22. LE PROMESSE DI NOSTRO
SIGNORE A CHI PRATICA LE ORE DELLA PASSIONE
Dalla
introduzione del Canonico [ora santo] Annibale Maria di Francia da Messina.
Con la più
perfetta sottomissione al giudizio della Santa Chiesa, e non richiedendo altra
fede che l'umana, giusto il sapiente Decreto di Papa Urbano VIII, trascriviamo
qui alcune rivelazioni che Nostro Signore Gesù Cristo avrebbe fatto a
quell'anima solitaria, cui ispirò questa ope-retta: rivelazioni che
mostrerebbero quanto sia grato al Cuore adorabi-le di Gesù che se ne faccia
profitto.
Riportiamo
una lettera inviata dalla pia autrice [Serva di Dio Luisa Piccarreta] al Rev.
Can. di Francia:
"Molto
Rev. Padre,
Ecco
finalmente, Le rimetto le Ore scritte della Passione, e tutto a gloria di
Nostro Signore. Le accludo pure un foglietto in cui si contengono gli affetti e
le belle promesse di Gesù per chi fa queste Ore della Passione. Io credo che,
se colui che le medita è peccatore, si convertirà, se è imperfetto diverrà
perfetto, se è santo si farà più santo, se è tentato troverà la vittoria, se è
sofferente troverà in queste Ore la forza, la medici-na, il conforto; e se l'anima
sua è debole e povera, troverà un cibo spi-rituale ed uno specchio dove si
rimirerà di continuo per abbellirsi e farsi simile a Gesù nostro modello.
è tanto il
compiacimento che ne prova Gesù benedetto dalla meditazione di queste Ore, che
vorrebbe che di queste meditazioni vi fosse almeno una copia per ogni città o
paese, e si praticassero; allora avverrebbe che in quelle riparazioni Gesù
sentirebbe riprodursi la Sua stessa voce e le Sue preghiere, quali le levava al
Padre Suo nelle 24 ore della Sua dolorosa Passione; e se ciò si facesse almeno
in ogni paese o città da alquante anime, Gesù pare che mi faccia intendere che
la Divina Giustizia rimarrebbe in parte placata, e verrebbero in parte
arrestati e come smorzati i suoi flagelli in questi tristi tempi di strazi e di
spargimento di sangue (ferveva la tremenda guerra Europea).
Faccia Lei,
Reverendo Padre, appello a tutti. compia così l'operetta che il mio amabile
Gesù mi ha fatto fare. Onde le dico pure che lo scopo di queste Ore della
Passione, non tanto è di raccontare la storia della Passione, perché molti
libri ci sono che trattano questo pietoso argo-mento, e non sarebbe stato
necessario farne un altro; ma lo scopo è la riparazione, unendo
insieme (si noti) i diversi punti della Passione di Nostro Signore con la
diversità di tante "offese, e insieme a Gesù farne degna riparazione,
rifacendolo quasi di tutto ciò che le creature tutte Gli debbono, e da ciò i
diversi modi di riparare; in queste Ore, in alcuni tratti si benedice, in altri
si compatisce, in altri si loda, in altri si conforta il penante Gesù, in altri
si compensa, in altri si supplica, si prega, si domanda.
Perciò
lascio a Lei, Reverendo Padre, di far conoscere con una prefazione, lo scopo di
questi scritti".
Anzi tutto è Verità indiscutibile che qualunque
Meditazione sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo riesce di sommo
gradimento al Cuore adorabile dì Gesù, e di somma utilità spirituale per
chiunque devotamente vi si applica.
Per questo leggiamo nelle Rivelazioni di S. Geltrude,
di S. Metilde, della Ven. La Royer, del Beato Enrico Susone, e di molti altri
Santi contemplativi, aver rivelato Gesù Cristo stesso, che egli accetta la
pietosa contemplazione dei suoi divini patimenti come se nel tempo della sua
Passione l’anima che oggi lo compatisce, lo avesse aiutato e soccorso allora, e
gli avesse dato ricetto e riposo nelle sue stesse braccia, sul suo stesso petto…
Il foglietto di cui l'Autrice [serva di Dio Luisa Piccarreta] di
quest'Orologio della Passione parla in principio della su trascritta lettera,
contiene quanto Nostro Signore le abbia detto:
"Chi pensa sempre alla mia Passione, forma nel
suo cuore come una sorgente salutare, la quale tanto più si accresce di volume,
quanto più l'anima attende a ripensare e meditare la mia dolorosa Passione. E
siccome le acque che scorrono da una fonte sono acque comuni a tutti, così
questa sorgente di salute, che si forma nel cuore di chi medita la mia
Passione, serve alla mia gloria, al bene dell'anima che la pro-duce, e al
vantaggio di molte altre anime".
Altra
volta, riferisce l'anima solitaria, averle cosi parlato il Signore:
"Mi è tanto gradito che uno vada ripensando
costantemente alla mia dolorosa Passione, che Io soffrii nell'anima e nel corpo
con tanto infini-to Amore e dolore, e che meditandola se ne affligga e mi
compatisca affettuosamente, che mi sento come rinfrancato di quanti strazii,
ignominie e pene interne Io soffrii in tutto il corso del mio patire,
dall'incar-nazione all'ultimo respiro sulla Croce.
L'anima che spesso medita la mia Passione, mi viene
ad apprestare con-tinui e diversi conforti; cosicché, se nel corso della mia
Passione mi dettero funi e catene per legarmi, l'anima che considera e mi
compatisce così legato, mi scioglie e mi dà la libertà; gli sgherri mi
disprezzarono, mi sputarono e mi disonorarono; l'anima mi apprezza, mi pulisce
da quegli sputi e mi onora; quelli mi spogliarono e mi flagellarono, l'anima mi
risana e mi veste; quelli mi coronarono di spine trattandomi da re di burla, mi
amareggiarono la bocca di fiele e mi crocifissero; l'anima, considerando tutte
le mie pene, mi corona di gloria e mi onora per suo Re, mi riempie la bocca. di
dolcezza dandomi il cibo più squisito qual'è la memoria delle mie stesse opere,
e come se mi schiodasse dalla Croce, mi fa risorgere nel suo cuore; ed Io per
compenso di tanta amorosa meditazione e considerazione delle mie pene, le dò
ogni volta una nuova vita di grazie; e questa consiste, che mentre essa mi
attira a sé con la contemplazione e compassione dei miei patimenti, Io l'attiro
a me; Io mi dò ad essa come cibo spirituale, mentre essa si forma un pascolo
continuo delle mie piaghe, dei miei abbrobrii e delle lunghe e incomprese
agonie del mio Cuore ed Io mi ristoro e mi cibo di tutta l'a-nima, assorbendola in me per amore. Si è perciò che assai gradita è a me la
devota e frequente memoria della mia Passione".
Da questi
termini generali del gradimento che prova il Cuore Santissimo di Gesù, quando
si medita la Passione, veniamo ancora a termini più particolari circa questo
Orologio della Passione.
L'Anima
contemplativa domandò al diletto Signore:
"Dimmi,
o mio Bene che cosa darai in compenso alle anime che faranno le Ore della
Passione come Tu me le hai insegnate?"
Nostro
Signore diede questa risposta:
"Figlia mia, queste Ore non le riguarderò come
cose vostre, ma come fatte da me; e a te e a quelli che le mediteranno, darò i
miei meriti, e ve li applicherò come se lo stessi soffrendo la mia Passione ora
per ora in quel tempo stesso che la meditate. Gli effetti che allora produceva
la mia Passione quando Io la sopportavo, e che può produrre in ogni tempo,
saranno rinnovati nelle anime che meditano queste Ore, e il tutto a seconda
della disposizione maggiore o minore di ogni anima. Maggior premio di questo
non può meritarsi in questa vita. Nel paradiso poi queste anime me le porrò al
mio Divino cospetto dinanzi al mio stesso Volto, e le saetterò con saette di
Amore e di eterni contenti, per quante volte hanno meditato le Ore della mia
Passione, ed esse, inebriate dal mio Amore, mi corrisponderanno col saettare il
mio Cuore di tutta la capacità di amore che avrà l'anima beatificata; il che
formerà un dolce incanto a tutti i celesti comprensori".
Gesù
un'altra volta avrebbe detto all'anima solitaria:
"Le Ore della mia Passione furono piene di
tutte le mie preghiere, di tutte le mie riparazioni e di tutto l'infinito mio
Amore. Questo pio esercizio di riparare meditando, è uscito proprio dal mio
Cuore. Ah, quante volte in grazia di queste meditazioni, che si praticano segretamente
in tutta la Chiesa da tante anime a me care, non ho Io cambiato i flagelli in
grazia su tutta la terra! Esse sono di un prezzo incalcolabile se il pio
esercizio che tu hai praticato e scritto, sarà praticato da altri con amore,
l'amor mio troverà il suo sfogo e conforto; e sappi, o figlia, che non è cosa
indifferente che la creatura dia sollievo e sfogo all'Amore del Creatore».
Altra volta
disse:
"Il mondo sta in continuo atto di rinnovare la
mia Passione, e siccome la mia immensità involge tutte le creature dentro e
fuori, così sono costretto dal loro contatto a ricevere chiodi, spine,
flagelli, disprezzi, sputi e tutto il resto che soffrii nella mia Passione, ed
anche di più.
Ora, quando un'anima fa queste Ore della Passione,
avviene che dal contatto di quell'anima mi sento togliere i chiodi, frantumare
le spine, raddolcire le piaghe, pulire gli sputi, lenirmi il dolore delle
percosse, ungermi le piaghe: mi sento contraccambiare in bene il male che mi
fanno gli altri, ed Io, vedendo che il contatto spirituale di quell'anima che
medita le Ore della mia Passione mi apporta tanto sollievo, mi appoggio sempre
più su quell'anima. Oltre ciò, chi fa queste Ore della mia Passione, fa suoi i
miei pensieri, fa sue le mie riparazioni, fa sue le mie preghiere, suoi i miei
affetti, suoi i più intimi palpiti del mio Cuore; e siccome Io, quando volli
redimere il mondo, mi presentai al mio eterno Padre dicendoGli: "Ecce ego mitte me": "Ecco
qua ci sono Io, mandami o Padre sulla terra per patire e morire per gli uomini";
così l'anima che a me unita s'interna nella medi-tazione delle Ore della mia
dolorosa Passione, e s'immedesima ai miei dolori, alle mie pene, al mio spirito
penante, quasi elevandosi tra cielo e la terra, quest'anima con me esclama
innanzi al Padre mio: Ecce ego
mitte me; eccomi qua o Signore voglio anch'io con Gesù riparare per
tutti, rispondere per tutti, patire e morire per tutti".
L'anima solitaria si effondeva in compassione ed in amore verso
Gesù penante, dalle ore 17 del giovedì alle ore 17 del Venerdi Santo in cui si
conclude con la sepoltura del Corpo adorabile di Gesù Signore Nostro; e avendo
scritto questo Orologio della Passione, domandava con quel-la speciale fiducia
che lo Sposo Celeste le ha donato, quanto gli fosse gradita questa operetta.
Gesù le rispose:
"Per compenso che hai scritto le Ore della mia
Passione, ad ogni paro-la che hai scritto darò un bacio alla tua anima, ed a
ogni parola, ti accor-derò un'anima».
L'anima
contemplativa soggiunse:
"Signore,
questo è quello che tu a me darai, ma questo stesso lo darai anche a chiunque medita
queste ore?
"Sì", rispose Nostro Signore, "e ad
ognuno darò pure un'anima per ogni parola, Purché la mediti unita a me e alla
mia stessa Volontà"'; poiché tutta la maggiore o minore efficacia di
queste ore della mia Passione, sta nella maggiore o minore unione che si ha con
me; e facendole con la mia Volontà, la creatura si nasconde con me nel mio
Volere e mettendosi in azione il mio Volere, Io posso fare tutti i beni che
voglio, anche per una sola parola, e ciò tante volte quante volte si farà
questa meditazione".
L'anima
solitaria scrive pure:
"Un'altra
volta stavo lamentandomi con Gesù che, dopo tanti sacrifici nello scrivere
queste Ore della Passione, erano tanto poche le anime che le praticavano.
"
E Gesù
disse:
"Non ti lamentare, figlia, quand'anche un'anima
sola le praticasse, tu sempre dovresti essere contenta. E forse che Io non
avrei sofferto la mia dolorosa Passione e la Morte di Croce anche per la
salvezza di un'a-nima sola? Cosi devi operare anche tu e giammai si deve
omettere il bene perché pochi se ne avvalgono; tutto il male è di chi non
profitta. E come la Passione e Morte fece acquistare il merito alla mia
Santissima Umanità come se tutti si salvassero, perché tale era la mia Volontà
e il fine di ogni mio patire e della mia morte, così tu, a secondo che la tua
volontà si sarà immedesimata con la mia Volontà, di volere e di fare bene a
tutti, così ne resterai ricompensata per queste Ore che hai scritte della mia
Passione. Tutto il male è di quelli che non le praticheranno, o per pretesti
dell'inferma natura, o per diaboliche suggestioni".
Sulla
preziosità di queste Ore della Passione Nostro Signore così le avrebbe pure
detto:
"Queste Ore sono preziose a preferenza anche di
altri esercizi, poiché non è altro questa meditazione che un rinnovare e
dilatare continuo dei meriti di tutto ciò che Io feci e patii nel corso della
mia vita morta-le, e di quanto ho operato e opero continuamente nella SS.ma
Eucaristia. Quando ascolto queste Ore della mia Passione ascolto la mia stessa
voce, le mie stesse preghiere, vedo la mia stessa Volontà in quell'anima, cioè
di volere il bene di tutti, e di riparare per tutti, ed Io mi sento
tra-sportato a dimorare in essa; e mentre essa in me medita e riproduce gli effetti
dei miei patimenti, Io in essa opero e mi compiaccio di fare quel-lo che fa
essa stessa".
Concluse
Nostro Signore con queste espressive parole, che risuonano nell'intimo di
quell'anima contemplativa:
"Oh, quanto amerei che anche una sola anima in
ogni città o paese si applicasse a queste Ore della mia Passione! Allora Io
sentirei me stesso in ogni città o paese, e la mia Giustizia, in questi tempi
grandemente sdegnata, ne resterebbe in parte placata!".
Sant’Annibale Maria di Francia diede
l’ubbidienza alla Serva di Dio Luisa Piccarreta di scrivere “L’Orologio della
Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”
’Orologio della
Passione a cura di don Benedetto Calvi. 1934 con nihil
obstat del delegato arcivescovile di Taranto.
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