Le promesse
della Santa Vergine Maria, di Gesù e della Chiesa ai devoti
Ho inteso
riunire in questa raccolta le promesse fatte da Gesù, dalla Madonna e da alcuni Santi ai
fedeli devoti, riconosciute dalla Chiesa e in ogni caso basate su fonti certe e attendibili,
riportandone sempre i riferimenti bibliografici e quasi sempre l’imprimatur ecclesiastico. Un caso a
parte sono le 15 preghiere di santa
Brigida, che riportiamo con l’avvertenza che le stesse sono raccomandate ma le
promesse relative non sono mai state approvate dalla Chiesa.
Certe promesse
sono così grandiose che ci lasciano senza fiato ed increduli ma consideriamo
cosa dice Gesù a santa Geltrude:
Gesù consolò la sua Sposa, mandandole una luce speciale.
Egli le fece capire che, diffondendo i suoi doni sugli uomini, non esige un
frutto speciale per ciascuno di essi, ben conoscendo la fragilità delle sue creature;
tuttavia, non potendo trattenere l'impeto della sua bontà e generosità, sparge
continuamente sugli uomini l'abbondanza delle sue grazie, quasi per prepararli
alla meravigliosa opulenza della felicità eterna. [Santa Geltrude. Libro terzo, capitolo XXX,
par. XXIII]
E ricordo quello che
diceva sant’Alfonso: “ Soggiungo io pertanto qui in fine alla semplice e
succintamente i diversi ossequi, che possiamo fare alla nostra Madre per
acquistarci la sua grazia; cosa ch'io stimo la più profittevole di quanto ho
scritto in questa Operetta. Ma non tanto raccomando al mio caro lettore di
praticarli tutti, quanto di praticare quelli ch'eleggerà con perseveranza, e
con timore di perdere la protezione della divina Madre, se poi sarà trascurato
in continuarli. Oh quanti che ora sono nell'inferno sarebbero salvi, se
avessero continuati a Maria gli ossequi una volta da essi incominciati! ” [Le Glorie di Maria]
1.
Promesse della Chiesa: le indulgenze
2. Promesse di san Bernardo e di san Benedetto e di santa
Maria Maddalena
3. Tre Ave Maria e altre promesse della Madonna
4. La Medaglia Miracolosa
5. I Primi Cinque Sabati del mese
6. Santo Rosario
7. La Signora di tutti i popoli
8. Lodi di Maria
9. Nome di Maria
10.Dolori di Maria
11.Lo Scapolare della Madonna del Carmelo
12.I Primi Nove Venerdì del mese
13.I Primi Sei Giovedì del mese
14.La Coroncina della Divina Misericordia
15.La Divina Volontà
16.Sante Piaghe
17.Sacro Capo di Gesù
18.Santo Volto di Gesù
19.Santo Nome di Gesù
20.Preziosissimo Sangue
21.Gesù Re di tutte le nazioni
22. Le Ore della Passione
23. Le Quindici Orazioni di santa Brigida
24.Via Crucis
25.Preghiera riparatrice per evitare il
Purgatorio
26.Per le anime del Purgatorio
27.Promesse di Dio Padre
28.La S. Messa
29.Appendice - Preghiere rivelate da Cristo
alle sante Geltrude e Metilde vergini dell'ordine di S. Benedetto e ad altre
veggenti
******
1.
Promesse della Chiesa: le indulgenze
OFFERTA QUOTIDIANA DEL LAVORO DELLA GIORNATA
Concessione generale:
I. Si concede l'indulgenza
parziale al fedele che, nel compiere i suoi doveri e nel sopportare le
avversità della vita, innalza con umile fiducia l'animo a Dio, aggiungendo, anche
solo mentalmente, una pia invocazione.
LE INDULGENZE PLENARIE
DI OGNI GIORNO
* ADORAZIONE DEL SS. SACRAMENTO PER ALMENO MEZZORA (N.3
dal libro delle indulgenze)
* LA RECITA DEL S. ROSARIO (N.48): Si
concede l’indulgenza plenaria se la recita del Rosario si fa in chiesa,
pubblico oratorio, oppure in famiglia, in una Comunità religiosa, in una pia
associazione.
Per l’indulgenza plenaria si stabiliscono queste norme:
1. E’ sufficiente la recita della sola terza parte del Rosario [una Corona]; ma le cinque decadi devono recitarsi senza interruzione.
2. Alla preghiera vocale si deve aggiungere la pia meditazione dei misteri (enunziandoli secondo l’approvata consuetudine vigente).
Per l’indulgenza plenaria si stabiliscono queste norme:
1. E’ sufficiente la recita della sola terza parte del Rosario [una Corona]; ma le cinque decadi devono recitarsi senza interruzione.
2. Alla preghiera vocale si deve aggiungere la pia meditazione dei misteri (enunziandoli secondo l’approvata consuetudine vigente).
LETTURA DELLA SACRA BIBBIA ALMENO PER MEZZORA (N. 50)
ESERCIZIO DELLA VIA CRUCIS (N.73) Per l’acquisto della indulgenza plenaria, valgono queste norme:
1. Il pio esercizio deve essere compiuto dinanzi alle stazioni della Via Crucis legittimamente erette.
2 . … Per il compimento del pio esercizio si richiede soltanto una meditazione della Passione e Morte del Signore, senza che occorra fare una particolare considerazione sui singoli misteri delle stazioni.
3 . Occorre spostarsi da una stazione all’altra. Se il pio esercizio si compie pubblicamente e il movimento di tutti i presenti non può farsi con ordine, basta che si rechi alle singole stazioni almeno chi dirige…
4 . I fedeli… legittimamente impediti, potranno acquistare la medesima indulgenza dedicando alla pia lettura e meditazione della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo un certo spazio di tempo, ad esempio un quarto d’ora.
1. Il pio esercizio deve essere compiuto dinanzi alle stazioni della Via Crucis legittimamente erette.
2 . … Per il compimento del pio esercizio si richiede soltanto una meditazione della Passione e Morte del Signore, senza che occorra fare una particolare considerazione sui singoli misteri delle stazioni.
3 . Occorre spostarsi da una stazione all’altra. Se il pio esercizio si compie pubblicamente e il movimento di tutti i presenti non può farsi con ordine, basta che si rechi alle singole stazioni almeno chi dirige…
4 . I fedeli… legittimamente impediti, potranno acquistare la medesima indulgenza dedicando alla pia lettura e meditazione della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo un certo spazio di tempo, ad esempio un quarto d’ora.
N. 18. Al fedele in pericolo di morte, che non possa essere assistito da un sacerdote che gli amministri i sacramenti e gli impartisca la benedizione apostolica con l’annessa indulgenza plenaria a norma del can. 468,2 del CIC, la santa Madre Chiesa concede ugualmente l’indulgenza plenaria in punto di morte, purché sia bene disposto e abbia recitato durante la vita qualche preghiera. Per l’acquisto di tale indulgenza è raccomandabile l’uso del crocifisso o della croce. Questa stessa indulgenza plenaria in punto di morte può essere lucrata dal fedele, che nello stesso giorno abbia già acquistato un’altra indulgenza plenaria.
Atto di accettazione della morte (con indulgenza plenaria)
Signore mio Dio, fin
da ora spontaneamente e volentieri
accetto dalle vostre mani qualsiasi genere di morte
con cui vi piacerà colpirmi, con tutti i dolori, le pene,
gli affanni che l'accompagneranno, in unione all'agonia
e alla morte di nostro Signore Gesù Cristo.
accetto dalle vostre mani qualsiasi genere di morte
con cui vi piacerà colpirmi, con tutti i dolori, le pene,
gli affanni che l'accompagneranno, in unione all'agonia
e alla morte di nostro Signore Gesù Cristo.
Con approvazione
ecclesiastica, Vicenza, 3 Settembre, 1926
Chiunque
confessato e comunicato reciterà questa o simile orazione, né avrà revocata la
protesta già fatta, lucrerà l'indulgenza plenaria "in articulo
mortis" (Pio
X). Recitandola dopo la comunione, si acquista l'indulgenza di anni 7 e
7 quarantene una volta al mese (Benedetto XV).
“Per acquistare l’indulgenza plenaria è necessario *eseguire
l’opera indulgenziata e *adempiere tre condizioni
- Confessione Sacramentale
- Comunione Eucaristica
- Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice
- E si richiede inoltre che sia escluso qualsiasi affetto al peccato anche veniale.
Se manca la piena disposizione o non sono poste le predette tre condizioni, l’indulgenza è solamente parziale…” [Parte IIa n.7]
- Confessione Sacramentale
- Comunione Eucaristica
- Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice
- E si richiede inoltre che sia escluso qualsiasi affetto al peccato anche veniale.
Se manca la piena disposizione o non sono poste le predette tre condizioni, l’indulgenza è solamente parziale…” [Parte IIa n.7]
“INDULGENTIARUM
DOCTRINA” Costituzione Apostolica di S.S. Paolo VI 1 Gennaio 1967 [IND.
D.]
DOCUMENTO: “ENCHIRIDION INDULGENTIARUM” [ENCH.IND.]
[Manuale delle Indulgenze Norme e concessioni] Sacra Penitenzieria Apostolica 1. Ed. luglio 1968
Tipografia poliglotta Vaticana.
NB. Il numero alla fine delle indulgenze citate, corrisponde al numero della indulgenza concessa, come è nel MANUALE DELLE INDULGENZE
CODICE DI DIRITTO CANONICO Can. 992 - 997
DOCUMENTO: “ENCHIRIDION INDULGENTIARUM” [ENCH.IND.]
[Manuale delle Indulgenze Norme e concessioni] Sacra Penitenzieria Apostolica 1. Ed. luglio 1968
Tipografia poliglotta Vaticana.
NB. Il numero alla fine delle indulgenze citate, corrisponde al numero della indulgenza concessa, come è nel MANUALE DELLE INDULGENZE
CODICE DI DIRITTO CANONICO Can. 992 - 997
L’INDULTO
DEL MIO AMORE INFINITO
L’amore è per se
stesso la indulgenza totale che annulla la moltitudine dei peccati. Anche se
senza nessuna autorità fosse stata applicata un’indulgenza, PER L’ANIMA CHE PER
AMORE CERCA DI ACQUISTARLA È SERBATO E APPLICATO L’INDULTO DEL MIO AMORE
INFINITO, che la libererà da ogni ombra di spirituale morte per vivere e vedere
la Luce.[Gesù a Maria Valtorta. Quaderni - 4 agosto 1944]
2. Promesse
di san Bernardo, di san Benedetto e di santa Maria Maddalena
Rivelazione a San Bernardo della Piaga incognita della Sacra
Spalla di Nostro Signore Gesù Cristo aperta dal peso della Croce
San Bernardo, Abate di Chiaravalle, domandò
nell'orazione a Nostro Signore quale fosse stato il maggior dolore sofferto nel
corpo durante la sua passione. Gli fu risposto: “Io ebbi una piaga
sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce.
Questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore più di tutte le altre e dagli
uomini non è conosciuta. Ma tu rivelala ai fedeli cristiani e sappi che
qualunque grazia mi chiederanno in virtù di questa piaga verrà loro concessa; e
a tutti quelli che per amore di Essa mi onoreranno, perdonerò i peccati
veniali, non ricorderò più i mortali, non morranno di morte subitanea e in
punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine conseguendo ancora grazia e
misericordia”. Ita Acta Claravallensia [ Preces Gertrudianae, anno 1673 ... p.142]
PREGHIERA ALLA SACRA SPALLA
Dilettissimo Signore Gesù Cristo,
mansuetissimo Agnello di Dio, io povero peccatore, adoro e venero la Vostra
Santissima Piaga che riceveste sulla Spalla nel portare la pesantissima Croce
del Calvario, nella quale restarono scoperte tre Sacralissime Ossa, tollerando
in essa un immenso dolore; Vi supplico, per virtù e meriti di detta Piaga, ad
avere su di me misericordia col perdonarmi tutti i miei peccati sia mortali che
veniali, ad assistermi nell'ora della morte e di condurmi nel vostro regno
beato. Amen
La versione moderna
della preghiera reca l' imprimatur del rev. Thomas D.
Beavan, che fu vescovo di Springfield, Massachusetts dal 1892 al 1920.
Promessa di S. Benedetto ai suoi devoti
Promessa di S. Benedetto ai suoi devoti
S.
Benedetto è invocato per ottenere una buona morta e la salvezza eterna. Egli
apparve un giorno a S. Geltrude, dicendo: " Chiunque mi
ricorderà la dignità per cui il Signore ha voluto onorarmi e
beatificarmi, concedendomi di fare una morte così gloriosa, io
lo assisterò fedelmente in punto di morte e mi opporrò a tutti gli attacchi del
nemico in quell'ora decisiva. L'anima sarà protetta dalla mia presenza,
essa resterà tranquilla malgrado tutte le insidie del nemico, e felice si
slancerà verso le gioie eterne." [Preces
Gertrudianae sive vera & sincera medulla devotissimarum precum ...Friessem.
[Coloniae Agrippinae], 1673 ...p. 187]
Promessa di Santa Maria Maddalena
E Maddalena le disse: "Chiunque renderà
grazie a Dio per le lagrime che versai ai piedi di Cristo, per l'opera buona
che feci lavando con le mie mani quei piedi divini ed asciugandoli coi miei
capelli; chiunque renderà grazie per l'amore di cui il Signore allora infiammò
il mio cuore a segno che non potevo più amar nulla fuorché Lui; se chiederà in
pari tempo le lagrime di una penitenza sincera e l'infusione del divino amore,
stia certo che il Signore, nella sua bontà, per i miei meriti esaudirà la sua
domanda; voglio dire che Dio gli rimetterà, prima della sua morte, tutti i
peccati che avrà commessi e di più lo farà progredire nel suo amore". [Santa Metilde. Libro I, capitolo XXVII]
3. TRE AVE MARIA E ALTRE PROMESSE DELLA VERGINE
MARIA
TRE "AVE MARIA" PER
OTTENERE L'ASSISTENZA DELLA GLORIOSA VERGINE MARIA NELL'ORA DELLA MORTE
Mentre
Metilde pregava la gloriosa Vergine Maria di degnarsi assisterla con la sua
presenza nell'ultima sua ora, la Santa Vergine le rispose: "Te lo
prometto; ma tu a questo fine, reciterai ogni giorno tre Ave Maria. Con la
prima, ti rivolgerai a Dio Padre, il quale, nella sua suprema potenza esaltò
l'anima mia sino a costituirmi la prima dopo Dio in cielo e su la terra; e gli
chiederai ch'io ti sia presente nell'ora della tua morte per confortarti e
scacciare lontano da te ogni potenza nemica. "Con la seconda Ave Maria ti
rivolgerai al Figlio di Dio che, nella sua inscrutabile sapienza, mi dotò di
una tale pienezza di scienza e di intelligenza che godo della santissima Trinità
con una conoscenza superiore a quella di tutti i Santi. Tu gli domanderai pure
che, per questo splendore per cui divenni un sole tanto radioso da illuminare
il cielo intero, io riempia l'anima tua, nell'ora della tua morte, dei lumi
della fede e della scienza, dimodochè tu sii libera da ogni ignoranza e da ogni
errore. Con la terza, ti rivolgerai allo Spirito Santo, il quale inondandomi
del suo amore mi diede tale un'abbondanza di dolcezza, di bontà e di tenerezza
che Dio solo ne possiede più di me, e gli domanderai ch'io ti sia presente
nell'ora della tua morte, per diffondere nell'anima tua la soavità del divino
amore. Così potrai trionfare dei dolori e dell’amarezza della morte, a segno
che li vedrai cambiati in dolcezza e allegrezza". [Santa Metilde. Libro primo, capitolo XLVI]
Di più riferisce il P. Auriemma
(Loc. cit.) che la S. Vergine promise a S. Metilde una buona morte, se le
avesse recitate ogni giorno tre Ave Maria alla sua potenza, sapienza e bontà.
In oltre ella stessa disse alla B. Giovanna di Francia, esserle accettissima
l'Ave Maria, specialmente detta dieci volte in onore di sue dieci virtù; ap.
Maracci, p. 25, il quale riferisce molte indulgenze poste a queste 10 Ave.
[S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]
PRATICA Prega ogni giorno così
mattina o sera (meglio mattina e sera):
Maria, mia buona Madre
preservami in questo giorno (questa notte) dal peccato mortale, per il potere che ti
ha concesso l’Eterno Padre. - Ave Maria…..
Per
la Sapienza che ti ha concesso il Divin Figlio. - Ave Maria….
Per
l’Amore che ti ha concesso lo Spirito Santo. -
Ave Maria….
TRE COSE
CHE L'UOMO DEVE AVERE NELLA MENTE
3. - "In una lode piena di azioni di grazie penserai ai beni che
eternamente ti darò in cielo, dove ti colmerò di doni oltremodo superiori a
tutto quanto puoi sperare ed anche immaginare. "Ti dico, in verità, che
provo immensa compiacenza quando gli uomini con fiducia aspettano da me cose
veramente grandi. "Chiunque crederà che dopo questa vita lo ricompenserò
oltre i suoi meriti, e anticipatamente me ne offrirà le sue azioni di grazie,
costui mi sarà tanto gradito che tutto quanto avrà sperato gli sarà dato in una
misura infinitamente superiore al suo merito. "È impossibile che l'uomo
non consegua ciò che crede e spera; è dunque vantaggioso aspettare da me cose
grandi e fidarsi di me". L'anima replicò: "O dolcissimo Signore, se
vi piace così tanto che gli uomini confidino in Voi, che cosa dovrò dunque
credere della vostra ineffabile bontà?" Il Signore rispose: "Tu devi
credere con certa speranza, che dopo la tua morte, ti riceverò come un Padre
accoglierebbe un suo carissimo figlio, e che mai nessun Padre dividerà
un'eredità col suo figlio con tale equità come io ti farò partecipe di tutti i
miei beni e ti darò anche me stesso. "Ti riceverò come un amico riceve
l'amico suo più tenero, ed avrò con te un'intimità che sorpasserà tutto quanto
i migliori amici hanno mai potuto sperimentare. Non fu mai visto amico così fedele
che qualche volta non abbia dato o non possa dare all'amico qualche dispiacere;
io invece sono fedele, sono la Fedeltà essenziale, né mai potrò fare agli amici
miei nessun inganno e nessun torto. "Ti riceverò ancora come lo sposo
riceve la sposa unicamente amata; nella mia accoglienza, vi saranno tali
dolcezze e delizie, che mai nessuno sposo tanto dolcemente accarezzò la sua
diletta sposa. Al torrente medesimo della mia Divinità io ti inebrierò". E
l'anima disse: "Che cosa darete Voi a quelli che avranno fede in queste
promesse?" "Darò loro un cuore riconoscente, disse il Signore,
affinché ricevano tutti i miei doni con gratitudine. Darò loro un cuor tenero
perché mi amino fedelmente. Darò loro un cuore che sappia lodarmi alla maniera
dei cittadini del cielo, i quali, lodandomi nell'amore, sempre mi
benedicono". [Santa Metilde, Libro terzo, Capitolo IV.]
TRE COSE A
DIO GRATISSIME
"Chi vuole farmi una offerta graditissima, si applichi alla pratica
di queste tre cose: dapprima sia fedele nell'aiutare il suo prossimo, in ogni
necessità ed in ogni indigenza; si studi di attenuare e scusare per quanto può,
i peccati ed i difetti dei propri fratelli. Se uno praticherà questa carità,
gli prometto che provvederò a tutte le sue necessità, coprirò i suoi peccati e
lo scuserò davanti al Padre mio. "La seconda pratica è questa: in ogni
tribolazione l'anima unicamente in me cerchi il suo rifugio; non si lamenti con
altri delle sue pene, ma a me solo confidi con pieno abbandono tutte le
inquietudini che opprimono il suo cuore, ed io non lo abbandonerò mai. "La
terza pratica è di camminare con me nella verità. "Se uno si dedicherà a
tali pratiche, nell'ora della morte lo accoglierò in quella guisa che una madre
amantissima accoglie il figlio suo; e gli darò nei miei paterni abbracci quel
riposo che non avrà mai fine. "La prima di queste pratiche mi è tanto
gradita che mi obbliga a pagare ogni debito che l'anima possa aver incontrato
verso il suo prossimo: la seconda libera dai debiti che essa possa avere verso di
sé medesima; quanto alla terza, può ottenere la remissione di qualsiasi debito
verso Dio". [Santa Metilde, Libro quarto, Capitolo V]
Preghiera per riparare tempo perduto
Prostrandosi allora ai piedi del Signore, Metilde
si dolse quasicchè avesse passato tutto il tempo della sua vita vivendo
inutilmente, e si offrì al suo Diletto disposta a stare su la terra per
soffrire, fosse pure sino al dì del giudizio, tutti i dolori e tutti i
patimenti possibili.
Il Signore le disse: "Onde riparare le tue negligenze e il tempo perduto, saluta il
mio Cuore nella sua divina bontà, perché Egli è la sorgente è la fonte di ogni
bene. Saluta il mio Cuore nella sovrabbondanza della grazia che Egli sparse,
sparge e spargerà per sempre sopra i Santi e sopra le anime di tutti gli eletti.
Saluta quell'acqua piena di dolcezza che tante volte dal mio Cuore
infinitamente buono sgorgò nell'anima tua e la inebriò nel torrente delle mie
divine delizie". [Santa Metilde, Capitolo VII,
Libro III,]
RICOMPENSA
GRANDE
Gesù disse a
Geltrude, dopo la confessione: “Ora accetta la penitenza che t'impongo. Ogni
giorno, per un anno intero, farai un'opera di carità come se la facessi a me
stesso, in unione dell'amore con cui mi sono fatto uomo per salvarti e
dell'infinita tenerezza con cui ti ho perdonato le tue colpe ».
Geltrude
accettò di gran cuore e con riconoscenza; poi tutto a un tratto, ricordandosi
della propria fragilità, disse: « Ahimè Signore! Non mi avverrà talora di
omettere questa buona opera quotidiana? E allora che dovrò fare?». « Come potrai
tu ometterla - rispose Gesù – se è cosa così facile? Io non ti chiedo che un
solo passo offerto a tale intenzione, una paglia sollevata da terra, un gesto
di bontà, una parola affettuosa al prossimo, un Requiem per i defunti, un
accento caritatevole a favore di un peccatore, o di un giusto. Ora di un solo
di questi atti sarà pago il mio divin Cuore». Consolata da queste dolci parole,
domandò la Santa a Gesù se altri ancora potesse avere parte a tale privilegio,
compiendo la medesima pratica ». « Sì - rispose il Salvatore - accordo l'intera
remissione di ogni peccato a chiunque vorrà adempiere la penitenza che ho
imposta ». E soggiunse: « Ah, quale dolce accoglienza farò al termine
dell'anno, a quanti avranno coperto, con atti di carità, la moltitudine dei
loro falli! ». Geltrude obbiettò « Come sarà possibile una tale purificazione,
se l'uomo è tanto inclinato al male da peccare parecchie volto in un'ora? ». E
il Signore: « Perché vuoi sottilizzare e mostrarti così difficile, mentre io,
che sono Dio, prevedo tanta gioia in questa cosa e mi dispongo ad aiutare la
buona volontà di chi vorrà darmi tale consolazione? La mia divina sapienza
vincerà ».
Geltrude
chiese: « Che darai Tu, mio Dio, a coloro che, col soccorso della tua grazia, compiranno
questo atto di carità quotidiana? ». Il Maestro concluse con dolcezza: « Io
darò loro ciò che l'occhio d'uomo non vide, ciò che il suo orecchio giammai
udì, ciò che nemmeno il suo cuore potrebbe aspettarsi da' suoi desideri. (I.
Cor. II, 9). Oh, quale felicità gusteranno coloro che avranno praticato
quest'esercizio per un anno, o anche solo per un mese! Per loro è preparata in
cielo ricompensa grande! »… [Rivelazioni di s.
Geltrude. Llibro
quarto, capitolo VII]
4. LA
MEDAGLIA MIRACOLOSA
La Medaglia Miracolosa
è la Medaglia della Madonna per eccellenza, perché è l’unica da Lei ideata e
descritta da Maria stessa nel 1830 a Santa Caterina Labourè (1806-1876) a
Parigi, in Rue du Bac.
La Medaglia Miracolosa
è stata donata dalla Madonna all’umanità come segno di amore, pegno di
protezione e sorgente di grazie.
La prima
apparizione.
Scrive Caterina
Labouré: “Alle ore 23,30 del 18 luglio 1830, mentre ero a letto addormentata,
mi sento chiamare per nome: “Suor Labouré!” Svegliatami, guardo dalla parte da
cui veniva la voce, (…) e vedo un fanciullino vestito di bianco, dai quattro ai
cinque anni, il quale mi dice: “Venite in cappella, la Madonna vi aspetta”. Mi
venne subito il pensiero: mi sentiranno! Ma quel fanciullino a rispondermi:
“State tranquilla, sono le ventitré e trenta e tutti dormono profondamente.
Venite che vi aspetto”. Vestitami in fretta, mi diressi verso quel fanciullino
(…), o meglio, io seguii lui. (…) Erano accesi i lumi dappertutto dove noi
passavamo, e questo mi sorprendeva molto. Assai più meravigliata, però, rimasi
all’ingresso della cappella, quando l’uscio si aprì, appena il fanciullino
l’ebbe toccato con la punta di un dito. La meraviglia poi crebbe nel vedere
tutte le candele e tutte le torce accese come alla Messa di mezzanotte. Il
fanciullino mi condusse nel presbiterio, accanto alla poltrona del Padre
Direttore, dove io mi misi in ginocchio, (…) giunse il sospirato momento. Il
fanciullino mi avverte dicendo: “Ecco la Madonna, eccola!”. Sento il rumore
come il fruscio di una veste di seta. (…) Fu quello il momento più dolce della
mia vita. Dire tutto ciò che provai mi sarebbe impossibile. “Figlia
mia - mi disse la Madonna - Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da
soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai
sempre la sua grazia: manifesta tutto quanto succede in te, con semplicità e
confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle tue orazioni: rendine conto
a che è incaricato della tua anima”.
Seconda apparizione.
“Il 27 novembre 1830
che era il sabato antecedente la prima domenica di Avvento, alle cinque e mezza
del pomeriggio, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di
sentire dal lato destro della cappella un rumore, come il fruscio di una veste
di seta. Avendo volto lo sguardo a quel lato, vidi la Santissima Vergine
all’altezza del quadro di San Giuseppe. La sua statura era media, e la sua
bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste
era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice, “ a la vierge”, cioè
accollata e con le maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco fino ai
piedi, il viso, era abbastanza scoperto, i piedi poggiavano sopra un globo o
meglio sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che la metà. Le sue mani,
elevate all’altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo
più piccolo, che rappresentava l’universo. Ella aveva gli occhi rivolti al
cielo, e il suo volto diventò splendente mentre presentava il globo a Nostro
Signore. Tutto ad un tratto, le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di
pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più
piccole, le quali gettavano raggi luminosi. Mentre io ero intenta a
contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me, e si fece
sentire una voce che mi disse:“Questo globo rappresenta tutto il mondo,
in particolare la Francia e ogni singola persona…”. Io qui non so
ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi così
sfolgoranti!… e la Vergine aggiunse: “Sono il simbolo delle grazie
che io spargo sulle persone che me le domandano”, facendomi così
comprendere quanto è dolce pregare la Santissima Vergine e quanto Ella è
generosa con le persone che la pregano; e quante grazie Ella accorda alle persone
che la cercano e quale gioia Ella prova a concederle. In quel momento io ero e
non ero… Gioivo. Ed ecco formarsi intorno alla Santissima Vergine un quadro
alquanto ovale, sul quale, in alto, a modo di semicerchio, dalla mano destra
alla sinistra di Maria si leggevano queste parole, scritte a lettere
d’oro: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che
ricorriamo a Voi”. Allora si fece sentire una voce che mi
disse: “Fa coniare una medaglia su questo modello: tutte le persone
che la porteranno riceveranno grandi grazie; specialmente portandola al collo.
Le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia”. All’istante
mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della medaglia. Vi era
il monogramma di Maria, ossia la lettera “M” sormontata da una croce e, come
base di questa croce, una spessa riga, ossia la lettera “I”, monogramma di
Gesù, Jesus. Al di sotto dei due monogrammi, vi erano i Sacri Cuori di Gesù e
di Maria, circondato il primo da una corona di spine trafitto il secondo da una
spada. Interrogata più tardi, la Labouré, se oltre al globo o, meglio, alla
metà del globo, avesse veduto qualche altra cosa sotto i piedi della Vergine,
rispose di aver veduto un serpente di color verdastro chiazzato di giallo. Quanto
poi alle dodici stelle che circondano il rovescio della medaglia, “è moralmente
certo che questa particolarità fu indicata a viva voce dalla Santa, fin
dall’epoca delle apparizioni”. Nei manoscritti della Veggente si trova anche
questa particolarità, che è di molta importanza. Tra le gemme ve ne erano
alcune che non mandavano raggi. Mentre ella se ne stupiva, sentì, la voce di
Maria che diceva: ”Le gemme dalle quali non partono raggi sono
simbolo delle grazie che si dimentica di chiedermi”.Tra esse la più
importante è il dolore dei peccati. La medaglia dell’Immacolata, fu coniata due
anni dopo, nel 1832, e fu denominata dal popolo stesso, “Medaglia Miracolosa”
per eccellenza, per il gran numero di grazie spirituali e materiali ottenute
per intercessione di Maria.
Sodalizio della medaglia
·
L'8 luglio 1909 Pio X diede
l'approvazione all'Associazione della Medaglia Miracolosa, nata sul modello
delle Figlie di Maria. Ne fanno parte tutti coloro che ricevono l'imposizione
liturgica della medaglia che, dopo il Concilio Vaticano II, ogni sacerdote può
fare servendosi della formula rituale: in sostanza, ne è membro chiunque porti
la medaglia al collo. Pio X arricchì l'associazione di varie indulgenze. Nel
caso in cui la medaglia venga smarrita, basta avere l'intenzione di indossarne
un'altra, anche non benedetta, perché si possa continuare a lucrare tali
indulgenze. Obbligo degli associati è «di portare con amore e di
diffondere la Medaglia Miracolosa», invocando spesso la Madonna con la
giaculatoria incisa sul recto (Chierotti, 1979). L. Chierotti, Caterina Labouré, in F. Caraffa, G.
Morelli (diretta da), Bibliotheca Sanctorum, Roma, 1963, vol. III,
pp. 1046–1047.
5.
PROMESSA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA: I PRIMI CINQUE SABATI
|
La Grande Promessa del Cuore Immacolato di Maria è
questa: « A tutti coloro che
per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa
Comunione, reciteranno il Rosario, e mi faranno compagnia quindici minuti
meditando i misteri, con l'intenzione di offrirmi riparazione, io prometto di
assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza
».
Questa Grande Promessa fu fatta
dalla Vergine Immacolata a Suor Lucia di Fatima il 10 dicembre 1925. La Madonna
era apparsa con Gesù Bambino che parlò per primo e disse a Suor Lucia: « Abbi
compassione del cuore della tua Madre Santissima avvolto nelle spine che gli
uomini ingrati gli infliggono continuamente: non vi è chi faccia atti di
riparazione per strappargliele ».
Il contenuto di questa Grande
Promessa dei SS. Cuori è sconvolgente. Non si sa se ammirare di più l'immensità
della misericordia dei Sacri Cuori o la preziosità della salvezza eterna che
essi promettono a tutti.
Per la Grande Promessa del Cuore Immacolato di Maria si
richiede:
1) Fare cinque Confessioni e Comunioni riparatrici
2) Ogni primo sabato del mese (e non in altro giorno)
3) Per cinque mesi consecutivi (senza interruzioni)
4) Con la recita del Rosario (almeno 5 decine) e un quarto d'ora
di meditazione sui misteri del Rosario.
Un confessore di Lucia le chiese il perché del numero
cinque. Lei lo chiese a Gesù, il quale le rispose:
“Si tratta di riparare le cinque offese dirette al
Cuore Immacolato di Maria:
1– Le
bestemmie contro la sua Immacolata Concezione. 2 – Contro la sua
Verginità. 3– Contro la sua Maternità divina e il rifiuto di
riconoscerla come Madre degli uomini. 4– L’opera di coloro che
pubblicamente infondono nel cuore dei piccoli l’indifferenza, il disprezzo e
perfino l’odio contro questa Madre Immacolata. 5 – L’opera di coloro che
la offendono direttamente nelle sue immagini sacre.
Alcune precisazioni:
Questa pia pratica dei cinque
primi sabati come quella dei primi nove venerdì del mese si può cominciare in
qualsiasi mese dell'anno. Importante è non interromperle.
La Comunione fatta in
peccato mortale (senza Confessione) non solo non è valida, e spezza la continuità
dei primi venerdì e dei primi sabati, ma è un orribile sacrilegio, per il
quale Gesù disse a S. Brigida che « non esiste sulla terra supplizio che
basti a punirlo »!
Chi fa la Comunione quotidiana e la Confessione
settimanale, è sufficiente che metta una volta per sempre l'intenzione di
voler offrire ogni primo venerdì e ogni primo sabato in riparazione delle
offese fatte ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria.
Lucia fece presente a Gesù la difficoltà che alcune
persone avevano di confessarsi il sabato e chiese se fosse stata valida la
confessione fatta negli otto giorni.
Rispose Gesù: «Sì, può esserlo anche di molti
giorni di più, purché quelli che ricevono la Santa Comunione siano in grazia e
abbiano l'intenzione di riparare le offese al Cuore Immacolato di Maria».
Chiese ancora Lucia: «A chi non potrà soddisfare tutte
le condizioni il sabato, non potrà farlo la domenica?»
Gesù rispose: «Sarà ugualmente accetta la pratica
di questa devozione alla domenica, dopo il primo sabato, quando i miei sacerdoti,
per giusti motivi, lo concederanno alle anime».
TUTTI APOSTOLI DELLA GRANDE PROMESSA
Rispondiamo quindi con gioia alla richiesta del Cuore
Immacolato di Maria dei primi cinque sabati del mese promuovendone la
pratica.
Le grazie promesse sono state «rivelate» dalla Madonna
stessa:
- «A chi la praticherà prometto la salvezza».
-«Queste anime saranno predilette da Dio».
-«Come fiori saranno collocate da me innanzi al suo
Trono».
-«Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via
che ti condurrà a Dio».
[Antonio A. Borelli
Machado. FATIMA: Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti
di suor Lucia. Cristianità, 1982
pubblicato in Portogallo con l’imprimatur del Vicario Generale di Braga.]
6.PROMESSE DI
MARIA SANTISSIMA AI
DEVOTI DEL SANTO
ROSARIO
“La divozione
del SS. Rosario già si sa essere stata rivelata a S. Domenico dalla stessa
divina Madre, allorché stando afflitto il santo e lagnandosi colla sua Signora
degli eretici Albigesi che in quel tempo facevano gran danno alla Chiesa, la
Vergine gli disse: Questo terreno sarà sempre sterile, sino che vi cada la
pioggia. Intese allora S. Domenico questa pioggia esser la divozione del
Rosario, ch'egli doveva pubblicare. Come in fatti il santo l'andò per tutto
predicando, e questa divozione fu da tutti i cattolici abbracciata; in modo
tale che al presente non vi è divozione più praticata da' fedeli di ogni stato
di persone, che questa del SS. Rosario.1 Gli eretici moderni, Calvino, Bucero
ed altri, che non han detto per discreditare l'uso della corona?2 Ma è noto il
gran bene che al mondo ha recato questa nobile divozione. Quanti per mezzo di
essa sono stati liberati da' peccati! quanti condotti a vita santa! quanti han
fatta buona morte ed ora son salvi! Leggansi tanti libri che ne trattano.
Basti sapere
che questa divozione è stata approvata dalla S. Chiesa, ed i Sommi Pontefici
l'hanno arricchita d'indulgenze.” [S.Alfonso
Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]
- La devozione al Santo Rosario è
segno certo di predestinazione.
- Prometto la mia protezione
speciale e grandi favori a chi reciterà devotamente il mio Rosario
- Quelli che propagheranno il mio
Rosario saranno da me soccorsi in ogni loro tribolazione.
- Persevera nella devozione del mio
Rosario e io provvederò alle tue necessità
- Chiunque reciterà devotamente il
mio Rosario meditando i misteri, si convertirà, se peccatore.
- I veri devoti del mio Rosario non
morranno senza Sacramenti.
- Quelli che recitano il mio Rosario
avranno in vita e in morte, soccorso, luce e conforto.
- Colui che si raccomanda a me col
Rosario non perirà.
- A coloro che recitano il mio Rosario
io prometto la mia speciale protezione.
- Diffondi il Rosario: è un’arma
potentissima contro le insidie e gli assalti del demonio.
- Colui che reciterà devotamente il
Rosario conserverà la grazia, se giusto, e sarà fatto degno della vita
eterna.
- Io libero in giornata dal
purgatorio, i veri devoti del mio Rosario.
- Coloro che cantano le mie lodi
col Rosario avranno gran luce intellettuale e abbondanza di grazie.
- Coloro che reciteranno
devotamente il mio Rosario si santificheranno.
- I veri devoti del mio Rosario
godranno di una grande gloria in Cielo.
(Promesse di Maria
Santissima al Beato Alano della Rupe O.P. in OPERE COMPLETE DEL BEATO ALANO
DELLA RUPE a cura di: Don Roberto Paola
Roma, 31-12-2013 Edizioni: Centro Studi Rosariani)
Parole della SS.
Vergine al beato Alano: "Sappi che oltre alle molte indulgenze
legate al mio Rosario, io ne aggiungo molte di più, ad ogni corona, per quelli
che lo recitano senza essere in peccato mortale, devotamente inginocchiati, e
per chi persevera nella devozione del Santo Rosario, con le pratiche e
meditazioni connesse; come ricompensa per questa bella pratica, gli otterrò,
alla fine della vita, la piena remissione della pena e della colpa di tutti i
suoi peccati. Questo non ti sembri incredibile: per me è facile, essendo la
Madre del Re dei cieli, da lui chiamata piena di grazia; e se ne sono
ricolmata, ne posso fare grande effusione sui miei cari figli".
“Il Santo Rosario è un’Arma potente. Impiegala con
fiducia e ti meraviglierai del risultato” [San
Josemaria Escrivà].
“Il Rosario è l’Arma più potente con cui
possiamo difenderci in campo di battaglia”. [Suor Lucia di Fatima]
Concludiamo con il terzo ed ultimo messaggio della SS.
Vergine nelle sue apparizioni ad AKITA
(Giappone), il 13 Ottobre 1976, esattamente
nel 56 anniversario dell’ultima apparizione a Fatima (apparizioni riconosciute come soprannaturali dal Vescovo Mons. Itò, che
presentò il tutto all’allora Cardinale Ratzinger).
La Madonna disse alla veggente, Suor Agnese Sasagawa (tuttora viva): “Figlia
mia cara, ascolta bene ciò che sto per dirti. Lo riferirai al tuo superiore. Come ti ho già detto, se
gli uomini non si pentono e non cambiano, il
Padre invierà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grave del diluvio, come mai è stato nessun altro. Cadrà fuoco dal cielo e annienterà gran
parte dell’umanità, sia cattivi che buoni, senza risparmiare fedeli né
sacerdoti. I superstiti si troveranno
in una tale desolazione, da invidiare i morti. La sola arma che avrete sarà il
Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i sacerdoti. …
Oggi è l’ultima
volta che ti parlo a viva voce; d’adesso in poi dovrai ubbidire a colui che ti è stato inviato e al tuo superiore.
Prega molto con il Rosario. Soltanto Io posso ancora salvarvi dalle calamità
che si avvicinano. Quelli che confideranno in me saranno salvati”
Dell'effetto del grande Salterio
La Santa chiese ancora: « Vorresti dirmi, caro
Signore, quante anime accordi a ciascuna persona che recita l'ufficio? » e
Gesù: « Tante quante ne merita il loro amore » Poi continuò: «La mia infinita
bontà mi porta a liberare un numero grande di anime; per ciascun versetto di
questi salmi libererò tre anime ». Allora Geltrude che, per la sua estrema
debolezza non aveva potuto recitare il salterio, eccitata dall'effusione della
divina bontà, si sentì in dovere di recitarlo col più grande fervore. Quand'ebbe
terminato un versetto, domandò, al Signore quante anime la sua infinita
misericordia avrebbe liberato. Egli rispose: « Sono così soggiogato dalle
preghiere di un'anima amante, che sono pronto a liberare ad ogni movimento
della sua lingua, durante il salterio, una moltitudine sterminata di anime ».
Lode eterna ne sia a Te, dolcissimo Gesù! [Santa Geltrude. Libro quarto ,
capitolo XVIII]
Il salterio è però preghiera colta,
destinata a chi sa leggere e conosce il latino e la Bibbia; come farlo recitare
agli illetterati? Si escogita la soluzione di sostituirlo con la recita di 150
preghiere più brevi e facili, soprattutto il Padre Nostro, ma più tardi
(sec.XII), si sostituisce o si mescola l’Ave Maria….Alano de la Roche
(1428-1475), domenicano, fonda nel nord della Francia una confraternita per la
devozione e la propagazione del Salterium Mariae, ossia il rosario. .. In
conclusione, dopo ormai più di cinque secoli di rosario: sono spariti dalla
devozione popolare la preghiera numerica-continua e il salterio, quest’ultimo è
stato lasciato ai soli chierici, per tutti gli altri c’è la corona. Addirittura
-pratica raccomandata perfino dai Papi-
http://www.domenicani.it/brevi-note-sullorigine-la-struttura-del-rosario/
7.LA SIGNORA DI
TUTTI I POPOLI
Qui sotto un estratto dai suoi messaggi dati
alla veggente Ida Peerdeman.
La
Preghiera
“ Signore
Gesù Cristo, Figlio del Padre, manda ora il tuo Spirito sulla terra. Fa abitare
lo Spirito Santo nei cuori di tutti i popoli, affinché siano preservati dalla
corruzione, dalle calamità e dalla guerra. Che la Signora di tutti i Popoli, la
Beata Vergine Maria* sia la nostra Avvocata. Amen. “
*Questa preghiera ebbe origine ad Amsterdam nel
1951. Fin da allora essa ha ricevuto molti imprimatur. Dopo consultazione del
Vescovo del luogo con la Congregazione per la Dottrina della Fede, riguardo
alla preghiera, la Congregazione ha approvato il testo della preghiera con la
direttiva di cambiare, a causa di possibili malintesi, la clausola originale
“che una volta era Maria” con la Beata Vergine Maria” (30 ottobre 2006).
2007 Amsterdam 'Fondazione Signora di tutti i
Popoli' – www.de-vrouwe.net
Alcuni Messaggi:
Poi la
Signora continuò il suo messaggio: ‘Figlia mia, questa preghiera è così
semplice e breve che ciascuno può dirla nella sua lingua, davanti alla propria
croce. E coloro che non hanno una croce, che la recitino interiormente’”.
Ella è stata inviata nel nostro tempo quale
Signora di tutti i Popoli affinché “il mondo, per mezzo di questa preghiera,
venga liberato da una grande catastrofe planetaria”. (10.05.1953)
Quanta
potenza vi è quindi in questa preghiera! La Madre del Signore illustra
chiaramente la situazione morale del nostro tempo: “Satana è ancora il principe
di questo mondo. Avvinghia ciò che può. (…) La Signora ha dovuto portare adesso
la sua preghiera in questo mondo dominato dal demonio. Lo Spirito Santo deve
però ancora venire sui popoli”. (4.04.1954)
Nella sua qualità di Signora di tutti i
Popoli, è ora stata inviata per “scacciare Satana. Voi dovete però recitare la
mia preghiera, che ho dato al mondo!” (31.05.1955)
“La
preghiera deve essere divulgata”. (25.03.1945)
Ella conosce infatti il piano divino di
salvezza per l’umanità: “Questa preghiera è data per la salvezza del mondo.
Questa preghiera è data per la conversione del mondo”. (31.12.1951)
Per questo chiede: “Divulga dunque la mia
preghiera, la preghiera del Signore!” (31.05.1957)
‘La semplice preghiera darà luogo ad un’unica
comunità’”. (17.02.1952)
“Voglio che
la diffusione avvenga in molte lingue” (4.03.1951)
e che la preghiera sia portata “nei paesi dove
la fede è diminuita”. (15.04.1951)
Poiché: “La Signora di tutti i Popoli non è
destinata a un solo paese, a un solo luogo, ma al mondo, ai popoli”.
(11.10.1953)
“Tutti ne hanno il diritto”. (29.04.1951)
Appare così comprensibile il desiderio
espresso dalla Signora di tutti i Popoli, nel senso che la sua preghiera “va
recitata in tutte le chiese”. (8.12.1952)
“Divulgatela nelle chiese e mediante mezzi
moderni”. (31.12.1951)
Sì, i cristiani “devono recitare la mia
preghiera contro corruzione, calamità e guerra e portarla a tutti i popoli”.
(11.10.1953)
Sito ufficiale: www.de-vrouwe.info/
8.LODI DI MARIA
E chi non
sa la promessa fatta da Maria stessa a coloro che si adoprano a farla conoscere
ed amare in questa terra? Qui elucidant me, vitam aeternam habebunt (Eccli.
XXIV, 31), come le applica la santa Chiesa nella festività della sua Immacolata
Concezione.6 Exulta - dunque diceva S. Bonaventura, che tanto s'impiegò in
pubblicare le lodi di Maria, - exulta, anima mea, et laetare in illa, quia
multa bona sunt laudatoribus praeparata.7 E giacché tutte le divine Scritture,
soggiungeva, parlano in lode di Maria, procuriamo sempre, e col cuore e colla
lingua, di celebrare questa divina Madre, acciocché da lei siamo un giorno
condotti al regno de' beati: Si enim omnes Scripturae loquuntur de ea, Deiparam
perpetuo corde et lingua celebremus, ut ab ipsa ad gaudia aeterna perducamur.8
Si ha dalle rivelazioni di S. Brigida che solendo il B. Emingo vescovo dar
principio alla sue prediche dalle lodi di Maria, apparve un giorno alla santa
la stessa Vergine, e le disse: Dite a quel prelato che suol cominciar le sue
prediche dalle mie lodi, ch'io voglio essergli madre, e che io presenterò
l'anima sua a Dio, e farà buona morte (Revel., cap. 104). [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria,
introduzione]
E come mai può perire chi si raccomanda a questa buona Madre, quando il
Figlio come Dio ha promesso per suo amore di usar misericordia, per quanto a
lei piace, a tutti coloro che se le raccomandano. Ciò appunto rivelò il Signore
a S. Brigida (Lib. 4, cap. 53), facendole sentire queste parole ch'egli dicea a
Maria: Ex omnipotentia mea, Mater reverenda, tibi concessi propitiationem
omnium peccatorum, qui devote invocant tuae pietatis auxilium, qualicumque modo
placeat tibi. [S.Alfonso Maria de’ Liguori.
Le Glorie di Maria, Parte prima, capitolo VII.]
Pregando un giorno la SS. Vergine, nella novena
della sua Assunzione, la serva del Signore, la vergine Suor Serafina da Capri -
come si legge nella sua Vita - le domandò la conversione di mille peccatori. Ma
temendo poi che la domanda fosse troppo avanzata, le apparve la Vergine e la
corresse di questo suo vano timore dicendole: Perché temi, forse io non sono
abbastanza potente ad ottenerti dal mio Figliuolo la salute di mille peccatori?
Eccoli, io già te l'impetro. Indi la condusse in ispirito in paradiso, ed ivi
le dimostrò innumerabili anime di peccatori, che si avean meritato l'inferno, e
poi per sua intercessione s'eran salvati, e già godevano la beatitudine eterna.
[S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]
9.NOME DI MARIA
Son troppo belle le grazie che stan promesse da Gesù Cristo a' divoti del nome di Maria, com'egli
stesso parlando colla sua Santa Madre fe' intendere a S. Brigida, rivelandole
che chi invocherà il nome di Maria con confidenza e proposito d'emenda,
riceverà tre grazie singolari, cioè un perfetto dolore de' suoi peccati, la lor
soddisfazione e la fortezza per giungere alla perfezione, e di più finalmente
la gloria del paradiso: Quicumque invocaverit nomen tuum et in te sperabit cum
proposito emendandi, tria illi dabuntur, contritio peccatorum, eorum
satisfactio et fortitudo ad proficiendum, et insuper regnum caelorum (Rev.,
lib. 1, cap. 50).33 Poiché, soggiunse il divin Salvatore, sono sì dolci e care,
o Madre mia, a me le tue parole, che non posso negarti quel che tu mi chiedi: Tanta
enim est in me dulcedo verborum tuorum, quod negare non valeo quod tu petis. [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]
V. Sia benedetto il nome della Vergine Maria.
R. Da questo momento e nei secoli.
Preghiamo. Ti preghiamo, Dio onnipotente, affinché i tuoi fedeli, che si rallegrano del nome e della protezione della santissima Vergine Maria, grazie alla sua pietosa intercessione siano liberati da tutti i mali sulla terra, e meritino di giungere alle gioie eterne in cielo. Per Cristo nostro Signore. Così sia.
R. Da questo momento e nei secoli.
Preghiamo. Ti preghiamo, Dio onnipotente, affinché i tuoi fedeli, che si rallegrano del nome e della protezione della santissima Vergine Maria, grazie alla sua pietosa intercessione siano liberati da tutti i mali sulla terra, e meritino di giungere alle gioie eterne in cielo. Per Cristo nostro Signore. Così sia.
Mentre Geltrude invocava il soccorso della
celeste Madre con queste parole: « Eia ergo advocata nostra » le sembrò che la
Vergine fosse attratta verso di lei da una forza potente, perché tutte le volte
che s'invoca Maria col titolo di Avvocata, la sua tenerezza materna si commuove
in modo tale, da non poter nulla rifiutare. Alle altre parole: « illos tuos
misericordes oculos », la Vergine prese la testa del suo Figlio e la inchinò
dolcemente, verso la Santa, dicendo: « Eccoti i miei occhi misericordiosi, io
li flssai su coloro che m'invocano per ottenere frutti di vita eterna ». Il
Signore si degnò d'insegnare a Geltrude a ripetere, almeno una volta al giorno,
l'invocazione: « Eia ergo advocata nostra,
illos tuos misericordes oculos ad nos converte » [Suvvia, Avvocata nostra,
rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi], assicurandole un potente
soccorso per l'ora di morte. (Rivelazioni.
Libro quarto, capitolo 51.)
Sant’Alfonso porta gli esempi di peccatori che si sono
salvati solo grazie alla devozione di pregare ogni giorno la Vergine Maria di
non essere abbandonati e di non morire in peccato mortale. [Le glorie di
Maria. Libro 1., cap. 7.]
10. Le promesse e le
grazie ai devoti di Nostra Signora dei Dolori
Per intendere quanto gradisce la Vergine in noi la memoria de' suoi
dolori, basterebbe solamente sapere ch'ella nell'anno 1239 apparve a sette suoi
divoti - che poi furono i fondatori della religione dei Servi di Maria - con
una veste di color nero in mano, e loro impose che, se volevano gradirle,
spesso meditassero i suoi dolori; e perciò volea che per memoria di essi,
d'allora innanzi portassero quella lugubre veste (Gian., Cent., Serv., l. 1, c.
14). E Gesù Cristo medesimo rivelò alla B. Veronica da Binasco ch'egli quasi
più si compiace in vedere compatita la Madre che se stesso; poiché così le
disse: Figlia, mi son care le lagrime sparse per la mia Passione; ma amando io
con amore immenso la mia Madre Maria, mi è più cara la meditazione de' dolori
ch'ella patì nella mia morte (Ap. Bolland., 13 ian.).61 Perciò son troppo
grandi le grazie da Gesù promesse a'
divoti de' dolori di Maria. Riferisce il Pelbarto (Stellar., l. 3, p. 3, a.
3) essere stato rivelato a S. Elisabetta che S. Giovanni evangelista, dopo che
la B. Vergine fu assunta in cielo, desiderava egli di rivederla; ebbe già la
grazia, gli apparve la sua cara Madre, ed insieme con lei anche Gesù Cristo; ed
intese poi che Maria domandò al Figlio qualche grazia speciale per li divoti
de' suoi dolori, e che Gesù le prometté per essi quattro grazie principali:
1. Che chi invoca la divina Madre
per li suoi dolori, prima della morte meriterà far vera penitenza di tutti i
suoi peccati. 2. Ch'egli custodirà questi divoti nelle tribolazioni in cui si
trovano, specialmente al tempo della morte. 3. Che imprimerà loro la memoria
della sua Passione, e che in cielo poi ne darà loro il premio. 4. Che tali
divoti egli li porrà in mano di Maria, acciocch'ella ne disponga a suo piacere,
e loro ottenga tutte le grazie che vuole. - In comprova di ciò vediamo nel
seguente esempio quanto giovi alla salute eterna la divozione a' dolori di
Maria.
Esempio.
Si ha dalle rivelazioni di S. Brigida (Lib. 6, cap. 97) che vi era un
signore quanto nobile di nascita, tanto vile e scellerato di costumi. Egli
s'era dato con patto espresso per ischiavo al demonio, e l'avea servito per
sessant'anni continui, facendo la vita che ognuno può immaginarsi, lontano
sempre da' sacramenti. Or questo principe venne a morte, e Gesù Cristo, per
usargli misericordia, comandò a S. Brigida che avesse detto al suo confessore
che fosse andato a visitarlo e l'avesse esortato a confessarsi. Vi andò il
confessore, e quegli rispose che non avea bisogno di confessione, perché spesso
si era confessato. Vi andò la seconda volta, e quel povero schiavo dell'inferno
seguiva a stare ostinato in non voler confessarsi. Gesù di nuovo disse alla
santa che vi mandasse il confessore. Questi vi ritornò, ed in questa terza
volta gli riferì la rivelazione fatta alla santa, e ch'egli perciò era tornato
tante volte, perché così l'avea comandato il Signore, che volea usargli
misericordia. Al sentire ciò il misero infermo s'intenerì e cominciò a
piangere. Ma come, poi esclamò, io posso essere perdonato, se per sessant'anni
ho servito il demonio, fatto suo schiavo, ed ho caricata l'anima mia
d'innumerabili peccati? Figlio, rispose il Padre animandolo, non dubitare, se
tu te ne penti, io ti prometto da parte di Dio il perdono. Allora egli
cominciando a prender confidenza, disse al confessore: Padre, io mi stimava
dannato, e già disperava della salute, ma ora mi sento un dolore de' miei
peccati, che m'anima a confidare; onde, giacché Dio non m'ha abbandonato
ancora, voglio confessarmi. Ed in fatti in quel giorno si confessò quattro
volte con gran dolore, nel seguente poi si comunicò, e nel sesto giorno, tutto
contrito e rassegnato, se ne morì. Dopo la sua morte di nuovo Gesù Cristo parlò
a S. Brigida e le disse che quel peccatore era salvo stando già in purgatorio,
e che s'era salvato per l'intercessione della Vergine sua Madre; mentre il
defunto, benché avesse fatta una vita così perversa, nulladimeno avea sempre
conservata la divozione a' suoi dolori; poiché sempre che si ricordava de' suoi
dolori, la compativa. [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria]
La devozione popolare ha fissato simbolicamente i sette dolori
della corredentrice sulla base degli episodi narrati dai Vangeli [si prega con
un’Ave Maria dopo la meditazione del dolore]:
- la
profezia del vecchio Simeone,
- la
fuga in Egitto,
- lo
smarrimento di Gesù a Gerusalemme,
- Gesù
incontra la Madre sul Golgota,
- la
crocifissione,
- Gesù
è trafitto dalla lancia e viene deposto dalla croce,
- la
sepoltura di Gesù.
Sono episodi che ci invitano a meditare sulla partecipazione di
Maria alla Passione, Morte e Resurrezione di Cristo e che ci danno la forza di
prendere su di noi la nostra croce.
Le promesse e le grazie ai devoti di Nostra Signora dei Dolori
Nelle sue rivelazioni approvate dalla Chiesa, Santa Brigida
afferma che la Madonna le ha promesso di concedere sette grazie a coloro che
recitano tutti i giorni sette Ave Maria in onore dei suoi principali “sette
dolori”, meditando su di essi. Queste le promesse:
- Porrò
la pace nelle loro famiglie.
- Saranno
illuminati sui Misteri Divini.
- Li
consolerò nelle loro sofferenze e li accompagnerò nelle loro fatiche.
- Darò
loro tutto quello che mi chiedono, a condizione che non si opponga alla
Volontà adorabile del mio Divin Figlio e alla santificazione delle loro
anime.
- Li
difenderò nei combattimenti spirituali contro il nemico infernale e li
proteggerò in tutti gli istanti della vita.
- Li
assisterò visibilmente nel momento della morte.
- Ho
ottenuto da Mio Figlio che quelli che propagano questa devozione (alle mie
Lacrime e Dolori) siano trasferiti da questa vita terrena alla felicità
eterna direttamente, poiché saranno distrutti tutti i loro peccati e mio
Figlio e io saremo la loro eterna consolazione e gioia.
Sant’Alfonso Maria de Liguori [Le Glorie di Maria] dice che Gesù ha promesso ai devoti di Nostra Signora dei dolori
queste grazie:
- I
devoti che invocheranno la divina Madre per i meriti dei suoi dolori
otterranno, prima della morte, di compiere una vera penitenza per tutti i
loro peccati.
- Nostro
Signore imprimerà nei loro cuori la memoria della Sua Passione, dando loro
il premio del Cielo.
- Gesù
Cristo li custodirà in tutte le tribolazioni, soprattutto nell’ora della
morte.
- Gesù
li lascerà nelle mani di sua madre, perché disponga di loro a suo
piacimento e ottenga loro tutti i favori.
11.LO SCAPOLARE DELLA MADONNA DEL CARMELO
Conforme gli uomini si recano ad onore di avere alcuni che portano le
loro livree, così Maria SS. gradisce che i suoi divoti portino il suo scapolare
in segno d'esser dedicati alla di lei servitù ed esser del numero della
famiglia della Madre di Dio. Gli eretici moderni deridono al solito questa
divozione, ma la S. Chiesa l'ha approvata con tante bolle ed indulgenze. E
riferisce il P. Crasset (T. 2, tr. 6, part. 4), ed il Lezzana (In Mar., c. 5,
n. 10), parlando dell'abitino del Carmine, che verso l'anno 1251 apparve la S.
Vergine al B. Simeone Stochio inglese, e dandogli il suo scapolare, gli disse
che coloro i quali l'avessero portato, sarebbero stati liberi dall'eterna
dannazione, con queste parole: Accipe, fili dilectissime, hoc tui Ordinis
scapulare, meae confraternitatis signum, tibi et cunctis Carmelitis
privilegium; in quo quis moriens, aeternum non patietur incendium (Ap. Lez.,
loc. cit.). E di più porta il P. Crasset che Maria apparendo un'altra volta a
Papa Giovanni XXII gli ordinò di far sapere a coloro che portassero il suddetto
abitino che sarebbero stati liberati dal purgatorio nel sabbato dopo la lor
morte; conforme appunto il medesimo Pontefice poi dichiarò nella sua bolla,
confermata appresso da Alessandro V, da Clemente VII, e da altri, come riferisce
il P. Crasset nel luogo citato. E secondo abbiamo notato nella prima parte
(cap. 8, § 2, pag. 272), Paolo V accenna lo stesso, e par che spieghi le bolle
de' Pontefici antecessori, prescrivendo nella sua bolla le condizioni da
osservarsi per guadagnare l'indulgenze appostevi, cioè l'osservanza della
castità secondo il proprio stato e la recitazione dell'Officio picciolo della
Vergine: e chi non può recitarlo, almeno che osservi i digiuni della Chiesa,
astenendosi dal mangiare carne nel mercoledì.
Le indulgenze poi che vi sono così a questo abitino del Carmine, come
agli altri de' Dolori di Maria, della Mercede, e singolarmente a quello della
Concezione, sono innumerabili, quotidiane e plenarie, in vita e in articolo di
morte. [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria,
OSSEQUIO VI. - Dell'abitino]
È ben nota poi la promessa che fece Maria al Papa Giovanni XXII, a cui
apparendo gli ordinò che facesse sapere a tutti coloro i quali portassero il sacro scapulare del Carmine, che nel
sabbato dopo la loro morte sarebbero liberati dal purgatorio. E ciò lo stesso
pontefice, come riferisce il P. Crasset (tom. 2. Div. d. B.V., tr. 6, prat. 4),
lo dichiarò nella Bolla che pubblicò; che fu poi confermata da Alessandro V, da
Clemente VII, Pio V, Gregorio XIII, e Paolo V, il quale nel 1612, in una Bolla
disse “Che 'l popolo cristiano può piamente credere che la B. Vergine aiuterà
colle sue continue intercessioni, co' suoi meriti e protezione speciale dopo la
morte e principalmente nel giorno del sabbato - consagrato dalla Chiesa alla
stessa Vergine - l'anime de' fratelli della confraternità di S. Maria del monte
Carmelo, che saranno uscite da questa vita in grazia, ed avranno portato
l'abito, osservando castità secondo il loro stato, ed avranno recitato
l'Officio della Vergine: e se non han potuto recitarlo, avranno osservati i
digiuni della Chiesa, astenendosi dal mangiar carne il mercoledì, eccettuato il
giorno di Natale”.19 E nell'Officio solenne della festa di S. Maria del Carmine
si legge credersi piamente che la S. Vergine con amor di madre consoli i
confratelli del Carmine nel purgatorio, e colla sua intercessione presto li
conduca nella patria celeste: Materno plane affectu, dum igne purgatorii
expiantur, solari, ac in caelestem patriam obtentu suo quantocius pie creditur
efferre (In fest. S. Mar. de M. Carm., 16 iul.) [S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le Glorie di Maria, Parte prima, capitolo
VIII. § 2. - Maria soccorre i suoi divoti nel purgatorio.]
Nelle
apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nel 1917, sono state confermate le
due principali devozioni mariane che hanno resistito alla prova del tempo:
quella del Rosario e quella dello Scapolare.
Alla
conclusione delle apparizioni, il giorno 13 ottobre 1917, mentre avveniva il
grande miracolo del sole, visto da più di 70.000 persone, la Madre di Dio si
mostrò ai tre pastorelli nelle vesti di Nostra Signora del Monte Carmelo,
presentando loro, nelle mani, lo Scapolare.
E'
certo che, avvenendo nel momento più alto fra tutti i fenomeni accaduti a
Fatima, quest'apparizione finale non fu un dettaglio senza importanza. Si può
concludere perfino che i privilegi inestimabili legati allo Scapolare sono
parte integrante del Messaggio che ci ha lasciato la Madre di Dio a Fatima,
unitamente al Rosario ed alla devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Infatti,
i riferimenti all'Inferno e al Purgatorio, la necessità della penitenza e
l'intercessione di Nostra Signora contenuti nel Messaggio sono in assoluta
consonanza con le promesse collegate allo Scapolare.
Chi
pone l'attenzione sul vero significato delle apparizioni, concluderà facilmente
che l'esaudimento delle richieste di Nostra Signora di Fatima impone che si
conosca l'importanza del dono dello Scapolare, e che questo sia diffuso il più
ampiamente possibile
Nel
1950 il Papa Pio XII scrisse sopra lo Scapolare, esprimendo il suo desiderio
perché "sia il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria,
della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi”. Scrisse
anche: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita
Eterna, in virtù della tradizionale promessa della Beata Vergine. Si tratta
infatti dell’impresa più importante e del modo più sicuro di attuarla…” (Lett.
“Neminen profecto”, 11 febbraio 1950).
Il
Papa Paolo VI esortava (nel 1965): “Abbiamo in grande stima le pratiche e gli
esercizi di pietà verso la Beatissima Vergine, raccomandati lungo i secoli dal
Magistero della Chiesa, tra i quali stimiamo di dover ricordare espressamente
la religiosa prassi del Rosario e dello Scapolare del Carmelo”.
Anche
il Papa Giovanni Paolo II lo ha raccomandato insistentemente.
All'inizio
lo Scapolare era di uso esclusivo dei religiosi carmelitani. Più tardi, la
Chiesa, volendo estendere i privilegi e i benefici spirituali di questo abito
religioso a tutti i cattolici, estese la possibilità del suo ricevimento a
tutti i fedeli.
QUESTIONI
PRATICHE SULLO SCAPOLARE
1 Gode dei privilegi legati allo
Scapolare colui che diventa membro della famiglia carmelitana. A tale scopo
esso deve essere obbligatoriamente imposto dal sacerdote, secondo il rituale
previsto. In caso di pericolo di morte, però, se è impossibile trovare un
sacerdote, anche un laico lo può imporre, recitando una preghiera a Nostra
Signora e utilizzando uno Scapolare già benedetto.
2
Qualunque sacerdote o diacono può effettuare l'imposizione dello Scapolare. Per
fare questo, deve utilizzare una delle formule per la benedizione previste nel
Rituale romano.
3
Lo Scapolare deve essere indossato in modo continuo (anche durante la notte).
In caso di necessità, come quando ci si deve lavare, è permesso toglierselo,
senza perdere il beneficio della promessa.
4
Lo Scapolare viene benedetto soltanto una volta, quando viene fatta
l'imposizione: tale benedizione ha valore per tutta la vita. La benedizione del
primo Scapolare, perciò, è trasmessa agli altri scapolari che si utilizzassero
per sostituire quello precedente deteriorato.
5
La “medaglia-scapolare” - Il papa San Pio X concesse la facoltà di sostituire
lo Scapolare di stoffa con una medaglia, che deve avere su una delle facce il
Sacro Cuore di Gesù e, nell'altra, qualche immagine di Nostra Signora. La si
può usare ininterrottamente (al collo o in altro modo), godendo dei medesimi
benefici promessi per lo scapolare. Tuttavia, la medaglia non può essere
imposta, ma deve essere soltanto utilizzata in sostituzione del tessuto già
ricevuto. E' raccomandabile, quindi, che non si smetta completamente di usare
lo scapolare di stoffa, anche quando si usa abitualmente la medaglia (per
esempio, si può portarlo durante la notte). In ogni modo, la cerimonia
dell'imposizione deve necessariamente essere fatta con lo scapolare di tessuto.
Quando si cambia la medaglia, non è necessaria un'altra benedizione.
CONDIZIONI
PER BENEFICIARE DELLE PROMESSE
1
- Per beneficiare della promessa principale, la preservazione dall'Inferno, non
esiste altra condizione che l'appropriato uso dello Scapolare: cioè, riceverlo
con retta intenzione e portarlo effettivamente sino all'ora della morte. Si
suppone, per questo effetto, che la persona abbia continuato a portarlo, anche
se nel punto di morte ne fosse stata privata senza il suo consenso, come nel
caso dei malati negli ospedali.
2
- Per beneficiare del "privilegio sabatino'', è necessario adempiere a tre
requisiti:
a)
Portare abitualmente lo Scapolare (o la medaglia).
b)
Conservare la castità consona al proprio stato (totale, per i celibi, e
coniugale per gli sposati). Si noti che questo è un obbligo di tutti e di
qualunque cristiano, ma godrà di questo privilegio soltanto chi vivrà
abitualmente in tale stato.
c)
Recitare quotidianamente il piccolo Ufficio di Nostra Signora. Tuttavia il
sacerdote, nel fare l'imposizione, ha il potere di commutare questa
obbligazione un po' difficile per il comune laico. Si suole sostituirlo con la
recita giornaliera del Rosario. Le persone non devono temere di chiedere al
sacerdote, il quale spesso richiede solo la recita di Tre Ave Maria al giorno.
3
- Coloro che ricevono lo Scapolare e poi dimenticano di portarlo non commettono
peccato. Cessano soltanto di ricevere i benefici. Colui che torna a portarlo,
anche se lo ha lasciato per un lungo tempo, non ha bisogno di un’imposizione.
INDULGENZE
LEGATE ALLO SCAPOLARE
1
- E' concessa l’indulgenza parziale a colui che, portando devotamente lo Scapolare,
o la medaglia sostitutiva, faccia un atto di unione con la Santissima Vergine o
con Dio attraverso lo Scapolare; per esempio, baciandolo, o formulando
un'intenzione o una richiesta.
2
- E' concessa l'indulgenza plenaria (remissione di tutte le pene del
Purgatorio) nel giorno in cui si riceve per la prima volta lo Scapolare; e
anche nelle feste di Nostra Signora del Monte Carmelo (16 luglio), di Sant'Elia
(20 luglio), di Santa Teresa del Bambino Gesù (1° ottobre), di tutti i Santi
dell'Ordine del Carmelo (14 novembre), di Santa Teresa d’Avila (15 ottobre), di
San Giovanni della Croce (14 dicembre) e di San Simone Stock (16 maggio).
E'
bene notare che le indulgenze plenarie si possono acquisire solo se si
adempiono alle condizioni stabilite dalla Chiesa: Confessione (se non si è in
grazia di Dio), Comunione, distacco da tutti i peccati (anche veniali), e una
preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre (si usa recitare un "Padre
Nostro", un’"Ave Maria" e il "Gloria"). Mancando una
di queste condizioni l’indulgenza è solo parziale.
LO
SCAPOLARE E’ UN SACRAMENTALE
"No, non basta dire che lo Scapolare è un segno di salvezza. Io sostengo che non vi sia altro che faccia tanto certa la nostra predestinazione” (San Claudio Colombière, S. J.).
"No, non basta dire che lo Scapolare è un segno di salvezza. Io sostengo che non vi sia altro che faccia tanto certa la nostra predestinazione” (San Claudio Colombière, S. J.).
l.
E' un segno di alleanza con Nostra Signora. Con il suo uso, esprimiamo la
nostra consacrazione a Lei.
2.
E’ un segno di salvezza. Chi muore con esso non patirà il fuoco dell'Inferno.
3.
Nel primo sabato dopo la morte la Santissima Vergine libererà dal Purgatorio
tutti quelli che lo hanno
portato.
portato.
4.
E' un segno di protezione in tutti i pericoli.
12.I PRIMI NOVE VENERDI’ DEL MESE
La «Grande Promessa»42. Il Signore Gesù poi si degnò di rivolgere alla sua fedele sposa [santa Margherita Maria Alacoque] queste parole:
«Ti prometto, nell'eccessiva misericordia del mio Cuore,
che a coloro che si accosteranno alla sacra mensa per nove mesi consecutivi,
ogni primo venerdì del mese, l'onnipotente amore del
mio Cuore concederà
il dono della
penitenza finale: non moriranno in stato di peccato, né senza ricevere i
santi sacramenti; e il mio Cuore in quegli ultimi istanti sarà per loro sicuro
asilo».
Papa Benedetto XV
diede la più bella e autorevole testimonianza sull’autenticità della
Grande Promessa riportandone testualmente le parole nella Bolla Apostolica con
la quale Margherita Maria Alacoque veniva dichiarata Santa e che abbiamo
riportato sopra (A. A. Sedis 2 novembre 1920 - vol. XII - pag. 503).
LE DODICI PROMESSE
DEL SS. CUORE DI GESÙ PER I SUOI DEVOTI
1. Io darò loro
tutte le grazie necessarie al loro stato
2. Metterò e
conserverò la pace nelle loro famiglie
3. Li consolerò
in tutte le loro pene
4. Sarò loro
sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte
5. Spanderò
copiose benedizioni su di ogni loro impresa
6. I peccatori
troveranno nel mio Cuore la sorgente e l'oceano
infinito della
misericordia
7. Le anime
tiepide si infervoreranno
8. Le anime
fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione
9. La mia
benedizione poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l'immagine del
mio Cuore
10. Ai sacerdoti
io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti
11. Le persone
che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio Cuore
e non ne sarà cancellato mai.
12. A tutti
quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì
d'ogni mese, Io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno
in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio
Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo.
La dodicesima
promessa è detta "grande", perché rivela la divina misericordia del Sacro Cuore verso l'umanità.
CONDIZIONI
Per rendersi degni della Grande Promessa è necessario:
1. Accostarsi
alla Comunione. La
Comunione va fatta bene, cioè in grazia di Dio; quindi, se si è in peccato
mortale, bisogna premettere la confessione.
2. Per
nove mesi consecutivi. Quindi chi avesse incominciato le Comunioni e poi
per dimenticanza, malattia, ecc. ne avesse
tralasciata anche una sola, deve incominciare da capo.
3. Ogni
primo venerdì del mese. La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese
dell'anno.
ALCUNI DUBBI
SE, DOPO FATTI I NOVE PRIMI VENERDÌ CON LE DEBITE
DISPOSIZIONI, UNO CADESSE IN PECCATO MORTALE, E POI MORISSE ALL'IMPROVVISO,
COME POTREBBE SALVARSI?
Gesù ha promesso, senza eccezione alcuna, la grazia della
penitenza finale a tutti coloro che avranno fatto bene la Santa Comunione nel
primo venerdì di ogni mese per nove mesi consecutivi; quindi si deve credere
che, nell'eccesso della sua misericordia, Gesù dia a quel peccatore moribondo,
la grazia di emettere un atto di contrizione perfetta, prima di morire.
CHI FACESSE LE NOVE COMUNIONI CON L'INTENZIONE DI
PROSEGUIRE POI PIÙ TRANQUILLAMENTE A PECCARE, POTREBBE SPERARE IN QUESTA GRANDE
PROMESSA DEL SACRO CUORE DI GESÙ?
No di certo, anzi commetterebbe tanti
sacrilegi, perché accostandosi ai Santi Sacramenti, è necessario avere la ferma
risoluzione di lasciare il peccato. Un conto è il timore di tornare ad
offendere Dio, e altro la malizia e l'intenzione di seguitare a peccare.
Con approvazione ecclesiastica
N.B. Nelle apparizioni della
Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola
è stata confermata la Grande Promessa
13.I PRIMI SEI GIOVEDI' DEL MESE
RICHIESTE E PROMESSE di GESU'
"Mia figlia, fa' che io sia amato,
consolato e riparato nella mia Eucarestia.
Di' in mio nome che a quanti faranno bene
la Santa Comunione, con sincera umiltà, fervore e amore per i primi 6 giovedì consecutivi e
passeranno un'ora di Adorazione
davanti al Mio Tabernacolo in intima unione con Me, prometto il cielo.
Di' che onorino attraverso l'eucaristia le
Mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della Mia sacra spalla, così
poco ricordata.
Chi al ricordo delle Mie Piaghe unirà
quello dei dolori della Mia Madre benedetta e per loro Ci chiederà grazie
spirituali o corporali, ha la Mia promessa che saranno accordate,
a meno che non siano di danno per la loro
anima.
Nel momento della loro morte condurrò con
Me la Mia Santissima Madre per difenderli." (25-02-1949)
" Parla dell'Eucaristia, prova
dell'Amore infinito: è l'alimento delle anime.
Di' alle anime che Mi amino, che vivano
unite a Me durante il loro lavoro; nelle loro case, sia di giorno che di notte,
si inginocchino sovente in spirito e, a capo chino, dicano:
Gesù, vi adoro in ogni luogo
dove abitate Sacramentato;
Vi faccio compagnia per
coloro che Vi disprezzano,
Vi amo per coloro che non Vi
amano,
Vi dò sollievo per coloro
che Vi offendono.
Gesù, venite al mio cuore!
Questi momenti saranno per Me di grande
gioia e consolazione.
Quali crimini si commettono contro di Me
nella Eucaristia!"
[in Amore al SS. Sacramento, Beata ALEXANDRINA MARIA da
COSTA (salesiana cooperatrice 1904-1955) Messaggera dell'Eucaristia]
Attraverso Alexandrina Gesù chiede
che:
"...
venga ben predicata e ben propagata la devozione ai Tabernacoli, perché per
giorni e giorni le anime non Mi visitano, non Mi amano, non riparano...
Non
credono che Io abito là.
Voglio
che si accenda nelle anime la devozione verso queste prigioni d'Amore...
Sono
tanti coloro che, pur entrando nelle Chiese, neppure Mi salutano e non si
soffermano un momento ad adorarMi.
Io
vorrei molte guardie fedeli, prostrate davanti ai Tabernacoli, per non
lasciarvi accadere tanti e tanti crimini" (1934)
Durante gli ultimi 13 anni di vita,
Alexandrina visse di sola Eucarestia, senza alimentarsi più. E' l'ultima
missione che Gesù le affida:
"...Faccio
che tu viva solo di Me, per provare al mondo ciò che vale l'Eucaristia,
e
ciò che è la mia vita nelle anime: luce e salvezza per l'umanità" (1954)
Pochi mesi prima di morire la Madonna le
disse:
"...Parla
alle anime! Parla dell'Eucaristia! Parla loro del Rosario!
Che
si alimentino della carne di Cristo, della preghiera e del Mio Rosario ogni
giorno!" (1955).
Fonte:
“ADORATORI di GESU’ con ALEXANDRINA” a cura di:
Cameroni Pier Luigi, Postulatore
Generale Salesiani di Don Bosco. http://www.preghiereperlafamiglia.it/_down/adoratori-‐di-‐gesu.zip
14. La Coroncina alla Divina Misericordia
La coroncina alla Divina Misericordia è stata
dettata da Gesù a Santa Faustina a Vilnius il 13-14 settembre 1935 come
preghiera per placare l’ira di Dio (Diario, pp. 327-329). Chi recita questa
coroncina offre a Dio Padre «il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità» di
Gesù Cristo per implorare misericordia per i propri peccati, del prossimo e del
mondo intero, ma allo stesso tempo unendosi all’offerta di Gesù si rivolge a
quell’amore che il Padre celeste dona a suo Figlio, e in Lui a tutti gli
uomini. Con questa preghiera si chiede pure «la misericordia per noi e per il
mondo intero» e quindi si compie un atto di misericordia. Con una totale
fiducia in Dio e con l’adesione alla sua volontà, i fedeli possono attendersi
il compimento delle promesse di Cristo, in particolare di quelle che riguardano
l’ora della morte: la grazia della conversione e di una morte serena. Le
otterranno non solo le persone che reciteranno questa coroncina, ma anche
l’agonizzante accanto al quale essa verrà recitata. «Quando vicino ad un
agonizzante viene recitata questa coroncina – ha detto Gesù – si placa l’ira di
Dio e l’imperscrutabile Misericordia avvolge l’anima» (Diario, p. 487).
La promessa generale dice: «Per la recita di questa coroncina Mi piace
concedere tutto ciò che mi chiederanno» (Diario, p. 806). «Con essa otterrai
tutto, se quello che chiedi è conforme alla Mia volontà» (Diario, p. 897).
Tutto ciò infatti che è in disaccordo con la volontà di Dio non è un bene per
l’uomo, ed in particolare per la sua felicità eterna. «Con la recita della
coroncina – ha detto in un altro momento Gesù – avvicini a Me il genere umano»
(Diario, p. 543). «La Mia Misericordia avvolgerà in vita e specialmente
nell’ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina» (Diario,
p.463).
L'ORA DELLA
MISERICORDIA:
Gesù ha
raccomandato di recitare la coroncina nell'ora della propria morte, ossia le 3
del pomeriggio, che Lui stesso ha chiamato un'ora di grande misericordia per il
mondo intero.
"In
quell'ora dice Gesù non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia
Passione".
Per la recita si usa una
normale corona del rosario
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo. Amen.
Si inizia con: il Padre Nostro, l'Ave Maria e il
Credo.
Credo: Io credo in
Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo
unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da
Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede
alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi,
la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Sui (5) grani maggiori del rosario (quelli del Padre
nostro) si dice:
Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo
dilettissimo Figlio e Signore Nostro, Gesù Cristo, in espiazione dei nostri
peccati e di quelli di tutto il mondo.
Sui (50) grani minori del rosario (quelli dell’Ave
Maria) si dice:
Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di
noi e del mondo intero.
Alla fine si dice per tre volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
E per una volta si dice:
O Sangue ed
Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente
di misericordia per noi, confido in te!
Nel
Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Le
Promesse di Gesù Misericordioso:
L'IMMAGINE DI GESU’ MISERICORDIOSO:
L'anima che venererà questa immagine non perirà,
già su questa terra Prometto la vittoria sui suoi nemici e sarà difesa come Mia
gloria nell'ora della morte.
LA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA:
L'anima che la prima domenica dopo Pasqua si
confesserà e riceverà degnamente la santa comunione, dopo aver fatto per 9
giorni a partire dal Venerdì Santo una novena usando la Coroncina alla Divina
Misericordia, riceverà la grande grazia della remissione totale di tutte le
pene e dei castighi.
LA DIFFUSIONE DEL CULTO DELLA DIVINA
MISERICORDIA:
A tutti sono dirette due promesse, la prima
riguarda la protezione materna in tutta la vita e la seconda riguarda l'ora
della morte:
"Tutte le anime che adoreranno la Mia misericordia e ne
diffonderanno il culto, queste anime nell'ora della morte non avranno paura, la
Mia misericordia le proteggerà in quell'ultima lotta”.
Con approvazione
ecclesiastica
http://www.divinamisericordia.it/
============================================
15.LA
PREGHIERA NELLA DIVINA VOLONTÀ
...Avendo fatto la Comunione, stavo dicendo a
Gesù: «Ti amo», e Lui mi ha detto: “Figlia mia, vuoi amarmi davvero?
Dì: Gesù, ti amo con la tua Volontà; e siccome la mia Volontà riempie Cielo e
terra, il tuo amore mi circonderà ovunque e il tuo «Ti amo» si ripercuoterà
lassù nei Cieli e fin nel profondo degli abissi. Così, se vuoi dire «Ti adoro,
ti benedico, ti lodo, ti ringrazio», lo dirai unita con la mia Volontà e
riempirai Cieli e terra di adorazioni, di benedizioni, di lodi, di
ringraziamenti nella mia Volontà. Queste sono cose semplici, facili ed
immense”.
La mia
Volontà, è tutto, tanto che gli stessi miei attributi, che sono? Un
atto semplice della mia Volontà. Sicché se la Giustizia, la Bontà,
la Sapienza, la Fortezza, fanno il loro corso, la mia Volontà le precede, le
accompagna, le mette in atto di operare; insomma, non si spostano un
punto dal mio Volere. Perciò, chi prende la mia Volontà prende
tutto, anzi può dire che la sua vita è finita, finite le debolezze, le
tentazioni, le passioni, le miserie, perché in chi fa il mio Volere tutte le
cose perdono i loro diritti, perché il mio Volere ha il primato su tutto e diritto
a tutto”.
(” Così parla Gesù alla Serva di Dio LUISA
PICCARRETA, da Lui chiamata “la piccola figlia della Divina Volontà”
Luisa Piccarreta. Vol. 11°, 02.10.1913).
Costanza
nella preghiera “Ti
raccomando, dunque, prima di ogni altra cosa, la costante preghiera, ancorché
avessi a soffrire pene di morte, non tralasciando quelle preghiere che sei
solita di fare; anzi, quanto più prossima ti vedrai al precipizio, tanto più
nella preghiera fidente m’invocherai, nella piena certezza di essere da Me aiutata”.
(1° Vol., par. 89)
L’atto
preventivo e l’atto attuale.
(1) Stavo
pensando tra me: “Se è così grande un atto fatto nel suo Volere, quanti, ahimè!
non ne faccio sfuggire?” Ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha
detto:
(2) “Figlia mia,
c’è l’atto preventivo e l’atto attuale. Il preventivo è quello quando l’anima,
dal primo sorgere del giorno, fissa la sua volontà nella mia, e si decide e si
conferma di voler vivere ed operare solo nel mio Volere, previene tutti i suoi
atti e li fa scorrere tutti nel mio Volere. Con la volontà preventiva il mio
Sole sorge, la mia Vita resta duplicata in tutti i tuoi atti come dentro d’un
solo atto, e questo supplisce all’atto attuale. Ma però, l’atto preventivo può essere ombrato, oscurato dai
modi umani, dalla volontà propria, dalla stima, dalla trascuratezza ed altro,
che sono come nubi innanzi al sole, che rendono meno vivida la sua luce sulla
faccia della terra. Invece l’atto attuale non è soggetto a nubi, ma ha virtù di
diradare le nubi se ci sono, e fa sorgere tant’altri soli in cui resta
duplicata la mia Vita, con tale vivezza di luce e calore, da formare
altrettanti nuovi soli, l’uno più bello dell’altro. Però tutti e due sono
necessari, il preventivo dà la mano, dispone e forma il piano all’attuale;
l’attuale conserva ed allarga il piano del preventivo”. (Luisa Piccarreta. Vol. 14°,
27 maggio 1922)
CONSACRAZIONE ALLA DIVINA VOLONTA’
[Preghiera da recitare
tutti i giorni come atto preventivo: cfr. Vol. 14°, 27 maggio 1922]
“Oh, Volontà Divina e adorabile,
eccomi dinanzi all’immensità della tua luce, perché la tua eterna bontà mi apra
le porte e mi faccia entrare in essa per formare la mia vita tutta in Te,
Volontà Divina.
Perciò dinanzi alla tua luce,
prostrata, io, la più piccola fra tutte le creature, vengo, o adorabile
Volontà, nella piccola schiera dei primi figli del tuo Fiat supremo. Prostrato
nel mio nulla, supplico e scongiuro la tua luce interminabile che voglia
investirmi ed eclissare tutto ciò che non Ti appartiene, in modo che io non faccia
altro che guardare, comprendere e vivere in Te, o Volontà Divina. Essa sarà la
mia vita, il centro della mia intelligenza, la rapitrice del mio cuore e di
tutto l’essere mio. In questo cuore non avrà più vita il volere umano, lo
bandirò per sempre e formerò il nuovo Eden di pace, di felicità e di amore. Con
Essa sarò sempre felice, avrò una forza unica, una santità che tutto santifica
e tutto porta a Dio.
Qui
prostata imploro l’aiuto della Trinità Sacrosanta che mi ammetta a vivere nel
chiostro della Divina Volontà, affinché ritorni in me l’ordine iniziale della
creazione così come fu creata a Creatura.
Madre
Celeste, Sovrana Regina del Fiat Divino, prendimi per mano e chiudimi nella
luce del Volere Divino. Tu sarai la mia guida, la mia tenera Madre. Tu
guarderai la tua figlia e le insegnerai a vivere e a mantenersi nell’ordine e
nei recinti della Divina Volontà. Sovrana Celeste, al tuo Cuore affido tutto
l’essere mio. Sarò piccina, piccola figlia della Divina Volontà.
Tu
mi farai scuola di Volontà Divina ed io starò attenta ad ascoltarti. Stenderai
il tuo manto azzurro su di me perché il serpente infernale non ardisca
penetrare in questo sacro Eden per allettarmi e farmi cadere nel labirinto
dell’umano volere.
San
Giuseppe, Tu sarai il mio Protettore, il Custode del mio cuore e terrai le
chiavi del mio volere nelle tue mani. Custodirai il mio cuore con gelosia e non me lo darai
mai più perché io sia sicura di non fare nessuna uscita dalla Volontà di Dio.
Angelo
Custode, fammi da guardia, difendimi, aiutami in tutto, affinché il mio Eden
cresca fiorito e sia il richiamo di tutto il mondo nella Volontà di Dio.
Corte
Celeste, vieni in mio aiuto ed io Ti prometto di vivere sempre nella Volontà
Divina. Amen”.
“Riscontra quante vite di
santi vuoi, o libri di dottrina: in nessuno troverai i prodigi del mio Volere
operante nella creatura e la creatura operante nel Mio. Al più troverai la
rassegnazione, l’unione dei voleri, ma il Volere Divino operante in essa ed
essa nel Mio, in nessuno lo troverai.
Ciò
significa che non era giunto il tempo in cui la mia bontà doveva chiamare la
creatura a vivere in questo stato sublime. Anche lo stesso modo come ti faccio
pregare non si riscontra in nessun altro”. Così parla Gesù a Luisa Piccarreta
(Vol. 14°, 06-10-1922).
Nihil Obstat del Canonico Annibale M. Di Francia [ora santo]
Imprimatur: Trani, Arzobispo Gius. M.
Leo Octubre de 1926
=================================================
16.PROMESSE AI DEVOTI DELLE SANTE PIAGHE DI GESÙ
Promesse a santa Geltrude
Nella novena della celebre festa dell'Ascensione,
Geltrude volle salutare le Piaghe benedette di Gesù, recitando 5466 volte
questo versetto: « Gloria ti sia resa, o soavissima, dolcissima, generosissima,
o sovrana, eccellente, raggiante e sempre invariabile Trinità, per queste rose
del divino amore, per le Piaghe di Gesù, che è l'unico Amico, l'unico eletto
del mio cuore». Il Signore Gesù allora apparve raggiante di meravigliosa
bellezza, portando su ciascuna Piaga un fiore d'oro. Con volto pieno di bontà
volle a sua volta salutare amabilmente Geltrude con questa promessa: « All'ora
della tua morte, io mi mostrerò a te pieno di grazia e bellezza, nella stessa
gloria e nel medesimo splendore come adesso mi vedi. Io coprirò i tuoi peccati
e le tue negligenze con un ornamento simile a quello con cui hai decorato le
mie Piaghe, con le tue preghiere. Questo favore sarà pure accordato a tutti
coloro che saluteranno ciascuna delle mie Piaghe con la stessa devozione e le
medesime preghiere ». [Santa Geltrude. Rivelazioni, libro IV, capitolo XXXV]
MANIFESTAZIONE DELL'AMICIZIA DEL SIGNORE
Baciando allora le cinque Piaghe del Crocifisso, Geltrude
diceva ad ognuna: « Io ti saluto, Gesù, Sposo adorno delle tue cinque Piaghe
come di altrettanti fiori; ti saluto e ti abbraccio con un amore che vorrebbe
riunire tutti gli amori, con la compiacenza della tua stessa Divinità,
deponendo il mio ardente bacio sulle ferite dell'amor tuo ». A tali parole Gesù
pareva consolato e Geltrude gustava la soavità della vera divozione. Ella
chiese un giorno al Signore se tale esercizio gli fosse assai gradito,
quantunque v'impiegasse solo qualche minuto. Rispose il Salvatore « Ogni volta
che tu fai quest'azione, appari agli occhi miei come un amico che offre per un
giorno ospitalità all'amico, sforzandosi di dimostrargli, con ogni sorta di
attenzioni e di delicatezze, l'amor suo. Quell'ospite, così bene accolto,
penserebbe in cuor suo il modo di ricambiare tanta cortesia quando l'amico
verrebbe, a sua volta, a visitarlo; così il Cuor mio va amorosamente meditando
quale ricompensa ti accorderà nell'eterna vita, per tutte le tenerezze che mi
hai prodigato sulla terra. Ti renderò il centuplo, secondo la regale
munificenza della mia potenza, sapienza e bontà ». [Santa Geltrude.
Rivelazioni, libro III, capitolo XLVII]
PROMESSE DI NOSTRO
SIGNORE trasmesse a SR. MARIA MARTA CHAMBON,
conversa della Visitazione di Chambéry, morta in odore di santità. (1841-1907)
1- “Io
accorderò tutto ciò che Mi si domanda con l’invocazione delle Mie sante Piaghe.
Bisogna spargerne la devozione.”.
2- “In verità questa preghiera non è della terra, ma del
cielo… e può ottenere tutto”.
3- “Le mie sante Piaghe sostengono il mondo… chiedimi di
amarle costantemente, perché Esse sono sorgente di ogni grazia. Bisogna
invocarle spesso, attirarvi il prossimo ed imprimerne la devozione nelle
anime”.
4- “Quando avete delle pene da soffrire portatele prontamente nelle Mie Piaghe, e saranno addolcite”.
4- “Quando avete delle pene da soffrire portatele prontamente nelle Mie Piaghe, e saranno addolcite”.
5- “Bisogna ripetere spesso vicino agli ammalati: ‘Gesù mio,
perdono, ecc.’ Questa preghiera solleverà l’anima e il corpo”.
6- “E il peccatore che dirà: ‘Eterno Padre, Vi offro le
Piaghe, ecc…’ otterrà la conversione”. “Le Mie Piaghe ripareranno le vostre”.
7- “Non vi sarà morte per l’anima che spirerà nelle Mie
Piaghe. Esse danno la vera vita”.
8- “A ogni parola che pronunciate della Corona della
misericordia, Io lascio cadere una goccia del Mio Sangue sull’anima di un
peccatore”.
9- “L’anima che avrà onorato le Mie sante Piaghe e le avrà
offerte all’Eterno Padre per le anime del Purgatorio, sarà accompagnata in
morte dalla santissima Vergine e dagli Angeli; e Io, risplendente di gloria, la
riceverò per incoronarla”.
10- “Le sante Piaghe sono il Tesoro dei tesori per le anime
del Purgatorio”.
11- “La devozione alle Mie Piaghe è il rimedio per questo
tempo di iniquità”.
12- “Dalle Mie Piaghe escono i frutti di Santità. Meditandole
vi troverete sempre nuovo alimento di amore”.
13- “Figlia mia, se immergi le tue azioni nelle Mie sante
Piaghe acquisteranno valore, le vostre minime azioni ricoperte del Mio Sangue
appagheranno il Mio Cuore”.
CORONA DELLE
SANTE PIAGHE
di nostro Signore Gesù
Cristo (o della Misericordia)
(Servirsi
di una comune corona del Santo Rosario)
Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
O Dio, vieni a salvarmi.
Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto
in mio aiuto.
GLORIA AL PADRE
CREDO
1- O Gesù,
divin Redentore, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen.
2- Dio santo,
Dio forte, Dio immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. Amen.
3- O Gesù, per
mezzo del Tuo Sangue preziosissimo, donaci grazia e misericordia nei pericoli
presenti. Amen.
4 -O Padre Eterno,
per il Sangue di Gesù Cristo, Tuo unico Figlio, ti scongiuriamo di usarci
misericordia. Amen. Amen. Amen.
Sui grani del Padre nostro si prega:
Eterno
Padre, Ti offro le Piaghe di nostro Signore Gesù Cristo. Per guarire quelle
delle anime nostre.
Sui
grani dell’Ave Maria si prega:
Gesù mio,
perdono e misericordia. Per i meriti delle Tue sante Piaghe.
Terminata la
recita della Corona si ripete tre volte: “Eterno Padre, Ti offro le Piaghe
di Nostro Signore Gesù Cristo. Per guarire quelle delle anime nostre”.
http://www.monasterovisitazione-baggiovara.org/la_corona_delle_sante_piaghe.html
17.MERAVIGLIOSA
DEVOZIONE AL SACRO CAPO DI GESU’
Devozione rivelataci tramite la
serva di Dio Teresa Higginson
Promesse di Gesù:
1) "Chiunque vi
aiuterà a propagare questa devozione sarà mille volte benedetto, ma guai a
coloro che la rifiuteranno od agiranno contro il Mio desiderio al riguardo,
perché li disperderò nella Mia collera e non vorrò più sapere ove siano".
( 2 Giugno 1880 )
2) "Egli mi ha fatto
intendere che coronerà e rivestirà di gloria particolare tutti coloro che
avranno lavorato per far progredire questa devozione. Egli rivestirà di gloria
davanti agli angeli e agli uomini, nella Corte Celeste, coloro che Lo avranno
glorificato sulla terra e li coronerà nella eterna beatitudine. Ho visto la
gloria preparata per tre o quattro di questi e sono rimasta stupefatta della
grandezza della loro ricompensa". ( 10 Settembre 1880 )
3) "Rendiamo dunque un
grande omaggio alla Santissima Trinità adorando il Sacro Capo di Nostro Signore
come 'Tempio della Divina Sapienza'". (Festa della Annunciazione, 1881 )
4) "Nostro Signore
rinnovò tutte le promesse che fece di benedire tutti coloro che praticheranno e
propagheranno questa devozione in qualche maniera". (16 Luglio 1881)
5) "Benedizioni senza
numero vengono promesse a coloro che proveranno a rispondere ai desideri di
Nostro Signore propagando la devozione". ( 2 Giugno 1880 )
6) "Comprendo anche
che per la devozione al Tempio della Divina Sapienza lo Spirito Santo si rivelerà
alla nostra intelligenza o che i Suoi attributi risplenderanno nella persona di
Dio Figlio: più praticheremo la devozione al Sacro Capo, più comprenderemo
l'azione dello Spirito Santo nell'animo umano e meglio conosceremo ed ameremo
il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.." ( 2 Giugno 1880 )
7) "Nostro Signore ha
detto che tutte le Sue promesse relative a coloro che ameranno ed onoreranno
degnamente il Suo Sacro Cuore, varranno anche per coloro che onoreranno il Suo
Sacro Capo e lo faranno onorare da altri". ( 2 Giugno 1880 )
8) "E di nuovo Nostro
Signore ha impresso in me che spanderà al centuplo, su quelli che praticheranno
la devozione al Tempio della Divina Sapienza, tutte le grazie promesse a coloro
che onoreranno il Suo Sacro Cuore". ( Giugno 1882 )
9) "A quelli che Mi
onoreranno darò dalla Mia potenza. Io sarò loro Dio e loro Miei figli. Metterò
il Mio Segno sulle loro fronti ed il Mio Sigillo sulle loro labbra"
(Sigillo=Sapienza). ( 2 Giugno 1880 )
10) "Egli mi ha fatto intendere che questa Sapienza e Luce è
il sigillo che marca il numero dei Suoi eletti ed essi vedranno il Suo Volto ed
il Suo Nome sarà sulle loro fronti". ( 23 Maggio 1880 ) Nostro Signore le
fece intendere che San Giovanni parlò del Suo Sacro Capo come Tempio della Divina
Sapienza "negli ultimi due capitoli dell'Apocalisse ed è con questo segno
che è stato rivelato il numero dei Suoi eletti". (23 Maggio 1880 )
11) "Nostro Signore
non mi ha fatto chiaramente conoscere il tempo in cui questa devozione diverrà
pubblica, ma capire che, chiunque venererà il Suo Sacro Capo in questo senso,
attirerà su di sé i migliori doni del Cielo. In quanto a coloro che tenteranno
con parole od opere di impedire questa devozione, saranno come vetro gettato a
terra od un uovo lanciato contro un muro; cioè saranno vinti ed annientati,
seccheranno ed appassiranno come l'erba sui tetti".
12) "Ogni volta Egli mi mostra le grandi benedizioni e le
abbondanti grazie che riserba per tutti coloro che lavoreranno per il
compimento della Sua Divina Volontà su questo punto". ( 9 Maggio 1880 )
-Imprimatur: 2 settembre
1926 Edm. Can. Surmont V.G. - Inghilterra
Promesse particolari:
"In seguito vidi, riflessa nel grande cristallo, la gloria che la
Santissima Trinità riceverà dalla devozione al Sacro Capo e le innumerevoli
anime che saranno condotte, per la Sua Luce, in seno alla Vera Chiesa e
finalmente al Trono di Dio. Comprendo così che questo sarà il migliore mezzo di
conversione per la nostra povera Inghilterra e che non è lontano il giorno in
cui essa si chinerà sotto il giogo della fede e riparerà in qualche modo, per
questa devozione, il gran male della sua apostasia. Allora i nomi di Maria e
del Figlio di Maria saranno più onorati di quanto non lo siano stati dal nostro
popolo". ( Festa dell'Ascensione, 1881 )
" ... e mi ha fatto
sentire che il popolo del nostro caro Paese brillerà nello splendore di questa
vera Luce che riporterà, per la devozione al Sacro Capo, più anime di quante se
ne siano perdute dalle tenebre dell'infedeltà. Mi sembrava che Maria pregasse
con me ricordando a Suo Figlio che l'Inghilterra è chiamata la Sua sopraddote
ed Egli riempiva le di Lei mani di grazie e benedizioni per noi". ( 16
Luglio 1881 )
"Gesù, Vera Luce, si
leverà e diffonderà la Vera Luce, la Sapienza ed il fervore sulla faccia della
terra. Ci darà da mangiare il frutto dell'albero della Scienza, ci nutrirà di
buon alimento: il Frumento dei Suoi eletti. Ci farà bere il Vino che genera i
vergini e ci sazierà di nettare e miele. Egli dà gratuitamente e noi attingiamo
con abbondanza all'Essenza della dolcezza e delle cose buone. Il Sole di
Giustizia sta per sorgere e noi Lo vedremo nella Luce stessa del Suo Volto e,
se ci lasciamo guidare da questa Luce, Egli aprirà gli occhi della nostra
anima, istruirà la nostra intelligenza, darà raccoglimento alla nostra memoria,
nutrirà la nostra immaginazione di una sostanza reale e vantaggiosa, guiderà e
farà piegare la volontà, ricolmerà il nostro intelletto di cose buone ed il
nostro cuore di tutto quel che esso possa desiderare". ( Novembre, 1880)
"E come Gesù ha promesso di restare con noi per sempre, così
Lui e lo Spirito di Verità dirigeranno, governeranno ed illumineranno la Chiesa
sino alla fine dei tempi". (Festa del Corpus Domini, 1881 )
Fonte: Dagli scritti della serva di Dio Teresa Helena
Higginson (1844 -1905) http://www.devozioni.altervista.org/testi/gesu/varie/io_vi_offro_il_mio_sacro_capo_per_salvarvi_dai_mali_di_questo_tempo.pdf (URL consultato i 9 giugno 2018)
18.PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE
GESU’
CRISTO PER CHI ONORA IL SUO SACRO VOLTO
Dettate
a suor Marie de Saint-Pierre,
suora carmelitana di Tours, in Francia, per chi onora il Suo acro Volto. (1847)
1. Per l’offerta del mio Santo Volto al
mio Eterno Padre, nulla sarà rifiutato, otterrete la conversione di molti
peccatori.
2. Con il mio Sacro Volto opererete
prodigi, placherete l’ira di Dio e farete scendere la misericordia sui
peccatori.
3.
Tutti
coloro che onoreranno il Mio Volto in spirito di riparazione svolgeranno il
compito della pia Veronica.
4. In base all’attenzione che avrete nel
riparare il mio Sacro Volto, sfigurato dai bestemmiatori, allo stesso modo io
avrò cura delle vostre anime sfigurate dal peccato. Il Mio Volto è il Sigillo
della Divinità che ha il pregio di riprodurre nelle anime l’immagine di Dio.
5. Tutti coloro che difenderanno con le
parole, con preghiere e con lo scritto la Mia causa nell’Opera di Riparazione,
in particolare i miei sacerdoti, li difenderò davanti al Padre mio, e darò loro
il mio Regno.
6. Il Santissimo Volto di Gesù è moneta
infinitamente preziosa coniata con l'effigie del Re dei re per pagare i nostri
debiti!
7. Coloro che sulla terra contempleranno
le ferite del Mio Volto lo ammireranno in Cielo radioso e pieno di gloria.
8. Essi riceveranno nelle loro anime
un'irradiazione luminosa e costante della mia Divinità e, a somiglianza con il
Mio Volto, brilleranno di uno splendore particolare in Cielo.
9. Li difenderò, li proteggerò e
assicurerò loro la Perseveranza Finale.
10.Oh, se sapessi quale grado di gloria
ti darà il Cielo dicendo una volta sola: " O ammirabile Nome di Dio!
" in spirito di riparazione
per le bestemmie!».
Queste e altre rivelazioni si trovano
nel libro “Vie de la Soeur Saint-Pierre carmélite de Tours, écrite par
elle-même. Tours, oratoire de la Sainte Face, 1884. XVIII-502
p.” [Autobiografia, scritta nel 1847 per
obbedire alla Madre Priora] pubblicato con Imprimatur dell’Arcivescovo di
Tours.
E’
anche la devozione preferita di S. Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo. S. Teresina disse che la sofferenza e
il Volto ferito del suo caro Gesù erano alla base di tutta la sua devozione.
All’età di dodici anni S. Teresa entrò a far parte insieme alla sua famiglia
dell’Arciconfraternita della Riparazione del Sacro Volto a Tours (Francia).
Papa Pio X chiamò S. Teresa “La più grande santa dei tempi moderni”.
Speciale
somiglianza con il Santo Volto
In seguito il
dolcissimo Signore, trasportato dalla sua naturale bontà, alzò la sua sacratissima
Mano, dicendo Tutti coloro che attratti dal mio amore, onoreranno il mio Volto
riceveranno, in virtù della mia Umanità, l'impressione viva e luminosa della
mia Divinità. Questa luce rischiarerà le profondità della loro anima e,
nell'eterna gloria, la Corte celeste ammirerà nei loro lineamenti, una speciale
somiglianza col mio stesso Volto ». [Rivelazioni di s. Geltrude libro quarto capitolo vii]
LA MEDAGLIA DEL VOLTO
SANTO DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO
La medaglia del Volto
Santo di Gesù è un dono di Maria Madre di Dio e Madre nostra. Nella notte del
31 maggio 1938, la Serva di Dio M.
Pierina De Micheli, suora delle Figlie dell'Immacolata Concezione di Buenos
Aires, si trovava nella cappella del suo Istituto a Milano in via Elba 18.
Mentre era immersa in profonda adorazione dinanzi al Tabernacolo, le apparve in
un nimbo di luce sfolgorante una Signora di celestiale bellezza: era la
Santissima Vergine Maria.
Ella teneva in mano come un
dono una medaglia che su un lato recava impressa l'effigie del Volto di Cristo
morto in croce, circoscritta dalle parole bibliche "Fa splendere su di noi, Signore, la luce del tuo
volto". Sull'altro lato appariva un'Ostia raggiante circoscritta
dall'invocazione "Resta con noi Signore".
PROMESSE DIVINE
La Madre del Cielo si avvicinò alla suora e le disse:
"Ascolta bene e riferisci al padre confessore che questa medaglia è
un'ARMA di difesa, uno SCUDO di fortezza e un PEGNO di misericordia che Gesù
vuoi dare al mondo in questi tempi di sensualità e di odio contro Dio e la
Chiesa. Si tendono reti diaboliche per strappare la fede dai cuori, lì male
dilaga. I veri apostoli sono pochi: è necessario un rimedio divino, e questo
rimedio è il Volto Santo di Gesù. Tutti quelli che porteranno questa medaglia e
faranno, potendo, ogni martedì una
visita al SS. Sacramento per riparare gli oltraggi che ricevette il S. Volto
del mio figlio Gesù durante la passione e che riceve ogni giorno nel Sacramento
dell'Eucarestia:
- saranno fortificati nella
fede; - saranno pronti a difenderla; -
avranno le grazie per superare le difficoltà spirituali interne ed
esterne; - saranno aiutati nei pericoli
dell'anima. e del corpo; - avranno una
morte serena sotto lo sguardo sorridente del mio Divin Figlio Questa consolante
promessa divina è un richiamo d'amore e di misericordia del Cuore Sacratissimo
di Gesù.
Gesù stesso, infatti, il 21 maggio 1932, aveva detto alla serva di
Dio: "Contemplando il mio Volto, le anime parteciperanno alle mie
sofferenze, sentiranno il bisogno di amare e di riparare. Non è forse questa la
vera devozione al mio Cuore?”
Il primo martedì del 1937 Gesù le aveva ancora aggiunto che
"il culto del Suo Volto completava e aumentava la devozione al Suo
Cuore". In verità, quando contempliamo il Volto di Cristo morto per i
nostri peccati, possiamo comprendere e vivere i palpiti d'amore del Suo Cuore
divino.
APPROVAZIONE E DIFFUSIONE DELLA MEDAGLIA
Il culto della medaglia del
S. Volto ebbe l'approvazione ecclesiastica il 9 agosto 1940 con la benedizione
del Beato Card. Ildefonso Schuster, monaco benedettino, devotissimo del S.
Volto di Gesù, allora Arcivescovo di Milano. Superate molteplici difficoltà, la
medaglia fu coniata ed iniziò il suo cammino.
Grande apostolo della medaglia del S. Volto di Gesù fu il servo di
Dio, Abate Ildebrando Gregori, monaco benedettino silvestrino, daI 1940 padre
spirituale della serva di Dio Madre Pierina De Micheli. Egli fece conoscere la
medaglia, con la parola e con le opere in Italia, in America, in Asia e in
Australia. Essa è ora diffusa in ogni parte della terra e neI 1968, con la
benedizione del S. Padre, Paolo VI, fu deposta sulla luna dagli astronauti
americani.
19.DEVOZIONE AL SANTO NOME DI GESU’
Gesù rivelò alla Serva di Dio Suor
Marie de Saint-Pierre, carmelitana di Tours (1843), l’Apostola della
Riparazione:
“ Il mio Nome è da tutti bestemmiato: gli
stessi fanciulli bestemmiano e l’orribile peccato ferisce apertamente il mio
Cuore. Il peccatore con la bestemmia maledice Dio, lo sfida apertamente,
annienta la Redenzione, pronuncia da sé la propria condanna. La bestemmia è una
freccia avvelenata che mi penetra nel Cuore. Io ti darò una freccia d’oro per
cicatrizzarmi la ferita dei peccatori, ed è questa:
LA
PREGHIERA DELLA “FRECCIA D’ORO”
dettata da Nostro Signore a suor Marie de
Saint-Pierre de la Sainte Famille
Sia
sempre lodato, benedetto, amato, adorato, e glorificato, il santissimo, il
sacratissimo, l’adorabilissimo, l’incomprensibile ed inesprimibile Nome di Dio
in cielo, sulla terra e sotto terra, da tutte le creature di Dio, per il Sacro
Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento dell’Altare.
Amen.
Ogni volta che ripeterai questa formula
ferirai il mio Cuore d’amore.
Tu non puoi comprendere la malizia e l’orrore
della bestemmia. Se la mia Giustizia non fosse trattenuta dalla Misericordia,
schiaccerebbe il colpevole verso il quale le stesse creature inanimate si
vendicherebbero, ma Io ho l’eternità per punirlo! Oh, se sapessi quale grado di
gloria ti darà il Cielo dicendo una sola volta:
O ammirabile Nome di Dio!
In spirito di riparazione per le bestemmie!”
Dopo aver ricevuto questa preghiera,
suor Marie de Saint-Pierre ebbe una visione in cui vide il Sacro Cuore di Gesù
piacevolmente ferito da questa “Freccia
d’oro”, come se fiumi di grazie fluivano da esso per la conversione dei
peccatori.
Una
giaculatoria da
recitare durante il giorno:
Eterno Padre, io ti
offro il Sacro Volto di Gesù, coperto di sangue, sudore, polvere e sputi, in
riparazione dei crimini commessi dai comunisti, dai blasfemi e per i
profanatori del Santo Nome e del Santo Giorno della Domenica.
(Vie de la Soeur Saint-Pierre carmélite de
Tours, écrite par elle-même. Tours, oratoire de la
Sainte Face, 1884. Con imprimatur 1884.)
Nel
1885 Papa Leone XIII, con breve pontificio,
«Tam pro Gallia quam ubique» stabilì questa devozione come
Arciconfraternita, e la stabilì per
TUTTO IL MONDO. Venne praticata fino a pochi anni prima della I Guerra
Mondiale.
20.PROMESSE PER
CHI ONORA IL SANGUE DI GESÙ’
CORONCINA AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’
Di santa Maria Maddalena De'
Pazzi (1566-1607) papa Benedetto XVI disse:
«Per tutti, questa grande Santa ha il dono di essere maestra di
spiritualità». (Lettera per il IV centenario della morte della Santa fiorentina)
spiritualità». (Lettera per il IV centenario della morte della Santa fiorentina)
Alessandro de’ Medici,
arcivescovo di Firenze, che poi incontra in monastero. "Questa figliola ha
veramente parlato in persona dello Spirito Santo", dirà lui
La mistica carmelitana era solita
offrire il Divin Sangue cinquanta volte al giorno. Apparendole Gesù le disse: Da che tu fai
questa offerta, non puoi immaginare quanti peccatori si siano convertiti e quante anime siano state liberate dal
Purgatorio!
[Santa Maria Maddalena de' Pazzi, Tutte le opere [...] dai
manoscritti originali. Ed. p. Fulvio Nardoni. Vol. II. Firenze: Centro
Internazionale del Libro 1961. Vigesimo Colloquio. https://sites.google.com/site/vibocarm/s-maria-maddalena-de-pazzi consultato il 10 giugno 2018]
PRATICA: Sui grani grossi: “
Eterno Padre, io vi offro per il Cuore
Immacolato di Maria il Sangue di Gesù
Cristo, per la santificazione dei
Sacerdoti e la conversione dei peccatori, per i moribondi e le anime del Purgatorio!”
Sui grani piccoli : “ Scenda, o
Gesù, il tuo Sangue sopra di me per
fortificarmi e sopra il demonio per
abbatterlo”.
Alla fine: Pater, Ave, Gloria, Eterno riposo.
Santa Veronica Giuliani racconta: ”Facendo
orazione la notte, (Giorno di Venerdì Santo 1694) ho
avuto una visione particolare di nostro Signore, coperto da un sudore di
sangue, proprio come nel Giardino del Getsemani. Il Signore mi fece
comprendere quale grande dolore provò nel Cuore nel vedere la perfida ostinazione
di tanti peccatori induriti e come non si fece neanche caso al suo
Preziosissimo Sangue.
Egli mi disse:
”Chiunque si unirà a queste intime pene che io indurrò, riceverà da me qualsiasi grazia mi verrà a chiedere”.
”Chiunque si unirà a queste intime pene che io indurrò, riceverà da me qualsiasi grazia mi verrà a chiedere”.
Mi disse ancora:
”Mia benamata, ho
sofferto molto portando la Croce sul cammino del Calvario; e ho sofferto di più
ancora nell’intimo del mio Cuore quando ho incontrato la mia Santa Madre.
Eppure, più grande fra il tormento che mi causò la vista continua di tutti
quei miei pargoli che non davano alcun valore a quel dolore così atroce”.
Santa Veronica scrive così nel Diario:
“ Mi pare di conoscere che Gesù offriva al suo Eterno Padre i suoi meriti, la
sua passione, il sangue suo prezioso per la remissione di quanto avevo commesso
nel tempo della mia vita.”
Fonte: I MISTERI DEL
DOLORE (secondo gli scritti di S. Veronica Giuliani)
https://www.piccolifiglidellaluce.it/pfdl/rosari/757-i-misteri-del-dolore-secondo-gli-scritti-di-s-veronica-giuliani (brani
tratti dall’opuscolo “La Passione di Gesù alla luce degli scritti di santa
Veronica Giuliani” di Don Sabatino Sciorio)
Infine il Signore fece sapere a Madre Costanza Zauli:
“Il Sangue di Cristo presentato dalle mani e dal Cuore di
Maria vostra Madre, vi otterrà, dalla bontà del Padre, clemenza e ampia
effusione di misericordia, che annienterà vittoriosamente tutti i piani
dell’inferno, con questa offerta Egli effonderà continuamente un onda
santificatrice; il Sangue preziosissimo di Cristo ecco la leva potente, che ci
rimane per risollevare l’umanità dall’abisso, con esso si avranno veri miracoli
di misericordia sui peccatori”.
La stessa Madre Costanza incoraggiava tutti a questa
devozione diceva spesso:“Offriamo spesso il Sangue di Gesù all’eterno Padre,
che forza ha questo Sangue! Sappiamo unire al suo grido potente il nostro grido
di fede e amore per ottenere pietà e misericordia a questa povera umanità
sofferente!”.
Un giorno la Madonna le disse: “Aiutami, figlia mia, per
darmi sempre qualcosa in favore delle anime del Purgatorio, offri spesso il
Sangue preziosissimo del mio Gesù, unendoti alle Sante Messe che di continuo si
celebrano sugli altari del mondo.”
(Serva di Dio madre Maria
Costanza Zauli . L'Offerta del Sangue di Gesù. Conegliano. Ed. Ancilla. http://www.madremariacostanza.net/offerta.html )
21. DEVOZIONE A GESÙ, RE DI TUTTE LE
NAZIONI
Dal
1988 al 1993 Gesù Re di Tutte le Nazioni ha confidato le sue rivelazioni ad una
carismatica americana, rimasta anonima per volontà di Dio. Questa devozione ha
avuto un largo seguito presso i sacerdoti e i laici di tutto il mondo. Gesù ha
rivelato il desiderio che il Suo regno venga riconosciuto sulla terra. Ha
guidato la carismatica nel disegno di una Immagine e di una Medaglia che noi
dobbiamo conservare con profondo rispetto per essere guidati affinché riconosciamo
il Suo Regno. Egli le ha trasmesso anche la devozione all'Immagine di Gesù Re
di Tutte le Nazioni e alla sua Medaglia, alla Coroncina dell'Unità, alla
Litania in onore di Gesù Re di Tutte le Nazioni, alla Novena di Coroncine, alla
Novena in Onore di Gesù Vero Re, alla Novena di Sante Comunioni, e alla
Speciale Benedizione.
MEDAGLIA DI GESU’, RE DI TUTTE LE NAZIONI
Il 17 dicembre 1988 Nostro Signore
appare in visione alla veggente della devozione a Gesù, Re di Tutte le Nazioni
per la prima volta e chiede che venga coniata una medaglia in Suo onore.
Secondo la visione: “Era venuto in
tutta la sua maestosità. Indossava una lunga tunica bianca, con un mantello
rosso drappeggiato sulle spalle, che con molta grazia giungeva fino a terra. La
tunica era raccolta in vita da una fascia dorata che l’avvolgeva. Sia la tunica
che il manto erano bordati d’oro. Teneva entrambe le braccia aperte sui
fianchi, leggermente piegati al gomito. Si vedeva chiaramente il Suo Sacro
Cuore ferito esposto alle anime. Nella mano destra teneva un bellissimo scettro
d’oro. La mano sinistra era aperta in un gesto di misericordia. Era visibile
anche il Sacro Cuore di Gesù. C’era una ferita sul lato destro, da cui
fuoriuscivano gocce di sangue. Fuoriuscivano delle fiamme dalla sommità del Suo
Sacro Cuore e lambivano una piccola immagine della terra. Portava una massiccia
corona d’oro incastonata con file di perle, sormontata da una croce in mezzo
alla quale c’era una gemma rossa”.
Dice Gesù: “Vengo a te questa
notte per estendere un’ulteriore promessa ai fedeli che indosseranno la
medaglia che Mi onora quale ‘Gesù, Re di Tutte le Nazioni’. Prometto
solennemente a quelle anime che porteranno fedelmente questa medaglia e
che quindi Mi onoreranno come Vero Re, l’immensa grazia della Mia Pace nei loro
cuori e nelle loro case. Io effonderò in loro la Mia Grazia facendo fiorire la
loro anima come un fiore prezioso ai Miei occhi...Prometto ad ogni anima che
indossa fedelmente questa medaglia la grazia straordinaria del perdono totale
dei peccati, sia mortali, che veniali, (cioè) concederò alle anime che
fedelmente indosseranno questa medaglia la grazia del pentimento quotidiano, e
se vi rimarranno fedeli, esso condurrà (nella via della salvezza), al perdono
da parte Mia di tutti i loro peccati. Figlia mia, vengo a te quest’oggi per
fare un’altra promessa a chi porterà con fede questa medaglia. Prometto alle
anime che portano questa medaglia un potere speciale sul mio Sacro Cuore.
Ascolterò prontamente le loro richieste e preghiere ed effonderò la Mia grazia
su di loro, secondo la Mia Santissima Volontà”.
Nihil Obstat - S.
Ecc. Enrique Hernandez Rivera D.D. Vescovo di Caguas,Porto Rico - 15
Agosto 1993
Hochwurden Edward
Santana,J.C.D.- Kanonist
Fonte: "Canterò la Misericordia. IL DIARIO DELLA SEGRETARIA della
Devozione a Gesù Re di Tutte le Nazioni"
Edizioni Segno 2008 http://www.entraevedi.org/Ineffabile%20rivelazione%20di%20GES%C3%99%20RE,%20SOVRANO%20DI%20TUTTE%20LE%20NAZIONI.pdf (promesse complete)
22. LE PROMESSE DI NOSTRO
SIGNORE A CHI PRATICA LE ORE DELLA PASSIONE
Dalla
introduzione del Canonico [ora santo] Annibale Maria di Francia da Messina.
Con la più
perfetta sottomissione al giudizio della Santa Chiesa, e non richiedendo altra
fede che l'umana, giusto il sapiente Decreto di Papa Urbano VIII, trascriviamo
qui alcune rivelazioni che Nostro Signore Gesù Cristo avrebbe fatto a
quell'anima solitaria, cui ispirò questa ope-retta: rivelazioni che
mostrerebbero quanto sia grato al Cuore adorabi-le di Gesù che se ne faccia
profitto.
Riportiamo
una lettera inviata dalla pia autrice [Serva di Dio Luisa Piccarreta] al Rev.
Can. di Francia:
"Molto
Rev. Padre,
Ecco
finalmente, Le rimetto le Ore scritte della Passione, e tutto a gloria di
Nostro Signore. Le accludo pure un foglietto in cui si contengono gli affetti e
le belle promesse di Gesù per chi fa queste Ore della Passione. Io credo che,
se colui che le medita è peccatore, si convertirà, se è imperfetto diverrà
perfetto, se è santo si farà più santo, se è tentato troverà la vittoria, se è
sofferente troverà in queste Ore la forza, la medici-na, il conforto; e se l'anima
sua è debole e povera, troverà un cibo spi-rituale ed uno specchio dove si
rimirerà di continuo per abbellirsi e farsi simile a Gesù nostro modello.
è tanto il
compiacimento che ne prova Gesù benedetto dalla meditazione di queste Ore, che
vorrebbe che di queste meditazioni vi fosse almeno una copia per ogni città o
paese, e si praticassero; allora avverrebbe che in quelle riparazioni Gesù
sentirebbe riprodursi la Sua stessa voce e le Sue preghiere, quali le levava al
Padre Suo nelle 24 ore della Sua dolorosa Passione; e se ciò si facesse almeno
in ogni paese o città da alquante anime, Gesù pare che mi faccia intendere che
la Divina Giustizia rimarrebbe in parte placata, e verrebbero in parte
arrestati e come smorzati i suoi flagelli in questi tristi tempi di strazi e di
spargimento di sangue (ferveva la tremenda guerra Europea).
Faccia Lei,
Reverendo Padre, appello a tutti. compia così l'operetta che il mio amabile
Gesù mi ha fatto fare. Onde le dico pure che lo scopo di queste Ore della
Passione, non tanto è di raccontare la storia della Passione, perché molti
libri ci sono che trattano questo pietoso argo-mento, e non sarebbe stato
necessario farne un altro; ma lo scopo è la riparazione, unendo
insieme (si noti) i diversi punti della Passione di Nostro Signore con la
diversità di tante "offese, e insieme a Gesù farne degna riparazione,
rifacendolo quasi di tutto ciò che le creature tutte Gli debbono, e da ciò i
diversi modi di riparare; in queste Ore, in alcuni tratti si benedice, in altri
si compatisce, in altri si loda, in altri si conforta il penante Gesù, in altri
si compensa, in altri si supplica, si prega, si domanda.
Perciò
lascio a Lei, Reverendo Padre, di far conoscere con una prefazione, lo scopo di
questi scritti".
Anzi tutto è Verità indiscutibile che qualunque
Meditazione sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo riesce di sommo
gradimento al Cuore adorabile dì Gesù, e di somma utilità spirituale per
chiunque devotamente vi si applica.
Per questo leggiamo nelle Rivelazioni di S. Geltrude,
di S. Metilde, della Ven. La Royer, del Beato Enrico Susone, e di molti altri
Santi contemplativi, aver rivelato Gesù Cristo stesso, che egli accetta la
pietosa contemplazione dei suoi divini patimenti come se nel tempo della sua
Passione l’anima che oggi lo compatisce, lo avesse aiutato e soccorso allora, e
gli avesse dato ricetto e riposo nelle sue stesse braccia, sul suo stesso petto…
Il foglietto di cui l'Autrice [serva di Dio Luisa Piccarreta] di
quest'Orologio della Passione parla in principio della su trascritta lettera,
contiene quanto Nostro Signore le abbia detto:
"Chi pensa sempre alla mia Passione, forma nel
suo cuore come una sorgente salutare, la quale tanto più si accresce di volume,
quanto più l'anima attende a ripensare e meditare la mia dolorosa Passione. E
siccome le acque che scorrono da una fonte sono acque comuni a tutti, così
questa sorgente di salute, che si forma nel cuore di chi medita la mia
Passione, serve alla mia gloria, al bene dell'anima che la pro-duce, e al
vantaggio di molte altre anime".
Altra
volta, riferisce l'anima solitaria, averle cosi parlato il Signore:
"Mi è tanto gradito che uno vada ripensando
costantemente alla mia dolorosa Passione, che Io soffrii nell'anima e nel corpo
con tanto infini-to Amore e dolore, e che meditandola se ne affligga e mi
compatisca affettuosamente, che mi sento come rinfrancato di quanti strazii,
ignominie e pene interne Io soffrii in tutto il corso del mio patire,
dall'incar-nazione all'ultimo respiro sulla Croce.
L'anima che spesso medita la mia Passione, mi viene
ad apprestare con-tinui e diversi conforti; cosicché, se nel corso della mia
Passione mi dettero funi e catene per legarmi, l'anima che considera e mi
compatisce così legato, mi scioglie e mi dà la libertà; gli sgherri mi
disprezzarono, mi sputarono e mi disonorarono; l'anima mi apprezza, mi pulisce
da quegli sputi e mi onora; quelli mi spogliarono e mi flagellarono, l'anima mi
risana e mi veste; quelli mi coronarono di spine trattandomi da re di burla, mi
amareggiarono la bocca di fiele e mi crocifissero; l'anima, considerando tutte
le mie pene, mi corona di gloria e mi onora per suo Re, mi riempie la bocca. di
dolcezza dandomi il cibo più squisito qual'è la memoria delle mie stesse opere,
e come se mi schiodasse dalla Croce, mi fa risorgere nel suo cuore; ed Io per
compenso di tanta amorosa meditazione e considerazione delle mie pene, le dò
ogni volta una nuova vita di grazie; e questa consiste, che mentre essa mi
attira a sé con la contemplazione e compassione dei miei patimenti, Io l'attiro
a me; Io mi dò ad essa come cibo spirituale, mentre essa si forma un pascolo
continuo delle mie piaghe, dei miei abbrobrii e delle lunghe e incomprese
agonie del mio Cuore ed Io mi ristoro e mi cibo di tutta l'a-nima, assorbendola in me per amore. Si è perciò che assai gradita è a me la
devota e frequente memoria della mia Passione".
Da questi
termini generali del gradimento che prova il Cuore Santissimo di Gesù, quando
si medita la Passione, veniamo ancora a termini più particolari circa questo
Orologio della Passione.
L'Anima
contemplativa domandò al diletto Signore:
"Dimmi,
o mio Bene che cosa darai in compenso alle anime che faranno le Ore della
Passione come Tu me le hai insegnate?"
Nostro
Signore diede questa risposta:
"Figlia mia, queste Ore non le riguarderò come
cose vostre, ma come fatte da me; e a te e a quelli che le mediteranno, darò i
miei meriti, e ve li applicherò come se lo stessi soffrendo la mia Passione ora
per ora in quel tempo stesso che la meditate. Gli effetti che allora produceva
la mia Passione quando Io la sopportavo, e che può produrre in ogni tempo,
saranno rinnovati nelle anime che meditano queste Ore, e il tutto a seconda
della disposizione maggiore o minore di ogni anima. Maggior premio di questo
non può meritarsi in questa vita. Nel paradiso poi queste anime me le porrò al
mio Divino cospetto dinanzi al mio stesso Volto, e le saetterò con saette di
Amore e di eterni contenti, per quante volte hanno meditato le Ore della mia
Passione, ed esse, inebriate dal mio Amore, mi corrisponderanno col saettare il
mio Cuore di tutta la capacità di amore che avrà l'anima beatificata; il che
formerà un dolce incanto a tutti i celesti comprensori".
Gesù
un'altra volta avrebbe detto all'anima solitaria:
"Le Ore della mia Passione furono piene di
tutte le mie preghiere, di tutte le mie riparazioni e di tutto l'infinito mio
Amore. Questo pio esercizio di riparare meditando, è uscito proprio dal mio
Cuore. Ah, quante volte in grazia di queste meditazioni, che si praticano segretamente
in tutta la Chiesa da tante anime a me care, non ho Io cambiato i flagelli in
grazia su tutta la terra! Esse sono di un prezzo incalcolabile se il pio
esercizio che tu hai praticato e scritto, sarà praticato da altri con amore,
l'amor mio troverà il suo sfogo e conforto; e sappi, o figlia, che non è cosa
indifferente che la creatura dia sollievo e sfogo all'Amore del Creatore».
Altra volta
disse:
"Il mondo sta in continuo atto di rinnovare la
mia Passione, e siccome la mia immensità involge tutte le creature dentro e
fuori, così sono costretto dal loro contatto a ricevere chiodi, spine,
flagelli, disprezzi, sputi e tutto il resto che soffrii nella mia Passione, ed
anche di più.
Ora, quando un'anima fa queste Ore della Passione,
avviene che dal contatto di quell'anima mi sento togliere i chiodi, frantumare
le spine, raddolcire le piaghe, pulire gli sputi, lenirmi il dolore delle
percosse, ungermi le piaghe: mi sento contraccambiare in bene il male che mi
fanno gli altri, ed Io, vedendo che il contatto spirituale di quell'anima che
medita le Ore della mia Passione mi apporta tanto sollievo, mi appoggio sempre
più su quell'anima. Oltre ciò, chi fa queste Ore della mia Passione, fa suoi i
miei pensieri, fa sue le mie riparazioni, fa sue le mie preghiere, suoi i miei
affetti, suoi i più intimi palpiti del mio Cuore; e siccome Io, quando volli
redimere il mondo, mi presentai al mio eterno Padre dicendoGli: "Ecce ego mitte me": "Ecco
qua ci sono Io, mandami o Padre sulla terra per patire e morire per gli uomini";
così l'anima che a me unita s'interna nella medi-tazione delle Ore della mia
dolorosa Passione, e s'immedesima ai miei dolori, alle mie pene, al mio spirito
penante, quasi elevandosi tra cielo e la terra, quest'anima con me esclama
innanzi al Padre mio: Ecce ego
mitte me; eccomi qua o Signore voglio anch'io con Gesù riparare per
tutti, rispondere per tutti, patire e morire per tutti".
L'anima solitaria si effondeva in compassione ed in amore verso
Gesù penante, dalle ore 17 del giovedì alle ore 17 del Venerdi Santo in cui si
conclude con la sepoltura del Corpo adorabile di Gesù Signore Nostro; e avendo
scritto questo Orologio della Passione, domandava con quel-la speciale fiducia
che lo Sposo Celeste le ha donato, quanto gli fosse gradita questa operetta.
Gesù le rispose:
"Per compenso che hai scritto le Ore della mia
Passione, ad ogni paro-la che hai scritto darò un bacio alla tua anima, ed a
ogni parola, ti accor-derò un'anima».
L'anima
contemplativa soggiunse:
"Signore,
questo è quello che tu a me darai, ma questo stesso lo darai anche a chiunque medita
queste ore?
"Sì", rispose Nostro Signore, "e ad
ognuno darò pure un'anima per ogni parola, Purché la mediti unita a me e alla
mia stessa Volontà"'; poiché tutta la maggiore o minore efficacia di
queste ore della mia Passione, sta nella maggiore o minore unione che si ha con
me; e facendole con la mia Volontà, la creatura si nasconde con me nel mio
Volere e mettendosi in azione il mio Volere, Io posso fare tutti i beni che
voglio, anche per una sola parola, e ciò tante volte quante volte si farà
questa meditazione".
L'anima
solitaria scrive pure:
"Un'altra
volta stavo lamentandomi con Gesù che, dopo tanti sacrifici nello scrivere
queste Ore della Passione, erano tanto poche le anime che le praticavano.
"
E Gesù
disse:
"Non ti lamentare, figlia, quand'anche un'anima
sola le praticasse, tu sempre dovresti essere contenta. E forse che Io non
avrei sofferto la mia dolorosa Passione e la Morte di Croce anche per la
salvezza di un'a-nima sola? Cosi devi operare anche tu e giammai si deve
omettere il bene perché pochi se ne avvalgono; tutto il male è di chi non
profitta. E come la Passione e Morte fece acquistare il merito alla mia
Santissima Umanità come se tutti si salvassero, perché tale era la mia Volontà
e il fine di ogni mio patire e della mia morte, così tu, a secondo che la tua
volontà si sarà immedesimata con la mia Volontà, di volere e di fare bene a
tutti, così ne resterai ricompensata per queste Ore che hai scritte della mia
Passione. Tutto il male è di quelli che non le praticheranno, o per pretesti
dell'inferma natura, o per diaboliche suggestioni".
Sulla
preziosità di queste Ore della Passione Nostro Signore così le avrebbe pure
detto:
"Queste Ore sono preziose a preferenza anche di
altri esercizi, poiché non è altro questa meditazione che un rinnovare e
dilatare continuo dei meriti di tutto ciò che Io feci e patii nel corso della
mia vita morta-le, e di quanto ho operato e opero continuamente nella SS.ma
Eucaristia. Quando ascolto queste Ore della mia Passione ascolto la mia stessa
voce, le mie stesse preghiere, vedo la mia stessa Volontà in quell'anima, cioè
di volere il bene di tutti, e di riparare per tutti, ed Io mi sento
tra-sportato a dimorare in essa; e mentre essa in me medita e riproduce gli effetti
dei miei patimenti, Io in essa opero e mi compiaccio di fare quel-lo che fa
essa stessa".
Concluse
Nostro Signore con queste espressive parole, che risuonano nell'intimo di
quell'anima contemplativa:
"Oh, quanto amerei che anche una sola anima in
ogni città o paese si applicasse a queste Ore della mia Passione! Allora Io
sentirei me stesso in ogni città o paese, e la mia Giustizia, in questi tempi
grandemente sdegnata, ne resterebbe in parte placata!".
Sant’Annibale Maria di Francia diede
l’ubbidienza alla Serva di Dio Luisa Piccarreta di scrivere “L’Orologio della
Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”
’Orologio della
Passione a cura di don Benedetto Calvi. 1934 con nihil
obstat del delegato arcivescovile di Taranto.
23. Le promesse
di Gesù per chi prega queste orazioni [dette di santa Brigida] per un anno
tutti i giorni in un manoscritto del XV secolo
Anche
se la Chiesa non ha mai approvato le promesse
relative alle presunte orazioni rivelate da Nostro Signore a Santa Brigida di
Svezia ritenendole apocrife [decr.
AAS, 1899 pp. 243; Monit. III, S. Off. 28 Jan. 1954], ha però diffuso questa
pia pratica. (Vedi ad es.: Orationi di S. Brigida stampate d'ordine della
Sac. Congregatione di propaganda Fide ...Roma, 1677 (Testo in italiano e in
arabo) con imprimatur).
Infatti “è
Verità indiscutibile che qualunque Meditazione sulla Passione di Nostro Signore
Gesù Cristo riesce di sommo gradimento al Cuore adorabile dì Gesù, e di somma
utilità spirituale per chiunque devotamente vi si applica.
Per questo leggiamo nelle Rivelazioni
di S. Geltrude, di S. Metilde, della Ven. La Royer, del Beato Enrico Susone, e
di molti altri Santi contemplativi, aver rivelato Gesù Cristo stesso, che egli
accetta la pietosa contemplazione dei suoi divini patimenti come se nel tempo
della sua Passione l’anima che oggi lo compatisce, lo avesse aiutato e soccorso
allora, e gli avesse dato ricetto e riposo nelle sue stesse braccia, sul suo
stesso petto…” [Sant’Annibale Maria Di Francia])
Le
quindici preghiere della crocifissione circolavano nei
manoscritti brigidini, in latino e in inglese, e in un caso anche in svedese,
perché era stato scritto da una suora brigidina svedese nell'Abbazia di Syon.
Sono spesso in questi manoscritti attribuiti a "una donna solitaria
desiderosa di conoscere le ferite di Cristo”
http://www.umilta.net/xvosyon1.html
Per un esempio particolarmente bello vedere l'Aberdeen
Burnet Psalter Manuscript [ da cui abbiamo tratto le promesse ], manoscritto
del 15. secolo:
ll misericordioso redentore del mondo apparve a una donna
che lo pregava, chiedendogli di rivelarle il numero delle sue ferite e disse:
"Se vuoi venerare le mie terribili ferite, dovresti dire
quindici Pater noster e quindici Ave Maria ogni giorno per il periodo di un
anno e così avrai venerato ciascuna delle mie ferite per
tutto l'anno. " E aggiunse, con grande conforto a quelli che sono
infelici: "Chi dice la seguente preghiera che commemora la mia passione
per tutto l'anno, per quindici giorni prima della sua morte, lo nutrirò con il
mio corpo affinché possa essere liberato dalla fame eterna e Gli darò il mio
prezioso sangue da bere, perché non soffra la sete nel terribile fuoco
dell'inferno. Dei suoi discendenti, quindici anime saranno liberate dal
purgatorio e quindici uomini retti rimarranno saldi in virtù. E se lui stesso è
stato condannato alla dannazione eterna, commuterò la sua condanna al
purgatorio. Ma se è sotto la massima pena del purgatorio la mia pietà
convertirà quella pena in una temporale e lo libererò dalla morte improvvisa e
dalla punizione perpetua ". Ogni volta che dice questa preghiera, meriterà
il favore di Gesù Cristo e un'indulgenza di quaranta giorni. In onore delle
ferite di Cristo, che ha riscattato la nostra natura umana dal sangue della sua
croce, lascia che la devozione del cuore sia accesa dalla recita di questa
devozione. [The Burnet Psalter, manoscritto del 15. Secolo, fl 321].
SALUTO
ALLE PIAGHE DI GESU’
Ma ecco cosa dice Gesù a Santa Geltrude:
Nella novena della celebre festa dell'Ascensione, Geltrude volle salutare le
Piaghe benedette di Gesù, recitando 5466 volte questo versetto: « Gloria ti sia
resa, o soavissima, dolcissima, generosissima, o sovrana, eccellente, raggiante
e sempre invariabile Trinità, per queste rose del divino amore, per le Piaghe
di Gesù, che è l'unico Amico, l'unico eletto del mio cuore». Il Signore Gesù
allora apparve raggiante di meravigliosa bellezza, portando su ciascuna Piaga
un fiore d'oro. Con volto pieno di bontà volle a sua volta salutare amabilmente
Geltrude con questa promessa: « All'ora della tua morte, io mi mostrerò a te
pieno di grazia e bellezza, nella stessa gloria e nel medesimo splendore come
adesso mi vedi. Io coprirò i tuoi peccati e le tue negligenze con un ornamento
simile a quello con cui hai decorato le mie Piaghe, con le tue preghiere. Questo
favore sarà pure accordato a tutti coloro che saluteranno ciascuna delle mie
Piaghe con la stessa divozione e le medesime preghiere ». [Libro 4., capitolo XXXV]
DEVOZIONE DELLE QUINDICI
ORAZIONI DI SANTA BRIGIDA
SOPRA LA PASSIONE DI N.S. GESÙ CRISTO
ORAZIONI DI SANTA BRIGIDA
SOPRA LA PASSIONE DI N.S. GESÙ CRISTO
[Suore Brigidine. Ordine del santissimo
Salvatore di Santa Brigida http://www.brigidine.org/default.aspx?idl=43
-
Orationi di S. Brigida stampate d'ordine della
Sac. Congregatione di propaganda Fide ...Roma, 1677 (Testo in italiano e in
arabo) con imprimatur.]
PRIMA ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, eterna dolcezza di coloro che ti amano, felicità che sorpassa ogni
gioia ed ogni desiderio, salvezza di coloro che si pentono, ai quali hai detto:
“Le mie delizie sono con i figli degli uomini”, poiché ti sei fatto uomo per la
loro salvezza, ricordati dell’amore che ti ha spinto ad assumere la nostra
natura umana e di tutto quello che hai sopportato dall’inizio della tua
incarnazione fino al momento della tua passione, a compimento del disegno di
Dio, stabilito fin dall’eternità.
Ricordati
del dolore che hai sofferto nella tua anima quando hai detto: “La mia anima è
triste fino alla morte” e quando, durante l’Ultima Cena, hai dato ai tuoi
discepoli il tuo corpo come cibo ed il tuo sangue, come bevanda, hai lavato i
loro piedi e li hai consolati amorevolmente predicendo la tua passione ormai
vicina. Ricordati del timore, dell’angoscia e del dolore che hai sopportato nel
tuo santissimo corpo, prima di salire sul legno della croce quando dopo aver
pregato per tre volte il Padre, sudando sangue, ti sei visto tradito da uno dei
tuoi discepoli, arrestato dal tuo popolo eletto, accusato da falsi testimoni e
ingiustamente condannato a morte da tre giudici. Nel solenne tempo della
Pasqua, sei stato tradito, deriso, spogliato dei tuoi vestiti, bendato e
schiaffeggiato, legato alla colonna, flagellato e coronato di spine.
In
memoria di queste tue sofferenze, ti prego di concedermi, dolcissimo Gesù,
prima della mia morte, il vero pentimento, una sincera Confessione e la
remissione di tutti i miei peccati. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
SECONDA
ORAZIONE
Gesù,
vera gioia degli angeli e paradiso di delizie, ricordati degli orribili
tormenti che hai provato quando i tuoi nemici, come leoni feroci, ti hanno
circondato e colpendoti con schiaffi, sputi, graffi ed altri crudeli supplizi,
ti hanno lacerato.
Per
le parole offensive, le violente percosse e i durissimi tormenti, con i quali i
tuoi nemici ti hanno fatto soffrire, ti supplico, liberami dai miei nemici sia
visibili che invisibili, e concedimi di ritrovare, all’ombra delle tue ali, la
protezione della salvezza eterna. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
TERZA
ORAZIONE
Verbo
incarnato, Creatore onnipotente del mondo, tu che sei infinito, incomprensibile
e puoi racchiudere l’universo intero nel palmo della tua mano, ricordati
dell’amarissimo dolore che hai sopportato quando le tue santissime mani e i
tuoi santissimi piedi sono stati inchiodati al legno della croce. Quale dolore
hai provato, o Gesù, quando i tuoi crocifissori hanno dilaniato le tue membra e
slogato le tue ossa, tirando il tuo corpo per ogni verso, a loro piacere.
Per
la memoria di questi dolori da te sopportati sulla croce, ti prego di
concedermi di amarti e di nutrire il giusto timore di Dio. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
QUARTA
ORAZIONE
Gesù,
medico celeste, ricordati delle sofferenze e dei dolori che hai provato nel tuo
corpo, già ferito e dolorante, mentre si levava in alto la croce. Dalla testa
ai piedi, eri tutto un cumulo di dolore e, tuttavia, ti sei dimenticato di
tanta sofferenza e hai offerto pietosamente al Padre preghiere per i tuoi
nemici, dicendo: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che
fanno”. Per questa smisurata carità e misericordia e per la memoria di
questi dolori, concedimi di ricordare la tua amatissima passione, affinché essa
mi giovi per una piena remissione di tutti i miei peccati. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
QUINTA
ORAZIONE
Gesù,
specchio di eterna chiarezza, ricordati dell’afflizione che hai provato quando,
prevedendo la salvezza degli eletti mediante la tua passione hai visto anche
che molti non l’avrebbero accolta. Per la profondità della misericordia
che hai mostrato, non solo nel provare dolore dei perduti e dei disperati, ma
anche verso il ladrone quando gli hai detto: “Oggi sarai con me nel Paradiso”,
ti chiedo, pietoso Gesù, di riversarla sopra di me nell’ora della mia morte.
Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
SESTA
ORAZIONE
Gesù,
Re amabile, ricordati del dolore che hai provato quando, nudo e disprezzato,
pendevi dalla croce; senza avere, fra tanti amici e conoscenti che ti erano
accanto, chi ti consolasse, eccetto la tua diletta Madre; a lei hai
raccomandato il tuo discepolo prediletto, dicendo: “Donna, ecco il tuo
figlio!” ed al discepolo: “Ecco la tua Madre!”.Per la spada di dolore che le ha
trapassato l’anima, pietosissimo Gesù, fiducioso ti prego di aver compassione
di me in ogni afflizione e tribolazione sia fisica che spirituale e di
consolarmi porgendomi aiuto e gioia in ogni prova ed avversità. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
SETTIMA
ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, Fonte di dolcezza senza fine, che, mosso da un amore immenso,
quando eri in Croce hai detto: “Ho sete”, cioè “Desidero sommamente la salvezza
del genere umano”, ti preghiamo di accendere in noi il desiderio di operare
santamente, spegnendo del tutto la sete dei nostri desideri peccaminosi e la
ricerca dei piaceri del mondo. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
OTTAVA
ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, dolcezza dei cuori e soavità grandissima dello spirito, per
l’amarezza dell’aceto e del fiele che hai bevuto per amore nostro, sulla Croce,
concedi a noi peccatori, di cibarci degnamente del tuo corpo e del tuo sangue,
rimedio e consolazione delle nostre anime, per tutta la vita e specialmente
nell’ora della morte. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
NONA
ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, gioia della mente, ricordati dell’angoscia e del dolore che hai
provato quando, per l’amarezza della morte e l’insulto dei Giudei, gridasti al
Padre tuo: “Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai abbandonato?”. Per questo ti
chiedo, mio Signore e mio Dio, di non abbandonarmi nell’ora della mia morte.
Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
DECIMA
ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, principio e termine ultimo del nostro amore, dalla pianta dei
piedi alla cima del capo, ti sei completamente immerso nel mare delle
sofferenze. Per le tue larghe e
profondissime piaghe, ti prego di insegnarmi ad operare santamente, con vera
carità e seguendo la tua legge e i tuoi precetti. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
UNDICESIMA
ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, abisso profondo di pietà e di misericordia, per la profondità
delle piaghe che trapassarono non solo la tua carne e le midolla delle ossa, ma
anche le più intime viscere, ti domando di sollevarmi dai peccati e nascondermi
nelle aperture delle tue ferite. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
DODICESIMA
ORAZIONE
Signore Gesù Cristo,
specchio di verità, segno di unità e legame di carità, ricorda le innumerevoli
ferite di cui è stato ricoperto il tuo corpo, lacerato dagli empi
Giudei e imporporato del tuo
stesso preziosissimo sangue. Ti prego, con quello
stesso sangue, scrivi nel mio cuore le tue ferite, affinché, nella meditazione
del tuo dolore e del tuo amore, ogni giorno si rinnovi in me il dolore del tuo
soffrire. Ciò accresca in me l’amore e la continua perseveranza nel renderti grazie,
sino alla fine della mia vita; quando pieno di tutti i beni e di tutti i meriti
che ti sei degnato donarmi dal tesoro della tua passione, verrò da te. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
TREDICESIMA
ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, Re invincibile ed immortale, ricordati del dolore che hai provato,
quando venute meno tutte le forze del tuo corpo e del tuo Cuore, chinando il
capo hai detto: “Tutto è compiuto!”.Per tale angoscia e dolore, ti prego di
avere misericordia di me nell’ultima ora della mia vita, quando la mia anima
sarà turbata dall’ansia dell’agonia. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
QUATTORDICESIMA
ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, unigenito del Padre altissimo, splendore e immagine della sua
sostanza, ricordati dell’umile preghiera con la quale hai raccomandato il tuo
spirito dicendo: “Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito”. E, dopo aver
chinato il capo e aperte le viscere della misericordia per riscattarci,
gridando hai emesso l’ultimo respiro. Per questa preziosissima morte ti
prego, Re dei santi, dammi la forza di resistere alle tentazioni del diavolo,
del mondo e della carne, affinché, morto al mondo, viva solo in te e,
nell’ultima ora della mia vita, tu riceva il mio spirito che, dopo lungo esilio
e pellegrinaggio, desidera ritornare alla sua patria. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
QUINDICESIMA
ORAZIONE
Signore
Gesù Cristo, vera e feconda vita, ricordati dell’abbondante effusione del tuo
sangue, quando chinato il capo sulla croce, il soldato ti ha squarciato il
costato da cui sono uscite le ultime gocce di sangue ed acqua.
Per
la tua amarissima passione, ti prego, dolcissimo Gesù, ferisci il mio cuore,
affinché, giorno e notte io versi lacrime di penitenza e di amore. Convertimi
totalmente a te perché il mio cuore sia tua stabile abitazione, la mia
conversione ti sia gradita ed il termine della mia vita sia così lodevole da
meritare di lodarti in eterno insieme con tutti i santi. Amen.
Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore. Gesù,
Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, re del
cielo, abbi pietà di noi.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre
…
PREGHIERA
"Signore Gesù
Cristo, Figlio di Dio vivo, accetta questa preghiera con lo stesso immenso
amore, con il quale hai sopportato tutte le piaghe del tuo Santissimo Corpo;
abbi misericordia di noi, ed a tutti i fedeli, vivi e defunti, concedi la tua
Misericordia, la tua Grazia, la remissione di tutte le colpe e le pene, e la
Vita Eterna. Amen".
L. Muscari, Vicarius Generalis. Imprimatur. Hydrunti, 7 Ianuarii 1918
L. Muscari, Vicarius Generalis. Imprimatur. Hydrunti, 7 Ianuarii 1918
24. Via Crucis promesse di
Gesù
Le promesse a Frà Stanislao
di Bugedo (1903-1927) sulla Via Crucis
All’età di 18 anni Stanislao entrò a far parte dei
novizi dei padri Scolopi a Bugedo. Pronunziò regolarmente, i voti e si distinse
per perfezione e amore. Nell’ottobre del 1926 si offrì vittima a Gesù
attraverso Maria. Subito dopo questa eroica donazione, cadde e rimase
immobilizzato. Morì santamente nel marzo del 1927. Egli fu anche un’anima
privilegiata che ricevette messaggi dal cielo.
Il suo direttore gli chiese di scrivere le promesse fatte da
Gesù a quelli che praticano assiduamente la Via Crucis:
1. Darò ogni cosa che Mi viene richiesta con fede, durante
la Via Crucis
2. Prometto la vita eterna a tutti coloro che pregano, di tanto in tanto, la Via Crucis con pietà.
3. Li seguirò ovunque in vita e li aiuterò specialmente nell’ora della loro morte.
4. Anche se essi hanno più peccati dei granelli di sabbia del mare, tutti saranno salvati dalla pratica della Via Crucis.
5. Quelli che pregano la Via Crucis frequentemente, avranno speciale gloria in cielo.
6. Li libererò dal purgatorio al primo martedì o sabato dopo la loro morte.
7. Lì benedirò ad ogni Via Crucis e la Mia benedizione li seguirà ovunque sulla terra, e dopo la loro morte, anche in cielo per l’eternità.
8. Nell’ora della morte non permetterò al demonio di tentarli, lascerò ad essi ogni facoltà, affinché essi possano riposare tranquillamente nelle Mie braccia.
9. Se essi pregano la Via Crucis con vero amore, trasformerò ognuno di essi in ciborio vivente nel quale Io Mi compiacerò di far sgorgare la Mia grazia.
10. Fisserò il Mio sguardo su quelli che pregheranno spesso la Via Crucis, le Mie mani saranno sempre aperte per proteggerli.
11. Dato che Io sono crocifisso alla croce sarò sempre con coloro che Mi onoreranno, pregando la Via Crucis frequentemente.
12. Essi non potranno mai più separarsi da Me, poiché Io darò loro la grazia di non commettere mai più peccati mortali.
13. Nell’ora della morte Io li consolerò con la mia Presenza e Noi andremo assieme al Cielo. La morte sarà dolce per tutti coloro che mi hanno onorato, durante la loro vita, pregando la via Crucis.
14. Il mio spirito sarà un drappo protettivo per essi ed Io li soccorrerò sempre ogni qualvolta ricorreranno ad esso.
2. Prometto la vita eterna a tutti coloro che pregano, di tanto in tanto, la Via Crucis con pietà.
3. Li seguirò ovunque in vita e li aiuterò specialmente nell’ora della loro morte.
4. Anche se essi hanno più peccati dei granelli di sabbia del mare, tutti saranno salvati dalla pratica della Via Crucis.
5. Quelli che pregano la Via Crucis frequentemente, avranno speciale gloria in cielo.
6. Li libererò dal purgatorio al primo martedì o sabato dopo la loro morte.
7. Lì benedirò ad ogni Via Crucis e la Mia benedizione li seguirà ovunque sulla terra, e dopo la loro morte, anche in cielo per l’eternità.
8. Nell’ora della morte non permetterò al demonio di tentarli, lascerò ad essi ogni facoltà, affinché essi possano riposare tranquillamente nelle Mie braccia.
9. Se essi pregano la Via Crucis con vero amore, trasformerò ognuno di essi in ciborio vivente nel quale Io Mi compiacerò di far sgorgare la Mia grazia.
10. Fisserò il Mio sguardo su quelli che pregheranno spesso la Via Crucis, le Mie mani saranno sempre aperte per proteggerli.
11. Dato che Io sono crocifisso alla croce sarò sempre con coloro che Mi onoreranno, pregando la Via Crucis frequentemente.
12. Essi non potranno mai più separarsi da Me, poiché Io darò loro la grazia di non commettere mai più peccati mortali.
13. Nell’ora della morte Io li consolerò con la mia Presenza e Noi andremo assieme al Cielo. La morte sarà dolce per tutti coloro che mi hanno onorato, durante la loro vita, pregando la via Crucis.
14. Il mio spirito sarà un drappo protettivo per essi ed Io li soccorrerò sempre ogni qualvolta ricorreranno ad esso.
[Joan Carroll Cruz. Prayers and Heavenly Promises].
(Con
l’esercizio della Via Crucis in Chiesa è possibile lucrare una indulgenza plenaria ogni
giorno. L’acquisizione della indulgenza plenaria ordinaria, può essere
anche offerta a Gesù o alla Madonna per indulgenziare un’anima del Purgatorio a
loro scelta).
Utilità
del ricordo della Passione di Gesu'
Il Signore disse poi: « All’ora della
morte e del giudizio rigoroso, quando l'anima si troverà di fronte alle accuse
dei demoni, io le mostrerò una tenerezza pari a quella che a te ho dimostrato,
se avrà contrapposto agli oltraggi di cui sono colmato dai cattivi, il dolce
saluto che il tuo amore ti ha ispirato. Io la consolerò con le stesse parole
che ho rivolto a te, Io tuo Creatore,
tuo Redentore, ecc. Se tale espressione ispira tanto giubilo ai Santi del
cielo, come saranno terrorizzati e messi in fuga i nemici dell'anima che avrà
meritato dalla mia divina bontà tale consolazione nel giorno estremo! ». [Santa Geltrude. Libro quarto , capitolo XXII]
25 PREGHIERA RIPARATRICE PER EVITARE IL PURGATORIO
Preghiera Riparatrice
Una povera
clarissa defunta apparve alla sua badessa che pregava per lei e le disse:
"Sono andata diritta al cielo perché, avendo recitato ogni sera questa
preghiera, ho pagato tutti i miei debiti e sono stata preservata dal
Purgatorio.
" Eterno
Padre, per le mani di Maria Addolorata, ti offro il Sacro Cuore di Gesù con
tutto il Suo amore, con tutte le sue
sofferenze e con tutti i suoi meriti.
-Per espiare tutti i peccati che ho commesso
quest'oggi e durante la mia vita passata. GLORIA
-Per purificare il bene che ho mal fatto
quest'oggi e durante la mia vita passata. GLORIA
-Per supplire al bene che ho trascurato di
fare quest'oggi e durante tutta la mia vita passata. GLORIA
FONTE: (Con perfetta sommissione del Papa Urbano VIII) Joan Carroll Cruz.
Prayers and Heavenly Promises. Con imprimatur del Most. Rev. Francis B. Schulte,
Archbishop of New Orleans, 29.12.1989.
Altro
Imprimatur: Bologna, F. Gambucci Vic. Gen. 24-IX-1949
26 . PER LE ANIME DEL PURGATORIO
La SS. Comunione solleva le Anime del Purgatorio.
Un giorno,
mentre Geltrude stava per comunicarsi, provò un bisogno immenso di sprofondarsi
nell'abisso della sua miseria, e di nascondervisi totalmente per onorare
l'ineffabile accondiscendenza del Signore che ciba i suoi eletti col suo Corpo
e li inebria con il suo Sangue.
Ella
comprese allora il sublime annientamento del Figlio di Dio, quando discese nel
limbo per liberare le anime che ivi stavano prigioniere. Mentre si sforzava di
unirsi a quell'ineffabile umiliazione, si trovò come immersa negli abissi del
Purgatorio. Là,
rinnovando
i suoi sentimenti, comprese le parole che le diceva Gesù: « Con la S. Comunione
ti attirerò a me in tal modo che tu trascinerai tutte le anime, a cui giungerà l'incomparabile
profumo dei santi desideri che sfuggono così copiosamente da te». Dopo d'aver
accolto tale promessa Ella s'avvicinò alla mensa angelica, pregando il Signore di liberare tante anime del Purgatorio, quante
erano le molecole dell'Ostia che aveva in bocca. E il Signore rispose: «Per
farti capire che le mie misericordie sorpassano tutte le mie opere e che
nessuna creatura può misurare l'abisso della mia bontà, ti assicuro che, per i
meriti del Sacramento di vita, sono disposto ad accordarti molto di più di
quanto hai chiesto». (Santa Geltrude. Rivelazioni.
Libro terzo, capitolo 18., par. 17.)
La preghiera fervorosa libera
una moltitudine di anime dal purgatorio
Ti domando, amatissimo Gesù, in quest'ora gioiosa
della tua Risurrezione, che Tu abbia d'assolvere le anime di tutti coloro che
ti sono particolarmente cari. Per ottenere questa grazia, ti offro, in unione
alla tua innocentissima passione, tutto quello che il mio cuore e il mio corpo
hanno sofferto nelle continue mie infermità ». Allora Gesù, con ineffabile
dolcezza, le mostrò una moltitudine di anime sciolte dalle loro pene e le
disse: « Le consegno tutte in dote al tuo amore; in cielo si vedrà eternamente
che furono liberate dalle tue preghiere e, davanti a tutti i Santi, godrai per
sempre di tale onore ». La Santa chiese: « Quante son queste anime? ». Rispose
il Signore « Solo la scienza della mia Divinità ne conosce il numero ». [Santa
Geltrude. Rivelazioni. Libro quarto, capitolo 27].
La
tradizione popolare ha trasmesso questa formula: «Eterno Padre, io Ti offro
nella Divina Volontà il Preziosissimo
Sangue del Tuo Divin Figlio, Gesù, in unione con le Messe celebrate in tutto il
mondo, oggi, per tutte le Anime sante del Purgatorio per i peccatori di ogni
luogo, per i peccatori della Chiesa universale, quelli della mia casa e dentro
la mia famiglia. Amen»
13 ottobre 1962: In tale
raccoglimento, un leggero sospiro della Beata Vergine, come un alito etereo, ha
sorpreso la mia anima: " Figliola mia, la tua compassione per le povere
anime ha tanto commosso il Mio Cuore materno. Ti concedo la grazia chiesta ...
Ogni qual volta, facendo riferimento alla Mia Fiamma d'Amore, direte in mio
onore tre " Ave Maria ", sarà liberata un'anima dal purgatorio e
durante il mese dei morti (novembre) con una sola Ave Maria, si libereranno
dieci anime dal purgatorio”. Diario spirituale di Elisabetta Szantó
1961-1981. Card. Peter Erdö: imprimatur,
Budapest, 6 giugno 2009.
- "Irradia, o Maria, su tutta l'umanità la luce di Grazia della
Tua Fiamma d'Amore adesso e nell'ora della nostra morte. Amen".
Nihil obstat
Sede vescovile Szekésfehérvar – Ungheria: Nr. 1404 / 26.09.1978
27 Le Promesse di DIO PADRE rivelate a
suor Eugenia Elisabetta Ravasio
Il Rosario del Padre, con i suoi cinque misteri, è una preghiera che la
Provvidenza ci ha donato. In esso c'è tutta la storia dell'uomo guidata
dall'Amore del Padre che - dall'inizio della creazione alla redenzione finale -
ha portato e porterà avanti il Suo disegno di Vita. Questo rosario è un segno
dei tempi, di questi tempi che stanno vedendo il ritorno di Gesù sulla terra
“con grande potenza” (Mt 24,30). La “potenza” è per eccellenza l'attributo del
Padre (“Credo in Dio Padre Onnipotente”): è il Padre che viene in Gesù, e noi
dobbiamo sollecitarlo perché acceleri i tempi della nuova creazione tanto
attesa (Rm 8,19). Non dobbiamo però sostituire il Rosario del Padre a quello di
Maria; dobbiamo invece, dopo aver recitato l'intero Rosario mariano, chiedere
alla Mamma di recitare con noi il Rosario del Padre perché Egli venga presto a
portare il suo Regno sulla terra (Lc 11,2). Il Padre promette che per ogni Padre nostro che verrà recitato, decine di
anime si salveranno dalla dannazione eterna e decine di anime verranno liberate
dalle pene del Purgatorio. Il Padre concederà grazie particolarissime alle
famiglie nelle quali tale Rosario verrà recitato e le grazie le tramanderà di
generazione in generazione. A tutti coloro che lo reciteranno con fede farà
grandi miracoli, tali e talmente grandi quali non se ne sono mai visti nella
storia della Chiesa.
“Per concludere questo piccolo esposto, vi faccio
una promessa, il cui effetto sarà
eterno, eccola: Chiamatemi col nome di Padre, con confidenza ed amore, e
riceverete tutto da questo Padre, con Amore e Misericordia.”
“Tutti quelli che mi chiameranno con il nome di
Padre, non fosse che una volta sola, non periranno, ma saranno sicuri della
loro vita eterna in compagnia degli eletti.
Ed a voi che lavorerete per la mia Gloria e che vi impegnerete
a farMi conoscere, onorare ed amare, assicuro che la vostra ricompensa sarà
grande, poiché conterò tutto, anche il minimo sforzo che farete e vi renderò
tutto al centuplo nell'eternità.” (IL PADRE PARLA AI SUOI FIGLI
Il Messaggio del Padre donato nel 1932 a Suor Eugenia Elisabetta Ravasio
con testimonianza del Vescovo di Grenoble, S.E. Mons. Caillot, a conclusione
dell'inchiesta canonica.
Il 13 marzo 1989, il cardinale Petrus Canisius Jean van Lierde, vicario generale per la Città del Vaticano, diede il suo Imprimatur al
libretto contenente il Messaggio “Per la Gloria del Padre”)
https://www.piccolifiglidellaluce.it/pfdl/pdf/IL%20PADRE%20PARLA%20AI%20SUOI%20FIGLI.pdf (URL consultato l’11 maggio 2018)
28 “La Messa è la devozione dei Santi” [Santo Curato d’Ars]
=(Mt 26:26-29; Mr 14:22-25; 1Co 11:23-29)
Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:
«Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». (Luca
22:19)
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la
terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei
cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io
sono in mezzo a loro». (Mt 18,19-20)
Santo
Curato d’Ars: Gesù "mi ha amato e ha immolato se stesso per me" (Gal. 2,20)
“Se
una gestante assiste alla santa Messa tutte le volte che le è possibile,
prendendosi un poco di fastidio come in misura maggiore se lo prese la Vergine
al viaggiare fino a Betlemme per dare lì alla luce il divino Redentore,
certamente potrà ottenere grandi aiuti nei dolori del suo parto”. (san
Beda il Venerabile sacerdote e dottore della Chiesa, 672-735)
Si riceve la
benedizione del sacerdote che Dio ratifica in cielo.
La partecipazione
alla Messa attira anche benedizioni temporali.
La devozione
alla Santa Messa vi farà guadagnare una grande gloria in cielo.
La frequente
partecipazione alla Messa ti farà ottenere un posto più alto in Cielo e aumenterà
la tua felicità eterna. [Explication
du Saint Sacrifice de la Messe del R. P.
Martin de Cochem]
Gesù
dice: “E sappi quanto farò per chi sente la Messa con zelo e divozione:
nell'ultima sua ora, per consolarlo, difenderlo, e formare per la sua anima un
corteo d'onore, gli invierò tanti nobili Spiriti della mia celeste corte, quante
saranno le Messe che avrà sentite su la terra”. (Rivel. di santa Metilde, p.3, cap. 12).
Gesù disse a S. Geltrude: “Sappi che a chi
partecipa devotamente alla S. Messa, io manderò, negli ultimi istanti della sua
vita, tanti dei miei Santi per confortarlo e proteggerlo, quante saranno state
le S. Messe da lui ben ascoltate…” (Lib.3,
cap.16).
Vantaggi
dell'assistenza alla S. Messa.
Geltrude ringraziò il Signore d'averla
colmata dei suoi benefici, e ricevette questa luce: tutte le volte che una
persona assiste alla S. Messa, unendosi a Gesù che s'immola per il riscatto del
mondo, Dio Padre la contempla con la stessa compiacenza dell'Ostia Santa.
Quest'anima diventa allora risplendente come una persona che, uscendo dalle
tenebre, si trovasse avvolta nella piena luce del sole. La Santa chiese a Gesù:
« Se si cadesse poi in peccato, si spegnerebbe questa luce, come se la persona
suddetta passasse dal meriggio a luogo tenebroso? ». « No, figlia mia - rispose
Gesù - perché colui che pecca pone, per così dire, l'ombra d'una nube fra lui e
la mia misericordia; ma la mia bontà gli conserva, per la vita eterna, un pò di
quelle benedizioni, che poi vedrà crescere e moltiplicarsi ogni volta che si
accosterà con divozione ai sacri misteri ». [Santa Geltrude. Libro secondo,
capitolo XVIII]
Nella sua «Storia ecclesiastica dell’inghilterra», san Beda
riferisce di numerose visioni di anime del purgatorio. Una di queste ha come
protagonista Drythelm, un laico padre di famiglia,
che tornato in vita ricorda che un grande
aiuto per le anime del purgatorio sono
le preghiere dei vivi, le elemosine, i digiuni e soprattutto la celebrazione di
Messe, per essere liberati anche prima del giorno del giudizio. [https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=17349]
S.
Maria Maddalena de' Pazzi, la celebre mistica carmelitana, era solita offrire
il Sangue di Gesù per suffragare le anime del Purgatorio, e in un'estasi Gesù
le fece vedere come realmente molte anime purganti venivano liberate
dall'offerta del Divin Sangue. Né può essere diversamente, perché, come insegna
S. Tommaso d'Aquino, una sola goccia del Sangue di Gesù, per il suo valore
infinito, può salvare tutto l'universo da ogni delitto.
"Tutte
le opere buone riunite insieme - diceva il S. Curato d'Ars - non possono
valere una S. Messa, perché esse sono opere degli uomini, mentre la S. Messa è
opera di Dio". [P. Stefano M.
Manelli, FI GESÙ’ EUCARISTICO AMORE - "Casa Mariana" Frigento 1976 Imprimatur:
Neapoli, 19.4.1973. http://www.cristianicattolici.net/catechesi/gesu-eucaristico-amore.pdf ]
San Gregorio Magno, Papa e
dottore della Chiesa (540-604)
«La Santa Messa è l’unico sacrificio
che fa uscire prestamente le Anime dalle pene del Purgatorio.»
San Bernardo , Abate e dottore della Chiesa (1090-1153)
«Si merita di più ascoltando
devotamente una Santa Messa che col distribuire ai poveri tutte le proprie sostanze
e col girare pellegrinando tutta la terra.»
San Leonardo da Porto Maurizio , Sacerdote (1676-1751)
«Vale più ascoltare devotamente una
Santa Messa che digiunare un anno a pane e acqua.» [Associazione
“Volontari Seminatori della Carità” – via Pio XI, Trav. De Blasio, 31
- 89133 R.C. – Tel. 0965-53866]
SUFFRAGI: LA SANTA MESSA
La Santa
Messa è il sacrificio del Calvario portato in mezzo a noi, sui nostri altari.
Quando si celebra: è lo stesso Figlio di Dio che viene offerto al Padre in
adorazione e propiziazione; è lo stesso Gesù che opera come offerente
principale, per mano del Sacerdote; sono identici i frutti, uguali gli effetti.
Ed ecco il motivo sostanziale della sua grande efficacia: qui chi prega è lo stesso Figlio di Dio, che viene ascoltato per gli infiniti suoi meriti; mentre nelle altre preghiere siamo noi a pregare, pur appoggiandoci ai meriti di Gesù Cristo. La Croce! quale preghiera! Non sono delle semplici cerimonie o delle formole recitate, o delle candele, o dei riti: abbiamo la stessa immolazione della Vittima: è il Figlio di Dio che muore in espiazione per le anime purganti.
Perciò, sempre nella Chiesa, la S. Messa fu offerta per i Defunti e sui luoghi di sepoltura; perciò sono tanti i pii legati di Messe e gli impegni che si prendono per le Ss. Messe; perciò il Concilio di Trento, tutti i Santi, i Dottori della Chiesa incoraggiano questa pratica.
S. Gregorio Magno dice che la pena temporale dovuta ai peccati, sia dei vivi come dei morti, viene mitigata per coloro per cui si celebra la santa Messa e che ascoltare divotamente una Messa è sollevare le anime dei defunti, ottenendo da Dio la remissione dei loro peccati. S. Girolamo, dottore massimo di santa Chiesa, asserisce che per qualunque Messa divotamente celebrata molte anime escono dal Purgatorio, e che le anime purganti non soffrono alcuna pena mentre si celebra la santa Messa, se il sacerdote prega per loro nell’offrire questo sacrificio.
S. Cirillo di Gerusalemme, spiegando la dottrina cristiana ai neofiti, ossia a quelli che da poco si erano convertiti al cristianesimo, diceva loro: «Celebrando il santo Sacrificio noi preghiamo anche per coloro che sono morti tra noi, poiché riteniamo che le loro anime ricevano un grandissimo sollievo dall’augusto Sacrificio dei nostri altari. Se i parenti di qualche esiliato presentassero al principe una corona d’oro per calmare il suo sdegno, ciò sarebbe senza dubbio un gran mezzo per impegnarlo ad abbreviare il tempo dell’esilio. Ma noi, offrendo a Dio il sacrificio della santa Messa, non gli offriamo soltanto una corona d’oro, ma lo stesso Gesù Cristo morto per i nostri peccati. Quale adunque non sarà il giovamento che colla Messa recheremo alle anime del Purgatorio!».
S. Ambrogio, animato dalla stessa fede, dopo la morte di suo fratello Satiro, si diede la massima sollecitudine di pregare ed offrire il santo Sacrificio della Messa per suffragare l’anima di lui.
La madre di S. Agostino, come scrive egli nelle sue Confessioni, scorgendosi vicina a morire, chiamati a sé Agostino e Navigio suo fratello, disse loro: «Sotterrate questo corpo ove si possa, né datevi di esso alcun pensiero; ma non dimenticatevi di me dovunque vi troviate e ricordatemi soprattutto all’altare del Signore nel santo Sacrificio».
S. Giovanni Crisostomo, nel predicare al suo popolo, fra le altre cose diceva: «Non invano gli Apostoli stabilirono che quando si celebrano i tremendi Misteri, si faccia commemorazione di coloro che sono già passati all’altra vita, poiché essi sapevano che tale cosa tornava a quelli di grande vantaggio e sollievo. Difatti, quando tutto il popolo assieme col sacerdote offre a Dio l’ostia di salute, non sarà forse allora placata la collera divina?».
Il Sacrosanto Concilio di Trento ha detto: «La Chiesa Cattolica, ammaestrata dallo Spirito Santo ed appoggiata ai libri del Vecchio e del Nuovo Testamento, sopra l’antica tradizione dei Padri e dei Concilii, insegna e definisce: Che le anime trattenute nel Purgatorio si possono sollevare coi suffragi dei vivi e specialmente col sacrificio della santa Messa. E se alcuno dirà che il Sacrificio della santa Messa non è propiziatorio e che non deve essere offerto né per i vivi né per i morti... sia scomunicato» (Sess. 25). La S. Messa, adunque, come insegnano i santi Padri e come ha definito la santa Chiesa, costituisce uno dei mezzi principalissimi per suffragare le sante anime del Purgatorio; anzi, il principale fra i suffragi. Ed è appunto in conformità di questa fede, che la Chiesa, oltre al fare in ogni Messa uno speciale memento per i defunti, celebra anche la Messa appositamente per loro.
S. Gregorio Magno dice che «la pena dei vivi e dei morti si rilascia a quelli per i quali si dice la Messa; specialmente a coloro per i quali si prega in particolare». S. Girolamo afferma che «per una S. Messa devotamente celebrata molte anime escono dal Purgatorio». Le anime, che sono cruciate nel Purgatorio, per le quali suole pregare il Sacerdote nella Messa, non soffrono alcun tormento, mentre si celebra la S. Messa, insegna S. Agostino. Per il gran potere della Messa, S. Giovanni di Avila, interrogato in morte quali suffragi desiderasse, rispose con prontezza e forza: Messe, Messe, Messe!
S. Leonardo da Porto Maurizio racconta di un ricco negoziante genovese che, venuto a morte, non lasciò cosa alcuna in suffragio dell’anima sua. Tutti si meravigliavano come mai un uomo, così ricco, così pio e così caritatevole verso tutti in vita, fosse poi stato in morte così crudele verso di se stesso. Ma sepolto che fu, si trovò scritto sopra un taccuino il gran bene che si era fatto da se stesso in vita. Si era fatte celebrare oltre a duemila SS. Messe, che aveva anche potuto ascoltare. Al termine del libretto aveva scritto: «Chi vuol essere sicuro del bene, se lo faccia egli stesso in vita».
Udire devotamente la S. Messa, scrisse San Gregorio, allevia le pene delle anime purganti e rimette loro i peccati. Infatti S. Bernardo, celebrando una volta la S. Messa a Roma, nella chiesa che sorge presso il luogo del martirio di S. Paolo (le Tre Fontane), vide una scala su cui angeli discendevano dal cielo al Purgatorio, e da questo salivano a quello, accompagnando anime liberate dalle pene per quel Santo Sacrificio.
Il celebre P. Lacordaire, morto nel 1861, racconta che un principe polacco, incredulo e materialista, aveva scritto un libro contro la immortalità dell’anima. Stava per farlo stampare, quando un giorno, passeggiando nel giardino, si vide venire innanzi una donna tutta in lacrime. Gettatasi ai suoi piedi, quella poverina, supplicava: «Mio buon principe, mio marito è morto... ed io non ho neppure il denaro per fargli celebrare una Messa... usatemi la carità: datemi l’elemosina per una Messa...». Il principe pensava che quella fosse una povera illusa: ma la sua naturale bontà di carattere lo portò al compatimento ed anche a soccorrerla. Le diede una moneta d’oro, che quella portò subito al Sacerdote per una S. Messa. Passarono pochissimi giorni ed il Principe, nel suo studio, era intento a correggere le bozze del suo libro. Ad un tratto si vide innanzi, ritto, un contadino, vestito poveramente, ma dall’aria soddisfatta, contento... «Son venuto a ringraziarvi, – cominciò, mentre il principe guardava, stupito di vedersi quell’uomo lì innanzi, entrato senz’essere annunziato. – Ero in Purgatorio; la elemosina da voi data a mia moglie mi ha liberato con quella S. Messa; ora vado al Paradiso». Ciò detto, la visione sparve; ma il principe diede al fuoco il libro che stava per pubblicare, e si convertì.
S. Pier Damiani, ancora fanciullo, rimase orfano di padre e di madre. Fu ricevuto da un suo fratello, che lo trattava duramente e gli lasciava mancare il pane e le vestimenta. Un giorno trovò per via una moneta d’argento, senza averne potuto conoscere il padrone. Immaginate quale gioia per il piccolo Pierino! Gli parve di aver trovato un tesoro, e subito pensò di comperarsi un cappello, le scarpe, una giubba; abbisognava di tutto! In quel punto gli vengono in mente il padre e la madre che non ha più, gli occhi si riempiono di lacrime e corre a portare quella moneta ad un Sacerdote, affinché celebri la S. Messa per i suoi poveri morti. Lo credereste? Da quel giorno, protetto dalle anime sante del Purgatorio, la sua fortuna si cambiò. Un altro fratello lo raccolse, lo fece studiare, e Pier Damiani diventò un Sacerdote, Vescovo, Cardinale, Santo. Ecco ancora come una sola Messa, fatta celebrare per le anime del Purgatorio, sia stata principio d’immensi vantaggi. Ma, oh! quali vantaggi maggiori, se alla Messa si unisce la S. Comunione! [Beato Giacomo Alberione. Per i nostri defunti. Pia Soc. San Paolo, 1932]
Ed ecco il motivo sostanziale della sua grande efficacia: qui chi prega è lo stesso Figlio di Dio, che viene ascoltato per gli infiniti suoi meriti; mentre nelle altre preghiere siamo noi a pregare, pur appoggiandoci ai meriti di Gesù Cristo. La Croce! quale preghiera! Non sono delle semplici cerimonie o delle formole recitate, o delle candele, o dei riti: abbiamo la stessa immolazione della Vittima: è il Figlio di Dio che muore in espiazione per le anime purganti.
Perciò, sempre nella Chiesa, la S. Messa fu offerta per i Defunti e sui luoghi di sepoltura; perciò sono tanti i pii legati di Messe e gli impegni che si prendono per le Ss. Messe; perciò il Concilio di Trento, tutti i Santi, i Dottori della Chiesa incoraggiano questa pratica.
S. Gregorio Magno dice che la pena temporale dovuta ai peccati, sia dei vivi come dei morti, viene mitigata per coloro per cui si celebra la santa Messa e che ascoltare divotamente una Messa è sollevare le anime dei defunti, ottenendo da Dio la remissione dei loro peccati. S. Girolamo, dottore massimo di santa Chiesa, asserisce che per qualunque Messa divotamente celebrata molte anime escono dal Purgatorio, e che le anime purganti non soffrono alcuna pena mentre si celebra la santa Messa, se il sacerdote prega per loro nell’offrire questo sacrificio.
S. Cirillo di Gerusalemme, spiegando la dottrina cristiana ai neofiti, ossia a quelli che da poco si erano convertiti al cristianesimo, diceva loro: «Celebrando il santo Sacrificio noi preghiamo anche per coloro che sono morti tra noi, poiché riteniamo che le loro anime ricevano un grandissimo sollievo dall’augusto Sacrificio dei nostri altari. Se i parenti di qualche esiliato presentassero al principe una corona d’oro per calmare il suo sdegno, ciò sarebbe senza dubbio un gran mezzo per impegnarlo ad abbreviare il tempo dell’esilio. Ma noi, offrendo a Dio il sacrificio della santa Messa, non gli offriamo soltanto una corona d’oro, ma lo stesso Gesù Cristo morto per i nostri peccati. Quale adunque non sarà il giovamento che colla Messa recheremo alle anime del Purgatorio!».
S. Ambrogio, animato dalla stessa fede, dopo la morte di suo fratello Satiro, si diede la massima sollecitudine di pregare ed offrire il santo Sacrificio della Messa per suffragare l’anima di lui.
La madre di S. Agostino, come scrive egli nelle sue Confessioni, scorgendosi vicina a morire, chiamati a sé Agostino e Navigio suo fratello, disse loro: «Sotterrate questo corpo ove si possa, né datevi di esso alcun pensiero; ma non dimenticatevi di me dovunque vi troviate e ricordatemi soprattutto all’altare del Signore nel santo Sacrificio».
S. Giovanni Crisostomo, nel predicare al suo popolo, fra le altre cose diceva: «Non invano gli Apostoli stabilirono che quando si celebrano i tremendi Misteri, si faccia commemorazione di coloro che sono già passati all’altra vita, poiché essi sapevano che tale cosa tornava a quelli di grande vantaggio e sollievo. Difatti, quando tutto il popolo assieme col sacerdote offre a Dio l’ostia di salute, non sarà forse allora placata la collera divina?».
Il Sacrosanto Concilio di Trento ha detto: «La Chiesa Cattolica, ammaestrata dallo Spirito Santo ed appoggiata ai libri del Vecchio e del Nuovo Testamento, sopra l’antica tradizione dei Padri e dei Concilii, insegna e definisce: Che le anime trattenute nel Purgatorio si possono sollevare coi suffragi dei vivi e specialmente col sacrificio della santa Messa. E se alcuno dirà che il Sacrificio della santa Messa non è propiziatorio e che non deve essere offerto né per i vivi né per i morti... sia scomunicato» (Sess. 25). La S. Messa, adunque, come insegnano i santi Padri e come ha definito la santa Chiesa, costituisce uno dei mezzi principalissimi per suffragare le sante anime del Purgatorio; anzi, il principale fra i suffragi. Ed è appunto in conformità di questa fede, che la Chiesa, oltre al fare in ogni Messa uno speciale memento per i defunti, celebra anche la Messa appositamente per loro.
S. Gregorio Magno dice che «la pena dei vivi e dei morti si rilascia a quelli per i quali si dice la Messa; specialmente a coloro per i quali si prega in particolare». S. Girolamo afferma che «per una S. Messa devotamente celebrata molte anime escono dal Purgatorio». Le anime, che sono cruciate nel Purgatorio, per le quali suole pregare il Sacerdote nella Messa, non soffrono alcun tormento, mentre si celebra la S. Messa, insegna S. Agostino. Per il gran potere della Messa, S. Giovanni di Avila, interrogato in morte quali suffragi desiderasse, rispose con prontezza e forza: Messe, Messe, Messe!
S. Leonardo da Porto Maurizio racconta di un ricco negoziante genovese che, venuto a morte, non lasciò cosa alcuna in suffragio dell’anima sua. Tutti si meravigliavano come mai un uomo, così ricco, così pio e così caritatevole verso tutti in vita, fosse poi stato in morte così crudele verso di se stesso. Ma sepolto che fu, si trovò scritto sopra un taccuino il gran bene che si era fatto da se stesso in vita. Si era fatte celebrare oltre a duemila SS. Messe, che aveva anche potuto ascoltare. Al termine del libretto aveva scritto: «Chi vuol essere sicuro del bene, se lo faccia egli stesso in vita».
Udire devotamente la S. Messa, scrisse San Gregorio, allevia le pene delle anime purganti e rimette loro i peccati. Infatti S. Bernardo, celebrando una volta la S. Messa a Roma, nella chiesa che sorge presso il luogo del martirio di S. Paolo (le Tre Fontane), vide una scala su cui angeli discendevano dal cielo al Purgatorio, e da questo salivano a quello, accompagnando anime liberate dalle pene per quel Santo Sacrificio.
Il celebre P. Lacordaire, morto nel 1861, racconta che un principe polacco, incredulo e materialista, aveva scritto un libro contro la immortalità dell’anima. Stava per farlo stampare, quando un giorno, passeggiando nel giardino, si vide venire innanzi una donna tutta in lacrime. Gettatasi ai suoi piedi, quella poverina, supplicava: «Mio buon principe, mio marito è morto... ed io non ho neppure il denaro per fargli celebrare una Messa... usatemi la carità: datemi l’elemosina per una Messa...». Il principe pensava che quella fosse una povera illusa: ma la sua naturale bontà di carattere lo portò al compatimento ed anche a soccorrerla. Le diede una moneta d’oro, che quella portò subito al Sacerdote per una S. Messa. Passarono pochissimi giorni ed il Principe, nel suo studio, era intento a correggere le bozze del suo libro. Ad un tratto si vide innanzi, ritto, un contadino, vestito poveramente, ma dall’aria soddisfatta, contento... «Son venuto a ringraziarvi, – cominciò, mentre il principe guardava, stupito di vedersi quell’uomo lì innanzi, entrato senz’essere annunziato. – Ero in Purgatorio; la elemosina da voi data a mia moglie mi ha liberato con quella S. Messa; ora vado al Paradiso». Ciò detto, la visione sparve; ma il principe diede al fuoco il libro che stava per pubblicare, e si convertì.
S. Pier Damiani, ancora fanciullo, rimase orfano di padre e di madre. Fu ricevuto da un suo fratello, che lo trattava duramente e gli lasciava mancare il pane e le vestimenta. Un giorno trovò per via una moneta d’argento, senza averne potuto conoscere il padrone. Immaginate quale gioia per il piccolo Pierino! Gli parve di aver trovato un tesoro, e subito pensò di comperarsi un cappello, le scarpe, una giubba; abbisognava di tutto! In quel punto gli vengono in mente il padre e la madre che non ha più, gli occhi si riempiono di lacrime e corre a portare quella moneta ad un Sacerdote, affinché celebri la S. Messa per i suoi poveri morti. Lo credereste? Da quel giorno, protetto dalle anime sante del Purgatorio, la sua fortuna si cambiò. Un altro fratello lo raccolse, lo fece studiare, e Pier Damiani diventò un Sacerdote, Vescovo, Cardinale, Santo. Ecco ancora come una sola Messa, fatta celebrare per le anime del Purgatorio, sia stata principio d’immensi vantaggi. Ma, oh! quali vantaggi maggiori, se alla Messa si unisce la S. Comunione! [Beato Giacomo Alberione. Per i nostri defunti. Pia Soc. San Paolo, 1932]
PREGHIERE DURANTE LA S. MESSA
Durante le preghiere segrete, il Signore le diede
questa istruzione: "Quando si intona il Sanctus, ognuno reciti un Pater,
pregando affinché con l'onnipotente, sapiente, dolce e benigno amore del mio
Cuore, io lo prepari in modo che sia fatto degno di ricevermi spiritualmente
nell'anima sua, ed io possa compiere in lui i miei eterni disegni, secondo
tutto il mio divino beneplacito.
"Durante il Postcommunio, ognuno ancora ripeta questa versetto: Io ti lodo, o amore fortissimo; ti benedico, amore sapientissimo; ti glorifico, amore dolcissimo; ti esalto, amore infinitamente buono; in ogni cosa e per tutti i beni che la tua gloriosissima Divinità e beatissima Umanità si è degnata di operare in noi per mezzo del nobilissimo strumento del tuo Cuore e che opererà nei secoli dei secoli. Amen. - Ed io, quando. il Sacerdote darà la benedizione, lo benedirò in questo modo: "La mia onnipotenza ti benedica, la mia sapienza ti illumini, la mia dolcezza ti inebri, e la mia benignità ti attiri ed a me ti unisca per sempre! Amen". [Santa Metilde. Rivelazioni, Capitolo V, Libro I,]
LE SS. MESSE GREGORIANE
"Durante il Postcommunio, ognuno ancora ripeta questa versetto: Io ti lodo, o amore fortissimo; ti benedico, amore sapientissimo; ti glorifico, amore dolcissimo; ti esalto, amore infinitamente buono; in ogni cosa e per tutti i beni che la tua gloriosissima Divinità e beatissima Umanità si è degnata di operare in noi per mezzo del nobilissimo strumento del tuo Cuore e che opererà nei secoli dei secoli. Amen. - Ed io, quando. il Sacerdote darà la benedizione, lo benedirò in questo modo: "La mia onnipotenza ti benedica, la mia sapienza ti illumini, la mia dolcezza ti inebri, e la mia benignità ti attiri ed a me ti unisca per sempre! Amen". [Santa Metilde. Rivelazioni, Capitolo V, Libro I,]
LE SS. MESSE GREGORIANE
Si tratta
della celebrazione ininterrotta di trenta SS. Messe a suffragio di un'Anima del
Purgatorio.
La pia pratica
è nata così.
Un monaco
del Convento di S. Gregorio Magno aveva accettato, senza il consenso del
superiore, tre scudi d'oro da un suo beneficato: mancanza
gravissima contro il voto di povertà, professato dai monaci, per la quale era
incorso nella pena di scomunica.
Essendo il monaco deceduto poco
tempo dopo, S. Gregorio, per dare
una lezione esemplare a tutta la Comunità monastica, non solo continuò a
lasciarlo nella scomunica, ma lo fece seppellire fuori del Cimitero comune,
gettando nella sua fossa i tre scudi d'oro. Qualche tempo dopo, preso da
compassione, il Santo chiamò l'economo del monastero e gli disse: «Il nostro confratello è tormentato dalle
pene del Purgatorio: incomincia subito per lui la celebrazione di trenta SS.
Messe, senza interromperla».
Il monaco ubbidì; ma, per le troppe
occupazioni, non pensò a contare i giorni. Una notte, gli apparve il monaco
defunto e gli disse che se ne andava al Cielo, libero dalle sue pene. Si contò
allora il numero delle SS. Messe celebrate in suo suffragio e si trovò che
erano precisamente trenta. D'allora
invalse l'uso di far celebrare trenta SS. Messe per i Defunti, dette appunto
Gregoriane dal nome di S. Gregorio: uso che è tuttora in vigore nei
monasteri benedettini e trappisti e che Dio con molte rivelazioni ha fatto
conoscere essergli molto gradito (Dialoghi, IV, 10). Si può qui rispondere ad
una critica facile a sentirsi: «Vedi, si dice, basta avere del denaro e te la
cavi anche nell'altra vita. Certa gente fa di qua ciò che vuole e poi, con la
celebrazione di Messe, si compra anche il Paradiso». Sentite cosa risponde
un'Anima del Purgatorio: «Delle preghiere della terra, in Purgatorio si riceve
solo quel tanto che Dio vuole che ciascun'anima riceva secondo le disposizioni
meritate. E' un nuovo dolore aggiunto agli altri per queste povere Anime: il
vedere cioè che le preghiere che si fanno per la loro liberazione, vengono
applicate a chi ne è più degno. «Il sollievo di ciascun'anima dalle pene è
proporzionato al suo merito. Le une ricevono di più, le altre di meno. «La
Madre I. non ha avuto alcun beneficio dalle SS. Messe fatte celebrare in suo
suffragio. Le religiose non hanno alcun diritto di disporre dei loro beni: ciò
è contro la Povertà». (Manoscritto del Purgatorio).
“Francesca apparve in visione al
fratello [san Vincenzo Ferreri] durante la celebrazione della Messa, dicendogli
di soffrire tanto in purgatorio, gli narrò una atroce storia della sua vita, e
gli chiese di far celebrare le trenta Messe Gregoriane per la sua liberazione;
cosa che il santo fece, e seppe in visione della liberazione della sorella.” (Ubaldo Tomarelli. San Vincenzo Ferreri apostolo e taumaturgo.
ESD-Edizioni Studio Domenicano. 2005)
Nel 1967 la Congregazione del Concilio, per evitare malintesi sconfinamenti
verso la magia, ha previsto una deroga nella successione ininterrotta di
queste Messe per un improvviso impedimento o altra ragionevole
causa. (Dichiarazione Tricenario Gregoriano, 24
febbraio 1967,
in Enchiridion Vaticanum 2,
n. 966)
29 Appendice - Preghiere rivelate da Cristo alle sante
Geltrude e Metilde vergini dell'ordine di S. Benedetto e ad altre veggenti
LA SS. COMUNIONE
SOLLEVA LE ANIME DEL PURGATORIO.
Un giorno, mentre Geltrude stava per
comunicarsi, provò un bisogno immenso di sprofondarsi nell'abisso della sua
miseria, e di nascondervisi totalmente per onorare l'ineffabile
accondiscendenza del Signore che ciba i suoi eletti col suo Corpo e li inebria
con il suo Sangue. Ella comprese allora il sublime annientamento del Figlio di
Dio, quando discese nel limbo per liberare le anime che ivi stavano
prigioniere. Mentre si sforzava di unirsi a quell'ineffabile umiliazione, si
trovò come immersa negli abissi del Purgatorio. Là, rinnovando i suoi
sentimenti, comprese le parole che le diceva Gesù: « Con la S. Comunione ti
attirerò a me in tal modo che tu trascinerai tutte le anime, a cui giungerà
l'incomparabile profumo dei santi desideri che sfuggono così copiosamente da
te». Dopo d'aver accolto tale promessa Ella s'avvicinò alla mensa angelica,
pregando il Signore di liberare tante anime del Purgatorio, quante erano le
molecole dell'Ostia che aveva in bocca. E il Signore rispose: «Per farti capire
che le mie misericordie sorpassano tutte le mie opere e che nessuna creatura
può misurare l'abisso della mia bontà, ti assicuro che, per i meriti del
Sacramento di vita, sono disposto ad accordarti molto di più di quanto hai chiesto».
[Santa Geltrude. Libro terzo, capitolo XVIII, par. XVII]
GESÙ SOCCORRE NELLA LORO AGONIA COLORO CHE HANNO PENSATO A LUI.
… il Signore la
rassicurò dicendole: «Quando vedo nell'agonia coloro che durante la vita hanno
qualche volta pensato a me, o che hanno compiuto qualche buona opera negli
ultimi giorni, mi mostro a essi con tanta bontà, tenerezza e amabilità che essi
si pentono d'avermi offeso e tale atto di dolore loro vale l'eterna salvezza.
Così vorrei che i miei eletti mi glorificassero, e ringraziassero per tale
insigne favore ». [Santa Geltrude. Libro
terzo, capitolo XXX, par. XX]
EIA ERGO ADVOCATA NOSTRA
Il Signore si degnò
d'insegnare a Geltrude a ripetere, almeno una volta al giorno, l'invocazione: «
Eia ergo advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte »,
assicurandole un potente soccorso per l'ora di morte. La Santa offrì allora alla beata Vergine
centocinquanta Ave Maria, recitate in suo onore, per ottenere la sua assistenza
e tenerezza materna nell'ora del trapasso. Vide tosto quelle preghiere sotto
forma di monete d'oro, offerte al Giudice supremo il Quale, a sua volta, le
presentava alla Madre sua. Essa le riceveva da fedele economa e le metteva in
serbo a una a una per profitto e conforto di Geltrude, la quale all'uscire da
questo mondo avrebbe ricevuto dal Giudice divino tante consolazioni quante
preghiere aveva offerto alla Madonna. Comprese ancora Geltrude che, se un'anima
raccomanda la sua ultima ora ad un Santo qualsiasi con suppliche speciali,
quelle preghiere vengono subito portate al tribunale del Sovrano Giudice e il
Santo, che le ha ispirate, ne diventa il custode per mutarle in grazie da dare,
al momento opportuno, al suo cliente. [Santa
Geltrude. Libro IV, capitolo LI]
I TUOI AMICI [GLI ANGELI] ASCOLTANO
Il Signore disse
all'anima: "Ecco ciò che si legge nella Scrittura: "Quae habitas in
hortis, amici auscultant: O tu che abiti nei giardini, i tuoi amici
ascoltano" (Cant. VIII, 13). Per divina ispirazione l'anima conobbe il
modo con cui gli Angeli assistono il giusto, in rutto il bene che compie.
"Quando uno legge i Salmi od altre parti della Scrittura,
oppure si dedica a qualche opera buona, gli Angeli sono presenti per
assisterlo.
"Quando nell'orazione conversa con Dio,
oppure ascolta la parola di Dio, ovvero parla dì Dio, è assistito dagli
Arcangeli.
"Se medita su le virtù di Dio, su la sua
potenza, la sua sapienza, la sua bontà, la sua giustizia, la sua misericordia,
la sua longanimità, la sua carità, e quando si sforza per quanto è possibile
d'imitare queste virtù, le Virtù, sono al suo servizio.
"Quando l'uomo, pensando all'ineffabile e
sublime divinità, trema davanti a Dio e a Lui umilmente si sottomette, è
assistito dalle Potestà.
"Ma quando nel suo cuore esalta la
nobiltà e la grandezza della Divinità, quando pensa a quella Maestà infinita
che si è degnata di creare l'uomo a sua immagine e somiglianza, operando per
lui cose sì grandi; quando, a motivo della riverenza e dell'amore che Dio
dimostra per l'uomo, egli pure rispetta ed ama tutti gli uomini, è servito dai
Principati.
"Che se, con inchini, genuflessioni e
prostrazioni, adora Dio, è assistito dalle Dominazioni.
"Quando poi l'uomo, nella tranquillità
del suo cuore, medita su le grandezze e perfezioni di Dio, è servito dai Troni.
"Se è illuminato dalla conoscenza di Dio,
se si eleva nella contemplazione sino a considerare i divini misteri, i
Cherubini sono i suoi ministri.
"Ma quando l'anima, attingendo nel Cuore
di Dio un ardente amore, ama Dio col proprio amore di Dio, e in Dio e per Dio
ama tutti gli uomini, i Serafini esercitano il loro ministero presso di
lei". [Santa Metilde. Libro II, capitolo XII]
L'INFERNO E IL PURGATORIO
Durante la sua
preghiera, Metilde vide una volta l'inferno spalancato sotto i suoi piedi, e in
quell'abisso una miseria ed un orrore infinito: serpenti, leoni, rospi, cani,
orribili spettri di atrocissime fiere le quali crudelmente si laceravano a
vicenda. Ella disse al Signore: "O Signore, chi sono questi
disgraziati?" "Quelli, rispose il Signore, che non hanno mai voluto,
neppure, per un'ora, pensare a me con dolcezza"…
Essa vide pure il
purgatorio, dove erano altrettanti tormenti quanti sono i vizi di cui, le anime
su la terra si fanno schiave. Gli orgogliosi cadevano senza posa da un abisso
in un altro; quelli che erano stati infedeli alle loro regole ed alla loro
professione religiosa, camminavano curvi come sotto un peso schiacciante. I
golosi ed i bevoni giacevano per terra, privi di sensi e disseccati dalla fame
e dalla sete, Quelli che avevano soddisfatto i loro desideri carnali, si fondevano
nel fuoco come la carne ed il grasso sul braciere. Ogni anima soffriva la pena
che si era meritata col suo vizio preferito. Ma quando la Santa ebbe pregato
per loro, il Signore misericordiosamente ne liberò una copiosa moltitudine. [Santa Metilde. Libro V, capitolo
XVIII]
PREGHIERA MOLTO EFFICACE PER UN CERTO AMMALATO
Geltrude un giorno
supplicò Gesù di dirle quale preghiera fare per un certo ammalato. Ebbe questa
risposta: "Basta che tu mi rivolga due brevi preghiere, ma con devozione
La prima preghiera è: Conserva, o Dio, all'ammalato la pazienza. La seconda
preghiera è: O Signore, fa' che secondo gli eterni desideri del tuo Cuore
paterno ogni istante di patimento che Tu riservi a questo infermo procuri la
tua gloria ed accresca i suoi meriti per il Cielo. [Santa Geltrude. L’Araldo
del Divino Amor. Libro terzo, LXXIII – II]
Geltrude ricevette la spiegazione di quest'atto,
e seppe che, se alcuno compie, per la gloria del Padre, un'opera buona, fosse
pure anche solo un Pater, un'Ave, o un salmo recitati per sè o per altri, il
Figlio di Dio accetta quell'offerta come un frutto della sua perfetta Umanità,
ringrazia Dio Padre, benedice tale frutto, lo moltiplica e lo distribuisce a
tutta la Chiesa, per l'eterna salute degli uomini. [Santa Geltrude. Libro IV,
21]
LA
MISERICORDIA DI DIO
Si può dunque,
durante questa settimana, recitare cinque Pater, In onore delle dolci Piaghe
del Salvatore e, dopo di averle devotamente baciate, pregare, come più sopra si
disse, per espiare le colpe dei membri della S. Chiesa e supplire alle
negligenze universali. Dopo d'avere compiuto un tale atto, si potrà sperare di
ottenere una grazia analoga dalla misericordia di Dio. . [Santa Geltrude.
L’Araldo del Divino Amor. Libro quarto, capitolo XXI]
FEDELI PROMESSE DI DIO E PRIVILEGI. Come il Signore promise a Geltrude
di esaudirci.
Noi saremo
giudicati secondo lo stato dell'ultimo momento! La cosa più importante per noi,
è di pregare Dio per fare una buona morte. Siamo però cosi oppressi dal peso
dei nostri peccati, che ci torna difficile essere esauditi; pertanto, se
vogliamo giungere felicemente in porto, dobbiamo supplicare il Signore di
accordarci, per i meriti di Geltrude, una morte più santa di quella che avremmo
potuto ottenere con le nostre sole forze. Infatti il Salvatore ha giurato, per
i dolori della sua Passione e della sua morte innocente, che colui il quale si
rivolgerà alla Sua Sposa diletta, mentre ella è ancora in vita, alla sua morte,
o nello scorrere dei secoli, sarà esaudito oltre i suoi stessi desideri. [Santa
Geltrude. L’Araldo del Divino Amor. Libro V, capitolo XXIX]
CORONCINA DI SALUTO
ALLA MADRE DI DIO
La Madre di misericordia afferma che chi l'avesse proclamata «candido
giglio della SS. Trinità e rosa splendente di Paradiso » avrebbe esperimentata la
podestà che l'Onnipotenza del Padre le aveva comunicato come Madre di Dio;
avrebbe ammirato le ingegnose misericordie che la Sapienza del Figlio le aveva
ispirato, e contemplato l'ardente carità accesa nel Suo Cuore dallo Spirito
Santo. Aggiunse Maria: «All'ora della sua morte mi mostrerò e quest'anima nello
splendore di una sì grande bellezza che la mia vista la consolerà e le
comunicherà gioie celesti». Da quel giorno Geltrude propose di salutare la
Vergine Maria, o le immagini che la rappresentavano con queste parole: « Ave,
candidum lilium fulgidae semperque tranquillae Trinitatis, rosaque praefulgida
coelicae amaenitatis de qua nasci, et de cuius latte pasci Rex coelorum voluit,
divinis influxionibus animas nostras pasce. - Ti saluto, o giglio più bianco
della neve, giglio della raggiante, sempre tranquilla Trinità. Ti saluto, Rosa
brillante della celeste umanità, dalla quale il Re del cielo volle nascere e
prendere il latte verginale: vieni in soccorso di me, povero peccatore, adesso
e nell'ora della mia morte. Così sia ».
Pratica. Sui grani grossi: «Ti
saluto, o Giglio più bianco della neve, Giglio della raggiante, sempre
tranquilla Trinità. Ti saluto, Rosa brillante della celeste umanità, dalla
quale il Re del cielo volle nascere e prendere il latte verginale: vieni in
soccorso di me, povero peccatore, adesso e nell'ora della mia morte. Così
sia»
Sui grani piccoli: «Candido
Giglio della SS. Trinità e Rosa splendente del Paradiso» Infine: Salve Regina [Santa
Geltrude. L’Araldo del Divino Amor. Libro 3, capitolo 19.]
CORONCINA AL CUORE DI MARIA
Dice la Mamma: “Con questa preghiera accecherete satana!
Nella tempesta che sta venendo, io sarò sempre con voi. Sono la Madre vostra:
posso e voglio aiutarvi"
Pratica: Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. (5 volte in onore delle 5
piaghe di N.S.)
Sui grani grossi
della Corona del Rosario: “Cuore
Immacolato e addolorato di Maria, prega per noi che confidiamo in Te!”
Sui grani piccoli: “Madre, salvaci con la fiamma d’Amore del tuo
cuore Immacolato!”
Alla fine: tre
Gloria al Padre
“Irradia, o Maria,
su tutta l’umanità la luce di grazia della tua Fiamma d’Amore, adesso e
nell’ora della nostra morte. Amen” [Diario
spirituale di Elisabetta Szantó -1961-1981- imprimatur, 6 giugno
2009].
CORONCINA DI AFFIDAMENTO A GESU’ E A MARIA CONTRO IL DEMONIO
Dice Gesù: "Il
demonio ha ancora più ribrezzo del nome di Maria che del mio Nome e della mia
Croce. Non ci riesce, ma cerca di nuocermi nei miei fedeli in mille maniere. Ma
l’eco soltanto del nome di Maria lo mette in fuga. Se il mondo sapesse chiamare
Maria, sarebbe salvo. Quindi invocare i nostri due Nomi insieme è cosa potente
per fare cadere spezzate tutte le armi che Satana avventa contro un cuore che è
mio. Da sole le anime sono tutte dei nulla, delle debolezze. Ma l’anima in
grazia non è più sola. È’ con Dio." [Maria Valtorta. Quaderni. 15 giugno 1943]
Si può pregare così: Gesù, Maria, Vi amo! Salvate le
anime dei sacerdoti, salvate le anime. Ve lo chiediamo supplichevoli, e
concedeteci di poter ripetere quest’Atto d'Amore MILLE VOLTE ad ogni respiro,
ad ogni palpito
Pratica: Si usi la Corona del Rosario. Sui grani grossi, del Pater recitare: “Scenda
il Sangue Preziosissimo di Gesù su di me, per fortificarmi e, su satana per
abbatterlo! Amen.”
Sui grani piccoli,
dell’Ave recitare: “Ave Maria, Madre di Gesù, mi affido a te”.
Infine recitare:
Pater, Ave, Gloria.
Fonti e Libri consultati:
- S.Alfonso Maria de’ Liguori. Le glorie di Maria.
Ed. Paoline, Catania, copyr 1963 con imprimatur 1933 e 1937
-
Beato Giacomo
Alberione. Per i nostri cari defunti. Pia Società San Paolo, 1932. Imprimatur: Visto, nulla osta alla stampa M. Giaccardo
- Ab. Molino Vicario Gen. Alba,
20 settembre 1932
- Antonio
A. Borelli Machado. FATIMA: Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i
manoscritti di suor Lucia. Cristianità, 1982
pubblicato in Portogallo con l’imprimatur del Vicario Generale di Braga.
- BENEDETTO XV. La
meravigliosa storia di S. Margherita M. Alacoque, a c. di LUIGI FILOSOMI
S.J., Roma: ADP, 1990/3; titolo originale: Bulla Canonizationis Beatae
Margaritae Mariae Alacoque, virginis, monialis professa ordinis visitationis
B.M.V. (AAS 12 [1920], 486-514).
-
Joan
Carroll Cruz. Prayers and Heavenly Promises. Con imprimatur del Most. Rev. Francis B. Schulte, Archbishop
of New Orleans, 29.12.1989. https://books.google.it/books?id=qSrGCgAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
-
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Preces Gertrudianae sive vera & sincera medulla
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- Maria Valtorta. Quaderni. Isola del Liri, CEV.
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http://www.divinamisericordia.it/
Copyr. Olivetanus, 16 giugno 2018
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