’Apostolica
Benedizione.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 31 luglio 1871, nel
vigesimo sesto anno del nostro Pontificato.
Pio IX Papa
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