da: Maria Valtorta. I Quaderni del 1943. 2 ed.Isola del Liri, CEI, 2006.
24 luglio 1943.
Dice ancora (Gesù):
«Non mi piacciono quelli che gridano: “A morte!” dopo avere gridato: “Osanna!”.
Se coloro ai quali è lanciato il grido di condanna vi avessero dato quella preda e quel benessere, ingiustamente carpito, che Io non ho potuto permettere vi dessero per non portare voi e loro ad una perfezione di orgoglio, voi li acclamereste. Non pensereste che altri al posto vostro soffrirebbero e che sono, come voi, figli miei.
Lasciate a Me il giudicare, il punire, il premiare. Cercate solo, per voi stessi, di meritare il mio premio. E siate coerenti e onesti. È incoerenza, disonestà, viltà, infierire sugli sconfitti, quale che sia la loro sconfitta, giusta che sia come punizione o dolorosa come frutto di immeritate circostanze.
È incoerenza perché non va all’uomo, ma all’azione dell’uomo, azione ? ripeto ? che avreste approvata, anche se non buona, qualora vi avesse dato un utile.
È, per la stessa ragione, disonestà: tutti, ricordatelo bene, avete la vostra parte di colpa nell’ora attuale. Chi ne ha meno di tutti, poiché non ha commesso peccato di adorazione di un uomo e non lo ha seguito contro la Legge, ha quello di non avere pregato mattina e sera per lui. I grandi hanno bisogno delle preghiere dei piccoli per restare grandi nel Bene.
È, infine, viltà perché infierire su chi non è più potente, ma anzi è il più disgraziato di tutti, odiato dal mondo, colpito da Dio, è colpa uguale a chi opprime un debole.
Queste cose, inconcepibili per la massa, sono sempre succo della mia Legge. E che la mia Legge è seguita superficialmente, e non sostanzialmente, lo prova il fatto del modo come le masse si rivoltano contro coloro che non vi hanno dato quanto il vostro egoismo attendeva.»
Mi sembra questo un dettato che vale anche oggi. Valeva ieri per Mussolini, vale oggi per Berlusconi...
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