Come si svolse la Redenzione, così si svolgerà il regno della DivinaVolontà. Analogia tra l’una e l’altra. Sussulto di gioia e di dolore di Gesù.
(1) Stavo pensando come poteva venire il
regno della Divina Volontà sulla terra, ed in
che modo si potrà svolgere, chi
saranno i primi fortunati che avranno un tanto bene. Ed
il mio dolce Gesù, facendosi vedere
mi ha stretto tutta a Sé, e dandomi tre baci mi ha
detto:
(2) “Figlia mia, nel medesimo modo che
si svolse il regno della Redenzione, così si
svolgerà il regno della mia Volontà.
Si può dire che la Redenzione va facendo il giro per
tutto il mondo, giro che ancora del
tutto non ha compiuto, perché non tutti i popoli
conoscono la mia venuta sulla terra,
e perciò sono privi dei suoi beni. Essa va
preparando e disponendo i popoli al
gran regno della mia Divina Volontà.
(3) Onde, come la mia Redenzione ebbe il
suo principio non in tutto il mondo, ma nel
centro della Giudea, perché in
questa nazione vi era il piccolo nucleo di quelli che mi
aspettavano, vi era Colei che mi
aveva scelto per Madre, san Giuseppe che doveva
essere il mio padre putativo; in
questa nazione mi aveva manifestato ai profeti col farli
conoscere che sarei venuto sulla
terra. Era giusto che dove si conosceva fossero i primi
ad avermi in mezzo a loro; e sebbene
furono ingrati e molti non mi vollero conoscere,
ma chi può negare che la mia Mamma
Celeste, gli apostoli, i discepoli, furono della
nazione ebrea? E che furono loro i
primi banditori che esposero la loro vita, per far
conoscere alle altre nazioni la mia
venuta sulla terra ed i beni che ci sono nella mia
Redenzione? Così sarà del regno del
mio Fiat Divino; i paesi, le province, il regno, che
saranno stati i primi a conoscere le
conoscenze della mia Divina Volontà, e la sua
espressa Volontà che vuol venire a
regnare in mezzo alle creature, saranno i primi a
ricevere i beni che porterà il suo
regno. E poi, facendosi strada con le sue conoscenze
farà il suo giro in mezzo alle umane
generazioni. Figlia mia, c’è molta analogia del
modo come si svolse la Redenzione e
del come si svolgerà il regno della mia Divina
Volontà. Vedi, nella mia Redenzione
vi scelsi una Vergine, apparentemente non aveva
nessuna importanza secondo il mondo,
né di ricchezza, né di altezza di dignità o di posti
che la indicavano, la stessa città
di Nazaret non era importante, una piccola casetta era
tutta la sua abitazione, ma ad onta
che la scelsi da Nazaret, volli che appartenessi alla
città capitale di Gerusalemme, in
cui aveva il corpo dei pontefici e sacerdoti che allora mi
rappresentavano ed annunziavano le
mie leggi. Per il regno della mia Divina Volontà ho
scelto un’altra vergine, che
apparentemente non ha nessuna importanza, né di grandi
ricchezze, né di altezza di dignità,
la stessa città di Corato non è città importante, ma
appartiene a Roma, dove risiede il
mio rappresentante in terra, il romano Pontefice, da
cui partono le mie leggi divine; il
quale, come si fa un dovere di far conoscere ai popoli la
mia Redenzione, così si farà un
dovere di far conoscere il regno della mia Divina
Volontà. Si può dire che l’una e
l’altro andranno pari passi del modo e del come, come
si deve svolgere il regno del mio
Fiat Supremo”.
(4) Dopo ciò seguivo il mio giro nel
Voler Divino e giunta nell’eden pregavo Gesù che
subito ripristinasse lo scopo della
creazione dell’uomo, come uscì dalle sue mani
creatrici; ma mentre ciò facevo, il
mio amato Gesù facendosi sentire nel mio interno,
faceva sentire che il suo cuore
divino le sussultava forte, forte, e tutto tenerezza mi ha
detto:
(5) “Figlia mia, ogni qualvolta si fa
nome dell’eden, il mio cuore sussulta di gioia e di
dolore. Nel ricordare il modo, il
come fu creato l’uomo, il suo stato felice, la sua bellezza
rapitrice, la sua sovranità, le
nostre e le sue gioie innocenti con cui ci dilettavamo
insieme, com’era bello il figlio
nostro, parto degno delle nostre mani creatrici; ora, nel
ricordare ciò, è tanto dolce e
gradito al mio cuore, che non posso fare a meno di
sussultare di gioia e d’amore; ma
poi, nel vederlo cambiato nella sua sorte e sceso dalla
sua felicità nei mali della sua
volontà umana, perché la nostra Divina Volontà era il
preservativo a tutti i suoi mali e
la conservatrice del come uscì dalle nostre mani
creatrici, che mettendolo a gara col
suo Creatore lo metteva in condizione di poter dare il
suo amore, le sue gioie innocenti a
Colui che lo aveva creato. Onde nel vederlo infelice,
il mio sussulto di gioia è seguito
subito dal sussulto di forte dolore. E se tu sapessi
come mi è gradito il tuo ritornare
in questo eden per mettermi avanti ciò che di bello, di
santo, di grande si fece nella
creazione dell’uomo, mi dai il contento, la gioia di farmi
ripetere il mio sussulto di gioia, e
di mettere un lenitivo al mio sussulto di dolore, che se
non fosse seguito dalla speranza
certa che il mio figlio, in virtù del mio Fiat, deve
ritornarmi felice, col darmi le sue
gioie innocenti come fu stabilito da Noi nel crearlo, il
mio sussulto di dolore non avrebbe
tregua, ed emetterei gridi tanto forti da far piangere
gli stessi Cieli. E perciò nel
sentire il tuo continuo ritornello: “Voglio il regno del tuo
Volere Divino”, il mio cuore divino
si sente arrestato il sussulto di dolore, e sussultando
di gioia dico: “La piccola figlia
del mio Volere vuole e chiede il mio regno”. Ma perché lo
vuole? Perché lo conosce, lo ama e
lo possiede, ecco perciò prega che lo posseggano
le altre creature. Perché essendo la
mia Divina Volontà principio di vita della creazione
dell’uomo, Essa sola le dà la
capacità di poter ricevere tutto dal suo Creatore, e di
potergli ridare tutto ciò che vuole,
che Egli vuole. Il mio Fiat tiene virtù di far cambiare le
condizioni dell’uomo, la sua
fortuna, con Esso tutto le sorride, tutti lo amano, tutti lo
vogliono servire, e si stimano
fortunati di servire il mio Volere Divino in lui, cioè nella
creatura dove regna la mia Divina
Volontà”.
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Libro di Cielo
“Il Regno della mia
Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al
suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta (Vol. 27, Gennaio 30, 1930)
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