La pace sia con te

domenica 26 agosto 2012

Luisa Piccarreta. Dai a Gesù quello che è di Gesù.




Gesù concorre in tutte le azioni umane.

(1) Questa mattina il benedetto Gesù si faceva vedere dentro d’un torrente di luce, e
di questa luce restavano inondate le creature, in modo che tutte le azioni umane
ricevevano l’attitudine d’operare da questa luce, mentre ciò vedevo il benedetto Gesù mi
ha detto:
(2) “Figlia mia, Io sto continuamente concorrendo in ogni minima azione umana, fosse
anche un pensiero, un respiro, un movimento, e le creature non pensando a questa mia
attitudine per loro, oltre che non fanno per Me tutte le loro opere, da chi ricevono la vita
del loro operare medesimo, ma attribuiscono a loro ciò che fanno.  Oh! se pensassero a
questa mia continua attitudine per loro, non si usurperebbero ciò che è mio, con
detrimento della mia gloria e del loro bene; mentre dovrebbero far tutto per Me, e darlo a
Me, e tutto ciò ch’è fatto per Me può entrare in Me, ed Io lo tengo in Me in deposito per
darlo nel altra vita tutto a loro; mentre ciò che non è fatto per Me non può entrare in Me,
perché non sono opere degne di Me; anzi ne sento nausea e le rigetto, ad onta ch’è
stata l’attitudine mia”.


Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta

7-52
Ottobre 10, 1906








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Luisa Piccarreta. Non voglio quest'animo inquieto.




La dolcezza e la pace nell’anima.

(1) Non venendo il benedetto Gesù, sentivo tale amarezza, non solo, ma come un
intoppo nel mio interno, da rendermi quasi irrequieta.  Oh! Dio, che pena, che
paragonata a tutte le altre pene, non sono altro che ombre, anzi refrigerio; è solo la tua
privazione che deve darsi il nome di pena.  Ora mentre smaniavo, alla sfuggita è uscito
da dentro il mio interno, e mi ha detto:
(2) “Che hai? Quietati, quietati; eccomi, non solo sono con te, ma in te; e poi non
voglio quest’animo inquieto, tutto dev’essere in te dolcezza e pace, in modo da potersi
dire di te quello che si dice di Me: Che non vi scorre altro che miele e latte, figurato il
miele nella dolcezza, il latte nella pace, Io ne sono tanto pieno ed inzuppato che vi
scorre fuori dai miei occhi, dalla mia bocca, e in tutto il mio operato, e se tu non sei così,
Io mi sento disonorato da te, ché mentre abita in te Colui che è tutto pace e dolcezza, tu
non mi onori, mostrando fosse anche l’ombra minima d’un animo risentito ed inquieto. 
Io amo tanto questa dolcezza e pace, che ad onta che si trattasse di cosa grande, di mio
onore e gloria, non voglio, non approvo mai quei modi risentiti, violenti, focosi, ma quei
modi dolci, pacifici, perché la sola dolcezza è quella che come catena incatena i cuori, in
modo da non potersi sciogliere, è come pece che si attacca e non si possono liberare, e
sono costretto a dire: “In quest’anima c’è il dito di Dio, ché non possiamo agire
diversamente”.  E poi se non piace a Me il modo risentito, non piacerà neppure alle
creature.  Uno che parla, che tratta di cose anche di Dio con modi non dolci e pacifici, è
segno che non tiene le sue passioni ordinate, e chi non tiene sé stesso ordinato, non
può ordinare gli altri.  Perciò attenta tu a tutto ciò che non sia dolcezza e pace, se non
vuoi disonorarmi.


Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta

7-70
Dicembre 3, 1906


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Luisa Piccarreta. Tutto è effeminato.


Come in questi tempi tutto è effeminato.

    (1) Trovandomi nel solito mio stato, è venuto per poco il mio adorabile Gesù, e tutto oppresso ed afflitto ha voluto versare in me le sue amarezze, e dopo mi ha detto:
(2) “Figlia mia, sono tali le amarezze che me danno le creature, che non posso
contenerle, perciò ho voluto fartene parte.  In questi tempi tutto è effeminato; gli stessi preti pare che hanno perduto il carattere maschile ed acquistato il carattere femminile, sicché di rado si trova un prete maschio, ed il resto tutti effeminati.  Ahi! in che stato deplorevole si trova la povera umanità”.
(3) Detto ciò è scomparso.  Io stessa non comprendo il significato di ciò, ma
l’ubbidienza ha voluto che scrivessi.



Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta

7-41
Ottobre 23, 1906


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Luisa Piccarreta. Non trascurare la Comunione


La stima propria avvelena la Grazia.  Purgatorio
d’un anima per aver trascurato la Comunione.

(1) Trovandomi nel solito mio stato mi sono trovata fuori di me stessa con Gesù
bambino, e pareva che diceva ad un sacerdote:
(2) “La stima propria avvelena la Grazia in te e negli altri, perché dovendo per il tuo
uffizio somministrare la Grazia, se le anime avvertono, ché facilmente si avverte quando
c’è questo veleno, che quello che dici e fai lo fai per essere stimato, già la Grazia non
entra sola, ma insieme col veleno che hai tu; quindi, invece di risorgere alla vita, trovano
la morte”.
(3) Poi ha soggiunto: “E’ necessario vuotarsi di tutto per poterti riempire del Tutto che
è Iddio, e tenendo in te il Tutto, darai il Tutto a tutti quelli che verranno da te, e dando il
Tutto agli altri, troverai tutto a tua disposizione, in modo che nessuno saprà negarti
niente, neanche la stima, anzi da umana l’avrai divina, qual si conviene al Tutto che
abita in te”.
(4) Dopo ciò vedevo un anima del purgatorio che vedendoci, si nascondeva e ci
sfuggiva, ed era tale il rossore che provava che rimaneva come schiacciata.  Io sono
rimasta stupita, che invece di correre al bambino, sfuggiva, Gesù è scomparso ed io mi   
sono avvicinata domandandole la cagione di ciò, ed essa era tanto vergognosa che non
poteva dir parola, ed avendola costretto mi ha detto:
(5) “Giusta giustizia di Dio, che ha suggellato sulla mia fronte la confusione e tale
timore della sua presenza, che sono costretta a fuggirlo, agisco contro il mio stesso
volere, ché mentre mi consumo di volerlo, un altra pena m’inonda e lo sfuggo.  Oh! Dio,
vederlo e fuggirlo, sono pene mortali ed inesprimibili.  Però, mi ho meritato queste pene
distinte dalle altre anime, ché facendo io vita devota, abusai molte volte di non fare la
comunione per cose da niente, per tentazioni, per freddezze, per timori, ed anche
qualche volta per poter portare ragioni al confessore e farmi sentire che non facevo la
comunione.  Dalle anime si tiene un niente tutto questo, ma Iddio ne fa severissimo
giudizio, dandole pene che superano le altre pene, perché sono difetti più diretti
all’amore.  Oltre di tutto ciò, Gesù Cristo nel santissimo sacramento brucia d’amore e dal
desiderio di darsi alle anime, si sente morire continuamente d’amore, e l’anima potendo
accostarsi a riceverlo, e non facendolo, anzi se ne sta indifferente con tante inutili
pretesti, è un’affronto e un dispiacere tale che Lui riceve, che si sente smaniare,
bruciare, e alle sue vampe non può dare sfogo, si sente come soffocare dal suo amore,
senza che trovi a chi farne parte, e quasi impazzito va ripetendo:
(6) “Gli eccessi dei miei amori non sono curati, anzi dimenticati, anche quelle che si
dicono mie spose non hanno ansia di ricevermi e di farmi sfogare almeno con loro, ah! in
niente sono contraccambiato.  Ahi! ahi! ahi! non sono amato! non sono amato!”
(7) Ed il Signore per farmi purgare da questo difetto, mi ha fatto parte della pena che
Lui soffre quando le anime non lo ricevono.  E’ una pena, è un cruccio, è un fuoco che
paragonato allo stesso fuoco del purgatorio, si può dire che questo è un niente”.
(8) Dopo ciò, mi sono trovata in me stessa, tutta stupita pensando alla pena di
quell’anima, mentre da noi si tiene veramente come un niente il lasciare la santa
comunione.

Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta

7-41
Ottobre 14, 1906

7-54




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venerdì 24 agosto 2012

LUISA PICCARRETA. Acquistare meriti con la sofferenza




Come le nostre sofferenze possono sollevare a Gesù.


(1) Avendo fatta la comunione, mi sono sentita fuori di me e vedevo una persona
molto oppressa di varie croci, e Gesù benedetto che diceva:
(2) “Dille che nell’atto che si sente come bersagliata da persecuzioni, da punture, da
sofferenze, pensasse che Io le sono presente e che ciò che essa soffre se ne può
servire come rimarginare e medicare le mie piaghe; sicché le sue sofferenze mi
serviranno ora per medicarmi il costato, ora la testa, ed ora le mani ed i piedi troppo
addolorati, inaspriti dalle gravi offese che mi fanno le creature, e questo è un onore
grande che le faccio, dandole Io stesso la medicina per medicare le mie piaghe, ed
insieme darle il merito della carità d’avermi medicato”.
(3) Mentre così diceva, vedevo molti anime purganti, le quali nel sentire ciò, tutte
meravigliate hanno detto:
(4) “Fortunate voi che ricevete tanti sublimi insegnamenti, che acquistate meriti di
medicare un Dio, che sorpassa in merito tutti gli altri meriti, e la vostra gloria sarà distinta
dagli altri, quanto il Cielo dalla terra.  Oh! se avessimo ricevuto noi tali insegnamenti, che
le nostre sofferenze potrebbero servire a medicare un Dio, quante ricchezze di meriti ci
acquisteremmo e che ora ne siamo privi”.

Libro di Cielo  
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle 
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”. 
Serva di Dio Luisa Piccarreta 

7-47
ottobre 2, 1906



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giovedì 23 agosto 2012

LUISA PICCARRETA. La pace, la costanza e la pazienza sono dove c'è Dio.


Dove non c’è Dio, non vi può essere né fermezza, né vero bene.


(1) Stavo pensando sul mio stato, che ora tutto pare pace, amore, che niente mi turba,
che tutto è buono, niente è peccato; dicevo fra me stessa: “Che sarà se nel punto della
mia morte si muterà la scena e vedrò il rovescio di questo, cioè che tutte le cose mi
turberanno, e tutto ciò che ho fatto sarà stato una catena di mali”. Mentre ciò pensavo
mi ha detto:
(2) “Figlia mia, pare che ti vuoi turbare per forza e togliermi il mio continuo riposo in te.
Credi tu che è cosa tua la pazienza, la costanza, la pace di questo tuo stato, oppure
frutto e grazia di chi abita in te? Solo Io posseggo questi doni, e dalla costanza, pace e
pazienza puoi conoscere chi è che opera in te. Perché quando è la natura o il demonio,
l’anima si sente dominata da continui cambiamenti, sicché ora si sente di un’umore, ora
di un’altro, ora tutta pazienza, ora tutta stizzosa; insomma, la poverina è sbattuta come
una canna da un vento gagliardo. Ah! figlia mia, dove non c’è Dio, non vi può essere né
fermezza, né vero bene, perciò non voler più turbare il mio ed il tuo riposo. Ed invece sii
più riconoscente”.


7-42
Settembre 12, 1906


Un contento di meno nella terra, un paradiso di più in Cielo.

(1) Continuando il mio solito stato, appena ho visto il benedetto Gesù, e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, qualunque minimo piacere l’anima si priva in questa vita per amor mio,
tanti paradisi di più li darò nell’altra vita; sicché un contento di meno di qua, un paradiso
di più di là. Immaginati un poco quante privazioni hai tu subito in questi vent’anni di letto
per causa mia, ed Io quanti paradisi di più ti darò in Cielo”.
(3) Ed io nel sentire ciò, ho detto: “Mio bene, che dite? Io mi sento onorata e quasi
debitrice a Voi che mi date l’occasione di potermi privare per amor vostro, e mi dite che
mi darete altrettanti paradisi?”
(4) E Lui ha soggiunto: “Ed è proprio così”.
(5) Deo Gratias.


7-37
Agosto 10, 1906





Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta


Luisa Piccarreta: Tutto ciò che non è fatto per Gloria di Dio è di nessun valore.


Tutto ciò che non è fatto per Gloria di Dio resta oscurato.

(1) Trovandomi fuori di me stessa, mi sono trovata col bambino Gesù in braccia in
mezzo a tanta gente, e Lui mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutte le opere, parole e pensieri delle creature dovrebbero essere
suggellati con l’impronta: “Gloriam Dei, Gloriam Dei”. E tutto ciò che non è suggellato da
questa impronta resta oscurato e come sepolto in tenebre, macchiato, al più di nessun
valore, sicché la creatura non fa altro che cacciare da sé stessa che tenebre e cose
abominevoli, perché la creatura non operando per la gloria di Dio, sfugge dal fine per cui
è stata creata, resta come sperduta da Dio, e lasciata sola a sé stessa. E solo Dio è
luce, e per Dio le azioni umane acquistano valore. Or che meraviglia che la creatura
non operando per la sua gloria resta sepolta nelle sue stesse tenebre, e non acquista
niente dalle sue fatiche, anzi si carica di gravi debiti?”
(3) Con nostra grande amarezza guardavamo tutta quella gente come sepolta in
tenebre. Onde io per distrarre da quella amarezza il benedetto Gesù, me lo stringevo e
baciavo, e gli dicevo quasi volendo scherzare con Lui: Dite insieme con me, do tale
potenza alla preghiera di quest’anima, da concederle ciò che mi domanda. E Lui non mi
dava retta, ed io volendolo costringere a dire insieme con me, replicavo i baci, gli
abbracci e ripetevo: “Dite, dite insieme con me le stesse parole dette di sopra”. Ho fatto
tanto, che mi pareva che Egli le abbia detto, e mi sono trovata in me stessa,
meravigliandomi della mia arditezza e pazzia, e mi vergognavo di me stessa.



Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.
Serva di Dio Luisa Piccarreta

7-41
Settembre 11, 1906



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lunedì 6 agosto 2012

SORPRESA: LA CHEMIOTERAPIA RAFFORZA IL CANCRO.


Tumori/ Scoperta choc. La rivista Nature: "La chemioterapia ne rafforza la crescita e la resistenza"

Domenica, 5 agosto 2012 - 19:03:00
Dagli States, Paese all'avanguardia nella ricerca medica e nella cura dei tumori, arriva una scoperta che potrebbe rivoluzionare nel giro di poco tempo il sistema delle cure del cancro.
La chemioterapia usata da decenni per combattere i tumori, in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti.
La scoperta, "del tutto inattesa", è stata pubblicata sulla rivista Nature ed è frutto di uno studio statunitense sulle cellule del cancro alla prostata. Analisi tesa ad accertare come mai queste ultime siano cosìdifficili da eliminare nel corpo umano mentre sono estremamente facili da uccidere in laboratorio.

Luisa Piccarreta. Per entrare nella beatitudine eterna bisogna staccarsi da tutto.



Il principio della beatitudine eterna è il perdere ogni gusto proprio.

(1) Continuando a stentare, quando appena è venuto il benedetto Gesù, ed io mi
vedevo nuda, spogliata di tutto; forse anima più misera non se ne trova simile, tanto è
estrema la mia miseria. Che cambiamento funesto! Se il Signore non fa un nuovo
miracolo della sua onnipotenza per farmi risorgere da questo stato, io certo mi morrò di
miseria. Onde, il benedetto Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, coraggio, il principio della beatitudine eterna è il perdere ogni gusto
proprio, perché a seconda che l’anima va sperdendo i propri gusti, così i gusti divini vi
prendono possesso, e l’anima avendo disfatto e perduto sé stessa, non riconosce più sé
stessa, non trova più niente di suo, neppure le cose spirituali; Dio vedendo l’anima che
non ha più niente di suo, la riempie di tutto Sé stesso e la ricolma di tutte le felicità
divine, ed allora l’anima può dirsi veramente beata, perché finché aveva qualche cosa di
proprio, non poteva andare esente d’amarezze e timori, né Dio potrebbe comunicarle la
propria felicità. Ogni anima che entra nel porto della beatitudine eterna, non può andare
esente da questo punto, doloroso, sì, ma necessario, né può farsene a meno.
Generalmente lo fanno in punto di morte, ed il purgatorio vi mette l’ultima mano, perciò
se si domanda alle creature che cosa è gusto di Dio, che significa beatitudine divina,
sono cose allora sconosciute, e non sanno articolare parola. Ma alle anime mie dilette,
non voglio, essendosi dato tutte a Me, che la loro beatitudine tenga il principio lassù nel
Cielo, ma che tenga principio quaggiù in terra; e non solo voglio riempirle della felicità,
della gloria del Cielo, ma voglio riempirle dei beni, dei patimenti, delle virtù che si ebbe la
mia Umanità in terra, perciò le spoglio non solo da gusti materiali, che l’anima tiene in
conto di sterco, ma dei gusti spirituali ancora, per riempirle tutte dei miei beni, e darle il
principio della vera beatitudine”.


Libro di Cielo
“Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle
creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.

6-87
Dicembre 6, 1904